Complimenti per la passione e la dedizione che si denota da tutti i commenti. Sono un abitante del Regno di Napoli e sin dalla prima volta che ho ascoltato questa canzone mi è rimasta impressa. Ironica, triste e allegra allo stesso tempo, una grande opera letteraria, musicale e di memoria. Non mi stanco mai di ascoltarla. È la memoria tramandata in forma leggera ma non per questo futile della grande dignità del popolo napoletano, che anche nei momenti più bui e tristi riesce a trovare una via d'uscita, anche la più dolorosa
@ Lorenzo
certamente possiamo attribuirla a Tosca. Ho seguito la prassi di attribuirla al compositore, tra l'altro in questo caso si tributerebbe un riconoscimento ad un artista meno noto ( non figura nemmeno nel database , io ho una istintiva simpatia per chi sta o viene messo dietro le quinte).
Se non fosse per il criterio consolidato, opportunamente adottato da AWS, l'avrei attribuita anche all'autore Massimo Venturiello, compagno di Tosca.
Certamente tu hai il polso adatto per prendere la decisione più consona con i criteri di AWS.
@ giorgio X
vero, l'errore é stato già corretto in real time. Kandebü ( uno degli alias del trinariciuto drago X ) vigila. Mi ni staju scialannu . Scialare in questo caso vale provare letizia. Altre volte, a proposito di sensazioni fisiche, é molto più della letizia mista a godimento, o a sazietà, sottintende un che di orgasmico. Nel catanese anche arriscialari.
non c'è esattamente un criterio ben definito, ma in questo caso l'ho attribuita alla interprete visto anche che compositore e autore del testo sono diversi e non l'hanno mai interpretata.
Chanson italienne – Punti di vista – Zauber – 2001
Dialogue Maïeutique
Une chanson, même courte, Lucien l’âne mon ami, peut dire beaucoup de choses à propos du monde tel qu’il est, à propos du monde tel qu’il ne va pas ou plutôt, tel qu’il va mal.
Sûrement, dit Lucien l’âne, tout le monde sait ça.
Peut-être bien, dit Marco Valdo M.I., mais il y a la manière. On peut en condensant faire un petit air qui n’a l’air de rien et qui peu à peu, sans crier gare, peut faire entendre l’indignation face à ce réel que des hommes imposent à d’autres hommes, des femmes ou des enfants. C’est ce que raconte cette chanson en trois petits points de vue portés sur une même chose : une paire de chaussures superflue, absurde, inutile. On a donc : un, le point de vue commercial, celui où seul importe le profit, celui de notre monde actuel en quelque sorte ; deux, le point de vue de l’enfant qui au bout du... (continuer)
Nell'introduzione è scritto che fu interpretata anche da Victor Jara e dai Quilapayún ma non è precisamente così. Victor Jara la canta con la stessa musica e lo stesso ritornello, ma con un testo diverso nelle strofe, che credo sia la canzone popolare originale che è poi stata adattata durante la guerra civile, come è normale nel caso del canto popolare. Ecco il testo:
Que tururururú,
que tururururú,
que tururururú,
que la culpa la tienes tú.
Ya se murió el burro
que traía la vinagre.
Ya lo llevó Dios
de esta vida miserable.
Estiró el pescuezo,
arrugó el hocico
y con el rabo tieso
murió de improviso.
Todas las vecinas
fueron al entierro
y la tía María
tocaba el cencerro.
Lorenzo 14/9/2020 - 00:13
Ciao Lorenzo,
l'introduzione risale al 2008 e già allora scrissi, cautelativamente, interpretata anche, in diverse versioni, da....
Certo, il materiale scaturente dall'eroica esperienza dei “Canti della resistenza spagnola” e disco successivo andrebbe riordinato, che mi pare ci siano attribuzioni erronee e imprecisioni, dovute non solo alla nostra "superficialità" ma anche all'eterogeneità del materiale in sè stesso.
La cosa migliore sarebbe munirsi di testo e disco e rimettere un po' in ordine...
This song about one of the greatest women organisers and leaders of the American Labor Movement is adapted with new words, music and arrangement and from a song by Ed Pickford entitled No More Deaths for Dollars .
"Le mascherine chirurgiche sono più leggere, per cantare vanno meglio. Perché vorrei anche vedere che non si cantasse alle Elementari! Voi cari signori fate un po' come vi pare ma noi si DEVE cantare"
Non sarà lei l'insegnante dei miei bambini, questa donna meravigliosa che anche dal quadratino sterile di una videochat mi ha fatto crollare ogni difesa.
La sua determinazione, la salvaguardia della poesia - nonostante tutto - della bellezza - nonostante tutto.
Domani care maestre vi affidiamo il capitale più grande: i nostri bambini.
Domani sarò al fianco di chi cercherà di inventarsi modalità nuove, strambe, gestualità inedite in questo periodo così disorientante.
Domani sarò al fianco di chi cercherà di sgranare e far sorridere gli occhi, non potendo fare affidamento sui sorrisi.
Domani sarò al fianco di chi riprenderà in mano le vite sospese dei nostri figli e lo farà in maniera funambolica,... (continuer)