L'Attacco chimico di Halabja (in curdo: Kîmyabarana Helebce) avvenne il 16 marzo 1988, durante la guerra Iran-Iraq. Armi chimiche furono utilizzate dall'esercito iracheno nella città curda di Halabja.
L'attacco fu realizzato con gas al cianuro per rappresaglia contro la popolazione curda che non aveva frapposto sufficiente resistenza al nemico iraniano. I morti furono circa 5000. I Curdi morti in totale furono più di 100.000.
In seguito a questa azione tra il 2007 ed il 2008 vennero processati per crimini contro l'umanità vari gerarchi del regime di Saddam Hussein (ma non quest'ultimo, all'epoca già impiccato per altri crimini), tra cui il comandante militare delle operazioni, Ali Hassan Abd al-Majid al-Tikritieh], che venne condannato a morte, sentenza eseguita il 25 gennaio 2010.
wikipedia
Tutto accadde durante la guerra Iraq-Iran, conosciuta da molti come guerra... (Continues)
LIBERTA’ PROVVISORIA PER I QUATTRO CURDI ANCORA IN CARCERE DOPO LA MANIFESTAZIONE DEL 3 DICEMBRE
Gianni Sartori
Il 3 dicembre 2021 decine di militanti di TCS e di TEKO-JIN (movimenti della Gioventù Curda in Europa) manifestavano vigorosamente all’Aia (Paesi Bassi) davanti alla sede dell’OPCW, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche.
C’era anche stato un tentativo di occupazione (definito dai media un “assalto”), ma solo dopo la carica della polizia contro i giovani radunati all’esterno. Scopo dell’iniziativa, denunciare all’opinione pubblica quanto stava avvenendo nel Kurdistan posto entro i confini iracheni. Dove l’esercito turco andava impiegando gas tossici contro la resistenza curda. Alcuni manifestanti si erano anche incatenati e alla fine una cinquantina di loro venivano arrestati. Almeno dieci i feriti (sempre tra i manifestanti).
LA RIVOLTA INSURREZIONALE CONTINUA IN ROJHILAT E IRAN
Gianni Sartori
Sono trascorse ormai quasi due settimane dall’inizio della rivolta per l’assassinio di Jina Mahsa Amin. Rivolta che dal Kurdistan “iraniano” (Rojhilat) si è estesa all’intero Paese, coinvolgendo ben 156 località. E il numero delle vittime - com’era prevedibile - è andato crescendo in maniera esponenziale. Alcune fonti locali ipotizzano la cifra di almeno 240 manifestanti caduti sotto i colpi della repressione. Gli arresti sarebbero oltre dodicimila (di cui buona parte nel Rojhilat).
Ma nonostante il massiccio dispiegamento di Pasdaran, milizie Bassidj e agenti non in divisa che si infiltrano nei cortei, le proteste proseguono autoalimentandosi.
Le manifestazioni e gli scontri avvengono soprattutto nelle ore notturne, sia a Teheran che Tabriz, Machad, Chiraz, Racht e Karadj.
Soltanto nella serata del 25 settembre gli... (Continues)
Ovviamente ogni rivolta, soprattutto quando configura passaggi rivoluzionari, oltre a quello - scontato - di venir sanguinosamente repressa, corre il rischio di essere strumentalizzata, incanalata, dirottata altrove.
Da qualche decennio su alcuni contenuti ineludibili delle attuali ribellioni (il femminismo, l’ecologia, l’antirazzismo, i diritti umani, la critica dell'antropocentrismo…) abbiamo visto volteggiare gli avvoltoi (metafora: chiedo scusa ai simpatici volatili) delle classi dominanti e delle loro “operazioni umanitarie” (a base di bombardamenti e invasioni) imperialiste.
Questo vale anche per ciò che sta accadendo in Iran, ma senza per questo togliere una briciola di legittimità all’insurrezione nata dalla protesta per la morte di Jina Mahsa Amini, una giovane curda di 22 anni (arrestata e torturata per un velo “portato male”) il... (Continues)
Ieri Halabja, oggi (dicembre 2022) Çemço: nel Kurdistan iracheno (e nell’indifferenza universale) ancora guerra chimica contro i curdi
Passato alla storia come il “massacro di Halabja”, l’attacco con armi chimiche proibite dalla Convenzione di Ginevra avvenne tra il 16 e il 19 marzo 1988. Halabja (città della provincia di as-Sulaymaniya) era caduta il giorno prima, 15 marzo 1988, in mano alla formazione curda dell’UPK (Unione Patriottica Curda) guidata da Jalal Talabani.
Eravamo in piena guerra Iran-Iraq (avviata nel 1980) e, come è noto (vedi l’abbattimento da parte dell’Incrociatore USS Vincennes dell’Airbus A300 iraniano - 290 vittime tra cui 66 bambini - solo qualche mese dopo, in luglio) l’Occidente (o meglio: gli Stati Uniti) era all’epoca sostanzialmente schierato con Bagdad.
Il massacro di Halabja fu il risultato dell’impiego di gas chimici (gas mostarda) per ordine di Ali Hassan... (Continues)
La condanna a morte inflitta recentemente alla militante curda Pakhshan Azizi sta suscitando proteste nelle carceri iraniane
Nella serata di sabato 27 luglio le prigioniere politiche del carcere di massima sicurezza di Evin (a Teheran) si sono rifiutate di rientrare dal cortile nelle celle per protestare contro le condanne a morte e le esecuzioni. Scandendo alcuni slogan: “Abbasso il regime delle esecuzioni”. “Morte al dittatore”, “Libertà per le prigioniere politiche”, “No alle esecuzioni” e dichiarando che “i reparti femminili del carcere di Evin sono uniti, in piedi fino a quando la pena di morte sarà abolita”. Le prigioniere hanno rifiutato di lasciare il cortile della prigione per diverse ore, fino alla mattina successiva. Tra di loro anche la Premio Nobel per la Pace 2023 Narges Mohammadi, reclusa dal 2021.
Una risposta alla condanna inflitta... (Continues)
ETNOCIDI IN CORSO:
PER COLPIRE UN POPOLO NIENTE DI MEGLIO CHE CANCELLARNE LA STORIA E DISTRUGGERE L'AMBIENTE
Gianni Sartori
Non è da oggi naturalmente. Già da qualche decennio le organizzazioni curde denunciano l'opera di devastazione ambientale, l'ecocidio sistematico operato dalle truppe turche in Kurdistan nell'ultimo secolo.
Del resto, come aveva scritto qualcuno “se vuoi eliminare un popolo, comincia con la sua storia e con la natura, distruggi l'ambiente e prendi tutto quello che ti serve” (cito a memoria).
Un metodo che Ankara, da paese occupante, sembra aver ben appreso e applicato. Aggiornandolo, soprattutto da quando è al potere l'AKP.
Qualche esempio. Con la diga di Ilisu sono stati irreparabilmente sommersi dalle acque i monumenti storici di Hasan Kaif, patrimonio storico dell'umanità (la città di Ayyubid viene considerata uno dei primi esempi di civilizzazione della Mesopotamia,... (Continues)
Wild Geese, 2004-2006 a show based on stories of exile and migration as they have affected Irish, African/Caribbean, African, South Asian and Chinese migrants and refugees.
Wild Geese is a song and video ballad of exile and migration, using live music and video to combine the stories of Irish nurses, Asian textile workers, Iranian refugees and Chinese cockle-pickers and to highlight the contradictions in the position of migrant workers, often trapped in some of the poorest jobs, which no-one else will do, but vilified in parts of the media.
Performers:
Jilah Bakhshayesh
Gaylan Nazhad
Dave Rogers
Fred Wisdom
Goodbye Erin’s Isle, we’re crossing the sea (Continues)
On May 2nd 1993, workers at the PT Catur Putra Surya plant in Indonesia, a factory in an Export Processing Zone, went on strike demanding a wage rise of 20%. On May 7th, the body of one of the organisers, Marsinah, was found in a paddy field. She had been tortured and brutally murdered for her trade union activities. It is widely believed that the Indonesian military were responsible for her death
Wild Geese
L'Attacco chimico di Halabja (in curdo: Kîmyabarana Helebce) avvenne il 16 marzo 1988, durante la guerra Iran-Iraq. Armi chimiche furono utilizzate dall'esercito iracheno nella città curda di Halabja.
L'attacco fu realizzato con gas al cianuro per rappresaglia contro la popolazione curda che non aveva frapposto sufficiente resistenza al nemico iraniano. I morti furono circa 5000. I Curdi morti in totale furono più di 100.000.
In seguito a questa azione tra il 2007 ed il 2008 vennero processati per crimini contro l'umanità vari gerarchi del regime di Saddam Hussein (ma non quest'ultimo, all'epoca già impiccato per altri crimini), tra cui il comandante militare delle operazioni, Ali Hassan Abd al-Majid al-Tikritieh], che venne condannato a morte, sentenza eseguita il 25 gennaio 2010.
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Tutto accadde durante la guerra Iraq-Iran, conosciuta da molti come guerra... (Continues)