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Al fonte, al prato

Giulio Caccini
Langue: italien



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[1614]
Musica di messer Giulio Caccini romano
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Aria a una voce
Le nuove musiche e nuova maniera di scriverle (Firenze 1614)

caccPer decreto emesso da Gaspardo della Notte, ovvero che sia Gaspard de la Nuyt, in data del XIX. del mese di Maggio dell'anno del Non-Signore MMXVI, la freschetta e leggiadra canzone la qual messer Giulio Caccini romano ancorché Fiorentino fattosi compose nell'anno MDCXIV è dichiarata principal canzone avversa ad onne tipo di Guerra &. Conflicto per sva stessa Natura e complessione addimente risplende vaga Luna ammezzata e si perfonde nell'Aere il profumo de li Gelsomini fioriti.

Et ella è canzone, cotesta, la quale exalta &. perfonde il Sonno di dolce satisfactione in una bella giornata della State, allietata da'l canto della Cicaletta, senza nulla fare e senza ancor più nulla pensare, abbandonandosi alla Lietezza del momento e rifvggendo onne cura del tristo mondo odendo nient'altro che'l canto de gli augelli che concilia 'l ronfare revolutionario, ché se l'Vmanitade tucta si dedicasse a'l Sonno e a'l Sogno, le medesme structure e le Fondamenta del Systema di brutal Lavoro &. Fatica averebbero a barare (*) da le lor barbe.

Ah! Crudel affanno de li tempi andati e de li presenti! Luna che riluci nel cielo, infondi saviezza e annunzia 'l sole munifico e foriero di molliente assopirsi ne'l Caldo di State sempiterna! E con le note di messer Giulio, da lungo tempo cognite che soave compagnia mi fecero pe'l cammino nocturno in rii e dolorosi tempi d'un avvenir che nel passato si sarà per mia soverchia Eternitade temprato nel chiarore d'un presente convoluto allo sdegnoso Rifivto di morte orrendamente trista, io consegno alla Libertade et all'Amore questo canto mentre la Notte, compagna e sorella, ordisce la Luce più clara &. sibilla.

(*)Crollare, rovinare.
Al fonte, al prato,
al boscho, a l'ombra
al fresco fiato
che'l caldo sgombra
pastor correte,
ciascun c'ha sete,
ciascun ch'è stanco
ripos'il fianco,
ciascun ch'è stanco
ripos'il fianco.

Fugga la noia,
fugga il dolore,
sol riso e gioia,
sol caro amore
nosco soggiorni,
ne' lieti giorni
non s'odan mai
querele o lai,
non s'odan mai
querele o lai.

Ma dolce canto
di vaghi augelli
pel verde manto
de gli arbuscelli,
risuoni sempre
con nuove tempre,
mentre ch'a l'onde
eco risponde,
mentre ch'a l'onde
eco risponde.

E mentre alletta
quanto più puote
la cicaletta
con rozze note,
il sonno dolce
ch'il caldo molce,
e noi pian piano
con lei cantiamo,
e noi pian piano
con lei cantiamo.

envoyé par Gaspard de la Nuit - 19/5/2016 - 01:14




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