Qui spesso mi prendono in giro per la mia predilezione per certa musica pop e per la mia infatuazione per un altro Michael dalla pelle nera... Ci sono anche quelli che ancora credono alla fola che "The King of Pop" fosse uno schifoso sfasciabambini e che Battisti fosse un fascista!
E così, grazie alle tue chicche, mi sento meno solo!
Saluti
Bernart Bartleby 15/2/2018 - 22:32
dalla pelle nera prima di farsi il bagno nella varechina!
Non c'è di che. :-). George aveva una coscienza sociale profonda e spiccata (come è poi emerso ancor più compiutamente dopo la sua morte, giacché faceva beneficenza in favore di numerose cause ma esigendo sempre la massima discrezione: Last Christmas we lost George Michael. Now he’s an unlikely beacon of hope).
Le sue canzoni a ciò dedicate sono in proporzione meno numerose rispetto a quelle basate sui puri sentimenti ma qui in CCG stanno proprio a casa loro, secondo me. :-)
Cara Alberta Beccaro, ti confesso una cosa: quand'ero giovane per un po' ho suonato il sassofono tenore. E sai quale fu il primo pezzo (e anche uno dei pochi) che imparai? "Careless Whisper" di George Michael!
Se Mother's Pride fosse all'epoca uscita come singolo (il che - se non vado errando - non accadde) questo manifesto britannico per il reclutamento bellico nella Prima Guerra Mondiale sarebbe potuto essere una copertina perfetta.
Contrariamente a quanto indicato su en.wikipedia, la poesia compare non nella raccolta "is 5" del 1926 ma in "W [ViVa]" del 1931.
Il brano potrebbe anche essere aggiunto nel percorso sulla Grande Guerra.
B.B. 15/2/2018 - 08:11
Potrebbe anche essere inserito nel percorso "Musica classica contro la guerra", visto che nel 1974 è stato messo in musica per voci, violoncelli e flauti dal compositore americano John Cousins.
Nota del traduttore, o comunque lo vogliate chiamare. Tradurre e e cummings non è difficile: è impossibile. Quindi ciò che state per leggere non è, in definitiva, “e e cummings”, ma Riccardo Venturi quasi nudo e crudo. Una differenza (all'anima!) tra e e cummings e RV, una tra le tante (sempre all'anima!) è che il poeta tortura Olaf con termini quasi scientifici (p. es. rectum) mentre RV lo tortura alla livornese, vale a dire in modo assai esplicito. RV ha cercato comunque di interpretare veramente alla lettera quel che dice e e cummings, trovandosi nell'impossibilità fattiva di essere e e cummings. Per questo motivo le note sono poche, e limitate ad alcuni punti che potrebbero un po' sconcertare il lettore del testo originale.
Un trio d'eccezione interpreta la canzone: Grigoris Bithikotsis, Manolis Mitsiàs e lo stesso Mikis Theodorakis.
Due parole del traduttore. Una versione strettamente letterale potrà essere di qualche utilità a mo' di confronto, anche se nel caso specifico quelle esistenti sono abbastanza fedeli all'originale. Per il termine καημός si veda l'introduzione alla canzone. Da far notare anche una antichissima caratteristica della lingua greca qui usata regolarmente: la frase nominale (vale a dire quella priva della copula, del verbo “essere” insomma). E' un procedimento risalente alla più remota antichità indoeuropea, presente già molto spesso nel vedico e nel sanscrito -per intendersi; ma non è certamente estraneo ad altre lingue indoeuropee, neppure all'italiano. Nella millenaria storia del greco, la frase nominale va da Omero alla lingua moderna, e qui, in questa canzone, ne abbiamo esempi che ho voluto mantenere nella traduzione.
DOLORE ARDENTE (continuer)
14/2/2018 - 19:58
Per un accidente della sorte, questa risulta essere anche la 100a canzone di Mikis Theodorakis (o brano musicale, o album intero contenuto nei celebri "paginoni" di Gian Piero Testa) inserita nel sito. Sono soltanto tre gli autori che hanno 100 e oltre canzoni nel sito: Marco Valdo M.I., David Rovics e da adesso, appunto, Mikis Theodorakis.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 14/2/2018 - 20:07
A proposito de "La musique qui marche au pas", mia mamma mi racconta che sua nonna, quando le capitava di assistere a qualche parata militare (ben più frequenti di oggi), seguiva il ritmo del passo di marcia canticchiando:
"Te le le-
Te le le-
Te le levi
Le caccole dal culo!
"Te le le-
Te le le-
Te le levi
Le caccole dal culo!..."
Aggiungo che una cosa analoga è successa anche nella Cecoslovacchia del dopoguerra. Un po’ di tempo fa mia nonna mi ha raccontato come in quell’epoca aveva conosciuto delle ragazze greche “trapiantate” lì. Dovevano essere figlie dei partigiani perché una le ha raccontato come da bambina le infilavano dei fogliettini nelle trecce e la mandavano come messaggera dai partigiani in montagna. Wikipedia conferma a riguardo che dopo la guerra civile greca sono arrivati in Cecoslovacchia circa 12.000 rifugiati greci. Il regime comunista ha tutelato la loro accoglienza, dapprima in alcune strutture (molti erano bambini orfani o comunque non accompagnati dai genitori), poi ha messo a loro disposizione delle zone montuose spopolate (soprattutto quella dei Sudeti che aveva appena subito la deportazione della popolazione tedesca) per poter svolgere un’attività agricola, sebbene molti poi hanno preferito... (continuer)
Stanislava 13/2/2018 - 15:03
Interessantissime le considerazioni di Stanislava: per un motivo o per l'altro, la diaspora greca dopo la guerra mondiale e la guerra civile...
Quanto a Jankulovski / Jankulidis, azzardo un'ipotesi. Secondo me quell' "-ovski" non è affatto polacco, ma macedone. Visto che si parla di calciatori, mi baso ad esempio su un altro giocatore: Aleksandar Trajkovski, di Skopje, che gioca nel Palermo e nella nazionale macedone. "-(o)vski" è un suffisso comune nei cognomi macedoni (e anche il semplice "-ski": una delle mie grammatiche macedoni, ad esempio, è stata scritta dal poeta e letterato Blaže Koneski, praticamente il codificatore della lingua macedone letteraria).
Se il padre di Jankulovski era originario della Macedonia greca, possibilissimo che le sue origini fossero slave e che, in realtà, il cognome "Jankulidis" sia stata la grecizzazione di Jankulovski. Fin da tempi antichissimi la Macedonia... (continuer)
@Riccardo. Sì, grazie, è proprio così. Noto che per il giorno della memoria si ricordano gli italiani istriani e dalmati, ma non questi italiani "greci". Anche nel loro caso credo che ci fossero comunità ben prima dell'occupazione durante il fascismo. Risalgono fino alla Repubblica di Venezia. E' una storia poco nota.
Vedi, Riccardo, qui ho fatto un giudizio affrettato dovuto alla poca familiarità con il macedone. Hai perfettamente ragione sulla presenza dell’elemento slavo nella Macedonia greca, che si vede anche dalla toponomastica (attuale e antica). Grazie per le tue preziose delucidazioni linguistiche (come sempre) e un saluto!
Socially very interesting and unexpected the story of this song. I made a cover of it unknowing the deep meaning of the lyrics. Just when I looked for the composer I found the explanation, so thanks to Antiwar Songs. The cover I made is a free interpretation of the song, and is here: https://soundcloud.com/user-945121500/...
Thanks for listen and hope you like it.
To fight against war and against unjustice the only way is having pacificst ideas and make with them something positive everyday. And also don't buying things you don't really need (boicot), that are two ways to break the cruelty of the capitalist system. Truly, LFD.
Chanson allemande – Ballade von Joß Fritz – Franz-Josef Degenhardt – 1973
Paroles et musique : Franz Josef Degenhardt
Dialogue Maïeutique
Avant d’en venir à Jos Fritz et à ses tentatives de révolution, je voudrais, Lucien l’âne mon ami, dire deux mots pour situer Franz Josef Degenhardt dans le monde de la chanson allemande, disons pour faire court, contemporaine. En fait, on pourrait le situer dans le domaine germanique à la manière dont on situerait dans celui de langue française, Georges Brassens ou Jacques Brel ou en Italie, on le placerait sur le même pied que Giorgio Gaber ou Fabrizio De André. Tous chanteurs de leurs propres textes ; tous guitaristes. Ainsi, Degenhardt est regretté en Allemagne, comme Brassens ou Brel en France. À noter au passage, Franz Josef Degenhardt fut celui qui traduisit et chanta Brassens en allemand. Voici une réflexion d’aujourd’hui trouvée sur un site... (continuer)
il finale che conosco e che mi sembra più fedele e logico, (perché i ragazzini dovrebbero farla sui tetti?) recita così: "uccellini uccelletti, nun cacate sopra i tetti, ma cacate sui berretti delle guardie de città".
Mentre l'ultima sembra proprio un'aggiunta raddoppiata!
Qui spesso mi prendono in giro per la mia predilezione per certa musica pop e per la mia infatuazione per un altro Michael dalla pelle nera... Ci sono anche quelli che ancora credono alla fola che "The King of Pop" fosse uno schifoso sfasciabambini e che Battisti fosse un fascista!
E così, grazie alle tue chicche, mi sento meno solo!
Saluti