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Sia maledetto chi ha trovato la spada

Piero Salvetti
Langue: italien


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[1644]
Testo tratto da Chi cerca trova di Riccardo Marasco
Edizioni Birba, Firenze, 1977
pp. 128-131

Sia maledetto chi ha trovato la spada…
Sia maledetto chi ha trovato la spada…


Canzone composta nel 1644 dal fiorentino Piero Salvetti; la musica è di autore ignoto (probabilmente, come accadeva spesso all'epoca ed ancora in tempi molto più recenti, doveva essere cantata sull'aria di qualche canzone popolare conosciuta; ma se ne è persa la memoria).

Nel 1999 ne postai il testo sul newsgroup it.fan.musica.guccini riprendendolo dall'oramai introvabile volume "Chi cerca trova" (1976, accompagnato dall'omonima cassetta di canti popolari toscani) del grande chansonnier e folklorista fiorentino Riccardo Marasco. Da allora, ancor prima di essere inserito tra le primissime "Canzoni contro la guerra" (tra le quasi 5400 a tutt'oggi, 25 marzo 2007, è la numero 6), ha conosciuto in rete una fortuna meritata e straordinaria, di cui vado particolarmente fiero, essendo stato ripreso e diffuso da moltissimi siti (tra i quali quello dei Verdi in Rete e diverse enciclopedie in rete di classici della lingua italiana). Ne sono contento e fiero soprattutto perché credo di aver dato un piccolo contributo al salvataggio di questo testo che testimonia di una coscienza antimilitarista in Italia in pieno XVII secolo, sia pure nell'alveo della poesia giocosa di cui Piero Salvetti fu un cultore.

"Può sorprendere che già allora si vedesse in maniera critica il triste destino del soldato costretto all'obbedienza, quasi fosse già sentita la moderna tematica dell'obiezione di coscienza, ma non desterebbe tanta meraviglia se fossero più noti i versi del fiorentino Piero Salvetti contro le armi, le arti militari e la violenza, che sappiamo essere stati scritti nel 1644 per la musica, purtroppo ancora non ritrovata, se poi la ebbero mai veramente."
Riccardo Marasco, da "Chi cerca trova", p.130

Pier(o) Salvetti, nato a Firenze nel 1609 e morto nel 1652, fu sacerdote e umanista di fine ingegno. Accademico della Crusca, fece parte e fondò numerose altre accademie.
La fama di questo poeta fiorentino è legata alla produzione di poesia giocosa. Alcuni suoi bizzarri componimenti come Lamento per la perdita di un grillo, Amante di bella donna bacchettona e Il soldato poltrone presentano una scorrevole facilità di versi e un garbato tono umoristico, nello schizzare rapide e divertenti caricature. Le sue poesie furono unite, agli inizi del Novecento, nella raccolta Rime Giocose*, che rivela tra l'altro la capacità di attento osservatore del costume a lui contemporaneo, nel dipingere attraverso la lingua schizzi divertiti e rapide caricature. (Elvira Marinelli, Poesia: Antologia illustrata, p. 267)

La canzone è in realtà parte di un più vasto componimento intitolato Il soldato poltrone; in questa pagina è stato trascritto integralmente il testo presente nel volume "Chi cerca trova", con delle note al testo. Generalmente (e così anche nel testo della Marinelli) il componimento viene presentato fino al verso Voglio crepare adagio e co' miei comodi; probabilmente la versione musicata terminava qua. [RV]

* Rime giocose edite e inedite di un umorista fiorentino del secolo XVII (Pier Salvetti) con note illustrative e cenni biografici e critici di Mario Aglietti, Firenze, Editore Bertelli, 1904.
Oh! Che sia maledetto chi ha trovato la spada
E peggio ancora a chi trovò il moschetto!
Sien maledette l'armi e l'armerie,
Ed in particolare
Quelle bestiacce dell'artiglierie,
Che ammazzano o fanno spiritare.

Eppur si trova gente tanto pazza
Che ha gusto di trescar con questi arnesi
E la pace strapazza!
Ma più bella è cercar lontan paesi
Per trovar un che ti rompa la testa
Ed alla guerra andar com'a una festa;

La Fiandra e l'Alemagna
Stimare una cuccagna
E là voler la vita sua finire,
Come se qua non usasse morire.
Ma perchè sempr'han fortuna i matti,
Non occorre per darsi

Adesso allontanarsi:
Questi Orlandi saranno soddisfatti,
Son io ben disperato,
Che, nemico mortal della milizia
Or ho a far da soldato,
Or ho a far da smargiasso la pigrizia.

Non mi vergogno a dir ch'io son poltrone:
Ci ha da esser d'ogni sorta di persone,
Mi dice un bell'ingegno
Che si corre alla guerra
Per cercar d'ingrandir per questa via.
L'ho per minchioneria:

Io che a tante grandezze non inclino
Mi contento di star così piccino.
Mentre sto così afflitto,
Eccoti un tamburin, credo alemanno,
E mi dice: - Herr Soldat, lustig, fort in Krieg! *1
Ti dia'l malanno!, gli rispos'io più che mai spaurito.

Aggiunse a quest'invito
Una sua stamburata,
E lunga sì, ch'io credo ancor che suoni.
Guardate che invenzioni!
Per rendere un uom timido, sicuro,
Parlar tedesco e battere il tamburo!

Di più, per rincuorarmi
Voglion ch'io porti addosso una carrata d'armi:
Ch'io arrabbi *2, s'io le posso!
E poi, ve la vo' dir: sarei codardo
S'io potessi vestirmi un baluardo.
Chi stima che sien glorie

Morire a un tratto *3di pistola o stocco,
Io l'ho per uno sciocco:
E, se fusse anco savio, io non vo' borie *4;
Quand'a darmi la morte il ciel s'accomodi,
Voglio crepare adagio e co' miei comodi!

E poi io non so intendere il perché
un abbia a far la lite e il duello
e, risparmiando sé
la faccia definire a questo e a quello.

S'avesse a stare a me, *5
che la gente ammazzar stimo un peccato,
vorrei che rasciugasse chi ha pisciato. *6

Mi predica ciascuno
che all'inimico s'ha a far ogni offesa:
benissimo, i' l'ho intesa:
ma i' non ho inimicizia con nessuno,
con tutti ho un buon entragno *7 e confidenza;
perch'io ho a voler dar? *8 O la coscienza?

Un tantin di pazienza,
ch'entri in valigia anch'io, ché, per mia fé
Potta di..., corpo di... *9
se mi salta la bizza di far carne,
a chi voglio prometterne, a chi darne.

O possanza del ciel, quel ch'io farò!
Giuro ch'io metterò
sottosopra la terra, e 'l mondo in guai:
s'io c'entro, basta; ma... i' non c'entro mai.

Ah! che mi val la flemma,
se domani si parte,
dicon questi guerrieri, a servir Marte?
O fusser come il mio tutti gli umori,
Marte farebbe senza servitori.

Misero me, fuss'io corazza almanco! *10
Ch'io potrei, come molti, d'ogni fallo
dar la colpa al cavallo,
o, col mostrarmi stanco,
impetrar dalle Muse il Pegaseo;
ché, in questo tempo reo
che non ha spaccio la letteratura
va a piedi Apollo e lo manda a vettura.

Parmi aver quel magnifico uccellone;
ecco: già son per l'aria e volo via;
dice la gente: "servitor, padrone!"
e io cheto, e vo a far i fatti mia;
passo sopra 'l nemico *11; e guarda e i' striscio,
e, in dubbio se la cosa è falsa o certa,
sta sotto a bocca aperta
e io per tanto rider mi scompiscio.

Ma che penso al caval!, s'io sono a piede!
A dir, mandarmi a piede! Bel capriccio!
E ch'i' abbia a star dì e notte
nel ferro, come un pollo in un pasticcio!

O ciel, pria ch'io mi trovi in quest'impiccio
mandami pur le gotte;
ché questa forse sarà una ricetta
perch'io non vada o almen vadia in seggetta.*12

Che mestier disgraziato!
Tu crepi se ci vai
e, se tenti fuggir, tu sei impiccato.
Sicché, in tutte le forme
per far tirar a un galantuom le cuoia,
senza rubar, trova alla guerra il boia.

E' mi daria men noia
quell'essere impiccato per la gola;
ch'alfin sarebbe una paura sola.
Ma veggio un che mi chiama
e mi accenna ch'io ho a far la sentinella.

Oh mia nemica stella!
Né anco ho tempo da dir addio alla dama,
né mi consola il sentir che alla armata
si scordi ognun l'amata.
Può esser ch'io dimentichi le belle,
ma non già voi, sì, voi cacchiatelle. *13
NOTE AL TESTO

[1] "Signor soldato, allegro, su, alla guerra! " (in tedesco)

[2] Che mi prenda la rabbia (canina)

[3] All'improvviso

[4] Scocciature, fastidi

[5] Se dipendesse da me

[6] Vale a dire: dovrebbe risolvere la questione chi ha provocato il danno.

[7] Comportamento.

[8] Perché devo voler dare addosso?

[9] Si tratta di volgari imprecazioni non espresse completamente; "potta" = sesso femminile, fica.

[10] Almeno.

[11] Me ne infischio del nemico.

[12] Carrozzella.

[13] Propriamente, "cacheronzoli"; deve avere lo stesso valore del moderno "stronzetti".



Langue: anglais (17th Century English)

Versione in inglese seicentesco di Riccardo Venturi. La versione si ferma alla prima parte della canzone, dato che, originariamente, era stata inserita soltanto quella. Verrà appena possibile provveduto alla traduzione completa secondo i medesimi dettami linguistici della prima parte. [RV]
ALAS! CURSE UPON HIM, WHO INVENTED THE SWORDE!

Alas! Curse upon Him, who invented the Sworde!
And, worse than euer, upon Him, who invented the Musket!
Curse upon all Weapons and Armouries,
And, oh!, aboue all
Upon the damned Artillery
Which slayeth Men, or maketh them expire.

And yet, the maddest Folke one can meete
Who like to handle these Deuices
Endangering our Peace!
And, alas! They even looke for remote Countries
To finde some one, who gayly braineth them,
And they go to War as if they wente to a Party!

And they holde Flanders and Germany
For their Lande of Cockaygne,
And they longe for ending there their Lyffe
As if, here, they coulde not die like Alle.
But, as the Mad haue always goode Lucke,
They haue not to go too far

Nowe, to be contented:
These Rolandes will bee satisfied,
But I am in Despaire
For I am a deadlie Enemy of Military Lyffe
And, nowe, I haue to go Soldier
And haue to force my owne Lazinesse.

I am not too shy to saye that I am lazy:
The Worlde needeth any Kinde of Peeple,
- This am I told by a wittie Genius
Who hasteneth to War
Ayming at Greatenesse in such a Waye.
But I hold him for a Foole:

For I am not inclinëd to Greatenesse,
I am content with being a little Man.
And whilst I am there, dejected,
A Drummer, may be German, suddenlie appeareth
And sayeth to me: - Herr Soldat, lustig, fort in Krieg!
Woe betide upon thee!, I replied, so scared att him.

And, yet, he drummed out
His Invitation so to breake my Eares,
Itt was so long, that itt still resoundeth.
Looke you, what a goode Invention!
To make self confident a Man who is not,
One hath to speake German and beate the Drum!

And more, to encourage me,
They want to charge me with Weapons like a Donkey:
May I die nowe, if I can doe this!
And then, I want to saye: I would be a Cowarde
If I go dressed like a walking Fortress.
He, who holdeth for glorious

To die suddenly by a Gunne or by a Sworde,
Yes, I holde him for a Foole:
And, euen iff it were wise, itt bothereth me.
And when the Heaven wants me to gyue backe my Soule,
I want to die so slowlie, and att my Ease!



Langue: français

Version française – MAUDIT SOIT CELUI QUI A TROUVÉ L'ÉPÉE – Marco Valdo M.I.– 2010
Chanson italienne – Sia maledetto chi a trovato la spada – Piero Salvetti – 1644

Chanson écrite en 1644 par le Florentin Piero Salvetti; la musique est d'un auteur inconnu (probablement, comme il était d'usage souvent à l'époque et encore plus récemment, elle devait être chantée sur l'air d'une chanson populaire connue; mais on en a perdu la mémoire).

Eh bien, Marco Valdo M.I., te voilà à Florence vers 1644. J'ai dû y passer en ce temps. Peut-être même que j'aurais croisé ce poète de Salvetti. Mais tu sais, les poètes sont des gens un peu timides, parfois. Ou alors, réservés, ou tout simplement, occupés à écrire leurs poèmes. Et souvent, ils ne se soucient pas des ânes comme moi. Ou alors, a-t-il oublié de se présenter; ce qui serait bien normal. Je me souviens bien d'un certain Pier, Piero, Pietro... qu'on disait poète... Mais va-t-en savoir si c'était bien lui. Qu'a-t-il donc écrit de si étonnant que des siècles plus tard, on s'en souvienne au point que tu le traduises...

Disons pour te faire plaisir que c'est bien celui-là le Pier, Piero, Pietro que tu as rencontré... C'était un charmant garçon et nul doute qu'il t'aurait entretenu de savantes et poétiques considérations, s'il avait su qui tu étais... Car, mon ami Lucien l'âne au poil si rude, pour les poètes et les littérateurs, les écrivains, les amateurs de belles histoires, tu es un point de référence, une sorte de primus (je ne dirai pas de "Premier", ce serait t'insulter – du moins de ces derniers temps)... Bref, il aurait été heureux de te connaître. D'ailleurs, si tu ne m'avais pas parlé la première fois, on ne se connaîtrait pas et surtout, on ne converserait pas ainsi de chansons. Quant à la chanson, elle a ceci d'extraordinaire – en plus d'être une excellente chanson, un très beau poème – d'être sans doute la première chanson antimilitariste ou mieux encore, antimilitaire de l'histoire de l'Italie. Quel métier en effet que militaire - la chanson de Piero dit exactement ceci :
« Quel vilain métier !
Tu crèves si tu y vas
Et, si tu tentes de fuir, tu es pendu. »
et Pier, Piero, Pietro... de conclure avec une grande intelligence de la chose :
« Celui qui estime qu'il y a de la gloire
À mourir d'un coup de pistolet ou d'estoc
Je le tiens pour un sot... »

Remarquable conclusion, que j'approuve entièrement, dit Lucien l'âne en riant. Hihan. Dommage qu'il ne soit plus là, je lui offrirais bien mon dos pour une petite promenade...

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane.
MAUDIT SOIT CELUI QUI A TROUVÉ L'ÉPÉE

Oh! Maudit soit celui qui a inventé l'épée
Et pire encore celui qui a inventé le fusil !
Que soient maudites les armes et les armuriers,
Et en particulier,
Ces sales bêtes de l'artillerie,
Qui font sursauter et massacrent.

Pourtant il se trouve des gens tellement fous
Qu'ils manigancent avec ces instruments
Et la paix trépasse !
C'est tellement mieux d'aller dans de lointains pays
Trouver quelqu'un qui te brise la tête
Et va à la guerre comme à une fête.

Flandre et Allemagne
Pays de Cocagne
Et finir là sa vie
Comme si on ne pouvait mourir ici.
Mais comme les fous sont toujours chanceux
Il n'est pas besoin d'aller si loin.

À présent il faut partir :
Ces Rolands seront satisfaits
Moi, je suis désespéré
Ennemi mortel de la milice
Je dois devenir soldat
Je dois étaler fièrement ma flemme

Je ne suis pas gêné de dire que je suis poltron
Il doit y avoir toutes sortes de personnes
Me dit un bel esprit
Qui s'en va-t-à la guerre
Pour chercher à grandir ainsi
Moi, j'y parviens par couardise

Moi qui n'incline pas à tant de grandeur
Je me contente de rester tout petit
Tout en étant si affligé,
Soudain voici un tambour, allemand,
Et il me dit : « Herr Soldat, lustig, fort in Krieg! »
Je lui réponds plus apeuré que jamais. Que le mal t'emporte!

À cette invite, il rajoute
Une tambourinade
Et si longue, que je crois encore l'entendre,
Regardez quelles trouvailles !
Pour faire d'un homme timide, un téméraire,
Il faut parler allemand et battre du tambour !

De plus, pour me donner du courage
Ils veulent que j'emporte avec moi un tas d'armes
Que j'attrape la rage, si je le peux !
Et puis, laissez-moi vous dire, je suis couard
Si je pouvais, je me couvrirais d'un rempart.
Celui qui estime qu'il y a de la gloire

À mourir d'un coup de pistolet ou d'estoc
Je le tiens pour un sot;
Et, fût-ce encore sage, moi, je ne veux pas d'histoires
Quant à me donner la mort, le ciel s'en chargera
Je veux crever tranquille et à mon aise !

Et puis, je ne peux pas comprendre pourquoi
Quelqu'un doit faire la querelle et le duel
Et, en s'épargnant,
Les faire faire à celui-ci ou celui-là

S'il ne tenait qu'à moi
J'estime que tuer les gens est une faute,
Je voudrais que celui qui a pissé, essuie.

On me prêche
Qu'il faut s'en prendre à l'ennemi;
Très bien, je l'ai compris.
Mais je n'ai d'inimitié vis-à-vis de personne.
Je suis en bonne entente et en confiance avec tous.
Pourquoi m'en prendrais-je à quelqu'un ? La conscience ?

Un tantinet de patience
Que je raille moi aussi, que, par ma foi
Con de..., corps de...
S'il me vient le caprice de faire de la viande,
J'en promets à qui je veux, à qui j'en donne.

Ô puissance du ciel, qu'est-ce que je ferai ?
Je jure que je mettrai
Sens dessus dessous la terre et le monde en pétard;
Si je m'en mêle, basta; mais... Je ne m'en mêle jamais.

Ah ! Que me sert le flegme,
Si demain on part,
Disent ces guerriers, pour servir Mars ?
Ô si toutes les tempéraments étaient comme le mien
Mars se passerait de serviteurs.

Pauvre de moi, si j'étais au moins cuirassé
Si je pouvais, comme beaucoup, de chaque chute
Accuser le cheval,
Ou, en me prétendant fatigué,
Obtenir Pégase des Muses;
C'est que, en ces temps coupables,
La littérature n'a pas d'espace
Apollon va à pieds et m'envoie à sa place.

Il me semble être ce grand oiseau magnifique.
Ainsi : je suis; je regarde et en l'air et je m'envole;
Les gens disent : « Serviteur, maître ! »
Et moi bien coi, je vais à mes affaires;
Je me ris de l'ennemi; il regarde et je glisse,
Et ne sachant si la chose est fausse ou certaine,
Il est en bas bouche bée
Et moi de rire tant, je me compisse.

Mais qu'est-ce que je raconte d'un cheval, je suis à pied !
Pour dire, m'en aller à pied ! Beau caprice !
Et c'est que je dois rester jour et nuit
En armure, comme un poulet dans un pâté !

Ô ciel, je te prie, je me trouve dans ce bourbier
Envoie-moi donc la goutte;
C'est peut-être une recette
Pour que je n'y aille pas ou au moins, j'y aille en voiturette.

Quel vilain métier !
Tu crèves si tu y vas
Et, si tu tentes de fuir, tu es pendu.
De sorte que, de toute manière,
Pour zigouiller un brave homme
Sans voler, le bourreau trouve la guerre.

Et j'aurai moins de gêne
D'être pendu par le cou;
Car il n'y a finalement qu'une seule peur
Mais voilà un qui m'appelle
Et qui m'ordonne de faire la sentinelle.

Ô mon étoile ennemie !
Je n'ai pas encore eu le temps de dire adieu à la dame,
Et je ne me console pas de savoir qu'à l'armée
On oublie chacun son aimée.
Il se pourrait que j'oublie les belles,
Mais pas vous, non pas vous, gourmandines !

envoyé par Marco Valdo M.I. - 18/4/2010 - 21:27


Senza parole, ci sarebbe da restare attaccati a questo sito per giorni di fila...l'unica volta che la mia prof di storia ha avuto ragione, perchè ne ha parlato lei in classe...davvero da restare sbalorditi per cosa avete saputo fare...

Alice, 17 anni, Verona - 27/3/2007 - 01:22


Sia maledetto chi ha trovato la spada, e siano benedetti tutti coloro che hanno costruito (e anche quelli che hanno trovato) questo sito. Sito che segnalerò ovunque mi sarà possibile. Complimenti ancora, e avanti così.

Gino Strada - 14/4/2005 - 02:41


Morta Teresa Sarti Strada

da Repubblica on line

Milano, è morta Teresa Sarti Strada, fondatrice e presidente di Emergency

Teresa Strada
Teresa Strada
L'annuncio sul sito Internet dell'associazione: "La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso il coraggio e la determinazione che rappresentano la verità della nostra azione in un'attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza"

È morta Teresa Sarti Strada, presidente di Emergency. La donna, malata da due anni, aveva 63 anni e insieme con il marito, Gino, aveva fondato 15 anni fa l'organizzazione che nel mondo si occupa delle vittime di guerra. Al capezzale, a Milano, accanto alla donna c'erano il marito Gino e la figlia Cecilia.

Ecco il comunicato su sito di Emergency: "Dopo avere insieme condiviso per quindici anni il tempo dell'amicizia, del rispetto per la vita e per la sofferenza di tutti, dopo il lungo tempo di affetto, di speranze di timore per la sua sorte personale, Emergency annuncia la morte della sua presidente Teresa Sarti Strada. Con la stessa apertura e con la stessa semplicità che aveva voluto per la vita di Emergency, Teresa ha accettato anche in questi suoi ultimi giorni la vicinanza di tutti coloro che hanno voluto esserle accanto. La serenità consapevole con la quale è andata incontro alla conclusione del suo tempo ha espresso il coraggio e la determinazione che rappresentano la verità della nostra azione in un'attività che ha dato senso alla sua e alla nostra esistenza. La dolcezza del ricordo coincide per noi con il rinnovo dello nostro impegno per la pace e per la solidarietà".

CCG/AWS Staff - 1/9/2009 - 21:34


La polizia afghana, con l'appoggio dell'International Security Assistance Force (ISAF), ha arrestato nell'ospedale di Lashkar Gah alcuni volontari di Emergency con l'accusa di terrorismo. Tre di loro sono italiani.
Karzai, le forze d'occupazione internazionali e pure il governo italiano - considerate le dichiarazioni che Frattini e la Russa fanno alla stampa - stanno cercando con tutti i mezzi, anche i più biechi, di far fuori Emergency dall'Afghanistan soltanto perchè è un testimone scomodo di questa sporca guerra...

VERGOGNA!

Questo il comunicato stampa di Emergency:

10/04/10 - Tre operatori di Emergency prelevati all'ospedale di Lashkar-gah

Milano, 10 aprile.
Oggi pomeriggio uomini della polizia e dei servizi segreti afgani hanno fatto irruzione nel Centro chirurgico di Emergency a Lashkar-gah, nella provincia meridionale di Helmand. Tre dei nostri operatori, cittadini italiani, sono stati prelevati attorno alle 16.30, ora afgana.
Non siamo finora riusciti ad avere un contatto telefonico con loro. Nell’unico contatto avuto con uno dei cellulari in uso ai nostri operatori ha risposto una persona che si è qualificata come ufficiale delle forze armate britanniche e che ha detto che gli italiani stavano bene ma che - al momento - non si poteva parlare con loro.
Altri cinque dei nostri operatori, tra cui quattro italiani e un indiano, sono al momento nell’abitazione dello staff internazionale e sono in costante contatto telefonico con il nostro staff a Milano.
Né le autorità afgane né rappresentanti della coalizione internazionale si sono messe in contatto con noi per spiegarci le ragioni di questo prelevamento.
Abbiamo appreso da un lancio di agenzia dell’Associated Press che alcune persone, tra cui cittadini afgani e “due medici italiani”, sarebbero state arrestate con l’accusa di avere complottato per uccidere il governatore della provincia di Helmand.
L’accusa ci sembra francamente ridicola e siamo assolutamente certi che la verità verrà presto accertata.
Fermo restante la libertà del governo afgano, delle forze di polizia afgane e dei servizi di sicurezza di svolgere tutte le indagini del caso, chiediamo l’assoluto rispetto dei diritti dei nostri operatori, locali e internazionali. Si tratta di persone che da anni lavorano, per assicurare cure alla popolazione afgana. Chiediamo pertanto di rispettare i loro diritti, per primo il diritto di comunicare con noi e farci sapere dove si trovano e come stanno.

Emergency è presente in Afganistan dal 1999 con tre centri chirurgici, un centro di maternità, una rete di 28 centri sanitari.
A Lashkar-gah, Emergency è presente dal 2004 con un centro chirurgico per vittime di guerra, che in questi anni ha curato oltre 66mila persone.

dal Sito di emergency

Qui un articolo da La Repubblica

Qui per firmare l'appello in favore di Emergency:
http://www.emergency.it/



Alessandro - 12/4/2010 - 08:27


2 milioni di euro al giorno per questa guerra "sporca" !!

Sandro - 14/4/2010 - 08:45


Nos ad mala nostra vertimus in saevas quod dedit ille feras. Tibullo non era animalista.

Gian Piero Testa - 14/4/2010 - 09:16


Curiamo tutti, non taceremo mai di fronte agli orrori della guerra
di Gino Strada
da Repubblica

gino stradaCaro direttore, si introducono - direttamente o con la complicità di qualcuno che vi lavora - alcune armi in un ospedale, poi si dà il via all'operazione... Truppe afgane e inglesi circondano il Centro chirurgico di Emergency a Lashkargah, poi vi entrano mitragliatori in pugno e si recano dove sanno di trovare le armi. A quanto ci risulta, nessun altro luogo viene perquisito. Si va diritti in un magazzino, non c'è neppure bisogno di controllare le centinaia di scatole sugli scaffali, le due con dentro le armi sono già pronte - ma che sorpresa! - sul pavimento in mezzo al locale. Una telecamera e il gioco è fatto.

Si arrestano tre italiani - un chirurgo, un infermiere e un logista, gli unici internazionali presenti in quel momento in ospedale - e sei afgani e li si sbatte nelle celle dei Servizi di Sicurezza, le cui violazioni dei diritti umani sono già state ben documentate da Amnesty International e Human Rights Watch.

Anche le case di Emergency vengono circondate e perquisite. Alle cinque persone presenti - tra i quali altri quattro italiani - viene vietato di uscire dalle proprie abitazioni. L'ospedale viene militarmente occupato.

Le accuse: "Preparavano un complotto per assassinare il governatore, hanno perfino ricevuto mezzo milione di dollari per compiere l'attentato". A dirlo non è un magistrato né la polizia: è semplicemente il portavoce del governatore stesso.

Neanche un demente potrebbe credere a una simile accusa: e perché mai dovrebbero farlo? La maggior parte dei razzi e delle bombe a Lashkargah hanno come obiettivo il palazzo del governatore: chi sarebbe così cretino da pagare mezzo milione di dollari per un attentato visto che ogni giorno c'è chi cerca già di compierlo gratuitamente?


Questa montatura è destinata a crollare, nonostante la complicità di pochi mediocri - che vergogna per il nostro Paese! - che cercano di tenerla in piedi con insinuazioni e calunnie, con il tentativo di screditare Emergency, il suo lavoro e il suo personale.

Perché si aggredisce, perché si dichiara guerra a un ospedale? Emergency e il suo ospedale sono accusati di curare anche i talebani, il nemico. Ma non hanno per anni sbraitato, i politici di ogni colore, che l'Italia è in Afghanistan per una missione di pace? Si possono avere nemici in missione di pace?

In ogni caso l'accusa è vera. Anzi, noi tutti di Emergency rendiamo piena confessione. Una confessione vera, questa, non come la "confessione choc" del personale di Emergency che è finita nei titoli del giornalismo nostrano.

Noi curiamo anche i talebani. Certo, e nel farlo teniamo fede ai principi etici della professione medica, e rispettiamo i trattati e le convenzioni internazionali in materia di assistenza ai feriti. Li curiamo, innanzitutto, per la nostra coscienza morale di esseri umani che si rifiutano di uccidere o di lasciar morire altri esseri umani. Curiamo i talebani come abbiamo curato e curiamo i mujaheddin, i poliziotti e i soldati afgani, gli sciiti e i sunniti, i bianchi e i neri, i maschi e le femmine. Curiamo soprattutto i civili afgani, che sono la grande maggioranza delle vittime di quella guerra.Curiamo chi ha bisogno, e crediamo che chi ha bisogno abbia il diritto ad essere curato.

Crediamo che anche il più crudele dei terroristi abbia diritti umani - quelli che gli appartengono per il solo fatto di essere nato - e che questi diritti vadano rispettati. Essere curati è un diritto fondamentale, sancito nei più importanti documenti della cultura sociale, se si vuole della "Politica", dell'ultimo secolo. E noi di Emergency lo rispettiamo. Ci dichiariamo orgogliosamente "colpevoli".
Curiamo tutti. In Afghanistan lo abbiamo fatto milioni di volte. Nell'ospedale di Lashkargah lo abbiamo fatto sessantaseimila volte. Senza chiedere, di fronte a un ferito nel pronto soccorso, "Stai con Karzai o con il mullah Omar?". Tantomeno lo abbiamo chiesto ai tantissimi bambini che abbiamo visto in questi anni colpiti da mine e bombe, da razzi e pallottole. Nel 2009 il 41 percento dei feriti ricoverati nell'ospedale di Emergency a Lashkargah aveva meno di 14 anni. Bambini. Ne abbiamo raccontato le storie e mostrato i volti, le immagini vere della guerra, la sua verità.

"Emergency fa politica", è l'altra accusa che singolarmente ci rivolgono i politici. In realtà vorrebbero solo che noi stessimo zitti, che non facessimo vedere quei volti e quei corpi martoriati. "Curateli e basta, non fate politica". Chi lo sostiene ha una idea molto rozza della politica.

No, noi ci rifiutiamo di stare zitti e di nascondere quelle immagini. Da tempo la Nato sta compiendo quella che definisce "la più importante campagna militare da decenni": la prima vittima è stata l'informazione. Sono rarissimi i giornalisti che stanno informando i cittadini del mondo su che cosa succede nella regione di Helmand. I giornalisti veri sono scomodi, come l'ospedale di Emergency, che è stato a lungo l'unico "testimone" occidentale a poter vedere "gli orrori della guerra". Non staremo zitti.

Emergency ha una idea alta della politica, la pensa come il tentativo di trovare un modo di stare insieme, di essere comunità. Di trovare un modo per convivere, pur restando tutti diversi, evitando di ucciderci a vicenda. Emergency è dentro questo tentativo. Noi crediamo che l'uso della violenza generi di per sé altra violenza, crediamo che solo cervelli gravemente insufficienti possano amare, desiderare, inneggiare alla guerra. Non crediamo alla guerra come strumento, è orribile, e mostruosamente stupido il pensare che possa funzionare. Ricordiamo "la guerra per far finire tutte le guerre" del presidente americano Wilson? Era il 1916. E come si può pensare di far finire le guerre se si continua a farle? L'ultima guerra potrà essere, semmai, una già conclusa, non una ancora in corso.
La risposta di Emergency è semplice. Abbiamo imparato da Albert Einstein che la guerra non si può abbellire, renderla meno brutale: "La guerra non si può umanizzare, si può solo abolire". Nella nostra idea di politica, e nella nostra coscienza di cittadini, non c'è spazio per la guerra. La abbiamo esclusa dal nostro orizzonte mentale. Ripudiamo la guerra e ne vorremmo la abolizione, come fu abolita la schiavitù.

Utopia? No, siamo convinti che la abolizione della guerra sia un progetto politico da realizzare, e con grande urgenza. Per questo non possiamo tacere di fronte alla guerra, a qualsiasi guerra. Di proporre quel progetto, siamo colpevoli.

Ecco, vi abbiamo fornito le risposte. E adesso? Un pistoiese definì il lavoro di Emergency "ramoscello d'ulivo in bocca e peperoncino nel culo". Adesso è ora che chi "di dovere" lavori in quel modo, e tiri fuori "i nostri ragazzi". Può farlo, bene e in fretta. Glielo ricorderemo sabato pomeriggio, dalle due e mezza, in piazza Navona a Roma.

CCG/AWS Staff - 15/4/2010 - 08:40


Per fortuna li hanno liberati tutti e tre. Tutte le accuse sono cadute. Starebbero già rientrando in Italia con un volo di Stato...

Bene.

Ma stamattina al GR2 hanno anche detto che la "contropartita" sarebbe stata la chiusura dell'ospedale di Emergency a Lashkar-gah...

Prima considerazione: l'arresto dei tre operatori di Emergency è stata una vera e propria intimidazione in stile mafioso, ordita dal governo afghano con l'appoggio delle forze internazionali, visto che ad arrestarli c'erano anche soldati con le insegne dell'ISAF... Se c'era bisogno di una conferma, l'obiettivo era proprio quello di far fuori Emergency da quella zona perchè, evidentemente, prevedono che lì si terrà prossimamente un'offensiva di vaste proporzioni e non vogliono testimoni scomodi od occidentali la cui incolumità possa essere messa in pericolo... Tutti quanti - governo italiano compreso - hanno messo su tutto questo teatrino solo perchè non potevano semplicemente chiudere un ospedale di guerra in zona di guerra...

Hanno preso in ostaggio tre persone, tre cittadini italiani, tre di noi (migliori di me, senza dubbio, che me ne sto a casina al calduccio), li hanno sequestrati e hanno inventato contro di loro accuse terribili con l'unico obiettivo di chiudere i nostri occhi che, attraverso quelli di Emergency, avrebbero potuto vedere che cosa si sta preparando in quell'area dell'Afghanistan...

Seconda considerazione: l'altra contropartita è sicuramente il "volo di Stato"... Il nostro Frattini e il governo italiano vorrebbero farsi passare per grandi mediatori, grandi diplomatici e liberatori dei nostri, mentre è del tutto evidente che l'intera vicenda è stata tutta gestita con il consenso del governo italiano...

Per ora Gino Strada e i suoi hanno dovuto inghiottire il boccone avvelenato, perchè la priorità era certo portare a casa i tre collaboratori... Credo però che Gino - che tutti rispettiamo per il suo lavoro ma anche per la sua schiettezza - appena potrà, dirà la verità su quanto è successo.

Resta il fatto che il lavoro di Emergency è così importante e, al tempo stesso, così scomodo che ai Potenti non restano altro che le menzogne, le intimidazioni e i ricatti mafiosi per indurre Gino Strada e i suoi a smettere...

Ma loro non smetteranno.

Alessandro - 19/4/2010 - 08:00


Marco Garatti, Matteo Dell'Aira e Matteo Pagani, i tre di Emergency appena liberati, hanno rifiutato il rientro in Italia a bordo di un aereo messo a disposizione dal governo italiano... il sottosegretario alla Difesa, tal Guido Crosetto, pare che si sia incazzato molto...

Alessandro - 19/4/2010 - 11:58


Ridda di smentite delle conferme e di conferme delle smentite... meglio aspettare il rientro e qualche dichiarazione ufficiale.
Comunque il "sequestro" è finito e sono liberi, e questo è ciò che conta, ora.

Alessandro - 19/4/2010 - 15:03


Stamattina alla radio Cecilia Strada ha detto che non c'era nessun aereo di stato, e che quindi hanno preso il primo aereo di linea disponibile (idem l'ambasciatore italiano, che non mi pare essere un noto sovversivo...)

daniela -k.d.- - 20/4/2010 - 13:55


"Non ho parole. Si commenta da solo il fatto che i tre cittadini italiani si rifiutino di salire su un mezzo che e' stato messo a loro disposizione da quello stesso Stato che li ha fatti tornare liberi". E' il commento del sottosegretario alla difesa Guido Crosetto, al rifiuto da parte dei tre volontari di Emergency di rientrare in Italia con un volo di stato.
(AGI) - Herat (Afghanistan), 19 apr

Questa è il contenuto di un lancio di agenzia di ieri... e Guido Crosetto, il "gigante di Marene", non è uno che parla a vanvera... andate a vedere la sua scheda su Wikipedia! Non mi era mai capitato di vedere una pagina così sulla Wiki!

Comunque - ripeto - aspetterei un comunicato ufficiale di Emergency dopo il rientro dei tre...
E' chiaro comunque che l'intera faccenda "puzza come i miei pannolini sporchi", direbbe Baby Herman...

Alessandro - 20/4/2010 - 14:32


Come è noto, niente mai viene lasciato abbandonato in questo sito. Così, proprio nei giorni dove si raggiunge la canzone n° 20000, si torna indietro a una delle primissime per qualche interessante e necessario aggiornamento. Sia maledetto chi a trovato la spada appartiene addirittura alla preistoria delle CCG; è la canzone n° 6 e fa parte non soltanto della "raccolta primitiva" sui newsgroup e sulle mailing list, ma anche del suo primissimo giorno: l'11 gennaio 2003. Si potrà capire a quale oramai remoto periodo del sito stiamo tornando, talmente remoto che ancora non esisteva (per questo è giusto parlare di "preistoria"; ricordiamo che la raccolta delle prime canzoni contro la guerra avvenne prima della grande manifestazione planetaria contro la guerra in Iraq, che si svolse il 15 febbraio 2003). Conoscevo questo testo fin dagli anni '70, quando lo lessi nel volume "Chi cerca trova" del folklorista fiorentino Riccardo Marasco, e mi venne assolutamente naturale di "rimetterlo in circolo"; sono assolutamente certo che il mio inserimento sia stato il primo in assoluto in Rete che questo antichissimo testo ha avuto. Per dieci anni e mezzo è restato qui senza nessuna notizia biografica riguardo al suo autore; proprio nei giorni della ventimilesima canzone, ne ho trovati ben due. Il primo l'ho inserito nella biografia (e ripetuto nell'introduzione); ancor più corposo quello proveniente dal volume Il barocco letterario in Italia: Barocco in prosa e poesia di Giovanni Getto, dove pure si cita un estratto di questa composizione. Da qui viene situata meglio la figura di Piero (o Pier) Salvetti, il secentista fiorentino autore di questi versi. Nil intemptatum relinquere.

Riccardo Venturi - 19/10/2013 - 21:51


daniela -k.d.- - 13/8/2021 - 15:07


"Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra."
Gino Strada, 18 novembre 2006


ginostra

Riccardo Venturi - 13/8/2021 - 16:59




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