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Marcia d’ prinse Tomà

anonyme
Langue: italien (Piemontese)


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[intorno al 1639]
Canzone di anonimo autore piemontese, raccolta da Costantino Nigra (1828-1907), filologo, poeta, diplomatico e uomo politico, nella sua raccolta “Canti popolari del Piemonte” pubblicata nel 1888.

Il principe Tommaso Francesco di Savoia Carignano. Ritratto di Antoon van Dyck.
Il principe Tommaso Francesco di Savoia Carignano. Ritratto di Antoon van Dyck.


La marcia su Torino del principe Tommaso ricorda una delle più tristi epoche della storia del Piemonte, quella della guerra civile scatenatasi tra il 1639 ed il 1642, a margine e nell’ultima fase della Guerra dei Trent’anni, tra la duchessa Cristina di Borbone (detta “Madama Reale”, perché sorella di Luigi XIII di Francia e perché reggente di Savoia alla morte del marito Vittorio Amedeo I), filo-francese, e i suoi due cognati Tommaso Francesco e Maurizio di Savoia, filo-spagnoli.
Si trattò di una guerra dinastica, come tante all’epoca, in cui nobiltà, clero e alta borghesia si divisero tra "principisti", sostenitori di Tommaso, e "madamisti", partigiani di Cristina e della Francia… Dopo tre anni di massacri, i litiganti si accordarono sulla spartizione del potere e, anzi, il principe Tommaso fu nominato generalissimo delle armate francesi in Italia.
Il popolo – che in questa canzone irride uno dei due contendenti – al solito ricoprì la parte della carne da macello e da cannone.
Prinse Tomà ven da Milan
Cun na brigada dë scaussacan
Scaussavo d’ sà, scaussavo d’ là
Viva la brigada d’ prinse Tomà!

Prinse Tomà ven da Versei
Cun na brigada d’ spacciafurnei
Spaciavo d’ sà, spaciavo d’ là.
Viva la brigada d’ prinse Tomà!

Prinse Tomà ven da Civass
Cun na brigada dë sćiapasass.
Sćiapavo d’ sà, sćiapavo d’ là.
Viva la brigada d’ prinse Tomà!

Prinse Tomà ven da Brandis
Cun na brigada d’ ramassamniss.
Ramasso d’ sà, ramasso d’ là
Viva la brigada d’ prinse Tomà!

Prinsi Tomà rüva a Türin,
Cun na brigada d’ spaciacamin.
Spaciavo d’ sà, spaciavo d’ là.
Viva la brigada d’ prinse Tomà!
Nota

L’antica canzone ha ovviamente alcune varianti, dagli “scanagat” ai “birichin” al posto di “scaussacan” e “spaciacamin”, e anche il ritornello poteva suonare così: “Sensa crédit, pien di débit, Viva la fácia d’ prinsi Tomà”…

envoyé par Bernart Bartleby - 7/4/2015 - 14:55




Langue: italien

Traduzione italiana da “Canti popolari del Piemonte” di Costantino Nigra
LA MARCIA DEL PRINCIPE TOMMASO

II principe Tommaso vien da Milano
con una brigata di scalzacani
Scalzavano di qua, scalzavano di là
Viva la brigata del principe Tommaso!

Principe Tommaso vien da Vercelli
con una brigata di spazzacamini
Spazzavano di qua, spazzavano di là.
Viva la brigata del principe Tommaso!

Principe Tommaso vien da Chivasso
con una brigata di spaccapietre.
Spaccavano di qua, spaccavano di là.
Viva la brigata del principe Tommaso!

Principe Tommaso vien da Brandizzo
con una brigata di spazzini
Spazzano di qua, spazzano di là.
Viva la brigata del principe Tommaso!

Principe Tommaso arriva a Torino,
con una brigata di spazzacamini
Spazzavano di qua, spazzavano di là.
Viva la brigata del principe Tommaso!

envoyé par Bernart Bartleby - 7/4/2015 - 14:56




Langue: français

Version française – MARCHE DU PRINCE THOMAS - Marco Valdo M.I. – 2015
Chanson piémontaise (italienne) – Marcia d’ prinse Tomà – anonyme - Vers 1639.

Chanson d'un auteur piémontais anonyme, recueillie par Costantino Nigra (1828-1907), philologue, poète, diplomate et homme politique, dans son recueil « Chansons populaires du Piémont » publié en 1888.

La marche sur Turin du prince Thomas rappelle une des plus tristes époques de l'histoire du Piémont, celle de la guerre civile qui s'est déchaînée entre 1639 et 1642, en marge et dans la dernière phase de la Guerre de Trente ans, entre la duchesse Christine de Bourbon (dite « Madama Reale » (Madame Royale), car sœur de Louis XIII de France et régente de Savoie à la mort de son mari Vittorio Amedeo I), pro-français, et ses deux beaux-frère Thomas François et Maurice de Savoie, pro-espagnols.
Il s'agit d'une guerre dynastique, comme beaucoup à l'époque, où les nobles, le clergé et la grande bourgeoisie se divisèrent entre les « principisti », partisans de Thomas, et les « madamisti », partisans de Christine et de la France… Après trois ans de massacres, les adversaires s'accordèrent sur le partage du pouvoir et, même, le prince Thomas fut nommé généralissime des armées françaises en Italie.
Le peuple – qui dans cette chanson brocarde un des deux rivaux – comme à l'habitude hérita de la part de la chair à canon.
MARCHE DU PRINCE THOMAS

Le prince Thomas vient de Milan
Avec une brigade de brigands
Ils saccagent ici, ils saccagent là
Vive la brigade du prince Thomas !

Le prince Thomas vient de Vercelli
Avec une brigade de ramoneurs
Ils ramonent ici, ils ramonent là.
Vive la brigade du prince Thomas !

Le prince Thomas vient de Chivasso
Avec une brigade de casseurs de cailloux.
Ils cassent ici, ils cassent là.
Vive la brigade du prince Thomas !

Le prince Thomas vient de Brandizzo
Avec une brigade de balayeurs
Ils balayent ici, ils balayent là.
Vive la brigade du prince Thomas !

Le prince Thomas arrive à Turin,
Avec une brigade de ramoneurs
Ils ramonent ici, ils ramonent là.
Vive la brigade du prince Thomas !

envoyé par Marco Valdo M.I. - 7/4/2015 - 22:40


Trovo che "ramassamniss" - letteralmente "raccoglimmondizia" - sia un termine piemontese bellirrimo...

B.B. - 7/4/2015 - 17:40


Stupendo, e testimonia della strettissima parentela tra il piemontese e l'egiziano antico; il faraone Ramses e il faraone Ramassamniss dovevano essere discendenti. Non per niente Torino è famosa per il museo egizio. Ora vo subito a vedere sul Gardiner come si scrive "Ramassamniss" in caratteri geroglifici... Saluzzi!

Il Gardiner. (Frontespizio)
Il Gardiner. (Frontespizio)


Il Gardiner (Esercizio di traduzione dal geroglifico della XVII dinastia all'inglese)
Il Gardiner (Esercizio di traduzione dal geroglifico della XVII dinastia all'inglese)

Riccardo Venturi - 7/4/2015 - 19:56


E tanto che ho nominato il Gardiner, mi sia permesso anche un breve ricordo di chi, molti anni fa, me lo ha regalato. Anche perché è una storia che, in un certo senso, riguarda anche direttamente questo sito e che non credo sappia nemmeno il Webmaster. Si va proprio nell'antico Egitto di questo sito, per così dire.

Si faceva chiamare, in rete, "Gåtto Fieschi" (con la "å", mai saputo perché). Frequentava il newsgroup di De André, che ha contribuito a far nascere le CCG; con tutta probabilità, anche se dovrei controllare sui files originari del 2003, due o tre delle "CCG primitive" le ha contribuite pure lui.

Come succedeva in quegli anni (1998-2002) ci si vedeva abbastanza spesso, in quei newsgroup. Il Gåtto Fieschi era un personaggio d'altri tempi, e credo che -per diversi motivi- lui e il Testa si sarebbero innamorati. Era un genovese già anziano, signorile e di salute malferma, sposato con una donna bellissima e molto più giovane (vivevano in una casa meravigliosa a Vezzano Ligure). Genovese sì, ma nato a Istanbul dalla parte greca. Sua madre gestiva una scuola di belle maniere per signorine di buona famiglia, a Galata; unica lingua ammessa, il francese. Un Bizantino. Parlava tre lingue: il genovese stretto, il greco e il turco. Pieno di soldi e di una generosità unica.

Conservatore di vecchio stampo, ma alla genovese e alla levantina; vale a dire, con quei frammenti di anarchia più liberi di parecchi anarchici cosiddetti. Un folle, ma di quei folli di cui si sente la mancanza, e parecchio. E stupefacente bevitore. Una volta andai a trovarlo con la mia ex moglie, a Vezzano Ligure. Al ritorno, la macchina diede forfait; lui non fece storie, prese le chiavi della sua Golf (targata Torino) e mi disse di tenerla quanto mi pareva e mi serviva. Al momento di partire mi regalò pure il Gardiner, che costava all'epoca circa 1 milione e mezzo di lire. "Me lo sono ritrovato in casa, io non ci capisco nulla, tu sì." Poche parole precise e ecco come ho avuto quel libro, la "bibbia" della lingua egiziana antica, che mai mi sarei potuto permettere.

Il Gåtto Fieschi è morto alcuni anni fa. Chissà che in qualche recesso del Nulla non si incontri col Testa; la lingua in cui parlare ce l'hanno, e qualcuno che li ricorda, pure.

Riccardo Venturi - 7/4/2015 - 20:35


Viva il Gåtto Fieschi e il Testa, che spero anch'io intenti in lieti conversari con una buona bottiglia davanti.

Fra l'altro il battesimo di Gian Piero lo ricevetti proprio su di un contributo in piemontese, il Passapòrt dj'aristocrat di Edoardo Ignazio Calvo. E' proprio lì che, grazie a GPT, mi ritrovai Bartleby da Bartolomeo che ero...

Salüsse!

Bernart Bartleby - 7/4/2015 - 22:33


Sono cascato su questa pagina (o forse ci sono salito, dipende dove si trova la pagina rispetto al livello del mare) facendo una ricerca in rete del Gattone.

Ho letto le parole stupende di Venturi, e credo che da lassù (o da laggiù, chi può dirlo?) Eddy sia orgoglioso di conoscere la stima che Riccardo dimostra con le sue parole.

Confermo assolutamente la generosità di Eddy e combinazione quella Golf bianca targata Torino la prestò anche a me per ritornare a Genova una notte che la mia non ne voleva sapere di ripartire.

Comunque Riccardo, sappi che anche tu godevi di grandissima stima e non era raro che uscisse un discorso che ti riguardava quelle volte che ci ritrovavamo davanti ad una bottiglia di whisky a "ciattellare" sulle persone conosciute tramite usenet.

Chiudo con un piccolissimo appunto: Eddy oltre alle lingue che hai citato, parlava fluentemente il francese ed amava canticchiare, quando si giungeva all'ultimo stadio alcoolico, pezzi di Brel o Brassens.

Un salutone.

Beppe.

Beppe Bello - 12/2/2016 - 11:32


Carissimo Beppe, prima di tutto un immenso piacere nel ritrovarti. Io ho una specie di religione del ritrovarsi così, anche a distanza di chissà quant'anni, senza "Facebook" e altre diavolerie che non mi sono mai attenute.

Il Gåttone, credimi, ce l'ho sempre nella testa e nel cuore, e quel che scrissi circa un anno fa mi venne veramente dal profondo. Non so se esista un "lassù", come sai non sono uno molto propenso al soprannaturale; anche perché, a mio parere, esiste una cosa ben più autentica, che si chiama: Memoria.

Mi fa piacere venire a sapere che ero ricordato davanti a una bottiglia di whisky; potrebbe essere un ottimo modo per essere ricordati. Essere distillati, gradirei essere trasformato in Talisker se possibile da bere come facevo al vecchio "Loch Ness" di Livorno, assieme alla birra Kwak nel bicchiere a clessidra.

Alla salute del Gåttone, tua, mia, nostra, e anche di quel Gian Piero Testa che non hai conosciuto ma che è della stessa nostra razzaccia senza tempo.

Il me rappelle un peu l'éternel estivant
qui fait du pédalo sur la vague en rêvant,
qui passe sa mort en vacance.

Riccardo Venturi - 12/2/2016 - 12:27




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