Chanson italienne – Lo sfratto di Pietro Gori – Anonimo Toscano del XXI secolo – 2018
Dialogue Maïeutique
Te souviens-tu, Lucien l’âne mon ami, de Boudu et de sa déclaration : « Un monument ? Un monument ? Mais qu’est-ce que vous voulez que je foute d’un monument ? » ; du moins, c’est le souvenir que c’est dans ce rôle que Michel Simon prononça cette phrase immortelle.
Bien sûr, Marco Valdo M.I. mon ami, je me souviens très bien de cette superbe répartie, mais comme toi, je ne suis pas trop sûr qu’il l’ait prononcée à cette occasion. Enfin, si ce n’était jamais qu’une légende, elle serait bien belle.
Bien, je vois que tu sais de quoi il est question, reprend Marco Valdo M.I. ; je pensais à cette citation en établissant la version française de « L’Escamotage de Pietro Gori », car on peut tout aussi bien transposer la chose à propos de la place de Portoferraio et de ce qu’aurait pu penser... (continuer)
Buonasera...
oggi è l'8 di agosto... 62^ anniversario del disastro di Marcinelle a cui la seconda strofa di questa dolentissima e feroce canzone fa palese riferimento....
Credo sarebbe giusto segnalarla oltre che canzone contro la guerra anche come canzone sulle tragedie dell'emigrazione e del lavoro, soprattutto quello in miniera...
le tre più grandi tragedie del lavoro che hanno coinvolto gli italiani sono tutte legate a disastri minerari, due in America e Marcinelle.
Il est intéressant d'aller voir sur You Tube les très nombreuses versions françaises de cette Java des Bombes atomiques, qui est toujours reprise et reprise...
Par exemple :
Fosdinovo, 6 agosto 2018. Alessio Lega e Rocco Marchi presentano in concerto la nuova versione di E ti chiamaron matta, lo storico album di Gianni Nebbiosi riarrangiato a 46 anni dalla sua pubblicazione, a 10 anni dalla sua prima riproposizione e a 40 anni dalla legge Basaglia.
Due bambine, sotto il palco, se lo sono ballato tutto, dall'inizio alla fine. Da In un anno e più d'amore a Emigrato su in Germania. E non zampettato: proprio ballato, a tempo, con una grazia meravigliosa e strabiliante, seguendo la musica con circonvoluzioni e figure.
Non credo che il professor Gianni Nebbiosi se lo sarebbe, un giorno, mai immaginato. Destino ha voluto che fossi in posizione per riprenderli tutti e quattro, i due artisti che eseguivano quelle terribili e bellissime canzoni, e le due bambine che le ballavano.
Ciao! In realtà la storia non è inventata. Murubutu in un'intervista racconta di essersi ispirato ad un suo prozio che si chiamava Gino e che faceva il partigiano. Una storia che gli aveva raccontato sua nonna.