Song Itinerary Extermination camps
די בלײַענע פּלאַטן פֿון ראָמס דרוקערײַ
מיר האָבן װי פֿינגער געשטרעקטע דורך גראַטן [1]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2021/5/29 - 00:15
Song Itineraries:
Antifa AWS: Militant antifascism, Extermination camps, Ghettos, Rom, Racism, Porrajmos
געזאַנג פֿון אַ יידישן דיכטער אין 1943
Gezang fun a yidishn dikhter in 1943
[1943]
[1943]
צי בין איך דער לעצטער פּאָעט אין אייראָפּע? [1]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2021/5/27 - 13:03
Song Itineraries:
Extermination camps
Filastrocca per il Giorno della Memoria
Ogni anno il 27 gennaio si celebra il "Giorno della Memoria" per commemorare le vittime della Shoah. Ecco una significativa filastrocca, scritta da Mimmo Mòllica, per ricordare questo importante giorno.
Il 27 gennaio 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz: tale liberazione è considerata simbolo universale della tragedia dell'Olocausto, per tutta l'Europa.
La «Filastrocca per il Giorno della Memoria» - Nostrofiglio.it
Il 27 gennaio 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz: tale liberazione è considerata simbolo universale della tragedia dell'Olocausto, per tutta l'Europa.
«Tanto grande è il rischio di dimenticare, che occorrerebbe un anniversario di Auschwitz al giorno», scrive Elisa Springer, scrittrice di origine ebraica, superstite dell'Olocausto.
«Meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti. Tutti devono sapere, o ricordare, che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dèi» (Primo Levi).
«Meditare su quanto è avvenuto è un dovere di tutti. Tutti devono sapere, o ricordare, che Hitler e Mussolini, quando parlavano pubblicamente, venivano creduti, applauditi, ammirati, adorati come dèi» (Primo Levi).
La «Filastrocca per il Giorno della Memoria» - Nostrofiglio.it
Non ci sono razze superiori,
(Continues)
(Continues)
Contributed by River 2021/3/3 - 16:28
Song Itineraries:
Extermination camps
S'envolent les colombes
S'envolent les colombes
[ 1984 ]
شعر / Poésie / Poesia / A Poem by / שירה / Runo :
Mahmud Darwish
موسيقى / Musique / Musica / Music / מוזיקה / Sävel:
Rodolphe Burger
Premessa
Assedio delle lodi al mare / Hisâr li-madâ'ih al-bahr [حصار لمدائح البحر ] è una raccolta di Mahmoud Darwish del 1984 che comprende tre poesie , tra cui S'envolent les colombes. Non è stata tradotta in italiano. In francese è nota con il titolo Blocus pour panégyriques de la mer, in inglese A siege for the sea eulogies.
Fu la prima raccolta che Darwish scrisse mentre era segnato dal secondo esilio, poco più di un anno dopo la sua partenza dal Libano a seguito dell’invasione israeliana e dell’assedio di Beirut.
Tra le dichiarazioni, rilasciate dall’autore qualche anno dopo, ci sembra che le tre seguenti siano emblematiche del poeta e dell’uomo Mahmoud Darwish:
“If they do teach my poetry, they... (Continues)
[ 1984 ]
شعر / Poésie / Poesia / A Poem by / שירה / Runo :
Mahmud Darwish
موسيقى / Musique / Musica / Music / מוזיקה / Sävel:
Rodolphe Burger
Premessa
Assedio delle lodi al mare / Hisâr li-madâ'ih al-bahr [حصار لمدائح البحر ] è una raccolta di Mahmoud Darwish del 1984 che comprende tre poesie , tra cui S'envolent les colombes. Non è stata tradotta in italiano. In francese è nota con il titolo Blocus pour panégyriques de la mer, in inglese A siege for the sea eulogies.
Fu la prima raccolta che Darwish scrisse mentre era segnato dal secondo esilio, poco più di un anno dopo la sua partenza dal Libano a seguito dell’invasione israeliana e dell’assedio di Beirut.
Tra le dichiarazioni, rilasciate dall’autore qualche anno dopo, ci sembra che le tre seguenti siano emblematiche del poeta e dell’uomo Mahmoud Darwish:
“If they do teach my poetry, they... (Continues)
S’envolent les colombes.
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2021/2/2 - 20:25
Song Itineraries:
Bridges, Exiles and exilees, Extermination camps, The Palestinian Holocaust, Vittorio Arrigoni
Piccolo David
E' nata dopo aver letto il libro di Enzo Biagi "1943 e dintorni" e successivamente "Il diario di Dawid Rubinowicz" cui la canzone è dedicata.
Il nome che ti han dato bello ed importante
(Continues)
(Continues)
Contributed by Gianni Barnini 2021/2/1 - 22:57
Song Itineraries:
Extermination camps
La mia storia
Anonymous
2021
Canzone scritta e cantata in occasione della giornata della memoria da una ragazza della scuola secondaria Francesco Baracca di Roma.
Dalla trasmissione di Radio Pisacane, più semo mejo radio
Canzone scritta e cantata in occasione della giornata della memoria da una ragazza della scuola secondaria Francesco Baracca di Roma.
Dalla trasmissione di Radio Pisacane, più semo mejo radio
La mia storia è complicata
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2021/1/31 - 18:03
Song Itineraries:
Extermination camps
שלאָף מײַן קינד, שלאָף כסדר
Shlof mayn kind, Shlof keseyder
[ XIX sec ? ]
ליריקס און מוזיק / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / النص والموسيقى / Sanat ja sävel:
אַנאָנימע /Anonimo / Anonymous / Anonyme / مجهول / Nimeämätön
פּערפאָרמער / Interpreti / Performed by / Interprétée par / مطرب / Laulavat :
1. Paul Robeson
אלבאם / Album /الألبوم : Shlof, Mein Kind (Sleep, My Child)
2. Tania Solnik
אלבאם / Album /الألبوم :From Generation To Generation: A Legacy Of Lullabies [1993]
La vig lid [ ninna nanna ] Shlof mayn kind, Shlof keseyder fu riscoperta da Ruth Rubin. E’ riportata nel suo libro postumo Yiddish Folksongs from the Ruth Rubin Archive. Nella sua raccolta di 2000 canti yiddish, raccolti con cura per un quarantennio, questa struggente ninnananna fu registrata nel nastro n. 42
Ruth si trovò spesso a partecipare ai concerti folk anche con Paul Robeson.
L’interpretazione di... (Continues)
[ XIX sec ? ]
ליריקס און מוזיק / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / النص والموسيقى / Sanat ja sävel:
אַנאָנימע /Anonimo / Anonymous / Anonyme / مجهول / Nimeämätön
פּערפאָרמער / Interpreti / Performed by / Interprétée par / مطرب / Laulavat :
1. Paul Robeson
אלבאם / Album /الألبوم : Shlof, Mein Kind (Sleep, My Child)
2. Tania Solnik
אלבאם / Album /الألبوم :From Generation To Generation: A Legacy Of Lullabies [1993]
La vig lid [ ninna nanna ] Shlof mayn kind, Shlof keseyder fu riscoperta da Ruth Rubin. E’ riportata nel suo libro postumo Yiddish Folksongs from the Ruth Rubin Archive. Nella sua raccolta di 2000 canti yiddish, raccolti con cura per un quarantennio, questa struggente ninnananna fu registrata nel nastro n. 42
Ruth si trovò spesso a partecipare ai concerti folk anche con Paul Robeson.
L’interpretazione di... (Continues)
שלאָף מײַן קינד, שלאָף כסדר [1]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2021/1/29 - 20:22
שלאָף מײַן קינד
Shlof mayn kind
[1892]
ליריקס / Testo / Lyrics / Paroles / متن ترانه / Sanat:
Sholem Aleichem [שלום עליכם]
מוזיק / Musica / Music / Musique / موسیقی / Sävel:
Dovid Kovanovsky
1. פּערפאָרמער / Interpreti / Performed by / Interprétée par / مطرب / Laulavat :
Inna Barmash
אלבאם / Album / الألبوم :
Yiddish Lullabies & Love Songs [2013]
2. פּערפאָרמער / Interpreti / Performed by / Interprétée par / مطرب / Laulavat :
Lucette Van Den Berg
אלבאם / Album / الألبوم :
Shlof mayn kind [2020]
Dall’enciclopedia Yivo:
The lullaby “Shlof mayn kind” (Sleep my child) by Sholem Aleichem, first printed in Odessa in 1892, became folklorized by 1901, after it was submitted to collectors with changes by five individuals from different localities.
Parlando di canzoni folk Yiddish non si può fare a meno di tributare una menzione a Ruth Rubin. Dobbiamo a lei la diffusione anche di questa... (Continues)
[1892]
ליריקס / Testo / Lyrics / Paroles / متن ترانه / Sanat:
Sholem Aleichem [שלום עליכם]
מוזיק / Musica / Music / Musique / موسیقی / Sävel:
Dovid Kovanovsky
1. פּערפאָרמער / Interpreti / Performed by / Interprétée par / مطرب / Laulavat :
Inna Barmash
אלבאם / Album / الألبوم :
Yiddish Lullabies & Love Songs [2013]
2. פּערפאָרמער / Interpreti / Performed by / Interprétée par / مطرب / Laulavat :
Lucette Van Den Berg
אלבאם / Album / الألبوم :
Shlof mayn kind [2020]
Dall’enciclopedia Yivo:
The lullaby “Shlof mayn kind” (Sleep my child) by Sholem Aleichem, first printed in Odessa in 1892, became folklorized by 1901, after it was submitted to collectors with changes by five individuals from different localities.
Parlando di canzoni folk Yiddish non si può fare a meno di tributare una menzione a Ruth Rubin. Dobbiamo a lei la diffusione anche di questa... (Continues)
שלאָף, מייַן קינד, מייַן קרוין, מייַן שיינער, [1]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2020/12/28 - 22:00
Umschlagplatz
[2008]
Versi di Guido Ceronetti (1927-2018), poeta e molto altro.
Nella raccolta "Le ballate dell'angelo ferito", pubblicata nel 2009
Sulla figura di Janusz Korczak si vedano Kartka z dziennika Akcji e Maestro Goldszmit
Versi di Guido Ceronetti (1927-2018), poeta e molto altro.
Nella raccolta "Le ballate dell'angelo ferito", pubblicata nel 2009
Sulla figura di Janusz Korczak si vedano Kartka z dziennika Akcji e Maestro Goldszmit
Umschlagplatz. Posto di smistamento. Era il luogo dove i treni dei deportati dal ghetto di Varsavia erano fatti sgomberare: là c'era una linea secondaria che portava i prigionieri a Treblinka, dove li attendevano le camere a gas. Korczak era un famoso educatore che poteva avere salva la vita, ma volle accompagnare i suoi piccoli ebrei orfani fino all'ultima destinazione, condividendone la sorte -1942-
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2020/9/11 - 13:25
Song Itineraries:
Child Abuse, Extermination camps
Pieśń o Wandzie z Ravensbrücku
Sachsenhausen 1944
Lyrics and music / Testo e musica: Aleksander Kulisiewicz
For conspiring to kill a Nazi officer, the Germans sent Kulisiewicz's teenage half-sister Łucja to the Ravensbrück concentration camp in 1944. On learning of her imprisonment, Kulisiewicz wrote this ballad, a fantasy-compilation of childhood legends and folktales whose villains, heroes, and strange, twisting plots brought to mind aspects of his own experience of life in a concentration camp. In the song, the wolf is based on the title character of a favorite childhood tale of Kulisiewicz, Bajka o żelaznym wilku (Story of the Steel Wolf, 1911) of Wacław Sieroszewski. The dragon was a legendary nemesis of early Polish settlers. Krak was a mythical dragon-slayer and founder of Krakow. Queen Wanda succeeded to the throne upon the death of her father, Krak, but drowned herself in the Vistula River rather than marry... (Continues)
Lyrics and music / Testo e musica: Aleksander Kulisiewicz
For conspiring to kill a Nazi officer, the Germans sent Kulisiewicz's teenage half-sister Łucja to the Ravensbrück concentration camp in 1944. On learning of her imprisonment, Kulisiewicz wrote this ballad, a fantasy-compilation of childhood legends and folktales whose villains, heroes, and strange, twisting plots brought to mind aspects of his own experience of life in a concentration camp. In the song, the wolf is based on the title character of a favorite childhood tale of Kulisiewicz, Bajka o żelaznym wilku (Story of the Steel Wolf, 1911) of Wacław Sieroszewski. The dragon was a legendary nemesis of early Polish settlers. Krak was a mythical dragon-slayer and founder of Krakow. Queen Wanda succeeded to the throne upon the death of her father, Krak, but drowned herself in the Vistula River rather than marry... (Continues)
Była bajka o złym wilku,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/8/25 - 17:30
Song Itineraries:
Extermination camps
Moja brama
Sachsenhausen 1944
Lyrics / Testo: Aleksander Kulisiewicz
Music / Musica: Zsigmond Lajos Kertész [1876-1953] (“Szép a rózsám”, 1933)
One form of torture routinely meted out at Sachsenhausen went under the innocent name of “Sport”. “My gate” recalls a typically malicious competition devised by the SS, the “Indian Dance”. As guards barked out the moves, prisoners were forced rapidly to raise their arms, look to the sky, whirl around, drop to the ground and stand again. This sequence would be repeated over and over. Kulisiewicz reports that inmates “vomited after such 'dancing', that the entire Apellplatz [assembly area] swayed before one's eyes, and with it the damned gate of the SS command”. Kulisiewicz first heard this popular central European tune sung to the Serbo-Croatian lyric, “Moja mala nema mane”.
Una forma di tortura comminata normalmente a Sachsenhausen andava sotto l'innocente... (Continues)
Lyrics / Testo: Aleksander Kulisiewicz
Music / Musica: Zsigmond Lajos Kertész [1876-1953] (“Szép a rózsám”, 1933)
One form of torture routinely meted out at Sachsenhausen went under the innocent name of “Sport”. “My gate” recalls a typically malicious competition devised by the SS, the “Indian Dance”. As guards barked out the moves, prisoners were forced rapidly to raise their arms, look to the sky, whirl around, drop to the ground and stand again. This sequence would be repeated over and over. Kulisiewicz reports that inmates “vomited after such 'dancing', that the entire Apellplatz [assembly area] swayed before one's eyes, and with it the damned gate of the SS command”. Kulisiewicz first heard this popular central European tune sung to the Serbo-Croatian lyric, “Moja mala nema mane”.
Una forma di tortura comminata normalmente a Sachsenhausen andava sotto l'innocente... (Continues)
Moja, moja, moja brama -
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/8/23 - 09:27
Song Itineraries:
Extermination camps
Zimno, panie!
Sachsenhausen, 1944
Music / Musica: Unidentified / Non identificata
At Sachsenhausen, certain members of the Polish gentry sought to preserve their high-caste status by co-operating with the camp command. "It's cold, Sir!" challenges this "turncoat" behavior by ridiculing two upper-class Prominents, pseudonymously called Lulusiński and The Count. Both were informers, responsible for denouncing numerous underground activists to the Reich criminal police. Kulisiewicz's impudent gesture itself met with reprisal. In the middle of the night, in February 1945, he was pulled from his barrack and interrogated by the SS. The police, not surprisingly, had been acting on a "tip" provided by collaborationist friends of Lulusiński and "The Count". "Nice, warm dame" is a sly reference to the "Puff" (brothel) Kulisiewicz attests had begun operating in Sachsenhausen in 1944.
Disegno di Wiktor Simiński... (Continues)
Music / Musica: Unidentified / Non identificata
At Sachsenhausen, certain members of the Polish gentry sought to preserve their high-caste status by co-operating with the camp command. "It's cold, Sir!" challenges this "turncoat" behavior by ridiculing two upper-class Prominents, pseudonymously called Lulusiński and The Count. Both were informers, responsible for denouncing numerous underground activists to the Reich criminal police. Kulisiewicz's impudent gesture itself met with reprisal. In the middle of the night, in February 1945, he was pulled from his barrack and interrogated by the SS. The police, not surprisingly, had been acting on a "tip" provided by collaborationist friends of Lulusiński and "The Count". "Nice, warm dame" is a sly reference to the "Puff" (brothel) Kulisiewicz attests had begun operating in Sachsenhausen in 1944.
Disegno di Wiktor Simiński... (Continues)
Był sobie prominencik
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/8/17 - 07:46
Song Itineraries:
Extermination camps
Dicke Luft!
Sachsenhausen 1943
Lyrics and music: Aleksander Kulisiewicz
Testo e musica: Aleksander Kulisiewicz
Es gibt dicke Luft! (“thick air coming!”) was the byword at Sachsenhausen when authorities threatened to break up a liaison between homosexual inmates. The persecution of gay prisoners peaked in the summer of 1942 when the Gestapo systematically delivered “registered homosexuals” -those marked by a pink triangle- to the Strafkompanie (punishment unit), an often fatal assignment. Homosexual activity nevertheless remained a fixture of life, notably among the so-called “asocial” (black triangle) and “criminal” (green triangle) prisoners. Of these, certain Prominents -privileged and protected inmates- managed to organize occasional get-together at their cell-blocks, complete with music and dancing. Kulisiewicz reports that in early November 1943, he was approached by a “green badge” prisoner... (Continues)
Lyrics and music: Aleksander Kulisiewicz
Testo e musica: Aleksander Kulisiewicz
Es gibt dicke Luft! (“thick air coming!”) was the byword at Sachsenhausen when authorities threatened to break up a liaison between homosexual inmates. The persecution of gay prisoners peaked in the summer of 1942 when the Gestapo systematically delivered “registered homosexuals” -those marked by a pink triangle- to the Strafkompanie (punishment unit), an often fatal assignment. Homosexual activity nevertheless remained a fixture of life, notably among the so-called “asocial” (black triangle) and “criminal” (green triangle) prisoners. Of these, certain Prominents -privileged and protected inmates- managed to organize occasional get-together at their cell-blocks, complete with music and dancing. Kulisiewicz reports that in early November 1943, he was approached by a “green badge” prisoner... (Continues)
Miał, miał Ober-hau-hau
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/8/8 - 11:50
Sen o pokoju
Sachsenhausen, 1943
Music: Aleksander Kulisiewicz
Text: Zdzisław Karr-Jaworski, Aleksander Kulisiewicz
Sachsenhausen, 1943
Musica: Aleksander Kulisiewicz
Testo: Zdzisław Karr-Jaworski, Aleksander Kulisiewicz
In early 1942, Polish prisoners newly arrived at Sachsenhausen told Kulisiewicz about a “gorgeous and unforgettable” song they had heard at Gusen (a subcamp of Mauthausen), “Prisoner's Dream” (Sen więźnia). While the poem itself was memorable, no one could quite recall the original choral arrangement. Kulisiewicz, also struck by the poem, decided to create his own setting, in the process changing its title and eliminating certain nationalist and religious imagery. Some listeners protested, but Kulisiewicz felt the changes were necessary if (as he believed) an ecumenical spirit were to prevail among the culturally diverse prison population. “A song that presented a vision of peace”,... (Continues)
Music: Aleksander Kulisiewicz
Text: Zdzisław Karr-Jaworski, Aleksander Kulisiewicz
Sachsenhausen, 1943
Musica: Aleksander Kulisiewicz
Testo: Zdzisław Karr-Jaworski, Aleksander Kulisiewicz
In early 1942, Polish prisoners newly arrived at Sachsenhausen told Kulisiewicz about a “gorgeous and unforgettable” song they had heard at Gusen (a subcamp of Mauthausen), “Prisoner's Dream” (Sen więźnia). While the poem itself was memorable, no one could quite recall the original choral arrangement. Kulisiewicz, also struck by the poem, decided to create his own setting, in the process changing its title and eliminating certain nationalist and religious imagery. Some listeners protested, but Kulisiewicz felt the changes were necessary if (as he believed) an ecumenical spirit were to prevail among the culturally diverse prison population. “A song that presented a vision of peace”,... (Continues)
Śniła mi się nasza wioska,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/8/7 - 09:40
Song Itineraries:
Extermination camps
Tango truponoszów
Sachsenhausen, 1943.
Lyrics: Aleksander Kulisiewicz
Music: Wiktor Krupiński (“Po kieliszku”, Tadeusz Faliszewski, 1932)
Sachsenhausen, 1943
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Wiktor Krupiński (“Po kieliszku”, Tadeusz Faliszewski, 1932)
Quarantined to his barrack during an outbreak of typhus, Kulisiewicz conceived of the “Corpse-Carrier's Tango”, a ghoulish rejoinder to those in his audience who clamored for some “happy music”. The song's setting is the Sachsenhausen morgue, realm of the Sonderkommandos, prisoners whose “special detail” was to collect and dispose of the bodies of the camp's numerous dead. “To fully understand the tragic-parodic nature of this song”, Kulisiewicz noted, “one must recall the atmosphere of the 'corpse-cellar' detail, where the corpse-carrier, himself ofter near death, would nap for 10-15 minutes alongside the piles of naked, foul-smelling bodies”. Kulisiewicz... (Continues)
Lyrics: Aleksander Kulisiewicz
Music: Wiktor Krupiński (“Po kieliszku”, Tadeusz Faliszewski, 1932)
Sachsenhausen, 1943
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Wiktor Krupiński (“Po kieliszku”, Tadeusz Faliszewski, 1932)
Quarantined to his barrack during an outbreak of typhus, Kulisiewicz conceived of the “Corpse-Carrier's Tango”, a ghoulish rejoinder to those in his audience who clamored for some “happy music”. The song's setting is the Sachsenhausen morgue, realm of the Sonderkommandos, prisoners whose “special detail” was to collect and dispose of the bodies of the camp's numerous dead. “To fully understand the tragic-parodic nature of this song”, Kulisiewicz noted, “one must recall the atmosphere of the 'corpse-cellar' detail, where the corpse-carrier, himself ofter near death, would nap for 10-15 minutes alongside the piles of naked, foul-smelling bodies”. Kulisiewicz... (Continues)
Ta psiajucha Germania cholerna
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/8/6 - 15:18
Song Itineraries:
Extermination camps
Keren čhave
Anonymous
Lava thaj muzika / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Anonymous
Kinsztleri /Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Ando Drom
Album: Chants Tziganes De Hongrie
2. Csókolom
Album: The Very Best of Gipsy World (Le meilleur des tziganes et gitans du monde)
Agosto 1944. I Rom nel lager di Auschwitz
Danuta Czech (1922 - 2004) era una storica polacca dell'Olocausto e vicedirettrice del Museo statale di Auschwitz-Birkenau a Oświęcim, Polonia. È conosciuta per il suo libro Kalendarium wydarzen w obozie Koncentracyjnm Auschwitz-Birkenau 1939–1945 , nell’edizione inglese The Auschwitz Chronicle: 1939–1945 (1990) . In circa 1000 pagine Danuta Czech traccia la cronistoria del lager dalla costruzione sino alla liberazione.
Quello che segue è un estratto del suo libro sul 2 agosto 1944, un giorno terribile del Porrajmos di Rom... (Continues)
Anonymous
Kinsztleri /Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1. Ando Drom
Album: Chants Tziganes De Hongrie
2. Csókolom
Album: The Very Best of Gipsy World (Le meilleur des tziganes et gitans du monde)
Agosto 1944. I Rom nel lager di Auschwitz
Danuta Czech (1922 - 2004) era una storica polacca dell'Olocausto e vicedirettrice del Museo statale di Auschwitz-Birkenau a Oświęcim, Polonia. È conosciuta per il suo libro Kalendarium wydarzen w obozie Koncentracyjnm Auschwitz-Birkenau 1939–1945 , nell’edizione inglese The Auschwitz Chronicle: 1939–1945 (1990) . In circa 1000 pagine Danuta Czech traccia la cronistoria del lager dalla costruzione sino alla liberazione.
Quello che segue è un estratto del suo libro sul 2 agosto 1944, un giorno terribile del Porrajmos di Rom... (Continues)
Keren šavorale drom, te khêlel o puro řom,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2020/8/5 - 23:55
Song Itineraries:
Extermination camps, Rom, Racism, Porrajmos
טרעבלינקע דאָרט
Treblinke dort
[1943]
“Mi chiamo Frieda Radasky. Sono nata a Varsavia, in Polonia, e sono sopravvissuta al regime nazista durante la II guerra mondiale. Quando stavo nel ghetto di Varsavia, c'era una canzone popolare che descriveva l'orribile tragedia che stavano subendo gli Ebrei di Varsavia. Parlava di come le famiglie venivano portate alla Umschlagplatz tra il terrore e le grida, poiché sapevano che, una volta portati a Treblinka, non sarebbero mai ritornati.”
Nel 1943, Frieda Bursztyn Radasky lavorava nelle cucine di un deposito di carbone in un distretto di Varsavia situato all'esterno del Ghetto; il distretto si chiama, curiosamente, Praga. Le lavoratrici nelle cucine erano tutte giovani donne; da quel posto, potevano assistere quotidianamente alla deportazione di centinaia di ebrei dal Ghetto; molti dei deportati credevano (o volevano credere) alla propaganda nazista secondo la... (Continues)
[1943]
“Mi chiamo Frieda Radasky. Sono nata a Varsavia, in Polonia, e sono sopravvissuta al regime nazista durante la II guerra mondiale. Quando stavo nel ghetto di Varsavia, c'era una canzone popolare che descriveva l'orribile tragedia che stavano subendo gli Ebrei di Varsavia. Parlava di come le famiglie venivano portate alla Umschlagplatz tra il terrore e le grida, poiché sapevano che, una volta portati a Treblinka, non sarebbero mai ritornati.”
Nel 1943, Frieda Bursztyn Radasky lavorava nelle cucine di un deposito di carbone in un distretto di Varsavia situato all'esterno del Ghetto; il distretto si chiama, curiosamente, Praga. Le lavoratrici nelle cucine erano tutte giovani donne; da quel posto, potevano assistere quotidianamente alla deportazione di centinaia di ebrei dal Ghetto; molti dei deportati credevano (o volevano credere) alla propaganda nazista secondo la... (Continues)
עס איז אַ שטורם דורך די װעלט איז אױפֿגעגאַנגען, [1]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/7/28 - 07:57
Song Itineraries:
Extermination camps
דאָס זאַנגל
Dos zangl
[1943]
Parole / Lyrics / Paroles / Sanat: Hirsh Glik
Musica / Music / Musique / Sävel: Melodia popolare polacca / Polish folk tune / Mélodie populaire polonaise
Hirsh Glik -il cui cognome significa in yiddish, come il tedesco Glück, "fortuna"-, nato a Vilnius il 24 aprile 1922, verrà ricordato per sempre come l'autore di ciò che è diventato l'inno della Resistenza ebraica nei ghetti dell'Europa orientale: Zog nit keynmol. Ricordato? Chissà; si tratta di uno dei canti, probabilmente, più famosi della Storia intera, talmente famoso da averne (almeno in parte) oscurato l'autore. Hirsh Glik ebbe un'esistenza brevissima; la sua povera famiglia del ghetto di Vilnius (il padre era un modestissimo commerciante di vestiti usati) fu catturata dai nazisti nel 1941 e scomparve interamente. Hirsh fu deportato in un campo di lavori forzati in Polonia, Biała Waka, un'immensa torbiera in una... (Continues)
[1943]
Parole / Lyrics / Paroles / Sanat: Hirsh Glik
Musica / Music / Musique / Sävel: Melodia popolare polacca / Polish folk tune / Mélodie populaire polonaise
Hirsh Glik -il cui cognome significa in yiddish, come il tedesco Glück, "fortuna"-, nato a Vilnius il 24 aprile 1922, verrà ricordato per sempre come l'autore di ciò che è diventato l'inno della Resistenza ebraica nei ghetti dell'Europa orientale: Zog nit keynmol. Ricordato? Chissà; si tratta di uno dei canti, probabilmente, più famosi della Storia intera, talmente famoso da averne (almeno in parte) oscurato l'autore. Hirsh Glik ebbe un'esistenza brevissima; la sua povera famiglia del ghetto di Vilnius (il padre era un modestissimo commerciante di vestiti usati) fu catturata dai nazisti nel 1941 e scomparve interamente. Hirsh fu deportato in un campo di lavori forzati in Polonia, Biała Waka, un'immensa torbiera in una... (Continues)
בלאָנד ביסטו װי אַ זאַנגל, [1]
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2020/7/27 - 21:50
Song Itineraries:
Anti War Love Songs, Extermination camps
1939
2020
Fine delle Trasmissioni
Fine delle Trasmissioni
Mi avevi chiesto di non cercarti
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2020/6/25 - 12:15
Song Itineraries:
Extermination camps
Terezìn
1944
Questa poesia ci è arrivata in una copia dattiloscritta, in basso indica la data "IX.1944"
This poem is preserved in a typewritten copy. In the right corner, “IX. 1944” scritto a matita si legge:
"scritto da un bambino di 10-16 anni, dei blocchi L 318 and L 4176.”
La poesia non è firmata ma un maestro di Terezìn O. Klein, riconobbe Hanus Hachenberg come autore.
La poesia era già presente, in quanto presente nelle Songs of Children Cantata cantata in inglese, e Alla Statua dei Martiri di Gorla cantata parzialmente in italiano.
E' stata interpretata in inglese anche da Adrian Snell.
Questa poesia ci è arrivata in una copia dattiloscritta, in basso indica la data "IX.1944"
This poem is preserved in a typewritten copy. In the right corner, “IX. 1944” scritto a matita si legge:
"scritto da un bambino di 10-16 anni, dei blocchi L 318 and L 4176.”
La poesia non è firmata ma un maestro di Terezìn O. Klein, riconobbe Hanus Hachenberg come autore.
La poesia era già presente, in quanto presente nelle Songs of Children Cantata cantata in inglese, e Alla Statua dei Martiri di Gorla cantata parzialmente in italiano.
E' stata interpretata in inglese anche da Adrian Snell.
Ta troška špíny v špinavých zdech
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2020/6/12 - 17:18
Song Itineraries:
Extermination camps
משירי ארץ אהבתי
[1970]
Mishirei Eretz Ahavati
שירה / Poesia / A Poem by / Poésie / Runo:
לאה גולדברג /Lea Goldberg
לחן / Musica / Music / Musique / Sävel:
דפנה אילת / Dafna Eilat
מבוצע על ידי / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
1.Chava Alberstein
אלבום / Album : משירי ארץ אהבתי / Songs of my beloved country
2. שרית חדד [ Sarit Hadad]
3. אורה זיטנר [Ora Zitner]
4. רזי בן-עזר [Razi Ben-Ezzer]
5. שרית וינו [Sarit Vino]
Lea Goldberg
Lea Goldberg [ לאה גולדברג ] (Königsberg, 29 maggio 1911 – Gerusalemme, 15 gennaio 1970) è stata una poetessa, traduttrice e scrittrice israeliana in ebraico.
Nata in una famiglia ebrea lituana a Königsberg, all’epoca in Prussia Orientale, oggi in Russia, Lea Goldberg trascorre l’infanzia a Kovno (Kaunas), in Lituania e a Saratov in Russia. Ritornata in Lituania dopo gli anni della Prima guerra mondiale, si... (Continues)
Mishirei Eretz Ahavati
שירה / Poesia / A Poem by / Poésie / Runo:
לאה גולדברג /Lea Goldberg
לחן / Musica / Music / Musique / Sävel:
דפנה אילת / Dafna Eilat
מבוצע על ידי / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
1.Chava Alberstein
אלבום / Album : משירי ארץ אהבתי / Songs of my beloved country
2. שרית חדד [ Sarit Hadad]
3. אורה זיטנר [Ora Zitner]
4. רזי בן-עזר [Razi Ben-Ezzer]
5. שרית וינו [Sarit Vino]
Lea Goldberg
Lea Goldberg [ לאה גולדברג ] (Königsberg, 29 maggio 1911 – Gerusalemme, 15 gennaio 1970) è stata una poetessa, traduttrice e scrittrice israeliana in ebraico.
Nata in una famiglia ebrea lituana a Königsberg, all’epoca in Prussia Orientale, oggi in Russia, Lea Goldberg trascorre l’infanzia a Kovno (Kaunas), in Lituania e a Saratov in Russia. Ritornata in Lituania dopo gli anni della Prima guerra mondiale, si... (Continues)
[1] משירי ארץ אהבתי
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2020/3/30 - 16:07
Song Itineraries:
Exiles and exilees, Extermination camps
Maestro Goldszmit
[2015]
Parole di Bobo Rondelli
Musica di Bobo Rondelli, Filippo Gatti, Fabio Marchiori, Simone Padovani, Francesco Bianconi.
Nell'album "Come i carnevali"
Una canzone dedicata al medico e pedagogo ebreo polacco, Janusz Korczak, pseudonimo di Henryk Goldszmit (1878-1942), che dedicò tutta la vita ai bambini e ai più indifesi fra loro, gli orfani, e con essi morì nel campo di sterminia di Treblinka.
Su questa enorme figura si veda in particolare Kartka z dziennika Akcji
Non mi pace tantissimo questa canzone di Bobo Rondelli, mi sembra troppo "celestiale"...
La realtà purtroppo fu un'altra, probabilmente più vicina alla descrizione resa da Marek Rudnicki, uno degli orfani, che fu testimone del rastrellamento e dell'avvio di Korczak e dei suoi bambini ai vagoni della morte ma che, a quanto pare, su quel convoglio non salì e fu poi messo in salvo dai partigiani e fatto uscire dal Ghetto:
"Non... (Continues)
Parole di Bobo Rondelli
Musica di Bobo Rondelli, Filippo Gatti, Fabio Marchiori, Simone Padovani, Francesco Bianconi.
Nell'album "Come i carnevali"
Una canzone dedicata al medico e pedagogo ebreo polacco, Janusz Korczak, pseudonimo di Henryk Goldszmit (1878-1942), che dedicò tutta la vita ai bambini e ai più indifesi fra loro, gli orfani, e con essi morì nel campo di sterminia di Treblinka.
Su questa enorme figura si veda in particolare Kartka z dziennika Akcji
Non mi pace tantissimo questa canzone di Bobo Rondelli, mi sembra troppo "celestiale"...
La realtà purtroppo fu un'altra, probabilmente più vicina alla descrizione resa da Marek Rudnicki, uno degli orfani, che fu testimone del rastrellamento e dell'avvio di Korczak e dei suoi bambini ai vagoni della morte ma che, a quanto pare, su quel convoglio non salì e fu poi messo in salvo dai partigiani e fatto uscire dal Ghetto:
"Non... (Continues)
Dagli occhi tuoi
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2020/3/18 - 21:02
Kartka z dziennika Akcji
[1942]
Versi di Władysław Szlengel (1914-1943)
Pubblicati in diverse raccolte, tra le quali "Co czytałem umarłym : wiersze getta warszawskiego" ("Cosa leggevo ai morti. Poesie del ghetto di Varsavia"), a cura di Irena Maciejewska (1977)
Messi in musica, nella versione in ebraico, da El Hameshorer, rock band israeliana.
Testo trovato su questo sito dedicato all'autore, creato da Halina Birenbaum e Ada Holtzman Israel nel 2003, in occasione dei 60 anni dall'insurrezione del Ghetto di Varsavia.
Alla figura di Janusz Korczak fino ad oggi c'era solo un accenno nell'introduzione a טרעבלינקע.
Questi incredibili versi furono invece scritti proprio su di lui da un testimone diretto, Władysław Szlengel, grandissimo poeta e cantore della vita nel Ghetto di Varsavia e infaticabile organizzatore della sua vita culturale dalla costituzione nel 1940 e fino alla distruzione nel maggio del 1943, dove... (Continues)
Versi di Władysław Szlengel (1914-1943)
Pubblicati in diverse raccolte, tra le quali "Co czytałem umarłym : wiersze getta warszawskiego" ("Cosa leggevo ai morti. Poesie del ghetto di Varsavia"), a cura di Irena Maciejewska (1977)
Messi in musica, nella versione in ebraico, da El Hameshorer, rock band israeliana.
Testo trovato su questo sito dedicato all'autore, creato da Halina Birenbaum e Ada Holtzman Israel nel 2003, in occasione dei 60 anni dall'insurrezione del Ghetto di Varsavia.
Alla figura di Janusz Korczak fino ad oggi c'era solo un accenno nell'introduzione a טרעבלינקע.
Questi incredibili versi furono invece scritti proprio su di lui da un testimone diretto, Władysław Szlengel, grandissimo poeta e cantore della vita nel Ghetto di Varsavia e infaticabile organizzatore della sua vita culturale dalla costituzione nel 1940 e fino alla distruzione nel maggio del 1943, dove... (Continues)
10 sierpnia
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2020/3/17 - 21:26
Das Braune Haus
[1931]
Una poesia di Mühsam pubblicata nel marzo del 1931 sul settimanale "Die Welt am Montag – Unabhängige Zeitung für Politik und Kultur", fondato nel 1896 e chiuso nel 1933 (ovviamente...)
Musica di Dieter Süverkrüp nell'album "Erich Mühsam: Ich lade Euch zum Requiem" (1995), con Walter Andreas Schwarz.
Testo da LyricWiki
"Das Braune Haus" (La casa bruna) è Monaco, capitale del movimento nazionalsocialista...
Come sappiamo, Mühsam conosceva bene le galere tedesche, per esserci stato per cinque anni dopo essere stato condannato per aver difeso i consigli operai bavaresi nel 1919. Ma nemmeno lui poteva immaginare cosa gli avrebbero riservato gli odiati nazisti al loro avvento nel 1933. Uno degli ultimi brani del disco di Dieter Süverkrüp, letto da Walter Andreas Schwarz, descrive la fine di Erich Mühsam nel racconto degli amici. Era il 10 luglio 1934, a poco più di un anno dall'arresto:
"Erich... (Continues)
Una poesia di Mühsam pubblicata nel marzo del 1931 sul settimanale "Die Welt am Montag – Unabhängige Zeitung für Politik und Kultur", fondato nel 1896 e chiuso nel 1933 (ovviamente...)
Musica di Dieter Süverkrüp nell'album "Erich Mühsam: Ich lade Euch zum Requiem" (1995), con Walter Andreas Schwarz.
Testo da LyricWiki
"Das Braune Haus" (La casa bruna) è Monaco, capitale del movimento nazionalsocialista...
Come sappiamo, Mühsam conosceva bene le galere tedesche, per esserci stato per cinque anni dopo essere stato condannato per aver difeso i consigli operai bavaresi nel 1919. Ma nemmeno lui poteva immaginare cosa gli avrebbero riservato gli odiati nazisti al loro avvento nel 1933. Uno degli ultimi brani del disco di Dieter Süverkrüp, letto da Walter Andreas Schwarz, descrive la fine di Erich Mühsam nel racconto degli amici. Era il 10 luglio 1934, a poco più di un anno dall'arresto:
"Erich... (Continues)
Stempeln geh'n ist kein Vergnügen
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2020/2/2 - 14:40
16 ottobre 1943
[2019]
Testo di Fabio Della Seta, Roma in valigia. Mille e anche più sonetti in Urbe et in Orbe, Antonio Stango Editore, 2001.
Musica di Gianni Nebbiosi.
Calendario Civile
Sara Modigliani: voce;
Gabriele Modigliani e Felice Zaccheo: chitarre
Testo di Fabio Della Seta, Roma in valigia. Mille e anche più sonetti in Urbe et in Orbe, Antonio Stango Editore, 2001.
Musica di Gianni Nebbiosi.
Calendario Civile
Sara Modigliani: voce;
Gabriele Modigliani e Felice Zaccheo: chitarre
Sempre ricorderò quei due vecchietti
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2020/1/20 - 14:55
Song Itineraries:
Extermination camps, Ghettos
I nidi degli uccelli
da Ferite & Feritoie (2019)
con Michele Gazich
(Per non dimenticare, giornata della memoria della Shoah)
con Michele Gazich
(Per non dimenticare, giornata della memoria della Shoah)
Io ricordo il cielo stellato
(Continues)
(Continues)
Contributed by Alberto Scotti 2020/1/12 - 18:37
Song Itineraries:
Extermination camps
Vent’anni dopo. La pagina di Auschwitz cambia pelle
Antiwar Songs Blog
La pagina di Auschwitz (Canzone del bambino nel vento) compie vent’anni. È una delle due (assieme a quella dell’Internazionale) che sono pre-esistenti all’intero sito, e che vi sono trasmigrate in seguito. Risale, quindi, al fatidico anno 2000 (o “Dumila”), quello dei famigerati “Millennials”. E’ una pagina “Millennial” pure lei, quindi. Nell’anno Dumila, il quattordici di […]
Antiwar Songs Staff 2020-01-09 14:01:00
טום־באַלאַלײַקע
Anonymous
Tum-balalayke
[XIX secolo]
Anonimo
Introduzione
E’ un brano popolare della cultura ebrea ashkenazita. Le sue origini risalgono al XIX secolo nell’Europa orientale. Rimase pressoché sconosciuto ai più sino al 1940. Nel 1957 Pete Seeger lo inserì nel disco “Jewish Songs and Games” in un duetto con Ruth Rubin. Maggiore diffusione ebbe grazie a Theodore Bikel, grande attore ebreo e cantante. La sua incisione è del 1960.
Da allora la canzone ha valicato gli ambiti della cultura ebraica per acquisire popolarità a livello internazionale. È entrata a far parte della colonna sonora del film di Roberto Faenza del 2002 “Prendimi l’anima”. La melodia infatti non è affatto banale, rivela un’ intensità apparentemente inattesa. In realtà ciò non sorprende più di tanto se si vanno ad approfondire sviluppi ed espressioni della cultura ebraica nell’Europa dell’Est dal Settecento in poi.
Narra di un... (Continues)
[XIX secolo]
Anonimo
Introduzione
E’ un brano popolare della cultura ebrea ashkenazita. Le sue origini risalgono al XIX secolo nell’Europa orientale. Rimase pressoché sconosciuto ai più sino al 1940. Nel 1957 Pete Seeger lo inserì nel disco “Jewish Songs and Games” in un duetto con Ruth Rubin. Maggiore diffusione ebbe grazie a Theodore Bikel, grande attore ebreo e cantante. La sua incisione è del 1960.
Da allora la canzone ha valicato gli ambiti della cultura ebraica per acquisire popolarità a livello internazionale. È entrata a far parte della colonna sonora del film di Roberto Faenza del 2002 “Prendimi l’anima”. La melodia infatti non è affatto banale, rivela un’ intensità apparentemente inattesa. In realtà ciò non sorprende più di tanto se si vanno ad approfondire sviluppi ed espressioni della cultura ebraica nell’Europa dell’Est dal Settecento in poi.
Narra di un... (Continues)
1.
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2020/1/2 - 23:03
Song Itineraries:
Extermination camps, From olden times: Songs against war, inside war, around war
Phabol lamba, merel lamba ando štraflageri
Anonymous
KzMusic vol. 20
Canzone contenuta nell'enciclopedia musicale KZMusic, un'enciclopedia di ben 24 CD, che raccolgono la musica concentrazionaria da qualsiasi Campi di prigionia, transito, lavoro, concentramento, sterminio, POW Camps, Oflags, Stalags e Penitenziari militari aperti da Terzo Reich, Italia, Giappone, Repubblica di Salò, regime di Vichy e altri Paesi dell'Asse, Gran Bretagna, Francia, Unione Sovietica e altri Paesi Alleati.
A cura di francesco Lotoro
Canto raccolto da Tamara, Novi Sad, 1968
Testo trovato su doew.at
Canzone contenuta nell'enciclopedia musicale KZMusic, un'enciclopedia di ben 24 CD, che raccolgono la musica concentrazionaria da qualsiasi Campi di prigionia, transito, lavoro, concentramento, sterminio, POW Camps, Oflags, Stalags e Penitenziari militari aperti da Terzo Reich, Italia, Giappone, Repubblica di Salò, regime di Vichy e altri Paesi dell'Asse, Gran Bretagna, Francia, Unione Sovietica e altri Paesi Alleati.
A cura di francesco Lotoro
Canto raccolto da Tamara, Novi Sad, 1968
Testo trovato su doew.at
Phabol lamba, merel lamba
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2019/12/4 - 18:15
Song Itineraries:
Extermination camps, Rom, Racism, Porrajmos
Traurigi čerheni
1990
Canzone scritta e cantata da Paula Nardai, deportata ad Auschwitz nel 1943.
Testo e traduzioni da romsintimemory.it
Burgenland-Roma song in concentration camps, sung by Paula Nardai (from Hemetek, Ursula / Heinschink, Mozes (1992): Lieder im Leid. Zu KZ-Liedern der Roma in Österreich. In: Jahrbuch des Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstands: 76-93, Wien, p. 81)
Canzone scritta e cantata da Paula Nardai, deportata ad Auschwitz nel 1943.
Testo e traduzioni da romsintimemory.it
Burgenland-Roma song in concentration camps, sung by Paula Nardai (from Hemetek, Ursula / Heinschink, Mozes (1992): Lieder im Leid. Zu KZ-Liedern der Roma in Österreich. In: Jahrbuch des Dokumentationsarchiv des österreichischen Widerstands: 76-93, Wien, p. 81)
Traurigi čerheni ando učo nebo.
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2019/12/4 - 17:35
Song Itineraries:
Extermination camps, Rom, Racism, Porrajmos
Μενέλαος Λουντέμης: Άουσβιτς / Menelaos Loudemis: Auschwitz
Poesia di Menelaos Loudemis / Ποίημα του Μενελάου Λουντέμη / A poem by Menelaos Loudemis / Poème de Menélaos Loudémis / Menelaos Ludemisin runo
1. versione / 1η έκδοση / 1st version / 1ère version / 1-en versio: 1947
2. versione / 2η έκδοση / 2nd version / 2ème version / 2. versio: -1973 (?)
Come è noto a chiunque abbia partecipato alla Sezione Ellenica di questo sito, oppure che semplicemente la abbia almeno un po' scorsa o se ne sia servito, la Grecia è, assieme alla Francia, la nazione che più mette in musica i suoi poeti. Così, se Στίχοι, la “Bibbia” della canzone in lingua greca e l'unico sito al mondo che, coi suoi quasi 64.000 testi, possa far impallidire questo sito, presenta questa poesia di Menelaos Loudemis come αμηλοποίητη “non musicata”, si possono giurare due cose. La prima, è che davvero non è stata mai messa in musica da nessuno, una delle poche verrebbe da dire; e la seconda,... (Continues)
1. versione / 1η έκδοση / 1st version / 1ère version / 1-en versio: 1947
2. versione / 2η έκδοση / 2nd version / 2ème version / 2. versio: -1973 (?)
Come è noto a chiunque abbia partecipato alla Sezione Ellenica di questo sito, oppure che semplicemente la abbia almeno un po' scorsa o se ne sia servito, la Grecia è, assieme alla Francia, la nazione che più mette in musica i suoi poeti. Così, se Στίχοι, la “Bibbia” della canzone in lingua greca e l'unico sito al mondo che, coi suoi quasi 64.000 testi, possa far impallidire questo sito, presenta questa poesia di Menelaos Loudemis come αμηλοποίητη “non musicata”, si possono giurare due cose. La prima, è che davvero non è stata mai messa in musica da nessuno, una delle poche verrebbe da dire; e la seconda,... (Continues)
1. - 1947
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 2019/12/2 - 08:56
Song Itineraries:
Extermination camps, The "Colonels' Dictatorship" in Greece, 1967-1974
Final Solution
Hell’s rolling with you
(Continues)
(Continues)
Contributed by Fede Mina 2019/10/27 - 14:27
Song Itineraries:
Extermination camps
Chanson pour Anna
1974
Chanson pour Anne Franck
Chanson pour Anne Franck
Elle s'appelait Anna rappelle-toi
(Continues)
(Continues)
Contributed by Jacky Fluttaz 2019/8/21 - 00:17
Song Itineraries:
Extermination camps
רייזעלע
[1938/40]
Reyzele
טעקסט / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: מרדכי געבירטיג - Mordekhay Gebirtig
מוזיק / Musica / Music / Musique / Sävel: מרדכי געבירטיג - Mordekhay Gebirtig
יבערזעצן / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulaa : Chava Alberstein - חוה אלברשטיין
E’ una famosa canzone yiddish di Mordechai Gebirtig. Fu composta presumibilmente tra il 1938 e il 1940.
Come nelle altre sue canzoni, la vita ,i sentimenti e le usanze ebraiche nel periodo antecedente l’Olocausto sono tratteggiati con la semplicità e la tenerezza di un grande interprete della cultura yiddish .Si divise tra l’impegno politico nel Bund ed il teatro. Avrebbe potuto salvarsi lasciando il Ghetto di Cracovia ma rifiutò. Fu fucilato dai nazisti per strada nel 1942.
I confinati nel Ghetto, tra cui la sua famiglia e i suoi compagni, finirono nei campi di sterminio in 11.000, vittime del piano delle... (Continues)
Reyzele
טעקסט / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: מרדכי געבירטיג - Mordekhay Gebirtig
מוזיק / Musica / Music / Musique / Sävel: מרדכי געבירטיג - Mordekhay Gebirtig
יבערזעצן / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulaa : Chava Alberstein - חוה אלברשטיין
E’ una famosa canzone yiddish di Mordechai Gebirtig. Fu composta presumibilmente tra il 1938 e il 1940.
Come nelle altre sue canzoni, la vita ,i sentimenti e le usanze ebraiche nel periodo antecedente l’Olocausto sono tratteggiati con la semplicità e la tenerezza di un grande interprete della cultura yiddish .Si divise tra l’impegno politico nel Bund ed il teatro. Avrebbe potuto salvarsi lasciando il Ghetto di Cracovia ma rifiutò. Fu fucilato dai nazisti per strada nel 1942.
I confinati nel Ghetto, tra cui la sua famiglia e i suoi compagni, finirono nei campi di sterminio in 11.000, vittime del piano delle... (Continues)
[1] שטייט זיך דאָרט אין געסעלע
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta + CCG/AWS Staff 2019/8/5 - 13:10
I Was Not a Nazi Polka
[1965]
Scritta da un autore di nome Norman Martin
Nell'album "That's The Way It's Gonna Be"
Nel 1965 Chad Mitchell lasciò il trio e venne sostituito da Henry John Deutschendorf Jr., meglio conosciuto come John Denver (1943-1997)
Testo trovato su LyricWiki
Un'allegra canzoncina che fa il paio con The Twelve Days, sulla memoria corta dei tedeschi circa il nazismo...
Nel testo vengono citati Adolf Hitler ("Adolf chi?!?") ed alcuni noti gerarchi nazisti.
Merita forse solo ricordare che Ilse Koch, detta "La strega di Buchenwald" per via della sua violenza e sadismo, è stata una sorvegliante in alcuni campi di concentramento e di sterminio e fu moglie di Karl Otto Koch, comandante a Buchenwald e Majdanek. Condannata all'ergastolo, si suicidò in carcere nel 1967.
Invece la IG Farben è stata un'azienda chimica tedesca (formalmente cessata solo nel 2012) che negli anni della guerra fu la principale produttrice dello "Zyklon B", l'acido cianidrico usato nelle camere a gas naziste.
Scritta da un autore di nome Norman Martin
Nell'album "That's The Way It's Gonna Be"
Nel 1965 Chad Mitchell lasciò il trio e venne sostituito da Henry John Deutschendorf Jr., meglio conosciuto come John Denver (1943-1997)
Testo trovato su LyricWiki
Un'allegra canzoncina che fa il paio con The Twelve Days, sulla memoria corta dei tedeschi circa il nazismo...
Nel testo vengono citati Adolf Hitler ("Adolf chi?!?") ed alcuni noti gerarchi nazisti.
Merita forse solo ricordare che Ilse Koch, detta "La strega di Buchenwald" per via della sua violenza e sadismo, è stata una sorvegliante in alcuni campi di concentramento e di sterminio e fu moglie di Karl Otto Koch, comandante a Buchenwald e Majdanek. Condannata all'ergastolo, si suicidò in carcere nel 1967.
Invece la IG Farben è stata un'azienda chimica tedesca (formalmente cessata solo nel 2012) che negli anni della guerra fu la principale produttrice dello "Zyklon B", l'acido cianidrico usato nelle camere a gas naziste.
Wenn Sie durch Die Schöne Deutschland gehen
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/7/21 - 17:05
Song Itineraries:
Extermination camps
Giorni senza memoria
25 aprile 2019
Giorni senza memoria
Nabil Bey: voce, bouzouki, chitarra acustica, bendir
Michele Lobaccaro: basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarre acustiche, cori
Mirko Signorile: pianoforte
Pippo Ark D’Ambrosio: batteria, percussioni a cornice
Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, oud, basso elettrico
Special Guest: Massimo Zamboni: chitarra elettrica
Il brano intende essere un invito a riflettere su questi temi superando visioni parziali colonialistiche ed “eurocentriche” per contribuire alla costruzione attiva di una memoria viva e sempre in dialogo con l’attualità, Il tutto in un’ottica di speranza come suggerisce il ritornello: “Per leggi incomprensibili dopo il buio sai nascerà una luce”, che forse è rappresentata proprio da quella linea che collega il cervello al cuore e che viene tracciata da una bambina nel videoclip.
Nel testo si ricordano una serie di genocidi... (Continues)
Giorni senza memoria
Nabil Bey: voce, bouzouki, chitarra acustica, bendir
Michele Lobaccaro: basso elettrico, contrabbasso elettrico, chitarre acustiche, cori
Mirko Signorile: pianoforte
Pippo Ark D’Ambrosio: batteria, percussioni a cornice
Adolfo La Volpe: chitarra elettrica, oud, basso elettrico
Special Guest: Massimo Zamboni: chitarra elettrica
Il brano intende essere un invito a riflettere su questi temi superando visioni parziali colonialistiche ed “eurocentriche” per contribuire alla costruzione attiva di una memoria viva e sempre in dialogo con l’attualità, Il tutto in un’ottica di speranza come suggerisce il ritornello: “Per leggi incomprensibili dopo il buio sai nascerà una luce”, che forse è rappresentata proprio da quella linea che collega il cervello al cuore e che viene tracciata da una bambina nel videoclip.
Nel testo si ricordano una serie di genocidi... (Continues)
Storni in aria attraversano
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 + adriana 2019/6/10 - 20:35
Mare, me’n vaig a França
(2015)
Música i lletra: Rusó Sala
Album: Fil de Coure
Historiata
Omaggio ai catalani che hanno vissuto l'orrore dei campi di sterminio nazisti. Molti di loro non non sopravvissero all'esperienza e la maggior parte dei pochi che sono sopravvissuti sono ormai morti. Che questa canzone e questo video servano per dare un briciolo in più di luce a questo buco nero della nostra storia. Dedicata specialmente a Neus Català, Joaquim Amat i Piniella e a Montserrat Roig.
Homenatge als catalans que van viure l'horror dels camps d'extermini nazi. Molts d'ells no van sobreviure a l'experiència, i la major part dels que ho van fer, ja són morts. Que aquesta cançó i aquest video-muntatge serveixin per posar una mica més de llum a aquest forat negre de la nostra història. Dedicat especialment a Neus Català, Joaquim Amat i Piniella i a la Montserrat Roig
Música i lletra: Rusó Sala
Album: Fil de Coure
Historiata
Omaggio ai catalani che hanno vissuto l'orrore dei campi di sterminio nazisti. Molti di loro non non sopravvissero all'esperienza e la maggior parte dei pochi che sono sopravvissuti sono ormai morti. Che questa canzone e questo video servano per dare un briciolo in più di luce a questo buco nero della nostra storia. Dedicata specialmente a Neus Català, Joaquim Amat i Piniella e a Montserrat Roig.
Homenatge als catalans que van viure l'horror dels camps d'extermini nazi. Molts d'ells no van sobreviure a l'experiència, i la major part dels que ho van fer, ja són morts. Que aquesta cançó i aquest video-muntatge serveixin per posar una mica més de llum a aquest forat negre de la nostra història. Dedicat especialment a Neus Català, Joaquim Amat i Piniella i a la Montserrat Roig
Deixo la mar enrere i al davant els camins de la muntanya,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Lorenzo 2019/4/14 - 23:29
Song Itineraries:
Extermination camps, The Spanish Civil War 1936-1939 and Franco's Dictatorship
A Child of Our Time
[1939-1941]
Oratorio laico in 3 parti e 30 brani
Libretto e musica di Sir Michael Tippett (1905-1998)
Prima esecuzione: Teatro Adelphi, Londra, 19 marzo 1944
Direttore: Walter Goehr
Secular oratorio in 3 parts and 30 pieces
Libretto and music by Sir Michael Tippett (1905-1998)
First execution: Adelphi Theatre, London, 19 March 1944
Director: Walter Goehr
Oratorio séculaire en 3 parties et 30 pièces
Textes et musique de Sir Michael Tippett (1905-1998)
Première exécution: Théâtre Adelphi, Londres, 19 mars 1944
Directeur: Walter Goehr
Maallinen oratorio 3 osassa ja 30 kappaleessa
Libretto ja sävel: Sir Michael Tippett (1905-1998)
Ensimmäinen juoksu: Adelphin Teatteri, Lontoo, 19. maaliskuuta 1944
Johtaja: Walter Goehr
Italiano
English
Français
A Child of Our Time è un oratorio laico del compositore inglese Michael Tippett (Londra, 2 gennaio 1905 - Londra, 8 gennaio 1998),... (Continues)
Oratorio laico in 3 parti e 30 brani
Libretto e musica di Sir Michael Tippett (1905-1998)
Prima esecuzione: Teatro Adelphi, Londra, 19 marzo 1944
Direttore: Walter Goehr
Secular oratorio in 3 parts and 30 pieces
Libretto and music by Sir Michael Tippett (1905-1998)
First execution: Adelphi Theatre, London, 19 March 1944
Director: Walter Goehr
Oratorio séculaire en 3 parties et 30 pièces
Textes et musique de Sir Michael Tippett (1905-1998)
Première exécution: Théâtre Adelphi, Londres, 19 mars 1944
Directeur: Walter Goehr
Maallinen oratorio 3 osassa ja 30 kappaleessa
Libretto ja sävel: Sir Michael Tippett (1905-1998)
Ensimmäinen juoksu: Adelphin Teatteri, Lontoo, 19. maaliskuuta 1944
Johtaja: Walter Goehr
Italiano
English
Français
A Child of Our Time è un oratorio laico del compositore inglese Michael Tippett (Londra, 2 gennaio 1905 - Londra, 8 gennaio 1998),... (Continues)
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Contributed by Riccardo Venturi 2019/4/10 - 09:02
Song Itineraries:
Anti-war classical music , Extermination camps
Ist das alles schon wieder vergessen?
[1946]
Versi di Walter Dehmel (1903-1960) poeta tedesco.
Nella sua raccolta postuma intitolata "Großstadtperipherie", pubblicata nel 1963
Musica di Siegfried Matthus (1934-), compositore tedesco
Interpretata da Lin Jaldati, pseudonimo di Rebekka Rebling-Brilleslijper, detta Lientje (1912-1988), cantante olandese naturalizzata tedesca, nel suo album del 1966 intitolato semplicemente "lin jaldati singt".
Testo trovato su LyricWiki
Lin Jaldati era nata ad Amsterdam in una famiglia di fede ebraica. Durante la guerra, lei e sua sorella Janny lavorarono nella Resistenza e nascosero alcuni ebrei. Nell'estate del 1944 furono arrestate e deportate dapprima nel campo di transito di Westerbork, poi ad Auschwitz-Birkenau e infine a Bergen-Belsen. Qui incontrarono Anne Frank e sua sorella Margot e furono anche tra le ultime persone a vederle in vita. Su Wikipedia – da cui traggo questa breve biografia... (Continues)
Versi di Walter Dehmel (1903-1960) poeta tedesco.
Nella sua raccolta postuma intitolata "Großstadtperipherie", pubblicata nel 1963
Musica di Siegfried Matthus (1934-), compositore tedesco
Interpretata da Lin Jaldati, pseudonimo di Rebekka Rebling-Brilleslijper, detta Lientje (1912-1988), cantante olandese naturalizzata tedesca, nel suo album del 1966 intitolato semplicemente "lin jaldati singt".
Testo trovato su LyricWiki
Lin Jaldati era nata ad Amsterdam in una famiglia di fede ebraica. Durante la guerra, lei e sua sorella Janny lavorarono nella Resistenza e nascosero alcuni ebrei. Nell'estate del 1944 furono arrestate e deportate dapprima nel campo di transito di Westerbork, poi ad Auschwitz-Birkenau e infine a Bergen-Belsen. Qui incontrarono Anne Frank e sua sorella Margot e furono anche tra le ultime persone a vederle in vita. Su Wikipedia – da cui traggo questa breve biografia... (Continues)
Ist das alles schon wieder vergessen
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/3/4 - 20:40
Song Itineraries:
Extermination camps
Es war ein Kind in Birkenau
Anonymous
C’ERA UN BAMBINO A BIRKENAU
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Mazzocchi 2019/2/24 - 10:05
Wo das Lager steht
Anonymous
DOVE STA IL CAMPO
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Mazzocchi 2019/2/21 - 19:24
Terezín-Lied
Anonymous
CANZONE DI TEREZÍN
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Mazzocchi 2019/2/19 - 19:12
Heut singen wir ein neues Lied (Lied der Alten)
Anonymous
Sudetenquell (fonte dei Sudeti), la maggior produttrice di acque minerali in Germania nel periodo nazista, era un’impresa economica delle SS promossa da Himmler non solo per fornire mezzi economici alle SS, ma anche per promuovere un maggior uso dell’acqua in sostituzione degli alcolici
OGGI CANTIAMO UNA NUOVA CANZONE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Mazzocchi 2019/2/11 - 20:14
Ceteri desunt
2018
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Nell’immediato dopoguerra Davide Segre si reca a Mantova, nella sua casa paterna. Sa che tutta la sua famiglia è stata deportata nel 1943 ad Auschwitz-Birkenau, dove nessuno di loro è sopravvissuto. Trova stanze abbandonate e vuote, dove gli oggetti di famiglia sono rimasti immobili nel tempo.loudvision.it
La febbre incendiaria
Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Nell’immediato dopoguerra Davide Segre si reca a Mantova, nella sua casa paterna. Sa che tutta la sua famiglia è stata deportata nel 1943 ad Auschwitz-Birkenau, dove nessuno di loro è sopravvissuto. Trova stanze abbandonate e vuote, dove gli oggetti di famiglia sono rimasti immobili nel tempo.loudvision.it
Ora Davide torna a casa
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2019/2/11 - 18:15
Song Itineraries:
Extermination camps
Das Lied vom Heiligen Caracho
Anonymous
LA CANZONE DI SAN CARACHO
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Mazzocchi 2019/2/10 - 17:54
Esterwegenlied
Anonymous
CANZONE DI ESTERWEGEN
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Mazzocchi 2019/2/9 - 19:51
Mein Gott, warum hast du mich verlassen? (Psalm 22)
JUMALANI, MIKSI HYLKÄSIT MINUT?
(Continues)
(Continues)
Contributed by Juha Rämö 2019/2/8 - 14:47
Ich singe ein zweckloses Lied (Das Lied vom Kind das der Mutter sein letztes Brot geschenkt hat)
Anonymous
condivisa l'idea di riportare il testo in questo modo, penso che il modo migliore di tradurlo sia ancora quello strettamente letterale, quello che secondo me rende meglio la relazione tra l'espressione dell'emozione e la struttura della lingua originale, che la condiziona; ho quindi lasciato più che potevo la sequenza delle parole, non ho integrato punteggiatura; non dubito però che qualcuno possa rendere tutto in un italiano migliore, fermo restando che comunque, come ha detto non ricordo chi, tradurre è tradire
IO CANTO UNA CANZONE INUTILE (LA CANZONE DEL BAMBINO CHE HA LASCIATO ALLA MAMMA IL SUO ULTIMO PANE)
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Mazzocchi 2019/2/4 - 21:11
Non erano campi
Dopo "Auschwitz" di Guccini è difficile scrivere qualcosa sui campi di concentramento nazisti.
Questa canzone fa parte di uno spettacolo dedicato alla Resistenza.
Questa canzone fa parte di uno spettacolo dedicato alla Resistenza.
Quelli non erano campi…
(Continues)
(Continues)
Contributed by Gabriele Baldoni 2019/1/31 - 14:04
Song Itineraries:
Extermination camps
Ligabue: Una vita da mediano
[1999]
Parole e musica di Luciano Ligabue
Nell'album "Miss Mondo"
Una bellissima canzone, su di un ruolo calcistico che è stato sempre quello dell'antieroe rispetto ai numeri 10, ai bomber... Ma non basterebbe questo per provare a proporre questo brano all'interno delle CCG/AWS. C'è che mi offre il destro per raccontare la storia, purtroppo tragica, di un grande e oggi misconosciuto mediano nativo della mia città, Torino, uno che rimase sempre lì, lì nel mezzo, fino alla fine, nel mezzo di un campo da pallone e poi di un campo di concentramento...
Si chiamava Vittorio Staccione, classe 1904. Crebbe nel vivaio del Torino ed esordì nella massima divisione a 20 anni, nel 1924. Dopo una brevissima parentesi nella Cremonese, fu di nuovo al Torino con cui nel 1926-27 vinse il campionato, ma il titolo fu poi revocato (pare addirittura che il Toro si fosse comprato un derby della Mole!). Poi... (Continues)
Parole e musica di Luciano Ligabue
Nell'album "Miss Mondo"
Una bellissima canzone, su di un ruolo calcistico che è stato sempre quello dell'antieroe rispetto ai numeri 10, ai bomber... Ma non basterebbe questo per provare a proporre questo brano all'interno delle CCG/AWS. C'è che mi offre il destro per raccontare la storia, purtroppo tragica, di un grande e oggi misconosciuto mediano nativo della mia città, Torino, uno che rimase sempre lì, lì nel mezzo, fino alla fine, nel mezzo di un campo da pallone e poi di un campo di concentramento...
Si chiamava Vittorio Staccione, classe 1904. Crebbe nel vivaio del Torino ed esordì nella massima divisione a 20 anni, nel 1924. Dopo una brevissima parentesi nella Cremonese, fu di nuovo al Torino con cui nel 1926-27 vinse il campionato, ma il titolo fu poi revocato (pare addirittura che il Toro si fosse comprato un derby della Mole!). Poi... (Continues)
Una vita da mediano
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2019/1/25 - 22:30
Song Itineraries:
Extermination camps
Das Auschwitzlied
Anonymous
Per il Giorno della Memoria 2019, nello spettacolo intitolato "Libero è il mio canto – Musiche di donne deportate", ideato e diretto dal maestro Francesco Lotoro, che da trent'anni si dedica alla raccolta e trascrizione delle musiche composte dagli internati durante la seconda guerra mondiale.
Con il Coro Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l'Ilse Weber Choir.
Ricerca e scelta dei testi a cura di Viviana Kasam e Marilena Francese.
Con il Coro Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l'Ilse Weber Choir.
Ricerca e scelta dei testi a cura di Viviana Kasam e Marilena Francese.
IL CANTO DI AUSCHWITZ
(Continues)
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Contributed by B.B. 2019/1/17 - 21:05
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[ 1943 ]
ליד / שִׁיר / Poesia / A Poem by / Poésie / قصيدة / Runo:
Avrom Sutskever
מוזיק / לחן / Musica / Music / Musique / موسيقى / Sävel:
Michael Heiser
Vilnius 1941-1944
La resistenza ebraica nel ghetto di Vilna prese il nome di FPO , acronimo di Fareynikte Partizaner Organizatsye , in yiddish פֿאַראײניקטע פּאַרטיזאַנער אָרגאַניזאַציע ossia Organizzazione Partigiana Unita. Entrarono a farne parte cinque componenti: quella comunista che rispondeva a Yitzhak Wittenberg, quella revisionista nota come Betar che raccoglieva i sionisti di destra, referente Josef Glazman, quella socialista Hashomer Hatzair, guidata da Abba Kovner, il movimento scoutista Hanoar Hatzioni guidato da Nissan Reznik, i socialisti del Bund che rispondevano ad Abraham Chwojnik.
L’FPO arrivò a contare 300 membri organizzati in due unità sotto il comando di Glazman e Kovner.... (Continues)