[1937-38]
Versi di Miguel Hernández, dalla raccolta “El hombre acecha”, pubblicata soltanto nel 1981 (la prima edizione del 1939 non fu conclusa e andò perduta alla fine della Guerra Civile) .
Musica di Elisa Serna, nell’album intitolato “Quejido” del 1972.
Cierra las puertas, echa la aldaba, carcelero (Continues)
Un'altra perdita grave, sono stato a casa sua a Madrid, in Av. Ciudad de Barcelona tanti anni fa, nel 1988 e abbiamo chiacchierato a vermouth (come si scrive in francese) e pasticcini, mi ha regalato un disco portentoso da titolo significativo "Choca la mano!" ma ricordo di averla trovata già allora molto provata. Ho tradotto in italiano e cercato di divulgare tante sue canzoni, conservo le sue lettere ma quel che provo oggi è solo una enorme tristezza!!!
Bellissima canzone che, purtroppo, scopro solo ora con questa notizia.
Ciao Flavio, posso permettermi un'osservazione sulla tua traduzione? Credo che il verso
Ata duro a ese hombre: no le atarás el alma
voglia dire letteralmente
Legalo stretto quell'uomo ma non gli legherai l'anima.
Scusa, non voglio sembrare pignola, tanto meno in un momento in cui tu hai espresso una tua tristezza personale. In realtà apprezzo sempre molto i tuoi contributi al sito. Solo che qui mi sembra che il significato cambi un po', che ne pensi?
Stanislava (complimenti per il tuo nome: assolutamente portentoso!), la tua osservazione testuale è corretta, infatti la traduzione letterale è quella. Non ricordo ora dopo tanti anni il motivo per cui scelsi così, potrebbe essere stato un impeto arbitrario (e quindi discutibile) dettato dal racconto di Elisa che come certo saprai fu detenuta nelle carceri franchiste e costretta all'esilio in Francia dove la sua "carriera musicale" iniziò...a questo punto invito Lorenzo a modificare la mia traduzione inserendo il tuo contributo.
Ti ringrazio, cara, del tuo apprezzamento e ti dedico una canzone assolutamente meravigliosa in cui Elisa parla della coperativa agricola San Antonio Abad di Villamalea, in provincia di Albacete (il titolo che appare on line è sbagliato, hanno confuso il vino con il vento, mah!!)
A partire dal 1970 la Serna si autoesilò a Parigi e proprio lì, mentre si esibiva in un locale, venne notata da Paco Ibáñez che decise di produrre questo primo disco della cantautrice madrilena. Nel 1973 la Serna fece ritorno in Spagna e fu subito arrestata per sovversione. Rilasciata, le fu impedito di esibirsi e di pubblicare. Il suo “Quejido” (lamento, in italiano) fu vietato e venne ripubblicato solo qualche anno dopo con alcuni brani pesantemente censurati…
Canzone che racconta di un disastro minerario avvenuto nelle Asturie, nei pressi dei villaggi di Caborana e di Moreda de Aller.
Caro Bernart, Elisa aveva riscritto il testo perchè non ci si dimenticasse di questo disastro minerario, utilizzando la struttura e la melodia di un canto popolare asturiano dal titolo "Santa Barbara", che è la protettrice dei minatori. Il suo giorno è il 4 dicembre in molti paesi del mondo, viene festeggiata dalla Chiesa cattolica e da quella Ortodossa, ma ormai da molto tempo è diventata la giornata di festa per tutti i lavoratori impegnati a maneggiare esplosivi e fuoco. In Spagna è una festa molto sentita fra i minatori e a maggior ragione nelle regioni più minerarie quali le Asturie e la provincia di Leòn, in Castiglia y Leòn. L’inno “Santa Barbara bendita” ha accompagnato le storiche manifestazioni dei minatori del 2012, che ne videro arrivare migliaia a Madrid in un periodo particolarmente rovente sl fronte delle lotte sociali in Spagna, ma la giornata di festa è celebrata in molte... (Continues)
Ah, dimenticavo, questo è il testo di Santa Barbara Bendita, una canzone che ascoltarla cantata dall'amica Julia Leon, mi delizia l'anima oggi come negli anni '80 ai Campos Naval Carnero....
https://www.youtube.com/watch?v=HhTTYiQ-Lb4
En El Pozo María Luisa
Trai Larai Lará Lairárai
Murieron Cuatro Mineros
Mira, Mira Maruxina, Mira
Mira Como Vengo Yo
Murieron Cuatro Mineros
Mira, Mira Maruxina, Mira
Mira Como Vengo Yo
Traigo La Camisa Roja
Trai Larai Lará Lairárai
Traigo La Camisa Roja
Trai Larai Lará Lairárai
De Sangre De Un Compañero
Mira, Mira Maruxina, Mira
Mira Como Vengo Yo
De Sangre De Un Compañero
Mira, Mira Maruxina, Mira
Mira Como Vengo Yo
Traigo La Cabeza Rota
Trai Larai Lará Lairárai
Traigo La Cabeza Rota
Trai Larai Lará Lairárai
Que Me La Rompió Un Barreno
Mira, Mira Maruxina, Mira
Mira Como Vengo Yo
Que Me La Rompió Un Barreno
Mira, Mira Maruxina,... (Continues)
(1974)
Incisa con il titolo "Carmona" da Maria Burruca (Burruca significa "lotta" in basco), pseudonimo Elisa Serna quando si trovava esiliata in Francia, nel disco "Contra La Muerte Espagne En Marche" pubblicato in Francia alla fine del 1974 dall'etichetta privata Droug (Collera in bretone) fondata da Kirjuhel.
Poi nell'LP del 1977 di Elisa Serna "Choca la mano" con il titolo "Agüita pa beber".
Ringraziamo Flavio Poltronieri per averci segnalato questo storico brano e Gustavo Sierra per averci inviato le immagini della copertina originale da cui abbiamo ricavato il testo spagnolo.
Vedi anche Por el agua de Carmona e El pueblo no olvidará.
L'ultima vittima del fascismo a Carmona
traduzione parziale e riassunto dell'articolo di Francisco Eslava per La Voz de Carmona
A Carmona, paese andaluso della provincia di Siviglia, il 1 agosto del 1974 una manifestazione pacifica di cittadini... (Continues)
Ya no basta que el salario (Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri, Gustavo Sierra & CCG Staff 2014/2/20 - 16:03
Rispetto alla versione del 1974, a parte qualche leggera differenza testuale, quello che cambia un po' è l'atmosfera interpretativa e musicale, la canzone risulta più curata ed educata, decisamente meno drammatica e efficace..,
Castellano:
Aqui disho n'Andalú! Tambien pronunciado; Andaluz, Ándalus o Andaˈluh.
Aquí les escribo con la letra de Andalucia. La región del sur de España que tiene su dialecto (Poco apreciado), y que fue y es parte de lo que es la mayoría de España. Esta versión conocida más como "Gaditana", lengua de Cadí pero que también transita con el estilo de Sevilla. Esta versión es más del pueblo y de las hablas no reconocidas (Tenidas como una simple modalidad o como un subdialecto). La verdad es que no se diferencia tanto el Andaluz del Castellano estándar, así como tampoco es tan diferente el Toscano del Italiano regular. Aquí os envío la versión.
Que viva Andalucia!!!!
Italiano:
Qui detto in dialetto Andalú! Anche detto: Andaluz, Ándalus o Anda'luh.
Qui scrivo nella versione Andalusa. La regione meridionale della Spagna che ha il suo dialetto (raramente apprezzato), ed è stato ed è parte di... (Continues)
...al riguardo , vorrei informare che nel 1975, Elisa Serna non ha solamente partecipato al disco collettivo Contra La Muerte...ma sempre come Maria Burruca ha pubblicato un altro disco in Francia per le Edition des Femmes, in cui oltre al brano in questione era presente la canzone "Avisa los companeros",dedicata alla memoria di Pedro Patino, operaio militante comunista assassinato dalla polizia il 15 settembre 1970 durante lo sciopero generale dell'edilizia svoltosi in quella data.
"La represión política trajo consigo la imposición de un código moral que facilitase la explotación económica. Esta saeta quiere desenmascarar la utilidad económica de la represión sexual ejercida desde la escuela, la familia, las empresas y sobre las jerarquías de la Iglesia."
Elisa Serna (dal libretto dell'album)
[1972]
Parole e musica di Elisa Serna
La traccia che apre e che dà il titolo al suo album d’esordio del 1972.
A partire dal 1970 la Serna si autoesiliò a Parigi e proprio lì, mentre si esibiva in un locale, venne notata da Paco Ibáñez che decise di produrre questo primo disco della cantautrice madrilena. Nel 1973 la Serna fece ritorno in Spagna e fu subito arrestata per sovversione. Rilasciata, le fu impedito di esibirsi e di pubblicare. Il suo “Quejido” (lamento, in italiano) fu vietato e venne ripubblicato solo qualche anno dopo con alcuni brani pesantemente censurati…
[1974?]
Parole e musica di Elisa Serna, dal disco “Este tiempo ha de acabar” (che è poi una seconda versione dell’album d’esordio intitolato “Quejido”).
A partire dal 1970 la Serna si autoesilò a Parigi e proprio lì, mentre si esibiva in un locale, venne notata da Paco Ibáñez che decise di produrre il primo disco della cantautrice madrilena, “Quejido”. Nel 1973 la Serna fece ritorno in Spagna e fu subito arrestata per sovversione. Rilasciata, le fu impedito di esibirsi e di pubblicare. Il suo “Quejido” (lamento, in italiano) fu vietato e venne ripubblicato solo nel 1974 con un altro titolo (“Este tiempo ha de acabar”) e un paio di brani nuovi che sostituivano “¿Esta gente qué querrá?” e “Los reyes de la baraja”, vietati dalla censura del regime…
[1967]
Parole e musica di Pablo Milanés.
Nell’album di Ángel Parra intitolato “Canciones de patria nueva” pubblicato nel 1971.
Il brano fa parte del repertorio anche di Elisa Serna, di Daniel Viglietti, di Soledad Bravo e di Víctor Manuel.
L’ho attribuita ad Ángel Parra perché risulta che sia stato il primo ad inciderla.
[1938]
Versi del grande poeta spagnolo pubblicati nel giugno del 1938 sulla rivista culturale repubblicana “Hora de España”.
Musica di Elisa Serna, dal suo album “Cuatro poemas de Miguel Hernández, Antonio Machado, Jesús L. Pacheco según Elisa Serna” pubblicato nel 1969 nella collezione chiamata “Barlovento” che l’etichetta discografica “Als 4 Vents” di Barcellona dedicava ai cantautori.
Tutto l’orrore della Guerra Civile condensato nella descrizione dell’agonia e della morte di un bambino, ferito sotto un bombardamento, del dolore lancinante della madre che lo assiste nel suo delirio febbrile… Mentre nella notte illuminata dalla luna ronza lontano un aereo invisibile, portatore di altra morte, di altra distruzione…
E come il bimbo ferito, anche il poeta stava vivendo allora la sua agonia: di lì a pochi mesi, nel febbraio del 1939, sarebbe morto di crepacuore in quel di Collioure, in Francia, durante la fuga dalla sua terra ormai caduta sotto il giogo fascista…
Otra vez en la noche... Es el martillo (Continues)
Versi di Miguel Hernández, dalla raccolta “El hombre acecha”, pubblicata soltanto nel 1981 (la prima edizione del 1939 non fu conclusa e andò perduta alla fine della Guerra Civile) .
Musica di Elisa Serna, nell’album intitolato “Quejido” del 1972.