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I Rammstein sono una banda industrial metal tedesca, e uno dei pochi gruppi tedeschi la cui fama abbia superato i confini della Germania.
Durante la loro carriera musicale sono spesso stati additati come neofascisti, per l'uso di una mimica e di simboli che ricordano quelli dell'estrema destra.
Tuttavia è un'accusa assolutamente insensata, i testi delle canzoni dei Rammstein sono generalmente apolitici, e quando si spingono a inserire contenuti sociali, il messaggio è di solito ambientalista e progressista.
Queste accuse devono però aver dato non poco fastidio ai membri del gruppo, e lo si può notare in questa canzone, "Links 2 3 4".
Riprende una marcia militare, ma anche una citazione del fondatore della linke e, nel ritornello, ricorda la "Einheitsfrontlied" di Brecht.
Kann man Herzen brechen
(continuer)
envoyé par leoskini 18/1/2016 - 20:11
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Salut à toi

Salut à toi
(1985)

Album: Concerto pour détraqués

Ripresa anche da Les Ogres de Barback & Les Hurlements d'Léo
Salut à toi ô mon frère
(continuer)
18/1/2016 - 18:29
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We'd Like to Thank You, Herbert Hoover

We'd Like to Thank You, Herbert Hoover
[1977]
Parole di Martin Charnin
Musica di Charles Strouse

Canzone dal musical di Broadway “Annie”, con libretto di Thomas Meehan e regia di Mike Nichols, ispirato alla striscia “Little Orphan Annie” creata nel 1924 dal cartoonist Harold Lincoln Gray (1894–1968).

A dire il vero la “dickensiana” striscia di Harold Gray era in origine una celebrazione del conservatorismo americano e dei suoi capisaldi: il milionario “chesièfattotuttodasè”, le classi inferiori costituite da “brutti, sporchi & cattivi”, l’odio verso i sindacati, i comunisti e persino il New Deal di Roosevelt. L’autore giunse addirittura a far scomparire il personaggio di Oliver “Daddy” Warbucks, il miliardario benefattore padre adottivo della piccola orfana Annie, quando Roosevelt e i democratici salirono al potere nei primi anni 30, per poi farlo rinascere nel 1945, quando “FDR” morì…

Il musical riprende i caratteri... (continuer)
[All]
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/1/2016 - 14:17
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Forbidden Colours

Forbidden Colours
[1983]
Parole di David Sylvian
Musica di 坂本 龍 / Ryuichi Sakamoto
Nella colonna sonora di “戦場のメリークリスマス” (“Senjō no Merī Kurisumasu”), letteralmente “Buon Natale sul campo di battaglia”. Sul mercato anglosassone con il titolo “Merry Christmas, Mr. Lawrence”, in alcuni paesi europei con il titolo “Furyo” (dal giapponese “俘虜”, ossia “Prigioniero di guerra”. Diretto da Nagisa Oshima e uscito nelle sale nel 1983.
Il titolo del brano fa riferimento al racconto “禁色” (“Kinjiki”, da noi “Colori proibiti”) scritto nei primi anni 50 del 900 da Hiraoka Kimitake, in arte Yukio Mishima (1925-1970), scrittore, drammaturgo, saggista e poeta giapponese.
Ho preferito attribuire il brano a Sakamoto piuttosto che a Sylvian perché è la melodia immortale e non tanto il testo, pur assai significativo, ad essere memorabile.

Ammettendo che ho pensato a proporre questo brano come tributo al grande David Bowie,... (continuer)
The wounds on your hands never seem to heal
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 18/1/2016 - 11:04
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Pesem upora

Pesem upora
[2012]
Testo / Tekst / Lyrics: Ksenija Jus
Musica / Muzika / Music: (1) Ksenija Jus / Mateja Mavri
(2) Drago Ivanuša

Lo Ženski pevski zbor Kombinat (Corale femminile Kombinat) è una corale femminile fondata nella regione di Lubiana, la capitale della Slovenia, il 27 aprile 2008. Con buonapace di chi afferma che "i comunisti non esistono più" (però i fascisti esistono eccome e tuttora, e da tutte le parti), dal simbolo della Corale Kombinat si dovrebbe desumere facilmente quale sia l'impostazione di base del gruppo. La data di nascita della Corale Kombinat non è casuale: il 27 aprile, festa nazionale in Slovenia e fino a qualche anno fa nota come Dan Osvobodilne Fronte (Giorno del Fronte di Liberazione), è la data in cui fu costituito il Fronte di Liberazione in Slovenia nell'anno 1941 (ricordiamo che, all'epoca, praticamente tutta la Slovenia era stata annessa dall'Italia fascista come... (continuer)
Med tihim šepetom človeških laži
(continuer)
envoyé par BORTOT Pascal 18/1/2016 - 08:32
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An iliz ruz

An iliz ruz
[1997]
Gwerz di Denez Prigent
Interpretato da:
Denez Prigent
Album: Me 'zalc'h ennon ur fulenn aour

Gwerz skrevet gant Denez Prigent
Jubennet gant:
Denez Prigent
Pladenn: Me 'zalc'h ennon ur fulenn aour
1. Neb ’z afe e Nyarubuyé
(continuer)
envoyé par Richard Gwenndour 18/1/2016 - 03:11
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U-235

U-235
2016
Atomic

Il loro nuovo album Atomic è nato originariamente come colonna sonora per Storyville: Atomic – Living in Dread and Promise, un documentario diretto da Mark Cousins per il settantesimo anniversario dei bombardamenti ad Hiroshima e Nagasaki. I quattro hanno poi ripreso i pezzi in mano e li hanno fatti diventare il seguito di Rave Tapes. Il primo singolo, U-235, è portato avanti da un’affascinante giro di tastiera e poche, semplici note di chitarra.

U-235 spesso indicato con il simbolo 235U, è l'isotopo dell'uranio con numero di massa pari a 235. Poiché il numero di massa è la somma del numero di protoni e del numero di neutroni nel nucleo, l'235U, avendo numero atomico 92, ha 143 neutroni.
L'235U è l'unico isotopo esistente in natura in quantità apprezzabili che possa essere sottoposto a fissione nucleare innescata da neutroni termici; nell'uranio naturale, invece, la percentuale di questo isotopo è, in peso, circa 0,72%, mentre la maggior parte del materiale è composta dall'isotopo 238U.
Ghosts in the photograph
(continuer)
envoyé par dq82 17/1/2016 - 20:13
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Slave to the Wage

Slave to the Wage
(2000)
Album: Black Market Music

"Schiavi del salario", schiavi condannati alla pena della noia assoluta del lavoro salariato dalle 9 alle 17. Il testo contiene una citazione diretta di Maggie’s Farm di Dylan. Una canzone potente accompagnata da un bel video ispirato al film Gattaca. Dedicata al Lussemburgo, paese dove il cantante Brian Molko ha vissuto e studiato, un paese secondo le sue parole dove "non c'è nient'altro da fare che fare soldi".
Run away from all your boredom
(continuer)
17/1/2016 - 19:49
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Escapism is over

Escapism is over
2012
Die Fälschung der Welt

Per ventotto anni la Germania Orientale, controllata dai comunisti, restò tagliata fuori dall’enclave capitalista di Berlino Ovest per colpa di una barriera di cemento e filo spinato sorvegliata da guardie pesantemente armate.

Le prime barricate che avrebbero finito per dare forma al Muro di Berlino furono innalzate nell’agosto del 1961, quando il numero di tedeschi dell’Est che lasciavano la DDR attraverso Berlino Ovest aveva ormai raggiunto dimensioni da record. Per i tre decenni successivi questa barriera avrebbe tenuto separate famiglie e quartieri che un tempo appartenevano alla medesima città.

Il 9 novembre del 1989 il muro fu abbattuto, quasi con la stessa velocità con cui era stato originariamente costruito. Non appena un rappresentante dell’amministrazione della Germania Orientale annunciò prematuramente l’apertura del confine, migliaia di esultanti... (continuer)
«Some dance to remember, some dance to forget.» The Eagles
(continuer)
envoyé par dq82 17/1/2016 - 16:00
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Festung Europa

Festung Europa
2012
Die Fälschung der Welt
«Europa endlos. Europa endlos.»
(continuer)
envoyé par dq82 17/1/2016 - 15:59
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Haemoglobin

Haemoglobin
dall'album "Black Market Music" (2000)

A song from the point of view of a black man lynched in the 50's America. It's about "racism and prejudice breeding prejudice."
This man has been hung from a tree, but it the song seems to tell that he survives, he manages to keep the oxygen from being cut off and the haemoglobin carries it to the body. Haemoglobin being the key to this man's healthy heartbeat.

"It's our version of [legendary chanteuse] Billie Holiday's "Strange Fruit", but where Billie's walking around observing fruit [dead slaves] hanging from the trees, we've actually placed you inside the man's head. It starts off with him hanging from a tree - he's in a state of resignation. In the second verse, he gets cut down and that resignation turns into confusion. And by the third verse, that confusion has turned into anger and a lust for revenge. It's a simple moral thing, prejudice breeds... (continuer)
I was hanging from a tree
(continuer)
17/1/2016 - 15:57
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1989

1989
2012
Die Fälschung der Welt
«Dass die Zeit unser Verlangen
(continuer)
envoyé par dq82 17/1/2016 - 15:54
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Mozambique

Mozambique
[1973]
Scritta da Peter Leopold
Nell’album del gruppo krautrock intitolato “Vive la Trance”

Basterebbe il verso “Meglio morire da uomo libero che vivere da schiavo” per accogliere fra le CCG/AWS questo brano che parla di vendetta delle vittime verso i loro carnefici e che è intitolato alla lotta per l’indipendenza del paese africano, lotta che durò 12 lunghi anni e che contribuì non poco anche alla fine della dittatura di Salazar in Portogallo nel 1974...

Ma c’è una ragione ulteriore: nelle note sul retro copertina gli Amon Düül II dedicarono la canzone ad una certa Monika Ertl, una giovane di origine tedesca, guerrigliera guevarista, che proprio nel maggio del 1973 - sei anni dopo il Che - era stata uccisa dall’esercito boliviano nei pressi di El Alto, non lontano da La Paz.

Monika Ertl era figlia di Hans Ertl (1908-2000), nato a Monaco di Baviera, fotografo e cameraman assai noto negli... (continuer)
Clap your hands
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 17/1/2016 - 14:46
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Mondo Nuovo

Mondo Nuovo
Mondo Nuovo

Album: "Amerigo" (1978)
Testo di Francesco Guccini
Musica di Pietro Guccini
Corre veloce, ma in che senso
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 17/1/2016 - 10:40
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La tregua di Natale

La tregua di Natale
[2015]

Primo singolo da Schegge di shrapnel

Testo reperito in questa pagina

La tregua di Natale è il primo brano (si dice ancora singolo?) che abbiamo deciso di farvi ascoltare, pescandolo dalle nove tracce di Schegge di shrapnel.

Il testo è tratto dall’intervista a un reduce cameranese della Grande Guerra, raccolta ormai trent’anni fa da Alberto Recanatini e pubblicata nel volume Di che brigata sei? La mia ha i colori di Camerano… (Camerano, 1994). Ringraziamo l’autore del libro che ci ha permesso di utilizzare il testo, aggiungendo anche qualche particolare sull’identità del testimone. A quanto pare, non si trattava di un individuo “contrario alla guerra”, né di un convinto antimilitarista. Questo, secondo noi, accresce il senso del suo stupore di fronte a una tregua spontanea, decisa grazie a sguardi d’intesa, parole farfugliate a caso e lanci di regali tra opposte trincee. La testimonianza... (continuer)
Arrivò Natale senza che che ce ne accorgessimo
(continuer)
envoyé par CCG Staff 17/1/2016 - 09:21
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No Vacancy

No Vacancy
[1946]
Scritta da Merle Travis e Cliffie Stone (Clifford Gilpin Snyder, 1917-1998), personaggio chiave nello sviluppo della scena country californiana nel secondo dopoguerra.
Un singolo che fu il primo grande successo di Merle Travis, seguito nel 1947 da Sixteen Tons
Poi nell’album “Travis!” del 1962
Cover di Glen Campbell e di Ricky Nelson

Attenzione al cartello in fondo:

“No vacancy”, non c’è posto, non si affitta, è il cartello che un veterano della seconda guerra mondiale trova sempre sul suo cammino...
La seconda strofa è quella che racconta la desolazione del reduce il quale, dopo aver combattuto e rischiato la vita perchè il mondo fosse libero, si trova di fronte al nemico più terribile: la difficoltà a reintegrarsi nella vita civile, resa ancora più dolorosa dall’indifferenza e dalla diffidenza dei suoi concittadini...
Un fatto curioso: su YouTube ci sono un paio di proposte... (continuer)
All along the road of life I roam
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 16/1/2016 - 21:44

Waffen SS, enfants de la milice

Waffen SS, enfants de la milice
En ce qui concerne "Ah ! Si j'étais resté célibataire" son interprète l'accordéoniste André Verchuren a été déporté en camp de concentration par les nazis comme résistant. La similitude de musique avec l'hymne nazi n'a pas pu échapper à Verchuren. Peut être une façon d’exorciser des souvenirs pénibles ?
Daniel F. 16/1/2016 - 18:51
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Giulia

Giulia
2015
Giorni usati

L’amianto è entrato nella vita delle persone portando tragicità, amarezza e solitudine. L’idea del brano è quella di rendere protagoniste le persone coinvolte: chi se ne sta andando, chi rimane. Il nome non è attribuibile ad uno specifico soggetto, chi lo pronuncia potrebbe trovarsi in entrambe le situazioni. Un dolore che non passa mai. Rialzarsi.
Fiori d’inchiostro a mezzanotte
(continuer)
envoyé par dq82 16/1/2016 - 16:03
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Resisterò

2014
Se tradito, non mi perderò
(continuer)
envoyé par dq82 16/1/2016 - 15:57
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Non lavoro più in Fiat

Non lavoro più in Fiat
2014

«È una canzone sulla drammatica situazione – ci sono stati anche dei suicidi – dei cassintegrati confinati a Nola. Esiste una versione registrata da una parte degli Zezi (con Massimo Mollo, Marzia Del Giudice e altri) in un CD pirata fatto dagli SLAI Cobas di Pomigliano. La linea melodica è appunto quella della famosa canzone 'Les amants d'un jour' di Edit Piaf, che fu cantata anche da Herbert Pagani, da Ornella Vanoni e Gino Paoli in italiano col titolo “Albergo ad ore”»

Maria Baratto
Non lavoro più, manco per un'ora.
(continuer)
envoyé par dq82 16/1/2016 - 15:32
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Tirallà

Tirallà
Spacca, anche ricordandomi qualche canzone barocca, ma non so quale...
Krzysiek 16/1/2016 - 01:56
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Quali alibi

Quali alibi
(2016)
Primo singolo estratto dall'album "Acrobati"

'Quali Alibi' mette insieme più elementi: da una parte c'è il suono il "sound" si direbbe, che è quello della band "inventata dal nulla" la scorsa estate, con cui ho registrato la maggior parte delle tracce di questo corposissimo disco che sto finendo in questi giorni.
Dall'altra la mia personale infatuazione per il gioco quasi enigmistico nell'uso delle parole, le assonanze, le allitterazioni...
E infine il tema, più o meno sotterraneo: la politica dell'emergenza, perfetto alibi per le peggiori malefatte perpetrate nel nostro paese (e non solo). Dalle truppe russe sul suolo ucraino, al nostro terzo governo consecutivo senza passare per il voto.
E in questo scenario tanti personaggi di chiarissima fama e scarsissimi scrupoli sembrano svolazzare lieti e intoccabili, leggeri e rapidi come colibrì che succhiano il nettare ovunque ne trovino, tanto hanno sempre un alibi pronto da esibire all'occorrenza.
Daniele Silvestri
Shut up
(continuer)
15/1/2016 - 23:47
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Automaty

Automaty
15 gennaio 2016
AUTOMI
(continuer)
envoyé par Krzysiek 15/1/2016 - 23:31
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Atomic Energy

Atomic Energy
[1947]
Parole di Raymond Glaser (?)
Musica di Lancelot Victor Edward Pinard (1902-2001), cantante ed attore originario di Trinidad e Tobago, re del calypso negli USA del secondo dopoguerra.
Testo trovato su Cold War Music

Trovo il brano nelle raccolte “Songs For Political Action - Folk Music And The American Left 1926 – 1953” (Bear Family Records, 1996), “The Little Red Box Of Protest Songs” (Proper Box, 2009) e – naturally – nel cofanetto “Atomic Platters - Cold War Music From The Golden Age Of Homeland Security” (1999-2005).

Sir Lancelot non compose soltanto calypso da intrattenimento, ma parecchie sue canzoni avevano testi pacifisti o di sinistra, basti pensare a titoli come "Defenders of Stalingrad" e "Walk in Peace". Fu ammirato e imitato da musicisti diventati poi molto più famosi di lui, come Harry Belafonte e Leadbelly. Pare che quest’ultimo fu ispirato ai testi di Sir Lancelot nello scrivere la sua “Equality for Negroes”
Some men with brains in their cranium
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2016 - 13:36

The Emancipated Negro

The Emancipated Negro
[1833]
Versi di Charles Jefferys (1807-1865), compositore londinese
Musica di S. Nelson
Testo trovato su Protest Song Lyrics

Canzone dedicata a William Wilberforce (1759-1833), uomo politico inglese che fu leader del movimento per l’abolizione della tratta degli schiavi. La sua lotta durò tutta la vita: infatti il Slavery Abolition Act fu approvato dal Parlamento inglese nell’anno della sua morte, il 1833. Ed è senz’altro anche questo passaggio epocale che la canzone vuole celebrare.
Another Spirit bursts its bonds,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2016 - 12:49
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Let's Lynch the Landlord

Let's Lynch the Landlord
[1980]
Parole e musica di Jello Biafra
Nell’LP “Fresh Fruit for Rotting Vegetables”
The landlord's here to visit
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2016 - 11:37
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Landlord

Landlord
[1979]
Parole di Sting
Musica di Stewart Copeland
B side di “Message in a Bottle”
Poi in “Six Pack”, una raccolta di sei 7” pubblicata nel 1980. In seguito in altre compilation

"I wrote that after Frances and I were thrown out of the house we were renting in London. I hated the idea of somebody fucking my life up like that. Stewart wrote the music." (Sting)
I don't want to rent your house from you
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2016 - 11:23

The Landlord's Song

anonyme
The Landlord's Song
[188?]
Una ballata ottocentesca presente nella collezione Harding (Harding B 11 – 1436 - V15174) delle Bodleian Libraries dell’Università di Oxford.
In realtà del presunto autore sono note le iniziali e anche il titolo di un’altra sua creazione (che non credo sia pervenuta): “W.W., author of the Miller's Moan”
Testo trovato su Protest Song Lyrics, come ripreso da Broadside Ballads Online
I sit like a king in my lordly tower,
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2016 - 10:58
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Welfare Store Blues

Welfare Store Blues
[1940]
Parole e musica di John Lee Curtis "Sonny Boy" Williamson (1914-1948), cantante e virtuoso dell’armonica blues, “The Original”, da non confondersi con il più famoso Alex Ford, detto Sonny Boy Williamson II (1912-1965), pure lui cantante ed armonicista.
Singolo del 1940, pubblicato nel gennaio del 1941, e poi incluso in molte raccolte dedicate al suo autore.

Dopo il crollo del 29, l’amministrazione Hoover (repubblicano, già per molti anni ministro del commercio e non esente pertanto da responsabilità nel disastro) si dimostrò quasi incapace di governare la crisi ed il suo superamento. Il nome di Hoover rimane più che altro legato alle “Hoovertown”, così erano chiamate le centinaia di baraccopoli che sorsero in quegli anni ai margini di tutte le grandi città degli USA… Il New Deal, come sappiamo, arrivò solo con il democratico Franklin Delano Roosevelt che da subito varò un piano... (continuer)
Now me and my baby we talked late last night
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 15/1/2016 - 09:45
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God Save The Queen

God Save The Queen
no,capisco benissimo e siete ammirevoli..chiedo ancora scusa anche perche'non sapevo come funzionava..ero venuto per curiosita'(e perche'e'un bel sito)e ho cominciato a leggere..poi,visti i commenti,ho dovuto(!) scrivere per specificare alcune cose..vedevo che il sito non approvava, ma capisco di avere orari assurdi!se mi ricapitera',e non vi dara' fastidio,un' eventuale prossima volta vedro'di scrivere in orari piu' consoni!ripeto,ho sbagliato!vi ringrazio molto anche per la cortesia..ciao.
Malcom mc 15/1/2016 - 04:15
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Dans la peau de Mike Brown

Dans la peau de Mike Brown
(2015)
Parole e musica di Pierre-Dominique Burgaud
Nell’album intitolato “De l'amour”

Dedicata a Mike Brown, diciottenne nero ucciso il 9 agosto 2014 da Daren Wilson, poliziotto bianco, a Ferguson, Missouri, con una citazione nel testo di Strange Fruit di Billie Holiday. Bisogna però dire che tra Holiday e Halliday il confronto non regge...
Parfois même la nuit
(continuer)
14/1/2016 - 23:04
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איל ריי די פראנסייה

Chanson sefardite en Judeo-espagnol - El rey de Fransya – anonyme – circa Xième siècle
d’après la version italienne de Riccardo Venturi.
Provenance attestée : Smyrne (Turquie), XVIème siècle



Il doit être, je pense, assez connu maintenant que, de temps en temps, l’ici présent a besoin de quelque « retour » dans le temps, et même fort en arrière. Avec l’espoir d’être accompagné aussi par celui qui éventuellement lit et écoute les délibérément très inactuelles pages du genre, ce soir je voudrais vous emmener dans l’Espagne sefardite du onzième ou douzième siècle, époque à laquelle sans doute ce chant doit trouver son origine. Un chant que, si possible, je vous conseillerais d’écouter dans le noir, ou les yeux fermés ; il parle d’un rêve. Le beau rêve d’une très jeune fille, peut-être encore une enfant, fille d’un fabuleux roi de France, qui brode avec sa mère et ses sœurs, et qui s'endort... (continuer)
LE ROI DE FRANCE
(continuer)
envoyé par Marco Valdo M.I. 14/1/2016 - 21:47
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We're Gonna Make It

We're Gonna Make It
[1965]
Il primo grande successo di James Milton Campbell Jr., in arte Little Milton (1934-2005), cantante e chitarrista blues, un singolo che poi diede il titolo al suo album del 1965.

Niente di più di una canzone sull’amore che sovrasta il dolore e le difficoltà delle vita, ma proprio per questo fu molto cara al movimento per i diritti civili, che proprio nel 1964-65 intensificava la sua lotta, organizzava le marce da Selma a Montgomery, applaudiva l’approvazione del Voting Rights Act da parte del presidente Johnson e vedeva cadere altri martiri, come il reverendo James Reeb e la giovane Viola Liuzzo, entrambi militanti bianchi del movimento, assassinati da altri bianchi suprematisti...
We may not have a cent, to pay the rent
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2016 - 21:45
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Why I Sing the Blues

Why I Sing the Blues
[196?]
Scritta da B. B. King e Dave Clark
In moltissimi dischi di King, a cominciare forse da “Live & Well” del 1969

La prima versione di questa canzone risale agli anni 50 e artefice del blues è una donna.
Ma alla fine degli anni 60 King ne riscrisse il testo individuando come motivazione del suo blues, la schiavitù, il razzismo, le condizioni di vita dei neri, la discriminazione a partire dalla scuola e poi nel lavoro... “Sì, loro lo sanno, tutti lo sanno perchè io canto il blues...”
Everybody wants to know
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2016 - 20:58
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Starvation Blues

Starvation Blues
[1931]
Parole e musica di Charley Jordan, bluesman nato in Arkansas ma attivo in St. Louis, Missouri.
Trovo il brano nella raccolta “Charley Jordan – Complete Recorded Works In Chronological Order: Volume 1 (June 1930 To March 1931)”, edita dalla Document Records nel 1992

Se il Starvation Blues di Big Bill Broonzy era in qualche modo “profetico”, essendo stato composto prima della grande crisi del 29, questo di Charley Jordan descrive invece benissimo la caduta vertiginosa nella miseria più nera subita da tanta gente comune, mentre molti dei ricchi che quella crisi avevano provocata e pilotata si stavano arricchendo ancora di più, come sempre succede...
Lord, Lord
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2016 - 18:40
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Ivan Della Mea: Il capitano

Ivan Della Mea: Il capitano
UN RICORDO DI IVAN DELLA MEA A 20 ANNI DALL'ULTIMO INCONTRO
(Gianni Sartori)

Ivan Della Mea era nato il 16 ottobre 1940. Se ne è andato il 14 giugno del 2009: un vuoto incolmabile.
Per quasi 50 anni le sue canzoni di lotta e di malinconia, le sue parole di coraggio, il suo modo di essere “compagno”, sono stati un esempio per migliaia di militanti, giovani e non. Ha fatto musica e poesia contro la società dei consumi, ha manifestato contro l'oppressione, si è battuto per una libertà insieme anarchica e comunista, da autentico rivoluzionario. Questo era (è) Ivan Della Mea, un compagno che anche da “vecchio” conservava lo spirito combattente di un ragazzo, un artista irriducibile: “Con gli oppressi contro gli oppressori. Sempre!”.

Lo avevo già incontrato negli anni settanta in un paio di occasioni ma solo l'ultima volta, nel 1995, mi ero deciso a intervistarlo. L'occasione era stata la “Festa... (continuer)
Gianni Sartori 14/1/2016 - 17:51
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Mississippi County Farm Blues

Mississippi County Farm Blues
[1930]
Parole e musica di Eddie James "Son" House, Jr. (1902-1988), uno dei più grandi bluesman di sempre, virtuoso della slide guitar.
Una delle prime raccolte in cui il brano si trova è quella di Son House & J. D. Short ‎intitolata “Blues From The Mississippi Delta”, pubblicata dalla Folkways Records nel 1963.

Proprio come Leadbelly, anche Son House conobbe le County Prison Farm del sud. Vi fu rinchiuso alla fine degli anni 20 per un paio d’anni, condannato per omicidio ma per autodifesa. Quando uscì, gli diedero il divieto di dimora nella nativa Clarksdale e ciò fu un po’ la sua fortuna perché, trasferitosi a Lula, lì incontrò i musicisti Charley Patton e Willie Brown e iniziò la sua sfolgorante carriera lunga più di 40 anni…
Down South, when you do anything, that’s wrong
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2016 - 16:27
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Big Boss Man

Big Boss Man
[1960]
Una canzone scritta da Luther Dixon ed Al Smith e resa celebre da Jimmy Reed che la incise nel 1961 nel suo album intitolato “Found Love”
Uno dei blues preferiti da Elvis Presley e B. B. King

“Oh grande boss, mi fai lavorare tutto il giorno e quando vorrei bere un goccio d’acqua nemmeno mi fai fermare… Oh grande boss, non sei affatto grande, se solo alto, e questo è tutto…”
Big boss man
(continuer)
envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2016 - 16:01
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Remember Virden!

anonyme
Remember Virden!
[1901]
Poesia di anonimo autore, testimone dei fatti di Virden, Illinois, del 1898
Musica da Bucky Halker, folksinger e labor songster americano
Nel suo album del 2002 intitolato “Welcome To Labor Land”

Quello che successe a Virden nel 1898 – ma poi anche in molte altre cittadine industriali dell’Illinois, come Pana, Cambria e Carterville, in quegli anni – è una pagina sanguinosa e anche triste della storia del movimento operaio americano.

Il motto dei padroni, quando non riescono a piegare i lavoratori con la forza o con le lusinghe, è sempre stato “divide et impera”. E così fecero i boss della Chicago-Virden Coal Company, una compagnia mineraria, che nel 1898, per contrastare un grosso sciopero, reclutarono negli Stati del sud tanti afroamericani disperati senza informarli che sarebbero stati utilizzati come crumiri. Gli sgherri della compagnia, le guardie dell’agenzia Thiel, andarono... (continuer)
They fell in freedom’s battle,
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envoyé par Bernart Bartleby 14/1/2016 - 15:25




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