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Fratello sole sorella luna

Fratello sole sorella luna
Chissà quando, da qualche parte avevo letto che la passione musicale di frate Francesco era tanta da arrivare talvolta a costruirsi una rozza imitazione di una viella, raccogliendo da terra un pezzo di legno che poi teneva con il braccio sinistro e sfregava con un altro legnetto tenuto curvo da un filo a mo’ di archetto, accompagnando il proprio canto usando la lingua “gallica” (romanza o galloromanza). Che frate Francesco amasse la musica risulta da pressoché tutti i testi bioagiografici, duecenteschi e trecenteschi, che lo riguardano. Fin da giovane gli piaceva cantare. Il suo era un canto liturgico: durante la celebrazione del Natale a Greccio cantava con “voce robusta, dolce, limpida e sonora" come annotava frate Tommaso da Celano. Francesco componeva anche la musica e anche alcuni dei suoi suoi fratelli-frati, prima della conversione, erano stati musicisti di professione come Pacifico che nel secolo era assurto a grande fama con la qualifica di re dei versi, autore di canzoni mondane.
Flavio Poltronieri 24/3/2018 - 17:23
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Viaggia sona e canta

Viaggia sona e canta
VIAGGIA SUONA E CANTA
(continuer)
envoyé par Dq82 24/3/2018 - 06:56
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Here's Adieu to All Judges and Juries

anonyme
Here's Adieu to All Judges and Juries
la versione originaria di "Judges and Juries" era un lament, uno straziante lamento del detenuto che piange la separazione dalla sua fidanzata, o viceversa
La ballata è ripresa anche nella serie televisiva "Sharpe's Rifles"
Terre eltiche
ADDIO A TUTTI I GIUDICI E ALLE GIURIE
(continuer)
envoyé par Cattia Salto 23/3/2018 - 23:14
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Non mi avete fatto niente

Non mi avete fatto niente
YOU'VE DONE NOTHING TO ME
(continuer)
envoyé par Francesca Macilletti 23/3/2018 - 01:35
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Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
Salvatore Quasimodo: Proserpina, Cyane

Non lontano dalle mura di Enna s'apre il Pergo,
lago d'acque profonde; mai il Caistro,
nelle sue onde fuggenti, ode canti di cigni
più di quello. Una selva corona le sue acque
e ne avvolge le rive, e le fronde come velo
allontanano l'impeto di Febo. I rami danno ombra
e l'umida terra fiori d'ogni specie:
là eterna è primavera. Mentre in quel bosco
giocava Proserpina cogliendo bianchi gigli e viole
con gioia di fanciulla, a gara con le amiche,
colmandone il grembo e i canestri, la vide Plutone
e subito l'amò e la rapì: tanto fu rapido amore.
Proserpina, impaurita, chiamava con voce dolente
la madre e le compagne, ma più la madre;
e poi che lacerata alle spalle pendeva la sua veste,
caddero dalla tunica sciolta tutti i fiori.
V'era tanta innocenza nella sua fresca età,
che per i fiori caduti fu in pena la fanciulla.
E intanto Plutone... (continuer)
L'Anonimo Toscano del XXI secolo 22/3/2018 - 14:16
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Paziente 37

Paziente 37
Che bella canzone!
Roberta 22/3/2018 - 12:44




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