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Percorso La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù

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U mari unnavi curpi

U mari unnavi curpi
Mi dispiace mamma, perché la barca è affondata e non sono riuscito a raggiungere l’Europa.
Mi dispiace mamma, perché non riuscirò a saldare i debiti che avevo fatto per pagare il viaggio.
Non ti rattristare se non trovano il mio corpo, cosa potrà mai offrirti,
se non il peso delle spese di rimpatrio e sepoltura?

Mi dispiace mamma,
perché si è scatenata questa guerra ed io, come tanti altri uomini, sono dovuto partire.
Eppure i miei sogni non erano grandi quanto quelli degli altri…
Lo sai, i miei sogni erano grandi quanto le medicine per il tuo colon e le spese per sistemare i tuoi denti…
A proposito… i miei denti sono diventati verdi per le alghe.
Ma nonostante tutto, restano più belli di quelli del dittatore!

Mi dispiace amore mio,
perché sono riuscito a costruirti solo una casa fatta di fantasia:
una bella capanna di legno, come quella che vedevamo nei film… una casa povera,
ma... (continua)
daniela -k.d.- 24/12/2017 - 18:06
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Aquitania

Aquitania
Canzone stupenda. Molto poetica.
24/12/2017 - 16:47
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The Shearer's Lament

The Shearer's Lament
Sul sito (da esplorare) Warren Fahey’s Australian Folklore Unit viene attribuita a tal Ian Lock di Moorooka, Queensland.
THE SHEARER’S LAMENT
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/12/2017 - 13:50
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Cane Cutter's Lament

anonimo
Cane Cutter's Lament
This short film takes a look at the life of Queensland sugar cane cutters. It shows itinerant workers contracting with a cane farmer, cutting the cane and loading it for transport, from early morning to dark. Other sequences show the cutters in their quarters eating as much food as they need to carry out a tough job. The film is straightforward in its approach: cane cutting is hard work although the pay is good and the industry itself means much to the thriving state of Queensland. Made by The National Film Board 1948. Directed by Hugh McInnes.

B.B. 15/12/2017 - 08:28
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Berlino

Berlino
Chanson italienne – Berlino – Massimo Priviero – 2017

Un album qui parle d’émigration, un véritable concept-album qui raconte des histoires de vie des Italiens d’hier et d’aujourd’hui, qui parle de renaissance, de renouveau, de force.

Dans les années 80, nombre de jeunes cherchaient leur destin dans d’autres villes européennes, surtout pour chercher du travail dans les restaurants italiens. Ainsi fit ce garçon dans les années qui précédent la chute du mur. Berlin à l’époque était une ville merveilleuse, mais fort difficile à supporter pour qui à regret, a laissé l’horizon sûr de sa famille, de ses amis et de son bar. Apparemment désillusionné par rapport ce qui se passe, dégrisé quant à la beauté de son destin, décidé à retourner dans le petit village d’où quelques années auparavant, il était reparti.

J’allai à Berlin pour la première fois vers la moitié des années 80 et je le fis ensuite... (continua)
BERLIN
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/12/2017 - 16:48

No More Hard Time

No More Hard Time
La fotografia nel video non è di Alec “Guitar Slim” Seward ma è quella di un altro "Guitar Slim", Eddie Jones (1926-1959), morto alcolizzato a soli 32 anni

"Guitar Slim" è un soprannome molto comune nel blues.
B.B. 4/12/2017 - 15:26
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Bad Depression Blues

Bad Depression Blues
[1932-33]
Parole e musica di Josh White, all’inizio della sua carriera, quando ancora era noto col suo nome per intero, Joshua.
Nella raccolta “First Recording Session 1932-1933”, pubblicata nel 1982 dall’austriaca “Earl Archives” (poi in due volumi dalla tedesca Disc De Luxe / Document)
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues

La depressione in questione non è ovviamente la malattia mentale, ma la Grande Depressione che colpì gli USA e il mondo alla fine degli anni 20 e che si protrasse per tutti i 30.
Solo per dare un’idea, i disoccupati salirono del +607% in USA; +129% in Gran Bretagna; +214% in Francia; +232% in Germania…
E sapete cosa ci volle per porre fine ad una crisi del genere: una bella guerra mondiale! Proprio come era successo già nella seconda metà dell’800, quando la crisi venne superata col colonialismo di rapina...
E così a fare... (continua)
Says, folks, I'm gonna tell you what depression has done to me
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/12/2017 - 14:22

The Old Workman

The Old Workman
Versi del poeta inglese Thomas Hardy (1840-1928), nella raccolta “Late Lyrics and Earlier with Many Other Verses” pubblicata nel 1922
Trovo la poesia – ma forse solo in lettura musicale - nel IX° volume nella poderosa raccolta di poesia e musica folk inglese intitolata “Poetry and Song” (14 LP), pubblicata nel 1967.

Mi viene bene contribuire questa poesia in questi giorni in cui gente che non ha mai lavorato – almeno nell’accezione del lavoro prima di tutto come fatica fisica – discute sui cosiddetti “lavori usuranti” che consentirebbero a poche decine di migliaia di lavoratori – spesso stranieri, spesso sfruttati e malpagati, spesso già morti, caduti da qualche impalcatura, in qualche pozzo, in qualche cisterna - di andare in quiescenza (preferisco questo termine prettamente botanico/zoologico all’orrido pensione, che evoca un alberghetto lurido di quint’ordine) qualche mese prima di essere comunque raggiunti da morte naturale per “raggiunti limiti d’età”…
"Why are you so bent down before your time,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/11/2017 - 13:06
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The Great Divide

The Great Divide
[2006]
Parole e musica di Janis Ian
Nell’album “Folk Is The New Black”
Come good people and gather 'round
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/11/2017 - 12:53
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Seaching for America

Seaching for America
[1997]
Parole e musica di Janis Ian, insieme ad Ani DiFranco
Nell’album intitolato “Hunger”
They herded us like so much meat
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/11/2017 - 09:58
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Burn, Baby, Burn

Burn, Baby, Burn
[1965]
Parole e musica di Bill Frederick, pseudonimo usato in gioventù dal cantautore statunitense Fred Stanton
Una canzone che non credo sia mai stata incisa su disco. Il testo fu pubblicato sul n. 73 di Broadside Magazine, agosto 1966.

Una canzone dedicata ai Watts Riots dell’agosto 1965, quando nel sobborgo losangelino di Watts si scatenarono violentissimi tumulti razziali che durarono 6 giorni e causarono 34 morti, centinaia di feriti e danni per oltre 40 milioni di dollari, con quasi 1.000 edifici distrutti o gravemente danneggiati dagli incendi. E tutto a partire da un banale controllo di polizia…

A proposito dei Watts Riots si vedano anche Trouble Every Day e In The Heat Of The Summer
Back in the days of ancient Rome,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/11/2017 - 08:59
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Bella Ciao

anonimo
Bella Ciao
40b. Bela ćao [Seconda versione serbocroata]
40b. Bela ćao [Second Serbo-Croatian version]


Hi,

I'm sending you a different translation in Serbo-Croatian (-Bosnian-Montenegrian-Yugoslav-whatever) language. This one (or a very similar one) we used to sing in the school in the old days. It's the short version in 4 strophes. The translation is reasonably accurate and - what is equally important - this one is singable!!! (Other Serbo-Croatian translation here have too long verses.)

I'd appreciate very much if you include this version in your database.
BELA ĆAO
(continua)
inviata da Nikola 28/11/2017 - 11:57
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Exploitation Blues

Exploitation Blues
[1967]
Parole e musica di Bill Frederick, che nei primi anni 60 era un giovane studente ed obiettore di coscienza al servizio militare in Vietnam.
Contribuì diverse canzoni su Broadside Magazine, alcune delle quali sono già presenti sulle CCG/AWS
Nel 1967 le canzoni di Bill Frederick vennero raccolte nel disco intitolato “Hey, Hey… LBJ! Songs of the U.S. Anti-War Movement”

Il testo di “Exploitation Blues” l'ho trovato per caso sull'imprescindibile Mudcat Café, dove ho anche appreso che Bill Frederick non ha di fatto mai smesso di scrivere e di proporre canzoni, anche se in tempi più recenti si firma col suo vero nome, ossia Fred Stanton, classe 1943.

So bene che incasinerò la vita ai perfidi Admins, ma pare proprio che Bill Frederick e Fred Stanton siano la stessa persona.
Years ago in the Belgian Congo mine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/11/2017 - 22:12
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Pane e Coraggio

Pane e Coraggio
I soldati combattono con le armi, i potenti con i soldi.
I poeti combattono con le parole.
E se ci riescono, le loro parole ti fanno scattare un pensiero nella testa.
E questo è quello che possono fare.
E questo è il loro compito.
Non ti obbligano ad ascoltarli o a cambiare idea.
E se il tuo disfattismo e disinteresse è abbastanza forte in te, troverai mille motivi per denigrare questa loro arte.
Almeno loro ci provano
Steuline 27/11/2017 - 12:45
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Il Sud è 'nu paese bellu assaj (Qua si campa d'aria)

Il Sud è 'nu paese bellu assaj (Qua si campa d'aria)
una descrizione impeccabile e attuale.....si si attualissima!
24/11/2017 - 19:42
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Mare varcandu

Mare varcandu
ATTRAVERSANDO IL MARE
(continua)
inviata da Letizia 23/11/2017 - 22:56
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La rotta del navigante

La rotta del navigante
2015
Tra le pieghe di un cielo stellato

Testo, musica di Roberto Billi

2017
Di Terra, di mare e di stelle

Feat. Roberto Billi

L'album racconta, insieme a Roberto Billi (“La rotta del navigante”), le sofferenze patite per mare dai migranti; 
Mare illuminato dal sole
(continua)
inviata da Dq82 22/11/2017 - 14:03
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Zoot Suit Riot

Zoot Suit Riot
The Zoot Suit Riots were a series of violent clashes during which mobs of U.S. servicemen, off-duty police officers and civilians brawled with young Latinos and other minorities in Los Angeles. The June 1943 riots took their name from the baggy suits worn by many minority youths during that era, but the violence was more about racial tension than fashion.

http://www.history.com/topics/zoot-sui...
Who's that whisperin' in the trees?
(continua)
20/11/2017 - 17:14
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Mill-Doors

Mill-Doors
[1916]
Versi di Carl Sandburg (1878-1967) poeta, nella sua raccolta intitolata “Chicago Poems” pubblicata nel 1916
Musica per voce e pianoforte scritta nel 1948 da Nicodemo DeGioio, in arte Norman Dello Joio (1913-2008), importante compositore statunitense di origine italiana
You never come back.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2017 - 21:50
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Choose

Choose
[1916]
Versi di Carl Sandburg (1878-1967) poeta, nella sua raccolta intitolata “Chicago Poems” pubblicata nel 1916
Musica di Gary Bachlund, prolifico compositore tedesco-americano. Per voce e pianoforte, 2008
The single clenched fist lifted and ready,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/11/2017 - 20:19
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Proletari senza culo

Proletari senza culo
A proposito, se siete soliti fare regalini per Natale, vi consiglio questo splendido peluche, o cuscinetto che sia...

Sarà senz'altro gradito.
B.B. 17/11/2017 - 22:12
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Song of the Shirt

Song of the Shirt
[1843]
Versi di Thomas Hood (1799-1845), poeta londinese
Pubblicati anonimamente sul settimanale “Punch; or, The London Charivari”, su cui Hood regolarmente pubblicava, nell’edizione del Natale 1843.

Thomas Hood in questa sua poesia raccontò la storia vera della signora Biddell, una sarta rimasta vedova con figli ancora piccoli, una famiglia che viveva in condizioni miserabili. In base ad una pratica di sfruttamento semi-schiavistico assai praticata all’epoca, e che nessuno metteva in discussione, la signora Biddell cuciva capi di abbigliamento a casa sua ed il padrone le forniva il materiale necessario, imponendole un salato deposito. La Biddell – e con lei una miriade di lavoratori e lavoratrici di allora - pur lavorando tutto il giorno, non era nemmeno in grado di sopperire alla cauzione e finì così con l’indebitarsi ed essere condannata sostanzialmente ai lavori forzati. Spedita in... (continua)
With fingers weary and worn,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/11/2017 - 09:23
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Livin’ in the City

Livin’ in the City
[2013]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nell’album intitolato “Flesh & Blood”, pubblicato nel 2014
Bells are ringing on your alarm clock
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:51
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One Way Road

One Way Road
[2010]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nell’album intitolato “April Uprising”
They come, they take
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:35
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Home Is Where the Heart Is

Home Is Where the Heart Is
[2001-02]
Parole e musica di John Butler, importante cantautore australiano, classe 1975
Nella raccolta dal vivo “Living 2001–2002”, dove il brano è il solo in versione da studio
Hard working people from another land
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 14:06
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Help Is Coming

Help Is Coming
[1985-95]
Scritta da Neil Finn, Mark Hart, Nick Seymour e Peter Jones
Nella raccolta intitolata “Afterglow”, pubblicata nel 1999
Help is coming
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 13:31
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Illegally

Illegally
[1996]
Parole e musica di Javier Vargas, chitarrista blues spagnolo ma di rilievo internazionale.
Un singolo poi incluso nell’album del 1997 intitolato “Gipsy Boogie”
Picture the other side
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 10:57
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Flight of the Earls

Flight of the Earls
[1980s]
Credo che testo e musica siano di Liam Reilly, musicista associato al gruppo irlandese Bagatelle e attivo solo fino ai primi anni 90.
I Wolfe Tones l’hanno interpretata nel loro album “Sing Out For Ireland” del 1987

Con lo stesso titolo esistono altre canzoni, come quella di Phil Coulter, che probabilmente si riferiscono allo specifico episodio della Flight of the Earls (Imeacht na nIarlaí), quando il 4 settembre del 1607 alcuni nobili gaelici irlandesi, che avevano perduto la guerra dei 9 anni (1594-1603) contro gli inglesi, fuggirono precipitosamente dalle loro contee del nord, divenendo esuli in Roma (accolti dal Papa) e senza far mai più ritorno in patria.

Qui invece a quell’episodio storico ci si riferisce per raccontare dell’emigrazione irlandese nel mondo.
I can hear the bells of Dublin
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/11/2017 - 08:44
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Higher Wall

Higher Wall
[1987]
Scritta da Justin Sullivan e Michael Dean
Nell’album “Thunder and Consolation” pubblicato nel 1989

Parlate di pace, di riposo, di vacanze... e intanto rinforzate il muro. No! Non ci fermerete mai, nemmeno con il vostro muro più alto!
We're out here on the borders with our favourite few possessions
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 22:02
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Another Imperial Day

Another Imperial Day
[2005]
Scritta da Justin Sullivan e Michael Dean
Nell’album “Carnival”
You could be there - on a dark October night
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 13:17
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Nothing but the Same Old Story

Nothing but the Same Old Story
[1981]
Parole e musica di Paul Brady
Nel suo album intitolato “Hard Station”
I was just about nineteen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 12:58
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The Immigrant

The Immigrant
[1978]
Scritta da Merle Haggard e Dave Kirby
Nell’album “I'm Always on a Mountain When I Fall”
American ranching consists of a mansion
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/11/2017 - 12:42
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La statua della mia libertà

La statua della mia libertà
2017
Il codice della bellezza
Testo e musica Samuel e Lorenzo Cherubini

"La statua della mia libertà" è il brano dell'album solista di Samuel dedicato alla tragedia dei migranti. Scritto a quattro mani con Jovanotti, racconta la storia di chi non avendo più nulla da perdere lascia ogni cosa per ricominciare a vivere in un mondo a loro estraneo
La statua della mia libertà
(continua)
inviata da Dq82 15/11/2017 - 00:17
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W.O.P.

W.O.P.
(2004)
Title track dell'album

Il titolo, “Wop”, deriva dalla storpiatura che gli americani davano alla parola “guappo”. “Wop” è l’acronimo di “without paper" o "Without passaport” e si riferisce al timbro che gli americani mettevano sui passaporti degli italiani emigrati. Raiz utilizza una sigla burocratica per indicare gli stranieri in arrivo negli States senza uno straccio di documento. Nella title-track afferma proprio questo concetto e canta: “I’ sogno italian, nuje simmo tutti ammiscati, tu che ce vuo’ fa? Simmo ‘e pate ‘e tanti figli, forse è chesta ‘a verità… So’ francese, i so’ spagnolo, sogno pure ‘mericano, faje cchiù ampresso chiamarme napulitano”.

Nel disco la lingua diventa un mezzo di comunicazione universale: si alternano italiano, inglese e napoletano come fossero un unicum, amalgamando stili diversi come il reggae, il soul, la canzone napoletana, sapori mediorientali, ma anche la bossanova e ritmiche bembe e cubane.

dalla recensione su rockol
Italian I’m italian the original halfcaste
(continua)
14/11/2017 - 23:28
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Rootz

Rootz
[1998]
Nell'album “Lingo”
Con Pino Daniele alla chitarra
La voce che accompagna Raiz nelle parti in inglese è quella di Dave Watts (Fun-Da-Mental)

"La gente dice che bisogna cacciare gli immigrati ed io dico 'Ok, bene!', vuol dire che mi porterò via il mio tè, le mie patate, la mia polvere da sparo e alla fine vi lascerò senza nulla... Rimarrete senza niente di niente, giusto una zolla d'erba che potrete masticarvi come le mucche..."
Aggio girato pe' mille città
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/11/2017 - 21:41
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Caña

Caña
[2001]
Nell'album “Imaginaria”

Il ritornello in spagnolo è la poesia “Caña” composta nel 1930 dal grande poeta cubano Nicolás ‎Guillén e pubblicata nel 1931 nella raccolta “Sóngoro cosongo. Poemas mulatos”
Il brano è già presente sulle CCG/AWS anche nella traduzione inglese di Langston Hughes
El negro junto al cañaveral
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/11/2017 - 20:46




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