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Langue: anglais (Early Modern English)


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Child #22
[ca. XV secolo / ca. 15th Century]
Sloane Ms. 2593, f. 22b, British Museum
1856, T. Wright, Songs and Carols, from a manuscript in the British Museum of the fifteenth century, p. 63

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Ogni promessa è debito. Così, dopo i Grateful Dead, “pensando di avere il modo di riparare a qualche torto” (sia pronunciato con accento gucciniano), ora si fa -in questa giornata dedicata a Santo Stefano- un bel salto indietro nel tempo con questa assai curiosa Christmas Carol (con addentellati in tutta la balladry europea, dalla Scandinavia fino all'Umbria e alla Grecia) che ci spiega nientepopodimeno che il pittoresco motivo per cui Santo Stefano fu lapidato divenendo così il primo martire della fede cristiana. Il manoscritto Sloane 2593, f. 22b (e il ventidue sembra essere il numero preferito da questa ballata, visto che è anche la n° 22 tra le trecentocinque Child Ballads), conservato presso il British Museum, risale, si dice, all'epoca di re Enrico VI; ora, poiché Enrico VI d'Inghilterra visse tra il 6 dicembre 1421 e il 21 maggio 1471 (regnando dal 1422, quando aveva un anno d'età, al 1461, e poi ancora dal 1470 al 1471; tra il 1422 e il 1453 fu anche re di Francia), si può facilmente comprendere l'aspetto linguistico di tale ballata: siamo veramente agli albori dell'inglese moderno, o meglio al passaggio tra l'inglese medio e lo Early Modern English (per inciso, è il manoscritto che contiene anche Robyn And Gandeleyn). La ballata è segnata da uno di quei deliziosi, tipi e selvaggi anacronismi della tradizione medievale: Santo Stefano, infatti, è qui un servo alla corte del re Erode il Grande. Nulla di stupefacente, ripensando ad esempio a quel che viene appioppato a Giuda Iscariota nella ballata Judas, la più antica delle Child Ballads attestate in manoscritto. Le vicende bibliche e evangeliche, nelle tradizioni medievali popolari, sono lontanissime dalla canonicità delle Scritture; ne succedono letteralmente di tutti i colori, e si tratta di vicende e leggende che viaggiano da un capo all'altro del Continente, con una base comune e decine di rielaborazioni locali.

Il manoscritto che conserva tale deliziosa leggenda, come detto, è stato giudicato appartenente all'epoca di Enrico VI sulla base della sua grafia; ma non c'è dubbio alcuno che la leggenda appartenga ad epoche assai più remote. Fu pubblicato a stampa per la prima volta nel 1856 da T. Wright per il Warton Club, in una raccolta recante il titolo: Songs and Carols, from a manuscript in the British Museum of the fifteenth century. La ballata si trova a pagina 63 di detta pubblicazione. Francis James Child non ebbe incertezze nel riconoscervi i caratteri dell'autentica ballata popolare. Della ballata non esiste una notazione musicale originale: le interpretazioni musicate esistenti sono tutte rielaborazioni moderne. E' stata scelta qua sotto quella cantata da Andy Turner per l'ensemble Magpie Lane, con Mat Green al fiddle. [RV]

Seynt Steuene was a clerk in kyng Herowdes halle,
And seruyd him of bred and cloþ, as euery kyng befalle.

Steuyn out of kechone cam, wyth boris hed on honde;
He saw a sterre was fayr and bryȝt ouer Bedlem stonde.

He kyst adoun þe boris hed and went in to þe halle:
'I forsak þe, kyng Herowdes, and þi werkes alle.

'I forsak þe, kyng Herowdes, and þi werkes alle;
Þer is a chyld in Bedlem born is beter þan we alle.'

'Quat eylyt þe, Steuene? quat is þe befalle?
Lakkyt þe eyþer mete or drynk in kyng Herowdes halle?'

'Lakit me neyþer mete ne drynk in kyng Herowdes halle;
Þer is a chyld in Bedlem born is beter þan we alle.'

Quat eylyt þe, Steuyn? art þu wod, or þu gynnyst to brede?
Lakkyt þe eyþer gold or fe, or ony ryche wede?'

'Lakyt me neyþer gold ne fe, ne non ryche wede;
Þer is a chyld in Bedlem born xal helpyn vs at our nede.'

'Þat is al so soþ, Steuyn, al so soþ, iwys,
As þis capoun crowe xal þat lyþ here in myn dysh.'

Þat word was not so sone seyd, þat word in þat halle,
Þe capoun crew Cristus natus est! among þe lordes alle.

Rysyt vp, myn turmentowres, be to and al be on,
And ledyt Steuyn out of þis town, and stonyt hym wyth ston!'

Tokyn he Steuene, and stonyd hym in the way,
And þerfore is his euyn on Crystes owyn day.

envoyé par Riccardo Venturi - 26/12/2020 - 18:24



Langue: italien

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 8-8-1984

Nei quadernacci originali delle Child Ballads, tale traduzione reca la dicitura: “Lesina (Puglia), 8 agosto 1984”.



Interpretata (su diversa melodia) da Rachel McDonough
Santo Stefano e Erode

Santo Stefano era un servo alla corte di Re Erode,
Gli serviva da mangiare e da vestire, come a ogni re si confà.

Stefano uscì dalla cucina con una testa di cinghiale in mano;
Vide una stella lontana risplendere sopra Betlemme.

Gettò via giù la testa di cinghiale e andò nella sala:
“Io ti perdono, re Erode, te e tutte le tue azioni.

“Io ti perdono, re Erode, te e tutte le tue azioni,
A Betlemme è nato un bambino migliore di tutti noialtri.”

“Ma che ti assilla, Stefano? Che cosa ti piglia?
Ti manca da mangiare o da bere alla corte di re Erode?”

“Non mi manca né da mangiare e né da bere alla corte di re Erode;
A Betlemme è nato un bambino migliore di tutti noialtri.”

“Ma che ti assilla, Stefano? Sei pazzo, o stai rincitrullendo?
Ti mancano oro e ricchezze, o ricche vestimenta?”

“Non mi mancano né oro e né ricchezze, e neanche ricche vestimenta;
A Betlemme è nato un bambino migliore di tutti noialtri.”

“Ma certo, come no, Stefano! Tutto vero, di certo,
Come 'sto cappone che ho qui nel piatto si metterà a cantare.”

Non furon dette appena quelle parole, quelle parole nella sala
Che il cappone cantò Christus natus est! in mezzo a tutti i signori.

' Alzatevi, miei carnefici, venite que e acchiappatelo tutti,
E portate via Stefano da questa città, e lapidatelo a sassate!”

Presero Stefano e lo lapidarono per strada,
E quindi la sua veglia è nel giorno stesso di Cristo.

26/12/2020 - 19:05




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