Ninna nanna, il mio ciocione,
ché di pane non ce n'è un boccone.
Né del crudo e né del cotto,
né del macinato troppo.
Il mugnaio non è venuto,
lo potesse mangiare i' lupo,
i' lupo e la lupaia,
gli venisse l'anguinaia. (*)
Anguinaia l'è mala cosa,
e più in su ci sta una sposa.
E più giù ce ne sta un'altra,
una la fila e una l'annaspa.
Una fa il cappellino di paglia
pe' portallo alla battaglia.
La battaglia e i' battaglino
dettero foco a Barberino.
Barberino, corri, corri,
dette foco a quelle torri.
Una torre la si spezzò,
i' bambino s'addormentò.
Una torre la si spezzò,
i' bambino s'addormentò.
ché di pane non ce n'è un boccone.
Né del crudo e né del cotto,
né del macinato troppo.
Il mugnaio non è venuto,
lo potesse mangiare i' lupo,
i' lupo e la lupaia,
gli venisse l'anguinaia. (*)
Anguinaia l'è mala cosa,
e più in su ci sta una sposa.
E più giù ce ne sta un'altra,
una la fila e una l'annaspa.
Una fa il cappellino di paglia
pe' portallo alla battaglia.
La battaglia e i' battaglino
dettero foco a Barberino.
Barberino, corri, corri,
dette foco a quelle torri.
Una torre la si spezzò,
i' bambino s'addormentò.
Una torre la si spezzò,
i' bambino s'addormentò.
Nota al testo
(*) Anguinaia, propriamente "Inguine" (< lat. *anguinalia), e, per traslato, "male all'inguine".
(*) Anguinaia, propriamente "Inguine" (< lat. *anguinalia), e, per traslato, "male all'inguine".
envoyé par Riccardo Venturi - 18/5/2005 - 09:02
Langue: anglais
Versione inglese di Riccardo Venturi
18 maggio 2005
18 maggio 2005
LULLABY OF BARBERINO
Lully lully my little lamb
there's not a bit of bread,
neither raw, nor well baked,
nor yet too finely ground.
And the miller has not come,
may the wolf eat him up,
the wolf and a pack of wolves,
may he feel pain in his groin.
Groin pain is too bad a thing
and uphill there's a bride.
And downhill there's another,
The one's spinning, the other's reeling.
One is making a straw hat
to bring it in the battle.
And in this battle
Barberino was set on fire.
Barberino oh run oh run,
all its towers were set on fire
one tower was broken in two,
and the baby got asleep.
One tower was broken in two,
and the baby got asleep.
Lully lully my little lamb
there's not a bit of bread,
neither raw, nor well baked,
nor yet too finely ground.
And the miller has not come,
may the wolf eat him up,
the wolf and a pack of wolves,
may he feel pain in his groin.
Groin pain is too bad a thing
and uphill there's a bride.
And downhill there's another,
The one's spinning, the other's reeling.
One is making a straw hat
to bring it in the battle.
And in this battle
Barberino was set on fire.
Barberino oh run oh run,
all its towers were set on fire
one tower was broken in two,
and the baby got asleep.
One tower was broken in two,
and the baby got asleep.
×
Una ninna-nanna, ma con una storia complessa ed emozionante (almeno per chi ama le tradizioni popolari della propria e di altre terre). La riduzione a ninna-nanna (o comunque a canzone genericamente "per bambini", a filastrocca, ecc.) è tipicissima della limatura operata dalla tradizione orale rurale su testi nati per narrare dei fatti assai differenti, spesso con l'innesto di tratti che non è errato definire mitologici e che si rifanno a tradizioni già spente da millenni, ma tramandate di bocca in bocca perdendo i connotati originari ma mantenendo, per così dire, una flebile e celata eco.
E' il caso della "Ninna nanna di Barberino", in cui, ad un certo punto, come si vedrà dal testo, ci sono le "tre spose" (una delle quali fila, l'altra che annaspa e la terza che confeziona un cappello) che "nascondono" chiaramente il mito delle tre Parche, di origine probabilmente preindoeuropea e che ben trova posto in un componimento che doveva essere, in origine, una canzone che narrava un tragico fatto di guerra.
La nozione di "canzone più antica" è chiaramente labile in una canzone popolare. Nessuno la ha "scritta" e la sua attestazione è molto più tarda dei fatti che vi sono narrati o di cui vi si trova eco. Ma, nella fattispecie, nella canzone si fa menzione ad una "battaglia" tra Barberino val d'Elsa e San Gimignano (la città delle torri) che ci riporta a tempi veramente lontanissimi: la guerra tra i due comuni è infatti narrata in cronache del XII secolo ed è situata dagli storici precisamente all'estate del 1114.
Durante questa guerra, condotta come spesso accade a fasi alterne e senza un vero "vincitore", le cronache parlano specificamente del fatto che i barberinesi sarebbero penetrati in San Gimignano abbattendo alcune delle torri di cui quelle attuali, e per le quali San Gimignano è famosa nel mondo, sono solo pochi rimasugli. La menzione esatta di questo fatto nella canzone ci parla quindi della sua vera origine.
La "limatura popolare" è un fatto troppo complesso per poterne parlare troppo a lungo qui dentro; una cosa che, diciamo, potrebbe davvero paragonarsi alla levigazione dei cocci di bottiglia sciabordati dalle onde del mare. A chi volesse saperne comunque di più, rimando al mio sito sulle ballate popolari anglosassoni, ed in particolare al saggio introduttivo.
E' quindi con deferenza e un po' di pelle d'oca che vado a trascrivere il testo di questa "ava", o relitto che sia, delle tradizioni toscane. Ancora viva, lo ricordo, alla fine degli anni '60 del XX secolo se una raccoglitrice brava e appassionata ha potuto ascoltarla dalla viva voce di una vecchia barberinese, forse il capolinea di una tradizione millenaria morente trasformata in una ninnananna dolcissima e dalla musica straordinaria.
Ma una ninna nanna dalla quale traspare la sua origine storica: la guerra, la fame e la povertà, ("e di pane non ce n'è un boccone"), la distruzione ("Barberino, corri corri, dettero fuoco a quelle torri").
Riccardo Venturi.