Posso dire che la nuova funzione di incorporazione dei link non mi piace proprio?
Aggiunge solo immagini e contenuti parziali che non possono anche non c'entrare nulla con l'intenzione del contributore, come in questo caso...
Cosa ne pensa il uebmastro?
Ciau
B.B. 30/11/2019 - 13:18
Penso che bisogna usarla quando serve cioè per mettere l'anteprima di un articolo che si vuole segnalare, per citare semplicemente la fonte come qui continuerei a usare un semplice link. Basta non cliccare sul bottone per trasformare il link in anteprima e usare la formattazione vecchio stile. Ho rimesso un normale link anche qui.
Nel lontano 1961, quando Jean Ferrat era ancora uno sconosciuto e le sue splendide canzoni non avevano ancora trovato un editore,si esibiva nelle caves del quartier latin per guadagnare qualche soldo. Io ero a Parigi a preparare la tesi di laurea e quando non ero troppo stanca dopo otto ore in biblioteca, andavo ad ascoltare buona musica alla Contrescarpe. Una sera c'era Jean Ferrat che presentò in anteprima "Nuit et brouillard". Essendo raffreddato,non cantò lui , ma la fece cantare da Francesca Solleville, giovane cantante di grande talento. Rimasi folgorata dalla bellezza del testo e della musica e chiesi all'autore se poteva darmi il testo, cosa che gentilmente fece. Nell'ultima strofa l'artista si rivolge direttamente alle vittime e quel "Vous" sottolinea la dolorosa vicinanza e partecipazione dell'autore all'immane tragedia di quei poveri martiri.
Chanson italienne – Canzone delle osterie di fuori porta – Francesco Guccini – 1972
Paroles de Francesco Guccini
Musique de Francesco Guccini, Ettore De Carolis et Vince Tempera
Album : "Stanze di vita quotidiana"
Presque un testament spirituel et artistique de Francesco Guccini, écrit non pas aujourd’hui, mais il y a presque 50 ans, et au début de son succès…
LA CHANSON DES BISTROTS DE QUARTIER (continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 28/11/2019 - 16:58
Canzone delle osterie in pieno centro, ossia: Il testamento dell'Anonimo
dell' Anonimo Toscano del XXI Secolo (28 novembre 2019)
Il sottoscritto approfitta dell' (inatteso) inserimento delle Osterie di fuori porta gucciniane, per fare anch'Egli testamento. D'accordo che, come è del resto risaputo, Egli è pressoché immortale e quindi non ce ne sarebbe a rigore bisogno; però, come si suol dire, non si sa mai. Una nota per Marco Valdo M.I.: ho visto che, a corredo della sua traduzione francese delle Osterie ha messo quel famoso dipinto di Vincenzino l'Olandese che ritrae un bistrot di Arles. Mi è preso un grumo di ricordi; dato che, esattamente nell'aprile del 1992, in quell'esercizio commerciale ci ho messo piede personalmente di persona, e non da solo, una sera che soffiava un mistral spaventoso (e dopo che nel pomeriggio del medesimo giorno ero passato per Sète e per la Plage de la Corniche). Grazie. [AT-XXI]
So' ri'iùse ieri, finarmente, l'osterie in pieno centro (continuer)
Se può interessare, riporto di seguito la recensione integrale di Jeanyves Guérin sul romanzo Les jambes c’est fait pour cavaler, pubblicata sulla rivista Esprit, Maggio 1979. Il testo, scaricato e sottoposto a OCR e correzioni ortografiche manuali, è fedele all’originale.
Jeanyves Guérin insegna alla Sorbona « Théorie et histoire des arts et des littératures de la modernité ».
LES JAMBES C’EST FAIT POUR CAVALER par Jiri Sotola
Trad. Marcel Aymonin
Jiri Sotola naquit en 1924 dans une Bohème où venaient de mourir Hasek et Kafka. Après son admirable Nuit baroque (Seuil), son second roman. Paru voici sept ans en Allemagne de l’Ouest, confirme avec éclat que ce dramaturge-poète est aujourd'hui l’un des maîtres d’une littérature tchécoslovaque ravagée par la répression néostalinienne.
Le «personnage hors du commun» dont le narrateur tente de reconstituer les dernières années à partir d’archives... (continuer)
Riccardo Gullotta 28/11/2019 - 11:08
Caro Riccardo,
D’abord, merci ; surtout aussi pour le travail de transcription. Évidemment que la notice m’a intéressé ; elle recoupe ce que je savais.
J’ajoute une réflexion concernant cette histoire d’Arlequin amoureux : en essayant, tel un marionnettiste de donner une version en chansons, je découvre une plus grande profondeur au roman de Šotola et je me désole de devoir laisser tant de côté. Mais c’est toujours ainsi. On lit très mal et très superficiellement quand on ne lit qu’une fois, quand on ne fait que lire. C’est facile à comprendre : Combien de temps a-t-il fallu pour écrire un tel texte, avec tous ses arrière-plans, notamment, en effet hautement politiques et moraux ? Et combien de temps pour une lecture moyenne ?
Come già dissi nel commmento introduttivo a Constipation Blues - un suo brano immortale che proposi come Extra, anche se c'era già un percorso dedicato - ebbi la fortuna di ascoltarlo da vivo, a Torino, al Teatro Nuovo, poco tempo prima che morisse...
"I Put a Spell on You" è un altro suo capolavoro, ma credo che davvero non c'entri una beata minchia cone le CCG/AWS, come già sottolineava più timidamente Lorenzo un anno fa....