Tao Te Ching: XXXI
English translation by Gia-fu Feng and Jane English
TAO TE CHING - LAO TZU - CHAPTER 31
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2017/7/29 - 10:01
Grabschrift 1919
La versione degli Environs di Stefano Giaccone e Lalli, risalente alla fine degli anni 80 ma pubblicata solo nel 2001, nella raccolta "Un pettirosso in gabbia mette in furore il cielo intero" (citazione da una poesia di Willima Blake) edita da Stella Nera / A - Rivista Anarchica.
EPITAPH 1919
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/7/7 - 09:41
Neuf balles
Traduzione inglese contribuita da tal hongha83 su questo forum in ligua vietnamita.
NINE BALLS
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/6/27 - 14:19
Untitled #1 (a.k.a Vaka)
UNTITLED #1 (A.K.A. VAKA)
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/6/27 - 08:34
Ballade LVIII: Je treuve qu'entre les souris
Traduzione inglese di Henry Tompkins Kirby-Smith
From / da: The Celestial Twins, Poetry and Music through the Ages, pp. 96/97
BALLADE LVII
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2017/6/26 - 17:43
Vigilante Man
La versione di Glen Hansard (2017) con una strofa contro Trump, che qui riportiamo
Oh, Trump
(Continues)
(Continues)
2017/6/25 - 22:37
America
"The track used for the Allen Ginsberg poem 'America' was one of the first recordings we made in Danesmote. It was given the working title 'Drunk Chicken.' It's all Eno in truth, Brian started the improvisation and although we were all willing it never quite got past its Enoesque origins. It's clear from this track that we were still searching for clues, looking for the end of the thread." - The Edge, The Joshua Tree 2007
DRUNK CHICKEN/AMERICA
(Continues)
(Continues)
Contributed by dq82 2017/6/21 - 14:31
The Camp
In the description of the official video, they placed a translated excerpt from Ramy Essam’s verse
I wish I had wings to fly away, far away.
(Continues)
(Continues)
2017/6/17 - 15:45
You Ain't Talkin' to Me
(on request)
The English spoken at CERN has some peculiarities: e.g. it is oversimplified, and colloquialisms are often translated literally... By analyzing the text, we might guess that the CERNglish speaker is from Italy, probably from Tuscany :)
The English spoken at CERN has some peculiarities: e.g. it is oversimplified, and colloquialisms are often translated literally... By analyzing the text, we might guess that the CERNglish speaker is from Italy, probably from Tuscany :)
YOU ARE NOT TALKING TO ME, NO?
(Continues)
(Continues)
2017/6/15 - 23:09
You Ain't Talkin' to Me
A further parody of Jim Krause's / Charlie Poole's song by the Anonimo Toscano del XXI Secolo:
YOU AIN'T TALKIN' TO US
(Continues)
(Continues)
2017/6/15 - 22:13
Anselm Turmeda: Elogi dels diners
PRAISE OF MONEY
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/6/12 - 14:17
A un amic d'Euskadi
TO A FRIEND FROM EUSKADI
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/6/12 - 11:16
Die Hungerkünstlerin
THE STARVING ARTIST
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/6/9 - 11:20
The Loving Kind
2009
The Loving Kind
Un'altra canzone, dopo The Ballad of Mildred Loving (Loving in Virginia) su Mildred Jeter e Richard Loving. E qualche altro pezzo di storia da raccontare: come quella di Grey Villet il fotografo che per 15 giorni visse con i Lovings immortalandone attimi di quotidianità, fotografo Sudafricano, che quindi la segregazione razziale la conosveva bene.
Virginia '58: la Loving Story che cambiò gli States
Il primo matrimonio inter-razziale divenne un caso nazionale. In mostra a New York uno straordinario reportage di Life
Uno scatto dallo straordinario reportage realizzato dal fotografo sudafricano Grey Villet per la rivista Life, durante la permanenza a casa dei coniugi Loving a metà degli Anni 60. Sono in mostra con altri documenti all'International Center of Photography di New York fino al 10 maggio
VIVIANA BUCARELLI
NEW YORK
Nel cuore della notte, lo sceriffo... (Continues)
The Loving Kind
Un'altra canzone, dopo The Ballad of Mildred Loving (Loving in Virginia) su Mildred Jeter e Richard Loving. E qualche altro pezzo di storia da raccontare: come quella di Grey Villet il fotografo che per 15 giorni visse con i Lovings immortalandone attimi di quotidianità, fotografo Sudafricano, che quindi la segregazione razziale la conosveva bene.
Virginia '58: la Loving Story che cambiò gli States
Il primo matrimonio inter-razziale divenne un caso nazionale. In mostra a New York uno straordinario reportage di Life
Uno scatto dallo straordinario reportage realizzato dal fotografo sudafricano Grey Villet per la rivista Life, durante la permanenza a casa dei coniugi Loving a metà degli Anni 60. Sono in mostra con altri documenti all'International Center of Photography di New York fino al 10 maggio
VIVIANA BUCARELLI
NEW YORK
Nel cuore della notte, lo sceriffo... (Continues)
They were the loving kind
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2017/6/3 - 21:20
Song Itineraries:
Anti War Love Songs, Racism and Slavery in the USA
The Ballad of Mildred Loving (Loving in Virginia)
2007
Drew Brody
Le canzoni che preferisco inserire sono quelle che raccontano storie, quelle che riallacciano i fili della memoria, e questa è una bellissima storia d'amore, il 2 giugno 1958 un uomo e una donna, Richard Loving e Mildred Jeter, lui bianco, lei di colore, con ascendenti pellerossa si sposano contravvenendo a una legge dello stato della Virginia. L'amore contro la stupidità e il razzismo. È anche curioso che Richard si chiamasse di cognome Loving, nella cui radice vi è love: amore, amare. L'amore alla fine vincerà... il 12 giugno 1967.
Richard Loving morirà nel 1975 in un incidente stradale, Mildred di polmonite, ormai anziana, nel 2008.
Il 2 giugno del 1958 Mildred Jeter e Richard Loving, una coppia di un piccolo paese della Virginia, Stati Uniti, si sposarono. Lei era di origini afroamericane e di discendenza cherokee, lui era bianco. Secondo il Virginia’s racial integrity... (Continues)
Drew Brody
Le canzoni che preferisco inserire sono quelle che raccontano storie, quelle che riallacciano i fili della memoria, e questa è una bellissima storia d'amore, il 2 giugno 1958 un uomo e una donna, Richard Loving e Mildred Jeter, lui bianco, lei di colore, con ascendenti pellerossa si sposano contravvenendo a una legge dello stato della Virginia. L'amore contro la stupidità e il razzismo. È anche curioso che Richard si chiamasse di cognome Loving, nella cui radice vi è love: amore, amare. L'amore alla fine vincerà... il 12 giugno 1967.
Richard Loving morirà nel 1975 in un incidente stradale, Mildred di polmonite, ormai anziana, nel 2008.
Il 2 giugno del 1958 Mildred Jeter e Richard Loving, una coppia di un piccolo paese della Virginia, Stati Uniti, si sposarono. Lei era di origini afroamericane e di discendenza cherokee, lui era bianco. Secondo il Virginia’s racial integrity... (Continues)
My name was Mildred Jeter for 17 years of life
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2017/6/3 - 17:07
Song Itineraries:
Anti War Love Songs, Racism and Slavery in the USA
A Lifetime of War
A lifetime of war (Una vita in guerra) è la traccia numero quattro del settimo album dei Sabaton, Carolus Rex pubblicato il 25 maggio del 2012. Il brano parla della guerra dei trent’anni che dilaniò l’Europa dal 1618 al 1648.
Two ways to view the world
(Continues)
(Continues)
2017/6/2 - 22:30
Song Itineraries:
Thirty Years' war
Right in Two
Album: 10,000 Days (2006)
immagine da reddit
Perché il Padre ha dato agli uomini il libero arbitro? Perché si scannassero tra loro come stupide scimmie parlanti?
immagine da reddit
Perché il Padre ha dato agli uomini il libero arbitro? Perché si scannassero tra loro come stupide scimmie parlanti?
Angels on the sideline
(Continues)
(Continues)
2017/6/2 - 22:19
Doomsday Clock
Album: Zeitgeist (2010)
Il Doomsday Clock (Orologio dell'apocalisse) è una iniziativa ideata nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell'Università di Chicago che consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di una ipotetica fine del mondo a cui l'umanità è sottoposta.
Il pericolo viene quantificato tramite la metafora di un orologio simbolico la cui mezzanotte simboleggia la fine del mondo mentre i minuti precedenti rappresentano la distanza ipotetica da tale evento. Originariamente la mezzanotte rappresentava unicamente la guerra atomica, mentre dal 2007 considera qualsiasi evento che può infliggere danni irrevocabili all'umanità (come ad esempio i cambiamenti climatici).
Al momento della sua creazione, durante la guerra fredda, l'orologio fu impostato a sette minuti dalla mezzanotte; da allora, le lancette sono state spostate 21 volte.... (Continues)
Il Doomsday Clock (Orologio dell'apocalisse) è una iniziativa ideata nel 1947 dagli scienziati della rivista Bulletin of the Atomic Scientists dell'Università di Chicago che consiste in un orologio metaforico che misura il pericolo di una ipotetica fine del mondo a cui l'umanità è sottoposta.
Il pericolo viene quantificato tramite la metafora di un orologio simbolico la cui mezzanotte simboleggia la fine del mondo mentre i minuti precedenti rappresentano la distanza ipotetica da tale evento. Originariamente la mezzanotte rappresentava unicamente la guerra atomica, mentre dal 2007 considera qualsiasi evento che può infliggere danni irrevocabili all'umanità (come ad esempio i cambiamenti climatici).
Al momento della sua creazione, durante la guerra fredda, l'orologio fu impostato a sette minuti dalla mezzanotte; da allora, le lancette sono state spostate 21 volte.... (Continues)
Is everyone afraid?
(Continues)
(Continues)
2017/6/2 - 22:07
Combat
Album: Invictus (Iconoclast III) 2010
Welcome to a world of pain
(Continues)
(Continues)
2017/6/2 - 21:57
Modern Warfare
(2012)
Major Lazer Presents: Chronixx & Walshy Fire - Start A Fyah Mixtape
Major Lazer Presents: Chronixx & Walshy Fire - Start A Fyah Mixtape
[Intro]
(Continues)
(Continues)
2017/5/29 - 23:59
Smell the Roses
(2017)
Primo singolo estratto dall'album "Is This the Life We Really Want?"
Primo singolo estratto dall'album "Is This the Life We Really Want?"
The Pink Floyd legend couldn't write an anti-war anthem at a more appropriate time. His use of war imagery in his lyrics are a brutal reminder of how things aren't going too rosy right now. In addition to the catastrophic situation in Syria, a nuclear war with North Korea could be on the horizon as Trump is like a toddler with a stick poking a hornets nest.
This isn't any fluffy skirting around the edges of the issue song that hope not to offend anyone. It gets to the heart of the matter and in its lyrics portrays how the global corporate elite live these greedy lives and inhumanely kill millions for the sake of profit.
Gigwise
This isn't any fluffy skirting around the edges of the issue song that hope not to offend anyone. It gets to the heart of the matter and in its lyrics portrays how the global corporate elite live these greedy lives and inhumanely kill millions for the sake of profit.
Gigwise
There's a mad dog pulling at his chain
(Continues)
(Continues)
2017/5/27 - 16:31
Déjà Vu
(2014/2017)
Secondo singolo estratto dall'album "Is This the Life We Really Want?" che sarà pubblicato il prossimo 2 giugno
Per certi versi il seguito di What God Wants, la bellissima canzone in tre parti che era apparsa nel precedente album solista di Waters Amused to Death, ben 25 anni fa. Ma stavolta Waters non si chiede più polemicamente cosa voglia Dio, ma si dice, un po' come aveva fatto il nostro Gaber, "Io se fossi Dio avrei sicuramente fatto una figura migliore".
Il nostro pianeta è rovinato da guerre, avidità. Gli uomini giocano davvero a fare Dio pilotando i droni che uccidono a distanza come in un videogioco (lo stesso tema toccato dall'ex compagno David Gilmour nella sua In Any Tongue). Il tempio è in rovina, i banchieri si arricchiscono e noi umani non sappiamo fare altro che uccidere i bisonti e spianare le montagne. E il tutto si risolve in un'impressione di impotenza, in una personale depressione in cui l'autore si ritrova a sprofondare, senza amore e senza speranza.
Secondo singolo estratto dall'album "Is This the Life We Really Want?" che sarà pubblicato il prossimo 2 giugno
Per certi versi il seguito di What God Wants, la bellissima canzone in tre parti che era apparsa nel precedente album solista di Waters Amused to Death, ben 25 anni fa. Ma stavolta Waters non si chiede più polemicamente cosa voglia Dio, ma si dice, un po' come aveva fatto il nostro Gaber, "Io se fossi Dio avrei sicuramente fatto una figura migliore".
Il nostro pianeta è rovinato da guerre, avidità. Gli uomini giocano davvero a fare Dio pilotando i droni che uccidono a distanza come in un videogioco (lo stesso tema toccato dall'ex compagno David Gilmour nella sua In Any Tongue). Il tempio è in rovina, i banchieri si arricchiscono e noi umani non sappiamo fare altro che uccidere i bisonti e spianare le montagne. E il tutto si risolve in un'impressione di impotenza, in una personale depressione in cui l'autore si ritrova a sprofondare, senza amore e senza speranza.
If I had been God
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lorenzo Masetti 2017/5/27 - 13:41
Song Itineraries:
Damned drones
The Last Refugee
(2017)
Terzo singolo che anticipa dall'album "Is This the Life We Really Want?"
Parole e musica di Roger Waters
Video di Sean Evans
Il video si apre con l'immagine di una donna, che dorme sul pavimento in un grande edificio completamente abbandonato. Comincia a ballare e in un flashback ritornano le immagini di lei che danza nella sua casa che ha dovuto abbandonare.
La donna si dirige poi verso il mare, aspettandosi di trovare la figlia che gioca nella sabbia, ma trova solo una bambola abbandonata restituita dalle onde.
Terzo singolo che anticipa dall'album "Is This the Life We Really Want?"
Parole e musica di Roger Waters
Video di Sean Evans
Il video si apre con l'immagine di una donna, che dorme sul pavimento in un grande edificio completamente abbandonato. Comincia a ballare e in un flashback ritornano le immagini di lei che danza nella sua casa che ha dovuto abbandonare.
La donna si dirige poi verso il mare, aspettandosi di trovare la figlia che gioca nella sabbia, ma trova solo una bambola abbandonata restituita dalle onde.
Lie with me now
(Continues)
(Continues)
2017/5/27 - 13:15
That's What Makes Us Great
(2017)
feat Bruce Springsteen
Una nuova canzone in cui Joe Grushecky e Springsteen se la prendono con Trump e con il suo travel ban, che Springsteen ha definito “fundamentally un-American”.
feat Bruce Springsteen
Una nuova canzone in cui Joe Grushecky e Springsteen se la prendono con Trump e con il suo travel ban, che Springsteen ha definito “fundamentally un-American”.
They come from everywhere
(Continues)
(Continues)
2017/5/25 - 20:33
Song Itineraries:
Donald Trump
Old Mother Reagan
[1986]
Scritta da Gordon Gano
Il brano di 30' che apre l'album “The Blind Leading the Naked”
Ronald Reagan immaginato come una vecchiaccia cattiva che cerca di entrare in paradiso ma viene fermata sulla porta...
Scritta da Gordon Gano
Il brano di 30' che apre l'album “The Blind Leading the Naked”
Ronald Reagan immaginato come una vecchiaccia cattiva che cerca di entrare in paradiso ma viene fermata sulla porta...
Old Mother Reagan
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/5/25 - 08:31
Operation Rescue
Album: Against the Grain (1990)
It's an S.O.S.. sent out telepathically
(Continues)
(Continues)
2017/5/25 - 05:00
Song Itineraries:
Antiwar Anticlerical, Violence on Women: just like and worse than war
America Is
[1980s]
Scritta da Gordon Gano, fondatore e leader della band di Milwaukee, Wisconsin
Nella raccolta “Add It Up (1981-1993)”, pubblicata nel 1993
Finalmente il primo brano dei Violent Femmes sulle CCG!!!
Una canzone poco conosciuta, risalente quasi di sicuro agli anni 80 in pieno, eppure così attuale.
A proposito di “America is the home of the hypocrite”, in questi giorni sentivo distrattamente i GR che raccontavano del tour mondiale di Trump, che prima è andato dai sauditi per vender loro - e (in)direttamente all'ISIS – 110 miliardi di dollari di armi, poi è andato in Israele a parlare di pace, poi è andato dal Papa e gli ha regalato un libro coi discorsi di Martin Luther King e gli ha promesso 300 milioni di dollari “per combattere la fame nel mondo”...
110 miliardi di luride armi agli schifosi sceicchi sunniti salafiti, la solita fola della pace in Medio Oriente e 300 miseri milioni... (Continues)
Scritta da Gordon Gano, fondatore e leader della band di Milwaukee, Wisconsin
Nella raccolta “Add It Up (1981-1993)”, pubblicata nel 1993
Finalmente il primo brano dei Violent Femmes sulle CCG!!!
Una canzone poco conosciuta, risalente quasi di sicuro agli anni 80 in pieno, eppure così attuale.
A proposito di “America is the home of the hypocrite”, in questi giorni sentivo distrattamente i GR che raccontavano del tour mondiale di Trump, che prima è andato dai sauditi per vender loro - e (in)direttamente all'ISIS – 110 miliardi di dollari di armi, poi è andato in Israele a parlare di pace, poi è andato dal Papa e gli ha regalato un libro coi discorsi di Martin Luther King e gli ha promesso 300 milioni di dollari “per combattere la fame nel mondo”...
110 miliardi di luride armi agli schifosi sceicchi sunniti salafiti, la solita fola della pace in Medio Oriente e 300 miseri milioni... (Continues)
America is
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/5/24 - 23:02
Kamikaze Cappa
1986
Emotional
Dedicata a Robert Capa, morto in Indocina nel 1954. Uno dei più famosi fotografi di guerra. Si veda anche Taro, dedicata a Capa e a Gerda Taro, compagna del fotografo, morta durante la guerra di Spagna nel 1937.
« Capa sapeva che cosa cercare e che cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un'emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell'emozione conoscendola da vicino. »
(John Steinbeck in occasione della pubblicazione commemorativa di alcune foto di Capa)
E in effetti Capa non fotografa gli avvenimenti, ma l'effetto che gli avvenimenti fanno sulle persone:
Emotional
Dedicata a Robert Capa, morto in Indocina nel 1954. Uno dei più famosi fotografi di guerra. Si veda anche Taro, dedicata a Capa e a Gerda Taro, compagna del fotografo, morta durante la guerra di Spagna nel 1937.
« Capa sapeva che cosa cercare e che cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto un'emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell'emozione conoscendola da vicino. »
(John Steinbeck in occasione della pubblicazione commemorativa di alcune foto di Capa)
E in effetti Capa non fotografa gli avvenimenti, ma l'effetto che gli avvenimenti fanno sulle persone:
Going with Company "E" to the first wave
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2017/5/24 - 14:36
Love and War
(2017)
Featuring John Fogerty
Album: Love and War
Una collaborazione con il cantante dei Creedence Clearwater Revival per denunciare il trattamento riservato negli Stati Uniti ai veterani del Vietnam ma anche dell'Iraq.
Featuring John Fogerty
Album: Love and War
Una collaborazione con il cantante dei Creedence Clearwater Revival per denunciare il trattamento riservato negli Stati Uniti ai veterani del Vietnam ma anche dell'Iraq.
He was nineteen
(Continues)
(Continues)
2017/5/21 - 22:48
The Promise
(2016)
dalla colonna sonora del film di Terry George The Promise
Orchestrazione di Paul Buckmaster
L'ultima canzone registrata da Chris Cornell prima della sua morte. Pubblicata come singolo il 10 marzo 2017.
La canzone di chiusura del film The Promise, dedicato al genocidio armeno.
Quando il produttore cinematografico Eric Esrailian contattò il cantante perché scrivesse una canzone per il film, Cornell accettò subito perché l'argomento lo aveva toccato. Inoltre la famiglia della moglie di Cornell, che è di origine greca, era stata vittima delle persecuzioni ottomane, che non avevano toccato solo gli armeni ma anche altre popolazioni non turche.
All'inizio Cornell pensò che Serj Tankian dei System Of A Down (che è di origine armena e che aveva già scritto varie canzoni che parlavano del genocidio) sarebbe stata la persona più adatta a scrivere una canzone per il film. Poi si convinse... (Continues)
dalla colonna sonora del film di Terry George The Promise
Orchestrazione di Paul Buckmaster
L'ultima canzone registrata da Chris Cornell prima della sua morte. Pubblicata come singolo il 10 marzo 2017.
La canzone di chiusura del film The Promise, dedicato al genocidio armeno.
Quando il produttore cinematografico Eric Esrailian contattò il cantante perché scrivesse una canzone per il film, Cornell accettò subito perché l'argomento lo aveva toccato. Inoltre la famiglia della moglie di Cornell, che è di origine greca, era stata vittima delle persecuzioni ottomane, che non avevano toccato solo gli armeni ma anche altre popolazioni non turche.
All'inizio Cornell pensò che Serj Tankian dei System Of A Down (che è di origine armena e che aveva già scritto varie canzoni che parlavano del genocidio) sarebbe stata la persona più adatta a scrivere una canzone per il film. Poi si convinse... (Continues)
If I had nothing to my name
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lorenzo 2017/5/19 - 22:34
Song Itineraries:
The Armenian Genocide
One Small Voice
1982
Re-released in 2017
I wrote the words and music for the song “One Small Voice” in 1982. More than two decades later I re-recorded it because I wanted a version without synthesizers. I had forgotten about the second recording until January 20, 2017.
On January 21, 2017 men, women, and children of all ages with a variety of political views marched peacefully in “Women’s Marches” on seven continents around the world. I marched in a snowstorm in Stanley, Idaho (pop. 63) with 29 other people comprising half the town. I carried a handmade sign that said “One Small Voice” because I’ve never stopped believing that one small voice plus millions of other small voices is exactly how we change the world.
I’m making the updated recording of “One Small Voice” available to everyone because it will take the strength and persistence of many small voices to overcome the lies of the loudest voice with our message of truth, dignity, and decency.
huffington post
Re-released in 2017
I wrote the words and music for the song “One Small Voice” in 1982. More than two decades later I re-recorded it because I wanted a version without synthesizers. I had forgotten about the second recording until January 20, 2017.
On January 21, 2017 men, women, and children of all ages with a variety of political views marched peacefully in “Women’s Marches” on seven continents around the world. I marched in a snowstorm in Stanley, Idaho (pop. 63) with 29 other people comprising half the town. I carried a handmade sign that said “One Small Voice” because I’ve never stopped believing that one small voice plus millions of other small voices is exactly how we change the world.
I’m making the updated recording of “One Small Voice” available to everyone because it will take the strength and persistence of many small voices to overcome the lies of the loudest voice with our message of truth, dignity, and decency.
huffington post
The Emperor’s got no clothes on
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2017/5/19 - 17:37
Song Itineraries:
Donald Trump
Ground Zero
Album: "Scream" (2009)
(Chris Cornell)
"To me, it's sort of about the lingering aspect of [9/11] that is used to kind of create support for things that haven't been very good for our country or the citizens of our country. I've felt like, with the Bush administration, whenever they're in crisis, they'll suddenly pull out a terror alert - a code orange scenario, which I run into constantly, because I'm in airports so often. They don't ever have to say why, just that it's a matter of national security. And with the conservative right, part of the platform right now in the election is 'Be afraid of terror, be afraid of terrorists. Look at 9/11 - we need an administration and a president who knows how to go out, kick ass, take names and keep us safe.' That's what got us into Iraq in the first place. [That tactic] certainly helped, and I think [9/11 was] a key factor in Bush winning a second term. To me, the song is about how awful 9/11 was, but stresses that we've got to let go of that to move on peacefully."
(Chris Cornell)
The speaker on?
(Continues)
(Continues)
2017/5/19 - 00:01
Song Itineraries:
September, 11: Attack on New York
The Times They Are a-Changing Back
2017
Sulla musica di The Times They Are A-Changin'
"I wrote these lyrics within half an hour of seeing Donald Trump's inaugural speech last Friday evening and played it in Salisbury that night. With apologies to Bob Dylan."
Sulla musica di The Times They Are A-Changin'
"I wrote these lyrics within half an hour of seeing Donald Trump's inaugural speech last Friday evening and played it in Salisbury that night. With apologies to Bob Dylan."
Come gather around people wherever you roam
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2017/5/18 - 12:50
Song Itineraries:
Donald Trump
Talk About the Passion
[1983]
Scritta da Bill Berry, Peter Buck, Mike Mills e Michael Stipe
In “Murmur”, album d'esordio della band di Athens, Georgia
Una canzone sull'ingiustizia che domina il mondo e, più precisamente – come ebbe a dire lo stesso Michael Stipe - sulla fame che attanaglia tanti esseri umani privi di tutto mentre “una nave da guerra costa 910 milioni di dollari” (nel 1987)
Il video del brano fu girato alcuni anni dopo e mostra immagini di degrado urbano, di reietti e di homeless che si accompagnano a quelle di navi da guerra all'ormeggio.
Scritta da Bill Berry, Peter Buck, Mike Mills e Michael Stipe
In “Murmur”, album d'esordio della band di Athens, Georgia
Una canzone sull'ingiustizia che domina il mondo e, più precisamente – come ebbe a dire lo stesso Michael Stipe - sulla fame che attanaglia tanti esseri umani privi di tutto mentre “una nave da guerra costa 910 milioni di dollari” (nel 1987)
Il video del brano fu girato alcuni anni dopo e mostra immagini di degrado urbano, di reietti e di homeless che si accompagnano a quelle di navi da guerra all'ormeggio.
Empty prayer, empty mouths combien reaction
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/5/15 - 13:55
Gdeim Izik
Testo in inglese dal libretto dell'album
GDEIM IZIK
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2017/5/13 - 23:36
Problem, Reaction, Solution
(2008)
Album: Sharing Space
Album: Sharing Space
Through my heart
(Continues)
(Continues)
2017/5/13 - 00:34
Sir Aldingar
Child #59
Dal Percy's Folio
From the Percy's Folio
1. Thomas Percy, Reliques of Ancient English Poetry (1765)
2. Sir Walter Scott, Minstrelsy of the Scottish Border (1803)
Nessuna melodia tradizionale è pervenuta.
No traditional tune is extant.
Musica non originale e interpretazione / Non-original music and performance:
a. 1985, Kornog, Ar seizh avel ("Sui sette vènti / On Seven Winds)
b. Francis Elder, 2013.
Nei miei « salti all'indietro » eccomi arrivato, o tornato, a Sir Aldingar (da pronunciarsi Òldingar). Dico « tornato » , perché, nella mia storia personale, questa ballata ha uno status del tutto particolare. Talmente particolare, perché legato ad un particolarissimo periodo della mia vita, da avermi fatto assumere, per un certo tempo, lo pseudonimo (o « nickname ») di "Aldingar" nelle prime cose che scrivevo in Rete (una Rete pressoché preistorica, e che non esiste più).... (Continues)
Dal Percy's Folio
From the Percy's Folio
1. Thomas Percy, Reliques of Ancient English Poetry (1765)
2. Sir Walter Scott, Minstrelsy of the Scottish Border (1803)
Nessuna melodia tradizionale è pervenuta.
No traditional tune is extant.
Musica non originale e interpretazione / Non-original music and performance:
a. 1985, Kornog, Ar seizh avel ("Sui sette vènti / On Seven Winds)
b. Francis Elder, 2013.
Nei miei « salti all'indietro » eccomi arrivato, o tornato, a Sir Aldingar (da pronunciarsi Òldingar). Dico « tornato » , perché, nella mia storia personale, questa ballata ha uno status del tutto particolare. Talmente particolare, perché legato ad un particolarissimo periodo della mia vita, da avermi fatto assumere, per un certo tempo, lo pseudonimo (o « nickname ») di "Aldingar" nelle prime cose che scrivevo in Rete (una Rete pressoché preistorica, e che non esiste più).... (Continues)
Our king he kept a ffalse steward
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2017/5/12 - 22:11
Factory
[1982]
Parole di Stan Ridgway
Musica dei Wall of Voodoo (Joe Nanini, Chas T. Gray, Stan Ridgway, Marc Moreland)
Nell'album intitolato “Call of the West”, lo stesso della hit “Mexican Radio” che quell'anno le radio mettevano a palla.
Parole di Stan Ridgway
Musica dei Wall of Voodoo (Joe Nanini, Chas T. Gray, Stan Ridgway, Marc Moreland)
Nell'album intitolato “Call of the West”, lo stesso della hit “Mexican Radio” che quell'anno le radio mettevano a palla.
Now, I know I had something to say
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/5/12 - 17:02
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Where Do We Go From Here?
(1996)
Album: Rising
Esiste anche una versione remixata da Tricky
Da un album ispirato ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki (vedi anche Warzone), una canzone in cui Yoko Ono si chiede se l'umanità sarà mai stanca del sangue e dell'orrore.
Album: Rising
Esiste anche una versione remixata da Tricky
Da un album ispirato ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki (vedi anche Warzone), una canzone in cui Yoko Ono si chiede se l'umanità sarà mai stanca del sangue e dell'orrore.
Where do we go from here?
(Continues)
(Continues)
2017/5/9 - 23:22
Song Itineraries:
Hiroshima and Nagasaki 広島市 - 長崎市
Sisters, O Sisters
(1972)
dall'album di John Lennon & Yoko Ono "Some Time in New York City"
Un potente inno femminista e probabilmente una delle migliori interpretazioni di Yoko Ono. Sul disco arrivava subito dopo Woman Is The Nigger Of The World a cui si riallacciava tematicamente, e fu pubblicata anche come lato B nel singolo.
Incisa insieme alla band degli Elephant's Memory, era stata pensata originariamente come un pezzo reggae e in effetti risente delle sonorità giamaicane. Piu recentemente è stata rivisitata in chiave elettronica da Yoko Ono con Le Tigre.
dall'album di John Lennon & Yoko Ono "Some Time in New York City"
Un potente inno femminista e probabilmente una delle migliori interpretazioni di Yoko Ono. Sul disco arrivava subito dopo Woman Is The Nigger Of The World a cui si riallacciava tematicamente, e fu pubblicata anche come lato B nel singolo.
Incisa insieme alla band degli Elephant's Memory, era stata pensata originariamente come un pezzo reggae e in effetti risente delle sonorità giamaicane. Piu recentemente è stata rivisitata in chiave elettronica da Yoko Ono con Le Tigre.
Sisters, O sisters, let's stand up right now
(Continues)
(Continues)
2017/5/8 - 22:37
Song Itineraries:
Violence on Women: just like and worse than war
Taliban Tour
[2010] - Evolve Or Die!
Il testo è semplice, esplicito, una condanna forte dei danni collaterali della guerra perpetrata con la scusa del concetto di "esportazione della democrazia" e della violenza sui più deboli: i bimbi.
Il pezzo è stato utilizzato dal collettivo Fontioni al minuto 4.45 per il video Free Palestina.
Il testo è semplice, esplicito, una condanna forte dei danni collaterali della guerra perpetrata con la scusa del concetto di "esportazione della democrazia" e della violenza sui più deboli: i bimbi.
Il pezzo è stato utilizzato dal collettivo Fontioni al minuto 4.45 per il video Free Palestina.
Alive in Baghdad
(Continues)
(Continues)
Contributed by eddy 2017/5/8 - 06:51
Make Love Not War
(2017)
Non si sono purtroppo qualificati per rappresentare l'Estonia all'Eurovision 2017... Si tratta comunque di una interessante band jazz - funk con la particolarità che i testi delle loro canzoni sono scritti in lingua elfica. Purtroppo non c'è traccia del testo originale (nessun elfo si è messo a trascriverlo!) e dobbiamo proporre la traduzione inglese.
Non si sono purtroppo qualificati per rappresentare l'Estonia all'Eurovision 2017... Si tratta comunque di una interessante band jazz - funk con la particolarità che i testi delle loro canzoni sono scritti in lingua elfica. Purtroppo non c'è traccia del testo originale (nessun elfo si è messo a trascriverlo!) e dobbiamo proporre la traduzione inglese.
Finland
(Continues)
(Continues)
2017/5/7 - 22:06
Song Itineraries:
Make Love, Not War
Se questo è un uomo
English version by Riccardo Venturi
30 gennaio / January 30, 2007
30 gennaio / January 30, 2007
IF IT IS A MAN*
(Continues)
(Continues)
Contributed by RV 2017/5/6 - 19:52
La storia di Bortolo Pezzuti
L’11 novembre di ogni anno, in Canada, è il Remembrance day, il giorno in cui il paese si ferma – alle 11 di mattina – in ricordo dei caduti canadesi in tutte le guerre. È una data molto sentita, tanto nel 2001, a due mesi esatti dall’attacco terroristico a New York e a Washington.
Rick Ouston, il giornalista canadese che ha seguito di persona tutto il processo di primo grado a Verona, sollevando nella sua città lo scandalo della presenza a Vancouver di un criminale di guerra, ha pensato che bisognasse fare qualcosa per ricordare questo scandalo nel giorno in cui si commemorano le vittime delle guerre. Rick ha scritto al nostro sito, e in pochi giorni abbiamo trovato la soluzione. Mary Rizzo, italo-americana che collaborava con noi come traduttrice, si è messa prontamente a disposizione. Insieme abbiamo riletto "Bortolo e l’ebreeta", di Egidio Meneghetti; Mary ha tradotto in inglese il testo;... (Continues)
Rick Ouston, il giornalista canadese che ha seguito di persona tutto il processo di primo grado a Verona, sollevando nella sua città lo scandalo della presenza a Vancouver di un criminale di guerra, ha pensato che bisognasse fare qualcosa per ricordare questo scandalo nel giorno in cui si commemorano le vittime delle guerre. Rick ha scritto al nostro sito, e in pochi giorni abbiamo trovato la soluzione. Mary Rizzo, italo-americana che collaborava con noi come traduttrice, si è messa prontamente a disposizione. Insieme abbiamo riletto "Bortolo e l’ebreeta", di Egidio Meneghetti; Mary ha tradotto in inglese il testo;... (Continues)
And ceaselessly, night and day,
(Continues)
(Continues)
Contributed by dq82 2017/5/5 - 10:19
Home From the War
(2014)
Album: Cry for My Country
Album: Cry for My Country
I was no more than a boy in 1963
(Continues)
(Continues)
2017/4/30 - 01:02
Song Itineraries:
War in Vietnam: Veterans and consequences
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