Belfast Shoemaker
anonyme
Come all you true born Irishmen wherever you may be
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 30/7/2017 - 21:50
Difendiamo i territori
«L'hip-hop di Reggio dice no al nazirap di Casa Pound»
Mc, dj e writer prendono posizione: «Qui il loro odio non ha cittadinanza. I nostri padri vittime della discriminazione, noi siamo intolleranti nei confronti del razzismo»
Lunedì, 24 Luglio 2017
REGGIO CALABRIA Il prossimo sabato 29 luglio a Scilla, in provincia di Reggio Calabria, l’organizzazione di estrema destra Casa Pound terrà un raduno nazionale, con tanto di concerto di uno dei gruppi nazi-rap che gravitano nell’ambiente neofascista. L’evento, che si terrà in luoghi privati e non annunciati pubblicamente per evitare contestazioni da parte della comunità locale, ha incontrato ovviamente il rifiuto e la dissociazione più netta da parte della scena Hip-Hop reggina, che – attraverso i social network – ha diffuso una nota in cui rivendica i veri valori della cultura e della terra d’appartenenza. «Deve essere chiaro a tutti che... (continuer)
Mc, dj e writer prendono posizione: «Qui il loro odio non ha cittadinanza. I nostri padri vittime della discriminazione, noi siamo intolleranti nei confronti del razzismo»
Lunedì, 24 Luglio 2017
REGGIO CALABRIA Il prossimo sabato 29 luglio a Scilla, in provincia di Reggio Calabria, l’organizzazione di estrema destra Casa Pound terrà un raduno nazionale, con tanto di concerto di uno dei gruppi nazi-rap che gravitano nell’ambiente neofascista. L’evento, che si terrà in luoghi privati e non annunciati pubblicamente per evitare contestazioni da parte della comunità locale, ha incontrato ovviamente il rifiuto e la dissociazione più netta da parte della scena Hip-Hop reggina, che – attraverso i social network – ha diffuso una nota in cui rivendica i veri valori della cultura e della terra d’appartenenza. «Deve essere chiaro a tutti che... (continuer)
Dq82 30/7/2017 - 19:21
L'uomo al centro del mondo
2012
Cuori e confini
L’uomo al centro del mondo - Porre “l’uomo al centro del mondo” in una sorta di neo-umanesimo allargato che riporti nella quotidianità i valori più autentici dell’umanità, per vestire di maggio il giorno, ridare al sogno il coraggio, gettare le armi - non solo quelle che feriscono i corpi, ma anche quelle che trucidano l’anima- rivedere la luna nel cielo, “la sposa danzare la banda suonare”. Rimettere l’umanità al centro del mondo per far germogliare il giardino del vivere e togliere spazio al deserto che avanza. Ospite Papet J dei Massilia Sound System in un raggamuffin finale tra rock e drum & bass.
Cuori e confini
L’uomo al centro del mondo - Porre “l’uomo al centro del mondo” in una sorta di neo-umanesimo allargato che riporti nella quotidianità i valori più autentici dell’umanità, per vestire di maggio il giorno, ridare al sogno il coraggio, gettare le armi - non solo quelle che feriscono i corpi, ma anche quelle che trucidano l’anima- rivedere la luna nel cielo, “la sposa danzare la banda suonare”. Rimettere l’umanità al centro del mondo per far germogliare il giardino del vivere e togliere spazio al deserto che avanza. Ospite Papet J dei Massilia Sound System in un raggamuffin finale tra rock e drum & bass.
Se alzo gli occhi nell'ora di punta non vedo che un rumore che soffoca in fretta tra insegne e passanti tra passato e futuro perché quando tutto intorno ruota come se l'uomo non c'è il deserto che avanza e un ordigno che esplode sul ponte delle parole ma se
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envoyé par Dq82 30/7/2017 - 17:46
La mia terra
2012
Cuori e confini
La mia terra - Il Salento, terra della band, difesa nella sua bellezza ancestrale ed arcaica. Una difesa della propria terra, la terra che si ama, che si fa difesa di ogni terra, che porta a denunciare “gli assalti di chi la vuole violentare”: di chi la svende mettendola “in vetrina” o di chi la sfregia con emissioni inquinanti, progetti di centrali nucleari e piattaforme petrolifere o barattando “alberi antichi per nuovi alberghi sul mare”. Terra che ieri “danzava col ragno per liberarsi del veleno” mentre oggi è asfissiata da un veleno meno simbolico che la uccide, la diossina. Terra ieri “che fu contadina” mentre oggi quell’immensità culturale di gesti, credenze e saperi del vissuto quotidiano -compresa la creativa capacità di inventare parole nuove in dialetto- si smarrisce sotto i tacchi dell’incalzante modernità consumistica che tutto appiattisce ed omologa inducendo... (continuer)
Cuori e confini
La mia terra - Il Salento, terra della band, difesa nella sua bellezza ancestrale ed arcaica. Una difesa della propria terra, la terra che si ama, che si fa difesa di ogni terra, che porta a denunciare “gli assalti di chi la vuole violentare”: di chi la svende mettendola “in vetrina” o di chi la sfregia con emissioni inquinanti, progetti di centrali nucleari e piattaforme petrolifere o barattando “alberi antichi per nuovi alberghi sul mare”. Terra che ieri “danzava col ragno per liberarsi del veleno” mentre oggi è asfissiata da un veleno meno simbolico che la uccide, la diossina. Terra ieri “che fu contadina” mentre oggi quell’immensità culturale di gesti, credenze e saperi del vissuto quotidiano -compresa la creativa capacità di inventare parole nuove in dialetto- si smarrisce sotto i tacchi dell’incalzante modernità consumistica che tutto appiattisce ed omologa inducendo... (continuer)
Vivo in una terra che non si dimentica
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envoyé par Dq82 30/7/2017 - 15:21
Educato delirio
2012
Cuori e confini
Educato Delirio - Educare “condurre fuori”. Delirio “uscire dal solco”. Un recupero dei significati etimologici di queste due parole, per scoprirne la loro portata rivoluzionaria ed eretica. Un invito ad alimentare, coltivare, fomentare un educato deliro, tra strofe raggamuffin e un ritornello in levare, citazione modernizzata nella lingua di un passo leopardiano.
Cuori e confini
Educato Delirio - Educare “condurre fuori”. Delirio “uscire dal solco”. Un recupero dei significati etimologici di queste due parole, per scoprirne la loro portata rivoluzionaria ed eretica. Un invito ad alimentare, coltivare, fomentare un educato deliro, tra strofe raggamuffin e un ritornello in levare, citazione modernizzata nella lingua di un passo leopardiano.
Cosa dovrei cantare del mio tempo
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envoyé par Dq82 30/7/2017 - 14:52
Giorgio Gaber: I reduci
GANG & TANO D'AMICO - I REDUCI
Regia: Paolo Di Nicola
Paolo Di Nicola: "Non ho amato particolarmente Giorgio Gaber, ma alcune sue canzoni mi sono entrate nell'anima e stanno ancora lì...un' idea, la strada, e i reduci che non lasciava veramente alcuna speranza.
Poi arrivano Marino e Sandro Severini Jono Manson etc e je danno una bella spolverata, la tirano a lucido ed eccola qua sembra scritta a arrangiata adesso...
Come potevo ringraziare i Gang di questo regalo Calibro 77 se non scambiandoci i nostri lavori? e quindi siamo andati a girare a Castelnuovo Magra dove gli Archivi della Resistenza avevano allestito una mostra su Tano D'Amico e ce la siamo cantata...Chi meglio di Tano con le sue immagini eterne può rappresentare in chiave moderna quel che la canzone di Gaber evoca?
E chi meglio dei Gang può farci trovare il futuro camminando all'indietro?"
Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Regia: Paolo Di Nicola
Paolo Di Nicola: "Non ho amato particolarmente Giorgio Gaber, ma alcune sue canzoni mi sono entrate nell'anima e stanno ancora lì...un' idea, la strada, e i reduci che non lasciava veramente alcuna speranza.
Poi arrivano Marino e Sandro Severini Jono Manson etc e je danno una bella spolverata, la tirano a lucido ed eccola qua sembra scritta a arrangiata adesso...
Come potevo ringraziare i Gang di questo regalo Calibro 77 se non scambiandoci i nostri lavori? e quindi siamo andati a girare a Castelnuovo Magra dove gli Archivi della Resistenza avevano allestito una mostra su Tano D'Amico e ce la siamo cantata...Chi meglio di Tano con le sue immagini eterne può rappresentare in chiave moderna quel che la canzone di Gaber evoca?
E chi meglio dei Gang può farci trovare il futuro camminando all'indietro?"
Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
dq82 28/7/2017 - 11:17
La tempesta
2017
EP Giramondi
EP Giramondi
Per cuscino un salvagente
(continuer)
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envoyé par Dq82 27/7/2017 - 17:27
Letters From Iraq
2017
Letters from Iraq
Rahim AlHaj – Letters from Iraq (Smithsonian Folkways, 2017)
#CONSIGLIATOBLOGFOOLK
Rahim AlHaj ha incontrato l’‘ūd all’età di nove anni quando frequentava la scuola primaria. A tredici è stato ammesso al Conservatorio di Baghdad dove si è diplomato; è stato discepolo dell’immenso maestro Munir Bachir e di Salim Abdul Kareem. Sappiamo dai dati di cronaca che, tuttavia, la sua carriera di prestigioso strumentista alla quale era avviato è stata ostacolata dal suo rifiuto di sostenere il Ba’ath, il partito all’epoca al potere in Iraq. Dopo aver subito carcere e tortura, dopo la Prima Guerra del Golfo, nel 1991, AlHaj lascia il paese, stabilendosi prima in Giordania, poi in Siria. Nel 2000 riesce a emigrare negli Stati Uniti, nel New Mexico, dove inizia – non a cuor leggero, considerato il suo status di virtuoso dello strumento principe della musica araba – ad esibirsi... (continuer)
Letters from Iraq
Rahim AlHaj – Letters from Iraq (Smithsonian Folkways, 2017)
#CONSIGLIATOBLOGFOOLK
Rahim AlHaj ha incontrato l’‘ūd all’età di nove anni quando frequentava la scuola primaria. A tredici è stato ammesso al Conservatorio di Baghdad dove si è diplomato; è stato discepolo dell’immenso maestro Munir Bachir e di Salim Abdul Kareem. Sappiamo dai dati di cronaca che, tuttavia, la sua carriera di prestigioso strumentista alla quale era avviato è stata ostacolata dal suo rifiuto di sostenere il Ba’ath, il partito all’epoca al potere in Iraq. Dopo aver subito carcere e tortura, dopo la Prima Guerra del Golfo, nel 1991, AlHaj lascia il paese, stabilendosi prima in Giordania, poi in Siria. Nel 2000 riesce a emigrare negli Stati Uniti, nel New Mexico, dove inizia – non a cuor leggero, considerato il suo status di virtuoso dello strumento principe della musica araba – ad esibirsi... (continuer)
Strumentale
envoyé par Dq82 27/7/2017 - 12:58
The Deserter (When the Battle It Was Won)
anonyme
[XIX° sec.?]
Testo trovato sul sempre ottimo Mudcat Café
La fonte è “Songs of the Newfoundland Outports”, a cura di Kenneth Peacock, 1965
Una canzone che in una versione raccolta in Nova Scotia termina semplicemente con la prigionia del soldato disertore, mentre in un'altra scovata nel Newfoundland (sempre in Canada) negli anni 50 dall'etnomusicologo Kenneth Howard Peacock (1922–2000) prosegue nel racconto. “Willie” viene fucilato per diserzione e l'ufficiale che ha comandato il plotone d'esecuzione (anvédi 'sto stronzo!) si mette a corteggiare la di lui ormai ex fidanzata Mary. La quale lo lascia avvicinarsi e poi gli spara, uccidendolo e vendicando il suo amore... Brava! Ben fatto!
Testo trovato sul sempre ottimo Mudcat Café
La fonte è “Songs of the Newfoundland Outports”, a cura di Kenneth Peacock, 1965
Una canzone che in una versione raccolta in Nova Scotia termina semplicemente con la prigionia del soldato disertore, mentre in un'altra scovata nel Newfoundland (sempre in Canada) negli anni 50 dall'etnomusicologo Kenneth Howard Peacock (1922–2000) prosegue nel racconto. “Willie” viene fucilato per diserzione e l'ufficiale che ha comandato il plotone d'esecuzione (anvédi 'sto stronzo!) si mette a corteggiare la di lui ormai ex fidanzata Mary. La quale lo lascia avvicinarsi e poi gli spara, uccidendolo e vendicando il suo amore... Brava! Ben fatto!
You tender-hearted parents wherever that you be,
(continuer)
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envoyé par Bernart Bartleby 26/7/2017 - 21:14
Turn! Turn! Turn! (To Everything There Is A Season)
Small thing, missed one, second verse, "A timer to teach, a time to learn" . . . a timer to teach? . . . short attention span cure? ;-)
Otto Bartsch 26/7/2017 - 18:01
Quando ero piccina piccina
anonyme
Riporto una variante tramandata in forma orale da mio nonno (classe 1909), appresa verosimilmente durante il servizio militare, fatto a Bologna. Si tenga presente che stiamo parlando di un contadino abruzzese che aveva una formazione scolastica 'di base'; e oltretutto piuttosto lontano (non solo geograficamente) dal 'melos' delle canzoni di guerra dell'Italia settentrionale.
Quando l'ero piccina picina
il papà mi portava a giocar
mi diceva Rosina vien grande
che ti voglio maritar
Grandicella io son già venuta
all'età di sedici anni
ho già un figlio che chiama già mamma
e non sa chi sia il papà
Il papà l'è alle spiagge del mare
a servire l'imperator
l'è scoppiata 'na guerra Europea
non si sa quando tornerà
Quando l'ero piccina picina
il papà mi portava a giocar
mi diceva Rosina vien grande
che ti voglio maritar
Grandicella io son già venuta
all'età di sedici anni
ho già un figlio che chiama già mamma
e non sa chi sia il papà
Il papà l'è alle spiagge del mare
a servire l'imperator
l'è scoppiata 'na guerra Europea
non si sa quando tornerà
Alessandro Valente 25/7/2017 - 22:52
Brothers In Arms
La guerra nn ha mai portato cose positive e mai ne portera',anche se ce chi pensa che nn c'e' pace senza guerra.
25/7/2017 - 20:22
Mariquinha
[1988]
Parole e musica di José Adelino Barceló de Carvalho (1942), detto Bonga, cantautore angolano
Nell’album “Malembe, Malembe e Reflexão”
Parole e musica di José Adelino Barceló de Carvalho (1942), detto Bonga, cantautore angolano
Nell’album “Malembe, Malembe e Reflexão”
Mariquinha vem comigo p’r Angola
(continuer)
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 25/7/2017 - 08:56
There Were Tears
(2016)
Album: The Wrong Kind of War
Un bel pezzo folk-soul presentato come un dialogo immaginario tra Nelson Mandela e le nuove generazioni, sull'importanza di combattere per la giustizia perché "Mandela non era un eroe ma solo una persona determinata a far trionfare la pace che non può esistere senza giustizia".
Album: The Wrong Kind of War
Un bel pezzo folk-soul presentato come un dialogo immaginario tra Nelson Mandela e le nuove generazioni, sull'importanza di combattere per la giustizia perché "Mandela non era un eroe ma solo una persona determinata a far trionfare la pace che non può esistere senza giustizia".
There were tears and fears even in my dreams
(continuer)
(continuer)
envoyé par Lorenzo Masetti 24/7/2017 - 21:05
Napoleone
anonyme
Segnalo che l'espressione "la meglio gioventù" si trova anche in un canto alpino (inviso alle camice nere):
Sul ponte di Perati bandiera nera
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
la "mejo zoventù" che và soto tèra
https://www.youtube.com/watch?v=-mzHPij1h6M
Sul ponte di Perati bandiera nera
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
L'è 'l luto de gli alpini che fa la guèra
la "mejo zoventù" che và soto tèra
https://www.youtube.com/watch?v=-mzHPij1h6M
Filippo Noceti 24/7/2017 - 09:13
Amerikanos, a balla ki bos bokene
Caro Maurizio, il commento contestabile era solo uno, era assolutamente pacato e gli si era già risposto pacatamente.
In fondo Facundo Nulli esprimeva semplicemente un suo legittimo punto di vista.
Poi arrivi tu con la tua voglia di bestemmiare, il culo, la merda e tutto il resto... Non ti pare di essere stato inutilmente violento?!?
Se fossi un Admin, mi verrebbe voglia di accogliere la pacifica richiesta di Facundo Nulli e di bannare il tuo inutile e violento intervento...
In fondo Facundo Nulli esprimeva semplicemente un suo legittimo punto di vista.
Poi arrivi tu con la tua voglia di bestemmiare, il culo, la merda e tutto il resto... Non ti pare di essere stato inutilmente violento?!?
Se fossi un Admin, mi verrebbe voglia di accogliere la pacifica richiesta di Facundo Nulli e di bannare il tuo inutile e violento intervento...
Bernart Bartleby 24/7/2017 - 08:26
Mandura
Chanson italienne – Mandura – Daisy Lumini – 1975
Paroles de Beppe Chierici
Musique de Daisy Lumini
Lucien l’âne mon ami, toi qui as parcouru de tes petits pas noirs et paisibles le monde depuis tant et tant de temps, tu as dû rencontrer souvent des gens plongés dans des atmosphères terrifiantes, des hommes écrasés par la crainte et tu dois donc bien connaître le sujet de la chanson de Mandura que je viens de mettre en langue française.
Peut-être, Marco Valdo M.I. mon ami, peut-être bien que oui, peut-être bien que non. Je ne pourrai répondre à ta question que quand tu m’auras dit de quoi parle cette chanson.
En effet, Lucien l’âne mon ami, et je ne m’attendais à rien d’autre de toi. Tu es un âne intelligent, je le sais et je le dis ; mais, tu n’es pas un devin ; cela, je le sais aussi. Je me demande cependant si tes pieds si vaillants t’ont un jour mené au pays de Mandura, qui est... (continuer)
Paroles de Beppe Chierici
Musique de Daisy Lumini
Lucien l’âne mon ami, toi qui as parcouru de tes petits pas noirs et paisibles le monde depuis tant et tant de temps, tu as dû rencontrer souvent des gens plongés dans des atmosphères terrifiantes, des hommes écrasés par la crainte et tu dois donc bien connaître le sujet de la chanson de Mandura que je viens de mettre en langue française.
Peut-être, Marco Valdo M.I. mon ami, peut-être bien que oui, peut-être bien que non. Je ne pourrai répondre à ta question que quand tu m’auras dit de quoi parle cette chanson.
En effet, Lucien l’âne mon ami, et je ne m’attendais à rien d’autre de toi. Tu es un âne intelligent, je le sais et je le dis ; mais, tu n’es pas un devin ; cela, je le sais aussi. Je me demande cependant si tes pieds si vaillants t’ont un jour mené au pays de Mandura, qui est... (continuer)
MANDURA
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envoyé par Marco Valdo M.I. 23/7/2017 - 23:03
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Testo trovato sull'insostituibile Mudcat Café
Nel repertorio di Frank Harte
Frank Harte – Traditional Songs of Dublin Streets
Pure interpretata da Wallace House in “Irish Songs Of Resistance - The Great Rebellion”
Una delle tante versioni di questa canzone assai cara agli irlandesi, che fu composta dopo la grande (e sconfitta) rivolta del 1798, guidata da un gruppo di rivoluzionari di ispirazione repubblicana, la Society of United Irishmen, sulla quale si vedano – tra le diverse presenti sul sito – le canzoni Henry Joy e The Croppy Boy.