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How Far We Have Come?

How Far We Have Come?
(1965)

da Broadside #65 dicembre 1965

Parole e musica di Bill Frederick, sul quale poche informazioni sono reperibili in Rete.
Nei primi anni 60 era un giovane studente in chimica ed obiettore di coscienza al servizio militare in Vietnam.
Contribuì alcune sue canzoni su Broadside Magazine. Si veda anche Just Another Day
Questa fu pubblicata sul # 61 del 15 agosto 1965.
Nel 1967 le canzoni di Bill Frederick vennero raccolte nel disco intitolato “Hey, Hey… LBJ! Songs of the U.S. Anti-War Movement”

Una completa storia degli Stati Uniti, dallo sterminio dei nativi all'imperialismo.
When our fathers came to this golden land
(continuer)
28/10/2016 - 18:01
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Io dico no

Io dico no
"Io dico no" è una canzone che vuole mettere in luce i controsensi della globalizzazione moderna, della omertà sociale, dell egoismo, della ricchezza smodata e della ricerca metodica del successo economico, il video riprende le conseguenze di tali azioni.
mentre il mondo sta impazzendo
(continuer)
envoyé par Andalò Leonardo 28/10/2016 - 08:11
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Masters Of War

Masters Of War
FINLANDESE / FINNISH [2] - Paleface (Karri Miettinen)

Traduzione finlandese 2 / Finnish translation 2 / Traduction finnoise 2 / Suomennos 2: Paleface (Karri Miettinen)

Audio link to the song performed by Paleface & Wentus Blues Band:
KUOLEMAN KAUPPIAAT
(continuer)
envoyé par Juha Rämö 27/10/2016 - 13:35
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Hitler Ain't Dead

Hitler Ain't Dead
Versione italiana di Marco Tutino

Tratto dall'LP Vietnam Ieri e oggi - canzoni e ballate a cura del comitato Vietnam di Milano. Traduzione e adattamento di Marco Tutino

Vietnam



Questa traduzione, non essendo disponibile la versione originale (non si conosceva nemmeno il titolo originale) era inserita come canzone a se stante dal 6/1/2010.
Viene qui integrata ed eliminata

HITLER È VIVO
(continuer)
envoyé par Dq82 (originariamente 6/1/2010) 27/10/2016 - 08:52
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Italiella

Italiella
nota nr.3 indica il famoso pesce di San Raffaele presente nell'omonima chiesa sita a Napoli nel rione Mater Dei. Secondo la tradizione, le donne che volevano uscire incinte, dovevano baciare proprio il pesce che la statua di San Raffaele ha (ancora oggi) tra le sue mani.
amedeo 26/10/2016 - 17:15
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Le déserteur

Le déserteur
ESPERANTO [4] - La Perdita Generacio

LA DIZERTANTO
(continuer)
envoyé par Riccardo Venturi 26/10/2016 - 14:02
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A tirannia

A tirannia

I canti degli zolfatari si presentano frequentemente come canti monostrofici aventi la struttura della canzuna, ovvero di verso endecasillabo a rime alterne, anche se si possono trovare canti in forme diverse con strofe costituite da un numero di versi inferiore ad otto e spesso, soprattutto nei canti dei carusi, si presentano sotto forma di distici.

A differenza dei canti dei carrettieri, dei contadini, quelli degli zolfatari, per lo più, non venivano cantati durante il lavoro; infatti la durezza del lavoro lasciava poco spazio al canto. Tuttavia qualche eccezione la si può riscontrare.

Al riguardo, un esempio di canto di lavoro degli zolfatari viene riportato da Alberto Favara nel Corpus di musiche popolari siciliane: è il canto numero 370, indicato come appartenente alle zone di Villarosa e Caltanissetta; in esso viene evidenziata una peculiarità rispetto agli altri canti di mestiere.... (continuer)
Bernart Bartleby 26/10/2016 - 10:37
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När småfåglar dör

När småfåglar dör
26 ottobre 2016 01:52
SE GLI UCCELLINI MUOIONO
(continuer)
26/10/2016 - 01:53

La ballata del ciucciocorno

La ballata del ciucciocorno
Per quanto questa ballata sia tratta da uno spettacolo sul golpe cileno, contiene in realtà più che altro una riflessione universale e qualche riferimento pure all'Italia di quegli anni, dove PC e DC, complici proprio i fatti del Cile, preparavano il "compromesso storico" che avrebbe avuto l'obiettivo di spegnere gli inneschi di un'involuzione autoritaria ed eversiva anche nel nostro paese.

Quanto al ciucciocorno, per quanto boccalone, beh, è stato certamente un ciuccio di pace, per cui assegnerei il brano al percorso "Asini contro la Guerra" più che a quello sull'11 settembre cileno...
B.B. 25/10/2016 - 08:04
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El pueblo unido jamás será vencido

El pueblo unido jamás será vencido
Here's an audio link to El pueblo unido jamás será vencido performed live at a solidarity concert in Helsinki in January 1974 by Quilapayún together with the Finnish song group Agit Prop:



And here's a story behind the song:

At the time of the Chilean coup d'etat in the fall of 1973, Quilapayún were in Finland. Soon after the incidents of the first nine-eleven, a solidarity concert was arranged at the Old Student House in Helsinki. The concert started with one of the members of Quilapayún announcing from the stage that they had just become refugees having heard that there was no return for them to Chile.

Another Chile solidarity concert was then arranged in January 1974 at the Helsinki Exhibition Hall with Quilapayún together with Agit Prop performing in front of a full house including our then President Mr. Kekkonen. That was my first time ever to hear El pueblo unido jamás será vencido... (continuer)
Juha Rämö 23/10/2016 - 22:58
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D'un tratto gridò

D'un tratto gridò
Il testo integrale della poesia di Cesare Pavese

FUMATORI DI CARTA

Mi ha condotto a sentir la sua banda. Si siede in un angolo
e imbocca il clarino. Comincia un baccano d’inferno.
Fuori, un vento furioso e gli schiaffi, tra i lampi,
della pioggia fan sí che la luce vien tolta,
ogni cinque minuti. Nel buio, le facce
dànno dentro stravolte, a suonare a memoria
un ballabile. Energico, il povero amico
tiene tutti, dal fondo. E il clarino si torce,
rompe il chiasso sonoro, s’inoltra, si sfoga
come un’anima sola, in un secco silenzio.

Questi poveri ottoni son troppo sovente ammaccati:
contadine le mani che stringono i tasti,
e le fronti, caparbie, che guardano appena da terra.
Miserabile sangue fiaccato, estenuato
dalle troppe fatiche, si sente muggire
nelle note e l’amico li guida a fatica,
lui che ha mani indurite a picchiare una mazza,
a menare una pialla,... (continuer)
Bernart Bartleby 23/10/2016 - 22:23
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Mennyből az angyal

Mennyből az angyal
Olasz fordítás: Riccardo Venturi
23 ottobre 2016 / október 23-a, 2016 22:13

Due parole del traduttore. Si tratta di una traduzione poco meno che letterale, senza nessunissimo intento poetico. Esiste, in italiano, perlomeno una traduzione con intenti artistici, e in rima: quella di Francesco Vernazza. Un vero e proprio "tour de force" ritmico, a volte con soluzioni un po' arcaizzanti (tipo "tirarno") ma sicuramente assai degno di nota. Un'ulteriore traduzione italiana è quella della sig.ra Agnes Preszler, che già una volta, anni fa, ci ha diffidati per iscritto dall'inserire sue traduzioni senza autorizzazione; indi per cui mi sono deciso ad affrontare da solo il testo di Márai. La mia traduzione, oltre ad essere praticamente letterale, segue l'andamento della versione musicata e cantata. Non potrebbe naturalmente essere eseguita neppure da una banda di paese, a differenza di quella della... (continuer)
ANGELO DAL CIELO
(continuer)
23/10/2016 - 22:14
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Si me matan, bueno (Ante la vida, sereno)‎

Si me matan, bueno (Ante la vida, sereno)‎
Nel 1967 questa poesia di Miguel Hernández‎ fu messa in musica da Sergio Liberovici nel suo album "Ogni giorno, tutti i giorni", edito da I Dischi del Sole. Il titolo del brano è "Ante la vida".

Bernart Bartleby 23/10/2016 - 21:30
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Andorra

Andorra
VAL SHENSON sends along these additional verses for "Andorra", which appeared in BROADSIDE # 5:
(from Broadside # 6, maggio 1962)
One day a councilman rose to say, "I think we're behind the times,
(continuer)
envoyé par dq82 23/10/2016 - 18:28
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El pueblo no olvidará

El pueblo no olvidará
KANSA EI UNOHDA
(continuer)
envoyé par Juha Rämö 23/10/2016 - 15:59
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E qualcuno poi disse

E qualcuno poi disse
Terapia o tortura?
(estratto da La fabbrica della cura mentale – elèuthera 2013)
di Piero Cipriano

[...]
Il rapporto tra torturato e torturatore non è, talvolta, molto diverso dal rapporto che lega il ricoverato in SPDC con lo psichiatra che lo lega al letto.
Trascriverò, in corsivo, alcune considerazioni di Françoise Sironi, una delle maggiori esperte al mondo in tema di tortura, tratte dal suo libro, Persecutori e vittime. Proverò a riformulare le sue stesse affermazioni, adattandole al mondo dell’assistenza psichiatrica.
Come si può curare chi è stato vittima di torture? Io la riformulo: come si può pensare di curare chi ha subìto un ricovero psichiatrico, magari coatto, dove è stato immobilizzato, legato, sedato, addormentato con una terapia del sonno? Come può la psichiatria curare una vittima della psichiatria? Come può lo psichiatra curare ciò che lui stesso ha prodotto?
La... (continuer)
daniela -k.d.- 23/10/2016 - 14:04
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Blowin' in the Wind

Blowin' in the Wind
Una nota apparsa su Broadside 108 che propone un'interessante interpretazione dei versi di questa celeberrima canzone:

Many people have sung Bob Dylan's BLOWIN' IN THE WIND without realizing it is an attack on the flag. The title fits a quote from Emerson where he wondered about the things men will do just because of "an old rag of bunting blowing in the wind." "The answer, my friend..."
23/10/2016 - 11:02
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Luang Prabang

Luang Prabang
23 ottobre 2016, 10:26
LUANG PRABANG
(continuer)
23/10/2016 - 10:26




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