[1943]
Canto partigiano della Val d'Ossola.
Si veda anche e soprattutto Quaranta giorni di libertà per maggiori informazioni sulla Libera Repubblica dell'Ossola.
Era la canzone della formazione partigiana ossolana comandata da Filippo Beltrami, noto come ''il Capitano''. Essa venne poi adottata dalla Divisione alpina ''Filippo Beltrami'', autonoma.
Le parole vennero scritte dal comandante partigiano Alfredo Di Dio, che prese lo spunto, sia per il testo sia per la melodia, da una preesistente canzone dei bersaglieri, peraltro cantata anche in altri corpi (per esempio in aviazione. Inf. Cesare Bettini, Vedi all'Istituto de Martino nel fondo Ricerca Adda il nastro ceB mlB/6, reg. Cassano d'Adda, Milano, 17 maggio 1973). Durante la prima guerra mondiale conobbe delle varianti legate al fenomeno della diserzione. Ne e' un esempio la lezione riportata - testo e musica - in C. NOLIANI, Canti... (Continues)
Discografia : Ribelli per amore, Letture e Canti della Resistenza.
Ribelli per amore, Letture e Canti della Resistenza 33 giri ECO 510
(La vita per l'Italia)
Contenuto
-1a Parte
Preghiera Del Ribelle (Di Teresio Olivelli)
Mamma Non Piangere (Marciar Marciar)
La' Su Quei Monti
O Bella Ciao
Pietà L'è Morta
Il Canto Del Deportato
-2.A Parte
Valtoce
La Stella Del Partigiano
La Bella Partigiana
Bersagliere Ha Cento Penne
Salmodia Della Speranza (Di P. Turoldo)
Rimpianto Di Mamma
Elaborazione Corale Di Benito Corradini
Coro "I Cantori Di Cerano", Novara
Direttore: Benito Corradini
Lettore: Athos Brinkmann
Odio Ci Uccise
Ci Fa Rivivere Amor
A Dio Pace
Ai Monti Una Carezza
Un Canto Un Fiore
A Voi Opere Degne Chiediamo
Affinchè Il Sogno
Nel Quale Morimmo
Viva Nella Nostra Vita
In occasione del trentennale della Resistenza:
ASSOCIAZIONE PARTIGIANA RAGGRUPPAMENTO DI DIO F.I.V.L.
Casa Musicale Eco Milano Via Sant'Antonio 5 (Italy)
Il testo che segue è tratto dal bel libretto "Canti popolari del Cusio, 1977" pagina 23, presentato dalla signora Adriana alla pagina "Canzone della vecchia miniera".
Queste le note esplicative:
"MARCIAR"
« Marciar » è il più famoso canto partigiano dell'alto novarese, conosciuto e cantato da tutte le formazioni della zona. Pare sia stato composto da Antonio Di Dio, caduto a Megolo, fratello di Alfredo, Comandante della «Val Toce». Qualcuno però lo attribuisce a Filippo M. Beltrami.
Vorrei riportare anche la didascalia associata all'immagine del piccolo paese
Case della Piana di Forno, nell'alta val Strona. che fu nido di partigiani nei lunghi inverni della guerra. I loro canti sono l'aspetto meno celebrato, ma più umano della vita alla macchia. Parlano di figli con la penna d'alpino, tornati dal fronte al bosco dietro casa, a difendere l'orto e la vacca. O partigiani ragazzi, che non sono mai partiti e, prima ancora di diventare uomini, si trovano ad imbracciare il mitra sul sentiero dell'ultimo gioco e del primo amore.
Mamma non piangere se più non tornerò, (Continues)
[1974]
Testo di Giorgio Bertero
Musica di Gianni Guarnieri [*]
Dallo sceneggiato TV di Luciano Codignola e Leandro Castellani Quaranta giorni di libertà
ispirato alla storia della Libera Repubblica dell'Ossola.
Testo trascritto all'ascolto dopo l'invio dell'mp3 reperito da Adriana su Emule.
[*] I fratelli Guido e Maurizio de Angelis, autori della sigla finale "Verde" e del commento musicale allo sceneggiato televisivo, intervengono nel controcanto di alcune parti della canzone.
Leandro Castellani, il regista di Quaranta giorni di libertà, è gentilmente intervenuto su questa pagina per segnalarci i veri autori di questa canzone, Giorgio Bertero e Gianni Guarnieri. Abbiamo ovviamente corretto l'autoria. Si avverte che, nel commento che segue, essa risulta ancora attribuita ai fratelli Guido e Maurizio de Angelis, che peraltro sono gli autori della sigla finale, "Verde", e del commento... (Continues)
Canto partigiano della Val d'Ossola.
Si veda anche e soprattutto Quaranta giorni di libertà per maggiori informazioni sulla Libera Repubblica dell'Ossola.
Era la canzone della formazione partigiana ossolana comandata da Filippo Beltrami, noto come ''il Capitano''. Essa venne poi adottata dalla Divisione alpina ''Filippo Beltrami'', autonoma.
Le parole vennero scritte dal comandante partigiano Alfredo Di Dio, che prese lo spunto, sia per il testo sia per la melodia, da una preesistente canzone dei bersaglieri, peraltro cantata anche in altri corpi (per esempio in aviazione. Inf. Cesare Bettini, Vedi all'Istituto de Martino nel fondo Ricerca Adda il nastro ceB mlB/6, reg. Cassano d'Adda, Milano, 17 maggio 1973). Durante la prima guerra mondiale conobbe delle varianti legate al fenomeno della diserzione. Ne e' un esempio la lezione riportata - testo e musica - in C. NOLIANI, Canti... (Continues)