Ho nostalgia del pane di mia madre,
del suo caffè e di ogni sua carezza,
delle sue canzoni dolci e leggiadre,
dei suoi occhi colmi di tenerezza.
Se mai un giorno io dovessi morire
Avrei vergogna di darle un tal dolore,
di essere cagione al suo soffrire,
il ricordo che strazierà il suo cuore.
Adoperami, se torno, madre mia,
come corda da bucato in terrazza
e poi stendi su me la biancheria
che tu mi lavavi quand’ero ragazza.
Se torno al nido della tua attesa
intona quella nenia che cantavi,
d’una stella che in cielo era accesa
per me, dicevi, mentre mi cullavi.
Da quando sono stata imprigionata
La faccia e i miei vestiti son cambiati,
con un numero ormai son chiamata:
cognome e nome sono cancellati.
O Madre, se dovessi mai tornare,
prepara fra gli ulivi la mia tomba
lava il mio corpo nelle acque chiare
del ruscello che disseta la colomba.
Con una ciocca dei tuoi capelli neri,
con un filo della tua veste vermiglia,
lega al crocevia dei sentieri
una foglia col il nome di tua figlia.
del suo caffè e di ogni sua carezza,
delle sue canzoni dolci e leggiadre,
dei suoi occhi colmi di tenerezza.
Se mai un giorno io dovessi morire
Avrei vergogna di darle un tal dolore,
di essere cagione al suo soffrire,
il ricordo che strazierà il suo cuore.
Adoperami, se torno, madre mia,
come corda da bucato in terrazza
e poi stendi su me la biancheria
che tu mi lavavi quand’ero ragazza.
Se torno al nido della tua attesa
intona quella nenia che cantavi,
d’una stella che in cielo era accesa
per me, dicevi, mentre mi cullavi.
Da quando sono stata imprigionata
La faccia e i miei vestiti son cambiati,
con un numero ormai son chiamata:
cognome e nome sono cancellati.
O Madre, se dovessi mai tornare,
prepara fra gli ulivi la mia tomba
lava il mio corpo nelle acque chiare
del ruscello che disseta la colomba.
Con una ciocca dei tuoi capelli neri,
con un filo della tua veste vermiglia,
lega al crocevia dei sentieri
una foglia col il nome di tua figlia.
Contributed by Dq82 - 2020/12/1 - 17:21
Language: Arabic
Seguono il testo originale e una pregevole traduzione in italiano di Mia madre
Ela omi
[ 1966 ]
Ela omi
[ 1966 ]
الى امي
أحنُ إلى خبز أمي
وقهوةِ أمي
ولمسةِ أمي ..
وتكبر فيَّ الطفولةُ
يوماً على صدر يومِ
و أعشق عمري لأني
إذا متُّ
أخجل من دمع أمي !
خذيني .. إذا عدتُ يوماً
وشاحاً لهدبكْ
وغطي عظامي بعشبٍ
تعمَّد من طهر كعبكْ
وشدِّي وثاقي..
بخصلة شعرٍ ..
بخيطٍ يلوِّح في ذيل ثوبك..
عساني أصيرُ إلهًا
إلهًا أصير ..
إذا ما لمستُ قرارة قلبك !
ضعيني إذا مارجعتُ
وقودا بتنور ناركْ
وحبل غسيل على سطح داركْ
لأني فقدت الوقوف
بدون صلاةِ نهاركْ
هرمتُ فردّي نجوم الطفولة
حتى اشاركْ
صغار العصافير ..
درب الرجوع ..
لعُشِّ إنتظارك
أحنُ إلى خبز أمي
وقهوةِ أمي
ولمسةِ أمي ..
وتكبر فيَّ الطفولةُ
يوماً على صدر يومِ
و أعشق عمري لأني
إذا متُّ
أخجل من دمع أمي !
خذيني .. إذا عدتُ يوماً
وشاحاً لهدبكْ
وغطي عظامي بعشبٍ
تعمَّد من طهر كعبكْ
وشدِّي وثاقي..
بخصلة شعرٍ ..
بخيطٍ يلوِّح في ذيل ثوبك..
عساني أصيرُ إلهًا
إلهًا أصير ..
إذا ما لمستُ قرارة قلبك !
ضعيني إذا مارجعتُ
وقودا بتنور ناركْ
وحبل غسيل على سطح داركْ
لأني فقدت الوقوف
بدون صلاةِ نهاركْ
هرمتُ فردّي نجوم الطفولة
حتى اشاركْ
صغار العصافير ..
درب الرجوع ..
لعُشِّ إنتظارك
Traduzione italiana / الترجمة الإيطالية / Italian translation / Traduction italienne / תרגום לאיטלקית / Italiankielinen käännös :
Francesca Corrao*
* Ordinario di Lingua e Cultura Araba presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Luiss di Roma.
MIA MADRE
Ho nostalgia del pane di mia madre
del caffè di mia madre
della carezza di mia madre
ho nostalgia.
Cresce l'infanzia in me
e m'innamoro della vita
chè dovessi morire avrei vergogna
del pianto di mia madre!
Prendimi,
dovessi ritornare,
potessi un giorno tornare,
scialle per la tua frangia,
copri le mie ossa con erba
fatta pura al tuo passo
legami
con una ciocca di capelli
con un filo dell'orlo della veste
ché io diventi dio.
Divento dio se tocco
il tuo cuore!
Mettimi,
dovessi ritornare,
legna nel fuoco tuo
corda al terrazzo di casa.
No, non so stare senza
la preghiera del tuo giorno.
Sono invecchiato, rendimi le stelle dell'infanzia
fammi tornare
come tornano gli uccelli
al nido della tua attesa.
Francesca Corrao*
* Ordinario di Lingua e Cultura Araba presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Luiss di Roma.
MIA MADRE
Ho nostalgia del pane di mia madre
del caffè di mia madre
della carezza di mia madre
ho nostalgia.
Cresce l'infanzia in me
e m'innamoro della vita
chè dovessi morire avrei vergogna
del pianto di mia madre!
Prendimi,
dovessi ritornare,
potessi un giorno tornare,
scialle per la tua frangia,
copri le mie ossa con erba
fatta pura al tuo passo
legami
con una ciocca di capelli
con un filo dell'orlo della veste
ché io diventi dio.
Divento dio se tocco
il tuo cuore!
Mettimi,
dovessi ritornare,
legna nel fuoco tuo
corda al terrazzo di casa.
No, non so stare senza
la preghiera del tuo giorno.
Sono invecchiato, rendimi le stelle dell'infanzia
fammi tornare
come tornano gli uccelli
al nido della tua attesa.
Contributed by Riccardo Gullotta - 2021/4/16 - 18:29
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[2020]
Nuovo Cantacronache 6. Esilio, Esodo, Eccidio, Erranza…
Testi/ lyrics: Beppe Chierici
Musica / Music / Musique / Sävel: Giuseppe Mereu (Doc Pippus)
Questo disco richiede un esercizio di immaginazione. Proiettatevi in una qualunque cittadina mediterranea, meglio se lambita da questo mare, che a guardarlo da est sembra poi più un golfo che un mare. Ci siete? Bene. Ora date aria alle vostre gambe, vagabondate in qualche vicolo fuori dalle rotte turistiche. Vi chiedo di prediligere, potendo scegliere, quelli in cui scorgete panni stesi ad asciugare, tra muro e muro, casa e casa, famiglia e famiglia. Panni che sono già un trattato non scritto, ma ben più saldo, di amicizia. Ecco, ora fermatevi un attimo: vi siete accorti che da una delle finestre esce una voce di donna, una voce fuori dal tempo, una voce che fluisce con naturale noncuranza, così come di chi canti facendo altro. Non potete che restare ancora un poco e tendere voi stessi, non dico l’orecchio, dico proprio voi stessi, tutto quello che siete, verso quella finestra. Quelle canzoni, quelle note, quelle parole sono lì per voi. Sono melodie che vi sembra di aver sempre sentito, eppure ve le siete scordate, persi in altri traffici, in altre frettolose incombenze, tutte le volte che avete cercato disperatamente di sentirvi contemporanei. Per questo siete ancora lì, a seguire con il pensiero queste canzoni che invece non hanno né fretta di finire presto nei 3 minuti a cui vi hanno abituato le vostre radio, né paura di non essere alla moda. Talvolta riconoscete un’altra voce, vi sembra che abbia una certa aria di familiarità con la prima, potrebbe essere la figlia, azzardate. Intanto le parole vi stanno raccontando storie antiche, ma che a voi sembrano così nitidamente chiare, vive. Vi dicono di Gerusalemme e del suo strazio, di lampioni in lutto per una città che va in fiamme, di un mondo che rotola giù verso il suo oscuro precipizio, ma anche di padri e di madri, di amori difficili, di religioni in guerra che, prima ancora degli altri, uccidono sé stesse. Soprattutto vi parlano di esilio, quello che da secoli, ovunque, i vincitori impongono ai perdenti, quello che diventa un destino da trascinarsi dietro, sempre, ovunque. Voi non siete esiliati, i vostri bimbi a scuola devono temere solo brutti voti, non una bomba che in un attimo spazzi via tutto, eppure quelle canzoni, lo sentite bene, vi stanno dicendo qualcosa di voi, di chi eravate, e di chi siete. Forse, chissà, anche di chi sarete. Perché quelle di Mireille Safa e di sua figlia Chloé sono voci di rabdomanti: attraverso l’intensa poesia di Mahmoud Darwish, poeta palestinese amorevolmente volto in italiano dal grande vecchio Beppe Chierici, esse sembrano risvegliare qualcosa in voi, sono venute a cercarvi. Lasciatevi trovare.
cenacolodiares
La poesia originale è stata musicata da Marcel Khalife / مارسيل خليفة col titolo أمّي/Ommi