[1855]
Versi del grande poeta americano Walt Whitman (1819-1892)
Nella raccolta "Leaves of Grass"
Nella prima edizione il poema era senza titolo e indiviso. A partire dall'edizione del 1867 venne diviso in 52 sezioni e in quella finale del 1891-92 prese finalmente il titolo di "Song of Myself"
Ignoro se il giovane Whitman abbia realmente avuto le esperienze che qui descrive, o se il testo sia frutto della sua fantasia poetica ed etica... Resta il fatto che qui c'è un po' tutta la "americanità", quella buona, non quella di Trump, piuttosto quella di Bruce Springsteen, per intenderci... Le montagne, il mare, il rapporto con la natura selvaggia, l'entusiasmo (non la semplice accettazione) per un paese nato dalla mescolanza delle razze - bianchi, rossi e neri - che tutte hanno la stessa dignità, tanto nella descrizione del matrimonio del trapper con la bella pellerossa quanto in quella di... (Continues)
Alone far in the wilds and mountains I hunt, (Continues)
L’orrendo, assordante rumore della guerra che soverchia ogni cosa, anche le suppliche dei vecchi, le preghiere delle madri, persino il silenzio dei morti…
Questa non è in nessun modo una canzone contro la guerra, anzi Whitman vuole che più persone possibili partecipino alla guerra civile americana, che lui vede come unica maniera per portare cambiamento. Sa benissimo che la guerra è orrore, "massacre" and "death" (in quegli anni vive a Washington, dopo che il fratello George è stato ferito a una guancia proprio combattendo; fa anche l'infermiere volontario negli ospedali militari della zona), ma crede che quello sia l'unico modo per assicurare unione e stabilità all'intera America, che lui ama e non vuole si disgreghi per disordini intestini che la guerra avrebbe risolto.
Il suo messaggio si capisce benissimo dalla seconda stanza della poesia, in cui chiede ai tamburi e alle trombe militari di suonare più forte qualora vi fosse qualcuno che ancora non li ha sentiti, perché sentirli vorrebbe dire prendere coscienza della guerra e prenderne parte.
Cara Francesca, mi sa proprio che tu abbia ragione.
E' qui il mio amico Dead End - che conosco molto bene - ad aver preso un grossissimo granchione: questa è proprio un'esortazione alla guerra, e non giustifica nulla il fatto che l'autore fosse nel campo nordista e, quindi, antischiavista...
Siccome succede a volte che certe canzoni vengano inserite senza essere state prima comprese fino in fondo, e però mi dispiace che siano cancellate senza che si dia conto degli interventi che ne hanno rivelato la vera natura, propongo agli admins un percorso "Granchioni" in cui far confluire gli inserimenti sbagliati come questo... Sarebbe anche un bello spaccato sull'evoluzione nel tempo delle CCG/AWS...
Mi stavo preparando a contribuire la traduzione tedesca ma poi ho riscoperto l'intervento di Francesca Gioco che contestava - sensatamente - l'inserimento di questa poesia di Whitman tra le CCG...
Chedo ai perfidi Admins di esprimersi in proposito, non appena possibile.
[1917]
Versi di Mary Borden (1886-1968), poetessa anglo-americana.
Si tratta di una “song”, e quindi la contribuisco come CCG/AWS vera e propria.
Testo trovato su Behind Their Lines
Mary Borden era nata nel 1886 in una ricca famiglia conservatrice di Chicago. Durante un viaggio in estremo oriente conobbe e sposò un missionario scozzese, da cui ebbe tre figlie, e nel 1913 la famiglia si trasferì in Inghilterra. Là Mary Borden si coinvolse nel movimento femminista delle Suffragettes e venne più volte arrestata per la sua partecipazione a manifestazioni in favore del riconoscimento del diritto di voto alle donne. Nel 1914, alla partenza del marito per la guerra, Mary Borden utilizzò parte del cospicuo patrimonio di famiglia per costruire ed allestire un ospedale da campo in Francia, dove lei stessa si adoperò come infermiera per tutto il corso della Grande Guerra.
Il suo osservatorio privilegiato... (Continues)
This is the song of the mud, (Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/12/12 - 10:47
[1860]
Versi del poeta Walt Whitman (1819–1892) dalla raccolta “Leaves of Grass”
Posti in musica dai compositori Norman Dello Joio, nel 1966 (per coro, pianoforte ed orchestra), e William Goldstein, nel 1971 (per coro e pianoforte).
Una poesia premonitrice composta da Walt Whitman alla vigilia dello scoppio della guerra civile.
In seguito il poeta sarebbe stato molto meno contemplativo, immergendosi anima e corpo nella guerra e prestando per diversi mesi servizio come infermiere volontario negli ospedali da campo dell’Unione...
I sit and look out upon all the sorrows of the world, and upon all oppression and shame; (Continues)
[1863]
Versi del grande poeta statunitense, composti nel 1863 quando, in seguito al ferimento del fratello George in Virginia nel corso di una delle cruente battaglie della Guerra Civile, Walt Withman divenne per qualche mese infermiere volontario negli ospedali da campo.
Nella raccolta intitolata “Drum-Taps”, poi incorporata in una delle tante edizioni di “Leaves of Grass” (1865).
Musica del compositore statunitense John Coolidge Adams (1949-), nella sua opera per orchestra da camera e baritono composta nel 1988/89.
An old man bending I come among new faces, (Continues)
[1862-64]
Versi di Walt Whitman, dalla raccolta “Drum Taps” pubblicata nel 1865
Musica di Kurt Weill, da “Four Walt Whitman Songs” del 1947
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Archive
A partire dalla battaglia di Fredericksburg, in cui suo fratello era rimasto ferito, Walt Withman prestò opera di soccorso come infermiere volontario negli ospedali da campo dell’Unione e lì descrisse la carneficina, la sofferenza, la morte con grande compassione per tutti coloro che vi erano coinvolti e travolti, convinto – era sì un patriota ma di fede quacchera, una religione che ripudiava la violenza – che “la guerra non può essere per noi [americani] ciò che è stata per tutte le nazioni di ogni epoca fino ad oggi; non può la guerra condizionare e tirannizzare ogni aspetto della vita delle nazioni e degli individui; deve trattarsi solo di un episodio, un contrattempo... (Continues)
Come up from the fields father, here’s a letter from our Pete, (Continues)
[1865]
Frammento da “When Lilacs Last in the Dooryard Bloom'd”, elegia scritta dal poeta americano Walt Whitman in morte del presidente Abraham Lincoln, assassinato nel 1865.
Della Baez il titolo, incluso nell’album di sole poesie recitate e cantate intitolato “Baptism: A Journey Through Our Time” del 1968.
[1865]
Versi del grande poeta e scrittore statunitense, nell’ottava ed ultima edizione della raccolta “Leaves of Grass”, 1891-92.
Musica del compositore e direttore corale canadese Larry Nickel, dalla sua opera forse più famosa, il “Requiem for Peace” composto nel 2006 (e che verrà eseguito a Torino il prossimo anno nell’ambito del festival Europa Cantat XVIII).
In realtà la poesia di Whitman fu già trasposta in musica nel 1936 dal compositore inglese Ralph Vaughan Williams per la sua cantata “Dona nobis pacem”.
Walt Whitman era un convinto antischiavista e salutò con entusiasmo l’elezione di Lincoln ma, da figlio di madre quacchera, al tempo stesso ripudiava la violenza e la guerra. La secessione degli Stati del Sud e lo scoppio della guerra civile non gli impedirono tuttavia di scrivere componimenti patriottici (poi pubblicati nella raccolta “Drum-Taps”) ma soprattutto... (Continues)
WORD over all, beautiful as the sky, (Continues)
Versi del grande poeta americano Walt Whitman (1819-1892)
Nella raccolta "Leaves of Grass"
Nella prima edizione il poema era senza titolo e indiviso. A partire dall'edizione del 1867 venne diviso in 52 sezioni e in quella finale del 1891-92 prese finalmente il titolo di "Song of Myself"
Ignoro se il giovane Whitman abbia realmente avuto le esperienze che qui descrive, o se il testo sia frutto della sua fantasia poetica ed etica... Resta il fatto che qui c'è un po' tutta la "americanità", quella buona, non quella di Trump, piuttosto quella di Bruce Springsteen, per intenderci... Le montagne, il mare, il rapporto con la natura selvaggia, l'entusiasmo (non la semplice accettazione) per un paese nato dalla mescolanza delle razze - bianchi, rossi e neri - che tutte hanno la stessa dignità, tanto nella descrizione del matrimonio del trapper con la bella pellerossa quanto in quella di... (Continues)