Stelle sul mare
Versione spagnola di Santiago
ESTRELLAS SOBRE EL MAR
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envoyé par Santiago 27/9/2016 - 21:43
Dans la jungle
Tra tutte le cattive notizie dal mondo non possiamo che dirci per una volta rallegrati dalle novità che arrivano dalla Colombia dove il presidente Juan Manuel Santos e Rodrigo Londoño, leader delle FARC hanno firmato un accordo di pace. Bisognerà anche riconoscere al governo cubano di avere ospitato per quattro anni i negoziati che hanno portato a questo importante risultato.
CCG Staff 27/9/2016 - 21:28
Todo cambia
Se non ricordo male (perché non ricordo se l'ho letto o sentito), Numhauser la scrisse anche in risposta alle "solite" polemiche di chi lo accusava di essere divenatto un bel borghesone in esilio, lontano dal suo popolo sofferente.
Il senso del "tutto cambia" era anche quello di esprimere il sentimento degli esuli che erano andati avanti, pur avendo il cuore nella patria da cui erano esiliati.
Il senso del "tutto cambia" era anche quello di esprimere il sentimento degli esuli che erano andati avanti, pur avendo il cuore nella patria da cui erano esiliati.
Marco Ulivi 26/9/2016 - 23:39
Lied vom Warten
Chanson allemande – Lied vom Warten – Erich Kästner – 1947
Une chanson qu’Erich Kästner présenta au Cabaret Schaubude à Munich en 1947, interprétée par Ursula Herking.
Lorsque l’Allemagne, en décombres, devint une énorme salle d’attente de gare, avec millions de femmes qui espéraient le retour de leurs hommes prisonniers… Le nombre de soldats allemands prisonniers des Alliés et des Soviétiques à la fin de la seconde guerre mondiale est controversé. Encore plus controversé est le nombre de ceux qui moururent en captivité, mais furent indiscutablement très nombreux ceux qui ne revinrent jamais.
Tu vois, Lucien l’âne mon ami, c’est une chanson extraordinaire et elle l’est forcément, vu les circonstances. L’homme qui l’écrit, la chose est essentielle à comprendre, n’est pas prisonnier, ne l’a pas été ni par les Soviétiques, ni par les Alliés. Et pour cause, puisque Erich Kästner avait été... (continuer)
Une chanson qu’Erich Kästner présenta au Cabaret Schaubude à Munich en 1947, interprétée par Ursula Herking.
Lorsque l’Allemagne, en décombres, devint une énorme salle d’attente de gare, avec millions de femmes qui espéraient le retour de leurs hommes prisonniers… Le nombre de soldats allemands prisonniers des Alliés et des Soviétiques à la fin de la seconde guerre mondiale est controversé. Encore plus controversé est le nombre de ceux qui moururent en captivité, mais furent indiscutablement très nombreux ceux qui ne revinrent jamais.
Tu vois, Lucien l’âne mon ami, c’est une chanson extraordinaire et elle l’est forcément, vu les circonstances. L’homme qui l’écrit, la chose est essentielle à comprendre, n’est pas prisonnier, ne l’a pas été ni par les Soviétiques, ni par les Alliés. Et pour cause, puisque Erich Kästner avait été... (continuer)
CHANSON DE L’ATTENTE
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envoyé par Marco Valdo M.I. 26/9/2016 - 21:55
Le Pendu
26 settembre 2016
Nota. Si tratta qui non certo di "tradurre", ma di accettare il gioco; vecchia e sempre attuale lezione dell'Eco alle prese con gli Esercizi di Stile di Queneau, o del Sergio Solmi alle prese con la Piccola Cosmogonia Portatile, sempre del Queneau. Tranquilli, eh, non mi pongo di certo a simile altezza; qui c'è, in fondo, da vedersela solo con degli acrostici. L'unico problema è che gli acrostici francesi sono di lunghezza differente da quelli in italiano; c'è stato, come s'immaginerà, da restringere e da allargare. Quanto alla "traduzione" vera e propria, mi ero munito di tutti i Rimbaldi e Villoni che ho in casa, ma li ho rimessi subito a posto preferendo fare, tanto che c'ero, per conto mio. Così, almeno, non ho scuse e ho agito con libertà d'enjambement (sic) e di estensioni personalissime ma che, almeno nelle intenzioni, dal testo escono per rientrarvi.
Nota. Si tratta qui non certo di "tradurre", ma di accettare il gioco; vecchia e sempre attuale lezione dell'Eco alle prese con gli Esercizi di Stile di Queneau, o del Sergio Solmi alle prese con la Piccola Cosmogonia Portatile, sempre del Queneau. Tranquilli, eh, non mi pongo di certo a simile altezza; qui c'è, in fondo, da vedersela solo con degli acrostici. L'unico problema è che gli acrostici francesi sono di lunghezza differente da quelli in italiano; c'è stato, come s'immaginerà, da restringere e da allargare. Quanto alla "traduzione" vera e propria, mi ero munito di tutti i Rimbaldi e Villoni che ho in casa, ma li ho rimessi subito a posto preferendo fare, tanto che c'ero, per conto mio. Così, almeno, non ho scuse e ho agito con libertà d'enjambement (sic) e di estensioni personalissime ma che, almeno nelle intenzioni, dal testo escono per rientrarvi.
L'IMPICCATO
(continuer)
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26/9/2016 - 14:59
God Save The Queen
"essere PUNK significa essere un fottuto figlio di puttana,un figlio maledetto di una patria giubilata dalla vergogna della monarchia,senza futuro e CON LA VOGLIA DI ROMPERE IL MUSO al proprio caritatevole prossimo"..cosi' parlo' JOHNNY ROTTEN.cosi' capite anche voi, che evidentemente "non ci siete"che cos'erano i sex pistols! "peace and love" fratelli..scambiatevi il segno di pace!
ian "lemmy"kilmister - 13/1/2016 - 06:29
Sante parole. Solo chi ha vissuto quei tempi può capire cos'era l'essenza del punk. Io ho pogato con i clash nel palasport di genova nel 1984 e a quei tempi non era tanto peace and love...
Distruggere per ricostruire... L'essenza del punk!
Aaaaa che bei tempi!!!!!!
ian "lemmy"kilmister - 13/1/2016 - 06:29
Sante parole. Solo chi ha vissuto quei tempi può capire cos'era l'essenza del punk. Io ho pogato con i clash nel palasport di genova nel 1984 e a quei tempi non era tanto peace and love...
Distruggere per ricostruire... L'essenza del punk!
Aaaaa che bei tempi!!!!!!
Andrea 26/9/2016 - 01:05
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