Version française – CHANSON DU MIRACLE ÉCONOMIQUE – Marco Valdo M.I. – 2016
Chanson allemande – Lied vom Wirtschaftswunder – Wolfgang Neuss – 1958
Pseudonyme de Günter Neumann (1913-1972), d’artiste polyédrique, cabarettiste, auteur-compositeur et pianiste.
Musique de Günter Neumann et de Franz Grothe (1908-1982), compositeur.
Tirée du film : « Wir Wunderkinder » – 1958 (Nous les enfants prodiges).
Allemagne du premier au second après-guerre. Le réalisateur Kurt Hoffmann transpose au cinéma un récit « Wir Wunderkinder » – 1958 (Nous les enfants prodiges) de l’écrivain Hugo Hartung (1902-1972) et, sur un ton pétillant et de cabaret (les scènes sont reliées entre elles par des chansons, en style brechtien), il raconte la montée du nazisme et ensuite la reconstruction de l’Allemagne après la guerre à travers des tribulations de deux protagonistes, Hans Boeckel (interprété de Hansjörg Felmy)... (continuer)
Questa volta sono ritornata a leggerti contenta di aver trovato una risposta velocissima. Ho ritrovato anche quell'altro scambio di conoscenze sui Tessitori e ti ho scritto della storiella del "come ti piace l'uovo" di dantesca attribuzione.
Se non ti ho conosciuto di persona mi hai folgorato il cervello con il tuo immenso lavoro sulle Child Ballads che avevi messo in rete (quando vent'anni fa forse?) che è stato oggetto di dilettevoli nonchè istruttive letture. Anche allora ti persi di vista per qualche anno e quando andai a ricercati mi venne lo sgomento per il sito cancellato!!
Credo che lo stimolo per partire con il blog Terre Celtiche sia partito proprio da quelle pagine così curate, appassionate, stupefacenti.
Ogni tanto quando mi imbatto in una ballata o in un testo arcaico ostico, non posso fare a ameno di chiedermi come lo avresti tradotto tu.
Perciò se hai osservazioni da fare su quanto scritto nel blog non esitare a contattarmi. Salute anche a te!
Leggo qui che Warren Zevon scrisse questa canzone come tributo ad un gruppo di fans della Georgia, tutti ragazzi che facevano parte della squadra di rugby degli "Atlanta Renegades". Quindi il "nordista" Zevon (nato a Chicago, Illinois) in questa canzone parlava alla pancia dei suoi fans del sud...
Più che una CCG mi sembra una canzone nostalgica, al pari dell'inno confederato "Dixie's Land" e della bandiera sotto la quale alcuni degli Stati del sud ancora si riconoscono. E ricordo che quella bandiera nacque come "White Man's Flag", simbolo della supremazia dell'uomo bianco sull'inferiore razza negra...
Zevon è stato un grande contestatore. Questo brano, al di là della particolare "scintilla" che può averlo ispirato, da voce al sud sconfitto e contesta la bontà, la purezza e la nobiltà del vincitore. E al di là della scelta di parte, testimonia che la guerra non porta progresso, ma miseria, umiliazione, rancore: "Non abbiamo visto nessuna ricostruzione qui, Soltanto terra bruciata tutto attorno. E al liceo la banda suonava "Dixieland". Mentre strappavano le nostre bandiere lacerate e tiravano giù i nostri vessilli". Come molti sapranno anche The Band ha dato voce al Sud Scontitto, non certo per esaltare alcuni valori deprecabili che parte della società del meridione degli States professa, bensì per prendere le parti dello sconfitto e per ricordare che in guerra ci può anche essere uno che prevale, ma nessuno che vince. La canzone a cui mi riferisco, molti lo sapranno già, è "The Night They Drove Old Dixie Down": https://youtu.be/eOi0tC00Luc
Grazie Roberto per il tuo intervento. Ora il senso della canzone mi è più chiaro. Il problema è che, a differenza di The Night They Drove Old Dixie Down, magistralmente introdotta dal nostro Webmaster, finora mancava qui un'introduzione degna di questo nome.
Saluti
Una piccola riflessione: come altre canzoni pubblicate in questo sito, anche questa (che era già presente nella versione inglese prima che ne tentassi la traduzione visibile sopra), non parla di bombe, nè di fucili, nè di napalm. Non parla insomma di guerra in senso stretto. Ma a me pare che l'esposizione dei lavoratori e delle popolazioni che vivono intorno alle fabbriche a sostanze nocive, come pure tante altre forme di violenza sui più deboli (l'elenco sarebbe lunghissimo), può essere considerata un atto di guerra da parte del più forte ai danni di chi per nessità è costretto a svolgere quel lavoro o a vivere nei sobborghi industriali. La povertà è un atto di guerra, la mancanza di lavoro è un atto di guerra. E via dicendo. E chi prova orrore di fronte alle bombe che esplodono, a mio avviso dovrebbe naturalmente provare dolore e rabbia anche di fronte a tutti quei fenomeni che limitano o annientano la possibilità delle persone di essere libere (fisicamente e spiritualmente) e di costruire la propria vita senza subire coercizioni.
Brendan riconobbe la paternità del testo all’amico Dickie di Wellington Street ovvero Richard Patrick Shannon (1916-1975). Di fatto ora la canzone è un tradizionale irlandese, una canzone di prigionia o, per estensione nei suoi risvolti “governativi”, una ballata politica. Un aforisma di Brendan Behan, guarda caso, era “The most important things to do on the world are to get something to eat, something to drink and somebody to love you”.