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Song Itinerary Deserters

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Hell's Ditch

Hell's Ditch
1990
Hell's ditch

(Shane MacGowan/Jem Finer)

Una canzone dedicata a Jean Génet, a lungo in carcere, disertore dalla legione straniera, omosessuale, prima filo nazista, ma poi anticolonialista, filo palestinese e sostenitore delle pantere nere.

This song is based largely on the life and writings of French author and playwright Jean Génet (1910-1986). Génet spent much of his youth and early adulthood in and out of prisons across Europe. In 1948, following his 10th conviction for theft, he received a life sentence but he was released upon the intevention of Jean-Paul Sartre and other stars in the French intellectual firmament.

"The killer's hands are bound with chains
At six o'clock it starts to rain..."

These lines relate to a scene in Génet's Miracle of the Rose (1946) describing the execution of a murderer.

"He'll never see the dawn again
Our lady of the flowers..."

Our Lady of... (Continues)
Life's a bitch, then you die
(Continues)
Contributed by dq82 2016/7/22 - 10:50
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Barbos barbel barbù

Barbos barbel barbù
2013
Mat e famat

Poi in
2015
Terra e pace

Allegra storia di diserzione; per sfuggire ai fascisti che lo volevano arruolare, un montanaro verace non esita a farsi seppellire nel carro del letame per poter uscire dalla stalla e beffare i corvi neri (tratto da un fatto realmente accaduto a Lozio durante il fascismo).
Barbos barbel barbù
(Continues)
Contributed by Dq82 2016/7/9 - 17:58
Song Itineraries: Deserters
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Gagiò romanò

Gagiò romanò
2015
Eresie

E’ la storia di un renitente alla leva bresciano, aggregatosi, negli anni ‘70, ad un gruppo di giostrai rom per sfuggire al servizio militare. Dopo la fuga, la latitanza, la prigione, le interrogazioni parlamentari sul suo conto, le tragedie personali, torna alla sua vita di periferia rifiutando, con la consueta coerenza, ogni rappresentazione “eroica” delle sue scelte.
Mi ricordo bene il viso che conobbe la prigione
(Continues)
Contributed by DonQuijote82 2016/6/25 - 17:12
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No Lika Da War

No Lika Da War
[1941]
Parole di Stanley Holloway
Musica di Stanley Nesham
Interpretata da Stanley Holloway accompagnato da W.T. Best al pianoforte
Testo trovato su International Lyrics Playground come trascritto da Monique Adriaansen, Mel Priddle e Ferda Dolunay.
Trovo la canzone nella raccolta “Britain at War” del 1990.

Certamente una canzone della propaganda di guerra inglese, ma una divertente sintesi di come era percepita l’Italietta bellicosa e colonialista dei Mussolini e dei Graziani, reduce di fresco dalla disfatta di Tobruch (8 dicembre 1940 - 9 febbraio 1941) dove soverchianti forze italiane furono travolte dai britannici, di molto inferiori in numero di soldati e mezzi: 5.500 e più morti, 10.000 feriti e 115.000 prigionieri tra le fila italiane contro le appena 500 perdite inglesi… L’ennesimo ottimo risultato del Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani, militare inetto e criminale di guerra.

Satira... (Continues)
In Italy when Mussolini called for men
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/3/2 - 11:35
Song Itineraries: Deserters
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La Ballade des Déserteurs

La Ballade des Déserteurs
[2007]
Album: La victoire en chantant
Paroles et musique : Xavier Pétermann
instrumental
Contributed by dq82 2016/2/26 - 14:49
Song Itineraries: Deserters
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Say No!

Say No!
SAY NO!
The deserter
Elvis Peeters 2015

Say No! is a song but also an international project that wants to be a hymne to the deserters, to those who dare to Say No! to warfare and thus take the first step towards peace.

The international project applies to groups, choirs and solists from all over the world to participate:
sing the song,
send us the registration of your version (feel free to adept)
send us also images, film or pictures that document your contribution, an interview with a peacemaker, a documentary of a flash mop, foto's of monuments to war and to peace ...

your material will be a brick used to build the international monument to the deserter. This monument by Jan Vromman will be shown in a live performance in Brussels. On the website we want to create a 'wall' of deserters, with your contributions

more info on http://www.sayno.be
and http://bbek.vgc.be/Say_No.html

This... (Continues)
See the world turning round
(Continues)
Contributed by Ruth Flikschuh, Brussels Brecht-Eislerkoor 2016/2/25 - 15:00
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Ballad of William White

Ballad of William White
[1966]
Parole di Katherine Faith Macky (1921-2006), conosciuta come Willow Macky, cantautrice neozelandese
Sulla melodia dell’ottocentesca The Wild Colonial Boy

Canzone inclusa nella prima edizione del “The Vietnam Songbook”, realizzata nel 1969 da Barbara Dane ed Irwin Silber (1925-2010), editore, scrittore, militante socialista e cofondatore “Sing Out!”

Testo trovato sul sito Raymond’s Folk Song Page curato da Raymond Crooke, che di ogni canzone offre anche una sua cover. Pure l’introduzione che segue è sua:

A few days ago I put up a song called "The Ballad of Bill White", by Glen Tomasetti, about an Australian teacher who was jailed as a conscientious objector to the Vietnam war. This is another song about the same story, written by a New Zealander, to the tune of "The Wild Colonial Boy", and published in Barbara Dane's and Irwin Silber's "The Vietnam Songbook" (1969). Macky is quoted... (Continues)
There was a young Australian boy, his name was William White.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/16 - 15:54
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The Ballad of Bill White

The Ballad of Bill White
[1968]
Parole e musica di Glen Tomasetti (1929-2003)
Il lato A di un 45” di questa oggi misconosciuta cantautrice australiana che negli anni 60 fu - prima ‎ancora di Eric Bogle - la voce più importante contro il coinvolgimento dell’Australia nella ‎guerra in Vietnam.‎
Testo trascritto da Raymond Crooke e contribuito – insieme alla cover - sul suo bel sito Raymond’s Folk Song Page. Anche l’introduzione che segue è di Raymond Crooke, cui il disco della Tomasetti fu regalato da uno zio quando era ragazzo.
Finora era stato possibile reperire in Rete solo il testo del brano sul lato B, The Army’s Appeal to Mothers

This song was released on an EP during the Vietnam war. The B side featured two songs, the better of which is the hard-hitting "The Army’s Appeal to Mothers", which was published in Barbara Dane's and Irwin Silber's "The Vietnam Songbook" (1969). However, this song, about a teacher... (Continues)
In New South Wales there lives a man, a teacher young and true,
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/2/16 - 15:05
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Il chimerico Morfeo

Il chimerico Morfeo
2015
La donna, la taverna, il dado
Ho visto grandi delle multinazionali donare terre, costruzioni e anche denari
(Continues)
Contributed by dq82 2016/2/8 - 15:18
Song Itineraries: Deserters
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Resisterò

Resisterò
2014
Se tradito, non mi perderò
(Continues)
Contributed by dq82 2016/1/16 - 15:57
Song Itineraries: Barricades, Deserters
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Il lunedì di guardia

Anonymous
Il lunedì di guardia
Canto di naia riferito da Giuseppina Rettori (classe 1925) di Dicomano, provincia di Firenze, nel corso delle registrazioni effettuate in casa sua tra il 2003 ed il 2007 dal ricercatore Marco Magistrali del Centro di Ricerca e Documentazione dell’Associazione Culturale La Leggera di Rufina, Firenze
Il lunedì di guardia
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/1/10 - 10:08
Song Itineraries: Deserters, From World Jails
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Alice Annie Wheeldon

Alice Annie Wheeldon
[2013]
Parole e musica di Robb Johnson
Testo trovato su questo sito dedicato alla riabilitazione di Alice Wheeldon, della figlia Winnie e del compagno di lei Alf Mason.

Quella di Alice Wheeldon (1866-1919), coi suoi quattro figli, era una delle tante famiglie operaie di Derby, Inghilterra. Ma loro erano un po’ speciali, perchè militanti socialisti, suffragisti, pacifisti e anti-coscrizione. William Wheeldon ed il cognato Alf Mason erano obiettori di coscienza. Gente come i Wheeldon davano fastidio al Governo, tanto più all’alba di una nuova guerra. Qualcuno molto in alto decise che dovevano essere messi a tacere ed il servizio segreto MI5 li incastrò incolpandoli di un inesistente progetto di attentato al cancelliere David Lloyd George. Alice, Winnie e suo marito furono buttati in galera dopo un processo farsa. Loro non si diedero per vinti e intrapresero diversi scioperi della fame. Così... (Continues)
Hard times in Derby no work for working men
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/12/25 - 18:55

Emily’s Bridge

Emily’s Bridge
[2015]
Parole e musica della cantante, compositrice ed attrice australiana Krysia Mansfield
Una canzone scritta appositamente per The World Is My Country, progetto inglese nato per celebrare gli obiettori di coscienza della Grande Guerra.

Il brano è dedicato alla figura di Emily Hobhouse (1860-1926), socialista e pacifista inglese che prima scandalizzò la “candida” opinione pubblica del suo paese rivelando le atrocità commesse - soprattutto nei campi di concentramento e sui civili - dall’esercito di Sua Maestà nella guerra contro i Boeri in Sudafrica (1899-1902), e poi si oppose strenuamente alla Prima guerra mondiale essendo fra le promotrici della Open Christmas Letter, una lettera pubblica che le donne suffragiste inglesi spedirono nel dicembre 1914 alle loro corrispettive tedesche ed austriache in cui si sollecitavano tutti i governanti ad evitare altri spargimenti di sangue, dopo quelli delle guerre boere e balcaniche.
Oo, Oo-oo-oo, aah, a-a-aah
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/12/23 - 22:22

Don't Dance

Don't Dance
[1984]
Parole di Warrick Sony (nato Warrick Swinney, 1958-), compositore, produttore, musicista e sound designer sudafricano, bianco.

Musica di Warrick Sony e del suo gruppo, i Kalahari Surfers

Nel disco intitolato “Own Affairs” e poi anche nella compilation “Forces Favourites”, realizzata nel 1986 dalla Shifty Records per la “End Conscription Campaign”, la campagna contro il servizio militare obbligatorio lanciata nel 1983 dall’United Democratic Front (UDF), la più importante organizzazione sudafricana interrazziale anti-apartheid negli anni 80.

Il Sudafrica segregazionista era strutturato più o meno come Israele oggi: i bantustan neri erano un po’ come il grande ghetto di Gaza e le aree controllate della West Bank. E ovviamente l’apartheid sudafricano, così come l’occupazione israeliana, richiedevano enormi risorse, anche umane, per il controllo della numerosa popolazione assoggettata.... (Continues)
ok people get up off your feet
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/11/19 - 11:31
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Hou My Vas Korporaal!

Hou My Vas Korporaal!
[1983]
Parole e musica di James Phillips (1959-1995), songwriter e rocker sudafricano, bianco.
Singolo che l’autore pubblicò sotto lo pseudonimo di Bernoldus Niemand
Poi nell’album “Wie Is Bernoldus Niemand?” del 1984
Testo trovato su Lyrics Translate



Poco prima di chiudere l’esperienza dei Corporal Punishment e aprire quella dei Cherry-Faced Lurchers, James Phillips, giovane rocker bianco sudafricano, anticonformista e antirazzista, attenzionato dalla polizia segreta del regime dell’Apartheid, attribuì al suo alter ego Bernoldus Niemand un disco il cui obiettivo dichiarato era “slaughter the Afrikaans sacred cows”, fare a pezzi i pilastri su cui si reggeva la società bianca sudafricana. E non solo la segregazione razziale che colpiva la maggioranza nera ma anche la coscrizione militare, il calvinismo, la soppressione di ogni dibattito politico e l’intolleranza verso il non-conformismo,... (Continues)
Hou my vas, korporaal
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/11/19 - 10:24
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Se scoppia la guerra...

Se scoppia la guerra...
[1991]
I crediti del brano sono a Piana (?) e Giorgio Faletti (1950-2014), celebre comico, artista e scrittore astigiano, prematuramente scomparso lo scorso anno.
Nell’album “Disperato ma non serio”

Testo, musica ed arrangiamento davvero claudicanti, ma in ogni caso una CCG doc.
Certamente ispirata all’aforisma di Carl Sandburg “Sometime they'll give a war and nobody will come” (“The People, Yes”, 1936).
Si veda al proposito Suppose They Give a War della The West Coast Pop Art Experimental Band.
Eravamo solo noi
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/11/13 - 13:28
Song Itineraries: Deserters
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Le Rosier

Le Rosier
2015
Têtu

Le rosier è una bella canzone d’amore scritta dal compositore Mario Breault, la storia è quelle di un militare pronto alla diserzione piuttosto che rinunciare a rivedere il suo amore
On vous aurait vue étreindre la main d’un prétendant 
(Continues)
Contributed by Donquijote82 2015/9/14 - 11:39
Song Itineraries: Anti War Love Songs, Deserters

Never Goes

Anonymous
Never Goes
[1917]
Testo di anonimo autore australiano, sulla melodia dell’inno religioso “What A Friend We Have In Jesus”
Testo trovato su Australian Folk Songs

Da un opuscolo pubblicato nel 1917 nell’ambito del vasto movimento politico e sindacale che si opponeva all’introduzione della coscrizione obbligatoria voluta dal primo ministro Bill Hughes, il cui governo promosse ben due plebisciti sull’argomento, risultando sconfitto in entrambi. La gente in Australia disse NO, ma questo non impedì il macello di oltre 60.000 soldati australiani e neozelandesi in quel conflitto.

Leggo nell’introduzione al link sopra riportato che il foglio contenente questa e altre conzoni contro la coscrizione militare fu inviato a domicilio a chissà quanti australiani, infilato in mezzo alla guida telefonica stampata dal Government Printing Office…
Are you tired of fat's aggression ?
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/7/16 - 12:04
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Disobbedisco

Disobbedisco
2015
Sentieri di libertà
Signor no non mi uniformo la mia voce fuori campo
(Continues)
Contributed by dq82 2015/7/13 - 14:48
Song Itineraries: Deserters
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Lasse-moi passer, sentinelle

Lasse-moi passer, sentinelle
[2008]
Paroles et musique: Dominique Grange
Testo e musica: Dominique Grange
Lyrics and music: Dominique Grange
Album: Des lendemains qui saignent [2009]



Dominique Grange
DES LENDEMAINS QUI SAIGNENT
Recueil de chansons interprétées par Dominique Grange
Illustrations de Tardi
Dossier historique de Jean-Pierre Verney
Éditions : Casterman
Date de parution : octobre 2009




Des lendemains qui saignent est un recueil de dix chansons pacifistes et antimilitaristes directement attachées au souvenir de la Grande Guerre. Rassemblées pour la première fois dans un ouvrage richement illustré (Tardi) et fort bien documenté (Verney), elles se suivent dans un ordre qui s'appuie sur la chronologie du conflit de 14-18. Trois de ces chansons ont été composées récemment par la chanteuse Dominique Grange. Les autres, de factures plus anciennes, sont empruntées au répertoire des chansons engagées... (Continues)
Laisse-moi passer, sentinelle
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2015/7/8 - 11:03
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Le Chemin des Dames

Le Chemin des Dames
[2006]
Scritta da Renaud Detressan, in arte Gary Wicknam
Nell’album intitolato “Sales gosses”

“Chemin des Dames” è il nome di una località nel dipartimento dell’Aisne, nella regione settentrionale francese di Piccardia. Il luogo fu teatro fin dal 1914 di alcune tra le più sanguinose battaglie della Grande Guerra. Sanguinose ed inutili, visto che su quel fronte la guerra di trincea stallò fino al maggio 1918…

Si veda anche Le Chemin des Dames del gruppo corso Chjami Aghjalesi, con l'approfondita introduzione di Riccardo Venturi...
Garçon faut que j'm'en aille
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/6/25 - 15:58

Au 22e

Au 22e
[1911]
Versi di Gaston Couté, pubblicati sul settimanale socialista ed antimilitarista “La Guerre Sociale” (numero dall’8 al 14 febbraio 1911), poi nel quarto volume de “L’Intégrale du Vent du Ch’min”, pubblicazione integrale in cinque volumi delle opere di Couté realizzata dalle edizioni “Le vent du ch'min” tra il 1976 ed il 1977 e riedita nel ‎‎2013 dalle edizioni “La Matière Noire”.
Sull’aria di “Auprès de ma blonde” (altrimenti nota come “Le Prisonnier de Hollande”), una marcia militare settecentesca molto popolare in Francia.

Il testo della canzone è introdotto come segue:

“La 2e Batterie du 22e Régiment d'Artillerie, casernée au quartier Noailles, a refusé de monter à cheval en disant que la nourriture était insuffisante et que l’« ordinaire » faisait des économies exagérées au préjudice des hommes.”


La cronaca – tratta dal quotidiano parigino “L'Intransigeant” (boulangista,... (Continues)
Quand j'étais chez mon père
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/6/12 - 09:56

C'est les journaux qui nous l'ont dit !

Anonymous
C'est les journaux qui nous l'ont dit !
[fine 1915, inizio 1916]
Canzone parodistica composta da anonimo “pioupiou” francese sprofondato nel fango di una trincea nei pressi di Tilloloy , Somme.
Sull’aria de “Le pendu (de Saint Germain)” di Maurice Mac-Nab, 1891.
Il brano è riportato nel progetto storico-musicale di Denis Le Vraux e Annic Pezé intitolato “Chansons pour une ville en guerre”, dedicato alla Grande Guerra come vissuta a Trélazé nella Loira.

Su cosa dicono e non dicono i giornali di regime quando soffiano i venti di guerra.
Ne sappiamo qualcosa anche noi, oggi che si combatte alle nostre frontiere assediate da orde di feroci pirati saraceni... E pensare che qualche cretino crede ancora alla balla che siano profughi in fuga da guerre e carestie cui i paesi occidentali, come il nostro, avrebbero pure dato un pesante contributo nel passato remoto e prossimo... bah!
Faut pas croire que vous faîtes la guerre
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/6/9 - 23:00
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Knockin' on Joe

Knockin' on Joe
[1985]
Parole e musica di Nick Cave
Dall’album "The Firstborn Is Dead", con The Bad Seeds

“Knockin’ On Joe” adopts a term used by prisoners in the U.S. to describe the desperate measures some would take to avoid hard labour while serving time: damaging their own fingers, hands, legs, like hot-headed Cool Hand Lukes. “You can’t hurt me any more!” Like many of Cave’s most lyrical moments it touches on suffering elevated to transcendence, lifted to a state of cold-eyed near-Zen, self-mutilation as a pre-emptive strike. (NickCave.com)

Un prigioniero in attesa dell’esecuzione (e l’attesa può durare anche una vita) decide di disertare, di non collaborare più con i suoi carnefici, e si rifiuta di lavare i pavimenti del “braccio della morte” con un gesto di protesta estremo, l’automutilazione.
“Knockin’ On Joe” è un espressione (un tempo?) in uso tra i detenuti nelle prigioni statunitensi ed... (Continues)
These chains of sorrow, they are heavy, it is true
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/6/4 - 15:28
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Noi fuori

Noi fuori
[2010]
Nell’album “Fuori”
Noi fuori
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/3/15 - 17:06
Song Itineraries: Deserters
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I Don't Wanna Die

I Don't Wanna Die
[1982]
In “The Good, The Bad & The 4-Skins”, album d’esordio della band punk oi! Di London East End
I don't wanna die in World War 3.
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/3/11 - 14:55
Song Itineraries: Deserters

Brudermord

Anonymous
Brudermord
[1848]
Canzone di anonimo soldato dell’esercito imperiale austriaco, inorridito dall’ordine di sparar sulla sua gente ricevuto durante la repressione della rivoluzione del 1848. In quel periodo accadde effettivamente – specie durante le rivolte del 1849 nel Baden-Palatinato - che reparti dell’esercito si rifiutassero di sparare e passassero con gli insorti, ma fu un fenomeno sporadico e comunque irrilevante per l’esito finale.
Testo trovato su Volkslieder Archive
Brudermord, Brudermord!
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/2/20 - 14:27
Song Itineraries: Deserters
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Nein, meine Söhne geb' ich nicht!

Nein, meine Söhne geb' ich nicht!
Chanson allemande – Nein, meine Söhne geb' ich nicht ! – Reinhard Mey – 1986

Sûrement la chanson pacifiste la plus connue de Reinhard Mey, le grand auteur-compositeur allemand malheureusement généralement méconnu en dehors de l'Allemagne. La même grande force rebelle et antimilitariste que le Déserteur, mais cette fois vue du point de vue d'un père qui se refuse de délivrer ses fils à l'armée et à la guerre et les fait déserter en se déclarant disponible à fuir avec eux (et il ne faudrait jamais oublier que la chanson a été écrite en Allemagne ; laquelle, contrairement à l'image stéréotypée qu'on en a, est très probablement, actuellement et depuis la fin de la IIième guerre mondiale, le pays où le pacifisme et l'antimilitarisme sont le plus répandus). Vraiment une chanson à encadrer.
NON, JE NE DONNERAI PAS MES FILS !
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2015/2/16 - 23:13
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Le déserteur

Le déserteur
ITALIANO / ITALIAN / ITALIEN [11] - Salvo Lo Galbo

Versione italiana di Salvo Lo Galbo
IL DISERTORE
(Continues)
Contributed by Salvo 2015/2/3 - 06:32
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脱走兵の歌

脱走兵の歌
Dassō-hei no uta
[2009]
Parole di 吉野寿 / Hisashi Yoshino
Musica degli Eastern Youth
Nell’album intitolato “歩幅と太陽”(Hohaba to taiyō, “The Pace With The Sun”)
逃げて逃げて逃げまくれ
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/12/8 - 22:55
Song Itineraries: Deserters
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Le déserteur

Le déserteur
GIAPPONESE / JAPANESE / JAPONAIS [3] - Kenji Sawada

沢田研二 (Sawada Kenji) - Boris Vian 脱走兵



La versione giapponese scritta e cantata da Kenji Sawada.
The Japanese version written and performed by Kenji Sawada
La version japonaise écrite et interprétée par Kenji Sawada.

脱走兵
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby + CCG/AWS Staff 2014/12/8 - 22:32

Lettre d'un déserteur

Lettre d'un déserteur
[1903]
Parole e musica di Gaston Dumestre (1875-1949), scrittore, poeta, paroliere, librettista e critico teatrale.
Nel repertorio di Mayol (Félix Mayol, 1872-1941), celebre cantante francese, che la interpretò per la prima volta alla Scala, rinomato music-hall parigino (3 boulevard de Strasbourg, 10e arrondissement)
Puisqu'il faut te dire, oh, maman
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/11/21 - 11:01
Song Itineraries: Deserters
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Cinque tedeschi ad Albinea

Cinque tedeschi ad Albinea
Resta da capire (o da sapere) se -ad oggi- i cinque tedeschi sono considerati, dallo stato tedesco, traditori o eroi.
E come sono state trattate le loro famiglie.
Personalmente non ho molti dubbi.
gianfranco 2014/11/8 - 21:06

Evviva i disertori!

Antiwar Songs Blog
Evviva i disertori!
Antiwar Songs Staff 2014-11-04 20:18:00
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Uffà! Uffà!

Uffà! Uffà!
Versione della Famiglia Rossi

2014/10/19 - 13:01
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Le déserteur du régiment d'Auvergne

Le déserteur du régiment d'Auvergne
dall'album "Tarentule" del 1977 ristampato su cd nel 1996

Il brano è inserito all'interno di un medley con due strumentali; Branles - Dits d'Écosse / Le Déserteur du régiment d'Auvergne / Air d'après Gaillarde d'Hassler

Les Branles viennent de l'orchésographie de Thoinot-Arbeau (1539). La chanson est tirée d'un recueil de chants de Hte-Bretagne de J.Choleau.

Instruments : violons, violoncelle, mandoloncelle, mandole, dulcimer, courteau, concertina, cymbalettes, tambour.
Voudriez-vous chanter
(Continues)
Contributed by Gianfranco Robiglio 2014/10/7 - 20:15
Song Itineraries: Deserters
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War Resister

War Resister
2009
Moth nor Rust

Jeremy Dean Hinzman (born in 1979 in Rapid City, South Dakota) was the first American Iraq war resister/deserter to seek refugee status in Canada.

He enlisted in the U.S. army as a paratrooper with the 82nd Airborne Division and deserted in 2004 to avoid participating in the Iraq War. "He fled to Canada with his wife and preschool-age son. Now living in Toronto and working as a bike courier, Hinzman faces a court martial and a possible five-year prison sentence if he returns to the U.S.. Hinzman said he sought refugee status because he opposed the war in Iraq on moral grounds and thought the U.S. invasion violated international human rights standards."

He "was one of the first to have his application [for refugee status] rejected – a decision he unsuccessfully appealed to the Federal Court and the Federal Court of Appeal. His request to appeal the decision to the Supreme... (Continues)
Was born, Jeremy Hinzman, Rapid City.
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2014/8/18 - 18:34
Song Itineraries: Deserters
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Il disertore

Il disertore
Chanson italienne - Il disertore – Kalashnikov – 2014

Salut à toi, Lucien l'âne mon ami, voici une nouvelle chanson des Kalashnikov. Nouvelle... on ne peut dire mieux, vu qu'elle est de cette année. C'est un peu comme une nouvelle récolte.

Et tu l'as déjà traduite ? Si ça continue, Marco Valdo M.I. mon ami, tu traduiras les canzones avant même qu'on les publie, et... Non, ça tu ne le feras pas, car c'est vraiment impossible, tu les traduiras avant même que les auteurs ne les aient conçues...

Allons, allons, Lucien l'âne mon mai, ne me charrie pas comme ça, j'ai autre chose à te dire à propos de cette chanson.

Je l'espère bien, dit Lucien l'âne en battant des oreilles tant il rit.

Comme tu le sais, la chanson inaugurale de ce site, la numéro 1 fut – la chose est historique – un chanson de Boris Vian, intitulée : « Le Déserteur » ; e fut la première chanson, mais aussi, le premier déserteur.... (Continues)
JE SUIS LE DÉSERTEUR
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2014/8/14 - 14:49

Hiding in the Ammunition Van

Hiding in the Ammunition Van
Una canzone appresa dall’informatrice Maysie Tucker di Salt Ash, New South Wales.
Nel disco intitolato “The Riderless Horse - An Australian Impression of World War 1” (2004) in cui i Roweth, musicisti australiani, hanno raccolto più di 30 canzoni e poesie dal primo e dal secondo fronte durante la Grande Guerra.

Canzone che racconta di disertori (questi poco accorti, visto che si vanno a nascondere nel carro delle munizioni!!!)
Le sue versioni sono molteplici perché il testo fu ripreso dalle truppe australiane durante la Grande Guerra, ma l’originale risale alle guerre anglo-boere di fine 800… C’è poi un riferimento a Timbuktu e alle truppe francesi e quindi anche alla dominazione francese nel Mali.
Have I been in battle? Have I been in gaol?
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/8/7 - 13:53
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Comunque Dada

Comunque Dada
2014
Museica


Dada e il Cabaret Voltaire
di Domenico Letizia
L’arte dada è l’arte dell’anti-arte.

A Zurigo, nella neutrale Svizzera, nell’ambiente intellettuale cosmopolita e illuminato formato da coloro che vi avevano trovato riparo dai sanguinosi orrori della Grande Guerra, nasce l’idea di dada. Sul significato della parola dada, i dadaisti ne hanno dette tante, in assenza di vere certezze risulta comunque chiaro il valore di non senso che la parola esprime. All’inizio “Dada” è anche l’idea di una rivista. Ne progetta il tutto, lo scrittore e uomo di teatro tedesco, Hugo Ball, nella pagina di una pubblicazione di carattere artistico e letterario apparsa nel maggio 1913, con il nome di “Cabaret Voltaire”. “Il piccolo fascicolo che pubblichiamo oggi è frutto della nostra iniziativa e della collaborazione dei nostri amici in Francia, in Italia e in Russia. Esso deve indicare l’attività... (Continues)
Le quattro di notte,
(Continues)
Contributed by DoNQuijote82 2014/8/5 - 19:41
Song Itineraries: Deserters
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Tocaia

Tocaia
[1973]
Parole e musica di Sérgio Ricardo
Nell’album - dalla copertina inequivocabile - che porta come titolo il nome dell’artista.

Tocaia, ovvero imboscata, agguato. Una canzone che, nel pieno di una feroce dittatura militare, facendo ricorso alla poesia e alla metafora ma senza nascondere nulla, nemmeno il nome, celebrava colui che fino a due anni prima era stato il nemico pubblico n. 1 del regime, il capitano dell’esercito, il disertore, il guerrigliero comunista Carlos Lamarca (1937-1971).

Fino al 1969 Lamarca non aveva dato alcun segno di insofferenza alla vita militare o di non condividere l’azione dell’esercito golpista. Poi, improvvisamente, disertò portando con sè un camion carico di armi e munizioni e si unì al gruppo armato Vanguarda Popular Revolucionária (VPR). Con la sua nuova divisa Lamarca firmò parecchie azioni eclatanti, come il sequestro dell’ambasciatore svizzero Giovanni... (Continues)
Baixava a noite na mata
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Contributed by Bernart Bartleby 2014/7/27 - 22:01
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Desert!

Desert!
[1987]
Nell’album intitolato “IX”
Anche in “Alive in Poland” (a Katowice nel 1989) pubblicato poco prima dello scioglimento (la band si è poi ricostituita nel 2008).

Una canzone assolutamente antimilitarista e antinazionalista dalla storica band black/speed metal milanese fondata nel 1980 da Andy Panigada e Dario Carria (morto suicida poco dopo l’uscita di questo disco), con Alberto Contini alla voce.
The army always pretended to take
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/5/13 - 15:26
Song Itineraries: Deserters
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Sei minuti all'alba

Sei minuti all'alba
Forse si potrebbe inserire questa bellissima canzone anche nel percorso sulla pena di morte, in fondo ricorda (cita?) i 25 Minutes to Go di Johnny Cash
Lorenzo Caccianiga 2014/4/14 - 17:35




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