LO STERMINIO DEGLI ANIMALI PROSEGUE, OVUNQUE E INESORABILMENTE…USQUE TANDEM?
Gianni Sartori
Difficile di questi tempi (con tutte le problematiche che ben conosciamo: guerre in primis) parlare anche del tragico destino di milioni, miliardi di animali. Fucilati, avvelenati, macellati… o comunque massacrati, sterminati dalle innumerevoli modalità che l’inventiva dei sapiens (se non proprio di tutti i sapiens, almeno di una parte cospicua) ha ideato. Nella realistica prospettiva - alla fine della storia - di rimanersene da soli su questo pianeta. Accucciati su montagne di cadaveri, carogne maleodoranti, ossa sbiancate…tra discariche impianti fatiscenti....a contare i sudati risparmi probabilmente.
Anche se ormai - per ragioni anagrafiche - non è più un problema mio, non posso non pensare a figli e nipoti (non solo ai miei naturalmente). A cosa lasciamo loro in eredità.
Per "El me gatt" - così si firma chi ieri (27.10.2019) ha proposto questa canzone in approvazione. Carissimo "El me gatt", come puoi vedere c'è già nel sito, e da oltre 13 anni! Abbiamo quindi dovuto cassare la tua proposta per non creare un doppione; ma ne approfittiamo, una buona volta, per toglierla dagli "Extra" con il breve, lapidario e azzeccatissimo commento di Alessio Lega e la conseguente -e necessaria- modifica della vecchia e superata introduzione. Grazie e saluti!
CCG/AWS Staff 2019/10/28 - 03:22
In realtà il Lega la definisce proprio "di animalismo militante"...
E infatti hai ragione e ho riportato la dicitura corretta. Eppure lo avrò sentito anche io decine di volte, il Lega che lo diceva; ma oramai Mr Alzie si fa strada...
My Cat: La versione inglese di Riccardo Venturi [2019] My cat: English version by Riccardo Venturi
My Cat: Version anglaise de Riccardo Venturi
My Cat: Riccardo Venturin englanninkielinen versio
"My cat" is the first militant animalist song in history! Alessio Lega
E me gat: La versione in dialetto Reggiano di montagna di Graziano Malvolti e Mara Redeghieri [2016] E me gat: A version into Reggio Emilia mountainside dialect by Graziano Malvolti and Mara Redeghieri [2016]
E me gat: La version en dialecte montagnard de Reggio Emilia, par Graziano Malvolti et Mara Redeghieri [2016]
E me gat: Graziano Malvoltin ja Mara Redeghierin Reggio Emilia vuoristoalueen murreeseen [2016]
Interpretata da Mara Redeghieri e Graziano Malvolti (l'autore della traduzione) come "rumorista" nell'album Attanadara - Dio valzer (2016) [Mara Redeghieri: Voce / Lorenzo Valdesalici: Chitarra classica / Nicola Bonacini: Contrabbasso / Graziano "Gago" Malvolti: Commenti]. Il video è realizzato da Ericailcane e Bastardilla.
I' mi' gatto: La versione in fiorentino di periferia dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: A version into suburban Florentine by Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: Version en florentin banlieusard par l'Anonimo Toscano del XXI Secolo
I' mi' gatto: Anonimo Toscano del XXI Secolon käännös Firenzen esikaupunkin murreeseen
Si tratta fondamentalmente di una discronia: pur essendo di ambientazione odierna, la seguente versione in fiorentino di periferia riporta ai tempi (trenta o quaranta anni fa) in cui l'Isolotto, vale a dire il quartiere in cui vivo, era veramente il Bronx, un posticino che veniva accuratamente evitato dalla gente perbene e la cui provenienza incuteva timore. A differenza che nelle altre versioni, il finale è leggermente differenziato, o “sdoppiato”. Il fatto che una delle vie principali dell'Isolotto si chiami davvero “via Torcicoda” aggiunge un'ironica... (Continues)
Cari lettori,
ho imparato quando me la cantava mio padre da bambino. A quei tempi l’interpretazione del testo che mi era stata spiegata era la stessa che vedo riportata in questa pagina: vecchia stronza ammazza un gatto e viene vendicata. Trent’anni dopo, basandomi solo sul testo, mi sembra più che che mi sbagliavo: il testo insinua molto bene che la povera vecchia era un capro espiatorio, già odiata da tutti i bambini, che l’hanno accusata e condannata per qualcosa che probabilmente avevano combinato loro stessi..
Concordo con Enea. Il giustizialismo del popolino rischia di sconfinare nella giustizia sommaria. Prima di caricare di botte la Nineta forse ne andava appurata la colpevolezza. Quante storie e film abbiamo visto in cui il "mostro" o il diverso di turno diventa un facile caprio espiatorio, mentre i veri colpevoli (magari benestanti e figli della società bene) la fanno franca?
Carissimo Mark3, a questo punto potresti anche confessare esplicitamente di essere stato tu a sbudellare quel povero gatto. Preso da tardivo rimorso e dopo che l'incolpevole Ninetta (persino vittima di un palese body shaming) è stata presa a mazzate e azzoppata una settantina d'anni fa vicino a Porta Genova da un gruppo di ragazzini del popolino capitanati da un brutale immigrato toscano -che in seguito avrebbe addirittura rivendicato quel suo atroce gesto in una famosa canzone in dialetto-, hai deciso, oramai giunto quasi al termine del tuo cammino terreno, di confessare la tua colpevolezza, nascondendola sotto un intervento assai politicamente corretto teso ad appurare i fatti, sollecitando persino un'indagine ufficiale e tirando in ballo il giustizialismo, i capri espiatori e i figli della società bene. Ma non ce la dai a bere, tu e quel tuo amico: dai vostri interventi si capisce oramai... (Continues)
Dall'album Kabaret n° 2 del 1967, che è il terzo album in studio di Bruno Lauzi (con arrangiamenti di Franco Tadini). Questa versione del Me gatt, come già accennato nell'introduzione, presenta delle lievi varianti testuali rispetto a quella originale di Ivan Della Mea; indi per cui se ne dà il testo. [RV]
El me gat: La versione in dialetto carrarese di Davide Giromini
El me gat: A version into Carrara dialect by Davide Giromini
El me gat: La version en dialecte de Carrare, par Davide Giromini
El me gat: Davide Girominin versio Carraran murreeseen
La versione in dialetto carrarese (o carrarino) di Davide Giromini è stata pubblicata nel CD Apuane Conversioni, uscito il 15 settembre 2017 e cui hanno partecipato vari artisti (tra i quali Matteo Procuranti e Rocco Rosignoli: l'album è interamente composto di cover di note canzoni vòlte in carrarino (io preferisco dire così). La versione del Me gatt, però, dev'essere di un bel po' d'anni anteriore al 2017, se Davide Giromini ha fatto in tempo a cantarla direttamente a Ivan Della Mea prima che partisse dal Binario 3 (14 giugno 2009). A tale riguardo, Davide Giromini racconta spesso un aneddoto: quando cantò a Della Mea la sua versione, dice di... (Continues)
Povero gatto: La trasposizione in lingua italiana de El me gatt, di Giubbonsky [2012] Povero gatto: An Italian transposition of the song by Giubbonsky [2012]
Povero gatto: Transposition de la chanson en langue italienne, par Giubbonsky [2012]
Povero gatto: Giubbonskyn italiankielinen versio
"Omaggio al grande Ivan Della Mea: una trasposizione non troppo conforme in lingua italiana della sua straordinaria El me gatt". [Giubbonsky]
Version française — MON CHAT — Marco Valdo M.I. — 2023
D’après la version italienne — Il mio Gatto — de Riccardo Venturi
d’une chanson en milanais — El me gatt — Ivan Della Mea — 1962
Dialogue Maïeutique
Ah, Lucien l’âne mon ami, comme on peut le voir, cette chanson italienne originaire de Milan, là-bas au milieu de la grande plaine alluviale du Nord, intitulée « El me gatt », littéralement « Le mien chat », écrite et chantée d’abord par son auteur Ivan Della Mea a perduré au-delà de bien des années, reprise par toute une série d’artistes et non des moindres. Un de ses premiers auditeurs fut Umberto Eco qui la catalogua comme « Archétype ; je ne sais si lui-même la chanta. Un chanteur, auteur-compositeur à ses heures, Alessio Lega qui continue à lui donner sa voix, l’avait désignée comme la première chanson d’animalisme militant de l’histoire. Je ne sais s’il a raison. Ce que je sais,... (Continues)
L'ùltim gatt: Ivan Della Mea, Fosdinovo, 25 aprile 2009
Il video che segue non è di buona qualità, ma è probabilmente un documento umano e storico: riprende l'ultima volta che Ivan Della Mea ha cantato una sua canzone in pubblico, il 25 aprile 2009 al “suo” Festival della Resistenza di Fosdinovo (MS), Fino al cuore della Rivolta (per questo una sua canzone, Scarpe rotte, attualmente si canta in un certo modo). Neanche due mesi dopo, Ivan Della Mea è venuto a mancare. Si indovini un po' qual è questa canzone: parla di un gatto e di una vecchia...
(E' un documento anche personale, e non solo perché il video l'ho fatto io con la fotocamerina regalatami dalla Daniela -k.d.-: mentre riprendevo di lato al palco, non potevo fare a meno di cantare la canzone, e infatti -ahimè- mi si sente anche fin troppo bene. A un certo punto, vergogna, ho anche sbagliato a cantare il testo). [RV]
Ho riascoltato la versione di Guccini (ebbene sì, mi sono comprato il famoso "formato fisico") e ho notato che le parole sono un po' diverse dall'originale, un po' italianizzate e un po' anche modenesizzate. Non penso di essere capace di trascriverle.
La voce del nostro ovviamente non è più quella di una volta, in questa canzone mi sembra meglio di altre di questo disco... ma l'arrangiamento è buono.
Io, invece, non ce l'ho (ma sembra che sul Tubo ci sia attualmente un Barun Litrun piratato). Non so: se è possibile che tu mi mandi in qualche modo -ivi compreso il piccione viaggiatore- il Me gatt gucciniano posso provare a trascriverlo con qualche indicazione linguistica: è pur sempre una versione! NB: Comunque, sul Tubo, si cominciano a vedere anche chitarristi che cantano la canzone con la seguente dicitura: "El Me gatt di Francesco Guccini" - a volte viene indicato (Ivan Della Mea) tra parentesi.
EL ME GATT IN TUTTI I DIALETTI E LE LINGUE D'ITALIA E DEL SISTEMA SOLARE!
L'idea originale era quella di istituire addirittura un concorso (anzi, un contest, come si dice oggidì); poi abbiamo rinunciato per il semplice motivo che un concorso abbisogna necessariamente di premi, e noialtri non avremmo i soldi nemmeno per far fare una targa -a parte quella di una 500 del '66 targata Livorno, che giace ancora nel vecchio magazzino d'un mio zio. Non per questo abbiamo rinunciato: al termine del rifacimento di questa pagina, lanciamo la Grande Iniziativa: EL ME GATT IN TUTTI I DIALETTI E LINGUE PARLATE IN TERRITORIO ITALIANO, compresa la Corsica, e IN TUTTE LE LINGUE, DIALETTI, IDIOMI E GERGHI DEL SISTEMA SOLARE, compreso il Klingon.
Prendete il testo, avvaletevi anche delle versioni e traduzioni già esistenti, e mettetevi all'opera: TUTTE LE VERSIONI SARANNO PUBBLICATE IN QUESTA PAGINA. Non... (Continues)
La versione incisa da Francesco Guccini [2022]
Version recorded by Francesco Guccini [2022]
La version enregistrée par Francesco Guccini [2022]
Francesco Guccinin version [2022]
E' andata a finire che, per vie traverse, sono riuscito ad ascoltare il Me gatt interpretato da Francesco Guccini nelle sue recenti Canzoni da intorto. Poiché si tratta comunque di una versione (con lievi differenze testuali, come quella di Bruno Lauzi del 1967), ho pensato di trascriverla. A tale riguardo, si tratta di una trascrizione semifonetica che intende riprodurre il particolare impasto linguistico di Francesco Guccini alle prese col milanese. Varianti testuali a parte, è interessantissima l'ammistione di italianismi, emilianismi, idioletti e persino di uno spagnolismo. Si sospettano anche alcuni fenomeni di substrato pavanese. Per quanto riguarda i simboli utilizzati, do conto soltanto di quello utilizzato... (Continues)
Aggiungo che naturalmente il "contest" naturalmente non si limita ai dialetti e alle lingue parlate in Italia, ma anche a qualsiasi altra lingua e dialetto! Non siate timidi.
Mi gato: Versione spagnola del Collettivo “La Hora del Gato Loco” [2022] Mi gato: Spanish version by the Collective “La Hora del Gato Loco” [2022]
Mi gato: Version espagnole du Collectif “La Hora del Gato Loco” [2022]
Mi gato "La Hora del Gato Loco"-kollektiivin espanjankielinen versio
Si tratta di una versione cantabile, seppure con qualche aggiustamento. Il Collettivo “La Hora del Gato Loco” (che prende nome da un idiomatismo argentino che significa, grosso modo, il momento in cui ti piglia i' bischero) è formato da tre membri che preferiscono restare anonimi pur partecipando al Contest.
È una canzone che lascia libero il pensiero a tante interpretazioni.
La ascolti ed un susseguirsi di emozioni, sensazioni e riflessioni ti avvolge.
È una canzone bellissima e medodiosa.
Un capolavoro per la sensibilità umana.
2020/3/20 - 06:52
Secondo me, ogni commento postato sopra, racchiude una sua piccola parte di verità sul significato della canzone, è chiaro che l'autore sotto la metafora dell'uccisiome degli uccelli, e quindi contro la cacciagione, cela anche un significato più profondo, magari un amico morto proprio perché non si è piegato ad alcune logiche di potere. Quindi fa un "je accuse" in prima persona, sempre giocando sulla metafora.. che più chiara di così si muore: "L'altalena per farti giocare, e dondolare, ed è quì che adesso io vivo, ma a che servono queste mie ali, tu sei morto ed io sono vivo, ma tu voli" qui gioca addirittura sulla metafora, a cosa mi servono queste mie "ali" se non posso essere libero di volare.. almeno tu sei morto, però puoi volare essendo libero da costrizioni, qui si riferisce intrinsecamente anche a coloro che hanno combattuto per la libertà, senza i quali saremmo tutti in gabbie come uccelli alla mercé di qualcuno..
Chanson suisse alémanique bernoise (Bärndüüdsch) – Dr Ferdinand isch gstorbe – Mani Matter – 1969
Paroles et musique : Hans-Peter Matter (Mani Matter)
C’est le milieu de la nuit et j’attends le Noir. Mais non, que diable comprenez-vous : je ne sanctifie pas une obscure entité infernale, ni ne me prépare à affronter un fasciste menaçant qui me l’a juré. J’attends Noir, un gros chat noir poilu, en fait, noir comme un tison, qui est en amour ces jours-ci, fait des concerts dignes de Von Karajan et arrive dans la cour fagoté de sorte qu’il semble un « Ecce Gatto » après des combats héroïques visant à peupler le quartier de chatons, et après de nombreuses bagarres avec d’autres chats. Avec mes habitudes de noctambule, je suis un véritable phare dans la nuit (à plus forte raison en période de couvre-feu) : il est plus de trois heures, ma porte est la seule éclairée dans un rayon de kilomètres... (Continues)
Capo Sant'Andrea, Isle of Elba: a whale. Corsica in the background.
Scrive Leif Strandh sulla sua pagina web:
Ho scritto questa canzone per raccogliere fondi per la ricerca sulle orche nell'Atlantico settentrionale, al largo delle coste norvegesi. Björn Afzelius e Cyndee Peters hanno aiutato molto nel contattare altri artisti, chiedendo loro un contributo. Molti lo hanno dato! Cyndee ha ugualmente portato dei suoi amici: Eric Bibb, Beverly Glen e il Charles May Gospel Ensemble. E io ho portato il mio amico Ove Strand. Ci siamo scatenati!
Molti associano automaticamente le balene e le orche ai freddi mari nordici e artici, oppure agli estremi mari meridionali e antartici, o comunque alle immensità oceaniche. Da buon elbano, sono molto fiero di avere proprio tra l'Elba, Capraia e la Corsica il cosiddetto “santuario dei cetacei”, in pieno Mediterraneo.... (Continues)
Italiensk översättning (Version av Björn Afzelius)
Italian translation (Björn Afzelius' version)
Traduction italienne (Version de Björn Afzelius)
Italiankielinen käännös (Björn Afzeliusin versio)
There are those who claim the lyric is really about the on-going – indeed ‘continuing’ Vietnam war, also known as the “Elephant and Tiger” war, from a quotation by Ho Chi Minh: “It is the fight between tiger and elephant. If the tiger stands his ground, the elephant will crush him with its mass. But, if he conserves his mobility, he will finally vanquish the elephant, who bleeds from a multitude of cuts.”
Thus the Americans are the Elephants going deep in the jungle to hunt the Vietnamese. In 1964, American citizens were chanting “LBJ, LBJ, How many kids did you kill today?” – not dissimilar to ‘All the children sing, Hey Bungalow Bill, What did you kill?’ “The children asked him if to kill was not a sin…” was essentially what the young American anti-war protesters were asking at the time. In 1965, in the Gulf of Tonkin, US naval ships were apparently unexpectedly attacked by the North Vietnamese,... (Continues)
La Filastrocca dell’ape – « Comptine de l’abeille » de Mimmo Mòllica se veut un hommage à ces insectes laborieux, mais aussi un appel pour la sauvegarde des abeilles et de la biodiversité. Les abeilles, en effet, sont en danger réel, menacées par les pesticides et la perte de leur habitat. Les pesticides les paralysent, provoquant la désorientation et la mort. Sauvons les abeilles !
Les abeilles, après tout, font bien plus que du miel : un tiers de notre nourriture dépend d’elles par le biais de la pollinisation. De nombreuses cultures légumières et horticoles importantes risquent d’être durement touchées par la diminution du nombre d’insectes pollinisateurs (fruits et légumes, tels que les tomates, les amandes, les pommes et les fraises : plus de 4 000 types de légumes rien qu’en Europe).
Sauvons les abeilles !
Chanson italienne – Canzone per un cacciatore – Zauber – 2002
Dialogue Maïeutique
La chasse ou « De l’assassinat considéré comme un divertissement », dit Marco Valdo M.I., car dans ce monde, il en est pour considérer la chasse comme un sport, la chasse comme un loisir.
Oui, dit Lucien l’âne, moi, je vois ça d’ici. Un loisir, un sport et pourquoi pas, un art ?, pour reparaphraser Thomas de Quincey et son « De l’assassinat considéré comme un des beaux-arts ». Mais enfin, quand même, imagine ce qui se passerait « Si les lapins avaient des fusils ».
En effet, dit Marco Valdo M.I., je te suggère d’en rester à cette proposition. Dans la chanson, c’est le chasseur lui-même qui est passé au crible et sa personnalité est décrite sans fard. Et c’est pas beau à voir le mental de ces Tartarins.
Oui, dit Lucien l’âne, je ne peux même pas m’imaginer en train de tuer pour le plaisir des êtres désarmés... (Continues)
Ho trovato su facebook delle informazioni biografiche (e una foto che ho inserito su Discogs e quindi nella nostra biografia) su questo gruppo. Controllate che la traduzione italiana delle due righe di biografia (basata su google translate) vada bene.
Grazie Lorenzo per "B.B., irresistibile sex symbol"...
Ti ringrazio molto per l'apprezzamento...
Modestamente, pur essendo untracinquantenne, mi porto ancora piuttosto bene...
Caro A. mi sembra che ci siano un paio di punti da rivedere nella tua traduzione, che per il testo trovo molto efficace "Et sous les bravos" secondo me significa "sotto gli incitamenti della folla" e les charognards sono gli avvoltoi non gli spazzini. Giusto?
C'è una cosa che vorrei far rimarcare: a Renaud è sempre piaciuto giocare con la lingua francese, e qui lo fa ancora. Non vi saranno sfuggiti i plurali "animals" e "chevals", ma in francese corretto bisognerebbe dire "animaux" e "chevaux". "Animals" e "chevals" sono i plurali come sono fatti dai bambini piccoli, oppure da chi comincia a imparare il francese con tutte le sue diavolerie (se ascoltate bene la canzone, notate come -pur con la sua scarsa voce attuale- Renaud insiste molto sulla pronuncia: le-z-animall', le chevall'). Magari, nella traduzione italiana si potrebbe mettere "animalli" :-)
a Lorenzo:
se non vado errato i "bravos" sono i tori dell'arena, non son sicuro che sia il nome della razza, comunque ho immaginato si potesse riferire a loro
sempre a Lorenzo:
scusami, tralasciavo una parte, gli avvoltoi sono spesso intesi come spazzini nel mondo animale, come sciacalli e iene per esempio ma in quanto non volatili sarebbero quindi da escludere;
ho preferito il termine "spazzini" perché ha per me, contestualizzandolo, una valenza più efficace e di certo non poco aggressiva, identificando, seppur indirettamente, gli umani come spazzatura.
Ok, forse hai ragione. Comunque ho avuto la sfortuna di vedere dal vivo Renaud tre anni fa e parafrasando una sua famosa canzone si potrebbe dire che "il tempo è assassino e si porta con sé le risa dei bambini... e la voce dei cantanti" :)
a Riccardo Venturi:
bell'idea, magari cavalli avendo già due elle potrebbe diventar cavali, solo che poi ci sarebbe il problema con la rima, converrebbe trovare un errore che possa rendere in rima entrambi i termini tipo che so ..."animagli" e "cavagli" o meglio "animai" e "cavai".
Gianni Sartori
Difficile di questi tempi (con tutte le problematiche che ben conosciamo: guerre in primis) parlare anche del tragico destino di milioni, miliardi di animali. Fucilati, avvelenati, macellati… o comunque massacrati, sterminati dalle innumerevoli modalità che l’inventiva dei sapiens (se non proprio di tutti i sapiens, almeno di una parte cospicua) ha ideato. Nella realistica prospettiva - alla fine della storia - di rimanersene da soli su questo pianeta. Accucciati su montagne di cadaveri, carogne maleodoranti, ossa sbiancate…tra discariche impianti fatiscenti....a contare i sudati risparmi probabilmente.
Anche se ormai - per ragioni anagrafiche - non è più un problema mio, non posso non pensare a figli e nipoti (non solo ai miei naturalmente). A cosa lasciamo loro in eredità.
Difficile anche perché... (Continues)