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Before 2004-11-25

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Eroi nel vento

Eroi nel vento
[1985]
Album: Desaparecido

Riferita ai kamikaze giapponesi della seconda guerra mondiale, dato che Kami sta per Divinità o dio e Kaze soffio. Dunque Vento divino.

Gli eroi del vento giapponesi erano l'ultima risorsa dell'Impero per vincere la guerra del Pacifico contro gli Americani.

Nel testo si parla di un kamikaze che però decide di disertare.
Guerre di eroi
(Continues)
2004/11/25 - 14:09
Song Itineraries: Deserters, Heroes
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Tex

Tex
da "Litfiba 3" (1988)
Sulla strada ci sono solo io
(Continues)
2004/11/25 - 14:05
Song Itineraries: Native American Genocide
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Militarisme

Militarisme
Parole e musica di Charles d'Avray

Interpretata recentemente da Francesca Solleville
"Détruis le chien de garde et tu vaincras le maître" (Charles d'Avray)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/25 - 11:40
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México 68

México 68
[1968]
Testo e musica di Angel Parra

Ancora una canzone ispirata alle lotte studentesche messicane del 1968 conclusesi con la strage di piazza delle Tre Culture.
Para que nunca se olviden
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/25 - 11:35
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Me gustan los estudiantes

Me gustan los estudiantes
[1965]
Letra y música de Violeta Parra
Testo e musica di Violeta Parra

Questo brano è del 1965, e gli studenti stavano già manifestando in mezzo mondo. Poi è venuto il '68, e poi ancora il '77, e gli studenti ci sono sempre stati quando è venuto il momento. Nonostante tutto e tutti, sembra che ci siano ancora, proprio in questi frangenti; di nuovo in piazza, di nuovo a occupare, di nuovo a cercare di non avere paura davanti alle minacce del ducetto di turno, che promette, indovinate un po', repressione. Non si sa, certamente, come andrà a finire anche questa lotta, se sarà una bolla di sapone oppure se porterà a dei risultati concreti (primo fra tutti l'eliminazione di un "decreto" che meglio sarebbe chiamare "diktat", a cura del solito "ministro" che dovrebbe far riflettere -se mai ce ne fosse ancora bisogno- su cosa sia davvero la "democrazia parlamentare" che instaura la dittatura,... (Continues)
¡Que vivan los estudiantes,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/25 - 11:29
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Il portavoce

Il portavoce
2004
Maledetto Copernico

La tematica trattata è di critica sociale: colui che parla è un ipotetico inviato in zona di guerra che non vuole cedere alla tentazione di limitarsi a svendere il dolore altrui.
La canzone è caratterizzata dal contrasto fra la potenza della base strumentale e la rivisitazione della filastrocca per bambini “Girotondo”. Dominante è l’inserimento di elettronica, che si svincola dalla funzione di tappeto per duettare con la chitarra nell’assolo del bridge finale.
La paura è un secondo solo.
(Continues)
Contributed by Filippo 2004/11/24 - 15:22
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Vukovar

Vogliono scriverci il futuro
(Continues)
2004/11/23 - 17:38
Song Itineraries: Balkan Wars of the 90's

Nelle trincee di Baghdad

Guardando verso il cielo
(Continues)
2004/11/23 - 17:35

Il ragazzo, la chitarra e la mitraglia

Il ragazzo, la chitarra e la mitraglia
Sono un ragazzo giovane e allegro
(Continues)
2004/11/23 - 17:33

Stop

Scendono lacrime
(Continues)
2004/11/23 - 17:31
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À tous les enfants

À tous les enfants
[1954]
Paroles de Boris Vian
Musique de Claude Vence
Testo di Boris Vian
Musica di Claude Vence


Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'interprétation (en français) de Joan Baez et de Catherine Sauvage.

Forse la più bella canzone di Boris Vian, ancor più di Le déserteur. È nota anche nell'interpretazione (in francese) di Joan Baez e di Catherine Sauvage.

Perhaps Boris Vian's most beautiful song, still more than Le déserteur. Also performed (in French) by Joan Baez and Catherine Sauvage.

Peut-être la plus belle chanson de Boris Vian, encore plus que Le déserteur. Très connue aussi dans l'intérpretation qu'en ont donné Joan Baez (en français) et Catherine Sauvage.
A tous les enfants qui sont partis le sac à dos
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/23 - 02:40
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Camelot

Camelot
Al borde de una laguna
(Continues)
2004/11/22 - 21:54
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Sinuhé

Sinuhé
[2003]
Dall'album "Cita con Angeles"

''Yo creo que el mundo está muy mal y en estos instantes no veo muchas razones para ser optimistas respecto a su suerte. Pero aun así creo en la humanidad que quiere vivir en y para la libertad. Por eso también me parece que los poderosos se están metiendo en grandes líos, porque están dando muy malos ejemplos. Y así como aquella Edad Media vio su fin, esta también deberá terminar.

Es inevitable que el mundo, por más que se deba al amor, se defienda del terror inhumano.''

Entrevista a Silvio Rodriguez y sus dos nuevas canciones con motivo de la guerra contra Irak
Tomando en cuenta la santa inocencia,
(Continues)
2004/11/22 - 21:50
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Addio mia bella addio

Addio mia bella addio
(2004)
dall'album "Campus Live"

È ispirata all'omonima canzone risorgimentale attribuita a C.A. Bosi

Venditti riprende solo i versi Addio mia bella addio ma riscrive il resto, con chiari riferimenti ai soldati italiani in Iraq. Una voce di donna recita in inglese una preghiera buddhista.
Un'antica canzone di guerra per parlare di pace.

"È una canzone popolare italiana, cantata dai soldati. Ho ritrovato un mio antico provino del 1974 (Antonello aveva inciso un pezzo in cui cantava il solo ritornello, ndr) in cui cantavo "Addio mia bella addio", una canzone dei soldati italiani sul Carso, nata per la verità da una poesia del 1848 (di Carlo Alberto Bosi, il riferimento è la battaglia di Curtatone e Montanara ndr). Poi mi sono accorto che una canzone popolare anglo-americana, "Waltzing Matilda", ritrovabile anche in Australia e rifatta anche da Tom Waits, ha lo stesso ceppo sonoro di "Addio... (Continues)
In questa terra in ostaggio
(Continues)
2004/11/22 - 16:05
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Ruba

Ruba
Un brano composto nel 1967, ripreso nel 2003.

Rispetto alla versione originale che diceva "tutto il sangue dell'Irlanda" nel 2003 Venditti dice "tutto il sangue del petrolio".

Mia Martini aveva inciso questa canzone in un provino del '73 che è stato incluso nel disco "Canzoni segrete"
Ruba il colore della luna
(Continues)
2004/11/22 - 14:40
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La licenza

Anonymous
La licenza
derivata dalla ballata "La sposa morta"

Una delle canzoni d'amore più commuoventi è "la licenza": la triste storia di un soldato che è partito lasciando la ragazza sul letto malata: questa canzone ci fa vedere la crudeltà della guerra che separa le persone anche nei momenti più dolorosi senza ammettere scuse! Il soldato ha abbandonato la fidanzata nel momento più difficile della sua vita: l'agonia prima della morte: la può ritrovare solo dopo che è morta e che ha promesso al suo capitano che sarebbe tornato "da bravo soldà".

(Da Questa pagina)

La canzone presenta notevoli somiglianze, ma sarebbe forse più corretto dire un'identità quasi perfetta, con la francese Pierre de Grenoble.
Trenta mesi che faccio il soldato
(Continues)
2004/11/22 - 12:20
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Monte Canino

Anonymous
Monte Canino
Canto degli Alpini

Da "Quel lungo treno" (2005)
Il "lungo treno" che dà il titolo all'ultimo album di Massimo Bubola sembrerebbe rimandare ad uno dei tòpos più comuni del folk e del blues americano; si tratta invece di un titolo tutto italiano, tratto da un canto degli alpini.

"Quel lungo treno" è un album dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel novantesimo anniversario dell'ingresso dell'Italia nel conflitto, un album concept, come si diceva negli anni '70. Bubola riprende canti della tradizione popolare veneta: alcuni famosi (Era una notte che pioveva e Monte Canino) e altri meno noti: Il Disertore (o "Ero povero ma disertore"), Ponte de Priula e Adio Ronco, riarrangiati in chiave country o addirittura tex-mex.
Nel libretto, molto curato, tutte le canzoni sono tradotte in inglese da Tim Parks.

- Recensione di Giorgio Maimone su Bielle
- Recensione di Luca Muchetti da "Cantiere... (Continues)
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
(Continues)
2004/11/22 - 12:17
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Montenero

Anonymous
Montenero
Canto degli alpini

Anche questa è una canzone "nella guerra" più che "contro la guerra", ma accanto all'amor di Patria racconta le terribili condizioni della I guerra mondiale.

«Soprattutto nel corpo degli alpini troviamo altre numerose canzoni di guerra: molte parlano delle battaglie, altre sono semplicemente un inno all'Italia o al valore alpino, molte, però sono veramente tristi, mettendoci in risalto gli aspetti più crudi della guerra: la morte del capitano, il dolore dei soldati, la crudeltà degli imperatori ed infine la morte di tanti soldati: "tutti giovani sui vent'anni". Proprio questi ultimi aspetti li ritroviamo nella canzone "Montenero": una composizione che mescola dolore e coraggio nello stesso tempo.»
ITCG Montefiascone

*

Il 16 giugno 1915, durante la prima guerra mondiale, i battaglioni Exilles, Pinerolo, Susa e Fenestrelle del 3º Reggimento Alpini comandato dal colonnello... (Continues)
Spunta l'alba del 16 giugno,
(Continues)
2004/11/22 - 12:14
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Drugstore Truck Drivin' Man

Drugstore Truck Drivin' Man
[1968]
Testo di Roger McGuinn
Musica di Gram Parsons
Dall'album "Dr. Byrds & Mr Hyde"

Nel 1969, a Woodstock, la canzone dei Byrds fu esegiuita da Joan Baez (accompagnata da Jeffrey Shurtleff), che la dedicò, con una spassosa e feroce introduzione, ad un tizio che, allora, faceva il governatore della California; un ex attore di serie B che si chiamava Ronald Reagan, impegnato in una campagna di leva obbligatoria per la guerra nel Vietnam. Nell'occasione, Joan Baez modificò una strofa al riguardo.
(Riccardo Venturi)



[...]The flip, "Drug Store Truck Drivin' Man," showed the country side of the new Byrds. McGuinn and Gram Parsons wrote the song during their British tour, shortly before Gram Parsons's departure. It's a pointed flip-of-the-byrd to Nashville deejay Ralph Emery, a leading Nashville DJ who gave the Byrds a chilly reception when they visited his radio show in March.
The... (Continues)
He's a drugstore truck drivin' man
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 02:05
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La domenica delle salme

La domenica delle salme
[1990]
Scritta da Fabrizio de André e Mauro Pagani
Written by Fabrizio De André and Mauro Pagani
Album: "Le Nuvole"




Per una presentazione/discussione più approfondita sul significato della canzone si veda questa pagina dal sito Via del Campo.

Era tutto quello che avevo dentro, e che sentivo di dover dire. È una canzone un po' rabberciata, perché la musica la abbiamo scritta dopo, la abbiamo cucita sopra il testo, e si sente. L'ho scritta in modo piuttosto colto, anche per distanziarla da Don Raffae'. Sciascia diceva che la canzone, per essere utile, deve essere scritta da un uomo di cultura che sappia, però, esprimersi in maniera popolare. Però il disco mi sembrava un po' fragilino, ed allora ho sentito il bisogno di impiegnarmi, e l'ho fatto, svolazzando anche in alto. Ci sono molti riferimenti letterari. Ho voluto anche sfoggiare un po' di cultura, perché in pochi, magari, hanno... (Continues)
Tentò la fuga in tram
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 01:51
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Tammurriata nera

Tammurriata nera
[1945]
Testo di Edoardo Nicolardi
Musica di E.A. Mario
Neapolitan Lyrics by Edoardo Nicolardi
Music by E. A. Mario



Nel 1945 Edoardo Nicolardi è dirigente amministrativo di un ospedale di Napoli. Nel reparto maternità succede un fatto "strano": a una ragazza napoletana nasce un bambino dalla pelle nera. Qualcuno cerca delle scuse: forse c'è qualcosa che la scienza non sa spiegare? La realtà è invece chiara. L'anno prima erano entrati a Napoli i soldati americani e fra loro molti uomini di colore: da allora i casi di bambini nati con la pelle nera erano diventati frequenti. Edoardo Nicolardi (che ha già scritto i testi di canzoni napoletane di un certo successo, fra cui la celebre Voce 'e notte del 1904) va a casa e scrive il testo di Tammurriata nera. Il suo consuocero E.A. Mario, celeberrimo musicista (autore fra l'altro della Leggenda del Piave, il più famoso canto storico della... (Continues)
Io nun capisco 'e vvote che succere
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 01:42
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Saigon Bride

Saigon Bride
[1967]
Testo di Nina Duscheck
Musica di Joan Baez
Album: Joan




"Voglio cominciare dicendo chiara una cosa. Io sento sulle mie spalle la responsabilità del mio paese, gli Stati Uniti d’America, aggressore in Vietnam.

Io intendo oppormi con tutte le mie forze a questa violenza e ad ogni altro tipo di violenza. La canzone che segue si intitola "La sposa di Saigon": qualcuno deve lasciare la sua sposa ed andare a combattere e gli stanno dicendo che lo farà per un pericolo giallo o per un pericolo rosso, ma cosa importa di che pericolo si tratta quando lui sarà morto?
(Joan Baez, live in Italy, 1967)
Farewell my wistful Saigon bride
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 01:21
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For Sasha

For Sasha
[1979]
Testo e musica di Joan Baez
dall'album "Honest Lullaby"
Here by my window in Germany
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 01:16
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China

China
[1989]

Testo e musica di Joan Baez.
dall'album "Speaking of Dreams"

La canzone è stata scritta immediatamente dopo la spietata repressione poliziesca e militare della rivolta degli studenti cinesi di Piazza Tien-an-Men (4 giugno 1989). Non si è mai saputo il numero esatto degli studenti morti quel giorno nella grande piazza e nei suoi dintorni, ma si parla di una cifra da quattro a cinquemila.
Dopo quei fatti, tutti i paesi del cosiddetto "mondo libero" (USA in testa) fecero a gara per condannare il regime cinese e proposero "pesanti sanzioni economiche".
Solo pochi mesi dopo iniziava il riciclaggio capitalista in grande stile del potere cinese. Adesso la Cina è il più grande "mercato" del mondo. Di repressione, democrazia, libertà e diritti umani non parla quasi più nessuno; sono cose molto secondarie quando c'è da fare quattrini.
E così possiamo dirlo tranquillamente: sì, quei ragazzi di piazza Tien-an-Men sono morti invano.

Riccardo Venturi.
In the month of May, in the glory of the day
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 01:14
Song Itineraries: Tien An Men Square, 1989
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Cambodia

Cambodia
[1980]

Testo e musica di Joan Baez
We've watched them leaving, seen their ragged flight
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 01:09
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Bangladesh

Bangladesh
[1972]

Testo e musica di Joan Baez

Quando l'India venne divisa nel 1947, il Bengala venne spezzato in due lungo un confine religioso, con la parte occidentale, induista, rimasta sotto il governo dell'India e la parte orientale, musulmana, congiunta al Pakistan come provincia chiamata Bengala orientale (poi ribattezzata Pakistan orientale), con una propria capitale a Dacca.

La divisione del Bengala diede origine ad uno degli esodi numericamente più importanti della storia. Milioni di indù migrarono dal Pakistan orientale mentre migliaia di musulmani vi si trasferirono. L'immigrazione dei rifugiati fu la causa di una crisi abitativa e alimentare in Bengala Occidentale che durò per più di trent'anni. L'emergenza dei rifugiati fu al centro delle politiche bengalesi successive alla divisione del 1947, ma né la destra né la sinistra sono mai riuscite a risolvere completamente i problemi causati... (Continues)
Bangladesh, Bangladesh
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/22 - 01:07
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Allons z'enfants, ou Le conscrit

Allons z'enfants, <i>ou</i> Le conscrit
[1952]
Testo di Boris Vian
Paroles de Boris Vian
Musica/Musique: Mouloudji/Assayag
Interprétation de Marcel Mouloudji

Se souvenant du roma d'Yves Gibeau 'Allons z'enfants' paru en 1952, il serait inconvenant de se poser la question du rapport pouvant exister entre ces deux œuvres. En effet, Boris Vian a revendiqué la filiation de sa chanson avec le best-seller de son ami et voisin Gibeau en la sous-titrant 'petite marche gibaldienne' et en la signant 'Simon Chalumot, pcc Boris Vian'. A été remise en musique par Mouloudji et Assayag et enregistrée par le premier d'entre eux.

Extrait de: Boris Vian. Chansons. Textes établis et annotés par Georges Unglik avec la collaboration de Dominique Rabourdin. Nouvelle édition revue, corrigée et augmentée. Christian Bourgeois Editeur, 1994 [Livres de Poche].
L'aut' jour dans mon courrier
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/21 - 17:39
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Lili Marleen (alla triestina)

Anonymous
Riprendo il testo di questa canzone triestina (da cantare sull'aria di Lili Marleen) dal forum del sito Trieste mia dove si trova anche questo commento, naturalmente in dialetto, di "Kasteliz".

«Come che te vedi la xe una canzon dei ani dela fame, ‘sai poco romantica.
Ai triestini sempre ‘sai ghe ga podudo le luganighe col cren...

A proposito de questo piato soprafino, tanto che zercavo le parole de Lili Marleen ala triestina, go trovado una cartuza con altri verseti germanico-triestini, con la data 1973, sarà stà de carneval, mi calcolo:

Ich bin die frische Lola
genannt Dietrich Marlen
mir smaecht ja Coca Cola
e luganighe col cren.

Ich bin l’Angelo Azuro
von dreissig jahre fà
und halte ancora duro
fin che la va, lava.

Ich bin in Televisore
jeden mercoledì
und mit del profesore
canto kirikiki.

Questa ultima strofa la xe un poco ermetica, chisà mai perché la cantavimo cusì. Che programa i dava ogni mercoledì? Boh.»
Quando che i tedeschi
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2004/11/21 - 15:51
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Oblaki so rudeči

Anonymous
Oblaki so rudeči
Canzone popolare slovena
ca. 1915
Slovenska narodna pesem
ca. 1915
A Slovenian folksong
about 1915


La forma rudeči (al posto di quella che sarebbe la forma slovena letteraria, rdeči, da rdeč "rosso") suggerisce una provenienza dalla cosiddetta Benecija, vale a dire la zona (tuttora) slovenofona della parte nordorientale della provincia di Udine. Naturalmente, all'epoca la zona faceva ancora pienamente parte dell'Impero Austroungarico. [RV]
Oblaki so rudeči,
(Continues)
2004/11/21 - 15:04
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
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Buon anno ragazzi

Buon anno ragazzi
1995
Fu distribuita solo su un cd promozionale distribuito con la rivista "Il Maciste n.4".

Poi ripubblicata su "Noi non ci saremo vol. 2" (2001)
Scartato il gusto del ritrovamento di un'origine inesistente
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2004/11/21 - 14:37
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Leaving On A Jet Plane

Leaving On A Jet Plane
Lyrics and music by John Denver
Testo e musica di John Denver

"Not only was war music prevalent at home it also had a large effect in Vietnam; the soldiers had their own top forty. Many of the songs they listened to had no war theme, some where about the war, and some of the songs they listened to were not meant to be about the war but the soldiers put their own connotations into the song. For example Peter Paul and Mary’s remake of "Jet Plane" originally by John Denver, was a song about going home. The soldiers would listen to this song and imagine leaving on a Jet Plane back to their homes and families."

da/from this page

Questo remake di una canzone di John Denver che originariamente non parla di guerra, assume un significato diverso per i soldati americani nel Vietnam che ascoltando questa canzone immaginano di partire su un jet per tornare alle loro case e alle loro famiglie.
All my bags are packed, I'm ready to go
(Continues)
2004/11/21 - 14:24
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Draft Morning

Draft Morning
by D. Crosby, C.Hillman and R.McGuinn

Album: The Notorious Byrd Brothers (1968)

Then there were the songs about the events happening on the home front during the Vietnam War. The scariest time for many teens during the war was the draft, which was captured by The Byrds in "Draft Morning." This song starts out slow and peaceful talking of the warmth morning sun then all of a sudden it changes to talk about killing and war. Between the verses there is a section of gun fire which is quite a juxtaposition from the serene background music. In the second verse the question is asked "why should it happen?" which was a question that probably was on the minds of many sons, mothers, fathers, sisters, and girlfriends that morning.

Dead link

*

"Draft Morning" is a song about the horrors of the Vietnam War as well as a protest against the conscription of men into the military during the conflict.[2][41]... (Continues)
Sun warmth on my face
(Continues)
2004/11/21 - 14:13

Frédéric le défaitiste

Frédéric le défaitiste
Manoscritto Berssous: canzone n° 05

Riportiamo il commento:

*

Alors que la bataille de Molwitz était gagnée

A partir de 1740, héritant de son père, le " roi-sergent ", une armée solide et des coffres bien remplis, Frédéric II de Prusse, en prévision de la mêlée de prétentions qu'allait engendrer la succession d'Autriche, lui laissant donc le champ libre pour ses ambitions territoriales, saisit cette occasion pour entrer à main armée en Silésie. Il y prétendait à quatre duchés dont sa maison, bien qu'y ayant renoncé par des transactions, avait été autrefois en possession. Il intervint au milieu du mois de décembre 1740, et il s'empara sans peine de presque toute la province dont Marie-Thérèse d'Autriche, toute jeune nouvelle reine succédant au trône de Charles VI, lui avait refusé la partie demandée.
https://www.antiwarsongs.org/index.php?lang=it
Comme l'écrit Voltaire " L'Europe a cru... (Continues)
C'est à toi, roi de Prusse, mon cher père
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/21 - 11:41

L'Exécution du Déserteur

L'Exécution du Déserteur
Manoscritto Berssous: canzone n° 48.

Riportiamo il commento alla canzone, che è anche un'interessantissimo studio sull'origine della parola "Disertore":

*

Avant Boris Vian et Jean Giono

Le mot déserteur, au 17ème siècle jusqu'en 1680, n'avait pas le sens militaire, bien acquis au suivant à partir du verbe déserter.

Au 18ème siècle, parmi les manifestations artistiques traitant de faits de société qui émeuvent par leur conclusion dramatique la sensibilité du public, il y a désormais celui du déserteur, de sa motivation et de son exécution. En 1769, Le Déserteur, titre un opéra-comique, poème dramatique représenté par un théâtre et dans lequel le dialogue est entrecoupé de chants avec accompagnement d'orchestre, sur une musique de Monsigny. Le texte est de Sedaine (1719-1797) qui, en 1765, a fait représenter le Philosophe sans le savoir et connut, "avec cette pièce, malgré les difficultés... (Continues)
Triste état que d'être soldat
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/21 - 11:05
Song Itineraries: Deserters
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L'amour et la guerre

L'amour et la guerre
Le P'tit Québec de Mon Coeur
1977
Ils nous ont défendu
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/21 - 10:29
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La ballade du Déserteur

La ballade du Déserteur
[1994]
dall'album "L'échapée belle"
Si je rends les armes
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/21 - 10:23
Song Itineraries: Deserters
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Les collines de Rabiah

Les collines de Rabiah
Una canzone dedicata al ricordo di Beirut prima della guerra civile che la insaguinò per vent'anni, riducendola ad un cumulo di macerie, e a com'è quando il cantante la rivede, distrutta, alla televisione...
J'ai la mémoire qui chante
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 13:30
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Merci mon dieu

Merci mon dieu
[1955]
Testo e musica di Léo Ferré
dall'album "Les années Odéon Live 1954-1957"

Non è semplice etichettare questa canzone (ma quale canzone di Léo Ferré lo è...?). Anch'essa dall'andamento di litania, sembra quasi fare da contraltare alla più celebre Thank you, Satan!, ma non è la stessa cosa. Da questa canzone la figura di Dio viene sì accusata delle più palesi ingiustizie contro l'umanità (guerra compresa), ma non ne esce poi così malconcia come in altre canzoni del Monegasco (si veda particolarmente l'ultima strofa). E' un po' la storia di tutti gli anticlericali e gli antireligiosi, anche i più convinti e feroci, che però, quasi per una sorta di « consuetudine » con il personaggio, qua e là ne sentono la fascinazione. Senza arrivare al caso estremo di Brassens, dove Dio occupa una discreta parte dei testi, certamente anche in Ferré ogni tanto c'è qualche crepa. Perlomeno, nel « sian... (Continues)
De nos tanières de draps blancs
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 13:19
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La Marseillaise

La Marseillaise
Paroles et musique: Léo Ferré
Testo e musica: Léo Ferré

No, non è l'inno nazionale francese. Tutt'altro. Da fare il paio con "God Save the Queen" dei Sex Pistols, si direbbe...se non fosse per la particolare ironia che Léo Ferré mette nel presente la "sua" marsigliese, quella che davvero vale la pena. Ma in quel suo "fottersi la Marsigliese", senz'altro, torna in gioco tutto l'antinazionalismo dell'autore, aiutato qui dall'ovvio doppio senso. [RV]
J'connais un' grue sur le Vieux Port
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 13:17
Song Itineraries: Anthems and Anti-Anthems
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L'oppression

L'oppression
Paroles et musique de Léo Ferré
Testo e musica di Léo Ferré

Non solo una "canzone contro la guerra", ma soprattutto contro il sistema oppressivo che genera altra oppressione e si rigenera menato e fomentato da sempre nuovi, ed eterni, metodi oppressivi. Una canzone difficile sotto ogni senso, difficile da leggere, difficile da cantare, difficilissima da tradurre...e ancor più difficile da digerire. [RV]
Ces mains bonnes à tout même à tenir des armes
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 13:14
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Allende

Allende
[1977]
Paroles: Léo Ferré
Musique: Jean Ferrat et Maurice Vandair
Testo di Léo Ferré
Musica di Jean Ferrat e Maurice Vandair

In quel 1977 che in Italia stava riproducendo il '68, forse anche con maggior forza e creatività (come seppero riconoscere i situazionisti francesi, in primis Guy Débord) Léo Ferré, anche lui, dedicava una canzone a Salvador Allende, e da par suo. Lo andremo a risvegliare, Allende, diceva; nel Cile sotto il giogo militare e fascista, Léo rivedeva senz'altro la storia infinita dell'oppressione, e rivedeva la Spagna, la sua amata Spagna cui tante canzoni aveva dedicato. Per questa canzone scrisse soltanto il testo, affidandone la musica a Jean Ferrat che, come è noto, era un militante comunista.[RV]
Ne plus écrire enfin attendre le signal
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 13:11
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Pauvre Boris

Pauvre Boris
[1966]
Parole e musica di Jean Ferrat

La canzone è del 1966; e proprio nel 1966, Peter, Paul and Mary, in pieno movimento contro la guerra nel Vietnam, Le Déserteur di Boris Vian, che cantano nella versione di Marcel Mouloudji. Anche in Francia, il paese che fino ad allora la aveva proibita severamente, la canzone diviene un successo ed è interpretata persino da una "stella" della canzone commerciale come Richard Anthony; solo che Boris Vian è oramai morto da sette anni. Jean Ferrat scrive allora questa canzone ironica e indignata; una canzone impregnata di autentico antimilitarismo, dedicata proprio a Boris Vian e al "Déserteur", contro un certo essere "contro la guerra" di facciata, che fa fare ad alcuni tanti bei soldi....

(Riccardo Venturi, 20 novembre 2004)
Tu vois rien n'a vraiment changé
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 12:44
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Complainte de Pablo Neruda

Complainte de Pablo Neruda
Poesia di Louis Aragon dedicata a Pablo Neruda
Musica di Jean Ferrat
Je vais dire la légende
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 12:29
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La complainte du corsaire

La complainte du corsaire
[1946]
Testo di Henri Contet
Musica di André Grassi

La canzone è stata interpretata anche da Jean Denis.
Où es-tu camarade, où es-tu ?
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/20 - 12:20
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La cantata rossa

La cantata rossa
Ultimo brano della Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)


«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?

"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo di un processo di vera e propria... (Continues)
Ma che nessuno
(Continues)
2004/11/20 - 11:18
Song Itineraries: The Palestinian Holocaust

Il piccolo Fadh

Il piccolo Fadh
Dalla Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)


«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?

"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo di un processo di vera e propria "pulizia... (Continues)
A occhi spalancati
(Continues)
2004/11/20 - 11:14
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La complainte de Louis-Marie Jossic

La complainte de Louis-Marie Jossic
[2003]
Musica di Patrick Ewen
dall'album "Marines"

Ultimo grande vascello di linea in legno, varato nel 1855, il trialbero "La Bretagne" fu presto superato dagli sviluppi della guerra moderna e la sua missione più memorabile fu quella di accogliere a bordo, nel 1858, Napoleone III, l'imperatrice Eugenia e la Regina Vittoria in visita ufficiale. A partire dal 1865, la nave fu messa alla fonda nella rada di Brest e divenne la nave-scuola della marina militare francese.
Le giornate a bordo erano terribili per le reclute. E' senz'altro a bordo del "Bretagne" che fu composta, da uno dei suoi "ospiti", la famosa "Triste vie du matelot", severamente proibita dalla marina francese esattamente come, nell'esercito, un secolo dopo fu vietato il canto del Déserteur di Boris Vian.
Louis-Marie Jossic, nato a Lavau-sur-Loire nel 1859, fece il suo apprendistato di marinaio a bordo del "Bretagne" nel... (Continues)
Comme un goéland seul dans la tempête,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/19 - 23:09

Amna

Amna
dalla Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)

alla voce Demetrio Stratos degli AreA


«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?

"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare la tragedia del popolo palestinese, ricordando la strage del 1976, l'epilogo... (Continues)
Quant'è lunga la strada di Ashrafieh!
(Continues)
2004/11/19 - 21:37

I cinquantatré giorni

I cinquantatré giorni
..questo popolo
ha sette anime
ogni volta che muore
rinasce più giovane
e bello
(Tewfiq Zayad)

Questo pezzo apriva la Cantata rossa per Tall el Zaatar (testo completo)
1977


«Ci sono momenti in cui si fa fatica a scrivere di musica. Ci sono momenti in cui la musica neanche la si vorrebbe sentire, per stare fermi e meditare. Questo è un momento così. Ma la potenza della musica è infinita e anche sull'orlo di una tragedia riesce a farsi strada, ad arrivare fino a te e a parlarti con i suoni e le parole giuste. E allora come lo si deve leggere se non come un segno del destino (beffardo? Benevolo? A voi la scelta) il fatto che proprio da quest'estate sia finalmente disponibile in cd un disco seminale?

"La cantata rossa per Tall El Zaatar" con cui Gaetano Liguori (jazzista, autore delle musiche) e Giulio Stocchi (poeta-operaio, autore dei versi) hanno voluto nel lontanissimo 1977 celebrare... (Continues)
Cinquantatre giorni
(Continues)
2004/11/19 - 21:14
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Le tourdion des manants

Le tourdion des manants
[Trad. XVI siècle]
Dall'album "Belle et Rebelle" (1990)

Un'antica canzone sulle rivolte contadine antinobiliari in Bretagna, nel XVII secolo; i versi risentono di una tradizione poetica anteriore, in primis a Jehan Meschinot (in nota un piccolo glossario di termini desueti).



Nel XVII secolo, la Bretagna è una regione generalmente ricca e prospera; ma Colbert, il famoso ministro delle finanze di Luigi XIV, impone nuove tasse e balzelli provocando un enorme scontento nella popolazione. Guidati da Sébastien Le Balp, i contadini bretoni si ribellano organizzando quella che sarà poi nota, spregiativamente, come jacquerie de Bretagne; seguono, nel 1645, le rivolte cittadine a Rennes, Nantes e St.Malo, che si estendono a tutta la regione (Bassa Bretagna, Pays Bigouden, Trégor, Cornovaglia Bretone, Poher). Vengono assaltati i castelli, e diversi aristocratici vengono trucidati. La reazione della monarchia francese è terribile: in Bretagna vengono inviati i dragoni del Re, che reprimono la rivolta nel sangue.
Gourmandons en jour et nuyt
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/19 - 18:23
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Libero

Libero
attualissima, propone un punto di vista comunque diverso, alternativo, in fondo, se anche noi non siamo dalla parte "sbagliata" è solamente per una serie di circostanze spesso non dipendenti dalla nostra volontà
si puo' ascoltare la canzone originale sul sito: www.vitaminic.it cercando come autore alessioblve
Mi chiamo Libero
(Continues)
2004/11/19 - 17:47
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Before Ireland Can Go Free

Before Ireland Can Go Free
Da una poesia di Sean O'Casey (1916)
Traduzione francese di Jean-Louis Jossic
Dall'album "Tri Yann an Naoned" (1972)

Il brano che introduce "Song For Ye, Jacobites [Ye Jacobites By Name]" è tratto da Drums under the window (Tamburi sotto la finestra) del poeta irlandese Sean O'Casey. Ancora una volta siamo alla Easter Rising del 23/24 aprile 1916. Nell'album, Jean Louis Jossic legge la sua traduzione francese sull'aria di un motivo popolare irlandese. Ne riportiamo prima il testo originale inglese e poi la traduzione.

Sean O'Casey, a child of the Dublin slums, was born in 1880 to a Protestant family. He had a grim childhood of poverty, poor eyesight, and ill health. Although a chronic eye disease forced him to stay away from school because of his eye treatments, his passion for learning stayed with him. In his youth he read widely in the classics and in the Bible, and at 84 he was learning... (Continues)
In the battle's prologue
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/19 - 16:45
Song Itineraries: Conflicts in Ireland
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Shoot The Dog

Shoot The Dog
Written, arranged and produced by George Michael.
The Copyright is owned by G.K.Panayiotu.
Released on August 12th, 2002
And on the 2004 album Patience

Il più controverso videoclip della carriera di George Michael, non parla di sesso ma di politica! Doveva essere un modo divertente di criticare il premier inglese Tony Blair, accusato di essere "il cane di George W. Bush", ovvero di condurre una politica estera troppo asservita agli interessi americani. E invece si è trasformato in un boomerang: l'opinione pubblica americana lo ha preso come una dichiarazione di scarsa simpatia nei confronti del paese dove, tra l'altro, George Michal risiede da qualche anno (a Los Angeles, per la precisione, dove vive il suo fidanzato). Le polemiche non hanno però fermato il cantante anglo-cipriota, che dopo il videoclip ha lanciato "Shoot The Dog" anche come singolo.

Statement of George Michael to... (Continues)
GTi, Hot Shot,
(Continues)
2004/11/19 - 15:37
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The Grave

The Grave
[1971]
Parole e musica di Don McLean.
Nell'album "American Pie"
Interpretata anche (nel 2003) da George Michael
The grave that they dug him had flowers
(Continues)
2004/11/19 - 15:30
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Pelot d'Hennebont

Pelot d'Hennebont
[Trad. XVII-XVIII secolo; rielaborazione di Bernard Baudriller]
Dall'album "Suite Gallaise" [1974]

La canzone è originaria di Betton, paese a nord di Rennes (nel dipartimento dell'Ille-et-Vilaine [35]). L'antica città di Hennebont (in bretone: Henbont, da Hen Pont "Ponte Vecchio", oppure forse da Hent [er] Pont "Strada del ponte") si trova però in Bassa Bretagna (di lingua bretone), nel dipartimento del Morbihan.

"C'est l'histoire du petit soldat breton Pelot, qui écrit à sa mère une lettre pleine d'amour, d'orgueil, d'expressions en patois et de fautes d'ortographe...en effet, le français n'était peut-être pas sa langue maternelle. Une chanson vraiment émouvante."

E' la storia del soldatino bretone Pelot, che scrive alla madre una lettera piena d'amore, di orgogli, di espressioni in dialetto e di errori di ortografia...ma, in effetti, il francese non era forse la sua lingua materna.... (Continues)
Ma chère maman je vous écris
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/19 - 15:29
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A Bullet For Everyone

A Bullet For Everyone
Album: "Illumination" (2002)

Weller releases anti-war song - BBC News
Everybody doing it
(Continues)
2004/11/19 - 15:27
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Ojú

Ojú
(2003)
Album: Ojú
¡¡OJÚ!!, que ya no hay 20 pavos
(Continues)
2004/11/19 - 15:21
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If I Was President

If I Was President
Album Welcome to Haiti/Creole 101
If I was president,
(Continues)
2004/11/19 - 14:30
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B.O.B. (Bombs Over Baghdad)

B.O.B. (Bombs Over Baghdad)
Album: Stankonia (2000)

Divertente un aneddoto su questa canzone, che dà anche idea dell'intelligenza media dei guerrafondai. Una tennista statunitense, il giorno dopo l'inizio dei bombardamenti, doveva disputare una partita, e prima di giocare fece trasmettere questa canzone dagli altoparlanti dello stadio "per essere vicina ai soldati"! Ricordo anche i radicali che, durante un raduno pro-USA e pro-guerra, fecero suonare "Born in the USA" di Springsteen, che non è assolutamente una canzone apologetica!
(Francesca)
[Dre]
(Continues)
2004/11/19 - 14:26
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Galvadeg en tri kant mil soudard

Galvadeg en tri kant mil soudard
Tradizionale bretone [XVIII sec.]
Dall'album "La découverte ou l'ignorance" (1976)

Riprendo la presentazione della canzone dall'album:

"Les paroles de cette chanson, mises sur un air de cantique expriment le refus de la conscription des paysans du centre de la Basse-Bretagne.
L'histoire officielle décrit souvent la chouannerie comme une réaction monarchiste et catholique à la Révolution, soulèvement populaire monté par quelques nobliaux et trafiquants de sel.
La chouannerie est en fait le détournement de la réponse populaire armoricaine à l'ordre de levée d'une armée de 300.000 hommes lancé par la convention en 1793, alors que les Bretons avaient déjà mal accepté l'autoritarisme des nouvelles administrations cristallisé par la constitution civile du clergé.
Les motifs réels de la révolte sont clairement inscrits dans les manifestes des paysans insurgés à l'ouest de Nantes : refus de la conscription et de la livraison à l'armée de bêtes et du matériel nécessaires au travail de la terre, exigence de la liberté de culte."
Chéleuet tud iaouank hag er ré goh eué,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/19 - 04:01
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Prince qu'en mains tenez

Prince qu'en mains tenez
[tradizionale XV sec.]
Dall'album "La découverte ou l'ignorance" (1976).

Il testo della canzone è tratto dall'opera del poeta Jean Meschinot, "Les lunettes des princes", ove egli denuncia lo sfuttamento della miseria del popolo, le violenza, la disuguaglianza, l'ingiustizia e la corruzione dei grandi.
Nato a Nantes nel 1420, Meschinot fu Maître d'Hôtel del duca Francesco II e di sua figlia Anna. Morì nel 1491, anno del matrimonio forzato della giovane duchessa con Carlo VIII.
Una curiosità: la musica è tratta da un brano tradizionale occitano, Sòm fora de la misèro, che fa parte anche del repertorio dei Troubaires de Coumboscuro.


JE(H)AN MESCHINOT
d'après fr.wikipedia

Jean Meschinot (1420-1491) est un poète breton de langue française à la cour des ducs de Bretagne. Il est né aux Mortiers, environ 30 kilomètres au nord de Nantes, capitale du duché, et était issu de la petite noblesse.

Écuyer... (Continues)
Vous qu'en main tenez tous votre peuple
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/19 - 03:57
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Kerfank 1870

Kerfank 1870
Tradizionale / Traditionnel
[1870 ca.]
Album: "Urba" (1978)

Una storia assolutamente incredibile accaduta all'epoca della guerra franco-prussiana del 1870, e che ci dimostra ancora una volta la stupidità della guerra (se mai ce ne fosse ancora bisogno). L'album "Urba", da cui è tratta la canzone, prende il suo curioso nome dal brano in latino medievale presente nella canzone "L'aimante à la grand' messe"

Ille mansit in urba, ista mansit cum vaccis et porcis in medio pratorum. Ille studens oblitus est eam et ill factus est ecclesiasticus, Ista venit in urbis ecclesiam ubi missam cantabat ille...

"Urba" è una forma medievale, e scorretta, del termine "urbs": significà, quindi, "città". Sulla copertina dell'album si vede una bellissima finestra in legno intagliato aperta sulla città di Nantes, l'urba cui si fa riferimento nel brano in latino.

Il 4 settembre 1870, in seguito alla capitolazione... (Continues)
Jeneral, ma jeneral, d'ar gêr,
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2004/11/19 - 03:24
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La mia morosa cara

Anonymous
La mia morosa cara
canzone popolare lombarda, cantata anche da Nanni Svampa

"Canzone popolare lombarda del primo Ottocento (vedi riferimento all'industria della filatura), di soggetto amoroso, il cui testo durante il Risorgimento fu 'aggiornato' con le strofe relative alla partenza dei soldati per la guerra e al dolore per la loro morte. L'ultima strofa, di origine bergamasca, mostra un esplicito rifiuto alla guerra o meglio alla coscrizione obbligatoria, e si riferisce quindi al periodo unitario. Si evidenzia come il fenomeno del banditismo come forma di opposizione alla coscrizione, mascroscopico nel Sud, non fosse limitato a quelle regioni, bensì fosse diffuso anche nelle regioni del Nord, testimoniato anche da altri canti contro i 'piemontesi'."

Dal sito del coro Pane & Guerra
(Bernart Bartleby)
La mia morosa cara
(Continues)
2004/11/18 - 22:07




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