[1979]
Testo e musica di Ivan Della Mea
Lyrics and music by Ivan Della Mea
Album: Sudadio Giudabestia
Con: Isabella Cagnardi, Paolo Ciarchi, Claudio Cormio, Ivan Della Mea, Paolo De Vecchi, Pepè Gagliardi, Fabio Rizzato, Attilio Zanchi. Elaborazione collettiva su testi e musiche di Ivan Della Mea.
'L rivarà ("arriverà" in dialetto milanese) è la canzone introduttiva di Sudadio Giudabestia, solo brevemente preceduta dalla prima strofa di Io so che un giorno. Introduttiva e, in un certo senso, ricapitolativa: l'universo di via Montemartini, la via del quartiere Corvetto dove viveva ed è morto Ivan Della Mea, è presentato già tutto intero, nella sua componente umana e politica.
Ivan Della Mea amava non fare troppi preamboli. Ci va giù duro, e da subito. La canzone si "svolge" in un giorno preciso: quello della morte del Che Guevara. È, quindi, il 9 ottobre 1967. Un pendolare che lavora... (Continues)
Dedicada a uno de los mas grandes hombres que ha dado esta tierra, a uno de los máximos líderes de la Revolución Cubana, a aquel político, guerrillero, escritor y médico argentino-cubano querido y recordado por la gran mayoria de América Latina y el mundo, Ernesto "Che" Guevara.
[1968]
Lato B di un 45 giri del 1968.
Sul lato A, “La colomba”, versione italiana di “Se equivocó la paloma”, poesia di Rafael Alberti del 1938 dedicata a Pablo Neruda e messa in musica nel 1941 dal compositore argentino Carlos Guastavino.
di Sergio Endrigo
Una canzone dedicata a Ernesto Che Guevara.
Finalmente questo brano è divenuto disponibile - seppure con colpevole ritardo: nella versione originale da studio lo è divenuto appena cinque mesi prima della morte di Endrigo ... - su supporto CD.
- La versione da studio si trova ora all'interno della doppia compilation "Sergio Endrigo '65-'73 - i 45 giri" pubblicata dalla Warner agli inizi del 2005:
- Una bella versione live è contenuta all'interno dell'album dal vivo "L'arca di Noè", del 1970, ristampato - sempre dalla Warner - nel 2003:
Originariamente uscì, nel 1968, come lato B tanto di un 45 giri che aveva "La Colomba" quale suo lato A quanto di una altro 45 giri che aveva "Camminando e cantando" quale suo lato A, nonchè - sempre nel 1968 - all'interno dell'album "Endrigo":
[1999]
Testo e musica dei Modena City Ramblers
Lyrics and music by Modena City Ramblers
Album: "Fuori Campo"
"Dal sud al nord, dalla periferia al centro - ma esiste davvero un centro di qualcosa ? Di sicuro esistono migliaia di facce e di posti dimenticati, ai margini del gran carrozzone del mercato Globale, che non meriteranno mai un titolo sul giornale. Si trovano, semplicemente, oltre il cerchio del riflettore...".
Il "parlato" sotto lo strumentale finale è scritto e recitato da Luis Sepúlveda, ispirato da un libro di Eduardo Galeano sulle vene aperte dell'America Latina.
"Campionamento" musicale : lo strumentale finale è tratto da "The green groves to Erin", Bothy Band.
Chanson italienne – Fuori Campo – Modena City Ramblers – 1999
« Du Sud au Nord, de la périphérie au centre – mais existe-t-il un centre de qualque chose ? Il est certain qu'il existe des milliers de faces et d'endroits oubliés , aux marges du grand wagon du Marché Global, qui n'ont jamais droit à un titre de journal. Ils se trouvent, tout simplement, en dehors du faisceau du projecteur... »
le « récitatif » sous l'instrumental final est écrit et dit par Luis Sepùlveda, inspiré d'un livre d' Eduardo Galeano sur les veines ouvertes de l'Amérique Latine....
Avec cette chanson, les Modena City Ramblers tentaient de faire le point sur l'évolution de la Révolution. C'était en 1999.
Mais le temps est passé, l'Amérique Latine a changé; rien n'est encore arrangé... Loin de là, mais... L'Amérique Latine a changé de cap, l'Amérique latine prend le large vis-à-vis du Nord, du libéralisme et du capitalisme;... (Continues)
bella...semplicemente bella anzi,bellissima!!io penso che questa canzone sia una delle più belle che abbia mai sentito perchè non è come quelle canzoni solite commerciali che vengono fatte solo per far fruttare soldi, questa è sincera,è vera non contiene l'ipocrisia della società...io penso ke ernesto guevara detto il che è l'unico uomo che amo,che abbia mai amato e che amerò x sempre veramente...perchè come gandhi ha dato la sua vita per il prossimo, per salvare delle persone innocenti...grande ernesto...sei il mio mito.
Voglio segnalare che a questo indirizzo può essere scaricato in formato pdf il famoso fumetto "Vida del Che" scritto nel 1968 da Héctor Germán Oesterheld e disegnato da Alberto Breccia.
Perchè questa segnalazione? Perchè l'argentino Oesterheld, fu uno dei più importanti e prolifici autori di comics a livello mondiale negli anni '60 e '70 e proprio a causa delle sue storie (si pensi a "L'Eternauta", l'Eternauta II" e proprio "Vida del Che") e del suo impegno politico tra le fila della resistenza antifascista venne fatto sparire dalla dittatura nel 1976, insieme alle sue quattro figlie Diana (21 anni), Beatriz (19), Estela (25) e Marina (18) ed ai compagni e mariti di costoro.
Una famiglia completamente sterminata!
Tutte le copie di "La Vida del Che" vennero fatte scomparire con il suo autore, ma il disegnatore Alberto Breccia riuscì a metterne in salvo l'originale e l'opera, bellissima per testi e per grafica, ricominciò a circolare finita la dittatura.
[1967]
Testo e musica di Víctor Jara
Interpretata anche dagli Inti-Illimani in Inti-Illimani 2 - La Nueva Canción Chilena (1974)
e da Ismael Serrano
Canzone che porta come sottotitolo: Galope por E.CH.G, ovvero "galope (ritmo sudamericano) per Ernesto Che Guevara".
In tutto il brano il "tiple" nervoso e irrequieto sostiene la drammaticità della musica con tocchi ribattuti e veloci o con arpeggi spettrali su ritmo di galope.
*tiple:strumento musicale latino americano,parente stretto della chitarra(di dimensioni poco inferiori). [Marcia Rosati]
In questo sito siamo abbastanza restii a inserire le canzoni che parlano del Che Guevara, che peraltro sono centinaia. Questo non perché nutriamo una qualche avversione per questa figura (tutt'altro), ma perché spesso e volentieri ci porterebbero un po' troppo fuori argomento. Ma non è possibile fare a meno di questa canzone, inviataci dall'amica... (Continues)
Dall'album "Sogni e Tradimenti"
(Renato Franchi, Giovanni Arzuffi, Carlo "Manolo" Cilibrasi, Marta Franchi, Giorgio Macchi, Roberto D'Amico, Viky Ferrara, Elena Lavazza, Davide Saccozza)
Edizioni: Storie di Note S.r.l.
Anno 2006
Canzone scritta la mattina successiva alla morte di Carlo ed eseguita la prima volta con grande emozione nell’ambito del presidio promosso dalla rete di lilliput del 20-luglio-2001 tenutosi a Varese.
Il testo nel corso del tempo è stato rivisto leggermente grazie a indicazioni preziose venute da chi lo ha ascoltato nei concerti.
Questa leggera operazione di riscrittura a posteriori non ne ha ridotto l’intensità emotiva con cui era stato scritto, ma ne ha rafforzato il contenuto narrativo rendendolo piu’ incisivo a favore del cuore e della memoria .
la canzone e’ un viaggio-racconto sui misteri , sulle stragi e sui fatti clamorosi di violenza che hanno colpito il cuore democratico del nostro paese nel corso di diversi anni e che sono costati la vita e il sangue di uomini e donne innocenti .
ai bei vent’anni di Carlo Giuliani un angelo senza spada , e a tutte le vittime delle stragi e’... (Continues)
Non ero più tornato a Genova da quel luglio 2001.
Il 20 di luglio, mentre Carlo Giuliani veniva assassinato, mi trovavo poco distante da Piazza Alimonda ed ero appena miracolosomante scampato ad un pestaggio ad opera di alcuni solerti celerini...
Ma il luogo preciso dove Carlo cadde non l'avevo mai visto di persona...
Oggi ho deciso di andarci e, con grande sgomento, non ho trovato nessun segno che ricordasse quella vita così ferocemente strappata... Soltanto in un angolo, accanto ad una delle targhe che indicano la piazza, c'era scritto piccolo, piccolo, quasi timidamente, "Carlo Vive"...
Sono passati solo cinque anni e stiamo già dimenticando?
Parla delle "scomode" verità che pare fossero emerse dalle indagini di un vicequestore aggiunto, Luca Salvemini, sulle menzogne raccontate dai suoi colleghi che massacrarono la gente inerme nella scuola Diaz, a Genova, in quel torrido luglio 2001... Per esempio, le bottiglie molotov sequestrate, confermava Salvemini, sarebbero state proprio messe ad arte dai poliziotti... Solo che oggi, 17 gennaio 2007, quelle molotov sembrano scomparse e quindi non sono più prova di reato e quindi non sono assumibili in processo le testimonianze connesse... Link:
Bravi! Avete fatto un bel lavoro, fino in fondo... "Protect & Serve"? Piuttosto "Massacra & Insabbia"!!! Viva la Polizia!!!
A suo tempo Pasolini solidarizzava con i poliziotti perchè "sono figli di poveri"... A me pare che oggi ce ne siano un po' troppi "figli di puttana" (e chiedo scusa alle puttane)...
Sparite le molotov della Diaz
Massimo Calandri
Giallo in tribunale, sospeso il processo per i fatti del G8
da L'Espresso
Le due bottiglie molotov che la polizia piazzò all´interno della scuola Diaz con l´obiettivo di incastrare i 93 no-global ospiti dell´istituto di via Battisti, non si trovano più. Dovevano essere portate ieri mattina in aula, nel corso del processo ai 29 funzionari ed agenti protagonisti del sanguinario blitz: ma sono sparite. Non le trovano in questura, nemmeno all´ufficio corpi di reato del tribunale. Le bottiglie incendiarie sono una delle chiavi di lettura di questo procedimento, la prova più eclatante della montagna di imbrogli architettati dalla Polizia di Stato; il presidente Gabrio Barone ha rinviato il processo, in attesa che vengano compiuti gli opportuni accertamenti. Siamo di fronte ad una svolta clamorosa, spiegano trionfanti alcuni difensori degli imputati:... (Continues)
TRAMA
Un giovane virgulto partecipa alla processione di Santa Libertà. Tra sacro e profano, segue la sua icona, la bandiera che più di ogni altra simboleggia un uomo libero. Ma da lontano giunge l'eco dei bombardieri americani. Avrebbe potuto intitolarsi "Alla ricerca dell'americano perduto". È un canto d'amore per un popolo che in microscopica minoranza è eccezionale.
(da "Cineclub Bandabardò" - In viaggio con la Banda in 14 film immaginari. Articolo uscito sul "Rosso Fiorentino", mensile di Controradio, novembre 2004)
[1968]
Testo di Nicolás Guillén
Musica di Harold Gramatges
Prima interpretazione di Paco Ibáñez
Guitarra en duelo mayor, meglio nota come Soldadito boliviano è sicuramente una delle più note canzoni sull'uccisione del Che Guevara, avvenuta in Bolivia il 7 ottobre 1967. Il testo è del massimo poeta cubano contemporaneo, Nicolás Guillén; fu interpretata per la prima volta da Paco Ibáñez all'Olympia di Parigi, nel dicembre del 1969. L'immagine del "Soldatino boliviano" è ripresa direttamente dal Diario de Bolivia di Ernesto Che Guevara, alla pagina del 3 giugno 1967. [Dati provenienti da: Meri Lao, Al Che, Poesie e canzoni dal mondo, Edizioni Erre Emme, 1995, pp. 158-159][RV]
La Zamba del Che was written in November 1967 by Rubén Ortiz Fernández. It premiered at the Auditorio de la Facultad de Medicina of the UNAM and was played at the demonstrations held during the 1968 student movement in Mexico. It was premiered end recorded by Víctor Jara in Chile in 1970.
La canzone parla delle ultime ore di vita del Che in Bolivia. Il titolo è preso dalla frase che il Che pronunciò davanti agli occhi del suo carnefice che impietrito dalla paura non riusciva a premere il grilletto dalla pistola. Il ritornello è preso da una frase che il Che scrisse nel suo diario ancora prima di partire guerrigliero a Cuba, cioè quando ancora studiava medicina nel '48. Il ritmo e gli arrangiamenti della canzone ricalcano i ritmi e le sonorità cubane
Testo e musica di Ivan Della Mea
Lyrics and music by Ivan Della Mea
Album: Sudadio Giudabestia
Con: Isabella Cagnardi, Paolo Ciarchi, Claudio Cormio, Ivan Della Mea, Paolo De Vecchi, Pepè Gagliardi, Fabio Rizzato, Attilio Zanchi. Elaborazione collettiva su testi e musiche di Ivan Della Mea.
'L rivarà ("arriverà" in dialetto milanese) è la canzone introduttiva di Sudadio Giudabestia, solo brevemente preceduta dalla prima strofa di Io so che un giorno. Introduttiva e, in un certo senso, ricapitolativa: l'universo di via Montemartini, la via del quartiere Corvetto dove viveva ed è morto Ivan Della Mea, è presentato già tutto intero, nella sua componente umana e politica.
Ivan Della Mea amava non fare troppi preamboli. Ci va giù duro, e da subito. La canzone si "svolge" in un giorno preciso: quello della morte del Che Guevara. È, quindi, il 9 ottobre 1967. Un pendolare che lavora... (Continues)