"Forse non interesserà a nessuno (tranne che a Marco Sopegno, che d'altronde mi ha fornito l'album e i testi); ma, d'altronde, oggi è una giornata in cui il puzzo di morte va cacciato con qualcosa di vita, qualcosa qualsiasi.
Questi sono i testi di un album dei Troubaires de Coumboscuro, "Lou Pan Crousià", seguiti da una traduzione. Spero che piacciano a chi avrà voglia di leggerli."
(Riccardo Venturi)
B.B. 6/10/2019 - 15:15
ora bisognerebbe chiedere a RV di raccontarci della "balarina" e del vecchio Vincent
ciao gianfranco
ps per il puzzo mi sembra che la situazione non sia migliorata...
Carissimo Gianfranco, sicuramente non mancherò. Ho avuto qualche giorno di incasinamenti vari (tra cui un attaccone di sciatica vagante, visto che è cominciato a sinistra e poi, come impone la moda attuale, si è buttato a destra). Il puzzo di morte, concordo, gode in compenso di ottima salute; ma non ci lasceremo sopraffare. Ti ringrazio, personalmente e a nome di tutto il sito, per avere inserito questa pagina che, ripeto, non mancherò certo di "rielaborare" un po' dato che mi riporta a tempi internetticamente molto antichi, epoche passate, connessioni a pagamento con la TUT e bollette astronomiche (nel 1998 me ne arrivò una bimestrale di tre milioni e duecentomila lire, se legge qualche "millennial" sappia come funzionava nella preistoria). Marco Sopegno, piemontese DOC, era uno dei vecchi amici di una congrega di scioperati che, all'epoca, davano vita a dei "Newsgroup Usenet" e a delle... (continuer)
buongiorno Riccardo e grazie della risposta, in attesa di un tuo completo ristabilimento, vorrei provare ad anticipare qualche considerazione relativa alla vicenda narrata nell'album.
Dalle note del forum/blog che riporta:
[...] Vincent e' esistito sul serio, e la storia del disco e' sostanzialmente vera (chissà quante altre ce ne sono state, di simili).
La raccontava spesso il vecchissimo Vincent a quel bambino (...non andava ancora a scuola) che lo aiutava nella stalla durante la mungitura. Naturalmente il vecchio raccontava la sua storia in forma di favola, popolandola di spiriti e demoni che spingevano la valanga e il maestrale. I piccoli montanari della borgata lo ascoltavano, il vecchio Vincent, fissandolo con gli occhi sgranati.
Il bimbo che aiutava Vincent a "governare" le vacche era Sergio Arneodo.
Poi l'Arneodo inizio' a sua volta a raccontare la semplice storia di quel viaggio... (continuer)
la ballerina bianca è il mio volatile totemico, perchè ne ho diverse con cui sono entrato ormai in confidenza e non scappano nemmeno più se mi avvicino, quando pascolano sul trifoglio all'inizio dell'estate.
Il suo nome comune è batticoda e non cutrettola, che comunque è un uccelletto della stessa famiglia...
Grazie all'intervento del B.rave B.irdWatcher è stata chiarito il problema annoso della ballerina, ed anche quale sia stato il ballo su citato, trattandosi della "farandole" ballo medioevale di corte poi scaduto a divertimento della gleba, vediamo qui un esempio:
https://youtu.be/8IoNy8l6AIA
vorrei infine tornare al discorso delle riunioni serali nelle stalle, di cui si ha qualche traccia nella letteratura, oltre che in qualche brandello del dna dello scrivente.
Leggiamo dal libro "Vento di Montagna", di Sergio Arneodo, pagina 69:
E' stato una sera, nella stalla di Montrin.
C'eravamo tutti e si stava un po' stretti e quasi rintanati negli angoli, piuttosto oscuri per via della lucerna che mandava un po' di luce, a sprazzi.
Così si stava al buio per forza o anche a bella posta, chi ci aveva piacere; ch'era una buona occasione per trovarsi vicini senza dar nell'occhio a nessuno.
Si... (continuer)
Il leader di Assalti Frontali, un altro grande e glorioso eroe della rivoluzione (dei fatti suoi), oggi si presta alle interviste de la Repubblica e dei suoi supplementi. Complimenti vivissimi...
sergio falcone 6/10/2019 - 20:05
Non vedo il problema nel rilasciare interviste a Repubblica, se servono a trasmettere i propri valori e le proprie storie
A integrazione della scarna introduzione dell'amico Bernart:
questo lamento contadino venne registrato dalla cara, compianta Dodi, ad Empoli e il suo informatore fu Enea Busoni.
Dodi Moscati aveva una carica orale cupa e molto incisiva, le sue raccolte di canti del popolo mostravano la faccia più cruda della realtà della Toscana, terra di tradizione socialista radicata che in ogni suo canto ha sempre gridato no alla guerra, al fascismo e al clericalismo.
Fragment of a song collected by Dodi Moscati, probably in countryside around Pisa. Of Jewish origin, Dodi was born in Pontassieve, near Florence. In the second half of the 60s, she collaborated with Rosa Balistreri, who introduced her to the Tuscan left; these encounters strengthened her own political commitment which was to last all her life by participating in countless cultural activities. She also wrote for L’Unità and collaborated with Roberto Benigni.
Carissimo Riccardo, ho letto ogni cosa e per prima cosa ti ringrazio per gli auguri. Purtroppo, per motivi vari (tra cui l'attaccone di sciatica di cui parlavo prima a Gianfranco) sono stato qualche giorno lontano dal sito, intendo attivamente; ti ringrazio peraltro molto per la qualifica di Πρωτογλωσσολόγος (però πρωτο- si scrive con la omega, πρόσεχε!), epiteto che prendo come regalo di compleanno e che fa letteralmente sbrodolare il mio bizantinismo e il mio eterno sogno di vivere nella Costantinopoli tra la rivolta di Nika e l'assedio del 1453 (mi sono preso circa un millennio, d'accordo). Fa sicuramente il paio con quel che mi disse un tempo il Testa, cioè che gli ricordavo Romano il Melode...insomma davvero grazie! Detto questo, però, all'anima di "non conoscere né la grammatica, né la sintassi greca"...va bene, c'è qualche sbavatura nella tua traduzione, ma questo non è un testo né... (continuer)
Vi è arrivata la canzone "Getta naszych poglądów" di Dr Grzechu che ho spedito settimana fa?
Non so se non è stata accettata oppure vi è sfuggita.
Saludi
Krzysiek 6/10/2019 - 23:46
Ciao Krzysiek ci è arrivata ma non l'abbiamo capita... il nostro polacco è parecchio scarso - almeno il mio è più o meno al livello del mio turco cioè so dire solo piwo - quindi è ancora in approvazione...
Ah, ecco, ma ho mandato anche la traduzione italiana.
Mi sembrava strano perché è una bella canzone e anche pienamente in tema (specialmente da noi adesso in vista delle prossime elezioni fra una settimana).
Allora metto di nuovo qua sotto la mia traduzione italiana:
GHETTI DEI NOSTRI PARERI
Viviamo nei ghetti dei nostri pareri
Che qualcuno ci ha instillato
Tu non mi odi per niente
Io non ti odio affatto.
Io sono accanto
Tu sei
Accanto a me
E così affiancati
Viviamo separatamente
Ognuno nel suo sogno.
Qualche volta, quando per un’attimo
Ci svegliamo
Succede che il cuore vuole gridare forte
Nooo...!!!
Lo sai che io
Ho bisogno di te?
Lo sai che tu
Hai bisogno di me?
Lo so che io
Ho bisogno di te
Lo so che tu
Hai bisogno di me.
Il basso di Paul Simonon o meglio è quello che restò alla fine del concerto che i Clash tennero al Palladium di New York il 21 settembre 1979. La foto in cui Simonon fa a pezzi il basso fu scattata da Pennie Smith e diventò la copertina di London Calling …. Oggi il basso elettrico è esposto al Rock and Roll Hall Of Fame and Museum.
Posso dire con certezza che Bangera Rossa, è del 1900 canzone risorgimentale repubblicana (San Pietro in Vincoli di Ravenna) ,mentre la più celebre Bandiera Rossa versione comunista è un clone stessa musica e in pratica stesso ritornello.
Traduzione italiana del testo originale
Italian translation of the original text
Traduction italienne du texte original
Alkuperäisen tekstin Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Grazie Chiara Pannullo per la tua traduzione, ma quella dell'ultima strofa lascia abbastanza a desiderare...
"come out of gutters" è espressione che significa più o meno "venir fuori dall'immondizia, dai bassifondi"
"For a slug at a lousy bottle of rot gut wine" fa probabilmente riferimento ad un'acquavite fatta in casa, tipo il mezcal (che ha spesso un "gusanito", un verme ospite dell'agave da cui è prodotto). Quindi non lumaca ma verme, e "rot gut" o "rotgut" significa alcool di bassissima qualità, letteralmente "torcibudella", tipo il mortale metanolo del vecchio Ciravegna che tante vittime fece qui da noi nel 1986... (Tra parentesi, Ciravegna scontò pochissimi anni di carcere per i 20 e oltre morti e le lesioni gravissime subite da altre vittime, e poi tornò a produrre vino... le vittime non sono mai state risarcite...)
Je confirme 1986 entre le Bima et les deux plateaux ! Epoque du début de Monsieur Alpha
5/10/2019 - 23:28
"The Boulevard Valéry-Giscard-d'Estaing in Abidjan is an important road which connects to the International Airport. It is the 'Boulevard De La Mort', the Boulevard of Death, because it has repeatedly been an important battle zone throughout the political unrest in the history of Ivory Coast."
(Roots Reggae Library)
Io sono di Favara e a parte il fatto che la canzone la cantavano i minatori ma almeno un secolo prima che venisse musicata da li causi fu proprio un vecchio minatore che ha una piccola parte nel film il "cammino della speranza" che la fa sentire a Pietro Germi,e proprio perche era cantata dai minatori il significato e molto diverso da quello che tutti attribuite al testo,"vitti na crozza supra un cannuni" il cannuni era l'ingresso della miniera e le canne erano i cuniculi,"moriri senza toccu di campani" era dovuta al fatto che quando succedeva un'incidente e capitavano spesso,le salme non venivano mai o quasi mai recuperati anche perche se crollavano i cunicoli era umanamente impossibile per quei tempi,il testo parla del resoconto della propria vita da parte di un vecchio minatore che ormai si sente prossimo alla fine e dialoga con la morte che si trova all'ingresso della miniera come sottolineare... (continuer)
Il numero 6 (novembre/dicembre 2019) di Azione Nonviolenta, la rivista nazionale bimestrale del Movimento, conterrà al suo interno anche un mio lungo articolo in scrittura poetica, interamente consacrato alla canzone pacifista di Gaston Couté.
Dalla stessa raccolta della foto precedente, una più antica e ancora più powerful, anzi, disturbing:
B.B. 4/10/2019 - 13:56
Dear Bernart Bartleby, to wrap up this discussion about powerful and not so powerful pictures, I want to thank you for all your valuable contributions to this website and all the precious work you are doing to introduce us to songs that really matter and provide us with an inexhaustible source of inspiration.
Tzimis Panousis ci ha lasciati il 13 Gennaio 2018. Di lui si è detto tutto e il contrario di tutto. Io non so e non voglio giudicare.
Anche stavolta è uscito in piedi a schiena dritta.