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Francesco Guccini: Lui e lei

Francesco Guccini: Lui e lei
[1970]
Testo e musica di Francesco Guccini
Lyrics and music by Francesco Guccini
Album: Due anni dopo




A leggere i poeti (che nessuno al mondo , poi, leggerà mai)
di Riccardo Venturi

Quei poeti, che nessuno al mondo (poi) avrebbe mai letto, avevano un nome e un cognome. Erano quasi tutti di paesi strani e le loro poesie le avevano scritte in lingue anche più strane dei loro paesi; ogni tanto, però, provavo uno strano piacere nell'andare a cercare in mezzo ai classici, quelli che ci erano inflitti a scuola, per trovare la “perla sconosciuta” il cui autore non era da dire immediatamente. Sennò la sorpresa andava a farsi fottere, lo sgranamento degli occhi che era l'attesa conclusione quando il nome veniva finalmente rivelato. L'autore di quei versi che, per due o tre minuti, avevano fatto un po' sognare era lo stesso che, la mattina fra i banchi di classe, ci faceva caramellare i coglioni... (continua)
Lui e lei
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/5/2015 - 22:25
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Ambaradan

Ambaradan
[2015]
Testo e musica di Alessio Lega
Lyrics and music by Alessio Lega
dall'album ALESSIO LEGA e i MALFATTORI - AlbumConcerto (2016)

La simpatica parola “ambaradan” (o “ambaradam”), che in italiano colloquiale significa “casino, confusione, baraonda”, non ha un'origine tanto simpatica, come già abbiamo avuto modo di dire nell'introduzione ad un' omonima canzone degli Yo Yo Mundi, “Ambaradan” (del 2002). La battaglia per la conquista dell'Amba Aradam (nell'Etiopia Settentrionale) da parte delle truppe italiane durante la guerra abissina si svolse a partire dal 12 febbraio 1936 e fu un massacro dai risvolti, però, assai particolari. Nella battaglia dell'Amba Aradam, infatti, le truppe italiane erano alleate con delle tribù locali che, a loro volta, avevano stretto legami anche con gli etiopi. Nello scontro si creò ad un certo punto una tale confusione per cui nessuno era più in grado di... (continua)
Ambaradurambaradirambaradan
(continua)
inviata da daniela -k.d.- & Riccardo Venturi 20/5/2015 - 21:21
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La marcia dei suicidi

La marcia dei suicidi
[2013]
Scritta da Gianni Symbolo, ovvero Fabio Ghelli
Written by Gianni Symbolo, that is Fabio Ghelli
Interpretata da Davide Giromini
Performed by Davide Giromini


RIVOLUZIONI SEQUESTRATE
...e fu così che diventai un robot


La primitiva grafica dell'album/libro (2013)



La grafica definitiva (di Lavinia Mancini). Da tenere conto che Fragole e sangue non è effettivamente presente nell'album.



Matteo Fiorino Torre e Davide Giromini mentre eseguono per la prima volta le canzoni di Rivoluzioni Sequestrate in pubblico. Carrara, Palco 38, 18 gennaio 2013.



”È molto semplice. Un giorno vidi uno spettacolo teatrale sulla guerra di Spagna. Il teatro era molto piccolo, gli attori attempati e novecenteschi. Eravamo in cinque o sei in platea. Uno magro e brizzolato, che si vedeva essere stato un bell'uomo da giovane, ma ormai canuto e decadente, interpretava il ruolo di un intellettuale anarchico... (continua)
C'è chi la chiama diserzione
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/5/2015 - 19:15
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La luna sulle vette

La luna sulle vette
Non solo in Germania lo scoutismo dette origine ad esperienze resistenziali, come i “Navajos” di Colonia, in Italia vi fu l'importante esperienza delle Aquile Randagie



Nell'ottobre del 1922 sale al potere il partito fascista che si prefigge uno stato totalitario e dunque un controllo sulle idee della popolazione italiana, per raggiungere questo obiettivo pone subito molta attenzione all'educazione dei giovani, e quindi, il 14 gennaio 1923 nasce l'ONB (Opera Nazionale Balilla) e vengono sciolte tutte le organizzazioni a carattere o inquadramento militare. Alcuni prefetti applicano questa classificazione anche alle organizzazioni scout, nonostante spesso le autorità ecclesiastiche intervengano in loro difesa, e molte camicie nere cominciano a compiere atti di violenza contro appartenenti a gruppi scout, tanto che ad Argenta viene ucciso Don Minzoni, fondatore del gruppo scout locale.

Per... (continua)
La luna che risplende inonda di luce
(continua)
inviata da dq82 20/5/2015 - 18:06

Lied Von Navajos

anonimo
Lied Von Navajos
[1930s]
Inno dei “Navajos” di Colonia, gruppo di giovanissimi anti-hitleriani che si riconosceva nell’organizzazione degli “Edelweißpiraten”.
Testo originale e traduzione inglese da en.wikipedia

Se negli anni 30, quelli dell’avvento e del consolidamento del nazismo, gli Edelweißpiraten non furono che un’organizzazione giovanile di matrice scoutistica che si opponeva in modo spontaneistico all’autoritarismo e al militarismo cui erano improntati i gruppi giovanili nazisti, nel corso della guerra assunsero sempre di più una fisionomia resistenziale. Colonia fu la loro roccaforte, anche perché lì l’ombra della sconfitta del tracotante Terzo Reich fu visibile molto prima che altrove: la città fu infatti scelta dagli alleati come laboratorio della dottrina del bombardamento a tappeto e fu costantemente martellata fin dal maggio 1942 e quasi interamente distrutta.

Fu nelle cantine del quartiere... (continua)
Des Hitlers Zwang, der macht uns klein,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/5/2015 - 15:53
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Das weiche Wasser

Das weiche Wasser
[1988]
Testo / Lyrics / Text: Diether Dehm
Interpretata dall'autore e dai Bots
Performed by the author and by Bots



Interpretata dai Bots
Performed by Bots


È un curioso personaggio, Diether Dehm. Nato nel 1950 a Francoforte sul Meno, è sia un imprenditore discografico di successo, sia un cantautore assai engagé in proprio; ma notissima è anche la sua attività politica, che lo ha portato a far parte del Bundestag, il parlamento tedesco, dal 1994 al 2005. Nel 2015 ha annunciato il suo ritiro dalla scena politica attiva; aveva esordito nell' “ala sinistra” della SPD, la Sozialdemokratische Partei Deutschlands, ed è giustappunto questa sua canzone (conosciuta particolarmente nell'interpretazione dei Bots che qui conosciamo) che rappresenta da quando è stata scritta (1988) una sorta di “inno semi-ufficiale” del partito che fu del sig. Herbert Frahm, più noto come Willy Brandt; un nome... (continua)
Europa hatte zweimal Krieg,
(continua)
inviata da Juha Rämö 20/5/2015 - 13:35
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Nearer My Job to Thee

Nearer My Job to Thee
Musica / Music: »Nearer, My God, to Thee«
Nearer my job to thee,
(continua)
inviata da Juha Rämö 20/5/2015 - 13:21

Hallelujah, I'm a Bum

Musica: overture all'opera »The Miller and his Men« (Il mugnaio e i suoi uomini)
Music: overture to the opera »The Miller and his Men«
»Oh, why don't you work
(continua)
inviata da Juha Rämö 20/5/2015 - 13:16

Bronco Buster Flynn

Musica / Music: »Yankee Doodle«
I got your picture, Buster 1 dear,
(continua)
inviata da Juha Rämö 20/5/2015 - 13:08

Everybody's Joining It

Musica / Music: »Everybody's Doing It Now«

Audio link to »Everybody's Doing It Now« from 1912
Fellow workers, can't you hear,
(continua)
inviata da Juha Rämö 20/5/2015 - 13:04
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Lou Reed: Men of Good Fortune

Lou Reed: Men of Good Fortune
[1966?]
Parole e musica di Lou Reed
Un brano già documentato tra i bootleg live dei Velvet Underground ma assurto all’onore della storia in “Berlin”, concept album capolavoro inciso da Lou Reed nel 1973.

Si tratta di una scarna riflessione sulla “Guerra dei Centomila Anni” che i ricchi fanno ai poveri, un tema sempre più presente sulle CCG/AWS, ma propongo questa bellissima canzone come Extra per la sua visione cinica, dominata dall’ineluttabilità del destino di classe, una prospettiva così inevitabile da interessare in definitiva assai poco al protagonista... L’epico e mortale scontro tra chi ha tutto e chi non ha nulla in un’analisi biecamente “di pancia”, con i ricchi disegnati come tristi segaioli mantenuti e incapaci di tutto e i poveri attaccati furiosamente alla vita, pazzi d’invidia per coloro che hanno fatto fortuna e pronti in ogni momento ad emularli... “But me... I just don’t care at all.”
Men of good fortune
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2015 - 22:18
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Factory Town

Factory Town
[1988]
Parole e musica di Danny Wayland "Dan" Seals (1948-2009), country singer e songwriter.
Nel suo album “Rage On” del 1988.
Billy came by this morning
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2015 - 15:32
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Harlan County Blues

Harlan County Blues
[1940]
Parole e musica di George Davis (1906-1992), minatore, cantautore, conduttore radiofonico, testimone della lunghissima lotta dei minatori del Kentucky e, in particolare, di quelli della contea di Harlan, detta non a caso “Bloody Harlan County”, dove il confronto sanguinoso tra lavoratori, compagnie e strikebreakers durò quasi ininterrottamente dai primi del 900 fino agli anni 70 e alla crisi mondiale dell’estrazione del carbone.

Nel disco di George Davis intitolato “When Kentucky Had No Union Men”, pubblicato nel 1967 dalla Folkways Records.

Interpretata anche da Mike Seeger nel disco “Tipple, Loom & Rail - Songs Of The Industrialization Of The South” (Folkways Records, 1966)

Poi anche nella raccolta “Songs And Ballads Of The Bituminous Miners” edita nel 2002 dalla Biblioteca del Congresso USA.

Sono moltissime le canzoni già presenti sul sito dedicate alla “Harlan War”. Se... (continua)
A bunch of fellers the other day
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2015 - 14:52
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Spinning Room Blues

Spinning Room Blues
[1936/1965]
Canzone scritta da Dorsey Dixon e interpretata col fratello Howard, i Dixon Bothers. Entrambi furono operai tessili dall’adolescenza fino alla pensione. Le ultime tre strofe (indicate tra parentesi) furono aggiunte nel 1965, a mo’ di attualizzazione)
Un brano in qualche modo gemello di Weave Room Blues

Interpretata da Mike Seeger nel disco “Tipple, Loom & Rail - Songs Of The Industrialization Of The South” (Folkways Records, 1966)

Poi in diverse raccolte dedicate alla riscoperta dei Dixon Brothers.

Infine nel disco collettivo “Poor Man, Rich Man - American Country Songs Of Protest” (1989).
About the old spinning room I'm a-going to tell a tale
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2015 - 13:28
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Money Cravin' Folks

Money Cravin' Folks
[1929]
Parole e musica di Blind Alfred Reed.
Testo trovato sull’imprescindibile Mudcat Café
Nel disco collettivo “Poor Man, Rich Man - American Country Songs Of Protest”, pubblicato dalla statunitense Rounder Records nel 1989

Poi nella raccolta interamente dedicata a Blind Alfred Reed intitolata “Complete Recorded Works In Chronological Order (1927-1929)”, pubblicata dall’austriaca Document Records nel 1998.

Ripresa anche da Frank Tovey, in arte Fad Gadget, nel suo dico del 1989 intitolato “Tyranny And The Hired Hand”

I ricchi, gli avidi, gli usurai e gli affamatori, che il diavolo se li porti!
Let me tell you 'bout the money cravin' folks
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2015 - 10:43

Piero dei Fossi

Antiwar Songs Blog
Piero dei Fossi
È forse la prima volta in questo sito che la vera introduzione a una canzone viene affidata piuttosto al blog che alla pagina che la contiene e, in fondo, non ve n’è nessuna precisa ragione. Del resto, di fronte a Piero Ciampi, alla sua vita e alle sue canzoni è sempre bene non invocare troppe […]
Antiwar Songs Staff 2015-05-18 23:29:00
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Le Bal et la guillotine

Le Bal et la guillotine
[1849]
Versi di Gustave Leroy (1818-1860), celebre chansonier e goguettier amico di Charles Gille e con lui nella goguette parigina “des Animaux”.
Sull’“Air des faux dieux, faux timbre des Trois Couleurs”(ignoro di quale brano musicale si tratti).

Canzone che parla della repressione della “Primavera dei Popoli” in Francia, l’ennesima rivoluzione tradita. Infatti tra le forze che avevano travolto la monarchia prevalsero quelle più conservatrici, anti-popolari. Cosicchè nel giugno Parigi insorse di nuovo e la rivolta operaia fu schiacciata nel sangue dalle truppe del generale Louis Eugène Cavaignac.

Nel brano il racconto dell’esecuzione di due insorti, proprio mentre all’Eliseo il presidente – quel grande “repubblicano” di Carlo Luigi Napoleone Bonaparte, poi Napoleone III imperatore - dà un grande ricevimento di gala…

Nella vignetta – impostata come una scena dalla mitologia greca – il... (continua)
C'est aujourd'hui qu'eut lieu le sacrifice,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2015 - 13:48

Tuer l'ennui !

Tuer l'ennui !
[giugno 1848]
Versi di Eugène Pottier in “Chants révolutionnaires”, edizione del 1887.
Musica non indicata.
La dedica è ovviamente di molto successiva alla canzone (Pottier era del 1816 mentre Zola del 1840)
A Émile ZOLA.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2015 - 13:08

Le Peuple

Le Peuple
[1848]
Versi di Eugène Pottier in “Chants révolutionnaires”, edizione del 1887.
Musica non indicata.
Quand tombait la pluie fine et qu’un manteau de glace
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2015 - 12:54

Kumar Gautan: An Open Letter From Aruna Shanbaug

Kumar Gautan: An Open Letter From Aruna Shanbaug
[2011]
Versi di Kumar Gautan, poeta indiano.

Aruna Shanbaug – che l’autore fà parlare in prima persona in questa poesia – è morta oggi nell’ospedale King Edward Memorial Hospital di Mumbai dove si trovava ricoverata da 42 anni, quarantadue anni in stato vegetativo. La sua vita si era di fatto fermata nel 1973 quando, giovane infermiera, in quello stesso ospedale, era stata aggredita, violentata e strangolata da tal Sohanlal Bhartha Walmiki, un addetto alle pulizie. Costui, prima di brutalizzarla, era riuscito a passarle una catena intorno al collo, causandole così asfissia e danno spinale.
Lo stupratore se la cavò con sette anni di galera per aggressione e rapina, nel processo nemmeno rilevarono il tentato omicidio e la violenza sessuale.
La pena per Aruna Shanbaug è stata molto più lunga.

Nel 2010 la Corte Suprema indiana ha rigettato la richiesta di consentire l’eutanasia per Aruna... (continua)
Please help me, I want to die…
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2015 - 11:45
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Hymn to the World

Hymn to the World
This song was composed in 1970 by Heikki Sarmanto, a renowned Finnish jazz pianist. The lyrics were written by Aina Swan Cutler (1914 - 2005), an American-Finnish poet, lyricist and translator.
Will you take my hand, Brother
(continua)
inviata da Juha Rämö 18/5/2015 - 10:58

Am Atlantikwall

Am Atlantikwall
Noch waffenstarrend, mit getarnten Zähnen,
(continua)
inviata da Juha Rämö 18/5/2015 - 10:39
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Laulu Ho Thi Vanista

Laulu Ho Thi Vanista
Testo / Lyrics / Sanat: Aulikki Oksanen
Sinä pilvisenä päivänä Ho Thi Van
(continua)
inviata da Juha Rämö 18/5/2015 - 10:36
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The Highland Widow's Lament

The Highland Widow's Lament
Premetto che il testo è una rielaborazione della versione di Sir Walter Scott dal titolo The Lament of the Border Widow già recensita.

The Highland Widow's Lament (1794)
Scots Musical Museum, Vol. V, #498, page 514, 1796
Melodia "Ochon, ochon, och ri, e"

La rielaborazione di Robert Burns traghetta la vicenda nella causa giacobita e il dolore della vedova diventa il dolore degli Highlanders sconfitti a Culloden (1746): lei è costretta a scendere nelle Lowlands per cercare di sopravvivere. La repressione inglese fu totale nel tentativo di annientare i costumi e le tradizioni della Scozia: era finita l'era dei Clan, vennero proibiti kilt, tartan, le cornamuse e l'uso del gaelico

ulteriori integrazioni Terre celtiche
I
(continua)
inviata da Cattia Salto 17/5/2015 - 22:45

302.0

Antiwar Songs Blog
302.0
Questa canzone è dedicata all’Organizzazione Mondiale della Sanità, è una canzone sulla medicina e riguarda una malattia la cui classificazione secondo la Classificazione Internazionale è 302.0. Con queste ironiche parole, alla fine degli anni ’70, la Tom Robinson Band introduceva una trascinante canzone intitolata Glad to be Gay. La dedica introduttiva si riferisce al fatto […]
Antiwar Songs Staff 2015-05-17 19:55:00

La Pécheresse aux jolis doigts

La Pécheresse aux jolis doigts
La Pécheresse aux jolis doigts

Chanson française – La Pécheresse aux jolis doigts – Marco Valdo M.I. – 2015

ARLEQUIN AMOUREUX – 7



Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l'édition française de « LES JAMBES C'EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.

Je pense avoir déjà dit que notre déserteur, notre Arlequin amoureux n'avait que de brèves rencontres avec son Arlecchina, laquelle suit son théâtre ambulant. Il ne la voit que très rarement et entretemps, il y rêve. Mais pour donner un peu de consistance à ces égarements songeurs, il s'est procuré une image, un portrait de sa belle. Ce portrait est une pièce de toile peinte qu'il a découpée... (continua)
Cette pièce de toile roulée
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 16/5/2015 - 17:58
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Pierre-Jean de Béranger: Le fils du Pape

Pierre-Jean de Béranger: Le fils du Pape
Versi di Pierre-Jean de Béranger (1780-1857), il più grande chansonnier francese dell’epoca dell’Ancien Régime, di cui fu appassionato e acerrimo nemico. Estraneo ad ogni compromesso col potere, amatissimo dal popolo, morì in totale povertà a Parigi nel 1857.

Sull’aria di “Lison dormait dans un bocage”, dall’opera comica settecentesca “Julie” (1772) del compositore Nicolas-Alexandre Dezède, una melodia ripresa anche da Mozart.
In “Œuvres complètes de Béranger”, pubblicate a Parigi nel 1839 da Henri Fournier, tipografo, editore anche di Voltaire, Rousseau, Lamartine, Walter Scott, Stendhal...
Ma mère, quittez la besace,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2015 - 17:17

Unser täglich Brot (Der Lied von der Kuhle)

Unser täglich Brot (Der Lied von der Kuhle)
[1944]
Parole e musica di Emil František Burian (1904-1959), poeta, scrittore, cantante, musicista e compositore ceco.
Testo trovato su Volkslieder Archiv
Nella raccolta intitolata “Und weil der Mensch ein Mensch ist – Lager – Lieder – Widerstand” realizzata nel 2015 dal quartetto tedesco Die Grenzgänger (Michael Zachcial, Annette Rettich, Felix Kroll e Frederic Drobnjak).

Emil František Burian, che era pure un militante comunista, fu arrestato dai nazisti nel 1941 e venne internato a Theresienstadt, a Dachau e infine a Neuengamme. Questa canzone - che credo egli scrisse in tedesco perchè non mi pare ci sia traccia in Rete di un testo in ceco - fu composta proprio a Neuengamme, dove Emil František Burian era stato attivissimo nell’organizzare spettacoli clandestini di intrattenimento per gli internati (tra i quali quelli di lingua tedesca erano i più numerosi, dopo sovietici, polacchi... (continua)
Unser täglich Brot
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2015 - 14:51

Jacques

Jacques
[1831]
Versi composti da Pierre-Jean de Béranger sull’aria di “Jeannot et Colin” (forse una riduzione musicale da un racconto di Voltaire)

“Jacques Bonhomme”, “Pauvre Jacques”, il contadino, l’artigiano francese vessato dall'ancien régime, come e peggio che prima della Rivoluzione… All’arrivo dell’esattore del re la moglie cerca di strapparlo dal sonno, ma quello del povero Giacomo – sfruttato, affamato, ammalato, angariato… - è ormai un sonno di morte…

Pierre-Jean de Béranger fu poeta, chansonnier e goguettier, appassionato ed irriducibile nemico dell'ancien régime. E come il suo “Jacques” morì in totale povertà a Parigi nel 1857.
Jacques, il me faut troubler ton somme:
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2015 - 11:05
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Est-il bien vrai que je veille

anonimo
Est-il bien vrai que je veille
[1789]
Versi di anonimo rivoluzionario francese sull’aria di “Aussitôt que la lumière”, canzone del poeta seicentesco Adam Billaut.
Canzone composta in occasione della presa della Bastiglia il 14 luglio 1789.

L’imponente fortezza medievale della Bastiglia a Parigi era per i rivoluzionari il simbolo stesso dell'ancien régime e, inevitabilmente, andava conquistata e abbattuta. Peccato che la sua distruzione fosse già stata decisa anni prima dalla stessa monarchia, dato che la fortezza era ormai da tempo diventata inutile e costosa. Il paradosso è che Luigi XVI, dopo aver rinviato per anni l’ordine di demolizione, si decise qualche settimana prima dell’assalto. E il 14 luglio nella Bastiglia si trovavano solo 7 prigionieri, di cui due pazzi fatti lì rinchiudere dai loro familiari.

Ciò nonostante, nell’inutile difesa della fortezza trovarono la morte il suo governatore, il marchese Bernard-René... (continua)
Est-il bien vrai que je veille
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2015 - 10:11
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Us of Hate

Us of Hate
2013
Generation Kennedy No More
No phones in Tokyo for callin' London,
(continua)
inviata da dq82 15/5/2015 - 10:08
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Frihetens forpost

Frihetens forpost
[/ 1945]
Tekst / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Arne Paasche Aasen (1901-1978)
Melodi / Musica / Music / Musique / Sävel: Jolly Kramer-Johansen (1902-1968)

Scritta da Arne Paasche Aasen (l'autore, o meglio il traduttore, di Vi bygger landet), si dice fosse già cantata durante la II Guerra mondiale dai prigionieri norvegesi nei campi di concentramento tedeschi; però, la prima pubblicazione della canzone con la melodia composta da Jolly Kramer-Johansen risulta essere avvenuta nel 1945 presso la Norsk Musikforlag. E' assai probabile che la composizione sia avvenuta effettivamente durante gli anni della guerra sotto l'occupazione tedesca e il regime fantoccio filonazista di Vidkun Quisling; del resto, Arne Paasche Aasen e Jolly Kramer-Johansen avevano una collaborazione strettissima per quanto riguarda i canti del movimento operaio e della Resistenza in Norvegia. Arne Paasche Aasen (1901-1978)... (continua)
Ser du byen og hjembygdas lier?
(continua)
inviata da Juha Rämö 15/5/2015 - 08:45

Papier à cul

Papier à cul
Versi di François Henri Jolivet (1875-1955), operaio, poeta, chansonnier, goguettier de La Muse Rouge, pacifista e libertario parigino.
Sull’aria di “Envolez-vous mes billet doux” di Jane Evrard
Ignoro l’anno di composizione di questa divertente canzone. Jolivet raccolse le sue creazioni nel volume “Chansons sociales et satiriques” edito l’anno seguente la sua scomparsa.
Testo trovato sul sito de Les éditions Touchalon
Lorsque vous faites défaut dans mes poches
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2015 - 08:37
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Le drapeau de l'Humanité

Le drapeau de l'Humanité
[1981]
Parole di Claude Lemesle
Sulla melodia di “It's Five O'Clock”, grande successo degli Aphrodite's Child della fine dei 60, un brano composto da Richard Julian Francis e Evangelos Papathanassiou, in arte Vangelis.
Nell’album di Milva intitolato “Moi, je n'ai pas peur” del 1981
C'est, de clocher en clocher,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 16:33

Premier Mai

Premier Mai
[1911]
Versi di Gaston Couté (composti poche settimane prima della sua prematura scomparsa) sull’aria de Le temps des cerises di Jean-Baptiste Clément.
C'est le Premier Mai. Debout, camarades !
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 15:07
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Le Christ en bois

Le Christ en bois
[1899]
Parole di Gaston Couté
Poesia messa in musica da Bernard Lavilliers ai suoi esordi, nel 1967-68. Poi nella sua raccolta “Premiers pas” pubblicata nel 1981.

Il Cristo adorato nelle chiese non è il vero Cristo ma soltanto un manichino, di legno, insensibile, finto, uno spaventapasseri che i ricchi mettono a protezione dei beni da loro accumulati a discapito dei poveri… Chiaro, no?!?
Bon guieu! la sale commune!... A ce souèr,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 13:51
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La chanson du chanvre

La chanson du chanvre
Dall’autobiografia “Mémoires de Louise Michel, écrits par elle-même”, capitolo XV, pubblicata nel 1886

“[…] Les douleurs des paysans sont plus sombres encore que les nôtres ; sans cesse penchés sur la terre marâtre, ils n’en tirent que le superflu du maître, et moins que nous ils ont les consolations de la pensée.
À toi, paysan, cette chanson de colère ; qu’elle germe dans tes sillons ; c’est un souvenir de notre temps de lutte:”
Le printemps rit dans les branches vertes,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 12:58

Commune, espoir du monde

Commune, espoir du monde
[1937?]
Versi di Eugène Bizeau
Musica di G. Isabelli
Testo trovato nel volumetto “Eugène Bizeau et Gaston Couté, deux poètes paysans anarchistes à la fin du 19ème siècle”, a cura di Michel Di-Nocera.

Eugène Bizeau, poeta e cantautore anarchico, è morto ultracentenario nel 1989 (a chi dice che l’anarchia fa male!). Pur essendo nato nel 1883, molti anni dopo le vicende della Comune di Parigi, nella sua poetica quell’esperienza seminale risuonò sempre viva come non mai…
Aux premiers jours d’un printemps sombre
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 12:44

Nos chansons

Nos chansons
[1906-07]
Versi di Eugène Bizeau
Musica di G. Isabelli

Canzone-manifesto de La Muse Rouge, la “goguette” rivoluzionaria di cui Bizeau fece parte insieme, tra gli altri, a Gaston Couté, Aristide Bruant, Charles d'Avray, Clovis Poirier, Léo Noël, François Henri Jolivet.
Nos chansons à nous sont des chansons graves
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 11:48

Ne tire pas sur nous (Marche démocratique et sociale)

Ne tire pas sur nous (Marche démocratique et sociale)
[prima del 1914]
Versi di Gaston Montéhus
Musica di Raoul Chantegrelet

Non sono riuscito a trovare la data esatta in cui Montéhus compose questa canzone antimilitarista, così ho dato l’indicazione “prima del 1914”, anno a partire dal quale anche il grande provocatore anarchico si fece travolgere dai venti di guerra e divenne, purtroppo, un devoto cantore bellicista, ricevendo alla fine addirittura la Croce di Guerra per il servigio reso, pur senza aver mai messo piede al fronte…
Si le clairon sonne l’alarme,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 10:55
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Les Bazars

Les Bazars
[1904]
Parole e musica di Gaston Montéhus
Testo trovato in “La chanson française et son histoire”, a cura di Dietmar Rieger, 1988.

Nota dell’autore: “Le censeur a refusé cette chanson en 1904.”, così come aveva fatto due anni prima con Ce que fait la guerre.
E qui il provocatore anarchico Monthéus se la prende con - nell’ordine – il parlamento, i ricchi, la chiesa, il governo e l’esercito… E da notare che, come nel 1902, anche nel 1904 il governo era quello radicale, di sinistra, di Émile Combes, che proprio quell’anno osava rompere le relazioni diplomatiche col Vaticano rifiutando la nomina dei vescovi francesi senza avallo del governo.
Mais quel est donc ce monument
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 10:30
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Ave Maria

Ave Maria
Semifinale-Italia’s Got Talent 2015
Mi sembra che al mondo muoia più gente
(continua)
inviata da dq82 14/5/2015 - 10:10

Ce que fait la guerre

Ce que fait la guerre
[1902]
Parole e musica di Gaston Montéhus
Testo trovato in “La chanson française et son histoire”, a cura di Dietmar Rieger, 1988.

Nota dell’autore: “Le censeur a refuse la chanson (26 juillet 1902) en critiquant surtout les strophes 2, 3 et 7 â 10.”
Evidentemente il provocatore anarchico Montéhus era troppo anche per il governo del “Bloc des gauches” che proprio quell’anno aveva vinto le elezioni legislative in Francia…
Provati a toccare l’Esercito e la Chiesa e avrai contro anche i più “sinistri”!
Eh, oui voilà ce que fait la guerre
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2015 - 09:35
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With God On Our Side

With God On Our Side
JUMALA PUOLELLAMME
(continua)
inviata da Juha Rämö 14/5/2015 - 09:08
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Farewell Angelina

Farewell Angelina
ANGELINA
(continua)
inviata da Juha Rämö 14/5/2015 - 09:05

L’U.A.

L’U.A.
[1920s]
Parole e musica di Charles D’Avray

L’U.A. è l’Union Anarchiste, ça va sans dire
Les bois, les prés, les monts, la plaine,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/5/2015 - 16:10
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L’idée

L’idée
[1898]
Versi di Charles d'Avray
Musica di Jean-Louis Murat (Jean-Louis Bergheaud, 1952-), autore, compositore, interprete ed attore francese.
Nella colonna sonora di “The end, etc.”, web-fiction interattiva realizzata nel 2013 dalla regista francese Laetitia Masson.
Tiens, bonjour petit
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/5/2015 - 15:48

Ni Dieu ni maître

Ni Dieu ni maître
Ricercando le successive versioni de Le Drapeau Rouge, scopro che l’adattatore, quando non l’autore, dei versi – forse di anonimo – di “Ni Dieu ni maître” fu Achille Le Roy

Achille Le Roy (1841-1929), tipografo, comunardo, fu arrestato nel 1871 e spedito al bagno penale in Nuova Caledonia, insieme a Louise Michel. Achille Le Roy trascorse tutta la sua vita nella militanza anarchica. Personaggio molto noto a Parigi, nel 1924, vecchio e povero, fu attaccato per strada da un gruppo di picchiatori (i “Camelots du Roi”, militanti del movimento monarchico “Action Française”) che lo malmenarono e gli rubarono quel poco che aveva. La rivista Le Libertaire ed il gruppo di chansonnier de La Muse Rouge di Clovis Poirier organizzarono sottoscrizione e concerti per pagargli le spese ospedaliere e restituirgli il maltolto.

Nel 1877 Achille Le Roy compose una sua versione de “Le Drapeau Rouge” a partire... (continua)
Bernart Bartleby 13/5/2015 - 14:39

La ballata di Piero dei fossi

La ballata di Piero dei fossi
Testo di Pino Bertelli
Musica di Massimo Panicucci

In questa lunga ballata dell'anarchico Pino Bertelli si parla di Piero Ciampi, di Livorno e di parecchie altre cose. Per il resto si veda il CCG blog. [RV]

MI RICORDO SÌ, MI RICORDO DI PIERO CIAMPI
di Pino Bertelli

È a Livorno che ho conosciuto Piero Ciampi. Era la fine degli anni ‘60, forse. Una notte, di quelle calde. Uscivo con alcuni amici anarchici da una riunione in quella palazzina tra gli alberi. Ci avevano fatto compagnia Bakunin, Camilo Torres e i sigari toscani di Erne sto “Che” Guevara. Marx lo avevamo chiuso in uno stanzino insieme a Berlinguer e Togliatti, con le scope e una catasta di bottiglie vuote... si parlava di uno sciopero, di quelli grandi... o di una manifestazione contro la guerra (degli americani) nel Vietnam, di quelle grandi... che di lì a pochi giorni dovevano incendiare l’immaginario popolare... e le nostre... (continua)
a Piero Ciampi,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 13/5/2015 - 12:51
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Tammurriata nera

Tammurriata nera
Grazie - Thank you very much for this website and all its comments. (And the English translation!) In 1993 I spent a summer in Italy and this was one of the sungs I learned from a group of Napolitan girls and we played it every night in the streets where there was also other kinds of traditional dancing. I still play it sometimes on the guitar, but I didn't remember any words but "niro niro comm'a cche..." :-) And I never knew what the song was about. It brings back good memories.
Jelle 13/5/2015 - 12:25
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Telegram för en tennsoldat

Telegram för en tennsoldat
SÄHKÖSANOMA TINASOTAMIEHELLE
(continua)
inviata da Juha Rämö 13/5/2015 - 10:32
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Telegram från en bombad by

Telegram från en bombad by
SÄHKÖSANOMA POMMITETULLE KYLÄLLE
(continua)
inviata da Juha Rämö 13/5/2015 - 10:29

Le Drapeau Rouge

Le Drapeau Rouge
[1870]
Versi attribuiti a tal Justin Bailly, un comunardo di cui non so altro.
Sull’aria del rivoluzionario “Chant du départ” di Étienne Nicolas Méhul e Marie-Joseph Chénier (1794).

Canzone della Comune di Parigi, prima delle molte versioni dell’inno dedicato al vessillo emblema della lotta dei lavoratori di tutto il mondo contro lo sfruttamento.
Vois cet humble drapeau, porté par ta victime…
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/5/2015 - 09:15
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Maremma amara

anonimo
Maremma amara
Versione svedese di Riccardo Venturi
13.5.2015
MAREMMA BITTRA
(continua)
13/5/2015 - 03:25
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Niech żyje wojna

Niech żyje wojna
[1930s?]
Canzone scritta da Lucjan Szenwald (1909-1944), poeta polacco, militante comunista.
Interpretata originariamente dalla “Czerwona Latarnia”, band dell’organizzazione giovanile socialista “Życie”, di cui Lucjan Szenwald faceva parte.
Dopo la guerra Stanisław Grzesiuk (1918-1963), poeta e scrittore a lungo detenuto e sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, ne fece uno dei suoi cavalli di battaglia.
La canzone è presente, per esempio, nella raccolta postuma di Grzesiuk intitolata “Piosenki Warszawskiej Ulicy” (Polskie Nagrania Muza, 1967)

Più recentemente ripresa dagli artisti Maciej Maleńczuk e Wojciech Waglewski (MMWW) nel loro disco del 2007 intitolato “Koledzy”

Una sarcastica condanna senza mezzi termini della guerra, il più redditizio degli affari, dove più che in ogni altro business sono, al solito, i ricchi e i potenti a godere (per i gran soldi che si fanno) e i poveri... (continua)
Ojczyzna bez żołnierza, to jak bez miecza kat
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/5/2015 - 22:03

Czardasz Birkenau

Czardasz Birkenau
d'après la version italienne de Bernart Bartleby
d'une chanson polonaise – Czardasz Birkenau – Aleksander Kulisiewicz – 1979
Paroles de Roman Friedlein, un jeune Polonais – 1944
Sur une mélodie du compositeur hongrois Ferenc Lehar (1870-1948).

Dans son livre « Auschwitz » (traduit en Anglais sous le titre « Auschwitz : True Tales From a Grotesque Land) l'auteure Sara Nomberg-Przytyk, une survivante, raconte que Roman Friedlein était un étudiant de Cracovie interné à Auschwitz II-Birkenau et qu'il écrivit ce poème en regardant une gamine gitane qui dansait une « csárdás » hongroise pour obtenir quelque chose à manger des gardes du camp. Roman Friedlein était à l'époque déjà gravement malade de tuberculose et peu avant de mourir, il lui advînt aussi d'assister à l'élimination des Gitans dans les chambres à gaz, sa Marika avec tous les autres…

Les Gitans, qui à Birkenau étaient concentrés... (continua)
CSÁRDÁS DE BIRKENAU
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 12/5/2015 - 21:21
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Samarcanda

Samarcanda
Anche Gregor Von Rezzori-Storie di Maghrebinia, 1953-riporta il racconto;
Un commerciante possedeva in Maghrebinia un meraviglioso roseto, a gioia e conforto della sua vecchiaia, ed un servo per coltivarlo.Un giorno, mentre nella fresca ora vespertina stava andando a passeggiare nel giardino delle rose, arrivo' correndo il servo, si getto' ai suoi piedi e supplico' "padrone , dammi il tuo cavallo più veloce perché possa fuggire a Samarcanda. In giardino c'è la morte e io so che è venuta a prendermi".
Il commerciante , che amava il servo, gli diede il suo cavallo più veloce ed un sacchetto d'oro; poi, dopo che il servo si fu eclissato fra ringraziamenti e benedizioni, ritorno' nel giardino. La' s' imbatte' in un giovinetto molto serio e notevolmente bello:"Buona sera-disse il commerciante-Sei tu la morte? Sei venuta da me per affari? ".No,- rispose la morte-mi trattengo qui con il tuo benevolo... (continua)
renato lotti 12/5/2015 - 17:06




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