Grazie Riccardo,
non saprei farla meglio, questa traduzione.
Peccato che in italiano la locuzione "avere il doppio fondo" non funzioni nello stesso modo che in polacco, cioè, come: "avere il senso velato", "qualche cosa oltre le apparenze, la superficialità", "profondità e complessità delle cose".
Tu hai usato giustamente la parola "piano", che calza a pennello in questo caso, visto il contesto pittorico :)
però, nel testo originale, la metafora suona in una maniera ancora più forte, perché Kaczmarski rincara la dose e canta del terzo, del quarto e del quinto fondo delle cose.
Salud
Comunque, secondo me, dice: "Ma ti amo Marioù-o-o-o-o!!!" :)
Andrà a finire che dice "E ti amo Ermenegildo-o-o-o-o" :-P
Quanto alla traduzione, arriverà prima o poi il tempo in cui sarò capace di farne una da Kaczmarski o altri in meno di tre giorni. Ora questo è il tempo standard, eh dieu, si j'eusse estudié le polonais au temps de ma jeunesse folle...
Però, tutto sommato, avevo intuito la tua spiegazione sul "dno". Chissà che, visto il contesto pittorico, non ci si potesse mettere anche "sfondo"...
Io continuo con Kaczmarski. Però nell'introduzione ho scritto "ventisette canzoni" basandomi sull'elenco della Wikipedia polacca, ma sono almeno 28: si sono dimenticati di Rozstrelanie.
E ci sarà da mettere anche Birkenau, mi sa.
Saludarski !!!!!
PS Sappi che in questi giorni ho pensato a te come "Krzyk Wrona" :-PP
Sull'elenco della Wiki infatti ci sono citate 27 opere d'arte come fonte di inspirazione, c'è pure Birkenau di Jerzy Krawczyk, ma in realtà erano molte di più. Fai caso che le riproduzioni sotto l'elenco sono di meno e non rispondono all'esso:
Sì, ci sarebbe "Rozstrzelanie" di Wróblewski, ma anche tante altre, a volte difficili da decifrare. Non dimentichiamo che Kaczmarski fu un figlio d'arte. La sua madre, di origini ebre, dipingeva e pure il suo padre, polacco, fu un pittore. Lo stesso Kaczmarski faceva degli schizzi formidabili durante i suoi viaggi.
Credo che basti una nota per il "doppio fondo", "il piano" va benissimo, è più universale, secondo me.
Io sto benino, ma certi fattaci dei giorni scorsi (anche nella biblioteca dove lavoro da due mesi), hanno minato leggermente il mio buon umore.
Menomale ci sono persone come Dr Grzechu che ultimamente si esibisce in duetto Bardziej... (continuer)
Intanto leggere sopra il sensatissimo commento di Dora, risalente già al 2008.
In ogni caso, secondo me, "Mario" avrebbe poco senso. Perchè dare un nome piuttosto che un altro ad ogni "mio fratello, figlio unico"? Piuttosto il riferimento potrebbe essere a "Parlami d'amore Mariù", celeberrima, epocale canzone di Bixio-Neri, anno 1932.
B.B., non è una questione ideologica: dice Mario perché dice Mario, tutto qui. Anche io, a quattordici anni, credevo che Gianni Togni cantasse: Evviva le donne, evviva il pompino. Probabilmente mi sbagliavo.
Mia sorella è figlia unica
Perché non è mai saltata in aria in discoteca o al Bar Mario
E non si è mai iscritta a Feisbuk o a Tuitter
E se le dici Ua' Zàpp lei pensa a Mario Merola
E viaggia sempre in ritardo di un'ora e un quarto
Sul regionale per Borgo San Lorenzo
E critica sempre tutti i filmi perché tanto a i' cine 'un ci va.
Mia sorella è figlia unica
Perché è convinta che Rino Gaetano è il mediano di spinta del Crotone
Perché è convinta che l'amaro benedettino è tutto glutine e olio di palma
Perché è convinta che “Canzoni Contro la Guerra” esiste da prima della guerra
Perché è convinta che esistono ancora gli svitati schizzati e rincoglioniti
Mia sorella è figlia unica svitata fuori moda e guarda la sceneggiata
E ti amo Mario-o-o-o-o
Mia sorella è figlia unica schizzata fidanzata picchiata sceneggiata
L.L., non l'ho messa affatto sul piano ideologico e nemmeno sul piano inclinato e neppure sul falso piano e nemmanco sul piano forte...
Se sei convinto che sia "Mario", per me va bene così, ma non è che devi convincere me o altri. Purtroppo a Rino non possiamo chiedere l'interpretazione autentica e peraltro credo che ci riderebbe in faccia.
Qualcuno porti sùbito in una prigione dei gesuiti l'anonimo autore della sorella figlia unica. (Io non sto con Oriana)
Preferirei, se possibile, una ben più seria prigione domenicana. Sarà ancora possibile, perdìo, potersi scegliere la propria e tetra prigione monastica...! [L'Anonimo Toscano del XXI Secolo]
Concordo. E pensare che quell'altro là mi vuole mandare da' "gesuisti" o come si chiamano...! W i gatti sempre! Però contesto il fatto di non essere "nemmeno tanto anonimo"; io sono quanto di più anonimo possa esistere. Figurati che non lo so nemmeno più io come mi chiamo; la mamma da piccolo mi chiamava "X" poi Malcolm me lo ha fregato...
Il Cartello di Medellìn fu l'organizzazione di narcotrafficanti di Pablo Escobar, originariamente colombiana, ma con influenza in tutta America ed Europa.
"Il flauto di Medellin" intona, come quello del pifferaio magico, una nenia che incanta e raduna per poi uccidere in massa.
Il serpente piumato col suo flauto magico è la metafora della droga, che hanno mietuto un'infinita di vittime specialmente negli anni del Riflusso.
Lucien Descaves, “Rodicorda il vincitore”, con le illustrazioni di Lucien Laforge, Chersilibri, Brescia 2015, pp. 40
Formidabile libello antimilitarista contro tutte le guerre, feroce con i profittatori, gli squali, i pescecani. I topi insomma.
La pubblicazione di “Ronge-Maille vainqueur” avrebbe dovuto avvenire nel 1917 ma fu impedita dalla censura. Il pamphlet vide la luce solo nel 1920, a guerra finita.
Al suo interno si trovano aforismi come questo (sono i topi a parlare):
«Gli inglesi valutano in duecentocinquanta milioni i danni che causiamo, anno dopo anno, nei loro depositi, magazzini, banchine, ecc. Quando si farà il conto dei miliardi che costa una guerra, si finirà forse per convenire che la bestia è meno perfida della bestialità...», p. 29.
Lucien Descaves (1861-1949), letterato parigino irrequieto e anarchico, si avvicinò agli scrittori libertari dopo una condanna per... (continuer)
Chanson italienne – Le maledizioni – Ivan Della Mea – 2000
Cette « Canzone, forse : Chanson, peut-être », comme l’appela lui-même, Ivan Della Mea, fut écrite en février ou mars de l’an 2000. Elle fut longtemps considérée comme « inédite », mais en réalité, son texte fut publié quatre ans plus tard dans le volume « Prima di dire, Cantate dalla caduta del Muro di Berlino alla Seconda guerra del Golfo - Avant de dire, Cantate de la chute du Mur de Berlin à la Deuxième guerre du Golfe », éditions Jaca Book. Chanson, peut-être, donc. C’était la célèbre [année]« Dumila » – l’An Deux Mille, comme l’appelle toujours encore. Le début des « Millennials », car au jour d’aujourd’hui, une définition à base d’idiotismes anglais ne se refuse même pas à des jeunes de dix-sept ans qui, malgré eux, se retrouvent cibles de ventes, de « modes », de « trends » (tendances), de catégorisations imposées par les... (continuer)
Visto che mi sto appassionando all'editing video, penso di fare piacere a tutti e in particolare a Riccardo, con questo video con l'audio riesumato dal 2004 della traduzione livornese letta a controradio montata sulle immagini del Boss:
Lorenzo 22/5/2017 - 00:01
E cavolo se mi fa piacere...! (Certo che rivedermi e risentirmi "qualche tempo fa" mi fa un po' impressione...!!)