Scusa dq82, scusate perfidi Admins, se dico la mia sempre rompendo piuttosto il cazzo...
Non faccio solitamente le pulci se si tratta di una CCG qualunque ma qui si tratta di una canzone in Yiddish che parla della Shoah...
Quindi ritengo che a commento introduttivo non basti copiare e incollare di sana pianta il contenuto della scheda presente su Music and Holocaust, e senza nemmeno citare la fonte, ma sia necessario sbattersi un po' e metterci del proprio, magari anche a partire dalla nostra lingua, non per campanilismo ma per una questione di originalità e d'impegno.
Scusate, ma le pagine così partorite mi sanno di abuso, sono poco comprensibili e, in definitiva, mi fanno cagare.
Siccome non è la prima volta che lo faccio notare, spero che non si debba più ripetere in futuro, per rispetto di chi certi commenti li ha creati ben prima di noi (e sicuramente con maggiore competenza) e per mantenere quel livello di originalità, onestà e impegno che da sempre contraddistingue le CCG.
Aggiungo: per una questione di originalità e d'impegno e anche di rispetto della memoria di quei milioni di martiri che io sento ancora oggi urlare la loro sofferenza e la loro rabbia ogni volta che scopro una canzone del genere.
Yankele nel Ghetto è l'elaborazione originale in forma di suite delle Canzoni del Ghetto di Łódź raccolte nel libro di Gila Flam: "Singing for survival, Songs of the Łódź Ghetto,1940-45", University of Illinois Press.
L’album dei KlezRoym raccoglie e rielabora le canzoni che Gila Flam, direttrice del Dipartimento di Musica e della Fonoteca di Stato dell’Università di Gerusalemme, ha ricostruito insieme ai superstiti, intervistandoli, accogliendo i loro ricordi, riannodando liriche e note preservate nella memoria di chi le ha cantate per sopravvivere. Molte di queste canzoni erano inedite, altre erano già state eseguite in pubblico.
I KlezRoym hanno così lavorato sulle liriche e le melodie di Yankele Hershkowitz, cantore di strada, di Miriam Harel, membro di un’organizzazione giovanile, e di David Beygelman, direttore musicale del teatro della Casa... (continuer)
Yankele nel Ghetto è l'elaborazione originale in forma di suite delle Canzoni del Ghetto di Łódź raccolte nel libro di Gila Flam: "Singing for survival, Songs of the Łódź Ghetto,1940-45", University of Illinois Press.
L’album dei KlezRoym raccoglie e rielabora le canzoni che Gila Flam, direttrice del Dipartimento di Musica e della Fonoteca di Stato dell’Università di Gerusalemme, ha ricostruito insieme ai superstiti, intervistandoli, accogliendo i loro ricordi, riannodando liriche e note preservate nella memoria di chi le ha cantate per sopravvivere. Molte di queste canzoni erano inedite, altre erano già state eseguite in pubblico.
I KlezRoym hanno così lavorato sulle liriche e le melodie di Yankele Hershkowitz, cantore di strada, di Miriam Harel, membro di un’organizzazione giovanile, e di David Beygelman, direttore musicale del teatro della Casa... (continuer)
La chanson a été inspiré par la mort en 1967 de Rafael Guijarro Moreno, un jeune antifranquiste. Détenu par la police, il a été ramené à la maison pour assister à une perquisition; là, il s’est jeté par la fenêtre (on dit aussi qu’il a été poussé par la fenêtre par les policiers).
A me sembra che la canzone condanni l'imperialismo colonizzatore ed esalti il diritto dei popoli ad autodeterminarsi e a vivere liberamente e senza costrizioni nella propria terra d'origine. Non vedo come tutto questo possa essere in contraddizione con gli ideali leghisti.
Detto questo non è affatto importante la collocazione politica di Davide, ma certamente è ridicolo il tentativo di ricondurre sempre tutto al pensiero unico dominante.
Io l'avevo lasciata in sospeso in attesa di un intervento del buon Riccardo.
Dq82 27/7/2016 - 11:58
Va tutto bene, però magari ricordati (ricordatevi) di togliere lo stile "direction:rtl" se mettete un testo in trascrizione, sennò viene il testo in caratteri latini allineato a destra.... (saluti dal buon Riccardo)
Due parole del traduttore. Integrata con la strofa mancante (la seconda) della canzone originale. La traduzione è stata fatta il più possibile alla lettera, stavolta non rinunciando neppure a qualche diminutivo (lo yiddish, come è noto, è tra le lingue che più al mondo esprime l'affettività per mezzo di diminutivi spesso impossibili da rendere in altre lingue). In un unico caso, il "raggio rosso" dell'originale è stato reso con "raggio di sole".
Caro BB, il più lo hai fatto tu fornendo il link a Jewish Music and Modernity di Ph. Bohlman, col testo originale in caratteri ebraici che, stavolta, mi sono limitato a ricopiare. Che cosa ne è apparso? Due cose. La prima è che è redatto in un'ortografia (ebraica) diversa da quella standard, e più vicina all'ebraico biblico. Quando lo yiddish era veramente una lingua viva e diffusa nell'Europa orientale, aveva non soltanto le sue differenze dialettali (lo yiddish polacco era molto diverso da quello russo, ad esempio), ma non aveva nessuna ortografia standardizzata. Quella è venuta dopo, nel dopoguerra, quando lo yiddish è stato sterminato in Europa e ha dovuto emigrare negli Stati Uniti (e in Israele). La seconda, è che Ullmann, nella sua elaborazione, ha eliminato una strofa (la seconda), che qui ho ripristinato perché è quella da cui veramente appare la disperazione dell'esule in una terra... (continuer)
Hai ragione sull'attribuzione, solo che di David Einhorn non ho trovato quasi nessuna notizia e così... Come vedi, per quanto riguarda Gideon Klein, ho attribuito le sue composizioni sempre agli autori dei testi.
Dopo magari voglio vedere se trovo qualche notizia su David Einhorn cercando in (eventuali) siti in yiddish. Qualcosa di "mitico" lo ha persino nel suo nome: significherebbe "David Unicorno". Saluti!
Qualche cosa su David Einhorn si comincia a trovare. Nell'immagine, la copertina dei suoi Gezamelte shriften (Raccolta di scritti), 1° volume (erster band). Si deve trattare di ricordi di gioventù, dato che il volume si intitola Shtile yugent, vale a dire "Gioventù tranquilla", o "serena". Da notare che nell'illustrazione ci sono palesemente due betulle che stormiscono al vento.
Secondo Kedem Auctions (in lingua ebraica) si tratta di un libro raro pubblicato attorno al 1920 e che raccoglie le poesie e le canzoni scritte tra il 1905 e il 1912.
Non ci crederete ma l'intuizione del valore che “Hälfte des Lebens” di Hölderlin ebbe per Gideon Klein è stata del tutto personale.
Ed oggi ne trovo conferma in una tesi di dottorato in musica sostenuta nel 2012 da tal Galit Gertsenzon Fromm presso l'Università di Cincinnati, USA, intitolata significativamente “Musical Expressions in Times of Uncertainty: A Study Of Gideon Klein’s Songs Opus 1 (1940)”.
In “Drei Lieder op.1 Hohe Stimme und Klavier” Gideon Klein nel 1940 metteva in musica tre poesie di tre autori tedeschi: “Springbrunnen” del seicentesco Johann Klaj, “Dämmrung senkte sich von oben” del settecentesco Johann Wolfgang Von Goethe e, appunto, “Hälfte des Lebens” dell'ottocentesco Friedrich Hölderlin.
L'incertezza e la paura di Hölderlin che si affacciava sull'orlo dell'abisso della sua terribile malattia era evidentemente analoga all'incertezza e alla paura che il raffinato compositore... (continuer)
Chanson allemande – Das lied dem Kompromiß – Max Werner Lenz – 1935
Paroles de Max Werner Lenz (1887-1973), acteur, réalisateur, cabarettiste et auteur suisse
Musique d’Otto Weißert (1903-1969), compositeur et directeur de théâtre allemand.
Cette fois-ci, Lucien l’âne mon ami, je t’amène une vraie rareté, une chanson quasiment introuvable et que j’ai transcrite à partir d’une photographie d’une revue publiée en 1954 à Zurich et qui reprenait des textes du programme du Cabaret Cornichon, à l’occasion de ses vingt ans. Je te rappelle qu’il s’agissait d’un cabaret monté en 1934 en Suisse par des artistes exilés allemands qui fuyaient le nazisme qui empestait leur pays. Cette chanson est en fait en quelque sorte l’hymne du Cabaret Cornichon, qui si j’ai bien compris, était chanté lors de chacune des représentations.
Voilà qui est fort bien, Marco Valdo M.I. mon ami, mais j’imagine que ce... (continuer)