Author Sui Generis
¿Para quién canto yo entonces?
¿Para quien canto yo entonces
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/4/1 - 10:51
Song Itineraries:
Argentinian military dictatorship 1976-1982. The desaparecidos
Fabricante de mentiras
[1975]
Parole e musica di Charly García
Un dei brani registrati durante i due concerti di commiato dei Sui Generis, tenutisi il 5 e 6 settembre al palazzetto dello sport Luna Park di Buenos Aires. In quell’occasione Charly García e Nito Mestre ne presentarono anche una versione medley con Las botas locas
Nel 1977 il tema fu ripreso dalla band di Nito Mestre nel disco “Nito Mestre y los Desconocidos de Siempre vol. I”
La collegiale innocente ed ingenua, ma anche stupida e complice, vittima del “fabbricante di menzogne” non è altri che l’Argentina… Una canzone che era un avvertimento profetico alla nazione…
Parole e musica di Charly García
Un dei brani registrati durante i due concerti di commiato dei Sui Generis, tenutisi il 5 e 6 settembre al palazzetto dello sport Luna Park di Buenos Aires. In quell’occasione Charly García e Nito Mestre ne presentarono anche una versione medley con Las botas locas
Nel 1977 il tema fu ripreso dalla band di Nito Mestre nel disco “Nito Mestre y los Desconocidos de Siempre vol. I”
La collegiale innocente ed ingenua, ma anche stupida e complice, vittima del “fabbricante di menzogne” non è altri che l’Argentina… Una canzone che era un avvertimento profetico alla nazione…
El era un fabricante de mentiras
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/4/1 - 09:36
Song Itineraries:
Argentinian military dictatorship 1976-1982. The desaparecidos
Aprendizaje
[1973]
Parole e musica di Charly García
Nell’album “Confesiones de invierno”, con Nito Mestre
Un testo dolente e pieno di consapevolezza di cosa significhi vivere in una società continuamente oppressa da regimi totalitari, qui quelli di Onganía e degli altri generali (prima Levingston e poi Lanusse), che Charly García e Nito Mestre avevano conosciuto fin dall’adolescenza… Ma i nostri non potevano nemmeno immaginare che erano ancora rose e fiori e cosa sarebbe successo di lì a pochi anni… Forse, sapendolo, non avrebbero chiuso questa canzone con una nota di speranza nel futuro: “Sarà nostro figlio a portare nuove risposte…”. O forse sì, comunque.
Parole e musica di Charly García
Nell’album “Confesiones de invierno”, con Nito Mestre
Un testo dolente e pieno di consapevolezza di cosa significhi vivere in una società continuamente oppressa da regimi totalitari, qui quelli di Onganía e degli altri generali (prima Levingston e poi Lanusse), che Charly García e Nito Mestre avevano conosciuto fin dall’adolescenza… Ma i nostri non potevano nemmeno immaginare che erano ancora rose e fiori e cosa sarebbe successo di lì a pochi anni… Forse, sapendolo, non avrebbero chiuso questa canzone con una nota di speranza nel futuro: “Sarà nostro figlio a portare nuove risposte…”. O forse sì, comunque.
Aprendí a ser formal y cortés
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2016/4/1 - 09:05
Las increíbles aventuras del Señor Tijeras
[1974]
Parole di Charly García
Musica di Charly Garcia e Nito Mestre (Sui Generis)
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Una canzone sulla censura. Inutile dire che fu censurata, con il taglio netto dell’ultima strofa: “Io detesto la gente che ha il potere di dire quello che è bene e pure quello che è male. Solo il popolo, amico mio, è capace di capire. I censori di idee tremeranno di orrore davanti all’uomo libero con il corpo in pieno sole.”
Il personaggio del Señor Tijeras – che così tanto ricorda Agostino, il segretario dell’Organizzazione Internazionale della Moralità Pubblica interpretato da Albero Sordi ne “Il moralista” diretto nel 1959 da Giorgio Bianchi – ha anche un nome e un cognome: si tratta di Miguel Paulino Tato, detto Néstor (1902-1986), giornalista e critico cinematografico che dalla sua scrivania di presidente dell’“Ente de Calificación Cinematográfica” diresse la censura dal 1974 fin quasi al termine della dittatura di Videla e soci.
Parole di Charly García
Musica di Charly Garcia e Nito Mestre (Sui Generis)
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Una canzone sulla censura. Inutile dire che fu censurata, con il taglio netto dell’ultima strofa: “Io detesto la gente che ha il potere di dire quello che è bene e pure quello che è male. Solo il popolo, amico mio, è capace di capire. I censori di idee tremeranno di orrore davanti all’uomo libero con il corpo in pieno sole.”
Il personaggio del Señor Tijeras – che così tanto ricorda Agostino, il segretario dell’Organizzazione Internazionale della Moralità Pubblica interpretato da Albero Sordi ne “Il moralista” diretto nel 1959 da Giorgio Bianchi – ha anche un nome e un cognome: si tratta di Miguel Paulino Tato, detto Néstor (1902-1986), giornalista e critico cinematografico che dalla sua scrivania di presidente dell’“Ente de Calificación Cinematográfica” diresse la censura dal 1974 fin quasi al termine della dittatura di Videla e soci.
Escondido atrás de su escritorio gris
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/2/5 - 16:12
Song Itineraries:
Argentinian military dictatorship 1976-1982. The desaparecidos
El show de los muertos
[1974]
Parole di Charly García
Musica di Charly Garcia e Nito Mestre (Sui Generis)
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Una canzone che nella scaletta del disco originario doveva essere la prosecuzione di Juan Represión che però i Sui Generis furono costretti ad elimiminare e sostituire con “Tango en segunda” (comunque anch’essa dotata di una certa forza: “Alguna gente que conozco vive metida en un baúl”, o “A mi no me gusta tu cara y no me gusta tu olor”)…
Il brano si apre significativamente con un suono di sirene della polizia ed è ancora dedicato a Juan Represión, quello che dorme tranquillo, senza sapere che sta contribuendo all’assassinio di qualcuno, Juan Represión che solo in apparenza conduce una vita normale e che crede di avere la mani pulite ed invece ha i morti ammazzati sulla coscienza e le mani e i vestiti lordi di sangue…
Perché la censura... (Continues)
Parole di Charly García
Musica di Charly Garcia e Nito Mestre (Sui Generis)
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Una canzone che nella scaletta del disco originario doveva essere la prosecuzione di Juan Represión che però i Sui Generis furono costretti ad elimiminare e sostituire con “Tango en segunda” (comunque anch’essa dotata di una certa forza: “Alguna gente que conozco vive metida en un baúl”, o “A mi no me gusta tu cara y no me gusta tu olor”)…
Il brano si apre significativamente con un suono di sirene della polizia ed è ancora dedicato a Juan Represión, quello che dorme tranquillo, senza sapere che sta contribuendo all’assassinio di qualcuno, Juan Represión che solo in apparenza conduce una vita normale e che crede di avere la mani pulite ed invece ha i morti ammazzati sulla coscienza e le mani e i vestiti lordi di sangue…
Perché la censura... (Continues)
Tengo los muertos todos aquí
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/2/5 - 15:40
Song Itineraries:
Argentinian military dictatorship 1976-1982. The desaparecidos
Juan Represión
[1974]
Scritta da Charly García
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
“Pequeñas anécdotas sobre las instituciones” - pubblicato pochi mesi dopo la morte dell’appena rieletto presidente Juan Domingo Perón e con il paese già nel caos completo che sfocerà di lì a poco nella svolta fascista – è stato uno dei dischi più censurati nella storia della musica argentina.
Charlie Garcia, autore di tutti i testi, fu costretto a cambiarne la maggior parte ma due brani, “Juan Represión” e “Botas locas”, furono del tutto espunti dalla prima edizione dell’album (e vennero inseriti per la prima volta soltanto in un'antologia del 1991!). I Sui Generis osarono proporli dal vivo in un concerto a Montevideo, Uruguay, nel 1975 e vennero praticamente tirati giù dal palco dalla polizia, arrestati e interrogati per ore…
La canzone è un allegoria del cittadino benestante ed amante... (Continues)
Scritta da Charly García
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
“Pequeñas anécdotas sobre las instituciones” - pubblicato pochi mesi dopo la morte dell’appena rieletto presidente Juan Domingo Perón e con il paese già nel caos completo che sfocerà di lì a poco nella svolta fascista – è stato uno dei dischi più censurati nella storia della musica argentina.
Charlie Garcia, autore di tutti i testi, fu costretto a cambiarne la maggior parte ma due brani, “Juan Represión” e “Botas locas”, furono del tutto espunti dalla prima edizione dell’album (e vennero inseriti per la prima volta soltanto in un'antologia del 1991!). I Sui Generis osarono proporli dal vivo in un concerto a Montevideo, Uruguay, nel 1975 e vennero praticamente tirati giù dal palco dalla polizia, arrestati e interrogati per ore…
La canzone è un allegoria del cittadino benestante ed amante... (Continues)
Juan Represión viste
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2015/2/5 - 13:58
Song Itineraries:
Argentinian military dictatorship 1976-1982. The desaparecidos
Música de fondo para cualquier fiesta animada
[1974]
Album “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Scritta da Charly García.
Il testo della canzone è nella sua versione originale, all’epoca censurata.
Nel 1974 la società argentina stava appena riprendendo fiato dopo gli anni della repressione di Onganía che già un nuovo e più crudele regime si profilava all’orizzonte. Nel 1966, con la “noche de los bastones largos” Onganía aveva provveduto prima di tutto ad annientare l’autonomia universitaria, poi aveva rivolto l’attenzione agli altri settori sociali: le coppiette che si sbaciucchiavano in pubblico venivano arrestate, chiuse le sedi di partiti ed associazioni, la satira politica era censurata, perseguitato chi portasse i capelli lunghi o indossasse vestiti troppo “hippie”, venivano chiusi i locali notturni (come La Cueva) e i motel, proibite in assoluto le minigonne e pure i pantaloni per le donne in scuole e uffici pubblici.... (Continues)
Album “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Scritta da Charly García.
Il testo della canzone è nella sua versione originale, all’epoca censurata.
Nel 1974 la società argentina stava appena riprendendo fiato dopo gli anni della repressione di Onganía che già un nuovo e più crudele regime si profilava all’orizzonte. Nel 1966, con la “noche de los bastones largos” Onganía aveva provveduto prima di tutto ad annientare l’autonomia universitaria, poi aveva rivolto l’attenzione agli altri settori sociali: le coppiette che si sbaciucchiavano in pubblico venivano arrestate, chiuse le sedi di partiti ed associazioni, la satira politica era censurata, perseguitato chi portasse i capelli lunghi o indossasse vestiti troppo “hippie”, venivano chiusi i locali notturni (come La Cueva) e i motel, proibite in assoluto le minigonne e pure i pantaloni per le donne in scuole e uffici pubblici.... (Continues)
Había una vez
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bartleby 2010/10/11 - 11:47
Tribulaciones, lamento y ocaso de un tonto rey imaginario, o no
[1973]
Album “Confesiones de invierno”
Scritta da Charly García.
Dedicata a tutti i re e reucci, dittatori e dittatorucoli, politici e politicanti che – prima o dopo, presto o tardi – sono sempre stati divorati dal popolo e dalla storia.
Con la speranza che anche il nostro s-fascista Berlusconi venga presto azzannato dalla furiose bestie della Rivoluzione.
Album “Confesiones de invierno”
Scritta da Charly García.
Dedicata a tutti i re e reucci, dittatori e dittatorucoli, politici e politicanti che – prima o dopo, presto o tardi – sono sempre stati divorati dal popolo e dalla storia.
Con la speranza che anche il nostro s-fascista Berlusconi venga presto azzannato dalla furiose bestie della Rivoluzione.
Yo era el rey
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bartleby 2010/10/4 - 14:49
Instituciones
[1974]
Album “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Scritta da Charly García.
“Non voglio più muri, non voglio più padri che mi accarezzino le spalle”, risponde Charly García ai pagliacci delle istituzioni, quelli che continuano a ripetere: “Giovani, avete già i sabati, le femmine e la TV, non chiedete di più! Dateci il potere che pensiamo a tutto noi!”
Inutile dire che la canzone fu censurata all’avvento dell’ennesima dittatura, quella del 1976, la più sanguinaria…
Album “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Scritta da Charly García.
“Non voglio più muri, non voglio più padri che mi accarezzino le spalle”, risponde Charly García ai pagliacci delle istituzioni, quelli che continuano a ripetere: “Giovani, avete già i sabati, le femmine e la TV, non chiedete di più! Dateci il potere che pensiamo a tutto noi!”
Inutile dire che la canzone fu censurata all’avvento dell’ennesima dittatura, quella del 1976, la più sanguinaria…
Yo miro por el día que vendrá
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bartleby 2010/10/4 - 14:25
Las botas locas
[1974]
Album "Pequeñas anéctdotas sobre las instituciones"
Il brano all'epoca fu censurato e vide poi la luce soltanto nella "Antología" del 1991.
Album "Pequeñas anéctdotas sobre las instituciones"
Il brano all'epoca fu censurato e vide poi la luce soltanto nella "Antología" del 1991.
Yo formé parte de un ejército loco,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/4/2 - 11:59
×
Parole e musica di Charly García
Nell’album intitolato “Pequeñas anécdotas sobre las instituciones”
Era la fine del 1974 e già il vento maligno della repressione più feroce soffiava sull’Argentina intera… Juan Domingo Perón era morto a luglio, ne aveva preso il posto la moglie Isabel nella cui ombra operava López Rega, ministro del “bienestar social” e fondatore dell’Alianza Anticomunista Argentina. Militari, poliziotti e paramilitari integranti della Triple A ebbero il preciso compito di accelerare la campagna di terrore iniziata l’anno precedente con il massacro di Ezeiza, quando cecchini dell’ultradestra spararono sulla folla accorsa per acclamare il ritorno in patria di Perón dopo 18 anni d’esilio (13 morti e 350 feriti)…
Charly García fu costretto a preparare due versioni dell’album, la seconda con testi più edulcorati, semmai la censura avesse cassato gli originali… Non si... (Continues)