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Bella Ciao

Anonymous
Bella Ciao
75a. Salutamu beḍḍa (Traduzione siciliana di Alessio Mistretta - Alesci Mistritta)
75.a Salutamu beḍḍa (Sicilian translation by Alessio Mistretta - Alesci Mistritta)


Testo riprodotto da Lyricstranslate in osservanza delle richieste del traduttore:

scn: Putiti usari i traduzziuna me, abbasta ca diciti d'unni i pigghiàstivu e siḍḍu diciti u me nomu

ita: Potete utilizzare le mie traduzioni, a patto che citiate la fonte e menzioniate il mio nome

eng: You can use my translations, as long as you cite the source and mention my name

Salutamu beḍḍa
(Continues)
Contributed by Luke Atreides 2024/4/25 - 22:39
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Malutempu

Malutempu
2015
“CANCIARI PATRUNI UN E' L'BITTA'”

La storia del risorgimento italiano dalla parte dei vinti. Un disco folk cantato nell'antica lingua siciliana e prodotto da Cesare Basile. Le canzoni del nostro west: briganti, partigiani, anarchici, carnefici e vittime. Un passato di dolore e sconfitta, un presente di rinascita libera e feconda.

A cinque anni dal fortunato “Vivere ci stanca”, Salvo Ruolo torna con un nuovo e importante lavoro, frutto di anni di studio sulla storia della Sicilia a cavallo fra Ottocento e Novecento e sulla sua lingua, l'antico idioma siciliano oggi mutato e in larga parte scomparso. “Canciari patruni un è l'bittà”, prodotto da Cesare Basile e in uscita per la Controrecords di Davide Tosches, è un disco che in sette canzoni animate da un folk asciutto e terrigno racconta il Risorgimento dalla parte dei vinti, di coloro che non hanno scritto la storia ma se la sono... (Continues)
I gghiamaunu briganti (1)
(Continues)
Contributed by dq82 2015/4/9 - 17:04

I nobili di Palermu

Anonymous
I nobili di Palermu
[XVIII secolo?]
Nel suo libro “Rosa Balistreri - Rusidda... a Licatisa”, Nicolò La Perna attribuisce questa canzone alla collaborazione tra Ignazio Buttitta, autore dei versi, e Rosa Balistreri, che li mise in musica.
Ma su questa pagina del sito Teatrailer se ne cita il testo come prologo di una commedia brillante del Settecento di autore ignoto, una “Vastasata in tre atti” che narra della vita del popolo di Palermo a quell'epoca, già dominata dalla dinastia dei Borbone (che aveva invaso la Sicilia nel 1734).

La fonte citata riferisce inoltre che nel 1973 (o forse 1977) la commedia fu rielaborata da Ignazio Buttitta per una trasmissione su RAI1 intitolata “Seguirà una brillantissima farsa”, diretta da Piero Ponza. La piéce andò poi anche in scena a teatro con il titolo “Il cortile degli Aragonesi” (che divenne poi “U curtigghiu di li Raunisi”) nell’interpretazione di due mostri sacri del teatro e del cinema italiano, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, insieme all’attore – anche lui palermitano verace – Franco Zappalà Sr.
I nobili di Palermu,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/9 - 11:45
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Cantu pi’ diri

Cantu pi’ diri
Canzone inedita scritta da Lillo Catania, già coautore di Quannu moru, il testamento artistico e spirituale di Rosa Balistreri, e autore della meno nota Chi m’insunnai (Viaggiu o ‘nfernu).
Testo trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a Licatisa”, dove si afferma che la canzone fu eseguita e registrata dal vivo durante un concerto a Cianciana, provincia di Agrigento, in data imprecisata.
Si a milli, a milli m’hannu cunnannata
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/9 - 00:19

Chi m’insunnai (Viaggiu o ‘nfernu)

Chi m’insunnai (Viaggiu o ‘nfernu)
Canzone inedita scritta da Lillo Catania, già coautore di Quannu moru, il testamento artistico e spirituale di Rosa Balistreri.
Testo trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a Licatisa”
Chi mi sunnavu vi vogliu cuntari.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/4/9 - 00:07
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Di quali notti

Di quali notti
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (Continues)
Isunu turri
(Continues)
2015/4/3 - 11:01
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Franchina

Franchina
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (Continues)
Stu quarteri è tuttu petri
(Continues)
Contributed by adriana 2015/4/3 - 10:39
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Ciuri

Ciuri
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (Continues)
Ciuri, ciuri i gramigna
(Continues)
Contributed by adriana 2015/4/3 - 10:33
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U chiamunu travagghiu

U chiamunu travagghiu
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (Continues)
Omini ppi piatiari
(Continues)
Contributed by adriana 2015/4/3 - 10:12
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La libertà (La palummedda janca)

La libertà (La palummedda janca)
[1848]
Canto popolare siciliano (da Palermo)
Da: Valerio Santagati e Caterina Bueno
"Lu pisu di lu duluri"
Undici canti sulla storia del Meridione
e due poesie recitate da Ignazio Buttitta
a cura di Valentino Santagati e Cristiano Vavalà
(1993)



In parecchie pagine di questo sito, particolarmente quelle del percorso sul Brigantaggio, si sono manifestati dei ‘Neoborbonici’, che invero hanno portato qua dentro una voce spesso originale e motivata, contribuendo a non poché verità storiche decisamente dissonanti; e questo sito è senz'altro noto non solo per accettare assai volentieri, ma anche per ricercare dissonanze lontanissime dal pensiero generale (che quasi sempre è pensiero del potere). Continuando quindi a dissonare, e ricercando quotidianamente come è nostra abitudine, ci siamo imbattuti in questo canto palermitano (che ha come fonti studiosi del calibro di Giuseppe Pitrè e... (Continues)
La palummedda janca
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/3/23 - 21:40
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Matri ch'aviti figghi a l'abbatìa

Anonymous
Matri ch'aviti figghi a l'abbatìa
Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”, scritto da Dario Fo nel 1966, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.





Canto dell’antico carcere di Palermo, la Vicarìa. Questa versione è stata ricavata da G. Ganduscio mettendo a confronto le odierne testimonianze orali coi documenti raccolti da A. Favara nel Corpus di musiche popolari siciliane. Dall’opera del Favara egli ha ripreso la melodia e i primi due distici, integrando poi con la testimonianza orale questo canto di carcere che è appunto detto Vicariota.

Il carcere della Vicarìa è stata la storica prigione palermitana, dal XVI secolo.... (Continues)
Matri ch’aviti figghi a l’abbatìa
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/25 - 16:08
Song Itineraries: From World Jails
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Vinni cu vinni

Anonymous
[dopo il 1861]
Canto popolare della Sicilia post-unitaria, dove il sogno della liberazione dalla dominazione borbonica si era già miseramente infranto.
Interpretata dalla Taberna Mylaensis, da Mimmo Mollica, da Mario Incudine e altri artisti. Anche i Cantunovu ne offrono una loro versione ma “edulcorata”, che la seconda ottava – quella più bella - è sostituita con una quartina in onore di Garibaldi…
Vinni cu vinni e c’è lu triculuri,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/22 - 14:16

Coci lu suli

Coci lu suli
[2012]
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “‘U portu ro munnu”.
Coci lu suli riparu nun haiu,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/22 - 13:48

‘U portu ro munnu

‘U portu ro munnu
[2012]
La canzone che dà il titolo all’album del 2012 dei Cantunovu di Siracusa.
Arrivaru li navi di greci e romani,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/22 - 13:31

Ora ca cc’è la Talìa

Ora ca cc’è la Talìa
[subito dopo il 1861]
Versi di anonimo autore siciliano, nati per protestare contro il governo post-unitario che si prese l'oro e l'argento e diede in cambio la carta-moneta…
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “'U portu ro munnu” del 2012.
Ora ca cc’è la Talìa, fannu la Talìa,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/22 - 13:18
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Sugnu sicilianu

Sugnu sicilianu
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.

Se non ve lo ricordate, la Legge Mammì citata nella seconda strofa (Legge 6 agosto 1990 n. 223 - Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato) fu quella con cui il Pentapartito consegnò l’Italia alla Fininvest e a Berlusconi…
E u pilintuni cu’ la so’ scimenza
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/22 - 11:38
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Padania

Padania
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
E su tutti vistuti cu li cammisi virdi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/22 - 11:14

Fermata Siracusa, molo 41 Bis

Fermata Siracusa, molo 41 Bis
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.

“Dumani è duminica tagghiamu a testa a Minica…” è l’incipit di una filastrocca infantile molto diffusa in Sicilia, e che abbiamo già trovata in apertura de Lu me sangu, la poesia di Mario Gori messa in musica dai Canterini di Ortigia.
E propriu sta canzuna nun la vogghiu cantari
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/22 - 11:03
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Mirrina

Mirrina
Canto popolare di mietitura e battitura ripreso magistralmente da Rosa Balistreri in un suo disco del 1972 che prende il titolo proprio da un verso di questa canzone, “Amore, tu lo sai, la vita è amara”.

Sappiamo che “Mirrina” è nome di origine greca, quello di una delle protagoniste della commedia “Lisistrata” di Aristofane, le donne che attuarono lo sciopero del sesso per costringere i loro uomini a non andare più in guerra… Ma qui Mirrina ha un altro significato (forse dal latino verinus, vite, o arnese per forare, con riferimento al girare sempre nello stesso senso), è il nome dato alle bestie, ai muli, un tempo utilizzati per la battitura del grano, come descritto da Filippo Miccichè nei suoi commenti al video che ho riportato:

“Canto della trebbiatura del grano con gli animali prima dell’avvento delle macchine (pisatura). Con acqua e paglia veniva costruita l’aia circolare con un... (Continues)
Ah, ccà! Mirrina e reggiti a lu ventu
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/21 - 14:11
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Dormi e vola

Dormi e vola
[1982]
Nel disco intitolato “La casa di Icaro”, pubblicato nel 1993.
Scritta da Giampiero Mazzone

Un brano scritto quasi di getto nel 1982. Appare come una ninna nanna dedicata ai bambini, ma in realtà è dedicata anche agli adulti: il rifugio nel sogno in cui si può realizzare un’esistenza desiderata contro il cinismo, l’indifferenza e la miseria imperanti. Un attaccamento alla vita, alla gioia di vivere e la constatazione amara di quanto il cammino sia in salita e pieno di tornanti.
Dormi gioia dormi figghiu
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/20 - 15:44

‘Na frasi famusa / U duci

‘Na frasi famusa / U duci
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Negli anni 60 le filastrocche di Giuseppe Schiera vennero riprese dall’attore, cabarettista e cantastorie Giorgio Li Bassi (1945-2010), che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Ho pensato di mettere arbitrariamente insieme queste due brevi filastrocche di Peppe Schiera, visto che sono incentrate sullo stesso tema, la derisione del fascismo. Gli costarono alcuni giorni di gattabuia, come frequentemente toccò nel ventennio a lui che zitto non ci stava proprio...

Chi era Giuseppe Schiera?
Così ne fa il “ritrattu” - con una filastrocca, giustappunto - Giovanni Mannino, autore de “Gemmi sicani. Grande Antologia di Poeti dialettali siciliani, dal Medioevo ai contemporanei”, da cui traggo anche i versi di Schiera che propongo:

Di... (Continues)
Prima si salutava; bonasira e bongiornu
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/14 - 20:32

La pignata

La pignata
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Portentosa e suprema storia della Sicilia in quattro stringatissime strofe…
Testo trovato su ForzaPalermo (ma forse la trascrizione non è precisissima…)

Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di... (Continues)
Al tempo dei briganti,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/14 - 15:11

Bollettino di guerra (‘Na curazzata)

Bollettino di guerra (‘Na curazzata)
[1940?]
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Composti forse in occasione dell’attacco inglese al porto di Taranto nel novembre del 1940.
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante, Ciccio... (Continues)
‘Na curazzata
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/14 - 14:58

Ora è ‘mpiraturi

Ora è ‘mpiraturi
[1936]
Versi di Giuseppe “Peppe” Schiera (1898-1943), detto “Muddichedda” per la sua minuscola statura, palermitano, poeta di strada.
Furono da lui scritti in occasione della proclamazione di Vittorio Emanuele III ad Imperatore d’Etiopia…
Negli anni 60 le poesie di Giuseppe Schiera vennero riprese e cantate dal comico e cabarettista Giorgio Li Bassi, che si esibiva in applauditi spettacoli presso il locale de “I Travaglini” a Palermo.

Chi era Giuseppe Schiera? Sostanzialmente uno sbandato, un vagabondo, uno stravagante che visse nella Palermo della prima metà del secolo scorso, un uomo quasi incolto, un illetterato figlio del popolo, che di fame visse e con essa convisse, “senza arte né parte“, si potrebbe dire.
Egli invece un’arte professò, ed era quella di improvvisare rime.
Si dice che Giuseppe Schiera fosse nato a Palermo nella borgata di Tommaso Natale nel 1898. Figlio di un bracciante,... (Continues)
Quannu u re era re
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/14 - 14:44

Sicilia a lutto (I fatti di Avola)

Sicilia a lutto (I fatti di Avola)
[3 dicembre 1968]
Parole e musica di Franco Trincale che, appena saputo dei fatti di Avola, scrisse di getto e cominciò subito a cantare questa canzone, poi incisa nel 45 giri “La tragedia di Avola” edito dalla Fonola, e pubblicò anche nel volume “Le ballate di Franco Trincale” (Feltrinelli, 1970).
Testo trovato nel’articolo di Sebastiano Burgaretta intitolato “I fatti di Avola nei canti di protesta”, pubblicato sulla rivista “Avolesi nel mondo” (Anno 6 n. 3 - Dicembre 2005)

La prima canzone sui fatti di Avola, scritta da Trincale il giorno successivo l’uccisione di Angelo Sigona e Giuseppe Scibilia e il ferimento di altre quarantotto persone da parte della polizia, che aveva sparato ad altezza uomo su di una folla di contadini che protestavano contro il caporalato, chiedendo a gran voce quei diritti che saranno di lì a poco sanciti nello Statuto dei Lavoratori del 1970, lo stesso che oggi il Renzie vuole liquidare e riscrivere di sana pianta considerandolo solo un residuo ideologico…
Sicilia oggi si piangi di duluri
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/14 - 11:39
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Sulu

Sulu
[2006]
Parole di David Florio, Mario Venuti e Kaballà.
Musica di David Florio
Cantano Mario Venuti e Zu’ Luciano.
Nell’album intitolato “Magneti”

“La nostalgia spietata per la propria terra di chi è fuggito cercando una vita migliore...”
Cancia culuri a sira luntanu
(Continues)
Contributed by Elvis e Bernart Bartleby 2014/8/9 - 14:48

La Repubblica di Caulonia

La Repubblica di Caulonia
[2005]
Questi versi furono composti da Fortunato Sindoni, uno degli ultimi cantastorie siciliani - originario di Baccialona Pizzaottu (Barcellona Pozzo di Gotto), Messina - appositamente per il Kaulonia Tarantella Festival... Raccontano dei movimenti rivoluzionari antilatifondisti capeggiati a Caulonia da Pasquale Cavallaro nel 1945.
Testo trovato sul sito del Fan Club di Mimmo Cavallaro
Si veda al proposito Castrum vetus, proprio di Mimmo Cavallaro, di cui si riporta parte dell’introduzione per comodità del lettore:

Pasquale Cavallaro era un insegnante elementare ed era un comunista. “U profissuri”, come veniva chiamato, era un uomo di polso e di cultura (“omu di pursu e d'intellettu”) e conosceva bene la travagliata storia della sua terra. Sapeva bene, per esempio, che l’ “Unità d’Italia” aveva cambiato solo il nome a Castelvetere, ma per il resto tutto era rimasto come prima: i padroni,... (Continues)
Si mi susteni u sensu e la raggiuni
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/20 - 15:21
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Castrum vetus

Castrum vetus
[2011?]
Parole e musica di Mimmo Cavallaro
Nel disco dei TaranProject (Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea) intitolato “Sonu” (2013)

“Castrum vetus”, Castelvetere è l’antico nome di un paese in provincia di Reggio Calabria. Due anni dopo l’“Unità d’Italia” venne ribattezzato Caulónia, italianizzazione dal greco calabro, perchè lì si pensava che sorgesse l’antica Kaulon fondata dagli Achei (si seppe più tardi che l’insediamento in questione sorgeva invece nel vicino comune di Monasterace).

Mimmo Cavallaro, originario di Caulonia/Castelvetere, ha dedicato al suo paese questa canzone che è una sintesi suprema di storia, che si va dalle scorrerie piratesche al periodo borbonico, con i suoi re e briganti di volta in volta avversari e compari, dalla feroce occupazione piemontese, da cui scaturì quella che impropriamente viene chiamata “Unità d’Italia”, ad un episodio importante ma non molto... (Continues)
Castrum vetus mari nostrum
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/20 - 14:43
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Lu meu patruni

Lu meu patruni
[2001?]
Parole e musica di Mimmo Cavallaro
Già nel repertorio dei Tarankhan, formazione di Mimmo Cavallaro con Francesco Loccisano e altri.
Poi nel disco dei TaranProject (Mimmo Cavallaro e Cosimo Papandrea) intitolato “Sonu” (2013)
Chjovi, chjovi, chjovi, chjovi,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/20 - 09:36
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Simmu Cca

Simmu Cca
[2012]

Album : Del Mio Tempo

Testo Giuseppe Dacquì
Musica e arrangiamento Aldo Giordano
Voci Giovanna D'angi
Hey hey hey
(Continues)
Contributed by adriana 2014/6/14 - 17:30
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Addiu bedda Sicilia

Addiu bedda Sicilia
Parole di Ignazio Buttitta.
Musica di Rosa Balistreri.
Canzone inedita incisa da Rosa Balistreri trovata tra i dischi donati dall’artista al Comune di Licata.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.
Addiu bedda Sicilia, Palermu capitali,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/4 - 11:12
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Lu sicilianu

Lu sicilianu
[1975]
Parole e musica di Pino Veneziano.
Nel disco intitolato “Lu patruni è suvecchiu”
Testo trovato sul sito dedicato a Pino Veneziano.
Lu sicilianu è ‘nta tuttu ‘u munnu,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/4 - 10:33

Ballata pi Peppi Fava

Ballata pi Peppi Fava
[1984]
Versi di Ignazio Buttitta
Musica di Rosa Balistreri.
Testo trovato su Cultura Siciliana, sito curato da Nicolò La Perna.
Interpretata dalla stessa Rosa Balistreri.

Si veda anche Passa la banda di Giuseppe “Peppe” Giuffrida.
E per l’ultima ammazzata
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/4 - 10:01
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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A me vita

A me vita
[1977]
Parole e musica di Lillo Catania, già coautore di Quannu moru, il testamento artistico e spirituale di Rosa Balistreri.
Una canzone che ho voluto attribuire alla grande artista siciliana perché basata sul racconto della sua vita, raccolto dall’autore di questo splendido testo, Lillo Catania, un altro artista siciliano che conosco poco ma che in queste strofe si rivela essere davvero molto sensibile.
Lillo Catania e Rosa Balistreri si conobbero per caso, alla fine degli anni 70, essendo vicini di casa a Palermo. Per quattro anni Lillo e Rosa si incontrano quasi quotidianamente e i pezzi di vita che Rosa racconterà a Lillo diventeranno liriche e melodie di struggimento sincero, gran parte delle quali, purtroppo, non vennero allora pubblicate.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.

«[…] Rosa Balistreri si sedette di fronte a... (Continues)
Quann’era picciridda cu me patri
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/4 - 09:22
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Parru cu tia

Parru cu tia
[1954]
Versi di Ignazio Buttitta, nella raccolta intitolata “Lu pani si chiama pani”, Roma 1954, con le traduzioni di Salvatore Quasimodo e le illustrazioni di Renato Guttuso.
Interpretata in musica da molti artisti, come Tano Avanzato e gli Zabara, Milagro Acústico, Rosa Mistretta con Vito Parrinello, Majaria Trio & Eleonora Bordonaro.

“Quando venne chiamato sul palco, il presentatore non fece in tempo a presentarlo perché ci fu un brusio di smarrimento proprio nell'istante in cui stava per partire l'applauso, che infatti non partì.
L'atteso Ignazio Buttitta si era messo a fare dei cenni a qualcuno dietro le quinte e visto che niente succedeva incominciò ad alzare la voce intimando "a luci, a luci". Niente! Di nuovo: "A luci! a luci! astutati ddra luci, mi viene davanti e non mi fa taliari li pirsuni nta l'occhi".
Finalmente il faretto venne smorzato, qualcuno dalla platea gridò... (Continues)
Parru cu tia,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/3 - 08:47
Song Itineraries: Antiwar Anticlerical
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Lamentu d’una matri

Lamentu d’una matri
[1947/1953]
Poesia concepita - come “A stragi da Purtedda” - nel giorno dell'eccidio di Portella della Ginestra, 1 maggio 1947, ma strutturata e pubblicata solo qualche anno più tardi nella raccolta intitolata “Lu pani si chiama pani” (Editori Riuniti 1954), con la traduzione italiana a fronte a cura di Salvatore Quasimodo.

Nel repertorio di Nonò Salamone e recentemente ripresa anche dal giovane cantastorie siciliano Paolo Zarcone.

Trovo il brano anche in un disco collettivo intitolato “La mia vita vorrei scriverla cantando”, a cura della Fondazione Ignazio Buttitta, con le musiche del compositore Salvatore Di Grigoli e gli arrangiamenti del fisarmonicista Ruggero Mascellino, entrambi siciliani.
I
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/6/1 - 12:21
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Suttaterra

Suttaterra
[2014]

Album :Suttaterra

Testo e musica di Salvatore Nocera

"La condizione paradossale dei lavoratori delle miniere di zolfo, nel cuore della Sicilia del dopoguerra, costretti a scavare sottoterra per sfamare una famiglia, che non gli bastava mai… per vivere, sepolti con le loro stesse mani… diventa, oggi, la condizione sociale, politica, culturale di chi si convince che per aver concessa la possibilità di vivere una vita dignitosa si è costretti a farsi calpestare e umiliare… calpestando ed umiliando, a loro volta, la propria dignità."
Dal Sito ufficiale
Me patri pi’ campari faciva ‘u surfararu
(Continues)
Contributed by adriana 2014/5/15 - 09:45
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Canto d'amuri

Canto d'amuri
[2014]

Album :Suttaterra

"CANTU D’AMURI: Un canto d’amore… una serenata ad una donna bellissima, un tempo nobile e ricca, adesso schiava, ridotta in miseria, costretta a mendicare, a dare il suo corpo in pasto a cani e porci… la Sicilia, terra maledettamente bella… un patrimonio artistico e naturale inestimabile, saccheggiato con arroganza e disprezzo dal colonizzatore di turno… abbandonato ed umiliato da un popolo tanto generoso, quanto spesso incapace di recuperare nell’animo un briciolo d’amor proprio… un canto di lotta e di riscatto… dedicato a tutti i siciliani che amano la propria terra… in particolare a chi ha avuto il coraggio di gridare fino alla morte… “la mafia è una montagna di merda!”…
Dal sito ufficiale del gruppo
Dintra un palazzu ci sta 'na signura
(Continues)
Contributed by adriana 2014/5/14 - 10:25
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Mamma tedesca

Mamma tedesca
1980
l'Omu e la natura: Nonò Salamone canta Ignazio Buttitta

Ignazio Buttitta è un grande poeta siciliano, ma a scuola molto difficilmente ne sentiamo parlare.
Buttitta combattè la prima guerra mondiale, e quando tornò a casa non riuscì mai a dimenticare la gente che aveva ammazzato, soprattutto un ragazzo di 17 anni tedesco, caduto proprio a qualche passo dalla sua mitragliatrice.
Ebbe il tempo di vedere i suoi occhi azzurri chiudersi per sempre.
Come consuetudine, gli frugò nelle tasche in cerca di qualcosa di utile, ma trovò solo una sua foto abbracciato con la madre: la prese.
Quando tornò a casa la mise al muro con una cornice.
Alcuni anni dopo, tornando a casa, trovò sua moglie addormentata con i suoi figli vicino, e li abbracciava nello stesso identico modo con cui la mamma tedesca abbracciava suo figlio.
Ignazio guarda sua moglie e vede la mamma tedesca a cui ha ammazzato... (Continues)
Mamma tedesca,
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2014/3/9 - 17:39
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Lu me' paìsi

Lu me' paìsi
[1970?]
Parole e musica di Otello Profazio
Nel disco “L'italia cantata dal Sud” del 1970
Testo trovato su Poesie – Report on line
C'è un campanili
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/1/27 - 10:43
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L’amanti miu

L’amanti miu
‎[2013]‎
Versi di Francesco “Ciccio” Giuffrida
Musica di Giada Salerno
Testo trovato su Il Deposito
Canzone vincitrice del premio "Daffini" 2013, organizzato dal comune di Motteggiana (Mantova), ‎paese natale della cantante Giovanna Daffini, ex mondina, esponente di spicco del ‎gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano.‎
L’amanti miu è asta di bannera ‎
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/11/14 - 09:04
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U mari unnavi curpi

U mari unnavi curpi
[2013]



7 settembre 2013
Ad un anno dal naufragio di Lampione alcune iniziative sono state fatte in Tunisia e Sicilia per ricordare il triste evento e ricordare che molte famiglie ancora non hanno notizie certe sui loro cari ancora dispersi. Noi abbiamo dato il nostro contributo con una canzone ed un video da Lampedusa.

Giacomo Sferlazzo -associazione Askavusa Lampedusa
U mari unnavi curpi. Unnannu curpi l’ondi, ca supre e scogghi i varchi fisciru fracassari
(Continues)
Contributed by adriana 2013/10/18 - 11:48
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Cantata NO MUOS

Cantata NO MUOS
Nella tradizione dei cantastorie, la cantata racconta la nascita del movimento NO MUOS, che si oppone alla installazione della 4° stazione M.U.O.S. (Mobil User Objective Sistem) nella base militare US Navy N.R.T.F. a Niscemi (CT). La storia arriva fino al 30 marzo 2013, giornata della grande manifestazione nazionale a Niscemi, dove è stata presentata per la prima volta.
www.nomuos.info
www.nomuosfilm.it
www.matildepoliti.com
1. Sicilia, nostra terra amata matri
(Continues)
Contributed by matilde politi 2013/10/2 - 10:51
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Muos Muos Muos

Muos Muos Muos
Nonò Salamone & Roy Paci
Mous mous mous
(Continues)
Contributed by adriana 2013/8/24 - 10:02
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Li vuci di l'omini

Li vuci di l'omini
[1999]

Album: Faiddi

Crispi - Agricantus - Pinelli

Testo tratto dalla poesia "Li vuci di l'omini" di Ignazio Buttitta
Quantu strati e paisi e citati canusciu
(Continues)
Contributed by adriana 2013/8/16 - 18:41
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Ha detto De Gàspere a tutti i divoti

Anonymous
Ha detto De Gàspere a tutti i divoti
Canzone di autore anonimo risalente al secondo dopoguerra, ripresa da Cesare Bermani in ‎‎“L'Ordine nuovo: Antologia della canzone comunista in Italia”, I Dischi del Sole, 1968.‎
Riproposta anche da Massimo Ferrante nel suo disco “Jamu” del 2009.‎
Testo trovato su Il Deposito



Ha detto De Gàspere a tutti i divoti
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/5/21 - 14:59
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Sicilia matrimia

Sicilia, madreterra, abbandonata da suo figlio. il figlio, lontano da essa, sente nostalgia e le riconosce, le bellezze che essa gli ha offerto, e pure, all'umanita'.
recitato
(Continues)
Contributed by Rosanna 64 2013/5/20 - 16:53
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Lingua e dialettu

Lingua e dialettu
‎[1970]‎
Versi di Ignazio Buttitta
Musica di Antonello Paliotti
Dall’album di Massimo Ferrante intitolato “Jamu”, pubblicato nel 2009.‎
Testo trovato su Vico Acitillo.‎

In un sito come questo, dove lingue e dialetti hanno dignità come in pochi altri luoghi, credo non ‎potessero mancare questi versi del grande poeta di Bagheria.‎
Un pòpulu
(Continues)
Contributed by Bernart 2013/5/20 - 15:27
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E fora chiovi

E fora chiovi
2008
Amore non ne avremo




Ci sono binari sporchi di sangue e brandelli di carne che mai resteranno asciutti e puliti. Quei binari sono quelli della linea ferrata Palermo-Trapani. Quel sangue e la carne dilaniata sono quelli di Peppino Impastato, assassinato con una carica di tritolo il 9 maggio del 1978. Questa raccolta di sue 26 poesie, musicate dal fior fiore di artisti della nostra terra, sono la voce dell’arte che ha coscienza sociale e che non dimentica. Queste poesie sonore sono la testimonianza della speranza per il nostro paese che sta vivendo uno dei momenti più reazionari della storia. Non siamo nel 2008 ma nel 1984 orwelliano. In quest’attuale atmosfera post-apocalittica dobbiamo ascoltare e commuoverci davanti ai sonetti di libertà e amore di un piccolo grande uomo. Peppino è in ognuno di noi, solo che fingiamo di non ascoltarlo, la sua radio Aut continua a emettere delle... (Continues)
Senti ca fora chiovi
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2013/5/16 - 20:47
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Maliritta carni

Maliritta carni
[2013]

Album : Cesare Basile

Testo e musica di Cesare Basile
Prodotto e suonato da Cesare Basile, Luca Recchia, Massimo Ferrarotto, Rodrigo D'Erasmo, Enrico Gabrielli, Andrea "Fish" Pesce , Marcello Caudullo, Marco Iacampo, Guido Andreani.

La carne maledetta degli ultimi, la carne che cuoce sotto il sole e non può gridare. Quelli che una volta erano i lavoratori di giornata, sfruttati da padroni e caporali, sono oggi gli immigrati che arrivano dall'altra parte del mare, accusati di rubare le bucce lasciate dai Signori.

Vènunu 'i jurnatàri
(Continues)
Contributed by adriana e Giorgio 2013/4/25 - 08:51
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Canzuni addinucchiata

Canzuni addinucchiata
[2013]

Album : Cesare Basile

Testo di Dina Basso e Cesare Basile
Musica di Cesare Basile
Prodotto e suonato da Cesare Basile, Luca Recchia, Massimo Ferrarotto, Rodrigo D'Erasmo, Enrico Gabrielli, Andrea "Fish" Pesce , Marcello Caudullo, Marco Iacampo, Guido Andreani.

In memoria di Alfia
La storia di una donna costretta in ginocchio per tutta la vita.In ginocchio per lavorare, pregare, essere sfruttata e usata sessualmente. Quando, in morte, viene messa nella bara, è incapace di starci distesa. Calatemi nella fossa in ginocchio.

L'armuzza di me matri mi lassàu
(Continues)
Contributed by adriana e Giorgio 2013/4/25 - 08:36
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La disgrazia

La disgrazia
[2008]
Testo e Musica di Enzo e Lorenzo Mancuso
Album: Requiem

Nel corso del 2006, 1302 persone sono morte sul posto di lavoro nella sola Italia; un dato da considerarsi "provvisorio e destinato a implementarsi nei prossimi mesi" – specifica l'Inail nell'ultimo rapporto annuale presentato il 30 aprile 2007 – "a causa dei tempi tecnici di accertamento"; è ipotizzabile, secondo l'ente, sulla base di proiezioni statistiche, che il numero sia "destinato a riposizionarsi su livelli prossimi ai 1350 casi". Denunciati, occorre sottolineare.
1338 sono state le vittime nel 2007, secondo i primi dati disponibili, destinati anch'essi ad aumentare visibilmente. Dati che non tengono conto dei decessi per malattia professionale, 250 i casi accertati nel 2006.
Sono numeri che hanno visto un lento e progressivo calo dal 2002 al 2005 (rispettivamente, 1478 morti nel 2002, 1449 nel 2003, 1328 nel 2004,... (Continues)
Ci purtàru quattru ciuri
(Continues)
Contributed by Dead End e giorgio 2013/3/13 - 17:01
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Si dumani ia murissi

Si dumani ia murissi
‎[1997]‎
Dall’album “Bella Maria”, con Antonio Marangolo, sassofonista, compositore e arrangiatore ‎catanese.‎

Si dumani ia murìssi
(Continues)
Contributed by Dead End e giorgio 2013/3/11 - 16:39
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Fratelli Mancuso: Quannu la Madunnuzza nutricava

Fratelli Mancuso: Quannu la Madunnuzza nutricava
[2004]
Album “Trazzeri”

Vedete un po’ voi... può darsi che questa stupefacente canzone dei Mancuso non c’entri nulla con le CCG... Io ci vedo un racconto apocrifo che potrebbe essere benissimo il doloroso saluto di una madre ad un figlio che ha deciso di andare partigiano, a combattere contro l’oppressore...

Potrebbe, certo, anche essere. In attesa di pensarci meglio, io l'ho approvata ma spostandola negli "Extra" (secondo me, quando tanto tempo fa inventai gli "Extra" devo essere stato baciato dal genio; che però, poi, ha deciso di andare a baciare altrove). Ad ogni modo, la canzone è davvero bella e la tua interpretazione ci potrebbe anche stare; se si reperiranno informazioni più precise, poi, siamo sempre in tempo a rispostarla. Saluti. [RV]
Quannu la Madunnùzza nutricava
(Continues)
Contributed by Dead End e giorgio 2013/3/9 - 14:54
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L’albiru

L’albiru
[2004]
Album “Trazzeri”
‘n’albiru dintra mi crisci
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/9 - 14:08
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Terra ca nun senti

Terra ca nun senti
‎[1973]‎
Album “Terra che non senti”‎

Malidittu ddu mumentu
(Continues)
Contributed by Dead End 2013/3/6 - 11:35

Il ponte sullo stretto (Qua si campa… Ed è già tantu!)

Il ponte sullo stretto (Qua si campa… Ed è già tantu!)
Cacciàmmu li Burbuni comu cani,
(Continues)
Contributed by adriana 2013/2/17 - 09:21
Song Itineraries: Bridges
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Iu partu e su custrittu di partiri

Iu partu e su custrittu di partiri
Da Ci ragiono e canto vol. 1

Canto d’addio dell’emigrante. Testo relativamente recente, adattato ad antico motivo.
Scrive Giuseppe Ganduscio: “Ogni paese aveva il suo motivo «la so tunnata» e su quello,
opportunamente variato, i paesani, secondo l’estro, innestavano canti di lavoro, di amore,
di carcere”.

Anche questo testo -del repertorio di Rosa- va attribuito a "Peppi Ganduscio".

cirag


Iu partu e su custrittu di partiri
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2013/1/20 - 19:21
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Mi 'nni vaju 'nta la luna

Mi 'nni vaju 'nta la luna
[1971]
Scritta da Ciccio e Concettina Busacca
Written by Ciccio and Concettina Busacca
Prima pubblicazione e incisione:
First published and recorded:
1972 - 45 Dischi del Sole LR 45/18
Mi 'nni vaju 'nta la luna / Comu canciari stu mundu


Storia di Ciccio (che andò sulla Luna con una 600 Multipla)
di Riccardo Venturi.

Francesco Busacca, detto Ciccio (o meglio, Cicciu), nato a Paternò in provincia di Catania il 15 febbraio 1925, girava la Sicilia, anche nei paesi più sperduti e dimenticati, a bordo della sua vecchia Fiat 600 Multipla col tetto apribile. A bordo aveva poche cose: un paio di chitarre, delle corde di ricambio e il tabellone che illustrava le storie che raccontava in musica. I disegni se li faceva da sé; le storie, a volte, le scriveva assieme alla sorella Concettina. Era un cantastorie, ma non di quelli come oggi si compiacciono (spesso a sproposito) di essere definiti... (Continues)
Vi saluto cari amici
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2013/1/14 - 02:07

A pirrera

A pirrera
[2001]

Album : Terra


Da Associazione Amici della Miniera
Descritti in tanti romanzi e novelle di autori famosi, sfruttati e maltrattati da un sistema che non ammetteva pietà, i carusi erano ragazzini, "picciriddi di 7 - 8 anni che aiutavano la famiglia a ''buscare' un pezzo di pane. Molti di loro a quei tempi venivano venduti ai Capi partita per cento o duecento lire e il padre non poteva più riaverli, fino a quando non restituiva i soldi ricevuti."

Il termine siciliano carusi letteralmente significa "ragazzi" e deriva dall'espressione latina carens usu che significa "mancante d'esperienza".

Il fenomeno del lavoro minorile è stato a lungo diffuso in tutta Italia: nello specifico, il termine caruso era riferito ai minorenni del meridione d'Italia, dopo l'unità.
I Carusi erano elementi essenziali in tale sistema di lavoro: sotto tale nome andavano compresi non solo i ragazzi, ma anche... (Continues)
U suli ancora unn'avia nasciutu,
(Continues)
Contributed by adriana 2012/9/11 - 13:54
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Non sono brigante

Non sono brigante
[2003]

Album : Il brigante Musolino
Non sugnu chiddhu perfidu briganti,
(Continues)
Contributed by adriana 2012/8/21 - 10:58
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Lu me sangu

Lu me sangu
Poesia di Mario Gori recitata in apertura del cd "Canterini di Ortigia: La terra e la memoria"
Mario Gori (Niscemi, 1926 - Catania, 1970), poeta e scrittore, si chiamava in realtà Mario Di Pasquale, ma scelse il suo cognome d’arte in omaggio all’anarchico toscano, ma nato in Sicilia, Pietro Gori.
Lu me sangu, signuri, è pupulanu
(Continues)
Contributed by Dead End 2012/8/15 - 13:58
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Puppiti n'terra

Puppiti n'terra
Ninna nanna ninna oh
(Continues)
Contributed by adriana 2012/6/14 - 08:32
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U spagnu di Borboni

U spagnu di Borboni
Album :Razza mazzanchina (Il popolo racconta)

Testo Post-Unitario, che narra le gesta dell'eroe dei due mondi, "riletto" con un po' di sarcasmo. Fonte: Antonio Uccello, Risorgimento e società nei canti popolari siciliani, Firenze, Parenti, 1961.
E veni Garibaldi e la so’ cumpagnia,
(Continues)
Contributed by adriana 2012/3/27 - 08:04
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Spiranza

Spiranza
(2000)

Colonna sonora del film "Placido Rizzotto" di Pasquale Scimeca ed interpretato da Marcello Mazzarella, presentato alla 57ª Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, narra la vita e l'impegno politico del sindacalista Rizzotto, segretario della Camera del Lavoro di Corleone, rapito e ucciso da sicari di Luciano Liggio il 10 marzo 1948.
Il suo corpo identificato solo oggi.

Voci: Tonj Acquaviva e Rosie Wiederkehr.
Assammaratu 'i sururi
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2012/3/11 - 11:45
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Novumunnu

Novumunnu
da Anime migranti 2011

Melodica e più legata alla tradizione popolare è “Novumunnu” che vede la partecipazione di Kaballà in veste sia d’autore sia di co-interprete di questo brano che è un canto sul vivo sogno d’America di tanti nostri migranti. Le voci sullo sfondo, quasi un dolce lamento, sono affidate all’Omnia Beat Gospel projet.

bielle.org
Portami a stu Novu Munnu
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2012/1/25 - 10:54
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‘sta terra

‘sta terra
[2009]
Album "Ed è così che andò"
Scritta da David Navarria

Da questo gruppo di Bronte, una dichiarazione d’amore ferito alla Sicilia e alle sue innumerevoli contraddizioni.
Ccà ‘sta terra è ‘n pararisu, ma scurdata ro Signuri,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2012/1/6 - 10:47
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Tabacchine

Anonymous
Tabacchine
[900]
Canto delle donne lavoratrici del tabacco di Aradeo, provincia di Lecce.
Per un'introduzione sulla vita e le lotte delle tabacchine nel meridione d'Italia si veda la canzone Fimmine fimmine
Sentite ce commerci
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/12/30 - 15:01
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Salina

Salina
‎[2010]‎
Dall’album “Anime migranti”‎

Testo e musica: Mario Incudine
Arrangiamenti: Mario Incudine e Antonio Vasta



Il brano “Salina” di Mario Incudine esprime il grido affannato di un uomo che vaga in mezzo al ‎mare alla ricerca di un approdo sicuro, una meta incontaminata dove poter esaudire i suoi desideri, ‎una terra fertile dove far germogliare i propri sogni. È la preghiera di un immigrato stipato sopra un ‎natante di fortuna tormentato dalle onde, ma anche il canto di un uomo che non riesce ad afferrare ‎l’amore perché ha il cuore assediato dalla paura. Entrambi stanno per cedere al peso delle ‎sofferenze, hanno smesso di lottare e si stanno arrendendo alla morte: “S’un pozzu iri avanti / un mi ‎mannati arreri / lassatimi muriri ammenz’o mari”. All’orizzonte però brilla la spiaggia di un’isola ‎del Mediterraneo, Salina, una “strata nova” che ha il gusto inebriante della malvasia e quello ‎pungente del sale: un’altra occasione per tornare a sperare. (Antonio ‎Vasta)‎
Partu sempri di ccà, a lu scurari
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/11/28 - 13:20
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Ferramonti

Ferramonti
[2010]

Album:Scantu

Testo di Maria Ylenia Trozzolo e Raffaele Cardone
Musica di Maria Ylenia Trozzolo


Fonte Comune di Tarsia

La costruzione, del Campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, ha avuto inizio nel maggio 1940 ed è stata eseguita dalla ditta Parrini di Roma; alla stessa è stata affidata successivamente la manutenzione di tutto il Campo.
Il Campo, a differenza degli altri Campi di Concentramento italiani fu costruito ad hoc, e, nell'aspetto esteriore ricordava chiaramente un lager nazista, fatto com'era da lunghi capannoni e posto nell'immediata vicinanza della linea ferroviaria Sibari-Cosenza.
È stato il più grande ed importante Campo di Concentramento fascista Italiano, con una presenza media di oltre 2000 persone ed una punta massima, raggiunta nell'estate 1943, di 2.700 persone.

Era costituito da 92 baracche su un territorio di circa mq. 160.000 circondato... (Continues)
Ju nun sacciu pecchì si ccà
(Continues)
Contributed by adriana 2011/11/26 - 10:34




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