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Ballad of William White

Ballad of William White
[1966]
Parole di Katherine Faith Macky (1921-2006), conosciuta come Willow Macky, cantautrice neozelandese
Sulla melodia dell’ottocentesca The Wild Colonial Boy

Canzone inclusa nella prima edizione del “The Vietnam Songbook”, realizzata nel 1969 da Barbara Dane ed Irwin Silber (1925-2010), editore, scrittore, militante socialista e cofondatore “Sing Out!”

Testo trovato sul sito Raymond’s Folk Song Page curato da Raymond Crooke, che di ogni canzone offre anche una sua cover. Pure l’introduzione che segue è sua:

A few days ago I put up a song called "The Ballad of Bill White", by Glen Tomasetti, about an Australian teacher who was jailed as a conscientious objector to the Vietnam war. This is another song about the same story, written by a New Zealander, to the tune of "The Wild Colonial Boy", and published in Barbara Dane's and Irwin Silber's "The Vietnam Songbook" (1969). Macky is quoted... (continuer)
There was a young Australian boy, his name was William White.
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/2/2016 - 15:54
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The Ballad of Bill White

The Ballad of Bill White
[1968]
Parole e musica di Glen Tomasetti (1929-2003)
Il lato A di un 45” di questa oggi misconosciuta cantautrice australiana che negli anni 60 fu - prima ‎ancora di Eric Bogle - la voce più importante contro il coinvolgimento dell’Australia nella ‎guerra in Vietnam.‎
Testo trascritto da Raymond Crooke e contribuito – insieme alla cover - sul suo bel sito Raymond’s Folk Song Page. Anche l’introduzione che segue è di Raymond Crooke, cui il disco della Tomasetti fu regalato da uno zio quando era ragazzo.
Finora era stato possibile reperire in Rete solo il testo del brano sul lato B, The Army’s Appeal to Mothers

This song was released on an EP during the Vietnam war. The B side featured two songs, the better of which is the hard-hitting "The Army’s Appeal to Mothers", which was published in Barbara Dane's and Irwin Silber's "The Vietnam Songbook" (1969). However, this song, about a teacher... (continuer)
In New South Wales there lives a man, a teacher young and true,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/2/2016 - 15:05
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The Conscription Ramp

The Conscription Ramp
[1966]
Parole di Gary Shearston
La melodia è un adattamento della popolare inglese “The Derby Ram”
Nell’album intitolato “Gary Shearston Sings His Songs”
Testo trovato su YouTube come trascritto dal contributore, Artemis Fowl.


Canzone contro la coscrizione miliare voluta dal governo Australiano per sostenere la guerra americana in Vietnam.
Spesso infatti ci si dimentica che alcuni paesi mandarono in Indocina contingenti di soldati a sostegno degli USA. L’Australia, con 7.000 uomini, fu seconda soltanto alla Corea del Sud (48.000)…

“Perhaps this song, written a week after the announcement of conscription, anticipated the political and moral debates that were to come throughout Australia in following months. The tune is adapted from one of the fairly numerous Australian versions of an English folk song, The Derby Ram.”
(dalle note di copertina riportate sul sito dell’autore)
As I was walking down the street while on my twentieth birthday-oh!
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/2/2016 - 14:10
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ما عاد بدو

ما عاد بدو
Ma Aad Beddo
[2014]
Scritta da Anas Maghrebi / أنس مغربي
Nell’album d’esordio eponimo di questa formazione di giovani siriani, tutti esuli dal loro paese in guerra.
Testo presente sul sito ufficiale del gruppo ma ripreso da Soundcloud

Nel 2011, all’inizio delle proteste di piazza contro il regime di Assad, Anas Maghrebi aveva già creato una sua band, gli “Ana” (“Io”). Il batterista, Rabia al-Ghazzi, uno che credeva molto nella “primavera” e che aveva partecipato attivamente a molte manifestazioni, un giorno fu seguito da alcuni uomini ed ucciso a sangue freddo, un’esecuzione. Il chitarrista fu chiamato sotto le armi e Anas fu costretto a chiudere col suo progetto, e smise anche di studiare e di lavorare. La Siria stessa, travolta dalla guerra, smise di poter fare qualsiasi cosa se non cercare di sopravvivere, o morire, o uccidere. Anas Maghrebi vide la morte in faccia in un paio... (continuer)
ما عاد بدو .. هوية
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/2/2016 - 09:41
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عايش

عايش
Aayesh
[2012]
Scritta da Anas Maghrebi / أنس مغربي
Nell’album d’esordio eponimo di questa formazione di giovani siriani, tutti esuli dal loro paese in guerra.
Testi presenti sul sito ufficiale del gruppo ma ripresi da YouTube e Soundcloud

Nel 2011, all’inizio delle proteste di piazza contro il regime di Assad, Anas Maghrebi aveva già creato una sua band, gli “Ana” (“Io”). Il batterista, Rabia al-Ghazzi, uno che credeva molto nella “primavera” e che aveva partecipato attivamente a molte manifestazioni, un giorno fu seguito da alcuni uomini ed ucciso a sangue freddo, un’esecuzione. Il chitarrista fu chiamato sotto le armi e Anas fu costretto a chiudere col suo progetto, e smise anche di studiare e di lavorare. La Siria stessa, travolta dalla guerra, smise di poter fare qualsiasi cosa se non cercare di sopravvivere, o morire, o uccidere. Anas Maghrebi vide la morte in faccia in un... (continuer)
لسّاتك عايش و عم تشرب ميّ
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/2/2016 - 09:05
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Al ballo mascherato

Al ballo mascherato
[1973]
Testo di Fabrizio de André e Giuseppe Bentivoglio
Lyrics by Fabrizio De André and Giuseppe Bentivoglio
Musica di Fabrizio de André e Nicola Piovani
Music by Fabrizio De André and Nicola Piovani
Album: "Storia di un impiegato"

Mercy leans against her favorite bombardment
and forgives the bomb

Gregory Corso, Vision of Rotterdam





"Storia di un impiegato" è un album fatto, in gran parte, di sogni. Quelli del famoso impiegato trentenne, quando avere trent'anni significava già avere una giovane maturità, un impiego, magari pure una famiglia; ne abbiamo già visti due, il Sogno numero due e la Canzone del padre. Curiosamente abbastanza, però, mancava il primo: Al ballo mascherato. La vicenda dell'impiegato e del suo gesto di ribellione individuale è schematicamente lineare fin dal primo contatto con il canto dei "cuccioli del maggio"; una ribellione ad un cammino... (continuer)
Cristo drogato da troppe sconfitte
(continuer)
envoyé par Gaspard De La Nuit 16/2/2016 - 04:17
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بتعمّر

بتعمّر
[2012]
Scritta da Anas Maghrebi / أنس مغربي
Nell’album d’esordio eponimo di questa formazione di giovani siriani, tutti esuli dal loro paese in guerra.
Testi presenti sul sito ufficiale del gruppo ma ripresi da YouTube e Soundcloud

Nel 2011, all’inizio delle proteste di piazza contro il regime di Assad, Anas Maghrebi aveva già creato una sua band, gli “Ana” (“Io”). Il batterista, Rabia al-Ghazzi, uno che credeva molto nella “primavera” e che aveva partecipato attivamente a molte manifestazioni, un giorno fu seguito da alcuni uomini ed ucciso a sangue freddo, un’esecuzione. Il chitarrista fu chiamato sotto le armi e Anas fu costretto a chiudere col suo progetto, e smise anche di studiare e di lavorare. La Siria stessa, travolta dalla guerra, smise di poter fare qualsiasi cosa se non cercare di sopravvivere, o morire, o uccidere. Anas Maghrebi vide la morte in faccia in un paio di occasioni... (continuer)
قتلوني و لاموني لإني حكيت
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/2/2016 - 21:45
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В землянке

В землянке
V zemljanke
[1941]
Versi di Aleksej Aleksandrovič Surkov (1899-1983), poeta e scrittore russo, uno molto in vista nei decenni staliniani
Musica di Konstantin Listov / Константин Яковлевич Листов (1900-1983), compositore sovietico, nato in Ucraina.
Testo in cirillico e traslitterazione latina (che però lascio a Riccardo, visti i miei precedenti strafalcioni in merito) trovati su Marxists.org

Durante l’offensiva nazista contro l’Unione Sovietica Alexey Surkov era corrispondente di guerra ed ebbe a trovarsi nel bel mezzo della battaglia di Mosca (2 ottobre 1941 – 7 gennaio 1942). E qui, sprofondato in una zemlianka, un rifugio sotterraneo tipico di alcuni paesi dell’Est Europa, usato sia in tempo di pace che in guerra, compose questa poesia di resistenza e d’amore.
In seguito Surkov divenne uno degli intellettuali della nomenklatura staliniana, ma questa è un’altra storia.
Messa in... (continuer)
Бьется в тесной печурке огонь,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/2/2016 - 14:57
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Taita Atahualpa

Taita Atahualpa
[1987?]
Parole e musica di Ángel Parra
Nel disco dal vivo “Ángel Parra en Alemania” pubblicato nel 1988.
Una canzone, precisamente un “huayno” dedicato al grande Atahualpa Yupanqui che nel 1992 Parra ebbe la fortuna di cantare proprio davanti al suo maestro, nel corso di un concerto congiunto a Zurigo. Era l’8 febbraio del 1992 e il payador argentino si sarebbe spento poche settimane dopo, il 23 maggio.
Quello con Parra fu “El último recital” di Atahualpa Yupanqui.
Taita Atahualpa me lo enseñó:
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/2/2016 - 22:12
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Fly Over

Fly Over
imagine a time, where there's no war and enter a place near the heart
(continuer)
envoyé par Zoran Krga 14/2/2016 - 09:07
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De dödsdömda

De dödsdömda
d’après la version italienne de Riccardo Venturi
d’une chanson suédoise - De dödsdömda – Jan Hammarlund – 2008
Un poème de Karin Boye (1927)
mis en musique et chanté par Jan Hammarlund
Karin Boye (1900-1941).
La Grande Karin Boye, autrice de Kallocain, roman distopique qui anticipa 1984 de George Orwell, écrivit cette poésie en 1927 pour Sacco et Vanzetti. Le texte nous a été envoyé directement par l’ami Jan Hammarlund, que l’a mis en musique et chanté. [RV]

Le 22 août 2014 s’est déroulé à l’Istituto De Martino de Sesto Fiorentino, un important événement pendant lequel a été projeté le très rare et survivant film des enterrements de Sacco et de Vanzetti (présenté par l’Université Libertario de Florence). En marge, il m’est revenu à l’esprit que, en février 2008, j’avais traduit en italien cette chanson de Jan Hammarlund tirée d’une poésie de Karin Boye. La traduction nous la fîmes en réalité... (continuer)
LES CONDAMNÉS À MORT
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 6/2/2016 - 17:38
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Rukelie

Rukelie
Riprendo quanto segue da una recensione di Cristiano Armati al libro di Roger Repplinger che ho citato in premessa, “Buttati giù, zingaro”. Tra le tante cose che ho letto nelle ultime ore, questa mi sembra la più interessante e precisa:

[...] E se anche il piccolo Rukeli ha appena otto anni quando gli capita di affacciarsi in una palestra (semi-clandestina) di pugilato, in quel momento la boxe non potrebbe certo essere sventolata come un vessillo patriottico considerando che la sua pratica, fino al 1919, è addirittura vietata dalla polizia. Con la caduta del divieto, la prima palestra di Trollmann può trasformarsi in una vera squadra: la BC Heros Hannover. Era il 1922, due anni dopo la fondazione della “Federazione del Reich tedesco per la boxe amatoriale” ma con appena un anno di anticipo rispetto al tentato, e famigerato, putsch di Hitler, datato 9 novembre 1923. Il particolare è determinante... (continuer)
Bernart Bartleby 6/2/2016 - 15:47
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Il tessitore damerino

Il tessitore damerino
2015
La donna, la taverna, il dado

feat. Marino Severini
Tu provenivi da una terra assai lontana,
(continuer)
envoyé par dq82 6/2/2016 - 12:57
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Où me suis-je perdu

Où me suis-je perdu
Ou Me Suis-Je Perdu di Salvatore ADAMO. dal sito Adamo in "italiano" http://www.adamosalvatore-dc.com/
5/2/2016 - 23:38

À la P'tite

À la P'tite
5.II.16
(Ci ho messo anche qualche piccola nota)
ALLA “PETITE”
(continuer)
envoyé par Avv. Jeanne Auban Colvieil, Arles (France) 5/2/2016 - 21:27
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Dynamit

Dynamit
Chanson suisse alémanique (Schwyzertüütsch) – Dynamit – Mani Matter – 1973



L’avocat Hans-Peter Jan Matter, plus connu comme Mani Matter, est par la force des choses un phénomène exclusivement suisse ; bien plus, de la seule Suisse allemande. Il a été, reste et restera le plus célèbre et célébré Liedermacher (faiseur de chansons, trouvère) produit par la Confédération Helvétique, mais aussi, un « enfant » de la chanson d’auteur française et de Georges Brassens, en particulier. Les chansons de Mani Matter sont « in toto » brassensiennes, mais avec une touche suisse qui pourrait se révéler difficilement perceptible à qui ne l’est pas (Suisse), mais a été un peu initié aux choses de ce pays pas commun. Toujours assez, évidemment, pour qu’il réussisse à comprendre au moins un peu ce qui est dit dans ses chansons ; Mani Matter, Bernois jusqu’à la moelle (malgré sa mère hollandaise), écrivait... (continuer)
DYNAMITE
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 5/2/2016 - 21:03
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Radio Maria

Radio Maria
Veramente la cosa è "un pochito" datata. Dico, 'sto mazzo della vocale "y" e la consonante "j". Direi anche pienamente superata. Ci rimasto ancora qualche relitto nel nome della famigerata radio.
Sarà forse una forma transizionale fra la scrittura antica del nome "Marya" verso la odierna forma "Maria", più uniforme ad altre lingue europee. Di più, casomai, proprio in italiano, quando viene pronunciato, per noi polacchi suona in modo suddetto :P
E poi, una frase in polacco: "ma ryja" significa tutt'altra cosa, e se non offende, fa ridere almeno :)
Ryj – grugno
krzyś 5/2/2016 - 20:32
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Gracias a la vida

Gracias a la vida
POLACCO / POLISH / POLACO 2
Versione polacca di Antonina Krzysztoń
Dall'album "Dwa księżyce" [Due lune] (2004)

Quando la cercavo non la trovavo, una versione polacca cantabile di questa bella canzone. È pure ce ne deve esistere almeno l'una, mi dicevo. Ed ecco, proprio oggi, toc, la ho trovata per caso su YT. Indovinate un po' chi la canta... e sì, la indistruttibile Antonina.



Il video che accompagna il brano mostra i valori naturalistici della riserva "Dolina Baryczy" presso Milicz, una cittadina di Bassa Slesia, poco distante da Breslavia (Wrocław). Alla fine del filmato il canto di Antonina viene supportato dal cannareccione)

Il testo invece, viene leggermente stravolto (partendo dal titolo "Dziękuję za słońce", cioè "Grazie per il sole") visto che Antonina sia una persona dalla fede abbastanza fervente.
Dziękuję za słońce, co świeci nad głową
(continuer)
envoyé par Krzysiek 5/2/2016 - 20:12
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No al TPP

No al TPP
NO TO THE TPP
(continuer)
5/2/2016 - 19:47

Kołysanka dla Birkenau

Kołysanka dla Birkenau
La musica dovrebbe essere quella della canzonetta tedesca degli anni 30 “Wenn ich groß bin liebe Mutter” interpretata da Marita Gründgens.
Su Volksliederarchiv trovo la traduzione tedesca di Doris Radojewski.
WIEGENLIED FÜR BIRKENAU
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/2/2016 - 15:35
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Allah

Allah
Bella canzone, peccato che il Buddha era magro e non grasso.
Quello grasso che alcuni chiamano impropriamente Buddha, è invece il famoso "Cinese felice" o "Il Buddha che ride" una figura del Buddhismo Zen che spesso vediamo esposto nelle bancarelle di souvenir. https://it.answers.yahoo.com/question/...
Salvatore Nauta 5/2/2016 - 15:08
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Le donne pitturate

anonyme
Le donne pitturate
Chanson italienne – Le donne pitturate – Anonyme – 1943-45

Chanson « partisane et amoureuse » répandue dans les monts du Val d’Arda, provincia de Piacenza.
LES FEMMES PEINTURLURÉES
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 5/2/2016 - 11:58
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Il bambino di fumo

Il bambino di fumo

LO SMOG SI PUÒ RESPIRARE. LO DICE STRASBURGO

Il parlamento europeo raddoppia i limiti per le emissioni di smog. Una scelta insensata che va contro la salute e l’’ambiente. Un vero e proprio condono che premia i furbi e non l’innovazione e la qualità

di Giampaolo Martinotti, da PopOff – Giornalismo o barbarie, 4 febbraio 2016.

Le lobbies dell’auto hanno vinto. Ieri il parlamento di Strasburgo ha votato in favore del progetto presentato dalla Commissione europea che di fatto straccia il regolamento comunitario 715 del 2007 che imponeva il limite di 80 milligrammi di ossidi di azoto (NOx) per autovettura a chilometro.
Dopo i filtri truccati che avevano coinvolto per prima la Volkswagen nello scandalo ‘dieselgate’ ora, con un cambio di marcia o meglio di normativa, arrivano in circolazione le ‘Euro 6’ ‘modificate’. Con un colpo di spugna si cancellano i fatidici 80 milligrammi per passare... (continuer)
Bernart Bartleby 5/2/2016 - 11:27
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L'Internationale

L'Internationale
LATINO / LATIN [3]

La versione latina (1a strofa e ritornello) di Jack Mitchell [2004/2007]
Latin version [1st verse and refrain] by Jack Mitchell [2004/2007]

"...Believe it or not, mine is not the only Latin version." (Jack Mitchell)
HYMNUS INTERNATIONALIS
(continuer)
envoyé par Gaspardus Matutinus 5/2/2016 - 07:16
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Kerfank 1870

Kerfank 1870
"Je vous conjure d'oublier que vous êtes Bretons pour ne vous souvenir que de votre qualité de François" (Le ministre de la Guerre Louis Charles de Saulces de Freycinet au général Émile de Kératry, à la tête de cinquante à soixante mille mobilisés bretons, formant l'armée de Bretagne).

In Bretagna, i bravissimi Tri Yann non sono stati gli unici, nè i primi a ricordare in musica gli avvenimenti di Conlie. Nel 1976, l'amico sensibile e libertario Serge Kerguiduff nel consacrare un intero Lp all'opera di Tristan Corbière, ha inserito anche una selezione di quartine dall'impressionante "La Pastorale di Conlie" che di quei scandalosi fatti è quasi un resoconto poetico scritto in contemporanea e il cui testo (e relativa mia traduzione) riporto più in basso.
La forma canzone viene preceduta dalle seguenti due strofe:

Puisque de nouveau vous faites la Bretagne
Moins par plaisir que par état... (continuer)
Flavio Poltronieri 4/2/2016 - 22:31
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Two Brothers

Two Brothers
Questa non è una canzone DALLA guerra civile americana ma SU quella guerra.
Si vedano al proposito le note su “Songs of the Civil War”, disco curato da Irwin Silber e Jerry Silverman e pubblicato dalla Folkways Record nel 1960.

“Two Brothers” è stata infatti composta nei primi anni 50 (del 900) da Israel Goldener, meglio noto come Irving Gordon (1915-1996), songwriter nativo di Brooklyn ed autore di molte canzoni per Duke Ellington, Perry Como, Billie Holiday e Bing Crosby, per citare solo alcuni degli artisti con cui collaborò.
Uno dei suoi più indimenticabili successi rimane “Unforgettable”, scritta per Nat King Cole.

Trovo il brano - con il titolo “Two Brothers (The Blue And The Grey)” - anche interpretato da The Weavers (Ronnie Gilbert, Lee Hays, Fred Hellerman e Pete Seeger) nel loro disco live del 1957 “The Weavers On Tour”.
Bernart Bartleby 4/2/2016 - 22:04
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Ciutat Morta

Ciutat Morta
CIUDAD MUERTA
(continuer)
4/2/2016 - 21:43
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Ἐπιτάφιος

Ἐπιτάφιος
Scusate qualcuno con calma potrebbe riassumere ciò che Theodorakis spiega qui



immagino che in sostanza dica quanto scritto da Testa in questa pagina (sotto la foto "Salonicco, 1936") ma forse con qualche dettaglio in più che potrebbe interessare.
Purtroppo il video non contiene sottotitoli in inglese perciò chiedo aiuto qui.
Grazie a tutti.
Edoardo 4/2/2016 - 12:25
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Nobody Knows the Trouble I've Seen

anonyme
La versione dei Fisk Jubilee Singers come riportata sul solito, imprescindibile Mudcat Café
Nobody Knows the Trouble I've Seen
NOBODY KNOWS THE TROUBLE I SEE, LORD
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/2/2016 - 09:51
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Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert

Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert
Chanson alémanique (Schwyzertüütsch) – Si hei dr Wilhälm Täll ufgfüert – Mani Matter – 1966
Paroles et Musique: Mani Matter
Album: I han en Uhr erfunde ("Ho trovato un orologio")

À la taverne « Le Lion » de Nottiswil, un village imaginaire de la Suisse profonde, un soir on joue le « Guillaume Tell » de Schiller, à la façon d’un mélodrame napolitain : une moitié du village sur scène, et l’autre moitié est le public, muni d’énormes cruches de bière. Appeler Mani Matter le « Brassens suisse » n’est pas chose originale, vu que Mani Matter lui-même, depuis ses tout débuts, avait déclaré ouvertement s’inspirer de Brassens. Il est certain que, parmi les chansons de Mani Matter, celle-ci est une des plus « brassensiennes » (pour le contenu on pense évidemment à l’Hécatombe) dans l’absolu, jusque dans la musique ; comme Brassens, il se produisait seul avec sa guitare et il n’est pas à exclure que... (continuer)
ON A JOUÉ GUILLAUME TELL
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 3/2/2016 - 21:28
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Hobo's Lullaby

Hobo's Lullaby
"Boxcar" non è garage, ma è un tipo di vagone da carico molto comune negli USA. Infatti la parola si ricollega al verso "ascolta il canto di acciaio delle rotaie" poiché il barbone è sopra il treno.
Maria A. Villano 3/2/2016 - 17:38
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Chico Mendes

Chico Mendes
Visto che le Alpi sono a ben guardare "l'Amazzonia d'Europa" mi attacco qui...ciao
GS

“Sono passati quasi 26 anni da questa intervista e qualcosa è cambiato sul fronte dell'ambientalismo montano. C'è meno fiducia nelle associazioni (almeno in quelle nazionali) e c'è qualche risultato in più per ciò che riguarda i rifiuti. Almeno questo l'abbiamo ottenuto: cambiare la coscienza nella gestione di ciò che rifiutiamo. Con il rischio di avere un mondo asettico. Sono cambiato pure io, perché ora ritengo che a un certo punto della nostra vita, dobbiamo tutti domandarci: -Quanta spazzatura è in me? Inabissarsi nella voragine nostra interiore alla ricerca dei propri rifiuti profondi è l'unico antidoto alla malattia di un pensiero raziocinante e sociale che vuole un mondo asettico. Il pensiero, dove ha appena spazzato e disinfettato, sporca già solo con il proprio passaggio. Che sia orizzontale o... (continuer)
Gianni Sartori 3/2/2016 - 10:47
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Mondo in mi 7

Mondo in mi 7
Grande Celentano e ancora piu grandi gli autori
3/2/2016 - 10:31
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This Land Is Your Land

This Land Is Your Land
da Terra [2016]
TERRA
(continuer)
envoyé par dq82 3/2/2016 - 10:00

A Compiègne (Marche du Front Stalag 122)

A Compiègne (Marche du Front Stalag 122)
L'autore della canzone è sicuramente Jean Maupoint (1909-1945), musicista, cantante e fantasista originario di Clermont Ferrand. qui la sua biografia.

Il brano dovrebbe essergli giustamente attribuito anche perchè Jean Maupoint, stremato dala prigionia prima a Mauthausen e poi a Dora (sottocampo di Buchenwald), morì il 21 agosto 1945, appena 4 mesi dopo la liberazione. Aveva 38 anni.

Jean Maupoint compose anche altre canzoni durante la prigionia. Una era dedicata proprio al campo di Dora-Mittelbau, dove fu rinchiuso per due anni. Nella speranza di trovarne prima o poi (se esiste) il testo completo, comincio col contribuire il ritornello come riportato da Claude Torres sul suo sito Mes musiques régénérées – Jewish Music:

Dora, Dora
Est-ce un chien?
Est-ce un chat?
Est-ce un nom de fleur?
Est-ce un nom de femme?
Quel plaisir on aura
Quand on quittera Dora!
Bernart Bartleby 3/2/2016 - 09:00
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Чор ҷавон

Чор ҷавон
Abbastanza tragico 'sto tagico.
In fin dei conti siamo tutti from Caucas.
krzyś 3/2/2016 - 00:51
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Son ar Bonedoù Ruz

Son ar Bonedoù Ruz
Il testo è accreditato sia a Gweltaz che a M. Hanly.
Flavio Poltronieri 2/2/2016 - 20:13
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The Factory

The Factory
Ecco, perché ho proposto My Shits Fucked Up https://www.youtube.com/watch?v=LbhYqV17CoQ
Krzysiek 2/2/2016 - 18:50
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The Envoy

The Envoy
La vita fa male,
ma è la guerra che fa male alla vita :)
Krzysiek 2/2/2016 - 18:44




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