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Capitalistic Boss

Capitalistic Boss
[1937 o 1941]
Parole di Saul Aarons
Musica di Mike Stratton
Testo trovato su Labor Arts
Canzone inclusa nella raccolta “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (1996)
Originariamente pubblicato sul Volume III (nn. 6 e 7, luglio/agosto 1948) del “People's Song Bulletin”

Non ci sono molto notizie in Rete sull’autore di questa allegra e sarcastica canzoncina, dotata di un umorismo marcatamente “yiddish”… Mettendo insieme alcuni frammenti, Saul Aarons deve essere stato, seppur marginalmente, un songwriter che a New York fece parte dell’organizzazione “People’s Songs”, lì fondata nel 1945 da Pete Seeger, Alan Lomax e Lee Hays, nata per promuovere le canzoni provenienti dal movimento operaio americano.

Sono un boss capitalista… non sono cattivo, è che mi dipingono così… E’ vero, a volte mi comporto male ma non so spiegarmi il perché, c’è qualcosa che non va nel mio cervello… Sono malato di “capitalistite”!...
I'm the much-maligned capitalistic boss
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 9/2/2016 - 13:47
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Spring Song

Spring Song
[1941]
Versi di Harry Schachter
Musica di Earl Robinson
Trovo il brano in un paio di compilation, quella proveniente dalla DDR intitolata “Das Andere Amerika” (1966) e la più recente “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (sempre tedesca ma del 1996)




Sicuramente una delle canzoni contro la guerra e pacifiste più sfigate della Storia.

Paul Robeson la incise nel maggio del 1941… Il 22 giugno Hitler invase l’Unione Sovietica… Il 7 luglio un contingente americano sbarcava in Islanda a sostegno delle truppe britanniche, primo assaggio del coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto, formalizzato poi a dicembre dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor…

La “Canzone della Primavera” la cantarono veramente in pochi e per poco…
Oh, I wonder will we be at war this spring.
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 9/2/2016 - 11:37
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The Strange Funeral in Braddock

The Strange Funeral in Braddock
[1925]
Versi di Itzok Isaac Granich, in arte Michael "Mike" Gold (1894-1967), ebreo americano di origine rumena, scrittore, critico letterario, militante comunista

Musica di Elie Siegmeister (1909-1991), compositore ed autore

Nel 1936 il brano fu inciso da Mordecai Baumann (1912-2007), baritono newyorkese
Testo trovato qui

A Braddock, periferia di Pittsburgh, Pennsylvania, nel 1873 fu impiantato l’“Edgar Thomson Steel Works”, uno dei primi stabilimenti per la produzione dell’acciaio ad usare altiforni per il cosiddetto processo Bessemer, innovativi per l’epoca. La fabbrica richiamò un gran numero di immigrati, soprattutto da Croazia, Slovenia e Ungheria. La fortuna di Braddock, fondata sulla “monocoltura” dell’acciaio, ebbe tragicamente termine tra gli anni 70 e gli 80 del secolo scorso. La crisi produttiva ed occupazionale, unitamente alla diffusione massiccia di crack e cocaina, distrussero... (continuer)
Listen to the drums of a strange American funeral.
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 9/2/2016 - 10:24
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Cotton Fields

Cotton Fields
[1940]
Parole e musica di Huddie Ledbetter, detto Leadbelly, che incise questo brano autobiografico nel 1940. Però i primi ad includere la canzone in album e a renderla uno standard, non solo della musica nera (dato anche il suo ritmo originario, comunque “country”) furono Odetta (“The Tin Angel”, 1954, con Lawrence B. Mohr) ed Harry Belafonte (“Belafonte Sings the Blues”, 1958).
Poi le moltissime cover, fra cui spiccano quelle dei Beach Boys e dei Creedence Clearwater Revival, nonchè quelle dei soliti “saccheggiatori” Johnny Cash ed Elvis Presley.

Propongo questo brano perchè, al di là del suo ritmo scanzonato, racconta della durezza della vita dei neri nel profondo sud degli USA alla fine dell’800, quando Leadbelly era un bimbo. I campi di cotone a perdita d’occhio erano il solo paesaggio, che la raccolta andasse bene e il prezioso vegetale non marcisse a causa del parassita “boll weevil”... (continuer)
When I was a little baby
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 8/2/2016 - 22:03
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Timber (Jerry the Mule)

Timber (Jerry the Mule)
[19??]
Ancora una canzone attribuita a Josh White, da lui più volte incisa negli anni 50 e 60. Ma – come denuncia il titolo stesso del primo album di White in cui è contenuta, “Spirituals and Ballads”, pubblicato dalla Nuova Mayor di Milano (!) nel 1952 – il testo risale sicuramente ad una work song precedente di autore anonimo. Un testo simile si trova col titolo “Mule On De Mount” nella raccolta “Mules and Men”, a cura di Zora Neale Hurston, pubblicata nel 1935.

Nelle note di un altro disco, “Josh At Midnight” del 1956, si può leggere quanto segue:

When Josh and Sam Gary wrote this song over ten years ago, they had in mind the Negro convicts in country road gangs which they frequently saw in their travels. Wondering how men could take the kind of treatment at which any mule would have balked, this song was a natural expression of their feeling. It's the story of a mule who had the sense... (continuer)
Got to pull this timber 'fore the sun goes down,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 8/2/2016 - 16:16
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Cent'anni

Cent'anni
2016
Kidz against Renzi
Mi sono informato , c'e' un treno
(continuer)
envoyé par dq82 8/2/2016 - 15:43
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Told My Cap'n

Told My Cap'n
[1940]
Nel disco intitolato “Chain Gang”, con il gruppo dei Carolinians

"Columbia Records proudly presents what is perhaps the most genuine folk music of our times... Seven Negro laments of the chain gang sung by Joshua White and his Carolinians" (from liner notes)

Ancora una canzone sulle chain gang, le squadre di prigionieri alla catena, o work gang, sempre composte in gran parte da neri, data la loro altissima percentuale fra la popolazione carceraria.
Anche qui il captain (in altre canzoni è il walker) esercita il totale arbitrio e la più spietata violenza sui prigionieri, arrivando ad ucciderne uno a sangue freddo… Ma – come in Nine Foot Shovel – il carnefice ha le ore contate…
Senz’altro il testo non è farina del sacco di White ma deriva da canti dei detenuti nelle prison farms del Sud negli anni 20, come la Grade Song che trovo su Mudcat Café…
Told my cap'n
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 8/2/2016 - 15:22
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Il chimerico Morfeo

Il chimerico Morfeo
2015
La donna, la taverna, il dado
Ho visto grandi delle multinazionali donare terre, costruzioni e anche denari
(continuer)
envoyé par dq82 8/2/2016 - 15:18
Parcours: Déserteurs
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Il canto del coprifuoco

Il canto del coprifuoco
2015
La donna, la taverna, il dado

feat. Enrico Capuano
Proponiamo questo canto qua,
(continuer)
envoyé par dq82 8/2/2016 - 15:11
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Auf den Tod eines Fußballspielers

Auf den Tod eines Fußballspielers
[1945]
Versi di Friedrich Torberg, pseudonimo di Friedrich Ephraim Kantor-Berg (1908-1979), scrittore, giornalista ebreo austriaco, di origine ceca.
Musicata da Christoph Holzhöfer

Approfondendo la vicenda di Johann Trollmann Rukelie, il grande pugile zingaro tedesco che si battè fino alla fine contro i nazisti, ho scoperto un’altra storia di un campione dello sport che non piegò la testa e che sfidò apertamente Hitler.

Questa poesia di Friedrich Torberg – che negli anni 40 finì esule negli USA dopo aver lungo vagato per l’Europa, braccato dai nazisti – è dedicata a Matthias Sindelar (1903-1939), il più forte calciatore austriaco di sempre, centrocampista ed attaccante del “Wunderteam”, la meravigliosa nazionale austriaca degli anni 30. Soprannominato “Der Papierene”, ossia “carta velina”, per via della sua figura sottile, o anche il “Mozart del pallone”, per l’eleganza del movimento... (continuer)
Er war ein Kind aus Favoriten
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 8/2/2016 - 13:07
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Georges Brassens: Marquise

Georges Brassens: Marquise
[1962]
Testo / Paroles:
1. Stances à Marquise, Pierre Corneille (1658), st. 1-3
2. Tristan Bernard, 1926 (st. 4)
Musica / Musique: Georges Brassens (1962)
Album: Les trompettes de la renommée

Marquise-Thérèse de Gorla, nata forse a Lione nel 1633, era figlia dell’italiano Giacomo de Gorla, che allora batteva le campagne francesi “facendo le fiere” come imbonitore e capoguitto, facendo danzare la giovanissima e bellissima figlia. Certamente a Lione, nel 1653, ebbe modo di incontrare la troupe di Molière, che allora girava ancora per la Francia; ne fu scritturata, e il 23 febbraio dello stesso anno 1653 sposò un giovane attore della compagnia, René Berthelot Du Parc. E’ per questo motivo che è passata alla storia con il nome di “Marquise Du Parc” o “Mademoiselle Du Parc”. Per tutta la vita fece parte della compagnia di Molière, divenendo la più celebrata attrice di Francia.

Nota fin... (continuer)
Marquise, si mon visage
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 8/2/2016 - 07:47
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Bernardo l'Eremita

Bernardo l'Eremita
[1976]
Testo: Giorgio Laneve e Luciano Beretta
Musica: Giorgio Laneve e Giovanni Bobbio
Arrangiamenti e direzione: Giovanni Bobbio
Interpreti: Giorgio Laneve e coro Le Mele Verdi di Mitzi Amoroso
Anno di incisione: 1976
Pubblicazione: 33 giri e MC, Divergo, 1976




Accenti è il secondo LP delle Mele Verdi, inciso con Giorgio Laneve; pubblicato su 33 giri dalla Divergo, e su musicasseta (attualmente introvabile). La registrazione è avvenuta al Central Studio e allo Studio Trevisani di Milano ed è terminata l’11 novembre 1976. All'interno della copertina del 33 giri sono pubblicati i testi delle canzoni. Nel 1977 è uscito anche un singolo (45 giri) contenente due canzoni tratte dall'LP: Accenti e La girandola. Musicisti: Giovanni Bobbio (chitarra, basso, flauto, tastiere), Reddy Bobbio (tastiere); Giulio del santo (tastiere); Mario Lamberti (effetti sonori); Giorgio Laneve (chitarra);... (continuer)
Come avviene sulla terra
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 8/2/2016 - 06:48
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C'era una volta

C'era una volta
[1976]
Testo: Giorgio Laneve
Musica: Giorgio Laneve e Giovani Bobbio
Arrangiamenti e direzione: Marcello Minerbi
Interpreti: Giorgio Laneve e coro Le Mele Verdi di Mitzi Amoroso
Anno di incisione: 1976
Pubblicazione: 33 giri e MC, Divergo, 1976




Accenti è il secondo LP delle Mele Verdi, inciso con Giorgio Laneve; pubblicato su 33 giri dalla Divergo, e su musicasseta (attualmente introvabile). La registrazione è avvenuta al Central Studio e allo Studio Trevisani di Milano ed è terminata l’11 novembre 1976. All'interno della copertina del 33 giri sono pubblicati i testi delle canzoni. Nel 1977 è uscito anche un singolo (45 giri) contenente due canzoni tratte dall'LP: Accenti e La girandola. Musicisti: Giovanni Bobbio (chitarra, basso, flauto, tastiere), Reddy Bobbio (tastiere); Giulio del santo (tastiere); Mario Lamberti (effetti sonori); Giorgio Laneve (chitarra); Walter Scebran... (continuer)
C'era una volta... ragazzi, che volta!
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 8/2/2016 - 06:00
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Le formiche

Le formiche
[1976]
Testo: Giorgio Laneve
Musica: Pearsall
Arrangiamenti e direzione: Giovanni Bobbio
Interpreti: Giorgio Laneve e coro Le Mele Verdi di Mitzi Amoroso
Anno di incisione: 1976
Pubblicazione: 33 giri e MC, Divergo, 1976




Accenti è il secondo LP delle Mele Verdi, inciso con Giorgio Laneve; pubblicato su 33 giri dalla Divergo, e su musicasseta (attualmente introvabile). La registrazione è avvenuta al Central Studio e allo Studio Trevisani di Milano ed è terminata l’11 novembre 1976. All'interno della copertina del 33 giri sono pubblicati i testi delle canzoni. Nel 1977 è uscito anche un singolo (45 giri) contenente due canzoni tratte dall'LP: Accenti e La girandola. Musicisti: Giovanni Bobbio (chitarra, basso, flauto, tastiere), Reddy Bobbio (tastiere); Giulio del santo (tastiere); Mario Lamberti (effetti sonori); Giorgio Laneve (chitarra); Walter Scebran (batteria); Riccardo... (continuer)
Per un po’ di terra
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 8/2/2016 - 05:15
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Forgive Them Father

Forgive Them Father
(1998)

feat. Shelly Thunder
dall'album "The Miseducation of Lauryn Hill", il primo e sinora unico album solista della cantante dei Fugees
ispirata a "Concrete Jungle" di Bob Marley

Una canzone zeppa di citazioni bibliche, sul perdonare i traditori pronti a calpestarti per raggiungere i loro sporchi fini, con riferimenti diretti alle battaglie per i diritti civili e contro l'Apartheid in Sudafrica.
Forgive us our trespasses as we forgive those that trespass against us
(continuer)
7/2/2016 - 19:58
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Đorđe Balašević: Život je more

Đorđe Balašević: Život je more
(1978)
Parole e musica di Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић
Pubblicata nel 1978 come singolo (Oprosti Mi, Katrin / Život Je More) poi nell'album “Odlazi cirkus” (1980) a nome della band Rani Mraz in cui Balašević duettava con la cantante Bilja Krstić

Život je more (La vita è un mare) è una delle più famose canzoni del grande cantautore serbo Đorđe Balašević.

In un'interpretazione dal vivo Balašević introduce ironicamente la canzone dicendo "Io canto più che altro canzoni noiose, d'amore e patetiche" ("Ja pevam uglavnom dosadne, ljubavne i patetične pesme") e questa si potrebbe tranquillamente classificare tra quelle d'amore.

Ma non ci sono solo le pene d'amore in questa canzone. Il mare aperto, nero, pericoloso è il simbolo delle difficoltà che la vita inevitabilmente mette sulla nostra strada. Come scriveva Kavafis: “i Lestrigoni e i Ciclopi, l'infuriato Poseidone non temere...”.... (continuer)
Život je more, pučina crna,
(continuer)
envoyé par Monia & Lorenzo 6/2/2016 - 23:40

Revolte sur les terres occupées

Revolte sur les terres occupées
Album: En Attendant Demain (1990)
Folie meurtrière et guerre sanguinaire
(continuer)
6/2/2016 - 23:12
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Rukelie

Rukelie
[2006]
Parole e musica dei Ratatouille, band tedesca da Bochum dedita ad uno stile che è una mescolanza di Ska, Dub, Rocksteady, Polka e Swing
Nel loro disco intitolato “Techno”



Stamattina, mentre sbocconcellavo una pasta di meliga per colazione, ascoltavo senza attenzione la radio. Su Radio2 era in onda la trasmissione “Miracolo italiano” e i due conduttori - Fabio Canino e LaLaura (Laura Piazzi) - avevano invitato Mauro Garofalo, scrittore, giornalista e fotoreporter, a parlare del suo ultimo libro, pubblicato da Frassinelli, che s’intitola “Alla fine di ogni cosa”, un romanzo biografico che racconta la storia di un boxeur tedesco, Johann Trollmann, soprannominato “Rukeli”, una parola in romanes che sull’“Angloromani Dictionary” vedo che ha che fare con la radice di “ruk”, albero, ma anche di “rukkelo”, ragazzo. Comunque, potrà dire meglio Riccardo al proposito... Il sottotitolo del... (continuer)
This is a song, not like the others you know from this band
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 6/2/2016 - 14:07
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Le transporté (La chanson de Jean Fagot)

Le transporté (La chanson de Jean Fagot)
[1912 ?]
(Écrite peut-être par le bagnard Miet)
(Scritta forse da Miet, condannato al bagno penale)
Riportata in “Comment j'ai subi quinze de bagne”, edito nel 1924
(Libro di memorie di Antoine ‎Mesclon, un sopravvissuto ai “bagni”.)‎
Interprétation / Interpreti
Patric Denain et Daniel Dénecheau
Presente pure nel disco di Jacques Marchais “On a chanté les voyous”, 1968‎

"Nous ne connaissons pas l'auteur de cette chanson écrite vers 1912. Certains ont pu l'attribuer au bagnard Miet. Elle est publiée en 1924 par les soins d'Antoine Mesclon mais ne semble pas avoir connu un certain succès. Les bagnards préfèrent de toute évidence entonner le Chant de l'Orapu‎. Les éditions L'Insomniaque l'incluent une première fois, en 2000, dans le cd accompagnant le livre Au pied du mur, anthologie de textes sur la prison, puis, en 2004 dans le cd de la réédition des Ecrits de Jacob. Elle est donc... (continuer)
C'est Jean Fagot qu'on me surnomme,
(continuer)
envoyé par Avv. Jeanne Auban Colvieil, Arles (France) 5/2/2016 - 23:27

À la P'tite

À la P'tite
Écrite et chantée par Patrick Denain et Daniel Dénecheau
Scritta e cantata da Patrick Denain e Daniel Dénecheau

Buonasera a tutti voi! Eccomi di nuovo qua con una canzone che, forse, non vi potreste procurare molto facilmente e che ho preparato un po' dato che non la si trova neppure in rete e ho dovuto ricopiarla di sana pianta dal volume di canti di una corale che ho a casa. Gli autori, Patrick Denain e Daniel Dénecheau, sono due cantanti popolari e fisarmonicisti del Nord (Denain si chiama anche una città del dip. del Nord), hanno tutti e due due un bel paio di baffoni e può darsi che scrivano anche delle belle canzoni, però non le conosco a parte questa e un'altra, che sto pure preparando.

Questa qua parla del vecchio carcere minorile di Parigi, che si chiamava le “Prisons de la Roquette” perché, appunto, si trovava nella rue de la Roquette nell' 11° Arrondissement, vicino al cimitero... (continuer)
Ceux qui ding' qu'ont pas dix-huit ans,
(continuer)
envoyé par Avv. Jeanne Auban Colvieil, Arles (France) 5/2/2016 - 20:35
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No al TPP

No al TPP
(2013)

La guerra per la supremazia economica è una vera e propria guerra che farà numerose vittime, un episodio della guerra dei centomila anni.

In particolare pochi giorni fa ad Auckland è stato firmato il famigerato TPP (Trans-Pacific Partnership), un accordo internazionale i cui termini sono stati negoziati a porte chiuse tra dodici paesi che si affacciano sul Pacifico: USA, Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore e Vietnam. Presentato come un semplice trattato di libero scambio con il fine di favorire i commerci sul Pacifico, in realtà il TPP limiterà la libertà dei paesi aderenti di legiferare per proteggere i consumatori, gli utenti di internet, i lavoratori e l'ambiente. Un analogo accordo, il TTIP minaccia invece l'Europa.

Per questo la cantante cilena Ana Tijoux ha scritto questa canzone dedicata alla lotta contro questo accordo... (continuer)
A puertas cerradas se decide nuestro porvenir
(continuer)
5/2/2016 - 19:40
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An' He Never Said a Mumberlin’ Word

anonyme
An' He Never Said a Mumberlin’ Word
Uno spiritual afroamericano noto anche con i titoli “And He Never Said a Mumblin' Word”, "They Hung Him on a Cross", “Mumblin' Word”, "Crucifixion" ed "Easter".
La varietà dei titoli è direttamente proporzionale alle differenti versioni esistenti.
Io ho scelto – sulla base delle informazioni fornite su Bluegrass Messengers – quella risalente agli anni 20 e attribuita ai Fisk Jubilee Singers, il famoso gruppo vocale nero di fine 800.

Negli anni 30 e 40 furono i Lomax a raccogliere varie esecuzioni del brano in giro per i penitenziari e le prison farms di Mississippi e Louisiana. Ed è in una di queste che i mitici etnomusicologi nel 1933 scoprirono un bluesman straordinario, tal Huddie William Ledbetter, detto “Leadbelly”, che in seguito, negli anni 40, incise più volte “Ed Egli non emise mai un lamento”.

La versione di Leadbelly era una delle canzoni preferite da Kurt Cobain dei Nirvana,... (continuer)
Wasn’t it a pity an’ a shame!
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/2/2016 - 14:15
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Landlord

Landlord
[194?]
Parole e musica di Eugene Raskin (1909-2004), musicista, cantautore, architetto e docente alla Columbia University.
Una canzone scritta negli anni della guerra, incisa da Josh White nel 1945 su acetato ma mai pubblicata su disco.
Ripresa nel 1998 dalla Smithsonian Folkways Recordings per la realizzazione di una raccolta dedicata a Josh White e intitolata Free and Equal Blues
Testo trovato sul blog francese Folk & Politique

Una canzone contro i locatori squali che Raskin compose probabilmente su commissione per un sindacato di inquilini di New York…
Paint peelin’ off my walls,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 5/2/2016 - 11:15
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Oh Shenandoah

anonyme
Oh Shenandoah
Lyrics from prior to 1860, as given in Sea Songs and Shanties, collected by W.B. Whall, Master Mariner (1910)

Testo ripreso da Terre Celtiche a cura della bravissima Cattia Salto, e da wikipedia

“Oh Shenandoah” è una canzone folk americana dalle origini incerte, ma si ritiene faccia parte dei canti dei viaggiatori canadesi e americani che attraversavano il fiume Missouri con le canoe per cacciare o commerciare con i nativi americani. Siamo nell’epoca dei trappers e dei commercianti di pellicce, i primi bianchi che si avventuravano nei territori sconosciuti e selvaggi dell’Ovest, ricchi di foreste e di praterie sconfinate.

Le versioni più “vecchie” raccontano un po’ tutta la storia o meglio la storiella con l’uomo bianco buono (un onesto commerciante di pelli, francese si presume) che si innamora della bella nativa americana, ma si arrende di fronte al rifiuto del padre; ecco che arriva... (continuer)
The Missouri(1), she’s a might river
(continuer)
envoyé par dq82 5/2/2016 - 09:22

Kimiad daou zoudard yaouank

anonyme
Kimiad daou zoudard yaouank
Canto popolare
Kanaouenn hengounel / Chant populaire
Auprès de Perrine Ollivier, de Trégunc
Publié dans "Chants populaires bretons du Pays de Cornouailles" en 1905
Recueil de 25 chansons avec partitions et notes de H. Guillerm, publié à Rennes chez Francis Simon en 1905
Raccolto dalla voce di Perrine Ollivier, di Trégunc
Pubblicato in "Canti popolari bretoni di Cornovaglia", 1905
Raccolta di 25 canzoni con spartiti e note di H. Guillerm,
pubblicata a Rennes presso Francis Simon nel 1905

H. Guillerm, il raccoglitore dei “25 canti bretoni” pubblicati a Rennes nel 1905, scrisse: “La persona che ha cantato questa canzone [la sig.ra Perrine Ollivier di Trègunc] non sa né leggere e né scrivere. Inoltre, non capisce nemmeno una parola di francese. Per questo motivo, il linguaggio di questo canto popolare è assai originale.” Seguono considerazioni linguistiche sui dialetti bretoni che, qui,... (continuer)
1. Selaouet hag e klefet kano ur son nevez savet
(continuer)
envoyé par Richard Gwenndour 5/2/2016 - 00:01
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Un enfant

Un enfant
(Michel Fugain - Claude Lemesle / Michel Fugain)
Nel mini-album "Bon An Mal An, L'été" (2011)
Un enfant
(continuer)
4/2/2016 - 23:58
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Revolution

Revolution
(2015)

Canta tra i peshmerga per incitarli a combattere contro lo Stato Islamico (Is). E' la pop star curda Helly Luv, che ha diffuso un nuovo video del suo ultimo brano, 'Revolution', dove canta armata di fucile dall'alto del suo tacco 12 dorato. Il filmato, dedicato ''alle vittime della violenza e del terrorismo'', si apre con il dolore della perdita, con lo stravolgimento della vita quotidiana dovuto alla guerra, all'avanzata dei jihadisti nel nord dell'Iraq. Ci sono bambini che piangono, spaventati e disperati, e madri che tentano invano di riportare in vita i figli. In campo, tra i peshmerga e con il volto coperto da una keffiyeh, appare la stessa Helly Luv. ''Alzatevi in piedi, noi siamo uniti, insieme possiamo sopravvivere'', canta la pop star curda. ''E' una rivoluzione. Andiamo avanti a lottare. Non bisogna aver paura nel mondo. Uniamoci per far sapere loro che noi siamo qui'',... (continuer)
United,united we're marching there
(continuer)
4/2/2016 - 23:48
Parcours: Du Kurdistan
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Ciutat Morta

Ciutat Morta
Cançó inclosa a l'àbum de KOP "Radikal"
Propaganda pel Fet! (2016)

Videoclip rodat a Can Vies, escenari de l'última batalla guanyada a Barcelona contra la brutalitat policial i judicial. Gràcies a tots els companys i les companyes que desinteressadament heu participat per aixecar la veu contra aquesta "Ciutat Morta", sense vosaltres hagués estat impossible! AQUÍ NOMÉS, NOMÉS CALLEN ELS MORTS!!!

Vídeoclip filmado en Can Vies, escenario de la última batalla ganada en Barcelona contra la brutalidad policial y judicial. Gracias a todxs lxs que desinteresadamente habéis participado para levantar la voz contra esta "Ciudad Muerta", sin vosotros hubiera sido imposible! AQUÍ SÓLO CALLAN LOS MUERTOS!!!

Si veda Ciutat Morta
Una llibertat vigilada entre reixes, una injustícia sense justícia.
(continuer)
4/2/2016 - 21:41
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Standing on the Outside of Your Shelter

Standing on the Outside of Your Shelter
[1962]
Parole e musica di Sheldon Allan "Shel" Silverstein (1930-1999), poeta, cantautore, fumettista e autore di libri per bambini.
Nel suo album intitolato “Inside Folk Songs”

La Guerra Fredda e le sue insidiose insidie raccontate con un umorismo molto yiddish...
I'm standing on the outside of your shelter, lookin' in
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/2/2016 - 21:12

Ode à Jésus : Personne ne connaît ma joie

Ode à Jésus : Personne ne connaît ma joie
Ode à Jésus : Personne ne connaît ma joie

Ode à Jésus : Personne ne connaît ma joie – Marco Valdo M.I. – 2016

Mon ami Lucien l’âne, je suis très content de te dédier cette petite chanson joyeuse, athée et impertinente. « Inspirée » par Jésus lui-même, elle est une ode au bonheur de vivre – même mal. Il existe d’ailleurs d’autres chansons qui se réfèrent à Jésus comme porte bonheur ; par exemple : la Jésus Java et le Jésus Tango.

Une ode à la joie, Marco Valdo M.I. mon ami, voilà une bien grande chose pour une chanson frivole, car elle m’a tout l’air d’être une parodie cette chanson-là. Une ode à la joie, rien moins que ça, comment y as-tu pensé ? Que peut-elle bien signifier ?

Laisse-moi te dire, et c’est important, Lucien l’âne mon ami, même si tu l’as compris – qu’il s’agit d’une chanson de paix, c’est-à-dire – selon toute évidence – d’une chanson contre la guerre. Mais il y a beaucoup... (continuer)
Personne ne sait ce trouble en moi !
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 4/2/2016 - 16:33
Parcours: Chats divers
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Images

Images
[1964-65]
Una canzone cantata “a cappella” da Nina Simone in una session dal vivo sui versi della poesia “No Images” scritta nel 1926 da William Waring Cuney (1906-1976), poeta esponente dell’“Harlem Renaissance”.
Presente in molti dischi della Simone, a cominciare da “Let It All Out” del 1966


She does not know
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/2/2016 - 11:03
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Jim Crow Train

Jim Crow Train
[1941]
Parole e musica di Josh White, in collaborazione con William Waring Cuney (1906-1976), poeta esponente dell’“Harlem Renaissance”.
Nel disco “Southern Exposure. An Album Of Jim Crow Blues sung by Joshua White”.
Testo trovato sul blog Pancocojams, come trascritto all’ascolto da Azizi Powell.

Il blues non esisterebbe senza “Jim Crow”. ‎
Con questo nome viene indicato il sistema istituzionale legislativamente fondato sul presupposto ‎della disuguaglianza e segregazione razziale che fu in vigore negli States dal 1876 (ma di fatto dalla ‎loro costituzione) al 1965 e che ha reso la vita un inferno per gli afro-americani specialmente negli ‎Stati del sud. Il nomignolo "Jim Crow" è da far risalire a "Jump Jim Crow", canzonetta popolare del ‎‎1828 di tal Thomas Dartmouth (T.D.) "Daddy" Rice, un cabarettista bianco che la interpretava ‎truccato da afroamericano.‎

Il “Jim Crow Train” di... (continuer)
Can't you hear that train whistle blow?
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/2/2016 - 10:40
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Southern Exposure

Southern Exposure
[1941]
Parole di Josh White, in collaborazione con William Waring Cuney (1906-1976), poeta esponente dell’“Harlem Renaissance”.
La musica rimanda a quella della tradizionale “Careless Love”
La canzone che dà il titolo al disco sottotitolato “An Album Of Jim Crow Blues sung by Joshua White”.
Testo trovato sul blog Pancocojams, come trascritto all’ascolto da Azizi Powell e Clyde Pickens.
Well, I work all the week in the blazing sun
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/2/2016 - 10:22
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Nobody Knows the Trouble I've Seen

anonyme
Nobody Knows the Trouble I've Seen
Spiritual afroamericano risalente a molto prima della guerra civile e dell’abolizione della schiavitù ma i cui versi furono pubblicati per la prima volta soltanto nel 1867, nella raccolta intitolata “Slave Songs of the United States” composta da 136 canti e curata dagli abolizionisti William Francis Allen, Lucy McKim Garrison e Charles Pickard Ware (tutti del nord, tutti bianchi…)

La prima incisione è del 1925 ad opera della contralto nera Marian Anderson (1897-1993), voce oggi purtroppo abbastanza dimenticata ma che è stata una delle cantanti più intense del XX secolo.

Notevoli pure le interpretazioni successive di Paul Robeson, Louis Armstrong, Sam Cooke, Lena Horne e Josh White
Molti compositori classici afroamericani – come Samuel Coleridge-Taylor, Henry Thacker Burleigh e James Rosamond Johnson - si sono cimentati nell’arrangiamento musicale del brano.

I Fisk Jubilee Singers – famoso... (continuer)
Nobody knows the trouble I've seen
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 4/2/2016 - 09:09
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Radio Maria

Radio Maria
[1992]
Testo e musica: Francesco Baccini
Lyrics and music: Francesco Baccini
Paroles et musique: Francesco Baccini
Album: Nomi e cognomi

Poiché, giusto oggi, il direttore di Radio Maria ha espresso l'assai cristiano augurio di voler fare il funerale alla Cirinnà (non specificando se alla Legge o alla signora Cirinnà in persona, forse a tutte e due), vorremmo dedicare sentitamente questa canzoncina di qualche anno fa, più di una ventina, dove si parla proprio di Radio Maria. Radio Maria, come pure specificò Baccini nel suo storico album "Nomi e cognomi", da cui è tratta, trasmette da Erba (Como), cittadina poi divenuta famosa per la strage di Olindo e Rosa. Col tempo è diventata una importante holding internazionale, nonché la radio preferita dai camionisti in transito da Roma Sud a Caianello. In Polonia ha una specie di filiale autonoma, "Radio Maryja" (i polacchi, come ci potrà confermare... (continuer)
Radio Maria, aiutaci
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 3/2/2016 - 21:39
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Soldat de plomb ou d'argent

Soldat de plomb ou d'argent
2006 : Le Combat est au jardin
Ils t'ont attrapé
(continuer)
envoyé par dq82 3/2/2016 - 15:33
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Deeply Ordered Chaos

Deeply Ordered Chaos
(2015)
Album: "Hidden City"

Uno dei brani, Deeply Ordered Chaos, parla di terrorismo e dei fatti di Charlie Hebdo. È così?

"Quando ho scritto quella canzone stavo guardando quello che stava accadendo nel gennaio dello scorso anno. Fui scioccato da così tanta violenza. Quando stavo in Inghilterra ho vissuto il periodo del terrorismo dell'Ira, delle bombe nell'Irlanda del Nord e a Belfast. Ero a Los Angeles quando nel 1993 la città andò letteralmente in fiamme. Ero di nuovo a Londra nel luglio del 1995 quando scoppiarono le bombe nella metropolitana. Nulla di paragonabile a quanto accaduto a gennaio e poi a novembre al Bataclan, sempre a Parigi e sempre per mano dei fondamentalisti dell'Isis. C'erano persone che imploravano questi assassini, ma loro implacabili e spietati le hanno trucidate. Questo per me è stato un vero choc, ma lo fu anche per come i media, non esclusi i social, riportavano... (continuer)
I'm a European
(continuer)
3/2/2016 - 12:33
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Ol’ Man River

Ol’ Man River
[1927]
Parole di Oscar Hammerstein II (1895-1960), librettista, produttore e direttore teatrale.
Musica di Jerome Kern (1885-1945), uno dei più grandi compositori americani della prima metà del 900.

Scritta per il musical “Show Boat” – tratto dall’omonimo romanzo di Edna Feder, melodramma a sfondo razziale - interpretata dall’orchestra di Paul Whiteman (grandissimo bandleader, detto “The King of Jazz”, 1890-1967) con il mitico Bix Beiderbecke (1903-1931) alla cornetta, fu cantata inizialmente da Bing Crosby, Jules Bledsoe e Irving Kaufman, ma l’interpretazione più famosa, per cui il brano è passato alla storia, è senz’altro quella resa da Paul Robeson nella riduzione cinematografica dello spettacolo “Show Boat”, datata 1936.
Il grande basso nero, e comunista, fu all’inizio fedele al testo originale ma poi, a partire dal 1938, inserì alcune sue modifiche ai versi.

In seguito la canzone... (continuer)
Dere's an ol' man called de Mississippi
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 3/2/2016 - 12:07
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Renegade

Renegade
[1991]
Testo e musica di Warren Zevon
Dall'album "Mr. Bad Example"
Da http://www.metrolyrics.com/renegade-ly...
Some prayers never reach the sky
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 2/2/2016 - 19:14
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Lawyers, Guns and Money

Lawyers, Guns and Money
[1978]
Testo e musica di Warren Zevon
Dall'album "Excitable Boy"
Da http://www.metrolyrics.com/lawyers-gun...
I went home with the waitress, the way I always do
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 2/2/2016 - 18:29

Au bord du canal

Au bord du canal
Au bord du canal

Chanson française – Au bord du canal – Marco Valdo M.I. – 2016
Ulenspiegel le Gueux – 25

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).
(Ulenspiegel – I, LXXXIV)

Cette numérotation particulière : (Ulenspiegel – I, I), signifie très exactement ceci :
Ulenspiegel : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs, dans le texte de l’édition de 1867.
Le premier chiffre romain correspond au numéro du Livre – le roman comporte 5 livres et le deuxième chiffre romain renvoie au chapitre d’où a été tirée la chanson. Ainsi, on peut – si le cœur vous en dit – retrouver le texte originel et plein de détails qui ne figurent pas ici.

Nous... (continuer)
Un noir démon avait suborné Katheline
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 2/2/2016 - 15:41

Onze luis heeft neten gekregen

Onze luis heeft neten gekregen
[1944/1945]
Versi di Gisela Wieberdink-Söhnlein ed Henriette “Hetty” Vôute, militanti delle resistenza olandese con i nomi di battaglia di “Piglet” e “Pooh”, personaggi di “Winnie the Pooh” di Alan Alexander Milne.
Su di una qualche melodia popolare

Testo trovato su Volksliederarchiv
Nella raccolta in 3 CD “O bittre Zeit - Lagerlieder 1933-1945”

Un’“allegra” filastrocca dedicata ad uno dei disagi quotidiani dei prigionieri nei campi: i pidocchi.
Onze luis heeft neten gekregen
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/2/2016 - 13:23

Moravo, Moravo

Moravo, Moravo
Parole e musica di Ludmila Peškařová (1890-1987), donna di nazionalità ceca che fu prigioniera a Ravensbrück.
Trovo il brano nel primo CD della raccolta “KZ-Musik”, enciclopedia della musica concentrazionaria curata dal compositore e pianista pugliese Francesco Lotoro.
L’interpretazione è di Rosa Sorice, voce, e dello stesso Lotoro, pianoforte.

Ludmila Kadlecova nacque a Sobotovice, vicino a Brno, nel 1890. Fece studi musicali e divenne insegnante di musica. Nel 1912 sposò Jan Peškař, un insegnante, da cui ebbe un figlio. La famiglia viveva a Rajhrad, sempre nel sud della Moravia. Nel 1939, dopo l’invasione nazista della Cecoslovacchia e la creazione del Protettorato di Boemia e Moravia, il marito di Ludmila si unì alla resistenza. Nel giugno del 1942 Jan Peškař fu arrestato nel corso dei rastrellamenti che seguirono l’assassinio del gerarca Reinhard Heydrich, avvenuto a Praga ad opera... (continuer)
Moravo, Moravo, Moravěnko drahá,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/2/2016 - 11:10

Singt ein Vogel am See

Singt ein Vogel am See
Parole e musica di Eva Rutkowski Lippold (1909-1994), poetessa e scrittrice, militante comunista, attivista ‎del Soccorso Rosso tedesco e componente della resistenza antinazista a Berlino.
Una delle canzoni scritte dalla Lippold durante i lunghi anni di detenzione nelle carceri naziste di Jauer (Jawor, in Polonia) e Waldheim (Sassonia).
Testo trovato sul sito Mes musiques régénérées – Jewish Music curato da Claude Torres, come ripreso dal Volks Lieder Archive
Nella raccolta che ha come titolo un’altra composizione della Lippold, “O bittre Zeit - Lagerlieder 1933-1945”

Trovo il brano anche nel settimo CD della raccolta “KZ-Musik”, enciclopedia della musica concentrazionaria curata dal compositore e pianista pugliese Francesco Lotoro.

Eva Rutkowski in Lippold (1909-1994) era di origini proletarie: 12 fratelli, madre lavandaia, padre sconosciuto. Lei divenne stenografa e dattilografa, e... (continuer)
Singt ein Vogel am See
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 2/2/2016 - 09:37
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Frañsez Laorañs

Frañsez Laorañs
Canzone Popolare
Son Poblel
Chanson Populaire
Arrangiamento / Aranjemañt / Arrangement:
Gweltaz Ar Fur / M. Hanly
Interprete / Jubennour / Interprète:
Gweltaz Ar Fur, "Bonedoù Ruz", 1975.

Questa è la storia del soldato semplice Frañsez Laorañs, che naturalmente non si poteva chiamare così, col suo nome e cognome. Si doveva chiamare com'era stato registrato all'anagrafe del suo paese: François-Marie Laurent. Era nato il 30 gennaio 1885 a Mellionnec (Melioneg), piccolo comune del dipartimento bretone delle Côtes d'Armor (allora Côtes du Nord), faceva il contadino, era sposato e aveva due figli.

Il 1° agosto 1914, per decreto del Presidente della Repubblica Francese, Raymond Poincaré, viene ordinata la mobilitazione generale delle armate di terra e di mare: inizia la “Grande Guerra”. Il 3 agosto la Germania dichiara guerra alla Francia; il 5 agosto il soldato François-Marie Laurent,... (continuer)
E-men ‘mañ aet Frañsez Laorañs,
(continuer)
envoyé par Richard Gwenndour 2/2/2016 - 02:18
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Ein alter Mann geht vorüber

Ein alter Mann geht vorüber
Ein alter Mann geht vorüber

Erich Kästner – 1933
Ich war einmal ein Kind. Genau wie ihr.
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 1/2/2016 - 22:33
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Cinq minutes avant diane

Cinq minutes avant diane
A droite, à gauche et en bas,
(continuer)
1/2/2016 - 21:13
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Recrue Baba-cool blues

Recrue Baba-cool blues
Ce matin, j’ai été réveillé,
(continuer)
1/2/2016 - 21:06
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Alarm char

Alarm char
Album: Permafrost
Nous sommes 32 entassés sur un camion.
(continuer)
1/2/2016 - 21:01
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Apte au service

Apte au service
Album: Permafrost

Una divertente scenetta sulla selezione per il glorioso esercito svizzero.

dal sito dedicato alla band punk di Losanna
Ils mont invité
(continuer)
1/2/2016 - 20:57

Im Auschwitzlager wo ich wohnte

Im Auschwitzlager wo ich wohnte
DANS LE CAMP D’AUSCHWITZ OÙ J’HABITAIS
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 1/2/2016 - 16:04

Рафенсбрюклид

anonyme
Рафенсбрюклид
CHANT DE RAVENSBRÜCK
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 1/2/2016 - 15:47
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Questa è la mia città

Questa è la mia città
[2012]
Parole di Pietro Di Dionisio
Musica di Pietro Di Dionisio e I Mostri
Nell’album “La gente muore di fame”

Ha già tre anni l’esordio de I Mostri ma mi pare che il brano di apertura del disco descriva bene la Città Eterna. E poi qualcuno insiste ancora nel dire che “Mafia Capitale” è stato un fulmine a ciel sereno… Da ringraziare fascisti e sfascisti, a cominciare da quelli – come cantano i Mostri – che riposano nelle Chiese (il riferimento è ad Enrico De Pedis, detto “Renatino”, boss della banda della Magliana, sepolto nella basilica si Sant’Apollinare come “benefattore”), passando dai terroristi neofascisti come Fioravanti e Mambro, per finire agli Alemanno, ai Carminati, ai Mokbel e alle “pompe magne” dei Casamonica…
infrastrutture di cemento
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 1/2/2016 - 14:02
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Futur Soldat Suisse

Futur Soldat Suisse
Questo divertente articolo restituisce almeno un po' di umanità alla Schweizer Armee / Armée suisse / Armada svizra, che è composta anche da decine di migliaia di riservisti entro i 30 anni, richiamati annualmente per l'addestramento.


I mille guai dell'esercito svizzero: dopo la coca a Davos, i fucili 'scordati' sul treno

di Franco Zantonelli, da La Repubblica del 1 febbraio 2016

LUGANO - Ancora nel 2008 il Ministro della Difesa elvetico dichiarò con orgoglio che "abbiamo il miglior esercito del mondo". In realtà 8 anni dopo la sciatteria sembra aver la meglio sull'efficienza delle forze armate svizzere.

Non è raro, ad esempio, che i soldati, che hanno la facoltà di portare con sé l'arma di servizio, il mitragliatore Fass 90, prodotto dalla Sig, nel suo genere un vero e proprio gioiellino, la dimentichino in treno. Succede, a quanto pare, al rientro dai corsi di ripetizione della durata... (continuer)
B.B. 1/2/2016 - 13:01
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My Shit's Fucked Up

My Shit's Fucked Up
[2000]
Testo e musica di Warren Zevon
Dall'album "Life'll Kill Ya"
Da metrolyrics (che sono, liriche al metro?!? /Rbw/)
Well, I went to the doctor
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 1/2/2016 - 00:33
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The Envoy

The Envoy
[1982]
Testo e musica di Warren Zevon
Dall'album eponimo "The Envoy"
Da www.metrolyrics.com
Nuclear arms in the Middle East
(continuer)
envoyé par Krzysiek Wrona 1/2/2016 - 00:15
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Dynamit

Dynamit
31 gennaio 2016
DINAMITE
(continuer)
31/1/2016 - 21:21
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We Can Be Together

We Can Be Together
Il volantino da cui sono riprese gran parte delle parole della canzone.

The Outlaw Page, published in the East Village Other, 1968.

da Post Graduate Punk
31/1/2016 - 21:14
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Slint

Slint
Chanson italienne – Slint – Il Teatro degli Orrori – 2014

Le titre rappelle le nom du band américain et le texte parle d'un sujet brûlant, d'un homme dans un asile, une question qui vous est chère vu que vous soutenez la campagne pour l'abolition de la contrainte mécanique. P : Slint est un morceau très complexe, surtout du point de vue narratif. Le titre oui, suggère le groupe, qui fait partie de notre tradition culturelle et artistique de manière cruciale, nous aimons tous Spiderland et, dans Spiderland, nous aimons particulièrement ce chef-d’œuvre qu'est Washer, une de ces morceaux inoubliables qui vous restent dans le cœur, dont il est impossible d'échapper à la beauté. Slint dans le vocabulaire urbain anglais indique même rayon de lumière très subtil . Ceci dit, j'ai cherché à m'imaginer un possible, un vraisemblable moi-même, emprisonné dans un SPDC, dans un Service Psychiatrique... (continuer)
COUP DE JOUR
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 31/1/2016 - 21:01




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