Di fatto è una poesia di Antoni Słonimski. Non sono riuscito trovare ne la data esatta ne le circostanze in cui fu pubblicata. L'unica informazione che ho scovato nella rete sia quella che fa parte della raccolta della poesie "138 wierszy" (138 poesie) uscita a Varsavia nel 1979. Si trova alla pagina 152. http://www.ceo.org.pl/sites/default/fi...
Una versione inglese di Marcel Weyland da Sydney
HE IS MY COUNTRYMAN
He, who forgets the country which he loves
on hearing how the whole Czech nation bleeds,
he who is brother to the Yugoslav,
Norwegian, when he Norway’s anguish heeds,
with the Jewish mother kneels, and with compassion
for her dead sons laments and shares her pain,
when falls the Russian – feels that he is Russian,
with Ukrainian suffers for Ukraine,
he, who his heart to everyone will bare,
is French when France is suffering, when the land
of Greece its sons sees starving in despair,
– he is my countryman. He is a Man.
Non credo sia una contro il voyeurismo per le atrocità, poiché parla della malattia di Ian Curtis.. Poi il testo è
Asylums with doors open wide,
Where people had paid to see inside,
For entertainment they watch his body twist,
Behind his eyes he says, 'I still exist.'
Heinrich 21/5/2016 - 11:05
Confermo che il primo verso è correttamente: "Asylums with doors open wide"...
Quanto alle interpretazioni, Heinrich ha sicuramente ragione: Ian Curtis soffriva di una forma abbastanza grave di epilessia e quella patologia, unitamente ai potenti farmaci che prendeva, contribuirono non poco a portarlo alla depressione e al suicidio. "La gente che paga per il divertimento di vedere il suo corpo contorcersi" non è che il pubblico che assiste all'esibizione dei Joy Division e alle particolari movenze di Ian Curtis, volte ad esorcizzare il suo male...
Ma ciò non toglie che la canzoni parli anche del "circenses", che spesso purtroppo si accompagna al "panem" per molta gente, e all'orrore ed al mare di sangue di cui è impregnata la Storia... La penultima strofa, in questo senso, è inequivocabile.
Quello che può lasciare perplesso è la volgarità di concetto.Quella di parola è doll autenticità ed immediatezza!
francesco 21/5/2016 - 17:45
Quello che lascia sempre più perplesso è l'autentica e immediata incomprensibilità dei commenti (presumibilmente) lasciati con "smartphone" (e chiamali "smart" !) Pregheremmo quindi francesco, se legge, di ripetere il suo commento in modo da poterlo capire. Grazie.
Il "tataro di Crimea" è praticamente identico al turco: così come è riportato, il ritornello potrebbe essere inteso come normalissimo turco senza cambiare nemmeno una parola. Comunque qui si trovano maggiori notizie sul tataro di Crimea. Salud!
Secondo le gazzette una canzone antirussa.
Tra Russia ed Ucraina i rapporti stanno attraversando senza dubbio una fase un po' tesa, ed ognuno schiera quello che può: gli ucraini le canzoncine, i russi i T90.
Potrebbe soltanto trattarsi di una delle strofe di Povero Matteotti
Infatti nel volume “Senti le rane che cantano - Canzoni e vissuti popolari della risaia”, a cura di Franco Castelli, Emilio Jona e Alberto Lovatto (Donzelli, 2005), il testo completo di “Povero Matteotti”, così come cantato dal Coro delle mondine di Trino Vercellese nei primi anni 60, riporta anche quella strofa.