The context of this song is the sectarian violence of the Lebanese civil wars throughout the 1980s, where religion was used a tool to stir people up and make them want to fight with each other. This song is aimed at the religious and political leaders who used religious identity to instigate violence for their own political interests. The word I am translating here as "heathen" is "kaafir (كافر)," which in Arabic can be sometimes translated as "unbeliever" or "infidel" and is a derogatory term for those who deny Islam. Of course throughout different stages and places in history the word has had different meanings, meaning pagans, or atheists, or Christians and Jews, and even in South Africa was used as a derogatory term for black people. Here I've chosen "heathen" because its a translation that fits an English language context without destroying the original negative connotations of the Arabic word's meaning.
Ziad Rahbani, una voce critica per la storia del Libano - il manifesto
Pasquale Porciello 27 luglio 2025
È scritto nero su bianco che «il cuore del grande artista e creatore Ziad Rahbani ha smesso di battere». Il bollettino medico diramato ieri mattina dall’ospedale in cui il maestro ha passato le ultime ore è categorico. Ma i medici non hanno sempre ragione e il cuore di Ziad Rahbani non si è fermato e non si fermerà.
Pianista, compositore, cantante, drammaturgo, attore, regista, Ziad Rahbani diventa un archetipo già durante la sua vita, proprio come la madre. Nato il primo gennaio del 1954 dal compositore Assi Rahbani e dalla cantante Nouhad Haddad, conosciuta nel mondo intero come Fairuz, l’usignolo d’oriente, a 17 anni compone la musica per un testo scritto dallo zio Mansour Rahbani e cantato sua madre, Sa’luni Nass (La gente mi ha chiesto), che diventa da subito un brano iconico... (Continues)
Per Radio Sankara la mia intervista a Pasquale Porciello, corrispondente da Beirut de Il Manifesto sulla situazione della Palestina vista dal Libano con un excursus sulla musica libanese.
[1999]
Album “ايه في امل” (“Eh Fi Amal”) pubblicato nel 2010.
Una poesia del poeta libanese-americano Kahlil Gibran messa in musica da Ziad Rahbani e cantata da Fairuz davanti all’Assemblea generale dell’ONU riunitasi nel 1999 per formulare un appello a tutti i paesi del mondo per il rispetto delle convenzioni di Ginevra sul diritto internazionale umanitario.
Beirut
[1983-84]
Versi di Joseph Harb (1940-2014), poeta libanese
جوزيف حرب
Musica originale di Joaquín Rodrigo Vidre (1901-1999), compositore spagnolo (dal Concierto de Aranjuez)
Adattamento musicale di Ziad Rahbani (1956-2025), compositore libanese, figlio di Fairuz
زياد الرحباني
Nel disco di Fairuz intitolato “Maarifti Feek / معرفتي فيك”, pubblicato nel 1987
Testo trovato sul sito Fairuz and The Rahbani Brothers
لبيروت (Continues)
Contributed by giorgio / Bernart Bartleby 2011/1/6 - 09:03
From arabicmusictranslation.com