Grazie della pubblicazione spero sia utile. Ci chiedo se potete attivare i due link quelli di Aljazeera e quello di PMX. Grazie
Paolo
Paolo 17/10/2023 - 21:46
@ Paolo Rizzi
Stiamo cercando di ristrutturare la pagina, compresa l'attivazione dei link. Purtroppo è un compito non semplice, ma faremo del nostro meglio. Saluti cari e grazie!
Tempus fugit, negli ultimi decenni anche lei ha composto e mescolato parecchi intrugli sonori poco attraenti ma per lungo tempo questa donna è stata un vero portento!
Testo della canzone Honrar la Vida - En Vivo (Jairo feat. Pedro Aznar & Eladia Blazquez), tratta dall'album 25 Años, Vol. II - Coplas de Plata (Dúos) [En Vivo]
Anche se le complesse vicende mediorientali (il “groviglio” di cui parlava Zero calcare) sembrano aver collocato il popolo curdo e quello palestinese su fronti “geopoliticamente” opposti, la loro condizione rimane sostanzialmente la stessa.
Quella di due Nazioni senza Stato: umiliate, calpestate e offese.
CURDI, ARMENI, PALESTINESI…
POPOLI SEMPRE SOTTO TIRO. USQUE TANDEM?
Gianni Sartori
Come già scritto in precedenza*rimango convinto che - nonostante le complicate vicende mediorientali (teledirette, almeno in parte, dall’Occidente) abbiano collocato - temporaneamente, apparentemente? - curdi e palestinesi (e forse ancor più gli Armeni abbandonati da tutti) in campi contrapposti, la loro condizione di Nazioni oppresse sia sostanzialmente la medesima.
A volte alcune coincidenze (sincroniche?) sembrerebbero confermarlo.
Due giornalisti morti in zona di guerra (rispettivamente un anno... (continuer)
Dear Boreč, I have integrated in the page both the alternative Bulgarian version and the correct Georgian version by Irodion Evdošvili with all the new material (see here). I apologize for always being so late, but I’m getting old and have growing eyesight problems… Thank you for all your invaluable work!
Riccardo Venturi 15/10/2023 - 00:02
@Riccardo Venturi
Dear Riccardo!
Don't be sorry, and big thank you for checking my very very lengthy text every time! My articles are not that important compared to other 'anti-war songs'.
Besides, your physical condition (eyesight, etc...) is much more important! I feel that AWS is very valuable, so I keep contributing to help in any way I can...
Oof...I tend to write articles on specific songs, mainly Warszawianka, Hymn WFDY, Hymn IUS, L'internationale...
Of course, I'm also interested in articles about other songs!
Please keep up with us, there's no hurry to edit pages... And good health to you! :)
Audio link: This is the most legendary instrumental version of Säkkijärven polkka recorded on June 17, 1939 and featuring https://en.wikipedia.org/wiki/Viljo_Vesterinen|Viljo »Vili« Vesterinen]]) and the Dallapé Orchestra:
Although best known as instrumental versions, notably by Viljo Vesterinen, Säkkijärven polkka has also been recorded as a song. The earliest lyrics were written by R. R. Ryynänen, those below by Reino »Repe« Helismaa.
Audio link to the song performed by Matti Ikävalko on a 1953 compilation album titled Repe:
Here's another audio link featuring one hell of a black-belt judoka rehearsing polka. The colouring of the tatami suggests that the clip was definitely not made in Sweden:
È uscito l'album "Pericolo giallo" di Giorgio Canali e Rossofuoco, vi consiglio quindi di ascoltare la versione registrata in studio di questa canzone e mi riprometto nei prossimi giorni di aggiungere nel sito varie altre canzoni decisamente in tema.
Un bellissimo testo, quello di Mahmud Darwish, senz’altro. Nella pratica, però, ciò che è avvenuto in “Terrasanta” ha seguito il corso consueto. Vale a dire: nazionalismi contrapposti, la farsa delle “trattative di pace”, l’eliminazione sistematica -da una parte e dall’altra- di chi a tale pace tentava autenticamente di dedicarsi, la riduzione in miseria totale delle classi più povere di entrambi gli schieramenti e la presa del potere da parte dei più reazionari fanatismi “religiosi”, che -ovviamente- del nazionalismo fanno la loro arma principale, il collante di società altrimenti disgregate. In questa situazione, oramai, non ha più nessun senso parlare di “pace”: quando al potere sono destre fanatiche e delinquenziali assolutamente speculari, rappresentanti in loco di interessi contrapposti assai più vasti e tesi al famoso “nuovo ordine” che è già in atto, è possibile soltanto una guerra... (continuer)
Riccardo Venturi 13/10/2023 - 11:37
Razionalmente la posizione di Riccardo Venturi non si può mettere in discussione, è empirica, basata sulla realtà, anzi è realtà essa stessa. Con un ulteriore passo razionale potremmo aggiungere che la guerra e il sacro, un suo terreno di coltura, sono annidati nel complesso genetico dell’ Homo sapiens, nel suo genoma. In sintesi: pace e solidarietà sono parole belle per anime belle.
Con qualcosa che di razionale ha poco io mi ostino a scommettere. Voglio scommettere su un futuro molto lontano in cui il cervello rettiliano si ridurrà dopo un processo evolutivo a favore dell’altra materia cerebrale al punto da non condizionare più le altre funzioni umane.
Diceva Hugo, laicamente, che l’anima ha illusioni come gli uccelli le ali. Nell’ orizzonte evanescente di un deserto devastato io continuo a inseguire un colpo d’ala.
Forse la mia è soltanto un differente tipo di utopia. All’utopia della “pace” ho smesso di credere da un bel pezzo, potrà sembrare duro e disumano ma è così e non ho intenzione di nasconderlo, e di nascondermi. Se c’è un’utopia in cui credo, e che ritengo valga la pena di essere praticata senza ripensamenti, è quella dell’opposizione senza sconti proprio a questa “pace” che non significa nulla nell’attesa che il “cervello rettiliano” si evolva nel senso da te auspicato, Riccardo. E’ bello e assai nobile che tu insegua ancora quel colpo d’ala, ma nel frattempo la costruzione del “nuovo ordine” procede spedita ed in tutti i modi possibili. Utopia per utopia, e poiché non credo affatto che il cervello rettiliano si evolverà in alcun modo, c’è soltanto da sperare (chi visse sperando…) che, prima o poi, l’essere umano si accorga delle gigantesche, immense, smisurate prese per il culo che certi... (continuer)
Dopo avere letto la (consuetamente) bella versione francese di Marco Valdo M.I., mi è venuto in mente anche di parlare due secondi dell’origine della parola “ghetto”. Forse, chissà, lo avevo già fatto da qualche parte; ma sarà bene rinfrescare la cosa.
Le ipotesi più accreditate parlano di un’antica origine veneziana. Nell’area di quello che ancora adesso si chiama Campo del Ghetto Novo esisteva, fin da tempi immemorabili, una fonderia. Il nome dell’intero quartiere deriva quindi dal veneziano Geto, ovvero “getto”, la colata del metallo fuso (termine ancora comunemente usato in metallurgia).
Quando, il 29 marzo 1516, la Serenissima Repubblica decretò che il Geto Novo sarebbe diventato la sede dei “Serragli degli Ebrei”, la comunità ebraica veneziana era di origine più che variopinta: era formata da ebrei italiani (o “italkiani”), francesi e tedeschi (Ashkenaziti). Nella pronuncia di questi... (continuer)
Paolo