Oggi, 25 Aprile, non sono andato a nessun corteo. Non lo faccio da tanti anni. Non mi interessa se la Letizia si sia o no presa i suoi vaffanculo e cose del genere. Un tempo, non ne perdevo uno di 25 Aprile. Dalla mia camera, dalla mia casa che dominava tutta la città, dispiegavo una bandiera tricolore, che si vedeva da tutta Como e forse era l'unica non ufficiale, perché Como, dopo che nel 1922 gli squadristi le "dimisero" un sindaco socialista di nome Angelo Noseda, si trovò sempre (salvo due misere volte, quando per un po' di tempo fu sindaco il Renzino Pigni, socialista unitario, e quando fu sindaco il buon Sergio Simone, socialista anche lui, ma craxiano) dalla parte sbagliata: Como votò per il Savoia, Como votò contro il divorzio e contro l'aborto terapeutico, Como da democristiana che era passò quasi in massa a Malagodi quando cominciò il centro-sinistra, Como solo pochi giorni fa... (Continues)
A trent’anni dalla scomparsa, un ricordo del medico partigiano Sergio Caneva, di cui due fratelli perirono nei campi di sterminio.
Morto durante una conferenza, come il prigioniero politico sudafricano Duma Kumalo
A TRENTANNI DALLA MORTE, UN RICORDO DEL PARTIGIANO SERGIO CANEVA
Gianni Sartori
Quando mi era giunta la notizia della morte dell’amico Duma Joshua Kumalo (uno dei sei di Sharpeville), scomparso il 3 febbraio 2006 a CapeTown, durante una conferenza, la memoria mi era andata immediatamente alla vicenda analoga di Sergio Caneva.
Due storie diverse, geograficamente lontane, ma forse complementari.
Prigioniero politico nel Sudafrica dell’apartheid (anni ottanta) Duma raccontava di aver “passato sette anni in prigione e tre nella cella della morte, ho ottenuto la grazia dodici ore prima di essere impiccato. Soltanto oggi comprendo come questa esperienza abbia segnato la mia identità... (Continues)
OMAGGIO AL COMPAGNO PARTIGIANO EUGENIO MAGRI
Gianni Sartori
NEL CORSO DELLA SUA LUNGA VITA MILITANTE, L’ANTIFASCISTA VICENTINO EUGENIO MAGRI (morto a 96 anni) HA CONTRIBUITO COME POCHI AL RECUPERO DELLA MEMORIA STORICA SIA DELLA RESISTENZA AL FASCISMO NOSTRANO, SIADELLA LOTTA ANTIFRANCHISTA
E così anche Eugenio se n’è andato. Era nato nel 1928 e quindi un po’ me l’aspettavo. L’ultima volta che ne avevo chiesto notizie al suo amico fraterno Moret, lui aveva scosso il capo.
Eugenio, operaio autodidatta e artista, negli ultimi tempi soffriva per seri problemi alla vista che gli impedivano di proseguire nelle sue inesauste ricerche storiche. Se non proprio l’ultimo superstite del movimento partigiano vicentino, con lui perdiamo una delle voci più autentiche e significative, in grado ancora di dare testimonianza.
Nell’estremo saluto (28 maggio), tra bandiere dell’ANPI, della CGIL, dell’USB…e... (Continues)
L’album si compone di 16 tracce, undici brani musicali e cinque interventi attoriali. Delle canzoni che raccontano la strage nella Banca dell’Agricoltura, la title track, come si è detto, è stata scritta da Renato Franchi partendo da un testo di Fulvio Mario Beretta. Come sovente accade nelle composizioni del cantautore legnanese, un evento tragico come quello dell’esplosione della bomba è raccontato con delicatezza: la canzone si apre infatti rievocando una Milano invernale, avvolta in una fitta nebbia e illuminata dalle luci di Natale, e seguono alcuni “quadretti” che descrivono la quotidianità dei protagonisti, inconsapevoli del proprio crudele destino. In conclusione, vengono ricordati i nomi delle 18 vittime, “17 cuori in cielo con Pino Pinelli”. Dal punto di vista musicale,... (Continues)
Black Hills è stato prodotto con il sostegno di ANPI Provinciale Parma, e cerca di rileggere la Lotta di Liberazione e di reinterpretare il senso di Resistenza nel suo senso più ampio possibile.
In questo caso specifico, infatti, abbiamo giocato con giustapposizioni e analogie storico-geografiche nuove, allineando la nostra Resistenza a quella delle Black Hills: la lotta di un popolo nativo americano, i Lakota-Sioux, in resistenza contro lo sfruttamento, la prevaricazione, l'occupazione di pionieri “occidentali”. Abbiamo costruito immagini astratte e concetti diretti. Abbiamo scritto questa canzone.
Le musiche del Collettivo Musicale EMILY si sono incontrate ancora una volta con i testi del cantautore parmense Francesco Pelosi, e sono state arricchite dalla collaborazione con Marino Severini - voce e fondatore de' The Gang.
“Come la luce e l’aria, le idee di libertà e uguaglianza penetrano ovunque e nessuna forza può contenerle”. Guido Picelli.
Canzone dedicata a Guido Picelli (Parma, 9 ottobre 1889 – Algora, Spagna, 5 gennaio 1937).
Volontario nella Croce Rossa durante il primo conflitto mondiale, nel 1919 aderì al Partito Socialista nelle cui fila fu poi eletto deputato.
A Parma, nel 20 fondò la Guardia Rossa e nel 22 gli Arditi del Popolo, dando vita ad un fronte unico antifascista, costituito da anarchici, comunisti, popolari, repubblicani e socialisti, che difese vittoriosamente Parma per cinque giorni sconfiggendo migliaia di fascisti comandati da Italo Balbo. Ancora nel 1923, ben dopo la marcia su Roma, i fascisti non controllavano i quartieri popolari a Parma.
Picelli fu più volte arrestato e scampò a diversi tentativi di assassinio. Passato al Partito Comunista, nel 1926 fu dichiarato... (Continues)
Erano arrivati sul far della mattina (Continues)
Contributed by DonQuijote82 2011/4/2 - 15:57
Guido Picelli, le battaglie del "Che" di Parma
Il primo agosto di novant'anni fa la città emiliana sconfisse e cacciò gli squadristi inviati da Mussolini. Fu il più importante episodio di opposizione armata al fascismo pre-Resistenza. Dietro le barricate uomini e donne, anarchici e cattolici Comandati da un guerrigliero pacifista che avrebbe voluto fare l'attore
di Giancarlo Bocchi, autore del recente documentario intitolato Il ribelle – Guido Picelli, un eroe scomodo
da La Repubblica di Parma del 22 luglio 2012
Nell'estate del 1922 ha trentatré anni. È alto, occhi cerulei, luminosi e magnetici, baffi "all'americana". Veste quasi sempre di scuro, portamento elegante, modi garbati. Da ragazzo Guido Picelli non pensava alla rivoluzione, inseguiva sogni d'artista: recitava sui palcoscenici di provincia, girava l'Italia, a fianco di Ermete Zacconi partecipò a uno dei... (Continues)
Chanson italienne – Una tranquilla notte di regime – Emily County Folk – 2007
La terre parfois parle. Elle nous raconte les histoires anciennes et proches qui l'ont marquée profondément par le sang e t le courage. La terre parfois chante. Elle se fait entendre par le bruit du vent qui caresse le blé de l'été. La terre parfois enseigne. Elle nous amène par la saveur noire du vin à apprécier les fruits de sa tradition. Mais pour l'entendre parler, chanter, raconter, il faut savoir écouter. C'est seulement ainsi que ses histoires deviennent des mots, que le vent violon et le vin danse. Les Emily County Folk veulent par leur musique rendre à leur terre – l'Émilie – sa voix. En 2006, ils commencèrent à rassembler les notes allègres de la tradition irlandaise, les poésies de Fabrizio De André, les récits des vieux partisans, mélangeant le tout avec le son de l'accordéon, de la flute, du violon... (Continues)
Pour bien des peuples, à commencer pour l'égyptien (aujourd'hui et bien d'autres demain), cette chanson mérite d'être écoutée, chantée, multipliée à l'infini, même sur la mer, même dans le désert...
J’en profite pour soumettre une version française corrigée de quelques imperfections...
Peuple égyptien, encore un effort pour devenir révolutionnaire !
Et demain, qui ?
Les paris sont ouverts...
Bien cordial
Marco Valdo M.I.
NUIT TRANQUILLE DU RÉGIME
Version française – NUIT TRANQUILLE DU RÉGIME – Marco Valdo M.I. – 2010
Chanson italienne – Una tranquilla notte di regime – Emily County Folk – 2007
La terre parfois parle. Elle nous raconte les histoires anciennes et proches qui l'ont marquée profondément par le sang et le courage. La terre parfois chante. Elle se fait entendre par le bruit du vent qui caresse le blé de l'été. La terre parfois enseigne. Elle nous amène par la saveur... (Continues)