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Canzone dei pazzi (Perché siam psicopatici)

Canzone dei pazzi (Perché siam psicopatici)
[1964]
Parole di Dario Fo
Musica di Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo “Settimo: ruba un po’ meno”.
Quasi una volta al dì, ah! ah! ah! ah!
(continua)
inviata da Bartleby 4/8/2011 - 09:53
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Declaración

Declaración
[1963]
Testo di Julián Grimau García
Musica di Sergio Liberovici
Trovata su “Cantacronache – Un’avventura politico musicale degli anni 50”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL Scriptorium 1995.



Su Julián Grimau, dirigente comunista assassinato dal regime franchista nel 1963, si vedano anche Canción de Grimau, ¿Qué dirá el Santo Padre?, Franco la Muerte e Canto per noi, quest’ultima ancora del Cantacronache.

“Julián Grimau, dirigente comunista detenido en Madrid, había sido tan salvajemente torturado que para disimularlo la policía le había arrojado por una ventana de la Dirección General de Seguridad. Grimau había sobrevivido y un tribunal militar la había condenado a muerte”.
(Juan-Ramón Capella, “Sin Ítaca. Memorias 1940-1975”, Editorial Trotta, Madrid, 2011)

“Julián si risvegliò (così mi ha scritto in seguito) in una clinica militare presso Madrid da cui, per ragioni... (continua)
Yo declaro
(continua)
inviata da Bartleby 4/8/2011 - 09:08
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Η μπαλάντα του μετανάστη

Η μπαλάντα του μετανάστη
I baláda tou metanásti
Στίχοι: Γιώργος Σκούρτης

Μουσική: Γιάννης Μαρκόπουλος

Πρώτη εκτέλεση: Λάκης Χαλκιάς
Μετανάστες - 1974

I balada tou metanasti
Testo di Yorgos Skourtis
Musica di Yannis Markopoulos
Prima esecuzione di Lakis Halkiàs
"Metanastes/Emigranti" - 1974

Un'altra canzone di Yannis Markopoulos dal LP che dedicò nel 1974 agli emigranti. Qui, in AWS, già abbiamo la canzone "La fabbrica" (Η φάμπρικα) e anche "Rocco e gli altri" (Ο Ρόκκο και οι άλλοι). Meglio sarebbe stato prenderle tutte insieme, le canzoni di questo vecchio disco, e presentarle in un'unica pagina, come sullo stesso tema avevo fatto per le "Lettere dalla Germania"di Theodorakis (Γράμματα απ' τη Γερμανία). Non è andata così e me ne dispiace. Ma oggi voglio dedicare qualcosa agli emigranti, in questi giorni in cui un lutto straziante e una grande rabbia pesano sulla nuova immigrazione. Di fronte alla quale,... (continua)
Σε ξένη χώρα μια βραδυά

(continua)
inviata da Gian Piero Testa 3/8/2011 - 20:08
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Cantendi sa storia nosta

Cantendi sa storia nosta
[1978]
Dall’album che raccoglie le canzoni tratte dall’omonimo spettacolo musicale.
Apu inghitzau a sou,
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 15:13
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L'apprendista

L'apprendista
[1977]
Dall’album “L’apprendista”

E’ di questi giorni l’accordo sulla nuova disciplina dell’apprendistato che tutti, CGIL compresa, salutano come cosa buona… Mah, non finirà magari che gli “imprenditori” sfuggirano alle nuove garanzie ricorrendo di meno all’apprendistato e di più agli stages e ai tirocini formativi con cui possono continuare a fare il bello ed il cattivo tempo sulla pelle di chi cerca lavoro?
Nell'anno della truffa
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 14:47
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Buon lavoro

Buon lavoro
[1977]
Dall’album “L’apprendista”
Ogni mattina l'orchestra radiofonica
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 14:27
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Fausto Amodei: Berluscrauti

Fausto Amodei: Berluscrauti
[2005]
Album “Per fortuna c'è il cavaliere”
Io non capisco la gente
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 13:32

Bel paese l'Italia

Bel paese l'Italia
[1901]
Pubblicato il 21 febbraio del 1904 sul n. 5, anno I di “Azione Socialista”, settimanale della sezione socialista di Brindisi (“Uomini siate, e non pecore matte!”, uno degli esergo in prima pagina).

Canzone superanticlericale pubblicata sul giornale dei socialisti pugliesi, quelli vicini alle idee del filosofo marxista Antonio Labriola, per lamentare come dopo il 1901 in Italia – allora governata da Giolitti ma attraversata da forti venti nazional-cattolici - si fossero riversate frotte di religiosi di ogni ordine, specie Gesuiti, cacciati dalla Francia dove il governo di difesa repubblicana di Pierre Waldeck-Rousseau (quello che qualche anno prima aveva legalizzato i sindacati dei lavoratori) aveva promosso una legge sull’associazionismo che sottoponeva giustamente le congregazioni religiose, specie quelle che si occupavano dell’educazione dei fanciulli, al riconoscimento ed alla... (continua)
Il pederasta esercito di frati
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 13:20
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La Val Susa paura non ne ha

anonimo
La Val Susa paura non ne ha
Sul ponte del Seghino non passa il celerino
(continua)
inviata da adriana 3/8/2011 - 10:32
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Bandiere arcobaleno

Bandiere arcobaleno
[2006]
Nella raccolta di poesie musicate intitolata “Arrius de acua bia” (Fiumi d'acqua viva), volume primo.
Bandiere arcobaleno
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 09:20

Su bandu de sa paxi

Su bandu de sa paxi
[2006]
Nella raccolta di poesie musicate intitolata “Arrius de acua bia” (Fiumi d'acqua viva), volume primo.
Su bandu de sa paxi
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 09:14

Bandera arrùbia

[2008]
Pietro Cruccas, sardo e comunista con la passione del Vangelo e dei Salmi.
Anche questa sua canzone è – a suo modo – un Salmo…
Aiò! Cumpàngius. Aiò! Cumpàngias,
(continua)
inviata da Bartleby 3/8/2011 - 09:06
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Στο Πολυτεχνείο

Στο Πολυτεχνείο
Στίχοι: Δημήτρης Βάρος

Μουσική: Γιάννης Μαρκόπουλος

Πρώτη εκτέλεση: Δημήτρης Ζερβουδάκης
Τολμηρή Επικοινωνία - 1987

Sto Politechnìo
Testo di Dimitris Varos
Musica di Yannis Markopoulos
Prima esecuzione di Dimitris Zervoudakis
da "Tolmirì epikinonìa" - 1987

Un altro contributo di Dimitris Varos (vai a: Ηλεκτρικός Θησέας) alla musica di Markopoulos. Siamo nel 1987; e la generazione che quattordici anni prima si era asserragliata dietro i cancelli del Politecnico provocando il primo letale scossone alla dittatura dei Colonnelli, sente che l'onda consumistica sta sfilacciando il sogno che, muovendo proprio da là, sembrava farsi reale.
Ritornare al Politecnico, tornare a parlarsi per recuperare lo spirito di allora: che il Politecnico esca dal recinto della mitologia e torni a macinare la storia.
Non ho un link per la canzone: ma confido in Yorghios, il Taumaturgo. (gpt)
Όσο δε δίνεις μία για μένα

(continua)
inviata da Gian Piero Testa 2/8/2011 - 22:30

Ballata per gli antifascisti di Tatti

Ballata per gli antifascisti di Tatti
[2003?]
Testo trovato su Il Deposito

Pardo Fornaciari mette in canzone uno degli episodi raccontati da Alberto Prunetti in “Potassa. Storie di sovversivi, migranti, erranti, sottratti alla polvere degli archivi” (Edizione Nuovi Equilibri, 2004), dove “potassa” sta per il carbonato di potassio utilizzato nella fabbricazione di fiammiferi, fuochi artificiali ed esplosivi e dove le storie sono quelle ambientate nella Maremma grossetana nei primi anni 20, gli anni in cui Stato e padroni aprirono le braccia, spalancarono le porte al fascismo pur di allontanare dal suolo patrio quello “spettro che si aggirava per l’Europa”.

Di seguito il passo, ripreso da Carmilla on line, che racconta del primo “contatto” tra fascisti e comunisti a Tatti, comune di Massa Marittima, il 21 maggio del 1922. Fu “mediato” dai carabinieri del luogo, che finirono con l’ammazzare un sessantenne, il comunista Patrizio... (continua)
Al mattino il Ventuno di maggio
(continua)
inviata da Bartleby 2/8/2011 - 13:54
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Il nuovo Eldorado

Il nuovo Eldorado
Album: Italia gangbang

Cantata insieme a Stefano "Cisco" Bellotti
La neve cade lenta
(continua)
inviata da adriana 2/8/2011 - 12:39
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Ηλεκτρικός Θησέας

Ηλεκτρικός Θησέας
Στίχοι: Δημήτρης Βάρος

Μουσική: Γιάννης Μαρκόπουλος

Πρώτη εκτέλεση: Παύλος Σιδηρόπουλος & Μαρία Φωτίου
Τολμηρή Επικοινωνία - 1987

Iletrikòs Thissèas
Testo di Dimitris Varos
Musica di Yannis Markopoulos
Prima esecuzione di Pavlos Sidiripoulos con Maria Fotìou
Da "Tolmirì epikinonìa/Liaison dangéreuse" - 1987

Me la passeranno i filelleni di AWS questa mia ovviamente acuta, ma forse troppo ardita osservazione? Che anche i Greci hanno avuto, come noi, gli anni Ottanta, quelli del nulla eretto a immagine fantasmagorica e a tempio dorico di cartapesta. Decennio nel quale la nostra palude fangosa, ma insufflata di profumi chimici e illuminata da proiettori policromi, si completava dopo due decenni, avendo comiciato a formarsi con il miracoloso boom degli anni Sessanta: i Greci dovettero "recuperare" tutto assai in fretta, perché le loro complicate e tragiche vicende interne li avevano... (continua)
Με κάτασπρο πανί ένα καράβι απ' το πενήντα έχει να φανεί

(continua)
inviata da Gian Piero Testa 1/8/2011 - 18:29
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Canto della Russia Bianca

Canto della Russia Bianca
I testi che circolano negli ambienti della destra più estrema risentono spesso della prodigiosa litigiosità dell'ambiente, che si manifesta sottoforma di adattamenti, cambiamenti di titolo, variazioni di ogni genere. L'originale testo di Pino Tosca sarebbe stato scritto nel 1968 ed il titolo era "Cosacchi bianchi". Oltre che come "Canto della Russia Bianca" la canzone è nota anche col titolo di "Armata bianca".
Alle variazioni del titolo si accompagnano anche variazioni del testo: il "Grande Signore" della terza strofa diventa spesso "Grande Atamano" rendendo più chiaro il riferimento all'ambiente cosacco.
Un altro uso piuttosto comune nelle produzioni musicali che fanno capo all'estrema destra è il riutilizzo di linee melodiche note o tradizionali; in questo caso l'aria di "Polyuschko Polje".
Per la pianura splende il sole dell'estate,
(continua)
inviata da Io non sto con Oriana 1/8/2011 - 09:58

Moi, dit Pietro

Moi, dit Pietro
Moi, dit Pietro

Canzone française – Moi, dit Pietro – Marco Valdo M.I. – 2011

Ah, dit Lucien l'âne, qu'est-ce encore que cette histoire de saucisson, de salami et de jambon ?

Mais, dit Marco Valdo M.I., Lucien l'âne mon ami, tu sais très bien de quoi il s'agit. Arrête donc de faire l'âne pour un instant puisque c'est à toi que Luc a écrit pour raconter cette histoire... Dis-nous plutôt ce qu'il t'a confié et d'abord, qui est ce Pietro dont il est question dans la chanson ?

Ce Pietro n'est autre que Pietro Montaresi, dont Luc dit : « Pietro Montaresi, dont certains à Bruxelles se rappellent encore. Parcours classique : juillet 1936 en Espagne ; interné au Vernet en 1939 ; ensuite, livré aux nazifascistes par le régime de Pétain... », comme le fut Giuseppe Porcu, dont tu nous racontas l'histoire. Quant au fait qu'on se souvienne de lui à Bruxelles, comme le dit Luc... Cela tient à son... (continua)
Au temps de Mussolini, au temps du Ventennio
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 31/7/2011 - 23:36
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Non è finita a Piazzale Loreto

Non è finita a Piazzale Loreto
[1971]
Testo e Musica di Fausto Amodei

Quelli che il fascismo è morto con Mussolini oh yes,
Quelli che Berluscone.. non è fascista, oh yeah
Ma no che non è finita a piazzal Loreto,
(continua)
inviata da giorgio 31/7/2011 - 18:20
È ora possibile cercare e segnalarci i video di ogni canzone direttamente cliccando sul menù Cerca -> Video su Youtube.
Lorenzo Masetti 30/7/2011 - 23:21
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Ignoranti senza scuole

Ignoranti senza scuole
“Canzone scritta dal sindacalista vercellese Pietro Besate, nel 1951 in occasione di un congresso di “Noi donne”, settimanale femminile del Pci, basata su di una melodia dello stesso Besate, che sapeva un po’ di musica e suonava il clarinetto e il sassofono contralto in bande di paese e poi in orchestrine da ballo”.

vocidimezzo.it

*

Canzone facente parte del repertorio del coro di mondine della Cooperativa dei Cappuccini di Vercelli, che la eseguì nel settembre del 1965 al 1° Folk Festival di Torino, organizzato da Franco Coggiola e Michele Straniero. La registrazione di quell’evento fu poi pubblicata da I Dischi del Sole nel 1966.
Ignoranti, senza scuole,
(continua)
inviata da DonQuijote82 30/7/2011 - 19:27
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E’ finidi i bozzi boni

E’ finidi i bozzi boni
brano tradizionale del lavoro in filanda, presente anche ne "Il tempo e oltre Cantando" con i Gang
Oggi è l’ultimo giorno,
(continua)
inviata da DonQuijote82 30/7/2011 - 19:19
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La filanda è 'na galera

La filanda è 'na galera
La filanda è 'na galera
(continua)
inviata da DonQuijote82 30/7/2011 - 19:17
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World War 4

World War 4
2007
After the bombs are dropped to kill
(continua)
inviata da anonymous 30/7/2011 - 19:14
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Paradise

Paradise
Questa canzone riflette spesso l'angoscia per la distruzione della natura sulla Terra. Si può definirla una canzone pacifista,contro le guerre e soprattutto contro lo sfruttamento eccessivo della Terra, l'inquinamento e la razzia delle risorse, che stanno portando il nostro mondo ad un cambiamento irreversibile verso l'estinzione della nostra specie.
La natura esisteva prima di noi ed esisterà dopo di noi, il nostro compito è renderla vivibile per il nostro futuro.
Late at night I find myself again wondering and watching tv.
(continua)
inviata da Andrea - andrea_aslan86@hotmail.it 30/7/2011 - 13:48
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4th Reich

4th Reich
Questa canzone è stata scritta da Timo Tolkki nel 1994, inserita nell'album Dreamspace contro il nazismo, definendolo un male che sta purtroppo mettendo piede in varie parti del Mondo. Basti pensare la settimana scorsa quegli innocenti uccisi durante un attentato ad Oslo,in Norvegia da parte di un "cristiano fondamentalista", di estrema destra Anders Behring Breivik, 32 anni in guerra contro il lassismo del partito laburista nei riguardi della penetrazione islamica nel paese e, più in generale, contro un'Europa incapace di difendersi dall'invasione multietnica.
Sign of the times and writings on the wall
(continua)
inviata da Andrea - andrea_aslan86@hotmail.it 29/7/2011 - 14:31

Storia di Capodanno

Storia di Capodanno
[1958]
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici
Da “Cantacronache. Un’avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL-Scriptorium 1995.

Fine 1957, notte di Capodanno. Angelo Favrello, un bimbo di quattro mesi, morì di freddo e di denutrizione in una “casa minima” di Orbassano. Il padre Francesco, immigrato dal Veneto, era disoccupato da mesi e la famiglia – la moglie Carla, il piccolo Angelo ed altri due bimbetti – era stata sfrattata in pieno inverno da un alloggio di via Passo Buole perché non pagava più l’affitto. Ad Orbassano i Favrello si erano sistemati in un freddo tugurio con una piccola stufa a legna, ma la legna spesso non potevano nemmeno permettersela, così come il cibo… (fonte: Archivio de La Stampa, La Nuova Stampa di mercoledì 1 gennaio 1958)

Straniero e Liberovici sul tristissimo episodio scrissero di getto questa canzone, destando grande fastidio nell’amministrazione dell’allora sindaco democristiano Amedeo Peyron.
Schioccano i tappi dello spumante
(continua)
inviata da Bartleby 29/7/2011 - 13:25
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A bujdosó

A bujdosó
[1930; origini del XVI/XVII secolo]
Da “Magyar népdalok” [Canti popolari ungheresi], editi a Vienna nel 1932.
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Archive

Una canzone popolare ungherese, raccolta sul campo e poi arrangiata da Bartók, che risale addirittura al XVI/XVII secolo, alla dominazione turco ottomana instauratasi dopo la battaglia di Mohács del 1526, evento che abbiamo già incontrato a proposito di Blood And Gold / Mohacs delle Silly Sisters, canzone che, non a caso, fu anch’essa originariamente raccolta da Béla Bartók in Romania.

Ideje bujdosásimnak,
(continua)
inviata da Bartleby 29/7/2011 - 09:14
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Töltik a nagy erdő útját

Töltik a nagy erdő útját
[1917]
Da “Nyolc magyar népdal” [8 Canti popolari ungheresi)] editi a Vienna nel 1922.
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Archive

Uno dei tanti canti popolari raccolti intorno al 1907 da Béla Bartók insieme all’amico Zoltán Kodály nel corso delle loro peregrinazioni per i villaggi rurali del Regno d’Ungheria. Bartók lo arrangiò dieci anni dopo, in piena prima guerra mondiale. E il fatto mi pare significativo, anche se la canzone risale probabilmente alla seconda metà del 700, quando l’imperatrice Maria Teresa decise di costituire in Transilvania un corpo di guardie di frontiera a controllo dei confini con l’impero Ottomano e per fare questo iniziò a reclutare, volenti o nolenti, migliaia di giovani Romeni e Siculi dei Carpazi… I Siculi si opposero ad una coscrizione siffatta, chiedendo garanzie e pretendendo che vi fossero Siculi anche tra gli ufficiali di comando ma... (continua)
Töltik a nagy erdő útját,
(continua)
inviata da Bartleby 28/7/2011 - 15:39
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Olvad a hó

Olvad a hó
[1917]
Da “Nyolc magyar népdal” [8 Canti popolari ungheresi)] editi a Vienna nel 1922.
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Archive

Uno dei tanti canti popolari raccolti da Béla Bartók insieme all’amico Zoltán Kodály nel corso delle loro peregrinazioni per i villaggi rurali d’Ungheria.
Canto di rabbia e di rassegnazione contro la coscrizione militare ed il suo supremo simbolo, “Cecco Beppe”, ininterrottamente imperatore d’Austria (e re apostolico d’Ungheria) per quasi 70 anni, dal 1848 al 1916, e particolarmente odiato dai magiari perché nel primo anno del suo regno fu il responsabile – per mano dell’alleato russo - della sanguinosa repressione della rivoluzione anti asburgica guidata da Lajos Kossuth, che si concluse nel settembre del 1849 con un’impiccagione di massa nella città transilvana di Arad.
Per questo quattro anni più tardi, a Vienna, un giovane ungherese,... (continua)
Olvad a hó, csárdás (*) kisangyalom, tavasz akar lenni,
(continua)
inviata da Bartleby 28/7/2011 - 14:35

A Ballad for Sophie Scholl

A Ballad for Sophie Scholl
Sophie Scholl was your name;
(continua)
inviata da Carles Viadel 28/7/2011 - 14:19

Franco dans son berceau

Franco repose dans son berceau,
(continua)
inviata da Carles Viadel 28/7/2011 - 14:16
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Fehér László lovat lopott

Fehér László lovat lopott
[1904/05]

Da “Magyar népdalok” (Canti popolari ungheresi), edito a Budapest nel 1963.
Canzone popolare magiara risalente chissà a quando, visto che il testo compare già in raccolte ottocentesche.

E’ nei primi anni del 900 che il grande compositore ungherese conobbe il linguista ed etnomusicologo (e pure lui compositore) Zoltán Kodály ed insieme visitarono i villaggi magiari più remoti raccogliendo antiche canzoni e melodie popolari. Tutta l’opera successiva di Bartók fu fortemente influenzata dalle radici folkloriche del suo paese.

“Fehér László ha rubato un cavallo” fu poi tradotta in inglese dal folksinger Albert Lancaster Lloyd (1908-1982), amico e collaboratore di Ewan MacColl, con il titolo di “Laszlo Thea stole a stallion” e quindi approdò in America dove fu ripresa ed adattata da Judy Collins e da Bob Dylan che ne fecero due loro grandi successi, rispettivamente “Anathea” (da “Anna... (continua)
Fehér László lovat lopott
(continua)
inviata da Bartleby 28/7/2011 - 11:47
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La caccia alle streghe (La violenza)

La caccia alle streghe (La violenza)
[1968-69]
Parole e musica di Alfredo Bandelli (anche se a volte viene erroneamente attribuita a Giovanna Marini).
Nel disco intitolato “Fabbrica, galera, piazza” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1974.
Interpretata anche da Pino Masi e dal Canzoniere Pisano.




Inserita da Jean-Luc Godard nella colonna sonora del suo “Adieu au langage”, presentato in questi giorni nella selezione ufficiale al Festival del cinema di Cannes. (alla fine del trailer)
È cominciata di nuovo
(continua)
inviata da Daniel(e) Bellucci - 27.07.11 - con la testa fracassata di polvere e rumori - Nizza 27/7/2011 - 22:22
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Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons

Ceux qui ne pensent pas comme nous sont des cons
QUELLI CHE NON LA PENSANO COME NOI
(continua)
27/7/2011 - 18:41
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Wild Spain

Wild Spain
SPAGNA SELVAGGIA
(continua)
inviata da Andrea 27/7/2011 - 13:41
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Violencia machista

Violencia machista
VIOLENZA MASCHILISTA
(continua)
inviata da Andrea 27/7/2011 - 13:36
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La Colmena

La Colmena
L'ALVEARE
(continua)
inviata da Andrea 27/7/2011 - 13:34
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El libertador

El libertador
IL LIBERATORE
(continua)
inviata da Andrea 27/7/2011 - 12:37
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Animales de laboratorio

Animales de laboratorio
ANIMALI DA LABORATORIO
(continua)
inviata da Andrea 27/7/2011 - 12:31
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Rachel

Rachel
[1969]
Scritta dal songwriter inglese Raymond Froggatt.

La canzone racconta degli orrori della guerra dagli occhi di un'infermiera di un ospedale da campo e potrebbe ben riferirsi alla guerra in Vietnam, visto che fu scritta quando già da quattro anni i soldati australiani venivano spediti nel sud-est asiatico a combattere e a morire...
Gather round on ma's knee,
(continua)
inviata da DonQuijote82 e Bartleby 27/7/2011 - 04:31

Tell Me Why

we lived a nightmare
(continua)
inviata da DonQuijote82 27/7/2011 - 04:09
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Beirut

Beirut
Non sono in grado di capire il testo, né ho trovato una traduzione in inglese, ma sul canale ufficiale youtube della band viene catalogata come una canzone contro la guerra. (E come al solito è scritta in caratteri latini e non nel corretto alfabeto)
Wala ma kaan ala balee ya hawaa.
(continua)
inviata da DonQuijote82 27/7/2011 - 03:59
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We Are All One

We Are All One
On and on, on and on
(continua)
inviata da DonQuijote82 27/7/2011 - 03:20
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Bleed Red

Bleed Red
(2011)
Let's say we're sorry before it's too late
(continua)
inviata da anonymous 27/7/2011 - 02:06
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Tri ratna havera

Tri ratna havera
[1997]
Album: Ja nisam odavle

Il 9 ottobre 2011, quando chi scrive non si trovava, come dire, nel pieno delle sue forze, veniva inserita nel sito questa (straordinaria) canzone degli Zabranjeno Pušenje; il medesimo giorno, Marko, in un commento, faceva presente che mancava “una traduzione fatta bene”. Cinque anni dopo, la traduzione è stata finalmente fatta, o tentata, non si sa quanto bene ma perlomeno capace di rendere l’idea di questa storia. Una storia, probabilmente, di tantissimi nella Sarajevo in guerra e sotto assedio: tri ratna havera, appunto.

Della vicenda narrata della canzone è forse bene fare una sorta di riassunto esplicativo; ma ancor prima, bisognerebbe soffermarsi sul titolo tradotto, forse sbrigativamente, “tre amici in guerra”. Le traduzioni, di solito, funzionano assai poco; da una traduzione, ad esempio, non può risultare come mai –ad esempio- non sia stato utilizzato... (continua)
Noć pred gašenje Olimpijskoga plamena
(continua)
inviata da Anto Simic 26/7/2011 - 19:19
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Inno dei lavoratori siciliani

Inno dei lavoratori siciliani
[1894]
Testo di Pietro Gori
Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli

"Da cantarsi sull'aria dell'Inno di Mameli, risale con tutta probabilità al dicembre 1893/gennaio 1894, epoca della repressione dai Fasci siciliani da parte di Crispi. Aggiunto nella seconda edizione di Canti d'esilio. Poesie varie (Milano, Editrice Moderna, 1948) era già stato pubblicato in numerosi canzonieri. Non è mai stato registrato sul campo"
Fonte:A Rivista Anarchica

Scritto in occasione dei "Fasci Siciliani", importante movimento che in tutta la Sicilia vede i lavoratori e il popolo protestare contro il governo chiedendo meno tasse: la risposta governativa si traduce in una violenta repressione dei moti che dalla Sicilia si allargano comunque in Toscana, specie nella zona di Carrara. Il primo atto repressivo avviene il 10 dicembre 1893 a Giardinello dove si spara sulla folla. Il bilancio è di dieci morti e... (continua)
Compagni la forte Sicilia s'è desta
(continua)
inviata da adriana 26/7/2011 - 17:04
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Inno dei lavoratori del mare

Inno dei lavoratori del mare
[1894/96]
Scritto da Pietro Gori


Leoncarlo Settimelli lo raccoglie da "Napoleone Murzi, ex lavoratore marittimo, di Rio Marina (Isola d'Elba) e l'inno è anche stampato sul libretto personale di lavoro del Murzi, ultima pagina, rilasciato dalla Società Cooperativa di Navigazione Garibaldi di Genova; ma il libretto non reca la data dell'anno di edizione."

Si tratta sicuramente della "Cooperativa Garibaldi", fondata a Genova da G. Giulietti il 18 settembre 1918 a bordo del transatlantico "Giuseppe Verdi" e la scelta di inserire una poesia di Gori nel libretto di lavoro dei marittimi aderenti alla cooperativa di "capitan Giulietti", come è da tutti chiamato, non deve sorprendere proprio per la singolarità del personaggio: mazziniano, mostra simpatia per gli anarchici (è lui che si adopera per far rientrare in Italia segretamente E. Malatesta), amico di G. D'Annunzio contribuisce alla riuscita... (continua)
Lavoratori del mar s'intoni
(continua)
inviata da adriana grazie ad Antonino 26/7/2011 - 16:41
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Ho visto anche degli zingari felici

Ho visto anche degli zingari felici
Chanson italienne – Ho visto anche degli zingari felici – Claudio Lolli – 1976

Pour ceux qui n'ont pas vécu ces années-là...

La dernière partie (conclusion) est librement réélaborée à partir d'un texte de Peter Weiss « Gesang vom lusitanischen Popanz. » - « Le Chant du fantoche lusitanien », comme un glissement de perspective par rapport à l'original ; C'est-à-dire le refus de la colonisation par les colonisés, par la récupération des biens qui ont été expropriés (« C'est nous qui enrichissons la terre/ Nous qui supportons / La maladie du sommeil et la malaria... / Mais nous reprenons de la main, nous la reprenons entière,/ Nous nous reprenons notre vie,/ La terre, la lune et l'abondance. »
J'AI MÊME VU DES TZIGANES HEUREUX
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/7/2011 - 13:45

Blues della Carità

Caddero i buoi
(continua)
inviata da nat 26/7/2011 - 13:10
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La Savoiarda

La Savoiarda
Su wikipedia c'è questa notiziola che non so se attendibile ma perfettamente in linea con tutta la questione della pagina.

"Qualche anno dopo la morte del regicida, Ezio Riboldi, primo sindaco socialista di Monza, fece visitare la cappella espiatoria al giovane esponente della sinistra rivoluzionaria Benito Mussolini, il quale con un sasso puntuto incise la scritta: Monumento a Bresci."

Un saluto a tutti voi!
1984 25/7/2011 - 19:18




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