Oltre 30 artisti cileni si sono ritrovati per riscrivere e registrare una vibrante interpretazione dell’inno di protesta di Jara, che è stata pubblicata domenica 27 ottobre. Suonata e cantata da artisti diversissimi – tra cui la regina del synth-pop Francisca Valenzuela, il rapper indie Pedropiedra, l’avant-folksinger Gepe e il cantante trap Gianluca – e costruita in crescendo, la canzone riflette la varietà di suoni che compongono la musica cilena. Flauti di pan andini, charango, chitarre elettriche ed elementi hip hop si fondono per dare vita al suono di un Cile nuovo e audace. “Il diritto di vivere senza paura nel nostro Paese”, cantano gli interpreti nei nuovi versi, “in coscienza e in unità con l’umanità”.
Francisca Valenzuela, Cami, ,Gepe, Camila Moreno, Moral Distraída, Fernando Milagros, Mon Laferte, Denisse Malebrán, Benjamín... (Continues)
Versi del poeta e rivoluzionario salvadoregno Roque Dalton (1935-1975), assassinato dai suoi stessi compagni di lotta.
Nella raccolta "Taberna y otros lugares", 1969
Una poesia messa in musica da diversi artisti, come William Agudelo, Eugenia León e Illapu
Cuando sepas que he muerto no pronuncies mi nombre (Continues)
José Rafael Montilla (1859-1907), generale venezuelano partecipò alla Revolucion Libertadora sostenendo le rivendicazioni dei contadini contro i grandi latifondisti. Nel 1907, tradito da uno dei suoi, fu assassinato. La canzone popolare racconta la sua storia in forma di leggenda.
Testo e commento trovati sul Blog "Esta canción no dice nada"
"Para el mundo la dictadura de Pinochet destaca por sobre otros gobiernos totalitarios, no porque se trataba de un régimen Fascista, sino que además de eso se crearon organismos de Estado que apuntaban al extinción de la ideología Marxista, mediante métodos como la tortura y el exterminio de quienes tenían un pensamiento orientado hacia la izquierda.
No conforme con ello los servicios de inteligencia de las Fuerzas Armadas de Chile persiguieron, torturaron, encarcelaron, exoneraron, desterraron, asesinaron y desaparecieron a todo aquel que se opusiera a la dictadura.
[...]
El grupo Illapu con “Tres Versos para una Historia”, consistente en tres textos unidos en una sola canción, es quizá el más crudo de todos los testimonios musicales de esa época oscura, ya que refleja el vivo... (Continues)
I. La Historia de Manuel. (Continues)
Contributed by Maria Cristina Costantini 2015/8/15 - 23:01
Una curiosità:
Nel 1975 acquistai il loro disco appena uscito in edizione italiana dal titolo semplice "Musica Andina" ("I Dischi dello Zodiaco") nel quale ufficialmente stava scritto che ILLAPU significa "Ricoperto di Neve".
Nel loro sito in italiano ora si legge invece: Gli “Illapu” sono un gruppo Cileno di musica folklorica di radice andina il cui nome in lingua quechua (“relampago” in spagnolo e “lampo” in italiano) deriva da “Apu Illapu”, divinità dei tuoni, dei lampi e della pioggia nelle civiltà precolombiane dell’attuale America latina.
Forse Maria Cristina può essere precisa sul significato reale?
Ciao Flavio,
non sono un'esperta di lingue andine, anche se a suo tempo ho studiato qualcosina di quechua, ma credo che la traduzione del disco italiano sia sbagliata, visto che molte fonti, tra cui il sito ufficiale del gruppo, riportano "rayo", "relámpago", e cioè "fulmine".
Il dizionario online Quechua-Aymara-Español Katari.org http://www.katari.org/diccionario/dicc... riporta "illapa" in Quechua e "Illapa/illapu" in Aymara con il significato di "fulmine".
Alcuni siti -meno autorevoli- parlano anche di una divinità del fulmine e del tuono chiamata "Illapa".
"Apu" vuol dire "signore", "alto dignitario", ma se non ricordo male indica anche una persona o una entità sacra: un pazzo, una roccia, un fiume possono essere "Apu" (per esempio il nome del fiume Apurimak significa "parlante sacro" dal verbo rimay, "parlare"). Per saperne di più ci vorrebbe il mio professore di Letteratura Ispanoamericana.
Apu was a god or spirit of mountains. All of the important mountains have their own Apu, and some of them receive sacrifices to bring out certain aspects of their being. Some rocks and caves also are credited as having their own apu.
Apocatequil (aka Apotequil) or Illapa was the god of lightning.
Illapa ("thunder and lightning"; aka Apu Illapu, Ilyap'a, Katoylla) was a very popular weather god. His holiday was on July 25. He was said to keep the Milky Way in a jug and use it to create rain. He appeared as a man in shining clothes, carrying a club and stones. He was formerly the main god of the Kingdom of Qulla after which the Qullasuyu province of the Inca Empire was named. https://en.wikipedia.org/wiki/Inca_myt...
Nella mitologia inca Apu Illapu (conosciuto anche come Illapa, Ilyap'a, Katoylla) era il dispensatore della pioggia e dio del tuono. Era un dio molto importante e venerato dalla... (Continues)
A proposito del concetto di Apu, volevo aggiungere che la peculiarità e la parte più interessante, a mio parere, del pensiero mitico dei popoli andini(di cui gli Incas furono, in un determinato momento storico, l'etnia dominante, la casta di potere) è la sua fortissima componente animistica: oltre che in divinità definite, come "Inti" (il Sole), il sacro può risiedere in tutte le cose: fenomeni naturali, animali, piante, fiumi, rocce e montagne; ogni cosa vive, ogni cosa è "animata".
Il grande scrittore peruviano José María Arguedas, prodotto di un peculiarissimo meticciato culturale, dichiarò in un famoso discorso che neppure il socialismo aveva ucciso in lui l'elemento magico, e che sebbene frequentasse il mondo cosiddetto civilizzato e volasse sugli aerei, niente e nessuno avrebbe potuto convincerlo che un fiume non fosse un essere vivente. Nei suoi romanzi il paesaggio, la natura, e anche gli uomini, sono descritti con una sorprendente potenza visuale e simbolica.
Credo che la stessa cosa valga per le convinzioni degli indiani del Nord America, con il loro Grande Spirito, di cui uccello del tuono era l'emanazione o il messaggero. Per quanto sono riuscito a scovare, sembra però, che le figure equivalenti di questo culto animista più a sud sarrebbero il Quetzal dei Maya, simbolo della bellezza e dell'amore della libertà https://it.wikipedia.org/wiki/Pharomac...
https://upload.wikimedia.org/wikipedia...
o il Coraquenque dei Incas.
A me personalmente ha colpito il fatto che sia Illapu che Thunderbird erano, per così dire, "gestori dei tuoni" nelle relative culture. Rimane curiosa comunque l'ipotesi dell'incontro tra le antiche tribù che avrebbero attraversato il Stretto di Bering per scendere poi nell'America del Nord con un enorme volatile, un certo Teratornis, estintosi incirca 10 000 anni fa https://it.wikipedia.org/wiki/Teratorn..., che potrebbe... (Continues)
Oltre 30 artisti cileni si sono ritrovati per riscrivere e registrare una vibrante interpretazione dell’inno di protesta di Jara, che è stata pubblicata domenica 27 ottobre. Suonata e cantata da artisti diversissimi – tra cui la regina del synth-pop Francisca Valenzuela, il rapper indie Pedropiedra, l’avant-folksinger Gepe e il cantante trap Gianluca – e costruita in crescendo, la canzone riflette la varietà di suoni che compongono la musica cilena. Flauti di pan andini, charango, chitarre elettriche ed elementi hip hop si fondono per dare vita al suono di un Cile nuovo e audace. “Il diritto di vivere senza paura nel nostro Paese”, cantano gli interpreti nei nuovi versi, “in coscienza e in unità con l’umanità”.
Francisca Valenzuela, Cami, ,Gepe, Camila Moreno, Moral Distraída, Fernando Milagros, Mon Laferte, Denisse Malebrán, Benjamín... (Continues)