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Lu dudici jnnaru 1848

Anonymous
Lu dudici jnnaru 1848
[1848-49]
Canzone popolare della Rivoluzione indipendentista siciliana pubblicata per la prima volta nel 1880 in “Leggende popolari in poesia raccolte e annotate”, di Salvatore Salomone Marino (1847-1916), autore di molti compendi sul folklore e le tradizioni dei contadini siciliani e la cui opera più nota è dedicata a La Barunissa di Carini.
Ho trascritto il testo dal libro di Antonino Uccello “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, Parenti 1961.
Il canto, raccolto a Parco (oggi Altofonte, in provincia di Palermo), è composto di undici ottave di endecasillabi a rima alterna. Mancano cinque o sei stanze che il Salomone Marino non pubblicò perché “guaste”…



“La rivoluzione indipendentista siciliana del 1848 ebbe luogo in un anno colmo di rivoluzioni e di rivolte popolari che viene anche chiamato primavera dei popoli. La rivoluzione siciliana di quell'anno riveste un certo... (Continues)
A li dúdici jnnaru quarantottu
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/8/12 - 12:11
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Brigantiska

Brigantiska
[2009]
Album “C’è quel sud”.

Canzone dedicata al brigante silano Giosafatte Tallarico nato all’inizio dell’800 nel paesino di Panettieri (ancora oggi poco più di 300 anime) che combattè contro Borbone e baroni ben prima dell’arrivo delle orde piemontesi.



Il brigantaggio meridionale non si generò come d’incanto come reazione alle violenze e agli inganni dell’Unità (che non unì l’Italia, semmai ne annesse con la forza una parte al regno dei Savoia). La costituzione di bande di “combattenti irregolari” fu inizialmente fomentata dai Borbone stessi in chiave antigiacobina. Fece infatti loro assai comodo poter contare su “briganti” devoti al Re e al Papa per combattere i francesi, usurpatori senza Dio, ma dopo la Restaurazione, permanendo intatte le condizioni di miseria dei contadini, molte di queste bande rivolsero le scoppette contro i funzionari borbonici o semplicemente preferirono... (Continues)
Spara schuppetta mia spara ch'è l'ura
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/8/11 - 14:20
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Mundu a scali

Mundu a scali
[Dopo la fantomatica "Unità d'Italia"]

Dall'album "Razza Marranchia" del 2001

Testo di autore anonimo (o comunque non riportato dai Mattanza) tratto dal volume di Antonino Uccello, antropologo e poeta siciliano, intitolato "Risorgimento e società nei canti popolari siciliani" ed edito per la prima volta nel 1961, centenario dell'Unità di questa povera Italia.
Tutti mi dinnu ca ‘u travagghiu è oru,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 22:45
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Ndiavulatu o Santu?

[Dopo la fantomatica "Unità d'Italia"]

Dall'album "Nesci Suli" del 2003
Testo di autore anonimo (o comunque non riportato dai Mattanza) tratto dal volume di Antonino Uccello, antropologo e poeta siciliano, intitolato "Risorgimento e società nei canti popolari siciliani" ed edito per la prima volta nel 1961, centenario dell'Unità di questa povera Italia.

I siciliani non sono molto felici del nuovo governo post-unitario piemontese, e hanno le loro sacrosante ragioni!
Non capìsciu chi è ‘stu Parramentu
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 22:14
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Rriggiu

Rriggiu
[2007]
Dall'album "In viaggio"

"L'amaranto è certamente il colore che ha dato maggiori soddisfazioni (e non solo sportive ma anche economiche e sociali) ad una città da sempre tiranneggiata ed oppressa. Questo brano vuole essere una esortazione al risveglio." (Mattanza)

Canzone d'amore e di invito alla resistenza dedicata a Reggio Calabria e alla sua squadra, la Reggina, che ultimamante ha rischiato pure di arrivare in serie A, dovendo però arrendersi al Novara (se ho capito bene è andata così, ma di calcio non capisco una cippa...)
E nel testo l'eco della storia travagliata di quella città e di quella regione, compresi i fatti del 1970/71 sui quali sono presenti molte canzoni sulle CCG/AWS, come Reggio la rabbia esplode, Bella Calabria, Chi non vuol chinar la testa, I treni per Reggio Calabria e Ogni anno a fine d'agosto.
Cu’ nasci anura e cu’ ca cammiceddha
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 22:00
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Ricchi e povari

Ricchi e povari
Dall'album "Nesci Suli" del 2003
Il testo è di Francesco Salvatore Filocamo (1902-1984), poeta calabrese originario di Siderno Superiore.
Stu mundu chi criau nostru Signuri
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 21:29

Lu cacciaturi

Anonymous
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]

Dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Girolamo Accardi, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.

“Con un'efficace allegoria Girolamo Accardi, autore di questo canto, restituisce il senso di delusione e frustrazione delle masse rurali siciliane che avevano sperato nella conquista della terra, una volta finita la rivoluzione e la dittatura garibaldina.”
Già la passa di li quagghi
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 15:51
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… E sugnu 'talianu

Anonymous
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]

Dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Giuseppe Cutello, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.

“Il canto, ad opera di Giuseppe Cutello, descrive lo stato di incertezza che le masse popolari si trovano ad affrontare con l'unificazione. Emerge con forza la convinzione che l'unità non abbia prodotto mutamenti sostanziali nelle condizioni del popolo. Lo stato di incertezza e di sbandamento creato dal nuovo stato di cose portano l'autore ad accettare a malincuore la sua condizione di "italiano"

Interpretata da Carlo Muratori e Peppe Voltarelli in "Sale" (2015)
Nun sacciu comu 'un mi vota la testa
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 15:50

Lu Sissanta

Anonymous
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]

Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Andrea Pappalardo di Catania, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.
Dovrebbe comunque essere stato tratto dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.

Della precoce disillusione e del consolidarsi del malcontento nella Sicilia post-unitaria, quella che aveva creduto che finalmente si realizzasse il mancato 48 e che invece si era ritrovata soltanto con nuovi padroni, “novi rrapaturi, novi cani grossi” tutti intenti - come i precedenti - a rapinarla.
Parru ppi lu Sissanta, o mei signuri:
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 15:44

La leva

Anonymous
La leva
Il testo completo, trovato sul sito della Regione Sicilia, che presumo tratto dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
LA LEVA
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/7/19 - 14:56
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Storia di Rosa

Storia di Rosa
[2000]
Testo e Musica di Nonò Salamone
Album: Rocca Calamita

La "Storia di Rosa", ispirata anch'essa a un fatto realmente accaduto, è un altro brano che riappare nell'ultimo CD di Nonò Salamone, "Focu Ardenti" (2008), prodotto da Navarra Editore, che raccoglie il meglio del repertorio dello storico cantastorie siciliano. L'album contiene 15 pezzi, tra cui Malarazza, Turiddu Carnivali e Ballata contro la mafia.
Rosa avìa quinnici anni, era figghia d'un dutturi
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/6/25 - 17:04
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Dialogo telefonico fra Bush e Berlusconi (Lu nanettu ridi ridi)

Dialogo telefonico fra Bush e Berlusconi (Lu nanettu ridi ridi)
[2003]
Scritta e cantata da Fortunato Sindoni
Album: Musica & Parole

George Bush aveva appena pronunciato il discorso sullo stato dell'Unione nel quale aveva ribadito la volontà nel procedere verso la guerra all'Iraq alla testa di una coalizione di paesi; rispose a tambur battente Berlusconi (il nanetto ridi ridi) che il 30 gennaio arriva a Washington, dopo l'incontro a Londra con l'altro forte sostenitore della linea Usa, Tony Blair, e dopo aver firmato il documento congiunto dei sette paesi europei che si sono pronunciati a favore della linea bellicista della Casa Bianca, per schierare l'Italia a fianco del presidente americano.
Prima del breve vertice del 30 gennaio i due compari interpretarono davanti ai giornalisti un duetto imperialista coi fiocchi. Bush esordisce ricordando la grande amicizia tra Italia e USA e si dice "particolarmente grato a Silvio Berlusconi perché con... (Continues)
Lu nanettu ridi-ridi ci -telefona au cow-boy
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/6/21 - 08:23
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Lu puzzu di la morti

Lu puzzu di la morti
[1972]
Testo di Ignazio Buttitta
Musica di Mauro Geraci
Album: Io cantastorie



Rimane ancora oggi drammaticamente commovente e forte grido di denuncia la poesia di Ignazio Buttitta pubblicata per la prima volta sul "Giornale di Sicilia" nel 1972 (nella rubrica "Quando il cronista è un poeta"), dedicata a un tremendo fatto di cronaca che scosse profondamente l'opinione pubblica in quel periodo.. S'intitola 'U puzzu dâ morti e descrive l'orribile tragedia che si è davvero consumata il 9 aprile 1972 sotto la rocca di Marineo, in provincia di Palermo. Quel giorno, Maria Concetta Sileci, una donna poverissima sposata con un bracciante disoccupato, non riuscendo più a sfamare i suoi due figli, Maurizio di 7 anni e Giuseppe di 5, vinta dalla disperazione si gettò assieme a loro in un pozzo, per trovarvi la morte e la pace..
Puntuale nel finale l’invettiva di Buttitta tanto contro la violenza di certe condizioni socio-economiche quanto contro le tacite complicità che rendono possibili tragedie come questa..
Era'mu a tavula sabatu a li tri,
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/6/19 - 09:06

Cuncimi

Certe espressioni, certi modi di dire, persino certe invenzioni linguistiche vengono consciamente o no, dal modo in cui parlano i nostri genitori, i nostri zii e i nostri conoscenti. In tutto questo corre qualcosa di fondamentale, di decisivo. In cuncimi le strofe si alternano non in modo astratto e intellettualistico, ma in modo concreto e colorito. E' un brano ricco di sentimento e forza espressiva.
I gastimi su di canigghia
(Continues)
Contributed by Matteo Vespucci 2011/6/16 - 09:06
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Puviri surfarara sbinturati

Anonymous
Puviri surfarara sbinturati
Testo trovato su Rocca di Cerere – Segni della tradizione: atlante antropologico ipertestuale.

Canzone di miniera (uno dei “canti 'r 'a surfara”) raccolta da Maria Nicoletti (?) dalla voce di un ex minatore di Villarosa, in provincia di Enna:


“Dintra 'na conca sutta 'na muntagna, 'ntra dù ciumi, unu amaru e l'autru duci, cc'è un paiseddu ccu li strati 'n cruci e tanticchia di virdi a la campagna; 'ntra ripa e ripa la terra siccagna di centu rarità frutti produci, di jornu fumichìa, di notti luci e 'ntra li 'nterni sò chianci e si vagna.”
Dalla poesia “Bellarosa, terra amorusa” di Vincenzo De Simone (1879-1942), poeta siciliano.

[traduzione italiana] “Dentro una conca sotto una montagna tra due fiumi, uno amaro e l'altro dolce, c'è un paesino con le strade in croce e poco verde nelle campagne; nella terra arida attorno cento rarità di frutti produce, di giorno fumiga, di notte luccica... (Continues)
Puviri surfarara sbinturati
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/25 - 15:59
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Surfarara

Anonymous
Surfarara
Canto degli zolfatai raccolto da Alan Lomax e Diego Carpitella a Sommatino, in provincia di Caltanisetta, nel 1954 ma è certo che risalga a molto tempo prima, considerato che l’estrazione sitematica dello zolfo cominciò nella prima metà dell’800 e andò in crisi già nell’immediato secondo dopoguerra.
Proprio a Sommatino nel luglio del 1883 accadde una delle più terribili sciagure minerarie nella storia siciliana: nella miniera di zolfo chiamata Grande Trabia persero la vita 36 minatori.

“Un bell'esempio di canto ‘a la surfarara’ (al modo degli zolfatai), a voce solista con accompagnamento di scacciapensieri (marranzanu), venne registrato nel 1954 a Sommatino da Alan Lomax e Diego Carpitella. La persistenza di questo testo nella tradizione orale del piccolo centro del Nisseno è stata tuttoggi rilevata da Alberto Nicolino (Stirru. Racconti di zolfo, DVD+libro, 2006), che ne ha registrato una... (Continues)
Mi scuordu, mi scurdà, scurdatu sugnu,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/24 - 15:16
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La cuda, qualchi vota, si fa testa

La cuda, qualchi vota, si fa testa
[2010]
Parole di Ciccio Giuffrida
Musica di Giovanni Famoso
Dallo spettacolo musicale “La cuda, qualchi vota, si fa testa - Luglio '60: il Sud tra rivolta, coscienza e unità nazionale.”. Con Simona Di Gregorio, Gianni Famoso e Ciccio Giuffrida.
Testo trovato su Il Deposito



Canzone che si riferisce ai fatti di Catania dell’8 luglio 1960 quando, durante le proteste contro il governo fascista ed assassino di Tambroni (vedi Per i morti di Reggio Emilia), la polizia sparò per l’ennesima volta uccidendo Salvatore Novembre, un muratore ventenne originario di Polizzi, e ferendo molti altri manifestanti. Salvatore, colpito deliberatamente a sangue freddo da un poliziotto mai identificato, venne trascinato via dai “tutori dell’ordine” e abbandonato per un’ora senza soccorso su di un marciapiede. Nelle stesse ore a Palermo i morti sarebbero stati quattro, mentre il 5 luglio la polizia aveva già sparato ed ucciso a Licata, in provincia di Agrigento.

Vistu ca 'nta la casa do' mischinu
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/24 - 11:29

U programma do Governu rivoluzionariu

U programma do Governu rivoluzionariu
[1969?]
Scritta sull'aria di una tarantella popolare siciliana.
Chiudeva sia il 1° che il 2° tempo dello spettacolo " Ci ragiono e canto n.3 " di Dario Fo, 1973.
Testo trovato su Il Deposito

Credo che questa canzone risenta a pieno dell’appartenenza a quell’epoca di Giuffrida all’area dei marxisti-leninisti di “Servire il Popolo”. Ma mentre il leader di quella formazione, Aldo Brandirali, è oggi un acceso berlusconiano, Ciccio Giuffrida il popolo continua a servirlo veramente e degnamente con le sue canzoni.
Sta 'mpazzennu lu parrinu
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/24 - 10:16
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Ninna nanna di la guerra

Ninna nanna di la guerra
Il testo di cui è autore Giuseppe Ganduscio (1925-1963), poeta siciliano di Ribera.
Già Giorgio aveva segnalato l’esistenza di questa canzone ma come se fosse una canzone diversa da quella tradizionale riadattata dalla Balistreri e dal Profazio. Mi sembra però che il testo di questa “Ninna nanna contru la guerra” differisca soltanto per avere una strofa in più… Si tratta quindi certamente della stessa canzone ma, allora, o Ganduscio si rifece ad un brano della tradizione oppure, se la canzone è sua, non si tratta di una canzone tradizionale…
NINNA NANNA CONTRU LA GUERRA
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/23 - 14:12
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Lu sciccareddu mbriacu

Lu sciccareddu mbriacu
[1954]
Testo e Musica di Domenico Modugno (9° singolo di D.M.)
Album: Domenico Modugno e la sua chitarra - Un poeta, un pittore, un musicista [1956, 3°album]

L'asinello in questione era evidentemente un antesignano del 'rifiuto del lavoro'...
La spassosissima canzone, risalente al lontano 1954, narra di un asinello che si rifiutava di tirare il carretto... nonostante il padrone arrabbiato lo frustasse, lo picchiasse e gli desse calci.. Finché non incontrava un amico che gli suggeriva di dargli da bere un po' di vino..!.. Sì, perché gli asini, dovete sapere, con giustificatissima e dignitosissima testardaggine, più il padrone si arrabbia e meno lavorano.. Invece.. con l'aiuto della dolce bevanda, dimentica di essere stato maltrattato e.. forse.. cammina....Solo che il padrone esagerava: per il suo tornaconto gliene dava da bere addirittura un secchio intero! E l'asino, dopo aver ragliato per tutto il paese, sdraiatosi a terra, finiva anche lui per optare per la giusta risoluzione del Banco, "Non mi rompete".
Chista è a storia di 'nu sciccaređđu ca um buleva caminari. Allura lu patruni lu struppiava ci dava cauci sutta 'a panza, jastimava comu un turcu, ma 'u sciccaređđu nenti! .. 'un caminava..
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/5/22 - 09:45
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Ammazzàti, ammazzàti

Ammazzàti, ammazzàti
[2007]
Testo e Musica di Rocco Pollina
Album: La Mafia non esiste

"La voce del presidente Allende ci porta all’11 settembredel 1973, al colpo di stato del dittatore cileno Pinochet, morto recentemente impunito e sepolto con tutti gli onori dell’esercito.Ammazzàti…ammazzàti… comincia con quell’11 settembre lontano e ovviamente arriva a quello recente e ben noto, ma certamente si riferisce a tante altre stragi,da quelle in Russia e Cecenia a quelle in Iraq.Nella canzone di Rocco Pollina chi lancia bombe e si macchia di crimini contro l’umanità è, molto semplicemente,un gran figlio di troia, insieme a chi non compie materialmente l’atto ma ne condivide l’ideologia fascista e guerrafondaia Con lo stesso linguaggio Pino Veneziano bollava gli assassini di piazza della Loggia in una sua canzone che prima o poi proporremo in una nostra versione"

dalle note informative sull'album


Forse una fra le canzoni in siciliano più esplicitamente contro la guerra..
[Voce campionata:]
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/5/9 - 16:15
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Matri Terra

Matri Terra
[2008]
Album “Si eseguono riparazioni dell’anima”
Matri terra
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/9 - 11:26
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La mafia nun esisti

La mafia nun esisti
Parole e musica di Pino Veneziano, ma non so in che anno preciso l’abbia scritta.
Sicuramente non fa parte del suo unico album, “Lu patruni è suvecchiu” del 1975.
Considerato che nel testo il commissario Luigi Calabresi, ucciso nel 1972, viene dato come morto di mafia al pari del procuratore Pietro Scaglione, ammazzato l’anno prima, forse si può datare questa canzone ai primissimi anni 70…

Reinterpretata e riarrangiata da Rocco Pollina e i MondOrchestra per il loro album del 2007 intitolato proprio così, “La mafia non esiste”.

Pollina ha premesso al brano la registrazione di una dichiarazione di Totò Riina che suona assai simile alle continue attuali esternazioni – le ultime solo ieri – del capo cosca e presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Cioè sono i comunisti che portano avanti queste cose… Il signor Violante, il signor Caselli da Palermo, cioè c’è tutta una combriccola, tutto... (Continues)
Nenti sacciu e nenti vitti,
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/9 - 11:12
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Ma cu siti viautri?

Ma cu siti viautri?
Parole e musica di Pino Veneziano, ma non so in che anno (nei 70? Negli 80?) l’abbia scritta. Sicuramente non fa parte del suo unico album, “Lu patruni è suvecchiu” del 1975.
Reinterpretata e riarrangiata da Rocco Pollina e i MondOrchestra per il loro album del 2007 intitolato “La mafia non esiste”.
Ma cu siti viatri?
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/9 - 10:41
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Unni pozzu cchiù

Unni pozzu cchiù
[2003]
Dall’album “Banditi, Pirati e Carrettieri” (quando i MondOrchestra si chiamavano Mon Doh)
Scritta da Panizza/Polimeni/Pollina
Testo trovato sul sito ufficiale dei MondOrchestra.
Unni pozzu cchiù
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/9 - 10:00
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'A rivoluzioni du 1848 ('U saziu nun criri a lu diunu)

'A rivoluzioni du 1848 ('U saziu nun criri a lu diunu)
[2003]
o U Sceccu
Dall’album “Banditi, Pirati e Carrettieri”
Testo trovato sul sito ufficiale dei MondOrchestra.

Un brano tradizionale, riarrangiato da Rocco Pollina dei MondOrchestra, risalente alla rivoluzione indipendentista siciliana o “Primavera dei popoli” del 1848, rivoluzione anti-borbonica che ebbe come centro propulsore Palermo. Per 16 mesi, fino al maggio del 1849, la Sicilia si governò come Stato indipendente con Ruggeru Sèttimu a capo del governo. Poi i Borboni ripresero in mano la situazione e Ruggeru Sèttimu fuggì a Malta dove morì in esilio nel 1863.

(Immagino che questa canzone piacerà a Marco Valdo M.I. e, soprattutto, al suo inseparabile Lucien Lane.)
Nu sceccu avvezzu a traspurtari pani
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/5/9 - 09:56
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Vittoriu Emanueli

Vittoriu Emanueli
[2011]

Autori: L.Maio e M. Incudine - i testi sono comunque un collage di diversi canti tradizionali fra cui "La Leva" , "Vinni cu vinni e c'è lu triculùri" e "Guvernu 'talïanu ti ringraziu"

Album: Beddu Garibbardi

"Beddu Garibbardi – Quando i siciliani non erano ancora italiani", il nuovo progetto musicale di Mario Incudine è l'unico CD prodotto in Italia sull'epopea garibaldina.. Un lavoro storico che ha come scopo quello di raccontare l'arrivo dei Mille e l'Unità d'Italia dal punto di vista dei siciliani che vissero quella esperienza a principio seguendo l'onda dell'entusiasmo; e subito dopo manifestando grandissima delusione... Nel realizzare il progetto Incudine ha scelto di indossare una lente bifocale che mette in luce sia l'esaltazione di Garibaldi (visto prima come "l'Arcangelo Gabriele" e "Gesù Cristo" in persona), sia le grida di disperazione dei contadini ai quali il nuovo... (Continues)
"Sintiti, sintiti!
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/5/8 - 16:28
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L'uomo della verità

L'uomo della verità
L'OMU DÂ VIRITA'
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/4/17 - 18:36
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Chiui sta porta

Chiui sta porta
[2009]
Scritta da Salvatore Tartamella e Walter Gilli
Dal disco intitolato “Pantelleria ti resta nel cuore”.
Chiui sta porta chi trasi lu ventu
(Continues)
Contributed by Bartleby 2011/4/1 - 09:06

La leva

Anonymous
La leva
Manca la strofa:
Caru cumpàri, e cosa t'haju 'a diri?
(Continues)
Contributed by giorgio 2011/3/13 - 18:47
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Davide Van De Sfroos: Yanez

Davide Van De Sfroos: Yanez
Acchiana e scinni ‘u mari e a so’ munnizza torna arrè
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/2/16 - 10:08

Il treno della disperazione

Il treno della disperazione
Questo il testo originale siciliano:
Guardati chistu trenu cum'è nivuru
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2010/12/1 - 10:02
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Imagine

Imagine
SICILIANO / SICILIAN

Versione siciliana
'MAGINA
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/10/11 - 08:31
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Dda banna a muntagna

Dda banna a muntagna
[1981]
Testo e musica di Carlo Muratori
Album: Dda banna a muntagna
Nta stu chianu lassàmu la notti
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/5/16 - 22:24
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Sutta `n velu

Sutta `n velu
[1980]
Album “Sutta `n velu”, con i I Cílliri
Testo e musica di Calo Muratori
Sutta `n velu ch` è niuru e di pannu
(Continues)
Contributed by The Lone Ranger 2010/5/12 - 10:16
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Marina di Melilli

Marina di Melilli
[1996]
Album “Stella Maris”
Testo trovato sul sito dell’autore



Marina di Melilli (più anticamente Fondaco Nuovo, Funnucu Novu, in siciliano), in provincia di Siracusa, era un paese di poco meno di mille abitanti, quasi tutti pescatori. A partire dagli anni 50, proprio lì cominciò la costruzione del polo petrolchimico siracusano, che poi negli anni 60 crebbe dilagando – è proprio il caso di dirlo – a macchia d’olio, anche grazie ad un robusto sistema di corruzione (lo scandalo Isab, che vide coinvolti molti esponenti democristiani) e di elusione delle normative in tema di sicurezza ambientale. Negli anni 70 la fascia costiera in prossimità del petrolchimico era già così inquinata ed irreparabilmente compromessa che il governo decise di evacuare Marina di Melilli, indennizzando gli abitanti. Ma alcuni di loro opposero resistenza e allora il Potere passò alle minacce e alle intimidazioni,... (Continues)
Unni sunu l'omini
(Continues)
Contributed by The Lone Ranger 2010/5/12 - 09:26
Song Itineraries: Mafia and Mafias, War on Earth
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Turi nun parrò

Turi nun parrò
[2001]
Album “Plica Polonica”
Testo trovato sul sito dell’autore
Turi nun parrò, si fici ancora ‘i fatti so’.
(Continues)
Contributed by The Lone Ranger 2010/5/10 - 13:59
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Musica di confine

Musica di confine
[2005?]
Testo trovato sul sito del gruppo
Musica di confine
(Continues)
Contributed by The Lone Ranger 2010/5/10 - 13:41
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'U 5 di lugliu dû '60

Lorenzo Peritore
"Il 5 di luglio del 1960 è una data che ha segnato a lutto la città di Licata, e soprattutto i familiari di Vincenzo Napoli, che all’età di soli 25 anni ha cessato di vivere. È per questo che con un racconto in versi dialettali desidero raccontare a tutti quelli che allora non c’erano, e ricordare invece a tutti coloro che c’erano, ciò che è successo in quel “caldissimo” e ormai lontanissimo 5 luglio del 1960, e come si sia potuto verificare che un giovane di 25 anni, per rivendicare i propri diritti e quelli di una intera popolazione di quarantamila abitanti esasperata da una infinita quantità di problemi, ci ha rimesso la sua giovane vita.
Sono trascorsi ormai 50 anni (mezzo secolo) dallo sciopero in cui sono rimasti feriti 5 nostri concittadini, mentre un ragazzo di 25 anni ci ha rimesso la vita. Molti giovani non conoscono questa triste e tragica pagina della nostra storia, che sarebbe bene ogni tanto ricordare..."
M'arricordu ca era carusèddu,
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/5/10 - 08:28
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Arrivaru i Cammisi

Arrivaru i Cammisi
Testo e musica di Vincenzo Lo Iacono.



Il frammento che segue è tratto da una novella di Giovanni Verga e mi pare che racconti meglio di tante parole la repressione garibaldina in Sicilia, uno degli aspetti sempre taciuti di quella “Unità d’Italia” che oggi vanno retoricamente e vanamente celebrando mentre, nella realtà, mafiosi, fascisti, piduisti ed affaristi al potere – con in testa in capo di tutte le cosche, Silvio Berlusconi – l’Italia la stanno distruggendo…

"[...] Il carbonaio, mentre tornavano a mettergli le manette, balbettava:
- Dove mi conducete? - In galera? - O perché? Se non ho avuto nemmeno un palmo di terra! … Se avevano detto che c'era la libertà! ..."
(Giovanni Verga, "Libertà", da "Novelle Rusticane", 1883)

E questa bella canzone di Vincenzo Lo Iacono, siciliano trapiantato ad Avignone, racconta meglio di tante parole la strage di Bronte del 1860, l’episodio più... (Continues)
Arrivaru i cammisi e manciamu brudagghia
(Continues)
Contributed by The Lone Ranger 2010/5/6 - 10:31
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Chi lassi quannu mori?

Anonymous
Chi lassi quannu mori?
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/5/1 - 09:35
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Guvernu 'talianu

Anonymous
Otello E. Profazio
Album: L'Italia cantata dal Sud [1969]

Un altro dei motivi fondamentali di protesta contro il governo italiano nel periodo immediatamente successivo all'unità, fu l'estensione all'intero territorio nazionale del sistema fiscale piemontese lento, vessatorio e irrazionale. Abituato a tasse assai più leggere e più razionalmente riscosse e distribuite, il popolo siciliano reagì come poté... e non solo con le canzoni...
Interpretata anche dalla MondOrchestra
Guvernu 'talianu si veru buttanu
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/5/1 - 09:10
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Sulfararu

Sulfararu
[2004]
Album: Calura
Ogni matina scinni sutta terra
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Contributed by giorgio 2010/4/26 - 12:32
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L'antenati

L'antenati
[1976]
Album: L'Antenati
Li me antenati 'un mi lassàru nenti,
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/26 - 12:26
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Lu viddànu

Lu viddànu
[1976]
Album: L'Antenati
Chi vita amara fazzu pi campari
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/26 - 12:22
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La me liti

La me liti
[1974]

Album : Noi siamo nell'inferno carcerati
Dumani si discinni la me liti
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/26 - 08:33
Song Itineraries: From World Jails
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Morsi cu morsi

Morsi cu morsi
Testo e Musica di Giuseppe Ganduscio
Album: Giuseppe Ganduscio: Lu carzaratu EP (ried. Folk italiano LP) [1963]
Rosa Balistreri: La voce della Sicilia [1967]

Rosa Balistreri: Noi siamo nell'inferno carcerati [1974]
Morsi cu morsi… cu m'amava persi
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/25 - 20:59
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Nta la Vicaria

Nta la Vicaria
[1957]
Testo e musica di Giuseppe Ganduscio
Album: Canzoni dal carcere 2 EP Dischi del Sole DS 47 (col titolo "E nta la Vicaria) [1964]

Album: Amore, tu lo sai, la vita è amara [1971]
E nta la Vicarìa, ci su' li guaj
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/25 - 10:51
Song Itineraries: From World Jails
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M'arrusicu li gradi

M'arrusicu li gradi
[1974]

Album: Noi siamo nell'Inferno carcerati
M'arrùsicu li gradi e la catina,
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/24 - 19:13
Song Itineraries: From World Jails
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Sugnu comu un cunìgghiu

Sugnu comu un cunìgghiu
[1974]

Album: Noi siamo nell'Inferno carcerati
interpretata anche dai Milagro Acustico in "Rosa del Sud" [2015]
Sugnu comu un cunìgghiu ntra la tana
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/24 - 17:08
Song Itineraries: From World Jails
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Judici ca la Liggi studiati

Judici ca la Liggi studiati
[1974]

Album: Noi siamo nell'Inferno carcerati
Judici - ca la liggi studiati,
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/24 - 16:30
Song Itineraries: From World Jails
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Amici amici chi 'n Palermu jiti

Amici amici chi 'n Palermu jiti
[1974]

Album: Noi siamo nell'Inferno carcerati

Parole e musica di anonimo

Inciso da Rosa Balistreri per l'album “Noi siamo nell'inferno carcerati” come "Amici amici chi 'm Palermu jiti", il canto antichissimo però è noto nella tradizione come "'U cantu du 'ncarziràtu"
Amici amici chi 'n Palermu jiti
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/24 - 12:28
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Carzari ca si fattu cruci cruci

Carzari ca si fattu cruci cruci
[1974]

Album: Noi siamo nell'Inferno carcerati
Càrzari ca si fattu cruci cruci
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/24 - 09:37
Song Itineraries: From World Jails
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Buttana di to mà

Buttana di to mà
[1974]

Album : Noi siamo nell'inferno carcerati
Buttana di to mà ‘ngalera sugnu
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2010/4/22 - 18:01
Song Itineraries: From World Jails

Ginirali

Ginirali
[2009]
Testo e musica di Fortunato Sindoni
Album: Ballate contro la mafia

Dedicata a lu prifettu Carlu Albertu Dalla Chiesa (forse il cadavere eccellente per antonomasia della "lotta dello stato contro la mafia")
Ginirali, quant'anni su' passati
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/19 - 12:16
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A li matri di li carusi

A li matri di li carusi
[2007]
Album "Les siciliens!", registrato dal vivo al testro Bar jeder Vernunft di Berlino nel settembre del 2007.
Dalla poesia di Ignazio Buttitta "A li matri di li carusi"
Musica di Etta Scollo.
Matri chi mannati li figghi
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 22:53
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U rancuri (Io vi cunsidiru)

U rancuri (Io vi cunsidiru)
Tratta dalla poesia "U rancuri" di Ignazio Buttitta
Adattamento di Antonella Talamonti.
Contenuta nel disco del gruppo vocale Quartetto Urbano "Mentre corre cielo e terra" (2008).
Io vi cunsidiru (Dominus vobiscum),
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 22:27
Song Itineraries: Mafia and Mafias

Mafia! Mafia!

Mafia! Mafia!
[2009]
Album: Ballate contro la mafia

"Da quando, oltre 30 anni fa, ho deciso di essere cantastorie, ho sempre scritto e cantato pubblicamente contro la mafia. Ricordo che, agli inizi degli anni '80, volevo incidere un disco di cui è rimasto solo il titolo: Passando per Comiso: da Garibaldi a Pio La Torre.
Col tempo ha vinto la mia proverbiale pigrizia per cui, pur continuando a cantare contro la mafia, ho tralasciato il progetto.
In occasione di una conferenza, alla quale ero presente quale cantastorie con le mie Ballate contro la mafia, la prof.ssa Maria Falcone mi invita a cantare il 23 maggio 2009, giorno della commemorazione dell’eccidio di Capaci, sotto l’albero dedicato al fratello Giovanni e nelle piazze di raduno degli studenti provenienti da tutta la Nazione.
Confortato dalle incoraggianti parole dello scrittore Vincenzo Consolo, onore e vanto della nostra cultura, e dal prof.... (Continues)
Mafia! Mafia! Si peggiu d'un tirannu!
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/18 - 22:25
Song Itineraries: Mafia and Mafias
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Mamà, chi tempu fa a lu paìsi?

Mamà, chi tempu fa a lu paìsi?
[2007]
Album: Rosa canta e cunta - Rari e Inediti

"Mamà chi tempu fa a lu paisi?" (Mamma, che tempo fa là in paese?) è un brano del repertorio di Rosa rimasto inedito fino al 2007, anno in cui è stato pubblicato, insieme ad altri brani della Balistreri,
nel CD “Rosa canta e cunta”, curato dalla casa discografica palermitana Teatro del Sole. La storia di questa raccolta di rari e inediti è davvero interessante: i brani furono infatti eseguiti in via del tutto informale a Udine, dove la Balistreri era ospite di amici, e registrati quasi in modo amatoriale da Vittorio Vella. Quindi sono stati da questi amorevolmente custoditi fino al recupero che ne ha permesso la stampa dopo oltre venti anni...
Mamà, chı tempu fa a lu paìsi?
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/18 - 20:08
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Cincu ciuri russi

Cincu ciuri russi
[1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")

Lauro Farioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino Serri, Afro Tondelli: i morti di Reggio Emilia, uccisi dalla polizia il 7 luglio 1960.
Cincu ciuri russi comu lu focu
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 20:00
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La Barunissa di Carini

La Barunissa di Carini
"LA BARUNISSA DI CARINI"

Canto originale di Anonimo del secolo XVII
I
(Continues)
Contributed by giorgio 2010/4/18 - 19:50
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Piazza di la Loggia

Piazza di la Loggia
1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")

Brescia, Piazza della Loggia, 28 maggio 1974
Nn’hannu murutu tanti
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 19:41
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Allende

Allende
[1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")


Ho qui con me nella mia casa di campagna Pino Veneziano, cantastorie: ha appena finito di cantare un gruppo di canzoni incise in un disco prossimo ad uscire. Il successo sarà certo perché Pino alla potenza della voce aggiunge la forza drammatica. I testi sono suoi, i motivi musicali pure. Un cantastorie, che fa politica, e la sublima con la poesia. Il suo discorso è semplice, popolare, ma
convincente; e riesce a farsi capire dai braccianti in maggioranza analfabeti e semianalfabeti. Gli argomenti sono la verità, cantata da popolano a popolano, senza inganni. I padroni non sono necessari, le guerre nemmeno; le case sono necessarie, perché un coniglio senza tana, un uccello senza nido, sono come i pesci senza mare, dice.

Da ragazzo, ora ha quarant’anni, Pino faceva il guardiano di capre, di vacche; dormiva in campagna; frequentò... (Continues)
Quannu detti li terri a li viddani,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 19:35
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Li scarsi

Li scarsi
[1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")


Ho qui con me nella mia casa di campagna Pino Veneziano, cantastorie: ha appena finito di cantare un gruppo di canzoni incise in un disco prossimo ad uscire. Il successo sarà certo perché Pino alla potenza della voce aggiunge la forza drammatica. I testi sono suoi, i motivi musicali pure. Un cantastorie, che fa politica, e la sublima con la poesia. Il suo discorso è semplice, popolare, ma
convincente; e riesce a farsi capire dai braccianti in maggioranza analfabeti e semianalfabeti. Gli argomenti sono la verità, cantata da popolano a popolano, senza inganni. I padroni non sono necessari, le guerre nemmeno; le case sono necessarie, perché un coniglio senza tana, un uccello senza nido, sono come i pesci senza mare, dice.

Da ragazzo, ora ha quarant’anni, Pino faceva il guardiano di capre, di vacche; dormiva in campagna; frequentò... (Continues)
Cui morinu ammazzati nta li fabbrichi,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 19:32
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Lu patruni è suvecchiu

Lu patruni è suvecchiu
[1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")


Ho qui con me nella mia casa di campagna Pino Veneziano, cantastorie: ha appena finito di cantare un gruppo di canzoni incise in un disco prossimo ad uscire. Il successo sarà certo perché Pino alla potenza della voce aggiunge la forza drammatica. I testi sono suoi, i motivi musicali pure. Un cantastorie, che fa politica, e la sublima con la poesia. Il suo discorso è semplice, popolare, ma
convincente; e riesce a farsi capire dai braccianti in maggioranza analfabeti e semianalfabeti. Gli argomenti sono la verità, cantata da popolano a popolano, senza inganni. I padroni non sono necessari, le guerre nemmeno; le case sono necessarie, perché un coniglio senza tana, un uccello senza nido, sono come i pesci senza mare, dice.

Da ragazzo, ora ha quarant’anni, Pino faceva il guardiano di capre, di vacche; dormiva in campagna; frequentò... (Continues)
Parlu ccu viatri ca diciti sempri:
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 19:20
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Patri e figghiu

Patri e figghiu
[1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")


Ho qui con me nella mia casa di campagna Pino Veneziano, cantastorie: ha appena finito di cantare un gruppo di canzoni incise in un disco prossimo ad uscire. Il successo sarà certo perché Pino alla potenza della voce aggiunge la forza drammatica. I testi sono suoi, i motivi musicali pure. Un cantastorie, che fa politica, e la sublima con la poesia. Il suo discorso è semplice, popolare, ma
convincente; e riesce a farsi capire dai braccianti in maggioranza analfabeti e semianalfabeti. Gli argomenti sono la verità, cantata da popolano a popolano, senza inganni. I padroni non sono necessari, le guerre nemmeno; le case sono necessarie, perché un coniglio senza tana, un uccello senza nido, sono come i pesci senza mare, dice.

Da ragazzo, ora ha quarant’anni, Pino faceva il guardiano di capre, di vacche; dormiva in campagna; frequentò... (Continues)
Me patri mi dicìa:
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 19:17
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La festa ddi li porci

La festa ddi li porci
[1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")


Ho qui con me nella mia casa di campagna Pino Veneziano, cantastorie: ha appena finito di cantare un gruppo di canzoni incise in un disco prossimo ad uscire. Il successo sarà certo perché Pino alla potenza della voce aggiunge la forza drammatica. I testi sono suoi, i motivi musicali pure. Un cantastorie, che fa politica, e la sublima con la poesia. Il suo discorso è semplice, popolare, ma
convincente; e riesce a farsi capire dai braccianti in maggioranza analfabeti e semianalfabeti. Gli argomenti sono la verità, cantata da popolano a popolano, senza inganni. I padroni non sono necessari, le guerre nemmeno; le case sono necessarie, perché un coniglio senza tana, un uccello senza nido, sono come i pesci senza mare, dice.

Da ragazzo, ora ha quarant’anni, Pino faceva il guardiano di capre, di vacche; dormiva in campagna; frequentò... (Continues)
Cantu la storia di una bella festa,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 19:15
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Nivuri su’ li bummi

Nivuri su’ li bummi
[1975]
"Lu patruni è suvecchiu" ("Il padrone è di troppo")


Ho qui con me nella mia casa di campagna Pino Veneziano, cantastorie: ha appena finito di cantare un gruppo di canzoni incise in un disco prossimo ad uscire. Il successo sarà certo perché Pino alla potenza della voce aggiunge la forza drammatica. I testi sono suoi, i motivi musicali pure. Un cantastorie, che fa politica, e la sublima con la poesia. Il suo discorso è semplice, popolare, ma
convincente; e riesce a farsi capire dai braccianti in maggioranza analfabeti e semianalfabeti. Gli argomenti sono la verità, cantata da popolano a popolano, senza inganni. I padroni non sono necessari, le guerre nemmeno; le case sono necessarie, perché un coniglio senza tana, un uccello senza nido, sono come i pesci senza mare, dice.

Da ragazzo, ora ha quarant’anni, Pino faceva il guardiano di capre, di vacche; dormiva in campagna; frequentò... (Continues)
Su’ nivuri li bummi ‘nta li chiazzi.
(Continues)
Contributed by Alessandro 2010/4/18 - 19:12




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