Leonard Peltier sleeps in a prison tonight (Continues)
Contributed by adriana 2011/12/11 - 18:57
LEONARD PELTIER: è evidente che lo vogliono morto
Gianni Sartori
Dispiace dirlo, ma – se le cose andranno avanti così - sembra proprio che dobbiamo rassegnarci. Quando uscirà dal carcere Leonard Peltier (Turtle Mountain Ojibwe, il più antico prigioniero politico indigeno degli USA) lo farà con i piedi in avanti.
Il 28 ottobre il “Mandela” dei nativi americani (in prigione dal 1976) era stato ricoverato all'ospedale, ma sarebbe già stato riportato in cella. Nonostante i suoi sostenitori chiedano che venga trasferito d'urgenza in una struttura medica. Nato nel 1944 da un nativo chippewa e una donna lakota, Peltier (80 anni compiuti in settembre) è seriamente malato. Soffre di diabete, di ipertensione e per le conseguenze del Covid-19. Situazione sanitaria che l'infinita detenzione non ha fatto altro che aggravare. Stando a quanto riferito da Kevin Sharp, il suo avvocato, un'udienza provvisoria... (Continues)
[1984]
Lyrics and music by Steven Van Zandt
Testo e musica di Steven Van Zandt
From/da "Voices of America"
Interpretata anche da Jackson Browne, Eddie Vedder e molti altri
Jackson Browne ne ha inciso una bella versione nell'album del 1989 World in Motion ma la canzone è stata scritta e interpretata originariamente da Little Steven.
Violento attacco a Ronald Reagan da parte di Little Steven. Uscito su singolo nel 1984, poi incluso come bonus track nelle nuove edizioni di Voices of America.
Erano gli anni di carrozzoni come il Band Aid ("Do They Know It's Christmas") e, soprattutto USA for Africa ("We Are The World", meritato bollino "bleah" su questo sito), e anche Little Steven fece - solo un po' più autenticamente degli altri - la sua parte.
Il titolo di questo progetto artistico per sensibilizzare l'opinione pubblica mondiale contro l'apartheid in Sudafrica venne a Van Zandt dopo aver visitato la città-casinò sudafricana di Sun City. L'italo-americano Stefano Lento, in arte "Little" Steven Van Zandt, non potè fare a meno di notare il parallelismo tra il sistema dell'apartheid e quello delle riserve indiane statunitensi, dove pure spesso sorgono immensi casinò, gestiti da un'élite di bianchi e nativi "collaborazionisti", in mezzo a comunità assolutamente povere e degradate in cui vive la moltitudine dei discendenti dei pellerossa...
Questa... (Continues)
We're rockers and rappers united and strong (Continues)
[1984]
Lyrics and music by Steven van Zandt
Testo e musica di Steven van Zandt
da/from "Voices of America"
Il Checkpoint Charlie era un valico di frontiera berlinese. In funzione dal 1945 al 1990, collegava il settore di occupazione sovietico (quartiere di Mitte) con quello americano (quartiere di Kreuzberg).
Era situato sulla Friedrichstraße, all'altezza dell'incrocio con Zimmerstraße. Era utilizzato solo da militari, diplomatici e cittadini stranieri in visita a Berlino.
Dopo la riunificazione il punto di controllo venne abbattuto e, tranne il museo del Muro, non rimaneva alcuna traccia della sua esistenza. Il 13 agosto 2000 ne venne inaugurata una ricostruzione fedele, divenuta in breve tempo di grande richiamo turistico.
Presso il Checkpoint Charlie ebbero alcune fughe molto spettacolari dalla DDR. Nei pressi, il 17 agosto 1962, fu colpito e lasciato morire dissanguato il diciottenne... (Continues)
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