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L’emigrant

L’emigrant
Album : Ol cidì di Taissine

“L’émigránt” descrive la vita degli emigranti bergamaschi e gornesi in terre lontane,
partiti così da poter realizzare i propri sogni, per lavoro o mantenere la famiglia,
seppur lontani il proprio paese sempre stretto nel cuore.
Chisà quace bèrgamàsch i è a l’èstèro a laurà,
(continua)
inviata da adriana 8/8/2017 - 16:43

Ma cosse fet o Taissina

Ma cosse fet o Taissina
Album : Ol cidì di Taissine

Canto sull’aria del popolare “Dove te vett o Marietina”,
rifrasato in dialetto bergamasco per descrivere l’attività della Taissina alla miniera.


LE TAISSINE

INQUADRAMENTO STORICO
Gorno è sempre stato famoso per le sue miniere di zinco e piombo.
Già ai tempi dei romani i cosiddetti “damnati ad metalla” condannati ai lavori forzati erano portati nelle miniere di Gorno ad estrarre questo metallo così particolare di colore rossiccio che unito al rame formava una lega resistente e utile: l’“auricalcum” che noi oggi conosciamo come ottone.
Ne parla Plinio il Vecchio nel suo “Naturalis Historiae”
Anche durante il medioevo continuò l’estrazione del minerale e nei primi del 1500 il territorio di Gorno e le zone circostanti furono oggetto di studio da parte del grande Leonardo da Vinci. Un documento a tale proposito si trova attualmente conservato nella biblioteca... (continua)
Ma cosse fèt o taissina?
(continua)
inviata da adriana 8/8/2017 - 16:33
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Minatore

Minatore
Album : Ol cidì di Taissine

Testo reperito in questa pagina

Canto popolare dedicato alla tradizione mineraria;
il minatore, i pericoli della miniera,
la devozione a Santa Barbara
Anche ‘l mio padre
(continua)
8/8/2017 - 16:18

Complainte d’une occupée

Complainte d’une occupée
[1940?]
Parole di Maurice Van Moppès, sull’aria della canzone “J’en ai marre” (1922) del compositore Maurice Yvain
Testo trovato su questo forum

Maurice Van Moppès (1904-1957) è stato pittore, illustratore, scenografo e cantautore. Infermiere militare durante la Seconda Guerra mondiale, raggiunse De Gaulle a Londra e lì intervenne spesso alla trasmissione della BBC "Les français parlent aux français". Scrisse alcune canzoni su melodie molto note o popolari, con lo scopo di denigrare l'occupante nazista e incoraggiare la Resistenza. Quelle canzoni, da lui stesso illustrate, furono stampate in un piccolo pamphlet intitolato “Chansons de la BBC” che nel 1944 la RAF disperse su molti territori francesi. Il retro della brochure recava la frase “Les chansons que vous avez entendues à la radio vous sont apportées par vos amis de la RAF”
Du soir au matin
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/8/2017 - 15:30

Chanson de la milice

Chanson de la milice
[1943]
Versi di Maurice Van Moppès, sull’aria della popolare “Mon père m’a donné”

Maurice Van Moppès (1904-1957) è stato pittore, illustratore, scenografo e cantautore. Infermiere militare durante la Seconda Guerra mondiale, raggiunse De Gaulle a Londra e lì intervenne spesso alla trasmissione della BBC "Les français parlent aux français". Scrisse alcune canzoni su melodie molto note o popolari, con lo scopo di denigrare l'occupante nazista e incoraggiare la Resistenza. Quelle canzoni, da lui stesso illustrate, furono stampate in un piccolo pamphlet intitolato “Chansons de la BBC” che nel 1944 la RAF disperse su molti territori francesi. Il retro della brochure recava la frase “Les chansons que vous avez entendues à la radio vous sont apportées par vos amis de la RAF”
Les miliciens qui sont Nazis
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/8/2017 - 13:58

L'autre jorn, el pueg d'Eschalas

L'autre jorn, el pueg d'Eschalas
[XVIII° secolo]
Un “Nadalet”, un canto di Natale della tradizione occitana (da Tulle / Tula, Nouvelle-Aquitaine), attribuito al religioso e letterato settecentesco Bertrand de Latour di Toulouse (ma potrebbe anche trattarsi di un canto di anonimo ottocentesco)
Testo trovato qui. La fonte è la raccolta "Chants et chansons populaires du Limousin" curata da J. B. Chèze, Léon Branchet e Johannès Plantadis, risalente alla fine dell’800 e ripubblicata da ultimo nel 1995.

Curioso e buffo questo nadalet, che racconta di alcuni amici, pastori a Puy des Échelles, nel Limousin, ai quali gli angeli annunciano la nascita del Salvatore, sicché quelli se ne partono verso Betlemme (a un tiro di schioppo dall’Occitanie!), portando con sé non doni preziosi, perché sono poveri e la guerra li ha privati di tutto, ma solo qualche animale, compresi due galletti cui è stata tagliata la cresta per farli passare... (continua)
L'autre jorn, el pueg d'Eschalas, (1)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/8/2017 - 09:05
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Selh qui s•irais ni guerrey•ab Amor

Selh qui s•irais ni guerrey•ab Amor
[fl. 1190/1221]
Canso di Aimeric de Peguilhan (ca. 1170 - ca. 1230)
Musica originale

Si tratta in realta delle due strofe iniziali di una delle sei lunghe cansons di Aimeric de Peguilhan di cui ci è pervenuta la musica originale. Il testo completo della canso si può vedere qua, ma generalmente, e specialmente per il suo decisissimo attacco contro la guerra, di questa canso di Aimeric attualmente vengono eseguite esclusivamente proprio queste due strofe.

Di essere contro la guerra, Aimeric ne aveva del resto ben donde. Nato verso il 1170 a Peguilhan, nell'Alta Garonna non lontano da Saint-Gaudens, Aimeric (o Aimery, a volte italianizzato in Emerico di Peguilain) era figlio di un mercante di stoffe ed ebbe come suo primo mecenate Raimondo V di Tolosa. Passato al servizio del figlio Raimondo VI, nel 1212 dovette fuggire dalla regione, minacciata dalla Crociata contro gli Albigesi. La sua... (continua)
Selh qui s•irais ni guerrey•ab Amor
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 8/8/2017 - 00:18

La Carcassounéso

La Carcassounéso
[1923]
Testo / Paroles: Jean François Jeanjean
Musica / Musique: E. Lacombe

In base alle scarsissime notizie biografiche presenti in rete, Jean François Jeanjean, autore e poeta, sarebbe nato il 20 maggio 1877 a Carcassonne e morto il 7 luglio 1956. Fu storico, corrispondente del Ministero della Pubblica Istruzione e consigliere comunale di Carcassonne. E' l'autore di questa Carcassonese in lingua occitana, canto assai popolare musicato da E. Lacombe (su cui non ho potuto reperire notizia alcuna). Il canto sarebbe stato composto esattamente il 13 luglio 1923, ma ebbe il suo “momento di gloria” in occasione delle grandi feste dell'estate 1936 tenutesi nella storica cittadina dell'Aude restaurata (con parecchie fantasie medievaleggianti) dal famoso architetto Viollet-le-Duc.
Carcassona, sovenir plen de glòria
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/8/2017 - 23:36
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La Chanson des V

La Chanson des V
[1941-43]
Versi di Maurice Van Moppès, sulla melodia della Sinfonia n. 5 in do minore Op. 67 che Ludwig Van Beethoven compose tra il 1807 ed il 1808.

Maurice Van Moppès (1904-1957) è stato pittore, illustratore, scenografo e cantautore. Infermiere militare durante la Seconda Guerra mondiale, raggiunse De Gaulle a Londra e lì intervenne spesso alla trasmissione della BBC "Les français parlent aux français". Scrisse alcune canzoni su melodie molto note o popolari, con lo scopo di denigrare l'occupante nazista e incoraggiare la Resistenza. Quelle canzoni, da lui stesso illustrate, furono stampate in un piccolo pamphlet intitolato “Chansons de la BBC” che nel 1944 la RAF disperse su molti territori francesi. Il retro della brochure recava la frase “Les chansons que vous avez entendues à la radio vous sont apportées par vos amis de la RAF”

Le “Dorifore” della seconda strofa sono i terribili... (continua)
Il ne faut pas
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2017 - 23:06

Adieu, ville de Toulon

anonimo
Adieu, ville de Toulon
[XIX° secolo]
Ho trovato il testo su Chants populaires français ma la fonte principale è il volume “Chants et chansons de la Savoie”, edito nel 1910 (in seguito con il titolo “Vieilles chansons savoyardes”), a cura di Claudius Servettaz (1871-1926), professore di musica e ricercatore folklorico dell’Haute Savoie

Dal porto di Toulon, durante tutto l’Ancien Régime e fino all’800, partirono ed arrivarono quasi tutte le spedizioni militari e coloniali francesi… E ancora oggi quel porto ospita la più importante base militare navale francese, insieme a quella di Brest.

La bella Mélie, quasi sicuramente una prostituta, rifiuta il denaro che le viene offerto da un giovane in partenza per la guerra: “La guerra, l’esercito, combattere il nemico, quella è la peggior miseria!”
Adieu, ville de Toulon,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2017 - 13:28

Adieu les filles du Dauphiné

anonimo
Adieu les filles du Dauphiné
[XIX° secolo]
Canzone dalla regione storica e culturale francese del Dauphiné
Ho trovato il testo su Chants populaires français ma la fonte principale è il volume “Chants et chansons de la Savoie”, edito nel 1910 (in seguito con il titolo “Vieilles chansons savoyardes”), a cura di Claudius Servettaz (1871-1926), professore di musica e ricercatore folklorico dell’Haute Savoie

Amore e guerra, due concetti assolutamente contrapposti. A fare le spese delle guerre, sempre le donne prima di ogni altro: “Ragazze da marito, non fatevi abbindolare, che i vostri amanti sono volubili: fanno finta di amarvi, promettono di sposarvi, e poi ecco che si arruolano per la prima guerra e vi abbandonano...”
Adieu les fill's du Dauphiné,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2017 - 11:47

Adieu, belle Louison

anonimo
Adieu, belle Louison
[1823]
Canzone di autore anonimo, diffusa in Savoia e Provenza, risalente alla campagna napoleonica di Russia.
Ho trovato il testo su Chants populaires français ma la fonte principale è il volume “Chansons populaires, recueillies dans les Alpes françaises (Savoie et Dauphiné)”, a cura di Julien Tiersot (1857-1936), pubblicato a Grenoble nel 1903. A sua volta l’autore indicava come fonte un manoscritto rinvenuto nella zona di Tour, Chamonix.

Nella seconda strofa è esplicito il riferimento all’infausta campagna militare condotta da Napoleone contro la Russia nel 1812. In soli 6 mesi, tra giugno e dicembre, dei 600.000 soldati che costituivano il corpo di spedizione francese ne scomparvero 500.000, tra morti, dispersi e prigionieri.
Adieu, belle Louison,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2017 - 09:14
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O Sardigna patria nostra [O Sardigna, custa est s'ora]

O Sardigna patria nostra [O Sardigna, custa est s'ora]
[1973]
Testo di Angelo Caria
Musica: По долинам и по взгорьям

Il canto, divenuto un vero e proprio inno indipendentista sardo, fu scritto nel 1973 dal poeta e attivista indipendentista Angelo (Anghelu, Anzelu) Caria, autore tra le altre cose anche della versione sarda dell'Internazionale. Angelo Caria, nato a Nuoro/Nùgoro il 19 maggio 1947 e morto sempre a Nuoro il 24 febbraio 1996, è stato un protagonista della lotta indipendentista sarda in chiave socialista, anticolonialista e antimilitarista. Fu il fondatore del quotidiano marxista e anticolonialista Su populu Sardu, da cui nascerà un movimento omonimo nel 1973.

Non esiste un “titolo fisso” per questo canto, che Angelo Caria adattò alla melodia del canto partigiano russo По долинам и по взгорьям (e, quindi, anche della Makhnovtchina, il canto delle milizie anarchiche ucraine di Nestor Makhno). Il canto è noto sia come O Sardigna patria... (continua)
Oh Sardigna custa est s'ora
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/8/2017 - 19:53
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Ba'r meskach

Ba'r meskach
[2001]
Dal cd “Eured an diaoul” (Le Nozze del diavolo)
D'après le cd "Eured an diaoul" (Les Noces du Diable)

“La Bretagne a-t-elle autant de charmes pour border de sable l'horizon”, diceva un giovane Gilles Servat. Dopo Glenmor “la primogenitura”, Stivell “la limpidezza”, Servat “la bellezza”, Gwernig “la migrazione” ecco Tanguy “la sporcizia”:
“...solitario sono corso verso la morte e la battaglia...non mi hanno ancora preso, la mia pelle non è in vendita, non sono ancora cotto, il vecchio non è ancora morto...è l'ultima volta che annunciano la pace...è l'ultima volta che annuncio la guerra...il disordine nel cuore delle vostre chiese creerà un gran tumulto, quando l'onda è là, è troppo tardi per il dispiacere, quando il cerchio non è più tondo, siete stregati...io mescolerò le lettere del vostro alfabeto, i bambini lasceranno le vostre case per seguire il suono del mio flauto nelle... (continua)
M eus an’ve’et mat ar paotr
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 6/8/2017 - 12:24
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Makeba

Makeba
(2016)
dall'album Zanaka

In questa calda estate le CCG si concedono un pezzo assolutamente danzereccio, ma dedicato alla grandissima Miriam Makeba e alla sua lotta contro l'apartheid e per i diritti umani.
Ooohe
(continua)
5/8/2017 - 22:13
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Hijos naturales de Pizarro

Hijos naturales de Pizarro
2017
EP Giramondi
Hijos naturales de Pizarro
(continua)
inviata da Dq82 4/8/2017 - 19:35
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Chi vole lo mondo desprecçare

Chi vole lo mondo desprecçare
[XIII° secolo]
Lauda medievale contenuta nel cosiddetto “Laudario di Cortona”, lì riscoperto e conservato, nella Biblioteca del Comune e dell'Accademia Etrusca. Si tratta di un manoscritto di laude con notazione musicale, la più antica collezione conosciuta di musica italiana in lingua volgare, nonché l'unica del XIII secolo.
Interpretata da innumerevoli ensemble classici, e anche da Giovanna Marini, con l’ensemble Micrologus, nel disco del 1999 intitolato “Cantico della terra”

Se sulle CCG/AWS c’è già 'A livella di Totò, non poteva mancare anche questa Lauda, che ne è in qualche modo il presupposto...
Chi vol[e] lo mondo desprecçare
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/8/2017 - 14:05
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Il denaro dei nani

Il denaro dei nani
[anni 80]
Parole di Luisa Zappa Branduardi (ispirate da qualche leggenda di tradizione celtica)
Musica di Angelo Branduardi
Un inedito presente in “Senza spina”, album live registrato durante un concerto all’Olympia di Parigi nel dicembre 1986 e pubblicato soltanto nel 2009.

«[…] Oggi che la crisi è sotto gli occhi di tutti, che gli effetti dello sfruttamento sconsiderato delle risorse naturali si toccano con mano, essere antimoderno è diventato un valore. Abbiamo visto cadere due muri, il Muro di Berlino e ora il muro del turbocapitalismo. Tutti sappiamo che il mito della crescita continua è falso, non può reggere, e che non potremo più vivere come siamo vissuti prima. Non mi piace citarmi, ma in fondo questo lo dicevo già qualche anno fa, nella canzone Il denaro dei nani (2009, nell’album Senza spina, ndr). È uno dei pochi testi del mio repertorio che si presta a una duplice lettura.... (continua)
Ora te la canto, canta che io conto.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/8/2017 - 13:40
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Les dictateurs

Les dictateurs
[2014]
Parole di Philippe Katerine
Musica di Philippe Katerine e Sébastien Akchoté, in arte SebastiAn
Nell’album intitolato “Magnum”
Les dictateurs
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/8/2017 - 13:09
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Liberté

Liberté
[2010]
Parole e musica di Philippe Katerine
Nell’album “Philippe Katerine”
Liberté mon cul !
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/8/2017 - 08:54
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La Reine d'Angleterre

La Reine d'Angleterre
[2010]
Parole e musica di Philippe Katerine, feat. Arthur Brondy
Nell’album “Philippe Katerine”

God Save The Queen!
Dam-Dam, Dam-Dam, Dam-Dam
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/8/2017 - 08:48
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Juifs Arabes

Juifs Arabes
[2010]
Parole e musica di Philippe Katerine
Nell’album “Philippe Katerine”

[…]“Juifs Arabes” invece nasce da un’osservazione fatta in tour: gli ebrei applaudono con le mani in basso e gli arabi alzandole, da questo si origina una versione super-dance e politicamente scorretta del caro vecchio “sacco pieno/sacco vuoto”, il video ritrae Katerine vestito da vescovo in una sorta di party sado-gay, l’intelligente mossa di far uscire il singolo in concomitanza con la discussione in parlamento sulla laicità dello stato francese ha portato molta fortuna al pezzo.
(da Orrore a 33 giri)
Juifs Arabes
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/8/2017 - 08:37
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11 septembre

11 septembre
[2005]
Parole e musica di Philippe Katerine
Nell’album intitolato “Robots après tout”
Je suis allé à la préfecture
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/8/2017 - 08:35
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J’ai 30 ans

J’ai 30 ans
[1998]
Parole di Philippe Blanchard, in arte Philippe Katerine
Musica di Philippe Katerine e del duo jazz e improvvisazione musicale The Recyclers, composto da Benoît Delbecq e Steve Arguëlles.
Nell’album intitolato “Les créatures”, pubblicato nel 1999
J'ai trente ans aujourd'hui 8 décembre 1998 mardi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/8/2017 - 08:32
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Au cours de cette terrible guerre

anonimo
Au cours de cette terrible guerre
[Prima o Seconda Guerra Mondiale]
Nella raccolta “Chansons Maritimes” realizzata dall’etichetta L'Autre Distribution nel 2010.
Raccolta da Michel Lefèvre (?) nel 1988 à Etaples, Pas-de-Calais, da Marie-Antoinette Lamour (detta “Nénette», sposata Lebas, 1926-2007) et da Thérèse Lamour (sposata Roux, classe 1929)
Sull’aria della popolare “Le costaud de la lune”
Testo trovato su Chants populaires français

Dato il riferimento al sous-marin nella seconda strofa, potrebbe datarsi la canzone persino alla Grande Guerra, che già allora furono operative unità sommergibili soprattutto tedesche (Unterseeboot, abbreviato in U-Boot) che fecero gran danno alla marina mercantile e da guerra degli Alleati. La minaccia sottomarina tedesca fu il principale pretesto per l’ingresso degli Stati Uniti nel primo conflitto mondiale.

Più facilmente però – data l’età delle informatrici – la canzone si riferisce alla Seconda Guerra Mondiale.
Au cours de cette terrible guerre
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/8/2017 - 13:34
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Brigante

Brigante
2017
Eternal Vibes
Nu aggiu crisu mai a quiddhru ca dici
(continua)
inviata da dq82 31/7/2017 - 18:09
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Himna generacije

Himna generacije
[2017]
Singolo : Himna generacije
Čim progledam ujutro
(continua)
inviata da adriana 31/7/2017 - 11:25
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Sull'argine

Sull'argine
Alla camminata del 25 aprile 2017, nel 72° anniversario della Liberazione, il cantautore cesenate Enrico Farnedi ha composto una canzone ispirata al passaggio del fronte sul Senio.

Enrico ha visitato Cotignola, il Museo Varoli, si è fatto raccontare le storie di Vittorio e Serafina Zanzi, Luigi e Anna Varoli, Leno e don Stefano... questa è la canzone che ne è nata.
Da questa pagina

2020
Canzoni sul Senio


1945-2020: 75° anniversario della Liberazione

Canzoni sul Senio è un disco che nasce sugli argini del fiume e parla di quando la guerra qui si fermò. È dedicato a tutti coloro che non possono più ascoltare le storie dai diretti testimoni degli eventi del fronte.
primolacotignola.it


Sull'argine - Enrico Farnedi
Un giovedì - Francesca Amati
La città di carta - Giacomo Scudellari
A cuore freddo - Mara Luzietti
Il ponte Bailey - Vittorio Bonetti
Regali mai scartati - Eloisa Atti
Per... (continua)
Le uova nel cartoccio
(continua)
inviata da adriana 31/7/2017 - 10:50

Belfast Shoemaker

anonimo
Belfast Shoemaker
[dopo il 1798]
Testo trovato sull'insostituibile Mudcat Café
Nel repertorio di Frank Harte

Frank Harte – Traditional Songs of Dublin Streets

Pure interpretata da Wallace House in “Irish Songs Of Resistance - The Great Rebellion”

Una delle tante versioni di questa canzone assai cara agli irlandesi, che fu composta dopo la grande (e sconfitta) rivolta del 1798, guidata da un gruppo di rivoluzionari di ispirazione repubblicana, la Society of United Irishmen, sulla quale si vedano – tra le diverse presenti sul sito – le canzoni Henry Joy e The Croppy Boy.
Come all you true born Irishmen wherever you may be
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/7/2017 - 21:50
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L'uomo al centro del mondo

L'uomo al centro del mondo
2012
Cuori e confini

L’uomo al centro del mondo - Porre “l’uomo al centro del mondo” in una sorta di neo-umanesimo allargato che riporti nella quotidianità i valori più autentici dell’umanità, per vestire di maggio il giorno, ridare al sogno il coraggio, gettare le armi - non solo quelle che feriscono i corpi, ma anche quelle che trucidano l’anima- rivedere la luna nel cielo, “la sposa danzare la banda suonare”. Rimettere l’umanità al centro del mondo per far germogliare il giardino del vivere e togliere spazio al deserto che avanza. Ospite Papet J dei Massilia Sound System in un raggamuffin finale tra rock e drum & bass.
Se alzo gli occhi nell'ora di punta non vedo che un rumore che soffoca in fretta tra insegne e passanti tra passato e futuro perché quando tutto intorno ruota come se l'uomo non c'è il deserto che avanza e un ordigno che esplode sul ponte delle parole ma se
(continua)
inviata da Dq82 30/7/2017 - 17:46
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La mia terra

La mia terra
2012
Cuori e confini

La mia terra - Il Salento, terra della band, difesa nella sua bellezza ancestrale ed arcaica. Una difesa della propria terra, la terra che si ama, che si fa difesa di ogni terra, che porta a denunciare “gli assalti di chi la vuole violentare”: di chi la svende mettendola “in vetrina” o di chi la sfregia con emissioni inquinanti, progetti di centrali nucleari e piattaforme petrolifere o barattando “alberi antichi per nuovi alberghi sul mare”. Terra che ieri “danzava col ragno per liberarsi del veleno” mentre oggi è asfissiata da un veleno meno simbolico che la uccide, la diossina. Terra ieri “che fu contadina” mentre oggi quell’immensità culturale di gesti, credenze e saperi del vissuto quotidiano -compresa la creativa capacità di inventare parole nuove in dialetto- si smarrisce sotto i tacchi dell’incalzante modernità consumistica che tutto appiattisce ed omologa inducendo... (continua)
Vivo in una terra che non si dimentica
(continua)
inviata da Dq82 30/7/2017 - 15:21
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Educato delirio

Educato delirio
2012
Cuori e confini

Educato Delirio - Educare “condurre fuori”. Delirio “uscire dal solco”. Un recupero dei significati etimologici di queste due parole, per scoprirne la loro portata rivoluzionaria ed eretica. Un invito ad alimentare, coltivare, fomentare un educato deliro, tra strofe raggamuffin e un ritornello in levare, citazione modernizzata nella lingua di un passo leopardiano.
Cosa dovrei cantare del mio tempo
(continua)
inviata da Dq82 30/7/2017 - 14:52
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Завещание

Завещание
1841

Se ne trovano versioni musicate in russo. Una della band Aloe

Musicata e tradotta in italiano da Beppe Chierici e Daisy Lumini
Наедине с тобою, брат,
(continua)
inviata da Dq82 28/7/2017 - 19:15

Boris Vian: Lettre à sa Magnificence le Baron Jean Mollet  Vice-Curateur du Collège de 'Pataphysique sur les truqueurs de la guerre'

Boris Vian: Lettre à sa Magnificence le Baron Jean Mollet  Vice-Curateur du Collège de 'Pataphysique sur les truqueurs de la guerre'
L'on s'en doutait parfois, comme je ne saurais l'apprendre à Votre Magnificence, mais le doute n'est plus possible ; le moment est venu de le dire au grand jour ; la guerre est truquée. Quelle guerre ? Je n'en mets aucune spécialement en cause ; à mon avis, il n'y en a pas encore eu une bonne, et l'on verra pourquoi. Il me semble, et c'est tout, utile et urgent d'attirer l'attention des bons citoyens sur le mauvais usage que l'on fait de leurs deniers.
(continua)
inviata da Dq82 28/7/2017 - 17:29
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Orsù compagni di Civitavecchia

anonimo
Orsù compagni di Civitavecchia racconta dei comunisti di Civitavecchia che dovettero abbandonare la loro città distrutta da innumerevoli bombardamenti aerei. Parte di loro andranno a costituire la formazione partigiana che avrebbe operato sui monti della Tolfa. Altri, invece, si raduneranno nel viterbese, nella zona circostante il paese di Bieda. Il testo del canto è di autore anonimo, mentre la musica è quella della canzone anarchica Inno della rivolta . Il canto è stato raccolto a Roma dalla voce di alcuni comunisti ex-detenuti nel carcere di Civitavecchia nel 1939 [Cfr. Savona A. V., Straniero M. L., cit., p. 508]
Da questa pagina
Orsù compagni di Civitavecchia
(continua)
inviata da adriana 28/7/2017 - 17:07

Tao Te Ching: XXXI

Tao Te Ching: XXXI
Il Daodejing (道德經T, 道德经S, Pinyin:Dàodéjīng, Wade-Giles: Tao Te Ching «Libro della Via e della Virtù») è un testo cinese di prosa talvolta rimata, la cui composizione risale a un periodo compreso tra il IV e il III secolo a.C.

Il testo è stato musicato nella sua traduzione italiana da Daisy Lumini e Beppe Chierici
第三十一章
(continua)
inviata da Dq82 28/7/2017 - 16:19
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Gotta Get a Grip

Gotta Get a Grip
(2017)
EP: Gotta Get a Grip / England Lost

Quanto a Gotta Get a Grip (traducibile con “devo darmi una calmata”), qui si va giù duri: «Il mondo è sottosopra, guidato da pazzi e pagliacci, nessuno dice la verità e il manicomio governa la città». Come se ne esce? Provando di tutto: «Ho provato una deviazione e la coercizione, meditazione e medicazione, la cultura di Los Angeles e l’acquapuntura, ingozzarmi di cibo e incontri di sesso, pazzia indotta e il Cristianesimo, lunghe passeggiate e guide veloci, bordelli e immersioni di profondità». Niente da fare: «Piovono immigrati, i rifugiati entrano sotto pelle, teniamoli giù, teniamoli fuori. Intellettuali chiudete il becco. Picchiamoli con un bastone. Caos, crisi, instabilità, Isis, bugie e scandali, guerre e vandali, truffe informatiche e false politiche, sbattiamo tutto in gattabuia». Il tutto detto, o gridato, con quella sua voce ormonale... (continua)
Gotta get a grip
(continua)
27/7/2017 - 21:56
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La tempesta

La tempesta
2017
EP Giramondi
Per cuscino un salvagente
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2017 - 17:27
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Timor

Timor
1996
Birrkuta – Wild Honey
I saw a man in my dream, calling out, in the Timorese language,
(continua)
inviata da Dq82 27/7/2017 - 13:29

Letters From Iraq

Letters From Iraq
2017
Letters from Iraq



Rahim AlHaj – Letters from Iraq (Smithsonian Folkways, 2017)

#CONSIGLIATOBLOGFOOLK

Rahim AlHaj ha incontrato l’‘ūd all’età di nove anni quando frequentava la scuola primaria. A tredici è stato ammesso al Conservatorio di Baghdad dove si è diplomato; è stato discepolo dell’immenso maestro Munir Bachir e di Salim Abdul Kareem. Sappiamo dai dati di cronaca che, tuttavia, la sua carriera di prestigioso strumentista alla quale era avviato è stata ostacolata dal suo rifiuto di sostenere il Ba’ath, il partito all’epoca al potere in Iraq. Dopo aver subito carcere e tortura, dopo la Prima Guerra del Golfo, nel 1991, AlHaj lascia il paese, stabilendosi prima in Giordania, poi in Siria. Nel 2000 riesce a emigrare negli Stati Uniti, nel New Mexico, dove inizia – non a cuor leggero, considerato il suo status di virtuoso dello strumento principe della musica araba – ad esibirsi... (continua)
Strumentale
inviata da Dq82 27/7/2017 - 12:58

The Deserter (When the Battle It Was Won)

anonimo
The Deserter (When the Battle It Was Won)
[XIX° sec.?]
Testo trovato sul sempre ottimo Mudcat Café
La fonte è “Songs of the Newfoundland Outports”, a cura di Kenneth Peacock, 1965

Una canzone che in una versione raccolta in Nova Scotia termina semplicemente con la prigionia del soldato disertore, mentre in un'altra scovata nel Newfoundland (sempre in Canada) negli anni 50 dall'etnomusicologo Kenneth Howard Peacock (1922–2000) prosegue nel racconto. “Willie” viene fucilato per diserzione e l'ufficiale che ha comandato il plotone d'esecuzione (anvédi 'sto stronzo!) si mette a corteggiare la di lui ormai ex fidanzata Mary. La quale lo lascia avvicinarsi e poi gli spara, uccidendolo e vendicando il suo amore... Brava! Ben fatto!
You tender-hearted parents wherever that you be,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2017 - 21:14
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Letters Home

Letters Home
[2013]
Parole e musica di Ben Cooper (1982-), songwriter di Jacksonville, Florida
Da “The Branches”, secondo album della trilogia “The Family Tree” inaugurata nel 2011 e interamente dedicata alla storia di una famiglia immaginaria, i Northcotes, attraverso più generazioni.

“Robert’s son, Chase (also mentioned as the older brother in “Mountains”), is writing home from his hospital bed. He was shot in the abdomen and doesn’t know if he will pull through. He makes peace with his fate over the course of writing it, but dies soon after. Robert receives the body of his son.” (Radical Face)

Chase è partito militare ed è stato spedito su qualche fronte a combattere. Viene ferito e scrive dal letto dell’ospedale. Sa che sta morendo e fa pace con sé stesso. Nella seconda parte del brano (“Letters Home: Aftermath”, brano presente nell’EP parallelo “The Bastards: Volume Two”, sempre del 2013) il padre Robert riceve le spoglie del figlio.
So...
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2017 - 13:23
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The Deserter's Song

The Deserter's Song
[2010]
Parole e musica di Ben Cooper (1982-), songwriter di Jacksonville, Florida
Nell’EP intitolato “Touch the Sky”
Skies black, cold and vacant now
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/7/2017 - 08:31
Percorsi: Disertori
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Sodade

Sodade
[1954]
Parole e musica di Armando Zeferino Soares (1920-2007), di professione commerciante, compositore nativo di Praia Branca, sull'isola di São Nicolau, nell'arcipelago di Cabo Verde.

Una canzone che è il simbolo stesso di Cabo Verde, resa immortale nell'interpretazione di Cesária Évora ma, ancor prima di lei, dal cantautore angolano José Adelino Barceló de Carvalho, detto Bonga che la interpretò fin dai primi anni 70 e la incise – con il titolo “Kamin Longe”, poi cambiato in “Sodade” nelle edizioni più recenti – nel suo secondo disco, “Angola 74”.



Per molto tempo la canzone è stata attribuita ad Amândio Cabral e Luís Morais, anche loro musicisti caboverdiani, ma nel 2006, dopo approfonditi accertamenti, la giustizia si è pronunciata in via definitiva riconoscendo ad Armando Zeferino Soares la paternità del brano. Lui non si godette per nulla celebrità e diritti, visto che morì l'anno... (continua)
Quem mostro'b ess caminho longe?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/7/2017 - 22:36
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Mariquinha

Mariquinha
[1988]
Parole e musica di José Adelino Barceló de Carvalho (1942), detto Bonga, cantautore angolano
Nell’album “Malembe, Malembe e Reflexão”
Mariquinha vem comigo p’r Angola
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/7/2017 - 08:56
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Ngo Kuivu

Ngo Kuivu
[2016]
Parole e musica di José Adelino Barceló de Carvalho (1942), detto Bonga
In “Recados de Fora”, ultimo album del grande cantautore angolano.
Testo trovato sul suo sito ufficiale
Ngo kuivu nakuetenu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/7/2017 - 08:33
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There Were Tears

There Were Tears
(2016)
Album: The Wrong Kind of War

Un bel pezzo folk-soul presentato come un dialogo immaginario tra Nelson Mandela e le nuove generazioni, sull'importanza di combattere per la giustizia perché "Mandela non era un eroe ma solo una persona determinata a far trionfare la pace che non può esistere senza giustizia".
There were tears and fears even in my dreams
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 24/7/2017 - 21:05
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Pernacchie contro la guerra

Pernacchie contro la guerra
Testo reperito nel volume "Mostra inCantata"
C’è un uomo nel mondo
(continua)
inviata da adriana 24/7/2017 - 11:29
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Mona Ki Ngi Xiça

Mona Ki Ngi Xiça
[1972]
Parole e musica di José Adelino Barceló de Carvalho (1942), detto Bonga, cantautore angolano.
Nel suo album d'esordio, “Angola 72”

Giovane promessa dell'atletica quando l'Angola era ancora sotto dominazione portoghese, José Adelino Barceló de Carvalho scelse poi la musica e, attraverso di essa, l'impegno per la liberazione del suo paese. Questa canzone in kimbundu, una delle tante lingue angolane, racconta di esilio, il destino che toccò a José Adelino Barceló de Carvalho fin dai primi anni 70 quando, ricercato dalla PIDE per la sua attività politica, dovette riparare a Rotterdam, dove registrò questo suo album d'esordio adottando il nome d'arte e di battaglia di Bonga.

Non conosco il kimbundu, ma in un'edizione francese del 1975 ("Noir, Ton Pays!") il titolo “Mona Ki Ngi Xiça” è tradotto come “Le dernier message” e la traduzione parziale è la seguente, diversa da quella che normalmente... (continua)
Alukenn n'golafua
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/7/2017 - 21:00
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Sweet Anne's Road

Sweet Anne's Road
For more information on the song go to www.folkfilms.com and click on the "Sweet Anne's Road" tab.
Kind friends my heart is broken I can no longer stand
(continua)
inviata da Jim Sharkey 23/7/2017 - 01:41
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St Patrick's Brave Brigade

St Patrick's Brave Brigade
2012
It's all good

Well, my name is Patrick O'Connor
(continua)
inviata da Dq82 22/7/2017 - 22:11
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No Human Is Illegal

No Human Is Illegal
2016
Venceremos
Five hundred words are signed and sealed
(continua)
inviata da Dq82 22/7/2017 - 18:32
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Gaetano

Gaetano
2012
Volevamo uccidere il re
Dicono che sono un assassino, è vero
(continua)
inviata da Dq82 22/7/2017 - 17:12
Percorsi: Gaetano Bresci
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11 settembre '73

11 settembre '73
2015
Non canto per cantare
Attraverso i deserti del salnitro e le miniere sottomarine di carbone
(continua)
inviata da Dq82 22/7/2017 - 16:53
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Eroe Borghese

Eroe Borghese
2015
Non canto per cantare

Canzone dedicata all'avvocato Giorgio Ambrosoli (Milano, 17 ottobre 1933 –Milano, 11 luglio 1979).
Nominato commissario liquidatore della Banca Privata Italiana e delle attività finanziarie del banchiere siciliano Michele Sindona, fu assassinato l'11 luglio 1979 da un sicario ingaggiato dallo stesso Sindona.
Uno che secondo Andreotti "se la andò a cercare".
Santo subito o criminale
(continua)
inviata da Dq82 22/7/2017 - 16:49
Percorsi: Mafia e mafie
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Easter Mourn

Easter Mourn
2017
One more last Hurrah

“The song was inspired by a story I read about Canon O’Neill who wrote the modern lyrics to The Foggy Dew. Came up with my own arrangement for the upcoming release and read about how he wrote it after he attended the first sitting of the new Irish Parliament, known as the Dail. The names of the elected members were called out, but many were absent. Their names were answered by the reply “faoi ghlas ag na Gaill” which means “locked up by the foreigner”. the line just hit me and it call came from there… it’s an homage to Foggy Dew basically”
Easter mourn in the early light of Spring April 1916
(continua)
inviata da Dq82 21/7/2017 - 22:37
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Rising Down

Rising Down
Album: Nine Pin (2015)

It’s a testament to Kaia’s skill as a lyricist that the following pair of songs, ‘Paradise Fell’ and ‘Rising Down’ – both inspired by the Black Lives Matter movement – can include thought-provoking political points within what may seem to be simple descriptive narratives. It’s a powerful combination – think of Abel Meeropol’s 1937 poem Strange Fruit, as interpreted by Billie Holiday – poverty, racism and the host of daily microaggressions inflicted on Black people the world over are all invoked with grace and subtlety. ‘Rising Down’ in particular should be enough to make any white person reflect on the part she plays in these continuing inequalities and what she can contribute to the vital process of anti-oppression work. There’s no doubt in my mind that these two songs together are the highlight of the album, more than worth the price of admission on their own.

Folkradio
Arise, Arise
(continua)
21/7/2017 - 22:13
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Dictatorship of Capital

Dictatorship of Capital
1991
Dance of the underclass
You're trying to tell me capital has won at last
(continua)
inviata da Dq82 21/7/2017 - 22:08
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Blue Murder

Blue Murder
1995
Saturday Johnny & Jimmy the Rat – Hulett and Swarbrick

Blue Murder’ was one of two songs he wrote about the suffering of those who worked in the blue asbestos mine in Wittenoom, Western Australia. Countless miners and their families who paid with their health and lives after being exposed to lethal asbestos fibres, a health hazard well known to those who ran the mine.

Alistair originally wrote the song for a play while still in Roaring Jack. He eventually recorded it for his third solo album “Saturday Johnny & Jimmy the Rat”, together with folk legend Dave Swarbrick on fiddle!
They say it’s easy money
(continua)
inviata da Dq82 21/7/2017 - 21:58
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The Ballad of N.A.T.O.

The Ballad of N.A.T.O.
2000
Long Dim Road
You say you’re telling me right now of how you think that it should be
(continua)
inviata da Dq82 21/7/2017 - 21:21
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Hunger Strike/Harmony

Hunger Strike/Harmony
2008
On A Fine Spring Evening

Canzone dei Tossers che parla di Bobby Sands e della sua morte per fame dopo 66 giorni di sciopero. Non sono riuscito a trovare se il recitativo sia uno scritto di Sands. Anche il titolo dell'album richiama la morte di Bobby Sands, morto il 5 maggio.
When I was a child I would lie in the green
(continua)
inviata da Dq82 21/7/2017 - 21:12
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1969

1969
2017
Smash the windows

1969: Fervono movimenti per i diritti civili in Irlanda del Nord (come il Nicra, Norther Ireland Civil Right Association, o il People’s Democracy), che denunciano le disparità tra le due comunità nordirlandesi. La tensione sale alle stelle in corrispondenza della rivolta cattolica a Derry, scoppiata in opposizione a una marcia unionista che aveva attraversato il Bogside, storico quartiere cattolico della città. I disordini e le violenze tra le due comunità si estendono anche a Belfast, dove i britannici decidono di costruire un muro - ancora oggi esistente - per separare il quartiere cattolico da quello protestante, nell’ovest della città. È l’inizio dei cosiddetti ‘Troubles’ (letteralmente: disordini), che vedranno da questo momento in avanti il sistematico scoppio di violenze tra le due fazioni.

Per approfondimenti irlandaonline.com
Long ago, far away, far across the sea
(continua)
inviata da Dq82 21/7/2017 - 20:57
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A Love Supreme

A Love Supreme
(1965)

The John Coltrane Quartet

John Coltrane – bandleader, liner notes, vocals, tenor saxophone, soprano saxophone
Jimmy Garrison – double bass
Elvin Jones – drums, gong, timpani
McCoy Tyner – piano

Ieri erano cinquant'anni che ci ha lasciato il grande John Coltrane e per ricordarlo ancora una volta ci siamo decisi ad inserire quello che è considerato il suo capolavoro assoluto nel nostro sito.
Come scrive Valerio Mattioli su Internazionale:

Nel dicembre del 1964, il “quartetto classico” guidato da John Coltrane (McCoy Tyner al piano, Jimmy Garrison al basso ed Elvin Jones alla batteria) entrava ai Van Gelder Studios di Englewood Cliffs, New Jersey, per registrare A love supreme.

Lʼalbum sarebbe stato pubblicato dalla Impulse! qualche tempo dopo, nel febbraio del 1965, e da allora è rimasto non solo il disco-simbolo di quello che fan e devoti chiamano semplicemente... (continua)
"Acknowledgement" – 7:42
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 18/7/2017 - 23:06
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Life is for Living

Life is for Living
1988
Life Is For Living

Santana
1992
Milagro

Poi in "Sacred Fire - Live In South America", album live dell'anno seguente, dove il brano è intitolato "Vive la vida (Life is for Living)"

Un brano di Pat Sefolosha, leader dei Malopoets band sudafricana, poi riproposta nel 1992 da Santana
In this world there is so
(continua)
inviata da Dq82 18/7/2017 - 22:32
Video!

Peace on Earth... Mother Earth... Third Stone From the Sun

Peace on Earth... Mother Earth... Third Stone From the Sun
"Spirits Dancing In The Flesh" (1990)

(John Coltrane, Santana, Jimi Hendrix)
Hey everybody
(continua)
inviata da Dq82 18/7/2017 - 22:04
Video!

Brotherhood

Brotherhood
"Beyond Appearances" (1985)
Brotherhood...
(continua)
inviata da Dq82 18/7/2017 - 21:53
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No futur

No futur
[2017]
Il brano che apre “Droit dans le mur” l'ultimo album (uscito nel gennaio scorso) della punk band dell'Hauts-de-Seine.
Anche se il significato è identico, il titolo non è qui all'inglese, come nelle strofe di God Save The Queen dei Sex Pistols, per intenderci...
No problemo è invece in slang angloispanico americano...

“Mon passé est sordide, mon présent est un cauchemar, heureusement j'ai pas d'avenir. No futur.” (LSM)

Direi che la canzone potrebbe inserirsi non solo nel percorso “Morte al lavoro!” ma anche in quelli sulla “Guerra del lavoro”, sul “Lager dei matti” e sulle “Galere del mondo”, che per tanta gente senza futuro, senza speranza, questo mondo è un vero manicomio, una galera a cielo aperto...
Tous les matins quand je me réveille, no problemo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/7/2017 - 21:00
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Vik

2016
Quante stelle questo cielo questo mare,
(continua)
inviata da Dq82 18/7/2017 - 20:55
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Ni dieu ni maître

Ni dieu ni maître
[2015]
Traccia che dà il titolo all'album
Aujourd'hui j'ai décidé que je ne subirai plus
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/7/2017 - 20:26
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Sois pauvre et tais-toi

Sois pauvre et tais-toi
[2010]
La traccia che dà il titolo all'album
Oui, sois pauvre et tais-toi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/7/2017 - 20:11




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