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Canzone per Giulio Regeni

Canzone per Giulio Regeni
2018

È costellata di silenzi, depistaggi e verità nascoste, la ricerca della verità sull’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato e ucciso in Egitto tra gennaio e febbraio 2016. La collaborazione giudiziaria tra la procura egiziana e i pm di Roma, è caratterizzata da un andamento incerto fin dal ritrovamento del corpo, il tardo pomeriggio del 3 febbraio, in un fosso che costeggia l’autostrada Cairo – Alessandria. Per l’Italia è un brusco risveglio. Il giovane ricercatore di Fiumicello, 28 anni appena compiuti, era scomparso la sera del 25 gennaio mentre si recava ad un appuntamento con un amico, il professore Gennaro Gervasio, dell’Università britannica del Cairo. Insieme avrebbero dovuto andare ad una festa a casa di amici. Ma Giulio non si presenterà mai all’appuntamento. Da quella sera del 25 gennaio, quinto anniversario della rivoluzione in Egitto, di lui si perde... (continuer)
Qua soffia un vento, come d'uragano,
(continuer)
envoyé par Dq82 20/3/2018 - 23:21
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Land of the Living

Land of the Living
Album: The Red Thread (2004)
Late afternoon back in New York town
(continuer)
20/3/2018 - 22:54
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Madre

Madre
2009

Taraneh Mousavi era una ragazza iraniana di 28 anni con capelli neri e occhi verdi.

Le sue tracce si perdono il 28 giugno quando viene arrestata insieme ai manifestanti vicino alla moschea di Ghoba. Taraneh non stava partecipando alla vicina manifestazione di protesta, si stava recando al centro di formazione e bellezza (BTE) dove segue dei corsi. Probabilmente la sua avvenenza ha attirato i poliziotti in borghese che l’hanno caricata insieme ad altri studenti manifestanti su una camionetta e portata al centro di detenzione. Tutti i detenuti sono stati smistati per il carcere di Evin o per la centrale di polizia di Nobonyad, mentre Taraneh è rimasta la sola nel centro di detenzione. Qui è stata stuprata ripetutamente e brutalmente dai poliziotti per diverse settimane.

Alcuni giorni fa la madre di Taraneh riceve una telefonata anonima da un agente governativo che le comunica che la... (continuer)
Madre, di ogni bene madre
(continuer)
envoyé par Dq82 20/3/2018 - 22:50
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The Bush Boys

The Bush Boys
Album - Rock That Babe. (2003)

Questa ironica canzone sulla dinastia Bush risale proprio a 15 anni fa, l'anno dell'invasione dell'Iraq, la guerra di cui ancora paghiamo le consguenze.
Listen up folks the votes are in
(continuer)
20/3/2018 - 22:41
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Black Velvet Band

Black Velvet Band
[19° secolo]
Una ballata irlandese ottocentesca che Ewan MacColl imparò da Harry Cox negli anni 50
Poi nei suoi album "Bad Lads and Hard Cases - British Ballads of Crime and Criminals" (1957) e "Chorus From the Gallows" (1960), con Peggy Seeger

Una canzone tradizionale esistente in molteplici versioni, di cui la più famosa è forse quella dei Dubliners, risalente al 1967.

Il testo della versione di MacColl – insieme a molte altre – l'ho trovato sull'incommensurabile Mudcat Café

Una canzone che mi ha fatto venire subito in mente la scena dell'incontro tra Amsterdam (Leonardo DiCaprio) e la borseggiatrice Jenny (Cameron Diaz) in "Gangs of New York" di Martin Scorsese (2002), un film in cui, non a caso, la nascita di New York – e dell'America moderna - è descritta come una guerra feroce fra i Nativi, protestanti, e i Conigli Morti, cattolici, immigrati irlandesi.
In a neat little town they call Belfast
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/3/2018 - 21:45
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Il canto della marcia (Amore e libertà)

Il canto della marcia (Amore e libertà)
2018

Il canto nella marcia è l'omaggio che gli AK47 hanno voluto dedicare al Kurdistan attraverso le parole del poeta Sherko Bekas e quelle del cantautore armeno Aram Tigram. Dal Rojava alla Turchia, la libertà del popolo kurdo è la nostra libertà.

Abbiamo scritto, suonato e cantato il “Canto nella marcia (Amore e Libertà)”, una canzone sul Kurdistan, che catalizza i nostri cuori su una lotta giusta, senza se e senza ma. Il Kurdistan, è una regione vastissima abitata da circa 50 milioni di curdi, cui non viene riconosciuta la propria identità linguistica, culturale e di stato indipendente. L’Iraq, l’Iran, la Siria e la Turchia, occupano e si dividono la regione dei Curdi, esercitando un potere discriminatorio, che la Turchia in particolare – attualmente – sta imponendo con la forza della violenza cieca, bombardando le città che maggiormente alimentano la resistenza. E la Turchia, la dittatura... (continuer)
L'amore chiama l'amore
(continuer)
envoyé par Dq82 20/3/2018 - 21:11
Parcours: Du Kurdistan

Livččen riidalit hearráiguin

Livččen riidalit hearráiguin
[1976]
Musica / Music / Musique / Musihkka / Musik / Musikka: Åsa Blind
Testo / Lyrics / Paroles / Sánit / Text / Sanat: Mikkel Utsi
From the 1976 album De čábba niegut runiidit by Åsa Blind, Jaakko Gauriloff and Nils-Aslak Valkeapää

Sincere thanks to Åsa Blind for her help with the Sami lyrics and for her Swedish translation of them / Ett varmt tack till Åsa Blind för hennes hjälp med den samiska sångtexten och för hennes svenska översättning av den.

Heartiest congratulations to the Antiwarsongs staff for 15 years of great work. [JR]

Un ringraziamento sincero a Åsa Blind per il suo aiuto con il testo Sami e per la sua traduzione svedese. Congratulazioni di cuore allo staff di Canzoni Contro la Guerra per il 15 anni di grande lavoro.[JR]




Drowning Reindeer, Drowning Homes – Indigenous Sámi and Hydroelectricity

"This is a book regarding violence that was done against land, nature... (continuer)
Livččen riidalit hearráiguin
(continuer)
envoyé par Juha Rämö 20/3/2018 - 13:44

La complainte de Manda

La complainte de Manda
[1964]
Scritta da Jean Arnulf e Alain Goraguer
Nel secondo album di Jean Arnulf
Ma mère me l'avait dit souvent
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/3/2018 - 13:00
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Le bonheur

Le bonheur
[1948]
Parole e musica di Jean Villard, detto Gilles, e Albert Urfer.
Interpretata dal duo Gilles & Urfer in un loro récital realizzato probabilmente nel 1965
Testo trovato su J'ai la mémoire qui chante
Quand l’aurore aux accents
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/3/2018 - 10:18

La mienne à moi

La mienne à moi
[1966]
Parole di Martine Merri, compagna di Arnulf
Musica di Jean Arnulf
La mienne à moi, tous mes amours
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 20/3/2018 - 09:53

Kłótnia druidów

Kłótnia druidów
Una poesiola a là Pasquino in attesa di musicare :)
Breslavia, 18 marzo 2018
Anonim polski z XXI w.
(continuer)
envoyé par Krzysiek 20/3/2018 - 02:29
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Kate Bush: π

Kate Bush: π
π
(continuer)
envoyé par CCG/AWS Staff 14/3/2018 - 10:16
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Stranizza d'amuri

Stranizza d'amuri
Traduzione spagnola da:
Franco Battiato - Letras en español

Come segnalato da Oliviero, che ringraziamo, nella traduzione c'era un errore che abbiamo corretto:

I mosconi "ci" volavano sopra, intesi come "volavano sopra ai "bisogni dei carrettieri", non sopra a "noi" (cioè ai bambini che giocavano).
Quindi "nosostros" è sbagliato.

EXTRAÑEZA DE AMOR
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 14/3/2018 - 01:18
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La canalha

La canalha
13 marzo 2018 20:38
LA CANAGLIA
(continuer)
13/3/2018 - 20:38
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Non è finita a Piazzale Loreto

Non è finita a Piazzale Loreto
Chanson italienne – Non è finita a Piazzale Loreto – Fausto Amodei – 1971
Texte et musique : Fausto Amodei

Pour ceux qui croient que le fascisme est mort avec Mussolini, oh oui,
Pour ceux qui croient que Berlusconi (Salvini et tutti quanti) n’est pas fasciste, mais si !


Dialogue maïeutique

Salut à toi, Lucien l’âne mon ami, toi qui viens de si loin dans le temps, de tellement loin que personne ne s’en souvient, que nul ici n’en saurait dire le début, même pas toi. Eh bien, Lucien l’âne mon ami, j’imagine que tu sais ce qu’est la place Loreto et ce à quoi elle renvoie dans la chanson et dans l’histoire de l’Italie contemporaine.

Évidemment, Marco Valdo M.I. mon ami, que je le sais parfaitement bien, mais j’aimerais entendre ton explication, car il s’agit là d’un symbole important. Disons quand même que c’est une place de Milan où l’on a pendu des gens au sortir de la guerre.

C’est d’elle... (continuer)
NON, ÇA N’EST PAS FINI PLACE LORETO
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 13/3/2018 - 19:05
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You're Wrong

You're Wrong
TI SBAGLI
(continuer)
envoyé par Lorenzo 11/3/2018 - 23:18
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Puviri surfarara sbinturati

anonyme
Puviri surfarara sbinturati
È un canto popolare INALIABILE.
Patrimonio popolare immateriale UNESCO
Racconta la dignità dei Poveri
elioregazzoni@virgilio.it 11/3/2018 - 20:55
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Me queda la palabra

Me queda la palabra
by Diafana Krina / Διάφανα Κρίνα [1998]
ΚΑΤΑΡΧΗΝ
(continuer)
envoyé par Disposable Hero 10/3/2018 - 22:41
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Questo mio amore (Una cosa già detta), nota anche come Vorrei dirtelo tutto d'un fiato

Questo mio amore (Una cosa già detta), <i>nota anche come</i> Vorrei dirtelo tutto d'un fiato
Versione di Beniamino Ricotta, in arte Mino Macrò, laziale emigrato a Milano. Visse di espedienti e fece anche il protettore, mestiere che gli valse la galera. Uscito di prigione si guadagnava da vivere facendo il musicista di strada. Fu ritrovato morto per fame una notte del 1965. Aveva 32 anni.

B.B. 10/3/2018 - 21:27
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Refusenik

Refusenik
Tsahal , no grazie!

Un reportage fotografico sulla nuova generazione di "refusenik".
10/3/2018 - 13:43
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La Lega (Sebben che siamo donne)

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La Lega (Sebben che siamo donne)
Sebben che siamo donne
(continuer)
envoyé par luisa rizzo 8/3/2018 - 08:09
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E anche al mi' marito

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E anche al mi' marito
7/3/2018 - 21:34
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Nessuna razza

Nessuna razza
È sbagliata... Non è "ladro" ma "Lambro" e non è "nella" ma "della" piazza...
Patrizia 7/3/2018 - 21:17
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To Youth (My Sweet Roisin Dubh)

To Youth (My Sweet Roisin Dubh)
Alla Rosa Nera d’Irlanda -contrapposta idealmente alla Rosa Rossa della Casata Tudor (la rosa dei Lancaster)- sono dedicate un paio di canzoni, la prima scritta da un bardo del XVI/XVII secolo in gaelico irlandese.
Róisín Dubh (= little black rose) è  Rosalinda, una fanciulla dal nome di Piccola Rosa, l’allegoria dell’Irlanda, una parola in codice coniata alla fine del Cinquecento/inizi Seicento: la rosa nera era un tempo una rosa di un colore rosso cupo, molto scuro, la rosa gotica per eccellenza associa alla morte. E tuttavia nel linguaggio dei fiori ottocentesco presenta molteplici significati: è sia la fine che l’inizio di un drastico cambiamento, una rinascita.
Questo testo contemporaneo è da leggersi anche come il canto dell'emigrante che lascia l'Irlanda intossicata dalla povertà e dalle lotte fratricide.
Terre Celtiche
ALLA GIOVENTÙ (MIA FRAGRANTE ROSA NERA )
(continuer)
envoyé par Cattia Salto 7/3/2018 - 13:50




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