Author Ladré
Première comparution de Louis Capet devant la Convention
Vous savez que je fus roi
(Continues)
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2014/12/18 - 11:32
Ah ça ira!
[versione della Fête de la Fédération, 14 luglio 1790]
Testo: anonimo, menzionato tale Ladré
Musica: sull'aria del Carillon National de Bécourt
Testo: anonimo, menzionato tale Ladré
Musica: sull'aria del Carillon National de Bécourt
Il Ça ira, il più famoso canto della Rivoluzione Francese (dopo la Marsigliese, va da sé...) una canzone contro la guerra? Forse perché se ne conosce ancora solo il ritornello. Ma vi consiglio di leggere bene il testo, e magari di ascoltare anche l' mp3 cantato, beh, da Edith Piaf. Una canzone anche contro la guerra di "lorsignori". Poteva forse mancare nelle CCG?
Il Ça ira ha una doppia storia. In origine era un canto sì rivoluzionario, ma piuttosto infiammato di ardore nazionale. Un testo lunghissimo e per nulla "antibellico", anzi. Il 14 luglio 1790, durante la prima Fête de la Fédération indetta a Parigi per festeggiare l'anniversario della Presa della Bastiglia, la gente (forse su composizione istantanea del Ladré nominato sopra) improvvisò questo testo, che c'interessa maggiormente e che divenne il vero Ça ira. Per la cronaca, le prime a berciarlo furono le donne.
Il Ça ira ha una doppia storia. In origine era un canto sì rivoluzionario, ma piuttosto infiammato di ardore nazionale. Un testo lunghissimo e per nulla "antibellico", anzi. Il 14 luglio 1790, durante la prima Fête de la Fédération indetta a Parigi per festeggiare l'anniversario della Presa della Bastiglia, la gente (forse su composizione istantanea del Ladré nominato sopra) improvvisò questo testo, che c'interessa maggiormente e che divenne il vero Ça ira. Per la cronaca, le prime a berciarlo furono le donne.
Ah ça ira ça ira ça ira
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2006/4/29 - 22:36
Song Itineraries:
From olden times: Songs against war, inside war, around war
Sera del 29 aprile 2006.
SI’, SI’ CHE VA
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2006/4/29 - 23:13
prego...
http://www.alllienaaa.splinder.com/
(è pertinente, credete)
fatevi vivi! non lasciamo cadere nel vuoto queste parole incoraggianti
http://www.alllienaaa.splinder.com/
(è pertinente, credete)
fatevi vivi! non lasciamo cadere nel vuoto queste parole incoraggianti
juliadb2001@yahoo.it 2009/8/17 - 07:07
Capitato per caso su questo glorioso canto, mi viene in mente di aver letto - nei lontanissimi tempi dell' Università - una trasposizione in piemontese del poeta arcadico e oraziano sì, ma all'occasione anche giacobino, Edoardo Calvo, che faceva più o meno così:
Ah l'è rivà l'è rivà l'è rivà
l'ora da mpiché ste birbe ad nobil
Ah l'è rivà l'è rivà l'è rivà
l'ora da mpiché la nobiltà.
Vado a memoria e il mio possesso del piemontese è del tutto labile: mi rimetto perciò a bartleby pestalozzi, se volesse dargli un'aggiustata. Il testo mi par che fosse nel volume sui lirici del Settecento della Ricciardi, che negli anni mi è andato perduto.
Sempre del Calvo giacobino mi ricordo vagamente dei versi altrettanto truculenti sullo stesso argomento, che cerco di cavare dalla memoria pur non sapendo coniugare i verbi piemontesi:
O tacheili tutt a un pal
o tajeili almanc la testa,
basta... (Continues)
Ah l'è rivà l'è rivà l'è rivà
l'ora da mpiché ste birbe ad nobil
Ah l'è rivà l'è rivà l'è rivà
l'ora da mpiché la nobiltà.
Vado a memoria e il mio possesso del piemontese è del tutto labile: mi rimetto perciò a bartleby pestalozzi, se volesse dargli un'aggiustata. Il testo mi par che fosse nel volume sui lirici del Settecento della Ricciardi, che negli anni mi è andato perduto.
Sempre del Calvo giacobino mi ricordo vagamente dei versi altrettanto truculenti sullo stesso argomento, che cerco di cavare dalla memoria pur non sapendo coniugare i verbi piemontesi:
O tacheili tutt a un pal
o tajeili almanc la testa,
basta... (Continues)
Gian Piero Testa 2010/9/7 - 10:41
Il "Ça ira" in piemontese non l'ho trovato, ma l'altra sanguinolenta poesiola del mio illustre concittadino Edoardo Ignazio Calvo sì... s'intitola "Passapòrt dj'aristocrat" ed è del 1798-99.
Copio e incollo il testo perchè da buon "rinnegato" - come il Carlo Antonio Gastaldi da Biella (segnalatomi dalla sempre attenta Admin Adriana), soldato piemontese passato ai briganti pugliesi - non conosco bene nè il piemontese nè il patois (nè l'inglese, nè il francese e nemmeno altre lingue, e forse neppure l'italiano)
PASSAPÒRT DJ’ARISTOCRAT
Patriòt republican,
còsa feve ‘d tanti nòbil?
Veule ancor guarneve ij mòbil
pì pressios dël vòst tiran?
Veule ancora conservé
j’assassin ch’ v’han trucidave,
coj ch’a v’han perseguitave
për podèive sterminé?
Coj istess ch’l’han massacrà
tante pòvre creature
con le rove dle viture,
galopand për le contrà?
Coj ch’un di ficà ant soe tor,
con ‘d torment,... (Continues)
Copio e incollo il testo perchè da buon "rinnegato" - come il Carlo Antonio Gastaldi da Biella (segnalatomi dalla sempre attenta Admin Adriana), soldato piemontese passato ai briganti pugliesi - non conosco bene nè il piemontese nè il patois (nè l'inglese, nè il francese e nemmeno altre lingue, e forse neppure l'italiano)
PASSAPÒRT DJ’ARISTOCRAT
Patriòt republican,
còsa feve ‘d tanti nòbil?
Veule ancor guarneve ij mòbil
pì pressios dël vòst tiran?
Veule ancora conservé
j’assassin ch’ v’han trucidave,
coj ch’a v’han perseguitave
për podèive sterminé?
Coj istess ch’l’han massacrà
tante pòvre creature
con le rove dle viture,
galopand për le contrà?
Coj ch’un di ficà ant soe tor,
con ‘d torment,... (Continues)
Bart Pestalozzi 2010/9/7 - 12:05
Bravo Bart, che almeno una l'hai trovata. E non so se dire un bravo anche a me, perché, come si può vedere, il mio testo è sì infarcito di errori, ma è un ricordo ripescato - ora faccio il penoso conto - dopo quasi cinquant'anni. Perché è da cinquant'anni che non mi è più accaduto di ripensare a Edoardo Calvo. Per dirla tutta, mi era completamente uscito dalla mente; ma il solo rileggere in AWS il ça ira mi ha fatto risuonare in testa questi antichi versi del bravo piemunteis.
Per l'altra, ne sono quasi sicuro: io la lessi nei lirici del Settecento della Ricciardi.
E mi ricordo anche qualche altro verso del Calvo. Per esempio questi, che non c'entrano niente con AWS:
Quant l'è mai lepida
l'è mai bagiana
st'idea ch'la stussica
la rassa umana:
viv ant le metropoli
duve la gent vivu
sussurru e bulicu
parej di givu.
E un altro, isolato:
lesend el me Seneca
sutt na castagna...
Mi... (Continues)
Per l'altra, ne sono quasi sicuro: io la lessi nei lirici del Settecento della Ricciardi.
E mi ricordo anche qualche altro verso del Calvo. Per esempio questi, che non c'entrano niente con AWS:
Quant l'è mai lepida
l'è mai bagiana
st'idea ch'la stussica
la rassa umana:
viv ant le metropoli
duve la gent vivu
sussurru e bulicu
parej di givu.
E un altro, isolato:
lesend el me Seneca
sutt na castagna...
Mi... (Continues)
Gian Piero Testa 2010/9/7 - 23:24
Ciao Gian Piero,
beh, hai davvero fatto centro. Non conoscevo il personaggio di Melville (non ne conosco tante di cose, anche troppe) e mi pare che mi calzi a pennello. Anch'io preferisco molto di no e finirò col morire d'inedia (e anche di tipiche malattie professionali, fisiche e psichiche) in questo ufficio-prigione.
Prima che tu mi introducessi Bartleby, mi riconoscevo in Bristow, l'impiegato della City disegnato da Frank Dickens. Lui era solito andare a dormire e sognare le più diverse soluzioni per risolvere i problemi dell'umanità ma, al risveglio, non se ne ricordava mai una... Al mattino - come il sottoscritto - giungeva prima degli altri al posto di "combattimento" e, guardando i colleghi arrivare, coniava amari proverbi: "Impiegati alla spicciolata, brutta giornata", "Impiegati in gruppo numeroso, tempo schifoso", e così via...
Se andare in biblioteca non ti garba, aspetta pure... (Continues)
beh, hai davvero fatto centro. Non conoscevo il personaggio di Melville (non ne conosco tante di cose, anche troppe) e mi pare che mi calzi a pennello. Anch'io preferisco molto di no e finirò col morire d'inedia (e anche di tipiche malattie professionali, fisiche e psichiche) in questo ufficio-prigione.
Prima che tu mi introducessi Bartleby, mi riconoscevo in Bristow, l'impiegato della City disegnato da Frank Dickens. Lui era solito andare a dormire e sognare le più diverse soluzioni per risolvere i problemi dell'umanità ma, al risveglio, non se ne ricordava mai una... Al mattino - come il sottoscritto - giungeva prima degli altri al posto di "combattimento" e, guardando i colleghi arrivare, coniava amari proverbi: "Impiegati alla spicciolata, brutta giornata", "Impiegati in gruppo numeroso, tempo schifoso", e così via...
Se andare in biblioteca non ti garba, aspetta pure... (Continues)
Bart 2010/9/8 - 14:03
Ciao Bart,
e tu pensa che, con tutta la mia pigrizia, io mi riconoscevo - e mi riconosco - in un personaggio di una canzone di Jannacci: "vun che l'è mai sta bon de dì de no". Lui, che era di Rogoredo e lavorava alla Breda (altri tempi, quando c'erano le fabbriche), porta lei, conosciuta alla catena di montaggio, a vedere la fiera. Lei gli chiede di pagarle un krapfen, ché non ha moneta. Lui, invece di dire "preferirei di no", dice"pronti !", le dà dès kili (diecimila lire) e "l'ha vista pü". Anch'io ho il vizio di dire "pronti !". E non so quanto ci abbia perso ( o quanto ci abbia guadagnato).
La canzone è "Andava a Rogoredo".
Mi hai risuscitato il ricordo di Bristow, che era del tutto svanito. Fui, credo, tra i primi lettori di Linus: ma prima non avevo mai letto un fumetto, né Pecos Bill né Tex Wyler, o come si scrive.
e tu pensa che, con tutta la mia pigrizia, io mi riconoscevo - e mi riconosco - in un personaggio di una canzone di Jannacci: "vun che l'è mai sta bon de dì de no". Lui, che era di Rogoredo e lavorava alla Breda (altri tempi, quando c'erano le fabbriche), porta lei, conosciuta alla catena di montaggio, a vedere la fiera. Lei gli chiede di pagarle un krapfen, ché non ha moneta. Lui, invece di dire "preferirei di no", dice"pronti !", le dà dès kili (diecimila lire) e "l'ha vista pü". Anch'io ho il vizio di dire "pronti !". E non so quanto ci abbia perso ( o quanto ci abbia guadagnato).
La canzone è "Andava a Rogoredo".
Mi hai risuscitato il ricordo di Bristow, che era del tutto svanito. Fui, credo, tra i primi lettori di Linus: ma prima non avevo mai letto un fumetto, né Pecos Bill né Tex Wyler, o come si scrive.
Gian Piero Testa 2010/9/9 - 00:02
Per Bartleby (così battezzato in questi commenti da GPT):
conoscevi http://www.bartleby.info/ ?
conoscevi http://www.bartleby.info/ ?
Lorenzo 2011/10/15 - 21:33
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Versi di Ladré, soldato della Rivoluzione e cantore di strada, l’autore del ben più famoso Ah ça ira!
Sull’aria della “chanson à boire” intitolata “Quand la mer Rouge apparût”, la cui melodia – asua volta – era basata sul canto natalizio "Allons Bergers partons tous".
Dicembre 1792. Luigi XVI compare per la prima volta davanti alla Convention nationale. Fino a quel momento i Girondini avevano resistito alle pressioni dei Montagnardi per mettere a processo il re, ma alla fine di novembre nella residenza delle Tuileries fu scoperto un archivio nascosto (il cosiddetto “Armoire de fer) dove era custodita tutta la corrispondenza e i documenti segreti del sovrano dai quali appariva non solo il doppio gioco di parecchi ministri ma anche il vasto disegno di corruzione messo in piedi da Luigi XVI. Giudicato colpevole da una larga maggioranza ma condannato a morte solo per un voto, il re fu ghigliottinato il 21 gennaio 1793.