Nei primissimi anni 60 Dylan trascorse parecchio tempo al Folklore Center e fu proprio Izzy Young che nel 1961 organizzò il suo primo concerto da solista, alla Carnegie Chapter Hall di NYC.
Nei primi anni 70 Izzy Young si trasferì in Svezia e a Stoccolma fondò il Folklore Centrum.
Il dattiloscritto con il testo di “Go Away You Bomb” saltò fuori tra altre carte solo qualche anno fa e fu venduto all'asta, fruttando al vecchio Izzy (classe 1928) qualche decina di migliaia di dollari.
Allora beccandoci nuovamente un bel complimento ("sito pieno di imprecisioni") riportiamo questa analisi di un certo Miscio da maggiesfarm. Tanto per rimanere nell'ambito dei complimenti aggiungiamo che in quanto a grafica maggie's farm è messo peggio di noi, sembra veramente un sito di quelli che si facevano più di dieci anni fa. Meno male che i fan di Shakira difficilmente ci si avvicineranno. Lasciando da parte queste bischerate riporto l'intervento, comunque interessante:
Caro Mr.Tambourine,
il discorso Nobel di Dylan è molto interessante, ma è destino che quando lui apre bocca ce ne viene sempre una gamba. Alcuni hanno cominciato a notare che “You Ain't Talkin' to Me” , attribuita a Charlie Poole, non ha per niente quel testo.
Il refuso può provenire da:
http://antiwarsongs.org/canzone.php?id=8269&lang=it
sito pieno di imprecisioni. La discussione lì contenuta svela che l'errore... (continuer)
Lorenzo 18/6/2017 - 18:05
Rispondo in breve alle questioni sollevate da Miscio:
- intanto in quanto a imprecisioni neanche tu non scherzi dato che il testo di Jim Krause è del 1985. Nel 2002 lo ha solo riportato su mudcat.
- Scrivi "Se si vuol essere precisi, il testo citato da Dylan è proprio quello di antiwarsongs.org, che è leggerissimamente diverso da quello originale di Krause. Questa è quindi l'unica fonte possibile.". Primo: quale sarebbe la differenza con quello originale di Krause? Secondo: perché mai l'unica fonte possibile? Il mondo non si ferma a internet. Dylan potrebbe benissimo aver ascoltato o possedere il disco di Jim Krause e averlo copiato da lì, se - come sembra tu voglia suggerire - la citazione sbagliata è intenzionale. Oppure, anche più probabile, si ricordava di questa parodia, ha voluto inserirla nel discorso attribuendola a Charlie Poole e ha cercato il testo sotto il nome di Charlie Poole... (continuer)
Spero che il Miscio di cui sopra intendesse dire "pagina piena di imprecisioni", in tal caso me ne assumerei la responsabilità, come peraltro ho già fatto e chiedendo scusa.
Se invece si riferiva davvero al sito delle CCG/AWS, la trovo un'affermazione gratuita, non circostanziata, supponente e antipatica (e senza contare che qui Maggie's Farm è sempre stato citato con puntualità e deferenza).
Per cui, per prima cosa: caro Miscio, nel caso vai a cagare nel carbone.
Secondo: 'sta discussione sulle presunte minchiate che Dylan avrebbe inserito nella sua recente "lectio magistralis" non mi appassiona punto. Per me Dylan può fare e dire quel che vuole, è stato, è e resterà sempre un genio assoluto. Un genio anche del saccheggio, della menzogna, dell'invenzione.
Beh ma se Miscio e' così preciso avrebbe potuto fare le stesse ricerche che abbiamo fatto noi e arrivare alle stesse conclusioni. Intanto su mudcat è intervenuto nuovamente lo stesso Jim Krause:
Yup. It's all true. And I'm the culprit. I used to post here quite regularly. And that was long, long ago. So I hope that clears everything up.
(Sì, è tutto vero. E sono io il colpevole. Scrivevo in questo forum abbastanza regolarmente. Ed era tanto, tanto tempo fa. Spero che questo chiarisca tutto.)
Come ci ricorda BB, qui non si sta parlando di uno qualsiasi. Si sta parlando di Dylan. E Dylan non è certo nuovo a citazioni completamente distorte, a dichiarazioni sconcertanti, come quando disse che Masters of War non è una canzone contro la guerra. Oppure basti ricordare il discorso che fece nel 1991 quando ricevette il premio alla carriera ai Grammy Awards, la stessa sera della "peggiore esecuzione di Masters of War".
In quell'occasione, presentato da Jack Nicholson, si rese protagonista della seguente performance (guardate il video perché è un capolavoro assoluto di comicità, soprattutto durante la lunga pausa):
"Well, um ... yeah ... my daddy, he didn't leave me much, you know he was a very simple man, but what he did tell me was this, he did say, son, he said ..."[long pause, nervous laughter from the crowd]
Consiglio anche un bell'articolo di Paolo Vites in risposta al sempre più insulso Gramellini, che con le sue inutili precisazioni si conferma il giornalista più saccente e antipatico d'Italia.
L'ho ascoltata e riascoltata tante volte nel 1973. Mi è sempre rimasta nella mente pur non avendone mai conosciuto il significato delle parole, sino ad oggi. Dirai: "Ne hai messo del tempo per capirne la storia ed il senso". Beh, si, lo ammetto, sono in ritardo, un po' in ritardo, sebbene la percezione della bellezza del brano l'ho colta subito da ancor prima che ventenne. Complimenti.