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Il 25 aprile 1974, cinquant’anni fa, in Portogallo arrivò finalmente il Giorno delle sorprese (José Saramago, 1966). Per questo motivo abbiamo voluto rifare completamente la pagina della sua canzone-simbolo, che diventa una “Pagina Speciale”. Che possa servire, e parecchio, anche a un altro 25 aprile: il nostro. Quest’anno più che mai!
Riccardo Venturi 24/4/2024 - 12:13
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I didn't raise my boy to be a soldier

I didn't raise my boy to be a soldier
based on lyrics by Alfred Bryan
Hebrew version: Eli Bijaoui
Arabic translation: Shireen Daniel Music: Mika Danny

We would like to share with you Rana – Arab-Jewish women's choir's renewed version of the song "I didn't raise my boy to be a soldier" - the lyrics of which are based on a song that was written during World War 1 in the USA by Alfred Bryan and Al Piantadosi, with a new melody composed by Mika Danny. The song is sung in Hebrew, Arabic & English and has an option for subtitles in French, German, Spanish, Portuguese & Italian.
לא גידלתי את בני להיות חייל,
(continua)
inviata da Idan Toledano 1/3/2017 - 23:10
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Días y flores

Días y flores
[1974]
Parole e musica di Silvio Rodríguez
La canzone che dà il titolo al suo album del 1975
Testo trovato su Cancioneros.com

Come per L’œuf dur (La grasse matinée)‎ di Prévert, anche questi versi di Rodríguez mi hanno ricordato quelli della Carta d'identità del poeta palestinese ‎Mahmoud Darwish:

“…non odio nessuno e neppure rubo
ma quando mi affamano
mangio la carne del mio oppressore
attento alla mia fame,
attento alla mia rabbia.”
Si me levanto temprano,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/2/2017 - 23:18
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Sueño con serpientes

Sueño con serpientes
[1974]
Parole e musica di Silvio Rodríguez
L'introduzione parlata è la versione spagnola di una strofa dalla “Kantate zu Lenins Todestag”, la “Cantata in morte di Lenin” di Bertolt Brecht e Hanns Eisler.
Nell'album di Silvio Rodríguez intitolato “Días y flores”, pubblicato nel 1975
Interpretata anche da Luis Eduardo Aute, Mercedes Sosa, León Gieco e Los Bunkers
Testo trovato su Cancioneros.com

Sul sito carusopascoski trovo una bella descrizione di questa canzone, messa in relazione con il 25 aprile e con Stefano Giaccone e i suoi Franti, mitico gruppo hardcore folk torinese degli anni 80:

Qui la storia di una delle più belle canzoni antifasciste che conosca, sulla forma più subdola e pericolosa di fascismo che si insinua anche nelle più celebrate democrazie: l’imperialismo. Buona liberazione!

Un pomeriggio d’estate, in un prato fresco dietro a una casa di campagna, ho ascoltato con... (continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/2/2017 - 22:54
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El Aguante

El Aguante
(2014)
Album: MultiViral

“El Aguante” transporta a distintas regiones y matices a través de una canción que plantará bandera dentro de un espacio universal. Nos habla de ciencia, anatomía, la hambruna, las guerras, la represión, el racismo, los embates de la naturaleza, los fenómenos astrales, los modelos económicos, el abuso de poder, las dictaduras y las ejecuciones.

Sobre la canción, René dijo que “nace gracias a las influencias musicales celta-irlandesas. Irlanda tiene fama de ser un país lleno de tabernas (pubs) y de gente feliz, que trabaja duro, peculiarmente capaces de tolerar la bebida”.
Genius
Nacimos para aguantar lo que el cuerpo sostiene
(continua)
27/2/2017 - 21:49
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Gloria

Gloria
(2015)
feat. Camila Moreno

Canzone dedicata a Gloria Lagos, giovane militante dei MIR (Movimiento de Izquierda Revolucionaria) madre di tre figli, arrestata nel 1974, violentata e uccisa dagli sbirri del regime di Pinochet mentre era al terzo mese di gravidanza.
Desespero, terror.
(continua)
26/2/2017 - 22:19
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Maquinas sin dios

Maquinas sin dios
(2015)
Album: Mala Madre

“Aquí la búsqueda del sentido va por el lado más religioso, entregándole simbolismo a cosas y matándonos por ello. Un paganismo de lo ritual, lo natural, de entregarle un sentido al porvenir. “Yo vi la sangre, yo vi los cuerpos…” hace alusión a los 43 de México; traté de imaginar eso o lo que pasó en Auschwitz, ¿Cómo la humanidad logra hacer estas cosas? Yo prefiero ser, me considero, una maquina con Dios. Porque yo tuve una experiencia con Dios… y fue increíble, es algo que va más allá de la religión, es místico, es algo de una experiencia propia que va más allá de ti y logras sentirte parte de algo más grande, como la naturaleza o el universo”.

Camila Moreno
Todos los feos viven en mí
(continua)
26/2/2017 - 21:48
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Libres y estupidos

Libres y estupidos
Primo singolo dal disco "Mala Madre" della cantautrice cilena (2015)

“Es una crítica a la sociedad, a los políticos. Me cuesta hablar de temas puntuales, pero refleja una sensación de todo, de las guerras, las dictaduras, de las opciones humanas que hemos tomado con nuestra libertad, ¿de verdad somos libres? Pero hacemos tantas estupideces, la guerra en Irak donde se mató a gente, la misma humanidad destruye las cosas tratándole de entregar un sentido a esa destrucción. Somos bastante estúpidos”.

Camila Moreno

Me pudro como un niño envejeciendo
(continua)
26/2/2017 - 21:40
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Millones

Millones
(2009)
Album: Almismotiempo

“Millones”, canción de Camila Moreno, por la cual fue nominada a mejor canción alternativa en los grammy latino, es un tema que Camila lo canta con rabia, como un grito de confrontación hacia la “maquina”, que utiliza al pueblo manteniendolo vivo para su conveniencia, dejándolo morir cuando ya no lo necesita, haciendo creer a la multitud que son los salvadores.

Camila Moreno en el festiva del Huaso de Olmue dedicó la canción

“A la gente que cree que que puede
comprar todo con
dinero, incluso a un país”,


una clara alusión al empresario-presidente Sebastian Piñera, quien es además dueño de la estación de televisión “chilevisión” que trasmite el festival.

desde mi libertad
Una vida se apaga porque le estorba
(continua)
26/2/2017 - 21:26
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Ciudadana del mundo

Ciudadana del mundo
Disco: Depura (2015)
feat Carmen Lienqueo
Somos las venas abiertas
(continua)
26/2/2017 - 17:53
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Corrido de Donald Trump (El Donald de Alambre)

Corrido de Donald Trump (El Donald de Alambre)
Buenos días, señores,
(continua)
inviata da adriana 26/2/2017 - 10:14
Percorsi: Donald Trump
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Ke Sakihitin Awasis

Ke Sakihitin Awasis
[2015]

Album :POWER IN THE BLOOD

"Title is in the Cree language and it means “I love you, Baby.” I dedicate it to all the generations of Indigenous people who keep Native America alive in our hearts, in our cultures, and in our actions towards our most sacred mother, Nature."
He’s not like a stranger he’s more like a vision you’d seen
(continua)
inviata da adriana 26/2/2017 - 09:48
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The Uranium War

The Uranium War
[2015]

Album :POWER IN THE BLOOD

"A true story from within the American Indian movement.
This is a prequel to my other song “Bury My Heart at Wounded Knee,” and I dedicate it to the family of the late Anna Mae Aquash whom I mention in both songs. A real tragedy."
Ay ha ay ha yo Ho
(continua)
inviata da adriana 26/2/2017 - 09:37
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Marcha del ERP

anonimo
La Marcha del ERP fue el himno oficial del Ejército Revolucionario del Pueblo (más conocido por su abreviatura "ERP") grupo guerrillero y estructura militar del Partido Revolucionario de los Trabajadores, liderado por Mario Roberto Santucho, en la Argentina, durante los años 1970.
Por las sendas argentinas
(continua)
inviata da adriana 25/2/2017 - 10:11
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Eredi della Sconfitta

Eredi della Sconfitta
Eredi della Sconfitta può sembrare un titolo pessimista e disilluso: nulla di più lontano dal vero. Fronte Unico parte da una considerazione realista: l’antagonismo italiano del 2017 nasce dalle sconfitte di chi lo ha preceduto. Se ancora stiamo a parlare di femminismo, antifascismo, antisessismo e antirazzismo allora chi ci ha preceduto ha fallito. Ma forti di questo, possiamo continuare la lotta, ereditare la sconfitta passata di mano in mano dalla Resistenza al G8 di Genova per arrivare alla vittoria.
La titletrack che apre LP, infatti, parla proprio di questo, di chi sono le persone che ancora combattono per un mondo più giusto e della necessità di trasformare la sconfitta in vittoria. Figli della Resistenza e del revisionismo storico, della strategia della tensione e della violenza di Stato che non è mai stata processata che raccolgono e fanno tesoro degli errori delle generazioni che li hanno preceduti per combattere ancora finché non ci sarà più sconfitta.
Figli della Resistenza di una storia riscritta
(continua)
inviata da Stefano 25/2/2017 - 07:52
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Giuliano

Giuliano
2011
Mi porteranno via



Salvatore Giuliano, uomo dai contorni misteriosi, accusato di brigantaggio, Colonnello dell'E.V.I.S. [Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia] la sua vita, come la sua morte, sono legate a quella che molti considerano la prima strage di stato [Portella della Ginestra -1 maggio 1947].

Giuliano, quasi involontariamente, sembra sia un personaggio chiave in quella che potrebbe essere una ricerca di identità. L'identità di un Paese.
Le radici di un'intera nazione sana non dovrebbero fondarsi su una mistificazione dei fatti, soprattutto se essi sono legati a filo doppio alla sua costituzione, perchè ciò comporterebbe il grosso rischio di una identità dissociata, al limite della schizofrenia. Un'esigenza forse tutta da chiarire, questa sulla nostra identità di stato, mai appagata e quanto mai attuale: proprio in questi giorni si riesuma il cadavere di... (continua)
Attento un ti firari, ca l'amico ti pò trariri!
(continua)
inviata da dq82 24/2/2017 - 15:52
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Io non ti voto più

Io non ti voto più
2013
Oggi ho deciso,
(continua)
inviata da dq82 24/2/2017 - 15:40
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Senza dire niente (mio padre)

Senza dire niente (mio padre)
2012
Chi si accontenta muore

Dedicata al giornalista Beppe Alfano, vittima di mafia nel 1993
Mio padre entrava in camera la sera, mai la solita ora
(continua)
inviata da dq82 24/2/2017 - 15:38
Percorsi: Mafia e mafie
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Gelato in febbraio

Gelato in febbraio
2010
Storie di non lavoro

E’ la sera del 23 Febbraio 1986. Luca ed un amico, giovani militanti e studenti universitari non ancora ventenni, stanno correndo per prendere la filovia in Piazzale Lugano, quartiere Bovisa di Milano. In un altro punto della stessa piazza, alcune persone discutono prima con calma e poi sempre più animatamente e scoppia una rissa. Una delle persone coinvolte è un agente fuori servizio in forza alla Digos. La rissa è un susseguirsi di pestaggi e discussioni e dopo oltre quindici minuti finisce senza che l’agente chiami rinforzi. Due delle persone coinvolte fuggono in auto ed il poliziotto incapace di affrontare la situazione con la ragione e l’autorità richieste, estrae la sua pistola d’ordinanza ed in posizione di tiro, facendo arbitrariamente e illegittimamente uso delle armi, spara ad altezza d’uomo per colpire i fuggitivi. Uno dei proiettili ferisce a morte... (continua)
23 di febbraio, piazzale Lugano,
(continua)
inviata da Dq82 24/2/2017 - 07:04

Soffriamo! Ne' giorni che il popolo langue (Inno anarchico)

Soffriamo! Ne' giorni che il popolo langue (Inno anarchico)
[1878]
Sapevamo già che Giovanni Pascoli compose un'ode all'anarchico Passannante, sfortunato attentatore di Umberto I nel 1878, la cui missione fu portata a termine da Gaetano Bresci una ventina d'anni dopo... Quel sentimento di solidarietà con il mancato regicida, poi fatto marcire in carcere, costò a Pascoli qualche settimana di galera ma il suo componimento non sopravvisse se non nel verso «Con la berretta d'un cuoco faremo una bandiera», con riferimento ad uno dei mestieri praticati dal Passannante...

Ignoravo però completamente che il Pascoli in quello stesso 1878 compose per l'Internazionale anarchica un inno che invece ci è giunto. Lo ha scoperto una decina d'anni fa Elisabetta Graziosi, studiosa dell'Università di Bologna, scartabellando tra i volumi della biblioteca di palazzo Filomarino a Napoli, dove visse quel Benedetto Croce che di Pascoli era stato un detrattore e che in... (continua)
Soffriamo! Ne’ giorni che il popolo langue
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/2/2017 - 22:46
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All for You Sophia

All for You Sophia
(2004)
lato B del singolo "Take Me Out" tratto dal primo album della band scozzese

In realtà avremmo dovuto inserire questa canzone il 28 giugno 2014, in occasione del centenario dell'attentato di Sarajevo, ma non l'abbiamo fatto e rimediamo oggi. I Franz Ferdinand sono una rock band scozzese che prende il nome dalla vittima dell'attentato che fu il casus belli della Grande Guerra. Si esibiscono spesso con alle spalle il classico ritratto di Gavrilo Princip, l'attentatore di Sarajevo.

Forse questa canzoncina non è esattamente contro la guerra, ma racconta la storia dell'attentato dal punto di vista del principe ereditario che si rivolge prima di morire all'amata moglie Sofia e si immagina il disastroso futuro che si profila con la sua morte (Europe's going to weep...). Nient'altro che una canzone pop, ma che ha certamente qualcosa da dire su come l'attentato di Sarajevo sia entrato a... (continua)
Bang, bang, Gavrilo Princip
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 23/2/2017 - 22:39

A un poeta, dolcissimo

A un poeta, dolcissimo
Versi di Manlio Massole (1930-), poeta, insegnante e minatore a Buggerru, Cagliari
Testo trovato su SardoLog

Poesia inclusa nella raccolta intitolata “Bethger: il lungo dolore”, pubblicata nel 1976 e riedita nel 1994

Nel 1993 alcune poesie di Manlio Massole furono il fulcro del progetto musicale-teatrale “Pelle di mulo” del gruppo Turya Trance, con musiche di Carlo La Manna.
Mi ammalia un dolcissimo poeta
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/2/2017 - 12:10

Minaccia di chiusura: manifestazione a Cagliari

Minaccia di chiusura: manifestazione a Cagliari
[primi anni 70]
Versi di Manlio Massole (1930-), poeta, insegnante e minatore a Buggerru, Cagliari
Testo trovato su SardoLog

Poesia inclusa nella raccolta intitolata “Bethger: il lungo dolore”, pubblicata nel 1976 e riedita nel 1994

Nel 1993 alcune poesie di Manlio Massole furono il fulcro del progetto musicale-teatrale “Pelle di mulo” del gruppo Turya Trance, con musiche di Carlo La Manna.
Fiorirono i mandorli
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/2/2017 - 13:18
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Sigue caminando

Sigue caminando
2014
Contratiempos

La terra sta diventando un deserto...
Dicen que en otro tiempo
(continua)
inviata da dq82 22/2/2017 - 11:25
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Bomba nucleare

Bomba nucleare
2008
Domino
Στη Βαγδάτη στη Περσία
(continua)
inviata da Stratos Diamantis 22/2/2017 - 09:07

La povertà, figlio

La povertà, figlio
Versi di Manlio Massole (1930-), poeta, insegnante e minatore a Buggerru, Cagliari
Testo trovato su SardoLog

Poesia inclusa nella raccolta intitolata “Bethger: il lungo dolore”, pubblicata nel 1976 e riedita nel 1994

Nel 1993 alcune poesie di Manlio Massole furono il fulcro del progetto musicale-teatrale “Pelle di mulo” del gruppo Turya Trance, con musiche di Carlo La Manna.
La povertà è la gamba spezzata dall’autopala,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/2/2017 - 08:41
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Mare varcandu

Mare varcandu
Album: It/Aliens (2016)
Lu mare è prufundu, lu jundi luntani
(continua)
inviata da Letizia 21/2/2017 - 23:17

Dio è rosso

Dio è rosso
Versi di Manlio Massole (1930-), poeta, insegnante e minatore a Buggerru, Cagliari
Testo trovato su SardoLog

Poesia inclusa nella raccolta intitolata “Bethger: il lungo dolore”, pubblicata nel 1976 e riedita nel 1994

Nel 1993 alcune poesie di Manlio Massole furono il fulcro del progetto musicale-teatrale “Pelle di mulo” del gruppo Turya Trance, con musiche di Carlo La Manna.
Ho visto
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/2/2017 - 23:14
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Supercapitalism

Supercapitalism
[2007]
Parole e musica di Wynton Learson Marsalis (1961-), trombettista, compositore e docente di musica jazz afroamericano.
Brano facente parte dell'album “From the Plantation to the Penitentiary”, con Carlos Henriquez (contrabbasso), Ali Jackson (batteria), Dan Nimmer (pianoforte), Walter Blanding (sax tenore e soprano) e Jennifer Sanon (voce)

Propongo questo bel pezzo come Extra, vista la sua soggettiva, ma forse varrebbe bene un CCG se si considera che il Supercapitalism è il mandante di quasi tutte le guerre e di quasi tutti i mali che affliggono l'umanità...

Bravissima la Jennifer Sanon.
Gimme that. Gimme this.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/2/2017 - 22:55
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Qualsevol nit pot sortir el sol

Qualsevol nit pot sortir el sol
(1975)
dal secondo album del "cantautore galattico" catalano Jaume Sisa.

Jaume Sisa è un personaggio assolutamente eccentrico e particolare nella galassia della Nova Cançó catalana. Autore di canzoni immaginifiche e surreali, si autodefinisce "cantautore galattico". Le sue canzoni devono qualcosa a Dylan ma anche a Frank Zappa e alla beat generation.

Il suo primo successo, la sua canzone più famosa, è questa "Qualsevol nit pot sortir el sol" (Ogni notte può venir fuori il sole), un invito a un party notturno a cui partecipano personaggi dei fumetti, delle fiabe e dei cartoni animati. Solo apparentemente una canzone per bambini, è una canzone di sogno e amicizia, con un messaggio di pace e di accoglienza. Sin dalla sua pubblicazione nel fatidico 1975 (anno cruciale per la Spagna che vide la morte del dittatore e l'avvio della transizione democratica), il pubblico non tardò a identificarsi... (continua)
Fa una nit clara i tranquil·la,
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 21/2/2017 - 22:39

Gwerz Gigi Ontanetti

Gwerz Gigi Ontanetti
[21 febbraio 2017]
[21 e viz-C'hwevrer 2017]

Avevo pensato di ricordare, qua dentro, Pierluigi Ontanetti con un breve scritto, ché le cose lunghe e pallose non gli piacevano per niente. Era un uomo d'azione, Gigi; l'ultima volta che l'ho visto, quasi alla fine, era a manifestare davanti al Comune di Bagno a Ripoli in una giornata torrida d'inizio agosto, l'anno scorso, in una mattina da tregenda cominciata all'alba con il paventato sgombero del libero podere di Mondeggi, e proseguita con il vero sgombero manu militari dello squat di via Toselli. Gigi era arrivato non so come, con la bombola dell'ossigeno attaccata; non ce la faceva quasi più a respirare, ma era lì. Mi disse che lo stavano per mettere in un “moritoio”, parole sue, ovvero in una residenza per malati terminali. Della sua vita e di quel che aveva fatto conoscevo delle cose a macchia di leopardo, delle sue cose non si “beava”.... (continua)
Ur werz nevez evitañ, ur werz a zo savet
(continua)
inviata da Richard Gwenndour 21/2/2017 - 22:04
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From the Plantation to the Penitentiary

From the Plantation to the Penitentiary
[2007]
Parole e musica di Wynton Learson Marsalis (1961-), trombettista, compositore e docente di musica jazz afroamericano.
Title track dell'album del 2007, con Carlos Henriquez (contrabbasso), Ali Jackson (batteria), Dan Nimmer (pianoforte), Walter Blanding (sax tenore e soprano) e Jennifer Sanon (voce)

“Why I say from the plantation to the penitentiary is because I see a lot of similarities between the incarceration, the style of it now and the way of enslavement. Is it the same? No it is not exactly the same, but it is the same result in many ways, it generates a lot of income, and it reduces people to less than what they are.”
(Wynton Marsalis in un'intervista citata da Li Onesto su Revolution #82, March 18, 2007)
From the plantation
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/2/2017 - 21:20
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A my nie chcemy uciekać stąd

A my nie chcemy uciekać stąd
[1980]
Parole di Jacek Kaczmarski
Musica di Przemysław Gintrowski

Nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre 1980 scoppiò un enorme incendio nell'ospedale psichiatrico di Górna Grupa, nel voivodato Kujawsko-Pomorskie. Morirono 55 pazienti, 26 rimasero gravemente ustionati. Il fatto ispirò Jacek Kaczmarski a scrivere il brano "E noi non vogliamo scappare da qua" che in seguito fu musicato da Przemysław Gintrowski ed divenne un inno della resistenza alla giunta di Jaruzelski, essendo stato interpretato come una metafora della situazione in cui si trovava la Polonia negli anni 80.

Il brano è presente su diverse cassette di Gintrowski uscite nel cosidetto "drugi obieg" (circuito alternativo o "sotterraneo", o in russo Самиздат) negli anni '80 in Polonia. Tutte erano intitolate "Pamiątki" (Souvenir). La prima con una datazione accertata è del 1989. (Da questa pagina)




A destra, la... (continua)
Stanął w ogniu nasz wielki dom
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 21/2/2017 - 03:47
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Lezione di storia

Lezione di storia
Versi di Manlio Massole (1930-), poeta di Buggerru, Cagliari
Nella raccolta “Il sentimento della lotta che qui si respira”, audiolibro pubblicato nel 2013 dalle edizione Bohumil.
Poesia recitata da Gisella Vacca, con l'accompagnamento musicale di Josep Maria Cols, al pianoforte, e Chiara Vittone, all'arpa.
Testo trovato su SardoLog

La situazione nelle miniere dell'Iglesiente nella seconda metà dell'800 era terribile. Fu rilevata anche ufficialmente nel rapporto che Quintino Sella, deputato del Regno e ingegnere idraulico esperto in miniere, stilò nel 1871: bassissimi salari, sfruttamento, assenza di sicurezza.
All'inizio del 900 la situazione non era cambiata di molto.

A Buggerru i padroni erano francesi, la Société des Mines de Malfidano, e se la spassavano come se fossero a Parigi, mentre i minatori morivano nelle gallerie. Fu proprio dopo l'ennesimo incidente avvenuto il 7 maggio... (continua)
Io dico tre uomini uccisi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/2/2017 - 13:48
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Genosse Julian Grimau

Genosse Julian Grimau
1975
Es Gibt Ein Leben Vor Dem Tod



Julián Grimau.


Julián Grimau García, nato a Madrid nel 1911, fu militante della Gioventù socialista unificata e poi del Partito comunista spagnolo. Partecipò alla guerra civile come soldato e come funzionario del governo e delle organizzazioni popolari e fu agente del SIM, il Servizio di Informazione Militare repubblicano incaricato di eliminare gli agenti franchisti. Nel 1939 riparò prima in America Latina e poi in Francia, dove visse per qualche tempo nel campo di concentramento di Argelès.

Eletto membro del Comitato Centrale del Partito comunista spagnolo, nel 1954 venne delegato al lavoro politico in Spagna; nel 1959 assunse la direzione di tutte le attività del partito in Spagna. Arrestato l'8 novembre 1962 su un autobus a Madrid, venne portato alla Direzione Generale di Sicurezza, dove venne picchiato a sangue e gettato da una finestra per... (continua)
Ach Schwester!
(continua)
inviata da Dq82 20/2/2017 - 06:57
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Bosenn Langolen

Bosenn Langolen
1348. Nella frazione di Langolen arriva implacabile la peste. I Tri Yann interpretano solennemente questo canto a più voci con accompagnamento di organo. E' la quarta traccia di Rummadoù - 2010

La peste che nel 1348 arrivò anche nel paesino bretone di Langolen, altro non è che la celeberrima e terribile Peste Nera che, secondo le stime, tra il 1347 e il 1353 fece quasi trenta milioni di morti nella sola Europa (nell'Europa di quell'epoca, significò circa un terzo dell'intera popolazione). E', come è noto, la pestilenza descritta anche dal Boccaccio nel Decamerone: la popolazione di Firenze si ridusse di due terzi. L'area di origine della Peste Nera sembra essere stata l'Asia centrale; si dice che la peste sia portata dai topi, ma la causa scatenante sembra essere stata proprio una moria di topi per le rigide condizioni climatiche. Questo fece sì che le pulci, vettori del bacillo, affamate... (continua)
En iliz emañ bodet an holl wazed:
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 20/2/2017 - 00:06
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Himne galàctic

Himne galàctic
(2000)
Album: Visca la llibertat
amb Pascal Comelade
Habitant de terrestres confins,
(continua)
19/2/2017 - 22:19
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Why? (Am I Treated So Bad)

Why? (Am I Treated So Bad)
[1965]
Parole e musica di Roebuck "Pops" Staples (1914–2000), il patriarca del gruppo
Nell'album intitolato “Why”

Una canzone dedicata ai cosiddetti Little Rock Nine, un gruppetto di nove studenti afroamericani che nel 1957 si iscrissero alla scuola superiore di Little Rock, Arkansas.

Il governatore segregazionista Orval E. Faubus mandò i soldati ad impedire l'ingresso ai nuovi alunni, ma il presidente Eisenhower mandò l'esercito federale a scortarli affinchè potessero entrare. Finalmente ammessi, i nove furono costretti a subire ogni sorta di violenze ed angherie inflitte loro dai compagni bianchi. Particolarmente accanite furono le ragazze, che arrivarono a gettare dell'acido in faccia a Melba Joy Pattillo, una dei nove.

Per un'introduzione più accurata alla vicenda dei Little Rock Nine rimando a State of Arkansas (My Name Is Terry Roberts) di Pete Seeger.
Why, am I treated so bad?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 21:43
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Sins of the Father

Sins of the Father
Questa lunga, ossessiva, biblica, visionaria canzone, contenuta in Real Gone del 2004, contiene allusioni ai brogli elettorali di Jeb Bush, fratello di George W.
God said: don't give me your tin horn prayers
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 19/2/2017 - 20:51
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Passant par les champs le long de la rivière

Passant par les champs le long de la rivière
[1976/77]
Testo e musica: Manu Lann Huel
Paroles et musique: Manu Lann Huel
Album: Passant par les champs le long de la rivière
- Manu Lannhuel - Textes et Musiques
- Henry 'Sam' Chevreton - Guitare acoustique, Banjo
- Philippe 'Phyl' Paugam - Guitare, Basse
- Francois 'Saik' Daniel - Batterie, Percusions, Piano, Vocaux
- Andre 'DéDé' Grall - Guitare electrique, Guitare acoustique, Vocaux, Percussions
- Pierre Daniel - Guitare acoustique (A5)
- Laurent 'Basile' Krzewina - Sax-tenor (B6)
- Marie-Ange Aud'Hui - Vocaux (A5)

Per una di quelle strane alchimie della sorte, Flavio Poltronieri parla di questa canzone proprio nel momento della morte di Pierluigi Ontanetti, un uomo di pace, un attivista, un operaio, un ostinato anarchico cristiano (come lo ha giustamente definito Io Non Sto Con Oriana ) e, per me, anche un vecchio amico. Vorrei quindi dedicare questa canzone alla memoria... (continua)
M'en descendant un soir d'été
(continua)
inviata da Richard Gwenndour & Flav Kadorvrec'her 19/2/2017 - 20:50
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Chocolate City

Chocolate City
[1975]
Scritta da George Clinton, Bootsy Collins e Bernie Worrell
Title track dell'album del 1975
La voce nella parti recitate è quella di George Clinton
Testo ripreso da Genius

Le “Chocolate Cities” sono le città statunitensi a maggioranza nera. Quelle che George Clinton citava a metà degli anni 70 erano Washington, D.C., Newark, New Jersey, Gary, Indiana, Los Angeles, California, Atlanta, Georgia e New York City, New York.
I Parliament, alfieri del funk e del black pride, immaginavano il potere in mano agli afroamericani ed un governo con Muhammad Ali presidente, Aretha Franklin first lady e Stevie Wonder ministro della cultura..
Uh, what's happening CC?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 18:22
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Blues for Martin Luther King

Blues for Martin Luther King
[1968]
Il pianista e cantante di Chicago Otis Spann scrisse questo struggente blues all'indomani dell'assassinio di MLK
Il brano si trova in alcune raccolte, a partire da “Rare Gems” del 1977.

Otis Spann è stato uno dei più grandi pianisti blues di sempre ma nel 1970, quando se lo portò via prematuramente un cancro al fegato, venne sepolto in una tomba anonima... Ci vollero 30 anni e una colletta tra i suoi estimatori prima che il bluesman ricevesse una lapide. Fu inaugurata nel 1999 e recita: “Otis played the deepest blues we ever heard – He'll play forever in our hearts” (en.wikipedia)
Oh, did you hear the news
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 17:54
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Ramblin' Round

Ramblin' Round
[1941]
Parole di Woody Guthrie
Sulla melodia di "Goodnight, Irene" incisa da Leadbelly nel 1933.
Il brano si trova in parecchie raccolte, a partire da “Columbia River Ballads” (o “Columbia River Collection”)
Interpretata anche da Bob Dylan, Odetta e Barbara Dane.
Testo trovato su woodyguthrie.org
Ramblin' around your city,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 17:25
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We're a Winner

We're a Winner
[1967]
Parole di Curtis Mayfield
Musica di Curtis Mayfield e Johnny Pate
Singolo del 1967, poi title track di un album del 1968.

Il testo di questo inno fondamentale del black pride si trova in Rete riportato da un mucchio di siti di lyrics e immancabilmente con svariati strafalcioni... Sono dovuto andare sul numero del 15 febbraio 1968 della rivista musicale “Jet” (su Google Books) per trovare il testo corretto...
We're a winner
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 15:38
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Carbone

Carbone
Poesia di Erri De Luca dalla raccolta "Solo Andata" (2005)

Musicata da Ilaria Bocchino, pubblicata dai Secondamarea nel disco Canzoni a Carburo (2009)
Raschiato con l’esplosivo e il ferro
(continua)
inviata da dq82 19/2/2017 - 14:47
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Where's the Revolution

Where's the Revolution
[2017]
Scritta da Martin Lee Gore
Primo singolo estratto dall'album “Spirit”, di prossima uscita
You've been kept down
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 14:12
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Fiorella Mannoia: Che sia benedetta

Fiorella Mannoia: Che sia benedetta
[2016]
Parole di Erika Mineo, in arte Amara, e Salvatore Mineo
Musica di Amara
Nell'album della Mannoia intitolato “Combattente
Brano 2° classificato alla 67ª edizione del Festival di Sanremo (e avrebbe potuto benissimo vincerlo contro “Occidentali's Karma” di Gabbani, riedizione appena più cerebrale di Amen)
Ho sbagliato tante volte nella vita
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 13:38
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Liv

Liv
[1999]
Testo: Manu Lann Huel
Musica: Melodia tradizionale
raccolta da Nicolas Quemener e dal gruppo Skeduz
assieme al musicista Hervé Le Meur,
fondatore della casa discografica Keltia Musique.
In album: Couleurs / Livioù, Skeduz, 1999

All'inizio del “nuovo millennio”, vale a dire nel gennaio del 2000 (in realtà il nuovo millennio sarebbe cominciato il 1° gennaio 2001, ma la suggestione del Duemila -ivi compreso il famoso “baco informatico” ebbe a giocare il suo ruolo...) fu organizzato alla Cité de la Musique di Saint-Brieuc un concerto straordinario che riunì sei delle più grandi voci di Bretagna; il concerto s'intitolava, appunto, Voix de Bretagne, e prevedeva che gli artisti vi eseguissero loro composizioni allora inedite o edite da poco tempo, come indicazione della loro attività futura. Accompagnati da musicisti di vaglia, come il contrabbassista jazz Riccardo Dal Fra, il cornamusista... (continua)
Va mammig lavar diñ-me
(continua)
inviata da Richard Gwenndour 19/2/2017 - 12:10
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Cease the Bombing

Cease the Bombing
[1969]
Scritta da Earl Neal Creque (1940–2000), organista e compositore jazz afroamericano
Nell'album del chitarrista Grant Green intitolato “Carryin' On”, pubblicato nel 1970, con Jimmy Lewis (basso), Idris Muhammad (batteria), Earl Neal Creque e Clarence Palmer (piano elettrico), Claude Bartee (sax tenore) e Willie Bivens (vibrafono).
[strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 11:35
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The Selma March

The Selma March
[1965]
Scritta dal grande chitarrista jazz afroamericano Grant Green, prematuramente scomparso nel 1979 per un attacco cardiaco
Nel disco intitolato “His Majesty King Funk”, con Harold Vick (sax tenore), Larry Young (organo), Ben Dixon (batteria), Candido Camero (bongo, conga).

Come March on Selma di Blue Mitchell, un altro tributo di una grande maestro del jazz alle marce da Selma a Montgomery del 1965, punto di svolta nella lotta degli afroamericani per il riconoscimento dei diritti civili e la fine del segregazionismo.

[strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2017 - 11:21
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Oliver Cromwell

Oliver Cromwell
[1969]
Parole di John Cleese
Sulle note di "Polonaise héroïque" Polonez As-dur op. 53 di Fryderyk Chopin
Da http://www.montypython.net/scripts/oli...

"Oliver Cromwell"" is a song released by Monty Python in 1989, and featured in their 1991 album Monty Python Sings. John Cleese, who wrote the lyric, originally debuted the song on February 2, 1969 in the radio show I'm Sorry, I'll Read That Again, where it was introduced as "The Ballad of Oliver Cromwell". It is sung to Frédéric Chopin's Heroic Polonaise, and documents the career of British statesman Oliver Cromwell, from his service as Member of Parliament (MP) for Huntingdon to his installation as Lord Protector of the Commonwealth of England. The main lyrics are performed by John Cleese, accompanied by a small chorus comprising Eric Idle and other singers.

"Oliver Cromwell" is sung to the first ("A") section of the Polonaise, including... (continua)
Spoken: THE MOST INTERESTING THING ABOUT
(continua)
inviata da Krzysiek :) 19/2/2017 - 08:34
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Przemysław Gintrowski: Śmiech

Przemysław Gintrowski: Śmiech
[1991]
Parole di Krzysztof Maria Sieniawski
Musica di Przemysław Gintrowski
Dall'album del trio Przemysław Gintrowski, Jacek Kaczmarski, Zbigniew Łapiński "Mury w Muzeum Raju"
Da Questa pagina

Krzysztof Maria Sieniawski (1951-2001) fu un poeta, traduttore, drammaturgo e crittico letterario poco conosciuto persino in Polonia. Ha tradotto tra l'altro le poesie di Esenin e gli altri autori russi. Scriveva in polacco e in russo. Per un lungo tempo mantenne un contatto epistolare con la poetessa russa Evgenija Alekseevna Slavorossova (Евге́ния Алексе́евна Славоро́ссова), che gli ha dedicato parecchie sue poesie.




Ecco l'unica pagina dove vengono ricordate la figura e l'opera di Krzysztof Maria Sieniawski che sono riuscito a trovare in rete, ma è soltanto in polacco, purtroppo. [KrW]

Bardzo śmiesznie jest umierać
(continua)
inviata da Krzysiek 18/2/2017 - 04:32
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March on Selma

March on Selma
[1965]
Brano composto dal trombettista afroamericano Richard Allen "Blue" Mitchell (1930-1979)
Nel suo album intitolato “Down with It!”, con una band composta da Gene Taylor (contrabbasso), Aloysius Foster (batteria), Chick Corea (pianoforte) e Junior Cook (sax tenore).

Un pezzo di “hard bop” che celebra le tre (anzi, quattro) marce di revindicazione per i diritti civili che nel marzo del 1965 partirono da Selma in Alabama, con l'obiettivo di raggiungere Montgomery, la capitale dello Stato.

Una prima marcia pacifica per i diritti civili fu organizzata il 26 febbraio 1965 nella vicina Marion, e si concluse con la morte di Jimmie Lee Jackson, un attivista nero che fu ucciso da un colpo sparato da un poliziotto - tal James Bonard Fowler che è stato condannato (simbolicamente) per quel delitto soltanto nel 2010 (all’età di 77 anni).
Una seconda marcia fu organizzata per il 7 marzo sul percorso... (continua)
[strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 23:04
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Been in the Storm So Long

anonimo
Been in the Storm So Long
Uno spiritual afroamericano ottocentesco, che intitola il disco realizzato dalla Smithsonian Folkways nel 1967, dove i brani sono interpretati da un gruppo storico che si rinnova di generazione in generazione, The Moving Star Hall Singers di Johns Island, Charleston County, South Carolina.
La registrazione fu curata da Guy Carawan, celebre musicista e ricercatore folklorico.
I been in the storm so long
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 22:17
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The Freedom Rider

The Freedom Rider
[1961]
Brano composto dal batterista e bandleader afroamericano Arthur "Art" Blakey (1919-1990)
Dà il titolo al suo album con la band de The Jazz Messengers, pubblicato nel 1964 (Blue Note)
Del gruppo facevano parte Wayne Shorter (sax tenore), Lee Morgan (tromba), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso)

“The Freedom Rider” è un brano per sola batteria che celebra il convoglio del CORE (Congress of Racial Equality) che nel 1961 attraversò Virginia, Carolinas, Georgia, Alabama, Mississippi e Louisiana per denunciare che la segregazione razziale, bandita dalla Corte Suprema degli USA, continuava a persistere. Nonostante i continui, violentissimi attacchi armati da parte di segregazionisti e membri del KKK, i Freedom Riders portarono a termine con successo il loro viaggio a New Orleans.
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 21:46
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Hymn to Freedom

Hymn to Freedom
[1962]
Capolavoro del grande pianista jazz Oscar Emmanuel Peterson, detto semplicemente O.P., canadese ma figlio di genitori immigrati dai Caraibi.
Nel suo disco intitolato “Night Train”, pubblicato nel 1963, con Ray Brown al contrabbasso e Edmund Thigpen alla batteria.
“Hymn To Freedom” è il brano che chiude l'album.

Un inno alla libertà di una chiarezza e semplicità sconvolgenti, nonostante il virtuosismo della scrittura e dell'esecuzione.
Sulla copertina, realizzata dal fotografo Pete Turner, la motrice di un treno in corsa, un'immagine da sempre così importante ed evocativa per tutti quelli – come i neri d'America - allora come oggi in cerca del cambiamento e della libertà.
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2017 - 20:57
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Madame Hermann

Madame Hermann
Ce titre paru initialement sur l'album LE MARGINAL en 2008 (Midi 52 / Socadisc distribution) évoque la seconde guerre mondiale à travers les yeux d'une femme juive, avec cette idée que l'histoire peut se répéter pour le pire. Ce titre fut repris par Monique Hottier sur le disque ELLES ET EUX CHANTENT JANN HALEXANDER en 2015.
J'ai vu ce que je n'voulais pas voir
(continua)
inviata da Jeff Bonnenfant 17/2/2017 - 01:25
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Papa et les singes fous

Papa et les singes fous
L'artiste évoque dans ce titre son enfance au Gabon, lors de la guerre civile larvée au Gabon, englué dans des émeutes pour la démocratie et contre la dictature d'Omar Bongo. La démocratie fut officialisée en 1991. Depuis août dernier et des élections sanglantes, les observateurs internationaux ont noté un brusque retour en arrière.
Souviens-toi Papa
(continua)
inviata da Jeff Bonnenfant 17/2/2017 - 01:19
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The Black Liberation Movement Suite

The Black Liberation Movement Suite
[1970]
Composizione jazz in nove movimenti scritta da Calvin “Cal” Massey (1928-1972), trombettista e compositore afroamericano

1 - Prayer (4:01)
2 - (Hey God-damn-it) Things Have Got to Change (7:10)
3 - Man at Peace in Algiers (for Eldridge Cleaver) (5:12)
4 - The Black Saint (for Malcolm X) (3:56)
5 - The Peaceful Warrior (for Martin Luther King, Jr.) (5:31)
6 - The Damned Don’t Cry (for Huey P. Newton) (4:50)
7 - Reminiscing About Dear John (for John Coltrane) (2:14)
8 - Babylon (2:00)
9 - Back to Africa (for Marcus Garvey) (6:21)

Cal Massey è oggi sconosciuto ai più, anche perchè morì giovane – un infarto, a 43 anni – nel pieno della sua migliore stagione artistica. Inoltre – com'è chiaro da questa sua composizione – fu molto vicino ai movimenti radicali e in particolare alle Black Panthers e per questo fu blacklisted (anzi, “whitelisted”) dal mondo della produzione musicale,... (continua)
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 22:41
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Seize the Time

Seize the Time
[1969]
Parole e musica di Elaine Brown, l'unica donna ai vertici del Black Panthers Party tra il 1974 ed il 1977.
Nell'album “Seize The Time - Black Panther Party”, composto dalla Brown su richiesta del Movimento. Con The Pan-Afrikan Peoples Arkestra diretta da Horace Tapscott.

Non è certo una CCG questa, che il BPP aveva dichiarato guerra allo Stato razzista e alla sua polizia, ma è una canzone di resistenza, di resistenza armata. Allora era un'opzione che divenne legittima per molti afroamericani, soprattutto dopo l'assassinio il 4 aprile del 1968 di Martin Luther King, emblema dell'altra via, quella non violenta.
“Seize The Time” è stato uno degli slogan più famosi del BPP, coniato in quegli anni da Robert George "Bobby" Seale, uno dei pochi suoi dirigenti che non sia morto ammazzato.

Elaine Brown – abbandonata dal padre in tenera infanzia e cresciuta con grande fatica e dignità dalla... (continua)
You tell me that the sun belongs
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 21:21
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The End of Silence

The End of Silence
[1969]
Parole e musica di Elaine Brown, l'unica donna ai vertici del Black Panthers Party tra il 1974 ed il 1977.
Nell'album “Seize The Time - Black Panther Party”, composto dalla Brown su richiesta del Movimento. Con The Pan-Afrikan Peoples Arkestra diretta da Horace Tapscott.

Non è certo una CCG questa, che il BPP aveva dichiarato guerra allo Stato razzista e alla sua polizia, ma è una canzone di resistenza: “Tutto questo silenzio finirà, non ci resta che prendere le armi e comportarci da uomini”. Allora era un'opzione che che divenne legittima per molti afroamericani, soprattutto dopo l'assassinio il 4 aprile del 1968 di Martin Luther King, emblema dell'altra via, quella non violenta.

Elaine Brown – abbandonata dal padre in tenera infanzia e cresciuta con grande fatica e dignità dalla madre - fu una dirigente delle Black Panthers, prima una sorta di ministro della cultura, poi la referente... (continua)
Have you ever stood
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2017 - 20:53
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Elaine Brown (Interlude)

Elaine Brown  (Interlude)
2016
Here

Canzone dedicata a Elaine Brown, attivista per i diritti dei neri e dei carcerati, membro del Black Panther party, dal quale fuoriuscì per l'eccessivo sessismo e maschilismo, scrittrice e cantante Seize the Time (Vault, 1969) e Until We're Free (Motown Records, 1973)
Okay, can I do one more? It's really quick.
(continua)
inviata da Dq82 16/2/2017 - 10:59
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This Little Light of Mine

This Little Light of Mine
“This Little Light of Mine” è un gospel per bambini scritto intorno al 1920 da Harry Dixon Loes (1895-1965), un compositore di inni cristiani, un bianco.
Ma nei primi anni 50 l'inno venne adottato dal movimento per i diritti civili, in seno al quale il testo venne elaborato da attiviste afroamericane come Zilphia Horton e Fannie Lou Hamer.
Celebri le esecuzioni di Betty Fikes, The Seekers e Odetta.

Ma ho voluto attribuire il brano a Sam Cooke – che ne diede una magnifica interpretazione nello splendido “Live at The Copa”, 1964, uno dei miei dischi preferiti – perchè il grande cantautore, troppo presto scomparso, volle portare una canzone intonata nelle marce per i diritti civili all'interno dei nightclub, facendo in modo che il movimento e le sue rivendicazioni di giustizia e di pace acquistassero un audience maggiore rispetto a quella sua propria.
Una sensibilità che l'autore di A Change... (continua)
A-amen a-amen a-amen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2017 - 23:39
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Promised Land

Promised Land
[1964]
Versi di Chuck Berry
Sulla melodia della folk song “The Wabash Cannonball”
Nell'album intitolato “St. Louis to Liverpool”



The biblical story of the Exodus had long been a source of hope and inspiration for African Americans dating back to the era of slavery. In 1965 rock & roll pioneer Chuck Berry released a song called “Promised Land” that tells the story of a “poor boy” who leaves his home in Norfolk, Virginia to try and make it big in Los Angeles. He boards a Greyhound bus that takes him through many of the cities and towns where the Freedom Riders had encountered resistance and violence a few years before the song’s release. The bus on which Berry’s protagonist rides bypasses the town of Rock Hill, South Carolina where the Riders first encountered armed white resistance but makes a note of Alabama where the worst violence was experienced in Anniston, Birmingham, and... (continua)
I left my home in Norfolk Virginia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2017 - 22:46
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Richard and Linda Thompson: The Great Valerio

Richard and Linda Thompson: The Great Valerio
[1974]
Written by Richard Thompson
Performed by Richard and Linda Thompson
(Solo voice: Linda Thompson)
Albums: I Want to See the Bright Lights Tonight [1974]
Live (More or Less) [1976] & others
Also performed by Maggie Holland [Still Pause, 1983] & other artists

Scritta da Richard Thompson
Eseguita da Richard e Linda Thompson
(Voce solista: Linda Thompson)
Album: I Want to See the Bright Lights Tonight [1974]
Live (More or Less) [1976] e altri
Interpretata anche da Maggie Holland [Still Pause, 1983] e altri artisti

Ancora una volta, per la conoscenza di questa canzone debbo tornare a Maggie Holland e al suo album di “cover” del 1983, Still Pause. A lungo, in epoche di mezzi precari e improvvisati, per me questa è stata una canzone di Maggie Holland senza sapere che la canzone era stata, in realtà, scritta nel 1974 da Richard Thompson, membro della prima ora dei Fairport... (continua)
High up above the crowd
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/2/2017 - 12:33
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Forest

Forest
da "Cuckooland"
Hannibal/Rykodisc
2003

Apparentemente sembra la trasognante canzoncina di una zingarella che canta in riva al fiume, mentre la luna dà un'occhiata e il canto si alza come fumo verso il cielo, dal buio verso la luce come il sole sulla foresta. Ma i presagi sono cattivi…. e infatti è una metafora allucinante, perché quello non è solo fumo e la nuvola che passa sopra la luna non è una nuvola qualsiasi. Invero subito dopo nel testo entrano il campo di sterminio per zingari di Lety, nella Repubblica Ceca e quello più tristemente noto di Auschwitz, dove più volte è stato ricordato non ci fu solo il genocidio degli ebrei. Nei tre anni tra il 1941 e il 1944, i rom deportati furono all'incirca 23.000 di cui ne sopravvissero appena 2.000. Lety è attualmente una fattoria per l'allevamento di maiali e nulla in quel luogo commemora o testimonia di quello di atroce che avvenne nel passato.

... (continua)
Deep in the forest
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 15/2/2017 - 12:09
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Nel mare ci sono i coccodrilli

Nel mare ci sono i coccodrilli
2017
Trsparente

tra le Nuove Proposte Sanremo 2017

"La canzone con cui partecipo al festival di Sanremo, scritta in totale onestà e senza retorica, è la migliore risposta a Matteo Salvini, che mi ha attaccato. Scrivo canzoni, faccio il cantante e la politica non c'entra. Racconto di uomini" dice il ragazzo che continua: "Essere qui è un sogno che si realizza. Ho letto il libro ‘Nel mare ci sono i coccodrilli' di Fabio Geda e mi sono innamorato di quel testo. Ho usato lo stesso titolo del volume perché la mia canzone richiama lo stesso argomento, con una storia sullo sfondo che è la stessa. Si parla di persone che di notte attraversano il mare su un gommone, con le loro vite e i loro sogni".

Il racconto di Braschi è autobiografico, racconta di sé e della fortuna di essere nati essere nati da questa parte del mare: "Ma io sono nato e vivo qui per caso e sono figlio di un medico, di un tossico, di un mago. Sono venuto fuori qui tra i gelati e le bandiere e non ho mai visto un cacciabombardiere"

fanpage.it
Nel mare ci sono i coccodrilli
(continua)
inviata da dq82 15/2/2017 - 10:56
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Aziz

Aziz
2016
Nuova Gianturco

feat. Luca O'Zulu Persico

I 99 Posse hanno partecipato alla stesura di Aziz con Luca “O’Zulù” Persico che da la voce al migrante parlando della sua condizione che deriva dalle guerre per i confini e dai giochi di poteri che non gli danno voce, diventando solo un "permesso scaduto a che ce pozzo fa / esco fore e me arrestano / tenite troppa cazzimma a parlà de` migranti", realizzando il brano più interessante e completo dell`intero lavoro.
mescalina.it
Me chiammo Aziz e tengo 'na malincunia
(continua)
inviata da dq82 15/2/2017 - 10:14
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Edoardo Bennato: Il gatto e la volpe

Edoardo Bennato: Il gatto e la volpe
[1977]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: Burattino senza fili


Edoardo Bennato: Burattino senza Fili (1977)



"Burattino senza fili" è un concept album di Edoardo Bennato uscito nel 1977, che ha venduto circa un milione di copie, risultando l'album più venduto in Italia nel 1977. [...] Il disco ripropone le vicissitudini di Pinocchio in chiave metaforica e mostra un doppio piano di lettura; la storia di Carlo Collodi tal quale e la riproposizione allegorica dei modelli dei personaggi in chiave moderna. Registrato negli studi Ricordi di Milano i tecnici del suono sono Walter Patergnani, Mario Carulli, Gianluigi Pezzera e Carlo Martenet, mentre il tecnico del missaggio è Arun Chakraverty. Tra i musicisti del disco, vi sono tre componenti dei Maxophone: Sandro Lorenzetti, Alberto Ravasini e Maurizio Bianchini. Tutta la poetica di "Burattino senza... (continua)
Quanta fretta, ma dove corri, dove vai ?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 15/2/2017 - 09:30
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Los Angeles

Los Angeles
[1980]
Scritta da John Doe ed Exene Cervenka
Celeberrima traccia che dà il titolo all'album di questa punk rock band losangelina, prodotto dall'ex Doors Ray Manzarek

Descrizione di una tizia in cui Exene Cervenka si era imbattuta, il prototipo dell'americano bianco di classe media, razzista integrale intollerante di ogni forma di vita che non sia la propria. La tizia in questione raccontava di non vedere l'ora di andarsene da quel per lei insopportabile crogiolo di razze e di culture, come in effetti fecero tanti bianchi statunitensi soprattutto negli anni tra i 50 e i 70, un fenomeno complesso noto come white flight che conosciamo bene anche da noi in Europa...

Iconograficamente, il testo di questo brano è tutto condensato nell'immagine in copertina, così chiaramente allusiva alle “vecchie, care” croci infuocate del Ku Klux Klan...
Già, pure loro hanno sostenuto apertamente Trump alle ultime elezioni...
She had to leave Los Angeles
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/2/2017 - 23:07




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