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Dancing in a Hurricane

Dancing in a Hurricane
This song is about the children living amidst warzones, attempting to have a childhood in spite of the chaos. It is written from the perspective of the mother of one of these children, who watches her "rays of light" play, while reflecting on the state of their home.

From the songwriter:
"The title comes from a line in Spectre [the James Bond film] and the lyrics were inspired by the current refugee crisis around the world. It’s the idea of children trying to enjoy their childhood in an unsafe environment; they’re literally dancing in a hurricane and I find it very sad. As a mother, I’m concerned about the well-being of children around the world. Here, our children are fed and they have a roof over their heads and I think we maybe take it for granted.”
We are force to live in silence
(continua)
7/2/2017 - 15:10
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Supernature

Supernature
[1977]
Scitta da Alain Wisniak e Marc Cerrone (1952-), compositore e produttore musicale francese tra i più importanti nella stagione d'oro della disco music.
Celeberrimo brano riempipista che intitolava il terzo album di Cerrone
Al primo posto nelle US disco/dance charts nelle prime settimane del 1978.

Chi l'ha detto che la disco music celebrava soltanto il disimpegno dopo l'ubriacatura politica degli anni della contestazione?

Un brano seminale che ritroviamo nelle sonorità di parecchi brani attuali, soprattutto in quelli realizzati dal mitico duo Daft Punk (che - guarda caso - sono francesi).
Once upon a time science opened up the door
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/2/2017 - 14:11
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Dublin City 1913 (Ballad of Larkin and Connolly)

Dublin City 1913 (Ballad of Larkin and Connolly)
Thanks Diarmuid Breatnach!

Ringraziando l'autore del commento che precede, ripropongo il testo come tratto dal sito di Dick Gaughan, dove effettivamente si legge "He was our leader, the workers' son"
La secoda quartina dell'ultima ottava è invece più simile alla chiusura del testo come originariamente contribuito, che non ricordo dove diavolo presi (era il 2009 e non ero molto rigoroso, sorry!)
DUBLIN CITY 1913
(continua)
inviata da Bernart Bartleby, già Alessandro 6/2/2017 - 22:47
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Hope for the Future

Hope for the Future
[2012]
Parole di Paul McCartney
Musica di Paul McCartney, Marty O'Donnell, Michael Salvatori.
Nella colonna sonora del videogame “Destiny”, composta da Martin O'Donnell, Michael Salvatori e altri, con il contributo di Paul McCartney per questo brano (che credo l'unico non strumentale dell'intera soundtrack)
La strofa tra parentesi non viene cantata da Paul McCartney, ma si trova nella cover del brano realizzata da Jillian Aversa (cantante) ed Andrew Aversa, compositore di colonne sonore per videogames più noto con il nome d'arte di Zircon.

E' curioso che questa canzone sicuramente pacifista sia stata scritta proprio per quello che in gergo tecnico viene definito videogame FPS, acronimo di First-person shooter, letteralmente “sparatutto in prima persona”...
Ma è anche vero che se gli Obama, le Clinton, i Bush, i Trump, i Putin e tanti altri del pari loro passassero più tempo alla playstation a giocare con gli sparatutto, invece di seminare morte e distruzione per il mondo per davvero, forse sarebbe meglio per tutti...
Some hope for the future
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/2/2017 - 18:28
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Lost in the Stars

Lost in the Stars
[1949]
Parole di James Maxwell Anderson (1888–1959), scrittore e poeta americano
Musica di Kurt Weill
La canzone che dà il titolo al musical che debuttò a Broadway nel 1949, dal racconto “Cry, the Beloved Country” scritto nel 1948 da Alan Paton (1903-1988), scrittore sudafricano, bianco ma attivista anti-apartheid. Il romanzo di Paton ha anche avuto due trasposizioni cinematografiche, nel 1951 e nel 1995.

A parte la considerazione che “Cry, the Beloved Country” fu a suo modo un racconto premonitore dei danni prodotti dall’apartheid, un tentativo di descrivere la povertà e la disgregazione delle comunità native, causate dal sistema di potere bianco, come causa dell’instabilità e della violenza nel paese…

Ma non si può non pensare che Anderson e Weill, quest’ultimo ebreo tedesco riparato negli USA già nel 1933, nell’immediato secondo dopoguerra si riferissero in questa canzone al destino... (continua)
Before Lord God made the Sea and the Land
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/1/2017 - 09:11
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L'America

L'America
From "Compulsory Freedom", 1976
30-1-17 13:35
AMERICA
(continua)
30/1/2017 - 13:34
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Trump Is on Your Side

Trump Is on Your Side
(2016)

Moby Featuring The Homeland Choir

Non ha mai lavorato un giorno, ma Trump è dalla parte della classe operaia! Si prende gioco dei soldati caduti, ma è dalla tua parte.
You work four years, doing nine to five
(continua)
29/1/2017 - 20:44
Percorsi: Donald Trump
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Land of the Free

Land of the Free
(2017)

“Land of the Free” is the third single off Joey Bada$$’s second album, AABA. It was released on January 20, coinciding with both Joey’s birthday and Donald Trump’s Presidential inauguration.

The track is about America’s many flaws, specifically focusing on corruption and inequality. Joey teased the track on January 16th for Martin Luther King Day.
genius

*

Released on Inauguration Day, "Land of the Free" is a biting anti-Trump rap delivered in a smooth package. With lines like “Donald Trump is not equipped to take this country over," its message isn't subtle—it's a clear indictment of the new president.

time.com
[Intro]
(continua)
29/1/2017 - 20:37
Percorsi: Donald Trump
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Lawrence Ferlinghetti: Pity the Nation (After Khalil Gibran)

Lawrence Ferlinghetti: Pity the Nation (After Khalil Gibran)
(2007?)

Poesia di Lawrence Ferlinghetti (1919-2021) poeta americano, fondatore della libreria e casa editrice City Lights di San Francisco, che ha pubblicato numerosi poeti della Beat Generation ma anche i primi libri di Charles Bukowski.
Ferlinghetti è conosciuto soprattutto per la raccolta A Coney Island of the Mind del 1958,

Una delle più recenti poesie di Lawrence Ferlinghetti, ispirata all'omonima poesia del poeta libanese Khalil Gibran. Ferlinghetti si distacca comunque dalla retorica del modello originale, adattando la poesia alla sua nazione. Le sue parole sono oggi ancora più attuali, in questi giorni in cui il neo presidente degli Stati Uniti Donald Trump rivendica apertamente l'efficacia della tortura e chiude le porte della nazione, impedendo di tornare a casa a gente che abitava negli Stati Uniti da vent'anni soltanto in base alla appartenenza etnica o religiosa.
Pity the nation whose people are sheep
(continua)
29/1/2017 - 10:44
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Everybody Cryin' About Vietnam

Everybody Cryin' About Vietnam
[1965]
Parole e musica di J.B. Lenoir
Nell’album collettivo “Bye Bye, Bird... Solo Blues”, pubblicato nel 1968

Questo bellissimo blues di J.B. Lenoir, versione alternativa ma completamente diversa di Vietnam Blues, fu presentato durante un concerto ad Amburgo nel 1965 ma poi i produttori e l’etichetta del bluesman decisero che i tempi non erano maturi, lo censurarono di fatto, pubblicandolo solo tre anni più tardi. Il motivo è che alla condanna senza appello della guerra nel sud-est asiatico si univa l’altrettanto ferma condanna del razzismo sempre presente negli USA… “Presidente, se non riconosci ai neri che hanno gli stessi diritti dei bianchi, allora come puoi mandarli a combattere e a morire nella tua assurda guerra?”. Una provocazione cruciale.
I want you to hear what I hear, I hear some explosions and a lot of bombs and guns shooting, lets go over to Vietnam...
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/1/2017 - 09:14
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Trois beaux oiseaux du Paradis

Trois beaux oiseaux du Paradis
THREE BEAUTIFUL BIRDS OF PARADISE
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2017 - 20:40
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War Is Over (Goodbye California)

War Is Over (Goodbye California)
[1948?]
Parole e musica di John Lee Hooker
In molti dischi e compilation del grande bluesman, a cominciare da “Goin' Down Highway 51”, raccolta del 1971 contenente brani registrati nell’immediato secondo dopo guerra, tra il 1948 ed il 1951.
Well the war is over
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/1/2017 - 08:36

(From the Falklands to the Balkans) I've Fought in Every War

(From the Falklands to the Balkans) I've Fought in Every War
[2004-2012]
Una canzone “patriottica” scritta da Beck sotto lo pseudonimo di H. Haglund.
Testo trovato su Wiskeyclone
Si tratta di un inedito, presente fra una sessantina di brani scritti da Beck a partire dal 2004, 20 dei quali andarono poi a far parte della raccolta di spartiti “Song Reader”, pubblicata nel 2012, che l'anno seguente divenne un disco collettivo in cui ogni singolo brano fu interpretato da un artista diverso, da Jeff Tweedy a Norah Jones, da Jack White a Marc Ribot, Loudon Wainwright III, Jack Black e lo stesso Beck.
A proposito del progetto “Song Reader” si vedano anche America Here's My Boy e The 335 Years' War
From the Falklands to the Balkans
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/1/2017 - 22:53
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The 335 Years' War

The 335 Years' War
[2004-2012]
Una canzone “patriottica” scritta da Beck sotto lo pseudonimo di E.N. McNeill.
Testo trovato su Wiskeyclone (dove però Scilly in Gran Bretagna diventa Sicily in Italia!)
Si tratta di un inedito, presente fra una sessantina di brani scritti da Beck a partire dal 2004, 20 dei quali andarono poi a far parte della raccolta di spartiti “Song Reader”, pubblicata nel 2012, che l'anno seguente divenne un disco collettivo in cui ogni singolo brano fu interpretato da un artista diverso, da Jeff Tweedy a Norah Jones, da Jack White a Marc Ribot, Loudon Wainwright III, Jack Black e lo stesso Beck.
A proposito del progetto “Song Reader” si veda anche America Here's My Boy

Una curiosa canzone che racconta di un episodio ancora più curioso, che qualcuno dice realmente avvenuto, qualcun altro no.

Sul finire della guerra civile inglese, a metà del 600, la Cornovaglia divenne l'ultimo baluardo... (continua)
'Twas on the Isles Of Scilly in 1651
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/1/2017 - 22:13
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Someone Like Biko

Someone Like Biko
2011
Sun No Dey Sleep

Una canzone riguardo agli eroi africani
Weariness in my soul, pain in my heart
(continua)
inviata da dq82 23/1/2017 - 19:39
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Angina Pektoris

Angina Pektoris
ANGINA PECTORIS
(continua)
inviata da dq82 23/1/2017 - 19:13
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Blood for Oil

Blood for Oil
Album: The F-bomb (2016)
Originariamente pubblicata nell'EP Turbo del 2003
Come on down! You are the next contestant
(continua)
22/1/2017 - 22:37
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Gary Got a Gun

Gary Got a Gun
Album: Sonic Boom Six (2012)
Gary got a gun, a camouflage uniform and a journey to a strange land,
(continua)
22/1/2017 - 22:31
Percorsi: Eroi
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Don't Die a Martyr for Me

Don't Die a Martyr for Me
(2007)

EP Change The World

Da una rock band ungherese una canzone su una ragazza pacifista che convince un soldato (o un terrorista kamikaze?) a disertare.


Don't Die A Martyr For Me is a song by Dawnstar and it was released on 30 November 2007 on Change The World EP. The song was written by Attila Wind in 2006 and it was first recorded for the demo, A Metrosexual's Confessions in 2006. The lyrics tells the love story between a pacifist girl and warrior. Wind intended to call the attention for the aimlessness of deaths due to political reasons.
Official Website
I met a young girl she’s only nineteen
(continua)
22/1/2017 - 22:23
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Scarpette rosse a Buchenwald

Scarpette rosse a Buchenwald
There is a pair of red shoes
(continua)
inviata da dq82 22/1/2017 - 16:25
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Europa

Europa
(2006)

Era nella lista di canzoni pacifiste ma non so quanto sia pacifista...
From Agincourt to Waterloo
(continua)
21/1/2017 - 23:20
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Fields of Mars

Fields of Mars
Album New Maps of Hell (2007)


We traditionally are a band that criticizes the currently-held view or the popular view as being one that’s not very well thought-out, and so the war was an obvious target, but we still live in a society that doesn’t think very much, and so there’s plenty of fallout from the war, from the social implications that we’re left with, and those are the kinds of things we are addressing on this album. I guess the most blatant we get is an allegory to the god of war in a song called “The Fields of Mars.”

Greg Graffin
In the garden where he was cast out by the Lord
(continua)
21/1/2017 - 22:56
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Oklahoma, U.S.A.

Oklahoma, U.S.A.
[1971]
Scritta da Ray Davies
Nell’album dei Kinks intitolato “Muswell Hillbillies”

Una donna, piegata dal lavoro e dalla vita, che sogna di andare a vivere in Oklahoma, non certo perché sia il posto più bello del mondo ma perché “Oklahoma!” è stato uno dei musical di Broadway più famosi di sempre, poi reso immortale nel film diretto nel 1955 da Fred Zinnemann, con Shirley Jones e Gordon MacRae protagonisti.
All life we work, oh, work is a bore
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/1/2017 - 09:08
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Ballad of Struggle and Being

Ballad of Struggle and Being
(2016)

"Ballata di lotta e di essere" affronta il tortuoso percorso dell'individuo moderno nella ricerca di sé, fornendo una chiave di liberazione nella lotta collettiva basata su teorizzazione politica, indipendenza e autodeterminazione dei popoli nell'attuale realtà dei rapporti fra Stati. Ne scaturisce una forte denuncia del grave scenario internazionale, in cui la disinformazione su scala globale giustifica la guerra imperialista omettendo la distinzione tra aggressori e aggrediti, in cui la "società dello spettacolo" fa le veci del potere, perpetuando così lo sfruttamento dei singoli individui e del loro tempo, ora come non mai quantificato esclusivamente in denaro o, più precisamente, in Dollari statunitensi.
To hit the wall once for all
(continua)
inviata da Ivan Guillaume Cosenza 16/1/2017 - 16:53
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South Africa

South Africa
1988
South Africa
feat. Ruud Gullit
South African, downpressorman
(continua)
inviata da dq82 15/1/2017 - 16:42
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Mother's Pride

Mother's Pride
Testo, musica e arrangiamento di George Michael.

Bella e potente ma al tempo stesso semplice e piena di grazia nel suo dipingerci - con immagini vivide che sfumano l'una nell'altra - il quadro di un tragico "passaggio di consegne" generazionale. Nel segno immutato ed immutabile, da una decade all'altra, della guerra.

E' tratta da "Listen Without Prejudice vol. 1" (1990), album ricco di momenti intensi, riflessivi e cantautoriali (vero atto di coraggio per una popstar dal successo planetario che avrebbe voluto essere riconosciuta per quello che era: un'anima - sincera ed ispirata - innanzitutto).

"The track "Mother's Pride" was played often on US radio stations during the first months of the Gulf War in 1991. Programmers took telephone calls from soldiers' loved ones and mixed their greetings into the song as tributes, along with other patriotic sound bites" (dall'edizione in lingua inglese di Wikipedia)
Oh she knows
(continua)
inviata da Alberta Beccaro - Venezia 14/1/2017 - 02:58
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Killing Time

Killing Time
[2016]
Parole e musica di Nicolas Jaar (1990-), musicista e compositore di musica elettronica e sperimentale, newyorkese ma di origine cilena.
Testo trovato su Genius

Nicolas Jaar è nato a New York nel 1990. I suoi genitori si erano lì trasferiti nel 1982, provenienti dal Cile. Suo padre è Alfredo Jaar (1956-), importante artista cileno, cresciuto anche artisticamente nel pieno del regime di Pinochet e divenuto oppositore della dittatura. “Sono nato in Cile sessanta anni fa: ho visto la dittatura di Pinochet e il golpe contro Allende; per fare arte, ho imparato a parlare fra le righe. Era l’arte della Resistenza”, racconta Alfredo Jaar.

Tra le sue installazioni - esposte alle biennali di Venezia, São Paulo e Istanbul nei maggiori musei d'arte contemporanea in tutto il mondo – c'è “Infinite Cell” (2004), ricostruzione della cella in cui fu rinchiuso Antonio Gramsci. Il visitatore è invitato... (continua)
I think we’re just out of time
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/1/2017 - 23:30
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How Does the Grass Grow?

How Does the Grass Grow?
[2010-12]
Parole e musica di David Bowie.
Il riff del ritornello è mutuato da “Apache”, brano stumentale di cui fu autore Jerry Lordan (1934–1995), cantautore e compositore inglese e che fu portato al successo da The Shadows nel 1960 e poi di nuovo nel 1973 nella versione della Incredible Bongo Band.
Nell’album “The Next Day” del 2013

L’ambientazione, esplicitata nella prima strofa, è quella di una qualche paese sovietico o post-sovietico. “Le ragazze che indossano gonne di nylon e sandali ungheresi e i ragazzi in sella ai loro Riga” (motorini di fabbricazione lettone, prodotti tra il 1952 e il 1992) è una descrizione di un villaggio sovietico ripresa pari pari da uno scritto (in “Twenty Letters to a Friend”) del 1967 di Svetlana Alliluyeva, che pur essendo figlia di Stalin fu una dissidente e nel 1966 fuggì dal suo paese rifugiandosi negli USA (dove è morta nel 2011).
Il protagonista... (continua)
There’s a graveyard by the station
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 13/1/2017 - 09:03
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Gypsy

Gypsy
[1972]
Parole e musica di
La canzone che chiude l’album intitolato “Not Till Tomorrow”
Our fathers out of India come
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/1/2017 - 08:48
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Peppers and Tomatoes

Peppers and Tomatoes
[1995]
Parole e musica di Ralph McTell
Nell'album intitolato “Sand in Your Shoes”

Una canzone scritta pensando alla guerra fratricida in Yugoslavia...
This year in my garden I grow peppers and tomatoes
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 23:05
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The Case of Otto Schwarzkopf

The Case of Otto Schwarzkopf
[1995]
Versi di Shmuel Huppert, ebreo di origine ceca, internato da bambino nel campo di sterminio di Bergen Belsen. Sopravvisse, per poi trasferirsi in Israele.
Testo tradotto in inglese da Neville Teller, scrittore, giornalista e autore radiofonico londinese
Adattamento del testo e musica di Ralph McTell
Nell'album intitolato “Sand in Your Shoes”

Nel 1990 Neville Teller, autore radiofonico per la BBC, conobbe in Israele Shmuel Huppert, responsabile dei programmi culturali di radio Kol Yisrael. Questi era scampato all'Olocausto e aveva conosciuto l'orrore dei campi nazisti a soli 6 anni. Subito dopo la guerra si era trasferito, come tanti ebrei sopravvissuti, nella Palestina ancora sotto mandato britannico. Huppert chiese a Teller di tradurre in inglese una sua poesia, scritta in ebraico (non saprei purtroppo dove reperire l'originale), che s'intitolava “La valigia”. Teller la tradusse... (continua)
The case of Otto Schwarzkopf has reached Jerusalem
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 22:34

The Islands

The Islands
[1995]
Parole e musica di Ralph McTell
Nell'album intitolato “Sand in Your Shoes”

la MV Braer era una petroliera di fabbricazione giapponese, di proprietà canadese e battente bandiera liberiana che nel gennaio del 1993, incappata in una potente tempesta mentre si trovava in prossimità delle isole Shetland, in Scozia, divenne incontrollabile e cominciò a riversare in mare le 85.000 tonnellate di greggio che trasportava.

Il capitano, temendo un incendio, abbandonò la nave insieme a tutto l'equipaggio (a quanto pare Schettino non è stato il primo!) e questa se ne andò alla deriva rilasciando poco a poco tutto il suo carico. Ogni tentativo di riprendere il controllo della Braer fu inutile e la nave vagò incontrollata per diversi giorni fino ad incagliarsi nella baia di Quendale, affondando parzialmente.
I danni per l'ambiente dell'arcipelago furono enormi, e per fortuna il tipo di petrolio trasportato era più leggero e meno inquinante del normale greggio estratto nel mare del Nord...
We do not fear the long ships, we've seen long ships before
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 21:56
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The Enemy Within (the Band)

The Enemy Within (the Band)
[1995]
Parole e musica di Ralph McTell
Nell'album intitolato “Sand in Your Shoes”

Bella e classica, bandistica, che la banda musicale della miniera è qui la protagonista del brano.
Il “nemico interno” - così additati dalla propaganda di Margaret Thatcher - erano i minatori inglesi in sciopero nel 1984/85, in quello che è stato uno dei più duri confronti tra un gruppo di lavoratori ed un governo occidentale nella seconda metà del 900.

Dopo oltre 50 settimane di protesta, due morti, centinaia di licenziamenti e migliaia di procedimenti giudiziari, il sindacato votò la fine dello sciopero ed il ritorno al lavoro (per quei pochi che l'avrebbero ritrovato ancora...)

“Bloodied but unbowed”, sanguinanti ma non vinti.
There was a time when the strike was on
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 21:28
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Water of Dreams

Water of Dreams
[1982]
Parole e musica di Ralph McTell
E’ la canzone che dà il titolo al suo album del 1982.

Una canzone dedicata a tre persone i cui nomi oggi ai più non dicono nulla, e che è bene ricordare.

Clement Blair Peach (1946-1979) era un insegnante di origine neozelandese che fu massacrato e ucciso dalla polizia durante una contro-manifestazione antifascista a Southall, Londra. Su di lui si veda l’introduzione a Jah War dei The Ruts.

Jimmy Kelly, di Liverpool, e Liddle Towers, di Chester-le-Street, entrambi furono uccisi quello stesso anno mentre si trovavano in custodia della polizia. Si vedano al proposito le canzoni The Murder Of Liddle Towers degli Angelic Upstarts, Blue Murder della Tom Robinson Band e Justice del The Pop Group.
Oh, the other day, I had the strangest dream
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 17:32
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Factory Girl

Factory Girl
[1969]
Parole e musica di Ralph McTell
Nell’album intitolato “My Side of Your Window”, autoprodotto
Hurrying across the bridge before the siren calls.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 16:57
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I've Thought About It

I've Thought About It
[1969]
Parole e musica di Ralph McTell
Nell’album intitolato “My Side of Your Window”, autoprodotto
I've thought about it
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 16:47
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From Clare to Here

From Clare to Here
[1976]
Parole e musica di Ralph McTell
Nel suo album “Right Side Up”

Una delle canzoni più famose di Ralph McTell, un breve ed intenso racconto dell’emigrazione irlandese… La contea di Clare è nel centro-ovest dell’Irlanda, sull’oceano Atlantico.
There's four who share this room
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 09:12
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Jesus Wept

Jesus Wept
[1995]
Parole e musica di Ralph McTell
Nel suo album intitolato “Sand In Your Shoes”
The day that Jesus arrived in Jerusalem
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 08:53
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Red and Gold

Red and Gold
[1985]
Parole e musica di Ralph McTell
Arrangiamento dei Fairport Convention
La canzone che dà il titolo all’album dei Fairport Convention del 1988.
Testo trovato su Mudcat Café

Una canzone sulla Guerra Civile inglese (1642-1651), una delle tante guerre fratricide che costellano la storia dell’umanità. Qui i monarchici e i parlamentaristi se le diedero di santa ragione (più di 80.000 morti) ma soprattutto seminarono morte e distruzione nelle campagne, tra i civili (quasi 130.000 morti).

In particolare la canzone, dove il racconto è dalla prospettiva di un contadino, si riferisce alla battaglia di Cropredy Bridge del 29 giugno 1644, conclusasi con la vittoria delle truppe di re Carlo I. Ralph McTell la scrisse dopo aver partecipato ad un’edizione del festival musicale che si tiene in quel paese dell’Oxfordshire, organizzato fin dal 1976 proprio dai Fairport Convention:

“This is the... (continua)
Red and Gold are royal colours.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/1/2017 - 08:37
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England

England
[1981]
Parole e musica di Ralph McTell
Un singolo poi inserito nell'album “Water Of Dreams” del 1982

A detta dello stesso autore questo brano voleva essere una proposta per un nuovo inno nazionale, ma il tentativo purtroppo si spense sulle coste delle Falklands/Malvinas...:

“England was my attempt to write almost a new national anthem. I still think we need a song that reflects our new diversity and more of a belief in a spiritual heart beat to our country. This was very nearly a hit but I withdrew support for the song when the Falklands war took place. The idea of selling records on the backs of dead soldiers and jingoistic reactions flew in the face of the third verse of the song and was the direct opposite of my intention when writing it. It has now found its way back into my repertoire.”

A mio avviso, meno bella di England 1914 - di cui “England” potrebbe quasi intendersi come “reprise”... (continua)
What is it about you, makes me feel this way?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2017 - 23:24
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Maginot Waltz

Maginot Waltz
[1974]
Parole e musica di Ralph McTell
Nell’album “Easy”

La linea Maginot (dal nome dell’allora ministro della guerra André Louis René Maginot, veterano della Prima) è un potente sistema di fortificazioni in cemento armato costruito dai francesi a partire dal 1928 lungo le frontiere con Belgio, Lussemburgo, Germania, Italia e Svizzera. E’ ben noto come alla prima prova, nel 1940, la “medievale” linea Maginot dimostrò subito di non servire ad una beata cippa…

“Saremo di ritorno fra due e tre settimane, facciamo un salto in Francia con Lord Kitchener a insegnare un paio di cose ai crucchi e poi torniamo e ce la spassiamo insieme per tutta la vita…”
All off to Brighton in a charabanc, (1)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/1/2017 - 08:59
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In the Western World

In the Western World
[1972]
Nell’album “Bells, Boots and Shambles” pubblicato nel 1973
Una lunga suite composta di quattro parti (In The Western World - Jungle Lore - Coming Back, Western World Reprise)
Testo trovato su Antiwar literary and philosophical selections
I wake my days, look at the world
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/1/2017 - 09:15
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The Sun Is Bored

The Sun Is Bored
[1970]
Parole e musica di Bill Fay
Nel suo album di debutto, “Bill Fay”, del 1970

A mio parere questa è una canzone contro quelli che uccidono e che decidono, contro il Potere, insomma...
"Tally ho, let's go", said the leader of the chase
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/1/2017 - 21:00

Suola ja noaiddi

anonimo
Suola ja noaiddi
da Unsongs (2014), compilation di canzoni censurate da tutto il mondo.
The English version recorded by Moddi in his album Unsongs (2014)



Traditional song, written down by Jacob Fellmann (app. 1830).
English lyrics by Maren Skolem, based on translation from Harald Gaski. Melody by Pål Moddi Knutsen.

In 1820 Jakob Fellman was appointed priest in Utsjoki, Lapland, the northernmost parish in Finland. The village was beyond the reach of any road, and even the closest Finnish town was five days of travel away. It was easier for Fellman to travel to Norway.

Fellman was priest in Utsjoki for 11 years. He documented his travels in Finland and northern Norway in writing and drawing, paying interest in anything from the local fauna to religious traditions. The memoirs from his stay in Lapland comprises 2567 (!) pages, spanning folklore and mythology, history and language, botany and correspondences.

In... (continua)
THE SHAMAN AND THE THIEF
(continua)
inviata da Dq82 7/1/2017 - 11:08
Video!

Việt Nam tôi đâu?

Việt Nam tôi đâu?
da Unsongs, compilation di canzoni censurate da tutto il mondo.



Written by Viet Khang.
Translation by Pål Moddi Knutsen and Maren Skolem.
WHERE IS MY VIETNAM
(continua)
inviata da Dq82 7/1/2017 - 10:46
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Plegaria a un labrador

Plegaria a un labrador
da Unsongs (2014), compilation di canzoni censurate da tutto il mondo.



Written by Chilean musician and theatre director Víctor Jara.
Translation by Pål Moddi Knutsen and Maren Skolem.
OUR WORKER
(continua)
inviata da Dq82 7/1/2017 - 10:28
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The Healing Day

The Healing Day
[2012]
Parole e musica di Bill Fay
Nell'album “Life is People”

Un Giorno del Giudizio, ma molto lontano dall'Apocalisse...
Bellissima e disarmante nella sua semplicità musicale e concettuale, più che “evangelica”.
It'll be O.K.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/1/2017 - 22:51
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We the People....

We the People....
Album: We got it from Here... Thank You 4 Your service (2016)

Parole da Genius
batteria campionata da "Behind the Wall of Sleep" dei Black Sabbath

Una delle canzoni più politiche dell'album, "We the People..." (il cui titolo riprende ironicamente l'incipit della Costituzione statunitense), affronta i problemi della violenza poliziesca contro la comunità nera ed il razzismo del neo eletto Donald Trump.

Released three days after the election, A Tribe Called Quest’s new album, “We got it from Here…Thank You 4 Your service” makes statement after artful statement about racism in the United States. Additionally, the members of the group are Muslim and bring the fight against growing Islamophobia into their rhymes.

Aside from being a statement on the injustices committed against people of color, Tribe’s “We The People” offers a solution. The lyrics call out the propensity to turn a blind... (continua)
[Verse 1: Q-Tip]
(continua)
6/1/2017 - 20:54
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Sad Affair

Sad Affair
1993
33 Revolutions per Minute
Once upon a time there was
(continua)
inviata da Dq82 6/1/2017 - 19:32
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Ohmerica

Ohmerica
(2016)
Album: Monolith of Phobos

Cantata da Sean Lennon, figlio di John Lennon e Yoko Ono, accompagnato in questa avventura sperimentale dal leader dei Primus, Les Claypool, una canzone psichedelica e apertamente politica sulla sorveglianza di massa da parte del governo degli Stati Uniti. "Abbiamo tutto sotto controllo / leggiamo la tua mail e intercettiamo il tuo telefono / e se non ti garba, mandiamo i droni!".
Oh...America
(continua)
inviata da Lorenzo 4/1/2017 - 23:58
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The Drums of War

The Drums of War
Feat. Jon Forman
Album: Brother's Keeper
The drums of war are marching in
(continua)
4/1/2017 - 23:46
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Ignorance Is Bliss

Ignorance Is Bliss
(2004)

Album: The Big Eyeball in the Sky

Beata Ignoranza! Una canzone apertamente politica da questo supergruppo sperimentale capitanato da Les Claypool dei Primus.
When Jesus saw the pain
(continua)
4/1/2017 - 23:38
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Marching on Ferguson

Marching on Ferguson
(2014)
Parole e musica di Tom Morello

Canzone di solidarietà ai manifestanti di Ferguson che protestano per l'assassinio di Michael Brown da parte di un poliziotto nell'estate del 2014. Tutti i proventi della canzone sono devoluti al movimento Black Lives Matter.
No peace and no patience
(continua)
inviata da Lorenzo 4/1/2017 - 23:24
Video!

Murder Runs the Globe

Murder Runs the Globe
Album: Knowledge Is Power II (2015)

Testo ripreso da Genius
[Intro]
(continua)
4/1/2017 - 21:21
Video!

If You're There

If You're There
[2016]
Lyrics and Music: Yaser Ramadam
Testo e musica: Yaser Ramadam
Yaser Ramadam: Voce / Voice
Francesco Staccioli: Chitarra / Guitar



Di Yaser, ovvero il giovane Yaser Ramadam, si sa poco o nulla, probabilmente per sua riservatezza. Si sa però benissimo che ha una voce splendida, e che dal febbraio 2015 è il vocalist dei Killer Queen, la cover band ufficiale italiana dei Queen formatasi fin dal 1995. Dalle notizie avute, pare che If you're There sia la prima canzone scritta e cantata in proprio da Yaser, che nel video vediamo accompagnato dal giovanissimo chitarrista Francesco Staccioli. Una canzone che, nel suo spirito, riprende dichiaratamente il messaggio pacifista e antireligioso di John Lennon, contro ogni "fede", contro ogni intolleranza. Se il buon giorno si vede dal mattino, c'è da augurarsi che Yaser, oltre a fare ottimamente il suo lavoro nei Killer Queen, continui a scrivere e cantare anche le sue canzoni... [AXXIS]
I've never been so sure
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI secolo 3/1/2017 - 08:13
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Darlin' Be Home Soon

Darlin' Be Home Soon
(1966)
Parole e musica di John Sebastian
Dalla colonna sonora del film di Francis Ford Coppola You're a Big Boy Now
Famosa anche la versione di Joe Cocker

La canzone, che John Sebastian cantò anche a Woodstock nel 1969 quando il cantante, che si trovava al festival come spettatore, fu ingaggiato all'ultimo momento per salire sul palco con una chitarra acustica prestata da Tim Hardin, in attesa che i tecnici riparassero l'impianto elettrico danneggiato dalla pioggia per l'esibizione di Santana.

Il pubblico di Woodstock per la maggior parte non conosceva la canzone, ma fu subito coinvolto dall'esibizione di Sebastian, e interpretò la canzone come una canzone d'amore contro la guerra.

La storia completa della canzone si può leggere sul Wall Street Journal.
Come
(continua)
1/1/2017 - 22:14
Video!

Indian Givers

Indian Givers
2016
Peace trail

Indian Givers, già lanciato da un videoclip minimale e sublime che unisce riprese televisive e immagini girate con il telefonino da un Neil in versione YouTuber, è la protesta contro un oleodotto costruito sulle terre dei Nativi
There's a battle raging on the sacred land
(continua)
inviata da Dq82 31/12/2016 - 13:18
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La grève des mères

La grève des mères
tratta dal libretto disco di Dominique Grange Des lendemains qui saignent
THE MOTHERS' STRIKE
(continua)
29/12/2016 - 21:16

One World, One Chance

One World, One Chance
Words: Cynthia Cockburn
Tune and arrangement: the South African song Mayenziwe ‘Ntando Yakho
RAISED VOICES
London Political Street Choir
2007
One World, One Chance
We stood, eyes closed, and visualized the world seen from outer space. The
(continua)
inviata da dq82 29/12/2016 - 19:29
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Bella Ciao

anonimo
Bella Ciao
4h. Bella Ciao (versione inglese contro l'austerity del coro Raised Voices)
4h. English environmental version by Raised voices

London, 18 October 2014: No More Austerity! Demand the Alternative
Oh we are singing for education
(continua)
inviata da dq82 29/12/2016 - 19:09
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Shout

Shout
[2001]
Scritta da Michael Jackson e R. Kelly (cantautore di Chicago, ex atleta professionista di basket)
Un brano espunto da “Invincible”, ultimo album in studio del “King of Pop”, amato da tanti, odiato da troppi ma indimenticato da tutti.
“Shout” venne pubblicato come b-side del singolo “Cry”
Testo trovato su Genius




E provateci solo a non pubblicarla o a sfregiarla col bollino “Bleah”!
Conoscerete la mia ira!
Ignorance of people purchasing diamonds and necklaces
(continua)
inviata da Bernart Bartleby (always possessed) 27/12/2016 - 16:41
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Leonard Cohen: Love Calls You by Your Name

Leonard Cohen: Love Calls You by Your Name
[1971]
Leonard Cohen
Songs of Love and Hate

You thought that it could never happen
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo 26/12/2016 - 19:13
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Tonbuktu faso [Timbuktu fasso]

Tonbuktu faso [Timbuktu fasso]
[based upon the French translation
December 26, 2016 04:47 pm
TIMBUKTU, MY HOMELAND
(continua)
26/12/2016 - 16:47
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Kanou

Kanou
In inglese da Lyricstranslate
LOVE
(continua)
inviata da Krzysiek 26/12/2016 - 03:07
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Christmas Card From a Hooker in Minneapolis

Christmas Card From a Hooker in Minneapolis
1978
Blue Valentine

Basata sulla poesia "Charlie I'm pregnant" di Charles Bukowski.

Il brano racconta una storia di reietti, la categoria umana che da sempre interessa di più a Tom Waits. A Natale una prostituta scrive una lettera a un amico (o ex ragazzo) chiamato Charlie. Gli racconta che la sua vita va bene, ha un marito che suona il trombone. La ama e le ha promesso che crescerà il figlio di lei, anche se non è suo. La protagonista ha smesso di drogarsi e di bere e, dopo una vita di stenti, pensa di essere felice. Arrivata alla fine della lettera però la donna non riesce più a mentire e vuota il sacco: non ha un soldo, è in prigione e ha bisogno di soldi per pagare la cauzione. Vinicio Capossela, che non ha mai nascosto la sua ammirazione nei confronti del cantautore di Pomona, ne ha registrato una bella cover in italiano. Per un Natale con Tom Waits, il migliore dei regali possibili.
internazionale.it
Hey Charley I'm pregnant
(continua)
inviata da Dq82 25/12/2016 - 00:41
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One of Us

One of Us
[1995]
Written by Eric Bazilian
Scritta da Eric Bazilian
Écrite par Eric Bazilian
Single Release / Pubblicazione in singolo: February 21, 1995 / 21 febbraio 1995
Album: Relish

Buonasera. Sono un anonimo, toscano, del XXI secolo; però sono nato un discreto pezzo indietro nel XX, di secolo. Qui con me c'è pure un'anonima, emiliana, sempre del XXI secolo e ugualmente nata nel XX. Lo diciamo subito, così per sgomberare il campo da ogni dubbio: a noialtri, di chi sarebbe nato domani secondo una serie di chiese organizzate e delle loro sacre scritture, non ce ne importa e non ce n'è mai importato nulla. Al qui presente Anonimo, pochissimo persino da bambino, e forse questo è una specie di record. Però, alla vigilia di codesta famosa nascita, o “Natale” che dir si voglia, abbiamo deciso di dribblare un po' la questione e di occuparci un po' del babbo, quello lassù in alto, talmente in alto... (continua)
[Intro:]
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo e l'Anonima Emiliana del XXI Secolo 24/12/2016 - 20:17
Video!

The Richest Man in Babylon

The Richest Man in Babylon
[2000-02]
Featuring Notch, al secolo Jeffrey Haynes, artista reggae di Hartford
La traccia che dà il titolo al terzo album in studio per questo gruppo “Downtempo-Chill-out-Dub-Lounge-Electronica-Trip hop” con sede a Washington DC.
There is no guidance in your kingdom
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/12/2016 - 19:56




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