E' il 4 luglio 1995 quando Gianna Nannini per protestare contro i test atomici decisi dal presidente francese Jacques Chirac a Mururoa improvvisa un concerto davanti a palazzo Farnese, la sede dell'ambasciata francese a Roma, accompagnata dal gruppo musicale Settore Out. Quindi aiutata dalla squadra 'interventi speciali' di Greenpeace si arrampica sul balcone dell'ambasciata dove intona al megafono le strofe della canzone di Boris Vian.
E va bene. Lo ammetto. Appartengo a un larghissimo e trasnazionale gruppo di individui che hanno appreso i primi rudimenti dello strimpello chitarristico partendo dagli accordi di questa canzone. Sì. È vero. Dovrebbero essere gli anni a cavallo tra gli '70 e '80.
Però le parole in polacco che ho sentito cantare allora erano diverse e per quanto mi risulti costituiscono la versione polacca più antica.
Oggi scopro che vengono attribuite (o sarà una leggenda metropolitana???) a un ragazzo di Poznań, morto appena ventenne in un ospedale carcerario a Cracovia nel 1954.
Aleksander Studniarski, perché così si chiamava, portava il soprannome Lew (Leone) ed stava a capo di un'organizzazione giovanile anticomunista della sua città. Catturato nel 1952 e sbattuto in gallera come prigioniero politico morì due anni dopo a causa delle dure codizioni di carcere e la mancanza di cure mediche. Era malato... (continuer)
Viene eseguita anche da Natalia Sikora
Da http://www.tekstowo.pl/piosenka,natali...
Una rielaborazione in chiave sentimentale alla Flower Power con forti accenti pacifisti.
Ho scoperto che esistono ulteriori versioni e riscritture in lingua polacca, ma ho cercato di segnalare quelle più significative, secondo me. Basteranno per buttare un po' di luce sulla popolarità intramontabile di questo evergreen anche in Polonia.
Vorrei aggiungere solamente che la versione di Kazik Staszewski dei Kult del 1986 bisogna leggerla in chiave parodistica. Il testo polacco risulta abbreviato, con ripetizione delle strofe e parla sì di uno che muore in carcere, ma il linguaggio usato è un specie di gergo di galera della metà degli anni '80 con le chiare sfumature regionali, varsaviane (Masovia?).
Per finire in bellezza una versione in un improbabile "ponglish", o più che altro un grammelot zingano-inglese,... (continuer)
Civita Castellana, dopo 47 anni, sabato 10 novembre, tornano Aldo e i Falisci. “Che emozione tornare a cantare”.
Il complesso si esibirà sabato 10 novembre presso il Cinema Florida, in occasione della Settimana della Cultura Civitonica.
Dopo 47 anni torna ad esibirsi il complesso beat che ha fatto molto parlare di se: “Aldo e i Falisci”, lo storico gruppo musicale di Civita Castellana. Il gruppo, composto da Goffredo Chiodi alla chitarra ritmica, Aldo Angeletti prima al basso poi voce solista del complesso, Marco Manoni alla chitarra solista e Franco Spitoni alla batteria, inizia la propria carriera musicale nel 1965, con pochi strumenti ma tanta passione per la musica. Il complesso ottiene da subito un notevole successo che lo porta ad esibirsi nelle varie serate danzanti di Civita Castellana e di tutto il viterbese.
Dal 1967 il gruppo inizia a cantare non solo a Civita Castellana... (continuer)
gianfranco 30/12/2016 - 18:13
versione originale (Bentler, BE/NP 5041) di Armando Stula, autore dl testo e della musica, la canzone fu poi ripresa dal gruppo di Civita Castellana e lanciata con successo nel 1968 dalla trasmissione radiofonica, condotta da Renzo Arbore, "Per voi giovani"
Ispirata alle vicende di Robert Kennedy e Martin Luther King, la canzone fu lodata in una lettera inviata ad Armando Stula dall'allora Presidente della Repubblica Saragat, che ringraziò l'autore "per la sua intensa interpretazione". Anche il Santo padre Paolo VI, secondo la stampa dell'epoca, ne rimase commosso.
notare il riferimento a Robert Kennedy (che compare anche nel video col fratello John)
altrimenti non si spiega la frase precedente di Monica Arigoni:
Inoltre, il brano viene lanciato da Renzo Arbore nella trasmissione “Per voi giovani”. Ottiene un grande successo al punto che il Presidente della Repubblica Saragat e il Papa Paolo VI si complimentarono con lui e con “Aldo e i Falisci”.
Chanson italienne – Il povero soldato – Gigliola Cinquetti – 1972
Texte et musique : Vassallo-Rubino
« Exécutions de guerre. Témoignages et épisodes de justice militaire du front italo-autrichien, 1915-1918 », par Massimiliano Magli, Nord Press Éditions
Lors de la première guerre mondiale des milliers de soldats italiens moururent pour la Patrie et des centaines d’autres soldats pour cette même Patrie eurent le « devoir » de mourir exécutés. Telle est la tragique constatation de cette étude qui reconstruit le destin de militaires envoyés à la mort parfois, car ils contrevenaient à une cruelle loi martiale ; le plus souvent car, même en respectant cette loi, ils représentaient une occasion idéale d’inspirer la terreur et réduire à une aveugle obéissance les troupes sur le front italien.
L’exécution était la peine la plus grave prescrite par les Codes Militaires Italiens (art. 8-29 Codes... (continuer)
caro Enrico
pur apprezzando il lavoro che hai fatto vorrei dare il mio contributo alla comprensione del testo
sono d'accordo con Andrea
David per molto tempo visse su una barca a vela attirandosi le ire di molti fans che mal vedevano un attività così da "ricchi"
in realtà David viveva il mare....e tuffarsi per vedere i pesci sotto la sua barcaì, nel blu dell oceano era tutto ciò che amava fare
tutta la canzone è un inno a questa vita nomade in mare
e lo testimonia l'ultimo verso....
....the next quiet place
I furl my sails.................
Paolo
Versione di Vinicio Capossela in occasione di un incontro organizzato dalla Fondazione Musica per Roma all'Auditorium Parco della Musica, il 23 aprile 2007.
CARTOLINA DI NATALE DI UNA PROSTITUTA DI MINNEAPOLIS (continuer)